Cenni storici sulla festa della Madonna del Monte
La festa della Madonna del Monte o "Barabbata" è senza dubbio la festa più cara al cuore dei martani, si celebra il 14 maggio.
Le origini della festa si perdono nella notte dei tempi e nella leggenda, ma è possibile rintracciare una mescolanza di elementi sacri e profani che ci riportano ai riti etruschi della fecondità, del ciclo delle stagioni e alle celebrazioni in onore delle dee Maia e Cerere, divinità della primavera, delle primizie, dei raccolti.
Dal punto di vista storico, lasciati da parte eventuali legami con celebrazioni pagane, l'origine della festa può farsi risalire al IX secolo, e propriamente alle processioni che, ad imitazione di quella dell'Assunta, istituita in Roma da Leone IV (847-855), vennero in uso in varie città.
Dai libri dei Verbali Consiliari conservati nell'Archivio Storico di Marta (il Verbale più antico risale al 1555) si desume che nel 1557 si celebrava la Festa, che era fissata il 14 maggio, e nella seduta del 9/5/1557 il Consiglio Comunale rimetteva ai voti dei Consiglieri la proposta "... si vogliano fare la festa secundo il solito".
Tutte le spese erano assunte dalla Comunità e venivano ratificate dal Consiglio Comunale. Il denaro serviva per il pasto che veniva offerto al Clero, ai magistrati, ai soldati, ai bifolchi, ai casenghi, ai pifferi, ai trombetti, ai "violoni" ossia ai musici che rallegravano la Festa.
Il tamburo non mancò mai, anzi, il tamburino era tenuto a stipendio fisso. Tali oneri risultano dai Registri delle Spese della Comunità (Bollettari). Fino al 1608 le categorie che sfilavano nella processione erano solamente quelle che rappresentavano il lavoro dei campi: i Casenghi, i Bifolchi, i Villani.
I Casenghi sono coloro che, fino a qualche decennio indietro, a cavallo, avevano ufficio di sorveglianti delle tenute dei proprietari terrieri; i Bifolchi sono coloro che arano e lavorano la terra con l'aratro trainato dai buoi; i Villani sono coloro che lavorano come agricoltori nelle grandi aziende terriere).
Nel 1608 entrano a far parte del Corteo e del banchetto i Pescatori. Nel 1704 nascono "Le Passate", cioè i tre giri che i partecipanti al Corteo compiono entrando dalla porta della chiesa e uscendo dalla porta del convento, attraversando l'area sacra del Presbiterio, con animali e attrezzi da lavoro.
Intorno al 1820 risale la netta fisionomia delle quattro categorie partecipanti al Corteo: i Casenghi a cavallo, i Bifolchi, i Villani, i Pescatori, ciascuna categoria con un "Signore" che si offriva assumendosi l'impegno della ricompensa per i partecipanti al Corteo. Tale ricompensa era costituita da una ciambella lessata e infornata (bis-cotta) e da offerta di vino.
La festa al giorno d'oggi
L'atmosfera inebriante della festa si comincia a sentire dal giorno precedente, 13 maggio, quando le autorità civili, con il Clero e il popolo, nel pomeriggio salgono in processione al Santuario per la celebrazione dei Vespri. Al termine del rito religioso, il Parroco annuncia i nomi dei "Signori" della festa che hanno il compito di distribuire la tradizionale ciambella ai partecipanti della loro categoria.
All'uscita dal Santuario viene innalzato un globo aerostatico, e altri due vengono innalzati alla sera. La notte tra il 13 e il 14 è tutta dedicata agli ultimi ritocchi e agli addobbi delle "fontane", cioè i carri allegorici che sfileranno nel Corteo. Per tutta la notte, nei luoghi dove è in allestimento un carro, si odono canti e inni alla Madonna.
L'alba del 14 maggio viene salutata dal secolare rullo dei tamburi, dal suono delle campane, da spari di bombe, dal coro dei mietitori che canta inni a Maria.
I partecipanti al Corteo (per tradizione sono soltanto di sesso maschile), si radunano dietro al tamburino e ai Palii delle quattro categorie portati dai rispettivi "Signori" e girano per il paese cantando e inneggiando a Maria e dando così l'annuncio del giorno festivo. Intorno alle 8,30 tutti i partecipanti si radunano sul lungolago e verso le nove, mentre le campane della Collegiata suonano a festa, il Corteo sfila per le vie del paese per raggiungere la chiesa del Monte.
Sfilano dapprima i Casenghi, poi i Bifolchi, i Villani, i Pescatori. Giunti sulla piazza principale si uniscono al Corteo: la Banda Musicale, i Ceri, il Clero, le Autorità Civili con il Gonfalone Municipale, il Popolo. Per tutto il percorso, oltre ai canti alla Madonna, si ode un continuo inneggiare: "Evviva Maria Sia lodato il Santissimo Sacramento. Evviva la Madonna Santissima del Monte. Evviva Gesù e Maria", in un crescendo di gesti rituali, euforia, esplosione gioiosa. I Casenghi, a cavallo, con camicia bianca, pantaloni neri, fascia azzurra alla vita, cappello maremmano, portano cordami e attrezzi da lavoro; i Bifolchi sfilano con aratri a chiodo tirati da vacche maremmane e attrezzi tradizionali (gioghi, cenate, pungoli...); i pastori (sottocategoria dei Bifolchi) vestono con indumenti di pelle di capra, portano le greggi, sfilano con carri a forma di capanna mentre lavorano ricotta e formaggio; i Villani sono divisi in 5 sottocategorie: i Sementerelli (i seminatori), le Vanghe, i Mietitori, i Falciatori, le Fontane. Sono vestiti con tipici costumi da lavoro, portano attrezzi, adorni di fiori e frutta, legati al lavoro dei campi.
Le "Fontane" sono carri allegorici in cui compaiono: l'immagine della Madonna, le primizie del lavoro, la raffigurazione in miniatura dei lavori campestri, sono adorni di fiori e di primizie fuori stagione conservati con antichi metodi segreti. Si chiamano "Fontane" perché spesso sono arricchiti di zampilli d'acqua.
I Pescatori portano abiti da lavoro e sfilano con le barche colme di pesci del lago, con le reti, con carri adorni di pesci e fiori; i Ceri sono due e rappresentano l'offerta delle categorie e della Comunità alla Madonna.
Raggiunta la chiesa viene celebrata la S. Messa cantata e dopo iniziano "Le Passate", cioè i tre giri della Chiesa che ogni categoria compie; al termine dei tre giri rituali ogni partecipante riceve la tradizionale ciambella e lascia sull'altare l'offerta consistente in prodotti della terra, pesci del lago, formaggi e ricotta. Nel passare davanti al sacerdote officiante che siede in presbiterio con una reliquia della Madonna in mano, detta "La Pace", ogni persona si china a baciarla.
Subito dopo, il Corteo si ricompone e torna al paese, raggiungendo la piazza principale attraverso le piccole strade del Centro Storico, mentre dalle finestre delle case una pioggia di fiori di ginestra, di petali di rose, di erbe profumate cade incessantemente sulla folla.
Quando l'ultimo carro è giunto sulla piazza il sacerdote impartisce la benedizione e il corteo si scoglie. Ritornando a casa ogni martano pensa alla Barabbata dell'anno a venire.