Riflettendo...sulla Parola (a cura di don Prospero Bonzani)

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 17, 2006 10:59 am

  • Mt.2,1: “Alcuni Magi giunsero da Oriente”
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Signore Gesù! Non posso starmene “tranquillo e beato” nel piccolo mondo della mia famigliola, protetta da doppi cristalli e allarme antifurto, pavimenti lucidati e margine di sicurezza, nel conto in banca: voglio dilatare il mio cuore sulle ingiustizie del mondo!

Tu sai che io non sono cattivo. Ma mi mancano le occasioni per schierarmi. Mandami quelle occasioni che io non cerco.

Voglio pagare di persona, nel mio piccolo, il gusto per i Poveri, semplificando casa e abbigliamento fino a un passo prima del cattivo gusto, conquistandomi la medaglia del disprezzo e dell’incomprensione dei “benpensanti”.

Decido che i muri della mia casa, la scelta delle mie letture, lo zapping del mio televisore vogliono seguire gusti mondiali non solo per fatti politici o sportivi ma per l’attenzione invece a tutte le folle sommerse cui nessuno fa attenzione: vedrò costante lo sfondo dei loro volti passeggiando davanti alle vetrine dei negozi più eleganti.

Insegnami a sognare quei Paesi dove non potrò andare mai, là dove sicurezza e legalità sono ben più che da noi realtà sconosciute. Voglio ambientarmi nel mondo degli oppressi così da sentirmi straniero in questa città di indifferenti, macinati dalla fretta, accecati dal fiammifero proprio davanti agli occhi, senza vedere il sole di tutti.

Scampami dal pericolo di concepire questo mondo “villaggio globale” racchiuso nella rete di Internet, ammaliato dal commercio elettronico intercontinentale, dipendente dal telefonino satellitare, senza sentirmi invece davvero, affettivamente ed economicamente fratello “mondiale” dei Depredati dal mio benessere.

Sono malato di miopia, di piccineria, di intimismo, di pantofolite, di paure: malattie gravi dell’anima come il tumore del corpo. Prendimi a calci, Signore, con gli avvenimenti che tu sai predisporre sul mio cammino, per cercare occasioni, contatti, iniziative che possano cominciare a guarirmi con l’affanno con cui cercherei di affrettare una TAC total body, una volta insospettito dalle macchie nere della radiografia.

Suggeriscimi l’amicizia personale in un singolo Povero, Anziano, Disoccupato, Ammalato, che non appartenga alla mia famiglia, vivendo questo contatto come campanello d’allarme, bussola illuminante e calore affettivo capaci di rendere la mia vita diversa dall’evangelica “orgia dei Bontemponi!

Ispirami compassione serena e fraterna per queste persone che, insterilite nel cuore, avanzano smaglianti e sorridenti scavalcando inconsapevoli il cadavere dei fratelli.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 17, 2006 11:02 am

  • Lc.9,25: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi...”
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Signore Dio, creatore del mondo e dell’Universo, che hai posto l’Uomo al centro del creato: ecco come invece io mi sono ridotto! Vivo nel mio mondo piccino, e stringo i paraocchi del mio cuore piccino alla mia famigliola piccina, calda ed accogliente. I nipotini mi si addormentano in grembo mentre io mi addormento davanti alla TV. Quale fulmine ti sarà necessario per svegliarmi dal mio sonno omicida?

I tempi sono cambiati, il mondo ha girato, e adesso questo nostro popolo vecchio e sterile non riesce a respingere l’orda dei Poveri che assalta la nostra “santa”, o meglio diabolica pace: così i nostri nipoti saranno color cioccolato, o zafferano: fammi, Signore, attento al “verso” della Storia. Non voglio oggi vivere di ieri!

Signore Gesù! Un tempo non sapevamo. Oggi sappiamo. Oggi lo spettacolo di un cantante, la finale dei mondiali, la messa papale nello stadio sono presenti in tempo reale in tutto il mondo. Per millenni non abbiamo visto. Oggi possiamo vedere. Impediscimi, Signore, di chiudere gli occhi.

I nostri Genitori andavano in viaggio di nozze al lago di Garda. Oggi gli sposini mettono in lista nozze Cuba e l’Oceania. Impedisci, Signore, alle nuove generazioni, di girare il mondo per vedere come è fatto, senza sentire irrefrenabile il desiderio di farlo migliore.

Mi trovo a vivere, mangiare e dormire, dietro ai muri della mia casa. Vivrei ugualmente così senza quel “provvidenziale” muro che mi ripara dalla vista delle folle urlanti di quanti non mangiano, non dormono, non “vivono”? Signore! Abbatti il muro delle mie protezioni, della mia disattenzione: fammi abitare sull’orizzonte del mondo!

Vorrei regalarmi dei viaggi là dove il mondo sanguina. Ma basta accendere la TV dopo il telefilm della sera. Voglio conservarmi in cuore quelle immagini che mi fanno soffrire ma mi fanno vivere vivo. Quelle immagini che mi strappano via tanti problemi finti.

Lo so, Signore, che non posso farci quasi niente. Che la mia faticosa raccolta di denaro per aprire un pozzo in Africa è polverizzata da un aviogetto militare che distrugge pozzo e villaggio. Lo so che i miei aiuti vengono imboscati dalle bande rivali a colpi di mitragliatore. Che ci vorrebbe un’educazione scolastica prolungata decenni. Ma io posso fare già qualcosa, il più tanto, oggi stesso: posso decidere di vivere “al mondo” anche abitando a casa mia.

Insegnami a vivere con lo sguardo grande, dilatato sul mondo più vasto, il mondo degli Ultimi: allora il problema di prenotare l’albergo per la settimana bianca, il problema di riparare presto l’antenna centralizzata, il problema di controllarmi sulla bilancia, e perfino il problema delle rate del mutuo, tutto, vivo tutto a più ampio respiro, e quando passeggio nel corso “in”, ecco che scopro che, dietro i luccicanti cristalli, le vetrine sono sporche, schizzate del sangue dei Poveri.

Fa di me, Signore, una persona “mondiale”, come tu lo fosti, sulla croce, a braccia spalancate per abbracciare il mondo. Ma che non sia solo poesia: “Gesù Crocifisso: crocifiggi il mio cuore piccino! Gesù Crocifisso! Cambiami i gusti!”
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 17, 2006 11:03 am

  • Gv.15,13: “Nessuno ha amore più grande di chi regala la vita per chi ama”
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Mi trovo a vivere, mangiare e dormire, dietro ai muri della mia casa. Vivrei ugualmente così senza quel “provvidenziale” muro che mi ripara dalla vista delle folle urlanti di quanti non mangiano, non dormono, non “vivono”?

Signore! Abbatti il muro delle mie protezioni, della mia disattenzione: fammi abitare sull’orizzonte del mondo!

Fa di me, Signore, una persona “mondiale”, come tu lo fosti, sulla croce, a braccia spalancate per abbracciare il mondo. Ma che non sia solo poesia: “Gesù Crocifisso: crocifiggi il mio cuore piccino! Gesù Crocifisso! Cambiami i gusti!”

Insegnami, Signore, a educare le mie invidie. Non permettermi di unirmi alle invidie universali per il ricco, il sano, il bello, il vincente. Alimenta nel mio cuore l’invidia per chi è riuscito a dare un pezzetto di vita affinché i lontani si avvicinassero, affinché i diversi si apprezzassero, affinché chi ha, sentisse che parte di ciò che tiene nelle mani appartiene ad altri.
Grazie, Signore Gesù, perché tu ci hai dato per primo l’esempio, ma grazie più ancora perché ci hai permesso di incontrare persone che, carne e ossa fragili come noi, hanno desiderato di dare la vita per chi amavano!

Grazie per quel lavoratore che ha scelto di rinunziare agli scatti di carriera indispensabili per la sua famiglia monoreddito per non vendere le proprie confidenze sui compagni di lavoro al padrone insinuante.

Grazie per quei Genitori che amano i propri figli fino a desiderare di perderli perché possano essere “mangiati e bevuti” dai Poveri.

Grazie per chi trova il coraggio di amare come Amici quei Disperati che mai potranno credere alla sua amicizia, dimostrando così al mondo la gioia dell’amore a fondo perso.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 17, 2006 11:04 am

  • 1Gv.2,17: “Il mondo passa, con la sua concupiscenza”
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Intristiscimi senza inasprirmi, concedimi sofferenza senza insofferenza per questo “mondo” in cui c’è posto solo per i sani, per i giovani, per i belli, per i rampanti, per l’audience, per i potenti, per l’”immagine”, per chi decide.

Insegna anche a me, Signore, a vivere intensamente le tue preferenze per gli Ultimi, a cominciare dal mio arredamento e dalla mia carriera, senza tuttavia squalificare mai i Primi. E soprattutto senza invidiarli mai.

Dammi di sentire, Signore, che gli Ultimi non sono anzitutto da servire: sono loro in effetti che servono me, persona “normale”, salvandomi dal pericolo della banalità, della tranquillità, dell’indifferenza.

Insegnami a non abituarmi mai a vivere in questo mondo borghese dove sembriamo quasi tutti benestanti: voglio vederlo almeno alla TV, il 3° mondo, per scuotere il mio torpore e agitare i miei sonni!

Guarda: ci sono piccoli di questo mondo che si sentono Chissachi, e grandi di questo mondo che si sentono piccoli.

Tu, mio Signore, stai bene con chi sta bene, con gli Ultimi: insegnami non solo a stare con loro, ma a stare bene con loro, a desiderare di essere considerato da loro, ad ambire la “bella figura” con loro, con gli Ultimi.

“Signore Gesù! Insegnami a dare importanza a quelli cui dai importanza tu: liberami dalla riverenza allo sguardo dei riveriti.

Tu hai scelto i Pastori per nascere, i Briganti per morire e Maria per viverci accanto. Insegnami la compagnia dolce e profonda di Maria, mia e tua madre, la Maria non delle statue ma del Vangelo!

Voglio rivivere anch’io la “scelta di classe” che Maria proclamò dal suo cuore esultante cantando: “Ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli Ultimi!”.

Insegnami il fascino degli occhi di Maria, che scopro nel volto dei “piccoli” di questo mondo, grandi nel Regno!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 17, 2006 11:05 am

  • Gv.12,47: “Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo”
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Signore Gesù! Non voglio fuggire, io credente, impaurito davanti al mondo di oggi: voglio frequentarne le strade, voglio raccoglierne le sfide, voglio lasciarmi provocare dalle sua massime e dalle sue lusinghe, per testimoniare la forza perenne del Vangelo, capace di farsi fecondare perfino dall’errore.

Insegnami a guardare con occhio coraggioso e simpatico questo mondo che sembra avanzare travolgendo schemi e steccati della fede: voglio raccogliere la sua sfida per quei valori di libertà, di giustizia, di democrazia, di scienza, di uguaglianza, di razionalismo che mi sbatte sulla faccia di credente.

Scampami, Signore Gesù, dal pericolo di considerare la vita cristiana una faccenda privata e personale, come se alla giustizia intorno a me, dal lavoro alla politica, dai problemi di un testamento a una vertenza sindacale, dovessero pensarci gli altri.

Ma scampami altresì dal pericolo di pensare che la sola cosa che conta nella vita sia la giustizia sociale, il lavoro garantito, l’affitto equo, come se le domande sulla vita, sulla morte, sul dolore e sull’amore, fossero ripiegamenti patologici.

Scampami dal pericolo di pensare che “la fede è una cosa e la politica è un’altra”, come se tu, Signore, e la tua Chiesa non aveste operato la vostra scelta preferenziale dalla parte degli Ultimi, ma ci permetteste invece di pensare alla politica come all’arte di difendere i propri diritti.

Ma scampami altresì dal pericolo di credere che il cristiano possa trovare già confezionata nel vangelo la ricetta per risolvere ogni problema sociale, senza mettersi in attento ascolto di tutte le diverse soluzioni che in diverse parti del mondo si tentano per gli stessi problemi.

Alimenta ancor oggi uno spassionato ed appassionato dialogo tra credenti e non credenti convincendoci che nessuno possiede il monopolio della verità.

Incoraggia il non credente che abita nel cuore del credente a vedere con lucida simpatia le ragioni di chi si dichiara non credente, per alimentare l’inesausto stupore della propria fede.

Incoraggia il credente che abita nel cuore del non credente a scrutare con attenta perplessità le risposte di chi si dichiara credente, indagando se in quelle indimostrabili risposte si trovasse l’auspicato riscontro alle sue incessanti domande.

Mandaci, Signore, uomini e credenti “di frontiera”, capaci di leggere il Vangelo sulla soglia delle chiese, privilegiando il “Lontano” come primo interlocutore del Tuo messaggio: Tu sei venuto, hai detto, non per i sani ma per i malati!

Mandaci Pastori coraggiosi, che sappiano rischiare la contaminazione, salvandosene, evitando la tentazione del pastore che, temendo di esporre le pecorelle al pericolo di brucare erba avvelenata, le tiene chiuse nell’ovile alimentandole di paglia secca.

Mandaci Pastori capaci di varcare la soglia di ogni ambiente, dall’assemblea sindacale alla discoteca, senza complessi di inferiorità e senza baldanzose arroganze, innamorati sempre di ogni persona, come Tu Signore, parlavi con i nemici della Patria e Ti lasciavi carezzare dalla Peccatrice.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 17, 2006 11:07 am

  • Amos 8,4-8: “Ascoltatemi, voi che calpestate il povero e lo comperate per un paio di sandali, usando bilance false!”
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Grazie per questo Profeta Amos che ti dipinge come un Dio appassionato di giustizia, schierato dalla parte dell’Ultimo. Purtroppo è spesso difficile, Signore, intuire dietro il volto di quelli che stanno a Messa accanto a me cuori palpitanti, ruggenti ed esultanti per la passione della giustizia!

Vediamo dilagare la passione dei viaggi e delle crociere: una volta pensavo che servissero a dilatare gli orizzonti e a scaldare i cuori. Ma se vedo il ritorno di questi turisti abbronzatissimi e spaparanzati mi viene da pensare che il viaggio ha scritto sulla sabbia arida del loro cuore e tutto finirà con lo sfoggiare l’album delle foto con gli amici, o meglio amiconi.

Il tuo profeta Amos non riesce a non arrabbiarsi. Concedi anche a me, Signore, la santa rabbia per questo mondo ingiusto, vampiro ridacchiante, capace di vivere tranquillo dopo quello che ha visto in TV tra una partita di calcio, un quiz a premi e uno spogliarello, fin tanto che la marea montante dei Poveri non inonderà più ancora che oggi le nostre porte blindate, sfondando i doppi vetri delle nostre finestre.

Insegnami, Signore, come la rabbia sia il primo scalino dell’Amore. La rabbia per l’ingiustizia mi renda straniero militante in questo mondo superficiale del bengodi, dove i cagnolini di casa consumano infinitamente di più che i milioni di bambini, capaci di intenerirci per un attimo davanti al televisore!

Insegnami a selezionare le mie vere amicizie scegliendo per Amici veri soltanto quelli che condividono con me questa rabbia, questo fremito di estraneità, questa voglia inesorabile di slacciarmi da tutte le complicità di questo Sistema pacificamente assassino: come sentire veramente amico chi non soffre con me per i miei amici? Anzi, se fossi credente li chiamerei fratelli!

Salva, Signore, la tua Chiesa dal trionfo della sua immagine ordinaria e televisiva che la presentasse allineata con i Potenti e i Padroni, cioè con gli assassini.

La moderna, nuovissima, mai sognata umana onnipotenza non ha forse permesso quei genocidi armati di violenza militare e poliziesca e quegli altri genocidi di popoli cancellati per fame e sete indotte dal nostro benessere rapace? La potenza dell’Uomo non si è forse rivoltata contro l’Uomo stesso?

Fammi ricordare Signore che questo ‘900 appena trascorso è stato imprevedibilmente, il più ricco di martiri per una fede, ben più dei secoli neroniani in cui l’imperatore incendiava una città per goderne lo spettacolo e banchettare alla lugubre luce dei cristiani arsi vivi e crocifissi.
Fammi ricordare come non si tratti di milioni e milioni di “genericamente” quanto drammaticamente morti per guerre, carestie, fame e “pestilenze” varie ma proprio di persecuzioni religiose per una fede, cristiana, ebraica o quant’altro ancora.

Fammi sentire così in buona compagnia con questo stuolo di martiri contemporanei ancor oggi, proprio oggi, in diverse parti del mondo, raccontati per nome quelli dell’anno corrente ogni venerdi santo nella Via Crucis del Papa al Colosseo!

Cambiami tu il cuore per cambiare la rabbia in compassione e perdono. E quando sarò considerato un don Chisciotte contro i mulini a vento, allora non solo ricorderò che esiste il Cielo per fare giustizia alla Terra, ma proprio mi sentirò in buona e davvero anche sentimentalmente confortante compagnia di questi milioni che stimarono un ideale più della vita. E soprattutto, Signore, Tua compagnia, accanto alla Croce!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 24, 2006 3:12 pm

  • Mt.5,11: “Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna...”
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In questo mondo schiavo del confort, trapunto dalle sale di bellezza, invaso da intorpidenti pubblicità, risveglia in noi il fascino anticonformista della montagna, scuola di vita essenziale.

Da sempre, Signore, l’uomo ha guardato in alto per vedere te, verso la montagna e verso le stelle, l’alto si addice all’Inaccessibile!

L’altezza dice anche limite: in questo mondo in cui il potere scientifico sfiora l’onnipotenza, rendici attenti a questo ambiente incantato della montagna in cui l’uomo si mette spontaneamente davanti al proprio limite: così si sente a proprio agio, al suo posto, infinitamente piccolo davanti all’infinitamente grande.

Ma l’altezza dice anche fatica: l’uomo che potrebbe raggiungere con un comodo elicottero quella vetta, decide di arrivarci con la sua fatica. Insegnaci a ricordarci che le cose che valgono sono davvero quelle che costano, nonostante il martellamento televisivo voglia dirci il contrario.

Ma l’altezza dice anche gratuità: a cosa mai potrà servire, quanti soldi possiamo guadagnare faticando per arrivare a toccare la punta di un sasso? Ricordaci sempre, Signore, che ciò che conta davvero è impagabile, gratuito, come l’amore!

Ma l’altezza dice anche solidarietà! È un ambiente solidale la montagna, dalla borraccia offerta volentieri, alla salita in cordata, al salvataggio rischioso. Facci sperimentare il gusto della “cordata” nelle più svariate situazioni della vita, diffidando sia della folla amorfa, sia delle ambiziose acrobazie solitarie.

Ma l’altezza dice anche bellezza! In questo mondo dove tutto è mercantile ed anche la bellezza dell’uomo, della donna, di un arredamento o di un quadro vale perché può essere comprato e accaparrato da qualcuno. Incantaci della bellezza gratuita, della bellezza per tutti, della bellezza insequestrabile, di quella bellezza “alta” in montagna, che ci fa vibrare in armoniosa sintonia con l’Universo!

Grazie, Signore, perché la montagna ci parla di Te.

Ma ricordami che, se fa eco alla tua voce, non svela tuttavia il tuo volto, manifestato non tra i picchi innevati delle vette, ma nella bassura di una stalla a Betlemme.

Salvami dal pericolo panteista.

Fissa ancora, come su tante montagne, in cima alla vetta, non solo una stazione metereologica, ma la Croce di tuo Figlio!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 24, 2006 3:17 pm

  • Lc.4,1: “Per 40 giorni fu tentato dal diavolo”
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Signore Gesù: se mi guardo intorno vedo folle di persone in preda alla comodità, alla passione, al piacere, alla pigrizia, soprattutto. Gente che si lascia andare. Ma il tuo deserto è stato lotta.

Vedo gente che lotta contro la concorrenza commerciale, contro il nemico politico, contro l’avversario sportivo, contro il collega per la promozione professionale, contro l’amica o la suocera che ti denigrano... tu mi domandi una lotta dentro!

Vedo gente che lotta accanitamente sul lavoro, per permettersi di non lottare più, nella pausa delle ferie, nella tranquillità del capitale accumulato, nella pace della pensione. Ma tu mi dici che tutta la vita è lotta!

Vedo il mondo T.V. che sorride come una belva saziata, quando può lasciarsi andare alla voglia spontanea della bevanda e della leccornia, alla voglia spontanea del riposo spensierato, alla voglia spontanea del sesso sfrenato, ma Tu hai lottato!

Tu ti sei preparato nella fatica del digiuno alla lotta contro l’Avversario che abita in ciasciuno di noi: non ti sei lasciato andare alle tre facili offerte elegantemente presentate. Hai lottato!

Tu che hai respinto la tentazione del cibo senza fatica, aiutami a lottare contro il fascino avvincente del piacere a buon mercato, cogliendo nella fatica il valore vero delle cose.

Tu che hai respinto la tentazione del potere senza servizio, aiutami a lottare contro il fascino insidioso di essere qualcuno, per servirmi del prossimo, anziché servirlo.

Tu che hai respinto la tentazione di servirti addirittura di Dio e dei suoi angeli, aiutami a lottare contro il fascino malsano di una fede parafulmine della mia tranquillità anziché fuoco per le mie pigrizie!

Grazie, Signore, perché mi hai fatto aperto al bene e tentato dal male, capace di peccato e perciò di salvezza: grazie perché se io non fossi libero e spirituale, io non sarei uomo!

Signore Gesù, in questo mondo di gente che si lascia andare alle più penose, squallide e perverse spontaneità, fa’ di me, a tua immagine, e con il tuo aiuto, un lottatore sereno, gioioso e inesorabile, per domare le belve del mio cuore e fiorirne il giardino dell’Eden rinnovato!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 24, 2006 3:43 pm

  • 2Pt.3,14: “Nell’attesa dell’ultimo giorno cercate di essere senza macchia davanti a Dio”
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Perdona, Signore, il nostro sospetto davanti alle norme morali del tuo Vangelo e della tua Chiesa: le sentiamo come binario stretto mentre sono invece sentiero in salita verso la gioia e l’armonia della persona.

Fammi attento alla voce della mia coscienza, ultima parola alla direzione dei miei passi, ma insegnami ad illuminare la mia coscienza con la luce della tua Parola e con l’esperienza dei Santi.

Insegnami a distinguere le leggi fondamentali ed intoccabili dalle norme transitorie, figlie del tempo, senza tuttavia mai ergermi a giudice insindacabile del bene e del male.

Grazie, Signore Gesù, perché in questi tempi in cui l’uomo rivendica il diritto di vivere come una belva, abbandonato alle proprie debolezze, chiamando con il nome di libertà la spontaneità, proclamandosi autonomo da Dio per farsi schiavo delle sue passioni, grazie perché tu ci hai dichiarato capaci di scegliere tra il bene e il male, il piacere e la gioia!

Grazie perché mi hai salvato dal credere che bene e male siano solo funzioni chimiche della mia corteccia cerebrale, o solo arbitrari decreti della maggioranza.

Grazie perché mi hai salvato dal credere che ciò che sento oggi è la legge del mio vivere, mentre i secoli hanno continuamente spostato e invertito i confini del bene e del male!

Grazie perché mi hai salvato dal credere che un fine ritenuto buono dipinge di bontà ogni mezzo, così che poi il solo bene collettivo conta, sospingendo la morale della persona nei confini del privato opinabile.

Grazie perché mi hai salvato dal credere che io sono il risultato meccanico e inevitabile di tutte le mie scelte precedenti, affondando radici di necessità nelle tenebrose regioni dell’infanzia freudiana.

Fammi attento e fedele all’esame di coscienza serale, questo momento in cui mi lascio spogliare l’anima davanti a Te per coglierne fiori e ferite.

Custodiscimi fedele alla confessione periodica, con cui, supero il pericolo di un rapporto solitario con Te, a mezzo del telefonino privato del mio pensiero privato o collettivo.

Fammi domandare alla Chiesa, tramite il sacerdote che la rappresenta nel sacramento, una fraterna e materna presenza di perdono e di pace con Te!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 24, 2006 3:50 pm

  • 2Pt.3,14: “Nell’attesa dell’ultimo giorno cercate di essere senza macchia davanti a Dio”
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Perdona, Signore, il nostro sospetto davanti alle norme morali del tuo Vangelo e della tua Chiesa: le sentiamo come binario stretto mentre sono invece sentiero in salita verso la gioia e l’armonia della persona.

Fammi attento alla voce della mia coscienza, ultima parola alla direzione dei miei passi, ma insegnami ad illuminare la mia coscienza con la luce della tua Parola e con l’esperienza dei Santi.

Insegnami a distinguere le leggi fondamentali ed intoccabili dalle norme transitorie, figlie del tempo, senza tuttavia mai ergermi a giudice insindacabile del bene e del male.

Grazie, Signore Gesù, perché in questi tempi in cui l’uomo rivendica il diritto di vivere come una belva, abbandonato alle proprie debolezze, chiamando con il nome di libertà la spontaneità, proclamandosi autonomo da Dio per farsi schiavo delle sue passioni, grazie perché tu ci hai dichiarato capaci di scegliere tra il bene e il male, il piacere e la gioia!

Grazie perché mi hai salvato dal credere che bene e male siano solo funzioni chimiche della mia corteccia cerebrale, o solo arbitrari decreti della maggioranza.

Grazie perché mi hai salvato dal credere che ciò che sento oggi è la legge del mio vivere, mentre i secoli hanno continuamente spostato e invertito i confini del bene e del male!

Grazie perché mi hai salvato dal credere che un fine ritenuto buono dipinge di bontà ogni mezzo, così che poi il solo bene collettivo conta, sospingendo la morale della persona nei confini del privato opinabile.

Grazie perché mi hai salvato dal credere che io sono il risultato meccanico e inevitabile di tutte le mie scelte precedenti, affondando radici di necessità nelle tenebrose regioni dell’infanzia freudiana.

Fammi attento e fedele all’esame di coscienza serale, questo momento in cui mi lascio spogliare l’anima davanti a Te per coglierne fiori e ferite.

Custodiscimi fedele alla confessione periodica, con cui, supero il pericolo di un rapporto solitario con Te, a mezzo del telefonino privato del mio pensiero privato o collettivo.

Fammi domandare alla Chiesa, tramite il sacerdote che la rappresenta nel sacramento, una fraterna e materna presenza di perdono e di pace con Te!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 24, 2006 3:57 pm

  • 2Cor.4,16: “Il nostro uomo esteriore si va disfacendo”
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Non voglio distrarre lo sguardo Signore, dal pericolo sempre più oggi probabile di una vecchiaia prolungata e perciò infragilita: non voglio fare come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia.

Non voglio guardare gli Anziani ammalati di oggi come se fosse una realtà che riguarda soltanto gli altri, pensando a star bene io finché sto bene io!

Non voglio lasciarmi andare a desiderare di morire un momento prima di quando comincerò a stare stabilmente male, neppure accampando la scusa di non voler essere di peso agli altri.

Non voglio desiderare la morte improvvisa per me e per chi amo, né la morte violenta, né la morte nel sonno, per poter vivere e celebrare con consapevolezza questo della morte, che è il momento più importante della vita.

Non voglio né ingannare né essere ingannato sulle effettive condizioni fisiche della malattia, né mia né altrui, con l’ingannevole sentimento di una compassione che non vorrebbe far soffrire.

Insegnami, Signore, ad instillare nell’Anziano il gusto vivace per quel mondo di domani che lui non abiterà più: così si renderà più vivibile il suo mondo di oggi, in mezzo ai più giovani.

Insegnami a dare un’importanza soltanto relativa alle età, visto che dieci o cent’anni fanno così poca differenza rispetto ai millenni di anni luce che vivremo insieme nell’eternità.

Insegnaci a pregare insieme all’Anziano, per sperimentare fin d’oggi, attraverso il superamento delle differenze di tempo, una gustosa briciola di eternità.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 24, 2006 4:09 pm

  • Fil.1,23: “Da una parte desidero sciogliermi dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte ...”
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Permettimi di domandarti, mio Signore, se tu sei più contento che io desideri vivere oppure preferisci che io abbia fretta di morire, per vivere la vita eterna e vederti, incontrarti, abbracciare te e tutti, finalmente!

Permettimi anche di stupirmi del fatto che cristiani militanti, laici impegnati, ottime famiglie, nonché preti, frati e suore, quasi sempre mi (sor-)ridano in faccia quando porgo loro la domanda se preferirebbero vivere o morire.

Se se l’è posta il tuo Apostolo Paolo non sarà forse lecito porci anche noi questa domanda?

E dobbiamo forse pensare che S. Paolo avrebbe preferito morire subito solo perché era “single” vagabondo senza famiglia?

La vita è una tua invenzione, Signore; anzi un tuo dono prezioso.

Insegnami perciò ad amare intensissimamente la vita, sia che scriva le mie giornate sul pentagramma della felicità, sia che scriva bagnando la pagina della mia giornata di lacrime amare.

Ma insegnami altresì a “vivere vivo” sempre, e sempre più “vivo” mano a mano che passano gli anni e la clessidra del tempo disponibile per giocare la partita della mia vita si svuota, e già mi par di sentire che fra poco il fischietto dell’arbitro porrà fine al campionato.

Voglio amare la vita anche e soprattutto quando diventa difficile perché ogni giornata vissuta comunque per Amore qui in terra, certamente diffonde Amore chissà dove, senza che io veda; e perché ogni giorno amato qui in terra “produce” anni luce di felicità per me e per tutti nel tuo Cielo.

E se voglio desiderare la morte, come obbligato passaggio verso la vita senza fine, voglio desiderarla nei momenti più felici e più promettenti: altrimenti il desiderio della morte sarebbe solo una fuga dalle strettoie di questa vita e non un colpo d’ala verso una vita più viva!

E insegnami cosa rispondere agli amici perplessi, quando ti scongiuro di liberarmi dalla morte improvvisa, come dicevano le antiche litanie, e ti domando di non venirmi a prendere nel sonno.

Così mi permetteresti sì di andarmene senza soffrire e senza far soffrire, ma derubandomi di quei giorni, quelle settimane, quei mesi così preziosi e insostituibili per prepararmi, nella morte, all’incontro più importante della vita!

E non mi fermi neppure la frequente risposta di chi mi fa notare che perdo tempo a pensare cosa sia meglio desiderare, perché intanto solo Tu sai quando il filo del mio gomitolo verrà reciso.

A te infatti, Signore, non interessa tanto quello che sono ma soprattutto quello che desidero essere: per te è il cuore che conta!

Vivo con ben giustificata paura il pensiero della mia morte, per un cieco, istintivo istinto di conservazione e per lo sgomento di fronte a quell’ignoto dal quale nessuno è mai tornato indietro.

Ma concedimi, Signore, che la speciale curiosità di poter finalmente vedere con i miei occhi se e cosa o Chi c’è “di là”, mi spinge a vincere ogni paura, trasformandola talora in impaziente attesa.

Se esiste, anzi, se è già iniziata la vita eterna, cosa vale il microscopico segmento di questa vita a confronto della semiretta senza fine, se non proprio per qui iniziare e di là proseguire una linea sempre più luminosa?

Quale mai domanda posso avvertire più assillante e più frequente della domanda sulla vita oltre la morte?

E se in punto di morte, riecheggiando Pascal, mi accorgessi che “dopo” non c’è nulla e che questa vita era soltanto un chimico e feroce trabocchetto di un Destino senza volto che mi assetava di un’acqua che non esiste?

Allora userei l’ultimo attimo di vita per ridere in faccia alla vita, soddisfatto di averle attribuito, a lei e a me, un valore che non meritavamo!

Ma io lo so, Signore, e te ne ringrazio, che io non potrei vivere con entusiasmo questa vita se tu non avessi vinto la morte per sempre!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 2:49 pm

  • Rom.8,9: “Con l’aiuto dello Spirito mortificate le opere della carne”
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Che parola strana, rara, e perfino apparentemente ridicola questa che ci offre oggi il tuo Paolo far morire, cioè “mortificazione”!

Chi trova il coraggio di pronunziarla ancora dopo secoli in cui, effettivamente, assieme alla pratica cristiana e lucida della mortificazione, si erano mescolati, al dire degli storici, tenebrosi istinti di masochismo, disprezzo del corpo e volontà di potere da parte delle autorità: “flagellatevi voi stessi, così sarete già abituati alle mie vessazioni!”.

Eppure è una parola che ricorre spesso nel tuo Vangelo e ancor più spesso sulle labbra dei veri Santi.

Donaci, Signore, sguardo sereno verso le esigenze del nostro corpo, insegnandoci tuttavia a non diventarne schiavi docili e obbedienti come l’andazzo comune ci impone.

Insegnaci a mangiare per il gusto di condividere, a bere esultando perché accanto alla sete esiste l’acqua che disseta, a dormire per poter servire, ad andare in bagno cogliendo serenamente il nostro limite, ad abbracciare per consegnarsi più che per afferrare, a curare la nostra pulizia e decoro per un senso di ordine interiore più che per l’immagine.

Ma insegnaci altresì il gusto della fatica per amore: il gusto di una camminata in montagna, il gusto di una posizione a schiena eretta nel sederci, il gusto del lavoro fisico, il gusto della rudezza nel mio abbigliamento.

Insegnami financo a mortificare questo mio corpo per renderlo docile e pacificato strumento del mio spirito: nel digiuno volontario, nella moderazione del riscaldamento, nel risveglio mattutino, nell’astinenza temporanea dagli abbracci, nella povertà del mio cibo, condiviso con il Povero.

Dammi sguardo terrorizzato, compassionevole ed orante verso queste nuove generazioni senza midollo spinale, accasciate sulla poltrona, succhiatori di innumerevoli golose sciocchezze, travolti dalla libidine sessuale, ingordi di ogni comodità, sordi alla folla innumerevole dei Poveri che bussa silenziosa alla nostra porta.

Equilibra in me stesso la lotta feroce e fedele alle mie debolezze della pigrizia, della gola, dell’ambizione, del sesso selvaggio, del potere, del denaro, del possesso..... insieme alla pacata certezza che io non basto a lottare contro me stesso, se il tuo Spirito, Signore, che alita in me non farà morire dal di dentro “le opere della carne” per farmi vivere figlio di Dio.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 2:53 pm

  • Sir.42,5: “Non ti vergognare di correggere i tuoi figli”
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Insegnami a guardarmi intorno, Signore Gesù: questo mondo in frenetica corsa verso il confort, verso la cosiddetta libertà, verso ogni comodità, sembra accogliere solo chi permette, e rifiutare chi proibisce, quand’anche proibisse la propria autodistruzione.

Mi sento considerato, Signore, in quanto cristiano, come “l’uomo del no”: anche i dieci comandamenti sono soprattutto negazioni; ma anche i segnali stradali sono soprattutto divieti, e servono per arrivare vivi a casa!

Insegnami a guardare con affettuosa compassione questi giovani ai quali è permesso tutto quello che gli anziani neppure si sognavano di chiedere ai loro Genitori: il mondo del “presto e subito” diventa un frenetico “usa e getta”, anche di se stessi.

Ma tienimi per mano anche nel guardare i Maestri e gli Adulti attorno a questi giovani, che vogliono spacciarsi per giovani essi pure tutto approvando e tutto concedendo: verranno presto abbandonati; dopo che i giovani si saranno serviti di tutta quella libertà che si vantavano di aver loro concesso.

Insegna ai Genitori anzitutto l’arte di pronunziare meno no possibile, concedendo fino a un passo dal rischio, partecipando alle follie dei figli, per essere poi capaci di pronunziare, accanto e non sopra di loro, alcuni no irreversibili: i figli impareranno a distinguere tra i paracarri e la voragine sottostante.

Suggerisci agli Insegnanti, ai Genitori, ai Catechisti, ai Preti, l’arte di indicare la strada senza agitare il fantasma della punizione o lo scettro del potere, mostrando invece se stessi entusiasti e felici della via che stanno indicando.

Guida, Signore, la tua Chiesa, anzitutto sulle vie della compagnia sincera e solidale con gli uomini e le donne del nostro tempo, dentro, né da fuori, né da sopra dei loro conflitti e dei loro drammi, per poter poi benevolmente quanto appassionatamente additare la via della Croce, via alla Vita.

Insegnami, Signore, l’arte dell’abbraccio: potrò domandare rigore soltanto a chi avrò prima appassionatamente abbracciato. E sarà credibile soltanto l’abbraccio di chi avrà saputo essere con me, per il mio bene, rigoroso. Come Te!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 2:53 pm

  • Col.3,5: “Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra”
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Non posso credere, Signore, che millenni di storia, cristiana ed orientale, in cui il digiuno e la penitenza sono stati ampiamente praticati, costituissero soltanto un fatto clinico.

Voglio credere che il digiuno che tu stesso, Signore, hai praticato, aiutasse l’”anima” a riappropriarsi del corpo: ravviva anche in me l’ambizione di pienamente, pacificante, possedermi.

Aiutami a credere in questa logica misteriosa del Corpo Mistico per cui il bene e il male di tutti circolano nelle vene dell’anima di tutti, al punto che la penitenza di quell’eremita che mai conoscerò, sconta invece i miei peccati di lussuria più nascosti nelle pieghe della mia fantasia: solo in cielo io saprò, e lui saprà, e ci abbracceremo.

Disponi, Signore, in armonia, il nostro cibo e il nostro digiuno. Donaci palato libero dai gusti, dalle preferenze, dalle debolezze, dalle golosità del nostro cibo.

Insegnaci a cominciare dal dominio rigoroso della nostra gola al dominio sereno e inesorabile del nostro cuore. Aiutaci ad apprezzare sempre di più la mano amica, fraterna, affettuosa di chi ci porge il piatto, più che il piatto e il suo contenuto.

Educa i nostri gusti, così che sappiamo domandare spontaneamente alla nostra pancia la virtù robusta del digiuno fisico, volontario, come condivisione di cuore e restituzione di portafoglio, a chi fa digiuno involontario tutto l’anno.

Donaci Amici veri che ci accolgono alla loro tavola con una mensa semplice o perfino povera, dimostrandoci così di saperci dar da mangiare, con il frigo vuoto, attingendo al loro cuore pieno.

Donami la gioia di un cuore più pieno anche attraverso una pancia più vuota!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 2:56 pm

  • Sir.50,18: “Il canto è addolcito da una musica melodiosa”
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Fammi attento, Signore, al mondo luccicante e fascinoso della canzone, scoprendo tra una nota e l’altra del rigo musicale i tesori di bellezza e le insidie mortali che vi sono trascritte con inchiostro invisibile ma inesorabile.

Fammi attento a questo fenomeno strano del canto, con cui dai tempi delle caverne, hanno usato l’urlo e la melodia per allungare e modulare le stesse cinque vocali degli innumerevoli alfabeti: dicendo con il canto quello che il cuore non riusciva a dire con la parola parlata.

Ma impensieriscimi, Signore, quando appunto il denaro stringe nel suo abbraccio mortale quest’espressione musicale del canto, nato libero dai cuori più vivi, imbalsamato dal concorso dei festival, monetizzato dalle classifiche delle case discografiche.

Insegnami ad apprezzare quelle melodie che nascono dal cuore profondo dell’uomo e della donna “interi”, maturi, generosi, entusiasti, armonici, allontanandomi invece da quei suoni che traboccano da cuori “malati”, istintivi, maliziosi, ripiegati, ingordi, depressi, rabbiosi, accecati, accecanti.

Fammi trasalire davanti alle più belle canzoni d’amore, quest’urlo del cuore dell’uomo e della donna che si scoprono da Te inventati l’uno per l’altra.

Ma fammi parimenti trasalire nell’accorgermi di come quasi nessuno voglia dare voce e canto alle labbra del Malato, dell’Anziano, del Povero, sempre dimenticati, come spazzatura da nascondere sotto il tappeto dell’apparenza.

Donami una voce attenta, profonda, calda, interiore, esultante, libera, disinvolta, vellutata, trasparente, modesta, luminosa, per tentare di tradurre senza tradire i miei sentimenti più belli e più feriti.

Fammi gustare la musica vivace, guizzante, piacevole, argentina, disinvolta, ma liberami dal laccio della musica rumore che vorrei ascoltare per non ascoltare più ne me stesso né i fratelli.

Fammi attento al gusto di cantare insieme agli altri affinché, sintonizzando le voci, si accordino i cuori.

Fammi gustare tanto la musica da condurmi fin sugli incantati prati del silenzio, in ascolto trepidante della musica del mio cuore!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun lug 31, 2006 2:57 pm

  • Lc.9,48: “Chi è più piccolo tra voi, è davvero grande”
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Signore! Dona anche a me la voglia matta di vedere come chi viene correndo entusiasta incontro a me, poi, raggiuntomi, allunga il passo verso di Te, e mi dimentica!

Concedi a chi amo che invece di incontrare e ricordare me, incontrino voglia di bene, voglia di giustizia, voglia di povertà, voglia di affratellamento, voglia di ascolto profondo, voglia di perdono.

Insegnami la gioia di sentire dentro di me prepotente la voglia di annunziarti, assieme alla voglia ugualmente prepotente di scomparire appena ti ho annunziato, per sentirmi tranquillo che chi mi incontra abbia incontrato te, che non deludi, e non me, sempre in pericolo di deludere!

Vorrei essere come il libro sul quale chi mi incontra possa leggere il tuo messaggio per lui, scritto dalle tue dita, dimenticando la carta bianca della mia persona, la carta bianca che tutti vedono e nessuno guarda!

Concedimi di dimostrare a me stesso, agli altri e a te, che è il tuo Regno e non il mio apprezzamento che mi interessa, proprio dimostrando la gioia di scomparire, perché, come dice il Battista, tu cresca e io diminuisca!

Fammi appassionatamente ricordare di quelle persone che desiderano soprattutto essere dimenticate.

Dammi il fascino dell’ultimo posto perché mi accorgo di meritarlo, quando fisso il sogno che di me hai nel tuo cuore!

Incantami dell’ultimo posto perché lì si è meno ammirati ma più amati.

Perché lì è il posto dove nascono rapporti più veri.

Perché è bello sentirsi dimenticati dalla gente e ricordati da te, il Qualcuno più “qualcuno” per me.

Perché all’ultimo posto trovo gli Ultimi tuoi prediletti! Perché è il posto che hai scelto tu.

Perché ci trovo Te!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 2:42 pm

  • Sal.106,23: “Coloro che solcano il mare vedono nella sua profondità i prodigi del Signore”
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Ti vorrei vicino, Signore, al mondo così particolare dei naviganti, questo popolo di sradicati, chiamati alla fedeltà alla famiglia senza il conforto della vicinanza: dona ad essi il conforto del ricordo e dell’attesa delle proprie case a custodia dei loro cuori.

Volgi lo sguardo, Signore, a questo popolo di cosmopoliti, abituati a fare del mondo la loro casa: aiutali a non viaggiare per solo denaro o per sola curiosità, ma per tessere vincoli fraterni fra tutti i popoli e razze che incontrano.

Salva il navigante dalla sua più tipica insidia, più pericolosa ancora degli squallidi amori vaganti nelle soste: il pericolo di uno sguardo scettico e disincantato. Incontrando usi, costumi, religioni più diversi, non debbano concludere che tutto è uguale, che la verità non esiste e che Gesù è il nome di una fantasia come tante altre.

Rendi consapevoli i nostri naviganti del gesto del timone; della necessità di dare sempre una direzione alla nave, e alla nave della propria vita, senza lasciarsi andare alla deriva delle correnti, verso maliardi banchi di sabbia.

Aguzza Tu, Signore, il tuo sguardo verso il mondo scintillante del mare di moda: la crociera. Insegna a chi ci viaggia, ad usarne il sano riposo, senza cedere al miraggio di un mondo scintillante, festaiolo, artificiale, godereccio, libertino, spendaccione, superficiale, stravaccato, ridanciano, e spesso vuoto.

Tocca il cuore e il portafoglio, Signore, di questi naviganti e croceristi, per accorgersi che il mondo sfavillante ed esotico dell’apparenza è sostenuto spesso da marinai e personale del terzo mondo sottopagato, lavoratori a ritmo battente per il nostro sollazzo.

Allunga uno sguardo, Signore, sulle onde delle nostre spiagge, dove mare e sole guariscono il corpo dalle ferite di una vita convulsa; suggerisci Tu ai bagnanti il gesto di svestirsi né come sciocca e baldanzosa esultanza di potersi mostrare in passerella né come ansioso patema di sfigurare fisicamente: sia un gesto di serena libertà.

Ricordami, immergendomi in mare, dei milioni di morti che giacciono tra le sue onde, in un silenzioso cosmico abbraccio, anticipo del tuo definitivo universale abbraccio là dove tra “cieli nuovi e terre nuove”, il mare non ci sarà più.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 2:44 pm

  • Mt.5,44: “Amate i vostri nemici!”
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Signore Gesù: convincimi che non devo obbedirti quando mi comandi di amare, e di amare il nemico!

Convincimi piuttosto ad ascoltarTi quando mi dici che l’amore del nemico, se pur difficile, è infinitamente più bello della vendetta, del giudizio, della rivalsa, del disprezzo, dell’irritazione e perfino della dimenticanza di lui.

Insegnami a ricordare uno per uno i miei tradimenti verso di Te per trovare la gioia di copiarTi, perdonando uno per uno i tradimenti degli altri verso di me!

Concedimi il santo timor di Dio, la paura folle di non vedere un giorno da Te perdonati i miei peccati se io oggi indulgo al giudizio dell’altro, al disprezzo dell’altro, all’insinuazione sull’altro, allo scrollamento del capo davanti all’altro, alla ripicca davanti all’altro, al godimento di vedere l’altro giudicato o fallito o abbandonato, allo spazientirmi davanti alla pigrizia dell’altro, al disprezzo per la vigliaccheria dell’altro, alla condanna per la menzogna dell’altro, all’ignoramento dell’altro, alla rivalsa sull’altro, alla gelosia verso l’altro, all’invidia dell’altro, al desiderio di non incontrare l’altro, allo scoraggiamento davanti alle delusioni dell’altro, al giudizio sulle intenzioni dell’altro, all’odio dell’altro, o, peggio ancora, all’indifferenza per l’altro!

Insegnami, Signore, a gioire delle giuste gioie del mio nemico come e più delle mie!

Insegnami a considerare e perciò amare come nemici, non solo chi mi ferisce o mi tradisce, ma anche chi non la pensa come me, chi mi giudica e mi scarta, chi mi ignora, chi mi abbandona, tentando di andare incontro ad essi anche e soprattutto quando ho la certezza che loro non verranno incontro a me.

Donami di soffrire per il mio nemico, nel pensiero di chissà quanto male avrà fatto alla sua mano, al suo cuore, lo schiaffo che lui ha sbattuto sulla mia guancia!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 2:50 pm

  • Qo.7,9: “Non lasciarti irritare troppo facilmente”
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Quante volte, Signore, mi sono detto e ho detto agli altri, che io non ho nemici. Ma era una battuta superficiale. Perdonami.

Effettivamente ci sono persone che potrei chiamare “nemici innocenti” perché non mi hanno fatto davvero nulla di male, ma sono io che li vivo male, quasi come se fossero nemici.

Aiutami, Signore, a riconoscermi forse in uno di questi dialoghi mentali che posso rivisitare percorrendo il mio vissuto.

Il diverso: perché mi rispondi così, perché non mi rispondi...? Ti accolgo diverso... mi lascio interrogare.

Il sofferente: non complicarmi la vita... mi lascio attraversare dalla lama del tuo dolore.

Il dissenziente: ma come fai a non capire? Voglio capire io!

L’imprevisto: avevo programmato tutto... mi lascio rinnovare dalla tua sorpresa.

Il fortunato: mi irrita vedermi sorpassare... decido di essere contento della tua gioia.

Il deludente: mi sento derubato nelle aspettative che avevo su di te... decido di sperare in te anche adesso che non me ne dai più motivo.

Il generoso: metti in crisi la mia tranquillità... mi piaccio più sconvolto dal tuo esempio che seduto sulla mia panchina.

L’indipendente: ma perché tu puoi vivere adesso senza di me? Ti amo libero dal mio amore.

Il povero: mi fai sentire ladro... accetto di riconoscermi ladro.

L’indifferente: perché non ti accorgi che esisto anch’io? Soffro non perché io sono ignorato da te ma perché tu ignori qualcuno.

Il convinto: la tua sicurezza accusa la mia perplessità... mi lascio incantare dalla tua sicurezza.

L’amato: mi turba avere bisogno di te... mi piace dipendere dal tuo amore, anche quando tu me lo neghi.

Io! Non mi accetto. Tu, Signore, mi ami immensamente. Comincerò anch’io ad amarmi perché Tu mi assicuri che sono amabile.

L’incontro con il nemico innocente può essere considerato un incidente.

Ma nella fede quell’incontro non è un caso.

È un appuntamento, scritto dalla tua mano sulla agenda segreta del mio cuore.

Un appuntamento con la mia crescita.

Un appuntamento d’amore. E amore fa rima con dolore!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 2:57 pm

  • Lc.21,17: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”
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Non posso e non voglio, Signore Gesù, andare d’accordo con tutti, perché tu non sei andato d’accordo con tutti ma neppure con nessuno!

Signore Gesù, tu che hai detto “vi perseguiteranno a causa del mio nome”, donaci di vivere lo spavento di una vita tranquilla senza nemici e senza conflitti.

Aguzzami lo sguardo così da non scambiare per santa persecuzione le tensioni e le antipatie che suscito io con la mia durezza, con la mia gelosia, con la mia arroganza, con il mio nervosismo, con il mio sguardo tagliente, con la mia ambizione, con la mia ansia!

Ma donami invece di verificare il mio cammino evangelico anche con il dispetto che la mia dolcezza potrebbe suscitare nell’irascibile; col disprezzo che la mia cristallina dirittura potrebbe suscitare nel faccendiere; con la compassione che il mio tentativo di credere in Te, nell’Amore e nel domani migliore per tutti potrebbe suscitare in chi crede solo in quello che vede, tocca, prende.

Con la derisione che la tenerezza rispettosa di una mia carezza potrebbe suscitare in chi crede che “ogni lasciata è persa”, con l’incomprensione che la gioia del mio perdono potrebbe suscitare in chi vede il perdono come debolezza, con lo sbigottimento che il mio tentativo di bruciare tempo davanti a te nella preghiera notturna potrebbe suscitare negli appassionati del rendimento.

Dona Signore anche a me gli stessi nemici che tu hai voluto per Te.

E quando io potessi ricevere il dono santo della persecuzione, aggiungimi di imitarti nella compassione, nel perdono e nell’Amore per i miei Persecutori!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 3:00 pm

  • Gv.20,16: Gesù le disse “Maria!”
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Lo spavento esultante di Maria sboccia solo all’ascolto della Tua voce che la chiama per nome: una voce ascoltata con il cuore più che una figura lucidamente intravista con gli occhi della testa.

Davvero “l’essenziale è invisibile agli occhi!” “L’essenziale è visibile solo al cuore!”

Insegna anche a me a scrutare i fratelli così da intravedere quella scintilla di speranza che nascondono sotto la cenere del loro cuore!

Insegnami a sentirmi amato da Te così da intravedere in me stesso quella scintilla di Speranza dall’alto, che ogni nostra terrestre scintilla non diventi cenere per sempre!

Grazie Signore, per questa donna che, appena ascoltato riecheggiare in cuore il proprio nome, come quando io ascolto le labbra di chi mi sa baciare l’anima, fiorisce dal pianto sorpresa e fede!

Salva anche me, Signore, da una fede tranquilla, dalla caricatura della fede. Donami uno stupore, un’esultanza ed uno spavento degni della imprevedibilità del tuo dono!

Dona anche a me, Signore, come a questa donna tua amica, il bisogno forte di trattenerti, di prolungare quei rari, luminosi momenti di contatto in cui Tu mi mostri radioso e svelato il Tuo volto, come vorrei trattenere l’abbraccio di un Amico vero.

Donami, Signore, come a questa donna innamorata, di obbedire con fatica ed esultanza al comando di non trattenerti per me, per correre ad annunziare ai fratelli la sorpresa di una Speranza che non avremmo mai osato sperare!

Incendiami al punto ch’io non possa non gridare, ch’io non possa non gridarti!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 3:01 pm

  • Sap.7,15: “Mi conceda Dio di pensare in modo degno”
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Se ci guardiamo intorno vediamo che già saremmo fortunati se i nostri compagni di viaggio in quest’avventura che è la vita avessero rifiutato Dio, se l’avessero guardato in faccia e avessero concluso che è una favola.

Sarebbero degli atei e già sarebbe tanto trovarsi davanti a uomini che, decidendo che l’invisibile non esiste, si fossero impegnati per l’uomo, per la giustizia, per la fraternità senza pensare a Dio, senza domandarsi da dove veniamo e soprattutto convinti che la morte è l’ultima pagina della vita!

Con i nostri fratelli atei possiamo fare un bel pezzo di strada nella lotta per un domani migliore, un domani per i nostri figli e nipoti, un domani che magari qui in terra potremo non vedere.

Ma la sventura non sono gli atei, i non credenti: con una parola forte che sfiora l’offesa, questa folla di non credenti che abita nei nostri palazzi dovremmo chiamarli non pensanti!

Essi non hanno rifiutato Dio ma semplicemente non ci pensano.

E purtroppo sembrano non pensare neppure all’uomo, sembrano vivere, imbambolati dalla TV, come se neppure l’uomo importasse, con tutti i drammi delle guerre nel mondo, con le folle di bambini abbandonati, con le gare automobilistiche ora sostituite dalle gare con l’aereo nei cieli d’America, con i continenti che muoiono di sete mentre noi apriamo spensieratamente le docce, con i fiumi di lacrime di famiglie spezzate e anziani abbandonati alla solitudine.

Il nuovo modo, insomma, di non credere in Dio è pertanto quello di non credere neppure più nell’uomo, vivendo senza pensare né a Dio né all’uomo: i pochi non credenti di una volta si sono trasformati nella folla dei non pensanti.

Caro fratello non pensante: non ti disprezzo e non ti condanno: sei vittima di un Sistema più grande di te. Ma non mi arrendo.

Non ti condanno perché anzitutto ti ringrazio: proprio il confronto con te mi fa prendere coscienza del dono prezioso, del regalo senza merito che mi trovo in cuore: la fede.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 3:12 pm

  • Sap.7,15: “Mi conceda Dio di pensare in modo degno”
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Non lo merito eppure io, se pur a fatica, so di essere nato non per caso in una notte d’amore, ma con un progetto, una vocazione, prima che il mondo fosse.

So di non vivere sbattuto nell’immensità di uno spazio solitario ma vivo accompagnato da una mano invisibile, so che l’amore non è una reazione chimica del mio cervello, ma è il senso della vita e dell’universo.

So che la battaglia per un mondo più giusto è difficile, dura e spesso perdente, ma tu Signore, hai promesso di essere sempre con noi, per trarre il bene dal male fino a che, dice il Vangelo, le tenebre saranno sconfitte e abiteremo cieli nuovi e terre nuove.

Io so che le persone che amo, incontrate nel mio cammino, dai genitori ai figli, non le ho trovate a caso per strada, ma erano un tuo dono.

Tu, fratello non pensante, hai deciso soprattutto di non pensare alla morte, nascondendola dietro il paravento della giovinezza o scongiurandola con i soldi che hai accumulato.

Anch’io ne ho paura, perché nessuno è mai tornato con un servizio televisivo sull’al di là, ma la scintilla di fede che porto in cuore mi dice che ci dev’essere un posto dove venga finalmente fatta giustizia per il vicino di sopra abbandonato nel suo letto puzzolente come per i 1000 e 1000 popoli sterminati lungo la storia.

Tu, fratello non pensante, mi rispondi che senza pensare né a Dio, né agli uomini, si vive più tranquilli. Ma anche un sasso è tranquillissimo.

Tu, fratello non pensante, mi dici che i figli bisogna lasciarli educare dalla TV, imparando a riempirsi le mani di cose.

Lasciami educare mio figlio a riempirsi il cuore di felicità.

Lasciami combattere la mia battaglia per l’uomo in nome di Dio, foss’anche come don Chisciotte contro i mulini a vento, ma lasciami i sogni, perché cosa più dei sogni conta nella vita?

Grazie fratello non pensante: farò di tutto perché tu pensi, creda e lotti.

Ma già fin d’oggi la tua nebbia, purtroppo, ha illuminato il sole della mia vita.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 3:15 pm

  • 1Gv.4,16: “Abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi”
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Caro fratello ateo, mi rivolgo a te, tu che vivi onestamente e forse anche generosamente, ma credi di essere nato per caso, credi che noi viviamo soli e abbandonati nell’immensità dello spazio, e credi che la vita sia una breve, fulminea corsa verso la vecchiaia e la morte: cogli l’attimo fuggente.

Lasciami dire che ti voglio proprio un sacco di bene e forse anche ti ammiro, perché vivi solo e audace come io non saprei fare.

Lasciami dire che anch’io, in fondo alla mia fede, scopro un frammento di sospetto: che tutto sia a caso e che la vita sia uno scherzo terribile di un destino cieco, che ci attira col sogno di una felicità che non esiste.

Vorrei anche però invitarti a non essere così sicuro che non ci sia niente, così come io non posso avere le prove scientifiche che ci sia qualcosa!

Talvolta mi sento addirittura in imbarazzo davanti a te: perché io mi trovo in cuore il dono prezioso della fede e tu no, che sei magari migliore di me!

Ti domando il favore di non deridere né compatire la mia fede, questa fede che mi fa sentire come nudo e ferito ma abbracciato dal mio Dio: non deridere questo mio abbraccio.

Permettimi di dirti che se tu ti senti nato per caso io sento di essere stato aspettato da Qualcuno, ancor prima che dai miei genitori.

Se tu pensi che la tua storia e la storia del mondo siano soltanto una serie di combinazioni, come i numeri del lotto, io sento invece che la mia e nostra storia è guidata da una Mano che sa trarre il bene anche dal male.

Se tu ti sei rassegnato al fatto che si nasce per morire, io sento che tutta la sete di felicità del mio cuore, qui mai dissetata, deve incontrare un giardino, nel cielo di Dio, dove zampilla la fonte della felicità senza fine. Vorrei che tu ti ribellassi con me contro la morte.

Se ti basta stare tranquillo in casa con la tua famiglia, dove vi volete tanto bene e, per adesso, tutto va bene, deve esistere nel Cielo di Dio una città dove trovano casa e famiglia tutti coloro che casa e famiglia non l’ebbero mai, quelli ai quali tento di dare casa e famiglia io fin d’oggi.

Vorrei che guardassimo insieme un fiore o una stella, e ascoltassimo battere il nostro cuore: forse sentiremmo che l’essenziale è invisibile agli occhi, e l’Invisibile esiste.

Vorrei domandarti perdono per queste folle di noi credenti che diciamo di credere in Dio e ci comportiamo pigri e disonesti, avidi di denaro, di immagine e di sesso, come se Dio non ci vedesse: ti diamo scandalo; perdonaci!

Ma se poi fratello ateo, tu spendi la vita onestamente, generosamente, disinteressatamente, per un mondo più bello e più fraterno, se credi nell’Amore più che nel denaro e nella salute, allora potrò dirti che a tuo modo sei credente anche tu perché, dice la Bibbia, Dio è Amore e chi crede davvero nell’Amore crede in Dio!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 3:46 pm

  • Gv.1,11: “I suoi non l’accolsero”
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Vorrei scriverti una lettera d’amore, caro fratello incredulo, per svelarti i sentimenti che palpitano per te nel mio povero cuore.

Mi sento in difficoltà come un sano che va a visitare un malato: la fede è la mia salute. Perché tu no?

Ti sono molto vicino, perché la mia fede convive nel mio cuore con il sospetto: altrimenti sarebbe superficiale, scontata.

Ti sono riconoscente, perché la tua incredulità mi costringe a meravigliarmi e ringraziare, per la mia fede.

Tuttavia ti domando rispetto per la mia fede: un po’ come ti domando il pudore per il mio corpo; è infatti una parte di me più intima della mia carne.

Ma penso che dovresti desiderare di spogliarmi l’anima per spiare l’oggetto misterioso della fede, se vuoi conoscere davvero me. Un po’ come la sposa che vuol rivelare il suo corpo allo sposo.

Sarei contento se tu provassi davvero il sentimento della paura davanti alla vita: la fede certo nasce dalla paura. Ma la paura è salute. La sicurezza malattia, davanti al mistero grande della vita.

Vorrei invitarti alla ribellione davanti alla morte. Vorrei invitarti a ricordare senza vergogna il presepio e le preghiere che ti insegnava la nonna: non c’era forse nascosta, sotto il velo della favola, la chiave del mistero della vita?

Vorrei invitarti a guardare un fiore e una stella a occhi chiusi, ed anche il mio sorriso, per sperimentare che l’essenziale è invisibile agli occhi.

Vorrei inginocchiarmi con te davanti a un bambino appena nato malato inguaribile per stringere insieme una puntura di veleno mortale e domandarci perché no.

Vorrei domandarti perdono per le mani e soprattutto per il volto dei credenti. Gandhi, dopo aver letto il Vangelo, voleva diventare cristiano. Ma rinunziò guardando il volto dei cristiani: troppo raramente li scoprì felici.

Vorrei incontrare con te qualche persona davvero amica del Signore, un missionario sepolto nelle favelas, una mamma che cura con gioia il figlio malato che non la può conoscere, vorrei fissare con te i nostri occhi negli occhi di S. Francesco o di frer Roger, di Madre Teresa, di Charles de Foucauld, per scrutare se nei loro sguardi visibili scopriamo la traccia dell’invisibile.

Vorrei non offenderti rivelandoti, che, se credi nell’Amore gratuito più che nel denaro e nella salute, forse allora sei credente anche tu, forse più di me!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 04, 2006 3:47 pm

  • Mt.10,22: “Sarete odiati da tutti per il mio nome”
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Grazie perché me lo hai detto prima.

Grazie perché mi hai invitato a non preparare la mia legittima difesa. A non pensare neppure che cosa avrei potuto dire per difendermi.

Grazie, Signore Gesù, per il coraggio che hai avuto di rivolgerci l’invito così impossibile!

Ci hai chiesto di muoverci disarmati, senz’armi, senza potere, senza protezione di amicizie, senza potenziale psichico deterrente, senza prestigio intimidatorio, senza gli strumenti affilati della cultura... proprio così come Tu ti sei presentato a noi.

Incantami di quelli che si muovono serenamente, disarmati di tutto, tranne che della fortificazione interiore che regali a chi si crede preso per mano dalla Tua mano!

Fammi capire di testa e sentire di cuore come violenza chiami violenza, in una spirale senza fine. Così nelle tensioni internazionali, come sul lavoro, nel condominio, e in casa mia!

Donami, Signore, di credere nel valore indimostrabile di una difesa non violenta, fors’anche unilaterale, nella mia vita!

Insegnami, Signore, a vedere tutto, ma a fissare soltanto la luce: non permettermi di sporcare i miei occhi inseguendo rimasugli luridi e puzzolenti, cogliendo solo le viole, che da quel concime certamente sono spuntate!

Donami, Signore, uno sguardo penetrante, misericordioso, e innamorato come il Tuo! Donami di incantarmi soltanto degli occhi che assomigliano ai tuoi!

Preparami a vivere come dono prezioso e pesante la tua Parola profezia di incomprensioni e tensioni in famiglia, quando aprirò porta, cuore e portafoglio al Disperato, quando perdonerò l’amante del coniuge, quando domanderò alla Nonna buon’anima se possiamo comprarci un altro bambino.

Salvami dal pericolo di non conoscere persecuzione per il solo fatto che non ne sono degno!
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 11, 2006 10:14 am

  • Mt 13,55: "Non è forse Lui figlio di un carpentiere"?
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Signore Gesù! Tu non sei stato accolto da chi si aspettava un Dio "festivo", sfolgorante sulle nubi, un Dio giustiziere immediato per le folle di Impoveriti di questo mondo: insegnaci a riconoscerti presente nelle circostanze e nelle persone "feriali" della nostra vita!

Signore Iddio, tu potresti d'un guizzo metterci in ginocchio davanti allo splendore della tua Onnipotenza, come facesti con i tre apostoli prediletti sul monte della Trasfigurazione.

Grazie perché ti presenti invece a noi nelle vesti dimesse del nostro vivere quotidiano per non invadere con il miracolo la nostra vita di tutti i giorni. Tu vuoi essere cercato con umiltà nelle circostanze più comuni.

Tu ci insegni che il pericolo più tragico della nostra vita non è né la droga, né le corna, né la disoccupazione, e neppure la malattia.

Spaventaci del pericolo più grave: una vita superficiale, qualunque, piatta, subita, solito tran tran, "tiriamo avanti" trascinando i piedi, dal letto della mattina al letto della sera, e tutto il resto dentro come al solito.

Salvaci da una vita "comune": facci avvertire l'odore acre della mediocrità prima che il suo gas ci avveleni del tutto senza accorgercene!

Tu non ci domandi fatti eccezionali ogni giorno della nostra vita, ma cuore eccezionale nelle cose più comuni di ogni giorno, vissute in consapevole impegno, in luminoso entusiasmo, ogni gesto un gesto d'amore!

Grazie perché mi hai insegnato a scoprire nei "profeti" di ogni giorno, in tante persone "comuni", la traccia eccezionale del tuo passaggio!

Grazie perché mi hai insegnato a scoprire guizzi eccezionali nelle persone "grigie" sempre: il guizzo della gratuità nel papà "qualunque" che cambia il suo bambino riconoscendoti in lui, Gesù Bambino, il guizzo dell'illuminazione in quell'anziano illetterato "qualunque" che mi guarda pacatamente negli occhi ed io me ne sento illuminato dentro, il guizzo dell'eroismo in quella sposa "qualunque" che cura e abbraccia lo sposo colpito dal male inguaribile, con la speranza che quella malattia non finisca mai, il guizzo del candore in quella meravigliosa ragazza "qualunque" che si accorge solo di chi la fissa negli occhi, il guizzo della fede in quel giovane "qualunque" che abbraccia il suo amore sotto i tuoi occhi.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 11, 2006 10:17 am

  • Lc 7,32: "Abbiamo suonato il flauto e non avete ballato!"
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Smaschera, Signore, la mia diffidenza verso la novità scoprendo come la mia contestazione del nuovo nasconda assai spesso la comodità delle posizioni acquisite!

Ricordami che nell'incontro del nuovo, ci sei Tu stesso a parlarmi e a provocarmi verso orizzonti ogni giorno più ampi.

Fammi fiducioso e ottimista in questo mondo di sospettosi e di smorfiosi rassegnati.

Concedimi, Signore, il gusto della novità che mi ringiovanisce, nell'incontro con Te "che fai sempre nuove tutte le cose"!

Insegnami ad incontrare ogni novità, certo con la saggezza di chi non si lascia cancellare il tesoro dell'esperienza, ma più ancora con la simpatia innata di chi guarda con perseverante speranza il domani: il mio cuore abita l'avvenire!

Signore Gesù, Signore delle visite e delle sorprese, lava i miei occhi cisposi nel vederti, stappa le mie orecchie sordastre nel sentirti, risveglia la mia mente sonnacchiosa nello scorgerti, aguzza la mia intuizione, per scoprirti ammiccante, nuovo, sorpresa, scintille di luce nel grigiastro di sempre!

Donami di scoprire la tua visita sempre nuova nelle singole persone di ogni giorno, in famiglia, sul lavoro, tra gli amici, mai accostati come film già visti ma credendo che ogni giorno io posso leggere o scrivere un frase nuova sulle pagine del loro cuore di sempre!
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 11, 2006 10:18 am

  • At 15,2-15,7: "Fu stabilito che Paolo e Barnaba andassero a Gerusalemme... dopo lunga discussione Pietro si alzò e disse..."
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Fammi attento a tutta la preziosa tradizione della tua Chiesa, ricca di Santi noti e sconosciuti, impegnati nel tentativo di offrire ad ogni svolta della storia quelle risposte che le sfide dei tempi domandavano.

Indirizzami però ancor oggi per scoprire nella tua Chiesa quegli uomini e quelle donne che più di altri vivono con un orecchio attento alle provocazioni di questa società sazia e disperata, gaudente e feroce, scientifica e disumana, libertaria e schiavizzante, sognante e materialista.

Dilata i miei orizzonti mentali e cardiaci per vivere attento all'oggi e qui senza lasciarmi catturare dall'immediato, prigioniero di una logica miope e piccina, abbarbicata alle certezze di ieri come se fossero eterne, allucinata da ogni novità come se novità fosse automaticamente progresso.

Guida il mio sguardo a cogliere all'interno della secolare storia della tua Chiesa, sommerso dai residui di tante franate costruzioni figlie del tempo, il "filo rosso" che disegna la continuità fra la purezza originaria e tutti coloro che hanno cercato nelle origini della tua Chiesa la luce per il suo futuro.

Allontanami da quelli che vogliono imbottigliare l'acqua zampillante vita eterna nelle bottigliette di plastica, trasportabili e utilizzabili a nostro piacimento, magari per spegnere ogni nuovo fuocherello giudicandolo pericoloso come un incendio.

Ma allontanami parimenti dai maniaci di novità, sempre disposti a tutto rinnovare nella tua Chiesa, gettando via, insieme all'acqua sporca nella tinozza, anche il bambino che stavano lavando.

Fammi appassionato e pur libero per cogliere ogni evangelico germoglio pur dentro ogni giardino che io non ho seminato, pur germogliato nella boscaglia di una giungla incolta.

Insegnami a non fuggire sgomento davanti ai conflitti di questo mondo, mescolandomi senza imbarazzo e senza timidezza con tutti coloro che si giocano per un mondo più umano, quand'anche il loro sguardo regalasse occhiate di compassione al tuo Vangelo nelle nostre mani.

Ma salvami altresì dal bisogno impellente di vestire uniformi che ci uniformano tutti fotocopiati fra di noi, divise che ci dividono, appunto, dagli altri, considerati irrimediabilmente lontani, erranti e nemici.

Fammi pagare volentieri di persona il gusto della contemporanea fedeltà all'essenziale originario del tuo Vangelo e al vero essenziale delle moderne speranze.
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