AAVV - Pensieri sulla Santissima Eucaristia

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven gen 06, 2006 5:33 pm

  • Cosa poteva fare di più per noi?
La Chiesa ha ricevuto l'eucaristia da Cristo suo Signore non come un dono, pur prezioso, fra tanti altri, ma come il dono per eccellenza, perché dono di se stesso, della sua persona nella sua santa umanità, nonché della sua opera di salvezza. Questa non rimane confinata nel passato, giacché «tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa dell'eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi». Quando la Chiesa celebra l'eucaristia, memoriale della morte e risurrezione del suo Signore, questo evento centrale di salvezza è reso realmente presente e «si effettua l'opera della nostra redenzione».

Questo sacrificio è talmente decisivo per la salvezza del genere umano che Gesù Cristo l'ha compiuto ed è tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato il mezzo per parteciparvi come se vi fossimo stati presenti. Ogni fedele può cosi prendervi parte e attingerne i frutti inesauribilmente. Questa è la fede, di cui le generazioni cristiane hanno vissuto lungo i secoli. Questa fede il magistero della Chiesa ha continuamente ribadito con gioiosa gratitudine per l'inestimabile dono.
  • (Ecclesia de eucharistia)
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven gen 06, 2006 5:34 pm

  • Il sacramento della speranza
Quale ingratitudine sarebbe la mia se la tua continua presenza, Gesù, indice del tuo grande amore, fosse per me causa di indifferenza! Se me ne stessi dinanzi a te come una candela spenta! Il tuo amore non si è accontentato della presenza; ha voluto l'unione. Come il cibo si unisce a chi lo prende, così tu hai voluto donarti a me in cibo per unirmi tutto a te. Il tuo desiderio di unione è così grande che mi alletti a riceverti con la promessa della vita eterna. Se la fede non me lo assicurasse non avrei mai pensato che un Dio volesse farsi mio cibo.
Donandomi te stesso nella comunione, mi doni tutto quello che sei e tutto quello che hai. Cibandomi del tuo corpo, non muto te in me, ma me in te. Oh, quale grande aiuto è per me la santa comunione! Mi libera dalle colpe quotidiane e mi preserva dalle più gravi.
La comunione immette nel mio corpo caduco e labile un germe di risurrezione e di immortalità che un giorno dovrà germogliare. È veramente il sacramento della speranza, che mi prepara al convito eterno. È pegno di vita eterna perché è il corpo di colui che è la «vita» (cfr Gv 6,58; 14,6). Con la comunione possiedo tutto il cielo nella mia anima, eccetto la visione.
  • (Francesco Bersini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab gen 14, 2006 12:31 pm

  • Fare comunione con Cristo
Non c'è momento o esperienza della vita di Gesù che non possiamo rivivere e condividere, facendo la comunione; tutta la sua vita, infatti, è presente e donata nel corpo e nel sangue. San Paolo sintetizza il mistero della croce di Cristo con le parole «annientò se stesso» (cf Fil 2,7).
Ecco, una nostra Messa potrebbe essere tutta riempita e illuminata da questa frase, specialmente se è una Messa celebrata, o ascoltata, in un momento in cui siamo davanti a un torto subito, al quale tutto in noi si ribella, o davanti a una difficile obbedienza. Gesù, possiamo dire, annientò se stesso e anch'io voglio annientare me stesso, morendo a me stesso e alle mie «ragioni»! Questo è un vero «fare comunione» con Cristo.
Secondo le disposizioni interiori o i bisogni del momento, noi possiamo affiancarci e stare guancia a guancia con il Gesù che prega, con il Gesù che è tentato, con il Gesù che è stanco, con il Gesù che muore sulla croce, con il Gesù che risorge. Tutto questo non per una finzione mentale, ma perché quel Gesù esiste ancora ed è vivente, anche se non vive più nella carne, ma nello Spirito.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar gen 17, 2006 10:50 am

  • Prendete e mangiate
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Questo è quanto deve fare la Chiesa: prendere e mangiare. Cosa significa?
I discepoli, noi, dobbiamo contribuire alla realizzazione del dono di Gesù, prendendo e mangiando: dobbiamo contribuire con l'accoglienza.
Gesù sta davanti ai discepoli come colui che si dona per loro alla morte. Dona a essi la sua persona che va alla morte, la dona come nutrimento. Vuole pienamente penetrare nell'intimo dell'esistenza di ciascun discepolo. Ogni discepolo riceve un imperativo: prendi.
Questo lo si può tradurre così: accogli.
L'uomo prima di tutto deve accogliere questo dono con riconoscenza, con gratitudine, con stupore, con fede. Accogliere e mangiare significa accettare Gesù Cristo che si dona per noi. Accogliere e mangiare significa riconoscere che le parole e il gesto di Gesù sono come una spada che frantuma la gabbia della morte, che ci rende prigionieri. Accogliere e mangiare è riconoscere, accettare il mistero di Gesù, servo del Padre per amore degli uomini. Accogliere e mangiare è lasciarsi unire con Gesù.
  • (Lorenzo Zani)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar gen 24, 2006 9:41 pm

  • Devoto io ti adoro
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Devoto io ti adoro, Dio nascosto, che sotto questi segni a noi ti celi. A te tutto il mio cuore si abbandona, perché nel contemplarti in te si perde.
La vista, il tatto, il gusto non ti intendono, ma per la sola tua parola noi crediamo sicuri. Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio. Niente è più vero di questo Verbo di verità.
Sulla croce era nascosta la sola divinità; quivi anche l'umanità è nascosta; tuttavia, l'una e l'altra credendo e confessando, chiedo ciò che chiese il ladrone pentito.
Come Tommaso non vedo le piaghe, eppure ti confesso mio Dio. Fa' che s'accresca sempre più in me la fede in te, la mia speranza e il mio amore per te.
O memoriale della morte del Signore, pane vivo, che dai la vita all'uomo, fa' che la mia mente viva di te, e gusti sempre del tuo dolce sapore.
O pio pellicano, Gesù Signore, purifica me immondo col tuo Sangue, di cui una sola stilla può salvare tutto il mondo da ogni delitto.
Gesù, che adesso adoro sotto un velo, fa' che avvenga presto ciò che bramo: che nel contemplarti faccia a faccia, io possa bearmi della tua gloria. Amen.
  • (Tommaso d'Aquino)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar gen 31, 2006 11:08 am

  • Mi avvicino a te con fede e speranza
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Ecco, Signore, che tra tanti poveri, il più misero di tutti si avvicina al tuo Tabernacolo per essere illuminato. Sì, oggi vengo ai tuoi piedi per rivolgerti questa preghiera: Signore, fa' che io veda! Tu sei qui in questo Sacramento d'amore per guarire e illuminare i poveri ciechi che cercano lo splendore della tua luce.
Allora, mi avvicino a te con fede e speranza, perché tu voglia stendere la tua mano sopra il mio capo per allontanare la confusione che rende ciechi la mia mente e il mio cuore.
Con il soffio del tuo Spirito, fa' scomparire ogni ombra, per cui io impari a conoscere e possa comprendere il motivo tanto incomprensibile che ti ha spinto a porre la tua dimora in questo Sacramento d'amore. È la tua appassionata Carità che ti porta a diffondere sugli uomini i tesori della tua grazia e che ti fa stare continuamente tra noi. Con la tua presenza illumina la mia anima, confermala nella fede e nella conoscenza della grandezza dei tuoi misteri, soprattutto del mistero sublime di questa eucaristia. La tua luce non si spenga più in me, ma continui a risplendere, illuminando le tenebre della mia oscurità: «Fa' risplendere sul tuo servo la luce del tuo volto».
  • (Francesco Spinelli)
Ultima modifica di miriam bolfissimo il gio feb 16, 2006 11:36 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 13, 2006 11:55 am

  • Pane per la vita del mondo
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Nel discorso del «pane di vita» Gesù aveva detto: «Non Mosè vi ha dato il pane del cielo, ma il Padre mio vi da il pane del cielo, quello vero» (Gv 6,32).
Gesù è pienamente consapevole che il dono che egli fa proviene dal Padre, non pretende di avere lui l'iniziativa di tale dono, di essere lui la sorgente del dinamismo di amore, ma rende grazie al Padre, perché gli da la capacità di trasmettere il dono. «Ti ringrazio, Padre, perché per mezzo di questo pane che ho nelle mie mani, io stesso diventerò pane per la vita del mondo. Ti ringrazio per avermi dato un corpo, che posso trasformare in cibo spirituale, per avermi dato il sangue che posso versare e trasformare in bevanda spirituale, per avermi dato un cuore pieno di amore per effettuare questa offerta che desidero ardentemente fare. Ti ringrazio perché così posso stabilire l'alleanza nuova tra te e tutti i miei fratelli e sorelle».
L'eucaristia è anzitutto un dono del Padre che vuole dare ai suoi figli un cibo eccellente e comunicare loro il dinamismo potente del suo amore. L'eucaristia, sacramento della nuova alleanza, è un dono meraviglioso del Padre celeste, prima di essere un dono generoso di Cristo. Nell'eucaristia il Padre celeste riempie il cuore di Gesù del dinamismo del suo amore, affinché il cuore di Gesù ci comunichi questo stesso dinamismo: e Gesù ce lo comunica largamente!
  • (Albert Vanhoye)
Ultima modifica di miriam bolfissimo il lun feb 26, 2007 12:36 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 13, 2006 11:56 am

  • L'offerta di Gesù
[/size]L'eucaristia è il Gesù che si offre, è il Gesù per noi, è il Gesù che fa perfino della morte l'ultimo dono. Le parole: «Questo è il mio corpo dato per voi» significano: Sono io che vi nutro, vi costituisco famiglia mia, popolo di liberati e di liberatori, gente santa, uomini nuovi.
E, come al solito, Gesù sceglie un segno semplice. Per restare in mezzo a noi, Gesù non sceglie un segno che quasi ci abbaglia, che quasi ci costringe ad ammettere la grandezza del dono, ma sceglie un segno umile, quotidiano: il segno del pane.
Nell'eucaristia la persona di Gesù viene a noi nell'atto di amare il Padre, nell'atto di fidarsi del Padre e di aprire le braccia a tutti i fratelli.
Comprendiamo allora cosa significa dire che l'eucaristia è un sacrificio, anzi è il sacrificio perfetto di Cristo, che ci viene donato nel segno del pane e del vino.
  • (Lorenzo Zani)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 16, 2006 11:32 am

  • Dimensione missionaria dell'eucaristia
[/size]
La missione eucaristica non ha per scopo di discutere, di argomentare, di avere ragione adducendo un insieme di idee e di concetti, ma di suscitare in tutti il senso vivo della presenza di Dio nel proprio contesto di pensiero e di azione.
Al sistema chiuso di vita religiosa dei farisei, Cristo oppone la libertà dell'accoglienza, purché sia mantenuto l'essenziale: l'esperienza e l'inserimento della sua Presenza. Vivere l'eucaristia è vivere la missione, e vivere la missione è offrire segni vivi della presenza del Signore. L'impegno diretto introduce allo spirito missionario.
L'eucaristia è soprattutto il fatto e la presa di coscienza, in noi e tra di noi, di una Presenza che deve essere comunicata, inserita nelle situazioni concrete, mediante la testimonianza della nostra vita eucaristica. Come il sabato è fatto per l'uomo, così la nostra eucaristia è fatta per l'umanità, perché diventi la via, in spirito e verità, che la guidi al Padre.
  • (Andrè Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 16, 2006 11:35 am

  • La Messa domenicale
Il ritrovarci ogni domenica alla Messa diventa l'occasione per rinnovare l'impegno della carità nella certezza di non essere soli e di poter sempre contare sull'aiuto dei fratelli che condividono la medesima fede e si nutrono del medesimo Corpo e Sangue del Signore.
Così, anche, l'eucaristia diventa una testimonianza luminosa e affascinante di un nuovo modo di intendere la convivenza umana, una sorgente impetuosa di giustizia, di fratellanza, di carità che dilaga su tutta la nostra società.
Bisogna che quel mistero di amore, che celebriamo nella Messa e che adoriamo presente nelle nostre chiese, produca i suoi frutti ogni giorno e guarisca i mali più diffusi oggi, riportando ciascuno di noi a interessarsi del suo prossimo, ad aiutarlo, a cambiare strutture e situazioni gravemente offensive della dignità umana.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 16, 2006 11:37 am

  • L'eucaristica trasforma il credente
Il pranzo è in tutte le culture un simbolo di intimità e di comunione.
Il fedele è invitato alla comunione con Cristo attraverso l'eucaristia. Non è una comunione automatica, estrinseca come purtroppo spesso avviene nelle nostre celebrazioni eucaristiche distratte, abitudinarie, «tradizionali». Dev'essere invece una comunione per cui «si rimane in lui», una comunione che è dialogo e reciprocità.
La comunione eucaristica trasforma il credente, lo rende inno di lode (vedi Ef 5), lo rende Corpo di Cristo e sua Parola vivente («Chi mangia la mia carne dimora in me e io in lui»). È necessario un esame di coscienza per verificare la reale incidenza dell'eucaristia nell'esistenza del cristiano e della Chiesa, proprio perché l'eucaristia e la Parola accolte nella liturgia domenicale ritornino ad essere alimento e anima della «ferialità» settimanale.
  • (Gianfranco Ravasi)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 16, 2006 11:39 am

  • L'Agnello senza macchia
Padre santo, nell'ultima cena
con i suoi apostoli,
Cristo volle perpetuare nei secoli
il memoriale della sua passione
e si offrì a te, Agnello senza macchia,
lode perfetta e sacrificio a te gradito.
In questo grande mistero
tu nutri e santifichi i tuoi fedeli,
perché una sola fede illumini
e una sola carità riunisca
l'umanità diffusa su tutta la terra.
E noi ci accostiamo a questo sacro convito,
perché l'effusione del tuo Spirito
ci trasformi a immagine della tua gloria.
  • (Prefazio dell'eucaristia)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 16, 2006 11:39 am

  • Il santo sacrificio dell'altare
È necessario che l'anima vada dentro in questo Dio e uomo e guardi in quella santa istituzione che egli fece in questo santo sacrificio. Guardi anche in questo ineffabile amore, per il quale questo Dio e uomo ha assunto ogni modo con cui poter rimanere tutto con noi. Perciò ha istituito questo santissimo sacrificio, non solo in memoria della sua morte, che è salvezza per noi, ma anche per rimanere tutto con noi e per sempre.
Ora inizio a parlarvi di quei due sguardi che aveva questo Dio e uomo, e di come l'anima entra a vedere quei due sguardi. Uno sguardo è vedere quell'ineffabile amore che egli ebbe per noi: come era tutto profondo amore per noi, perciò si è donato a noi tutto e per sempre. L'altro sguardo è vedere quell'ineffabile dolore mortale che aveva per noi: vedere cioè come doveva patire per quella morte tanto dolorosa, e come doveva passare attraverso quei dolori cosi ineffabilmente acuti, nei quali doveva essere abbandonato.
Mi sembra che questa verità debba essere scrutata da quelli che vogliono celebrare e ricevere questo sacrificio.
  • (Angela da Foligno)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 16, 2006 11:41 am

  • Cristo si riversa in noi
Nella comunione Gesù viene a noi come colui che dona lo Spirito. Non come colui che un giorno, tanto tempo fa, diede lo Spirito, ma come colui che ora, consumato il suo sacrificio incruento sull'altare, di nuovo, «emette lo Spirito» (cf Gv 19,30). In tal modo Gesù ci fa partecipi della sua unzione spirituale.
La sua unzione si trasfonde in noi; meglio, noi ci immergiamo in essa: «Cristo si riversa in noi e con noi si fonde, mutandoci e trasformandoci in sé, come una goccia d'acqua versata in un infinito oceano di unguento profumato. Questi sono gli effetti che un tale unguento produce in coloro che lo incontrano: non si limita a renderli semplicemente profumati, neppure fa soltanto respirare a essi quel profumo, ma trasforma la loro stessa sostanza nel profumo di quell'unguento che per noi si è effuso: "Siamo il buon odore di Cristo" (2Cor 2,15)» (Nicola Cabasilas).
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 21, 2006 9:45 am

  • Aderire a Cristo
La vostra principale intenzione nella santa comunione sia quella di darvi a Gesù, di concedergli la libertà di compiere in voi tutto quanto sarà secondo il suo beneplacito, senza considerare voi stessa né l'interesse della vostra personale perfezione. Nella vostra vita passata avete tanto vissuto e vi siete tanto comunicata per voi: ora vivete e comunicatevi soltanto per Gesù, per compiacerlo, per i suoi disegni e per le sue disposizioni.
Comunicatevi per aderire al suo progetto e al suo desiderio di vedervi tutta sua, di veder regnare il suo amore in voi, di unirvi a sé e di rendervi una medesima cosa con lui. Nella comunione siete nutrita di Dio stesso, per imparare che la vostra anima non deve più alimentarsi delle cose della terra e che, poiché è nutrita delle carni divine, essa deve vivere di una vita divina, senza più abbassarsi nelle creature e nei sensi. Dovete vivere come Gesù ha vissuto per il Padre, e il disegno di Gesù è che voi viviate di lui e per lui.
Non è necessario che formuliate tanti pensieri e tante intenzioni prima della comunione: basta che li abbiate nel fondo dello spirito. Comunicatevi semplicemente per Gesù. Notate che dico: per Gesù e non più per voi, perché rientriate in lui attraverso lui, e i suoi disegni si compiano in voi e vi abbandoniate così, molto semplicemente, al suo beneplacito.
  • (Catherine Mectilde de Bar)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 21, 2006 9:48 am

  • Essere presenti al Signore
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Così è presente Gesù nell'eucaristia: dono incondizionato di sé indipendentemente dal nostro modo di prospettare la fede.
Ma il Signore presente vuoi dire che non può essere presente da solo, pure noi dobbiamo essere presenti al Signore che ci parla: uscendo da noi stessi dobbiamo essere assorbiti nella sua volontà, nei suoi desideri. Quante volte siamo lì, ma la mente si lascia trascinare dalla fantasia, dalle preoccupazioni personali. Poche volte possiamo dire: «Eccomi, Signore! », accettando la sua volontà. Nell'eucaristia il Signore è presente a noi, è tutto preso da ciò che diventiamo; anche noi dobbiamo essere presenti a lui e agli altri, presi ed assorbiti da ciò che egli è e da ciò che gli altri possono divenire con noi.
Bisogna diventare eucaristicamente presenti, anche se limitato è il nostro campo di esistenza e di azione, nell'avvicinar e gli altri, nell'intuire le loro intenzioni, nell'aprirci ai loro punti di vista, nell'entrare nella loro dinamica di pensiero e di attività, così da poter dire alla fine della giornata: «Signore, eccomi!». Allora in una tale qualità di presenza possiamo accogliere la sua parola, viverla e attuarla.
  • (Andre Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab mar 04, 2006 11:22 am

  • Nell'Eucaristia opera la Pasqua
Noi abbiamo i nostri progetti. Presumiamo già di sapere che cos'è l'eucaristia e di poterla tranquillamente mettere tra le cose in nostro possesso.
Abbiamo già, insomma, costruito la nostra vita secondo un programma che vede al centro noi stessi. È questo l'oscuro mistero della «durezza del cuore» dell'uomo, della sua lentezza a credere, di cui ci parlano così spesso le Scritture.
Talvolta questo accentramento su noi stessi è cosi radicale, da renderci riluttanti o indifferenti al rapporto con Dio. Ecco perché molti trascurano l'eucaristia o la considerano un fenomeno sentimentale, che può adattarsi all'età infantile o concederci una emozione vagamente religiosa in qualche momento di pausa nostalgica nell'età adulta.
In altri casi viene accettato un generico rapporto con Dio. Ma si tratta di un Dio misurato sulle nostre idee. È l'uomo che decide come, dove e quando incontrarsi con Dio. L'eucaristia come modalità gratuita, con cui Dio si concede a noi nella comunità cristiana, viene trascurata a favore di altre espressioni incomplete o ambigue di religiosità. Noi sappiamo che nell'eucaristia opera la Pasqua, è presente la «carne di Gesù per la vita del mondo» (Gv 6,51). Cerchiamo pertanto di comprendere quale messaggio la Pasqua, attraverso l'eucaristia, invia alla nostra vita.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab mar 04, 2006 11:24 am

  • Illumina i miei occhi
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Signore Dio mio, previeni il tuo servo con la dolcezza della tua benedizione, affinché io possa accostarmi in modo degno e devoto al tuo grande sacramento. Muovi il mio cuore verso di te e scuotimi dal mio grave torpore. Visitami con la tua salvezza, perché io possa gustare nello spirito la tua soavità, che, come in una sorgente, si nasconde in questo sacramento.
Illumina anche i miei occhi perché contemplino un così grande mistero e donami la forza di credere con ferma fede. Esso, infatti, è opera tua, non è frutto di capacità umana; è tua sacra istituzione, non invenzione dell'uomo. Non si trova nessuno, quindi, che sia in grado di comprendere e intendere da sé queste cose, che superano anche l'intelligenza degli angeli.
Come potrò scrutare e capire, dunque, indegno peccatore quale sono, terra e cenere, un così profondo e sacro mistero? Signore, in semplicità di cuore, con fede ferma e sincera, dietro il tuo comando, mi accosto a te con fiducia e riverenza, e credo veramente che tu sei presente in questo sacramento, Dio e uomo. Tu vuoi che io ti riceva e che mi unisca a te nella carità.
  • (Imitazione di Cristo)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 08, 2006 6:56 pm

  • Eucaristia e vita quotidiana
Se l'eucaristia non è ancorata nella nostra vita quotidiana può essere anche speciosa, ma non è l'eucaristia che salva; il Corpo del Signore reso presente rimane sospeso tra cielo e terra perché rifiutiamo di collegarlo con la nostra situazione quotidiana immediatamente impegnativa.
Se quanto l'eucaristia ci da non viene trasmesso nei fatti, questo dono della vita non è vera eucaristia. Se ogni evento della nostra esistenza non è teso verso il futuro, verso il totale compimento della nostra fede, l'eucaristia rimane in attesa con la stessa paziente umiltà dello Spirito Santo.
L'eucaristia non serve se è fatta soltanto per il nostro comodo spirituale. Essa deve diventar nostra nel senso che quanto realizza di divinamente buono e grande deve passare nella nostra vita personale.
Se siamo fedeli adesso, concretissimamente, potremo mediante una reale testimonianza essere presi nella spirale che porta sempre più vicino alla presenza di Dio: nel nostro quotidiano si apre la porta verso il definitivo, verso il compimento escatologico.
  • (Andre Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 08, 2006 6:57 pm

  • Le giuste disposizioni spirituali
La Cena del Signore, e tutto ciò che riguarda l'eucaristia, non tollera di essere messa a servizio di altri interessi, vuole un cuore e un dono indivisi perché è destinata a formare l'unico corpo di Cristo, l'Indiviso, nel tempo, fino alla parusia.
Ci possiamo chiedere che cosa significa tutto questo per noi, che cosa dice alla nostra vita e alle nostre eucaristie. Ci dice e ci rimprovera che la nostra partecipazione all'eucaristia è, talora, svogliata e, perciò, poco fruttuosa perché non coltiviamo le disposizioni spirituali che sono insieme premessa e frutto della celebrazione. Ci avviciniamo alla Cena del Signore senza la seria volontà di interrogarci lealmente sul senso della nostra vita. Andiamo all'eucaristia per fare qualcosa di religioso e non per lasciare mettere in questione l'intera nostra vita dal dono totale di Cristo per noi.
Gesù, invece, nell'Ultima Cena, e poi nell'agonia dell'orto degli Ulivi e in tutta la sua Passione fino alla crocifissione - è colui che ha rinunciato a se stesso, ai propri gusti, alla propria volontà. Gesù ha rinunciato a se stesso per gustare la volontà del Padre e per mettersi a nostra disposizione come colui che serve, che lava i piedi ai suoi discepoli.
In ogni eucaristia, ci chiede l'impegno e insieme ci comunica la grazia di rinunciare a noi stessi per diventare figli di Dio e fratelli di ogni uomo.
  • (Carlo Maria Martini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 13, 2006 9:39 pm

  • La nostra offerta quotidiana
Cosa offriamo noi, offrendo il nostro corpo e il nostro sangue, insieme con Gesù, nella Messa? Offriamo anche noi quello che offrì Gesù: la vita e la morte. Tutto ciò esige che noi, appena usciti dalla Messa, ci diamo da fare per realizzare ciò che abbiamo detto; che realmente ci sforziamo, con tutti i nostri limiti, di offrire ai fratelli, il nostro «corpo», cioè il tempo, le energie, l'attenzione; in una parola la nostra vita.
Bisogna, dunque, che, dopo aver detto ai fratelli: «Prendete, mangiate», noi ci lasciamo realmente «mangiare» e ci lasciamo mangiare soprattutto da chi non lo fa con tutta la delicatezza e il garbo che ci aspetteremmo.
Sant'Ignazio di Antiochia, andando a Roma per morirvi martire, scriveva: «Io sono frumento di Cristo: che io sia macinato dai denti delle fiere, per diventare pa¬ne puro per il Signore». Ognuno di noi, se si guarda bene intorno, ha di questi denti acuminati di fiere che lo macinano: sono critiche, contrasti, opposizioni nascoste o palesi, divergenze di vedute con chi ci sta intorno, diversità di carattere. Dovremmo essere perfino grati a quei fratelli che ci aiutano in questo modo; essi ci sono infinitamente più utili che non coloro che ci approvano e lusingano in tutto.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 13, 2006 9:41 pm

  • O grazia mirabile!
Nel sacramento dell'altare tu sei totalmente presente, mio Dio, uomo Cristo Gesù, da cui si ricevono copiosi frutti di eterna salvezza, ogni volta che sei accolto degnamente e devotamente. A questo sacramento non ci conducono una qualunque superficialità, la curiosità o la soddisfazione dei sensi, ma una fede ferma, una speranza devota e una sincera carità.
O Dio, invisibile creatore del mondo, quanto è mirabile il tuo modo di agire con noi! Quanta soa¬vità e misericordia usi con i tuoi eletti, ai quali offri te stesso come cibo nel sacramento! Questo, infatti, oltrepassa ogni comprensione e attrae, più di ogni altra cosa, il cuore delle persone devote e vi accende l'amore.
Quanti ti sono veramente fedeli, coloro che dispongono tutta la loro vita al perfezionamento spirituale, ricevono spesso da questo santissimo sa¬cramento la grazia della devozione e l'amore per la virtù. O grazia mirabile e nascosta del sacramento, che solo i fedeli di Cristo conoscono, grazia che non possono sperimentare quanti mancano di fede e sono asserviti al peccato ! In questo sacramento è data la grazia spirituale, la virtù perduta è ristabilita nell'anima, la quale, dopo essere stata deformata dal peccato, riacquista la sua bellezza.
  • (Imitazione di Cristo)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 22, 2006 9:22 am

  • La vera natura del sacrificio
Se il sacrificio è aprirsi totalmente e pienamente a quanto il Signore desidera per noi, allora il sacrificio che diventa soltanto un rito, una formalità, una prescrizione, perde il suo autentico significato e il suo valore. Il sacrificio è scoperta, approfondimento e accoglienza della natura di Dio nei nostri riguardi, è percepire il suo vero atteggiamento cioè la sua totale misericordia verso di noi.
Più di un gesto rituale e di una prescrizione, l'eucaristia ci svela la vera natura del sacrificio: interrompere qualcosa nel ritmo abitudinario dei nostri pensieri e delle nostre azioni e farci entrare, mediante questa interruzione, in una nuova prospettiva di vita che ci cambia: la vita stessa di Dio che si offre a noi.
Il sacrificio dell'eucaristia significa attuare in spirito e in verità quanto il Signore desidera: la misericordia che egli irradia verso di noi e che ci ha insegnato: non alzare la voce, non spezzare la canna incrinata, non soffocare il lucignolo quasi esaurito, ma aiutare tutti, e in tutti i modi, a riprendere sempre il cammino (cf Is 42,2-3).
  • (Andre Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 22, 2006 9:27 am

  • Gesù dona a noi se stesso
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L'eucaristia, così come è accolta nella fede della Chiesa, presenta un aspetto sorprendente, che sconvolge l'intelligenza e commuove il cuore. Siamo di fronte a uno di quei gesti abissali dell'amore di Dio, davanti ai quali l'unico atteggiamento possibile all'uomo è una resa adorante piena di sconfinata gratitudine.
L'eucaristia non è solo la modalità voluta da Gesù per rendere perennemente presente l'efficacia salvifica della Pasqua. In essa non è presente soltanto la volontà di Gesù, che istituisce un gesto di salvezza. In essa è presente semplicemente (ma quali misteri in questa semplicità!) Gesù stesso.
Nell'eucaristia Gesù dona a noi se stesso. Solo lui può lasciare in dono a noi se stesso, perché solo lui è una cosa sola con l'amore infinito di Dio, che può fare ogni cosa.
Certo, occorre badare anche agli strumenti umani, di cui Gesù si serve.
Ma tutto questo è percorso e oltrepassato da una novità assoluta: è tale la forza di comunione manifestata e attuata nel sacrificio della croce, che essa rende presente nell'eucaristia il Cristo stesso nell'atto di donarsi al Padre e agli uomini, per restare sempre insieme con loro.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 29, 2006 5:19 pm

  • Uniti nella frazione del pane
Il Cristo che viene a me, nella comunione, è lo stesso Cristo indiviso che va anche al fratello che è accanto a me; egli, per così dire, ci lega gli uni agli altri, nel momento in cui ci lega tutti a sé. Qui risiede, forse, il significato profondo di quella frase che si legge talvolta negli scritti del Nuovo Testamento e dei primi secoli della Chiesa: «Uniti nella; frazione del pane» (cf At 2,42): i cristiani si sentivano uniti nella frazione del pane.
Un paradosso: uniti nel dividere. Frazione significa, infatti, divisione. Proprio così: noi siamo uniti nel dividere, meglio nel condividere, lo stesso pane! Sant'Agostino ci ricorda che non si può avere un pane, se i chicchi che lo compongono non sono stati prima «macinati». Per essere macinati non c'è niente di più efficace che la carità fraterna, specie per chi vive in comunità: il sopportarsi gli uni gli altri, nonostante le differenze di carattere, di vedute... È come una mola che ci affina ogni giorno, facendoci perdere le nostre naturali asperità.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 29, 2006 5:19 pm

  • Fare memoria del «pane» di Dio
Nessun peccato allontana da Dio e dal suo pane quanto la pretesa di una bravura religiosa. «Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia» (Gai 5,14). L'autogiustificazione annulla la giustificazione, togliendoci la vera conoscenza di noi stessi come miseria e dì Dio come misericordia. Ci spinge a fare di tutto, fino a sforzarci di amare, piuttosto che accettare di essere amati gratuitamente e fidarci di lui. Così il nostro cuore resta duro, morto e calcificato, sordo e cieco all'amore e alla vita. Abbiamo occhi che non vedono, orecchi che non odono (Me 8,18 ).
Gesù, con il suo «pane», non solo diagnostica, ma anche ci guarisce dalla nostra sordità e cecità.
Gesù è il maestro capace di scrivere nel nostro cuore la legge interiore dell'amore. E lo fa mediante la memoria iterata del suo «pane», che ci rivela e dona un Dio che ci ama senza condizioni.
Il discepolo mangia questo pane e ne vive, anche se immondo. Fonda la sua vita non sulla propria osservanza della legge, ma sulla sua grazia. Deve sempre guardarsi dal legalismo e da tutte le tradizioni — anche sante! — che riducono la realtà del Signore a fantasma. Inoltre accetta tutto il creato come buono, e sa che il male procede dal suo cuore di pietra, ancora incapace di amare.
  • (Silvano Fausti)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 04, 2006 6:24 pm

  • La rivelazione dell'amore di Dio
Quando il cristiano sceglie di dare la propria vita, di metterla a servizio degli altri, di prendere la croce, di lavare i piedi ai fratelli, di accogliere le esigenze della vita trasformata dal Vangelo, di accoglierle nella famiglia, nella società, nella scuola, nel lavoro, di accogliere anche le sofferenze che ciò comporta, di partecipare talora, per questa sua scelta, alla solitudine di Cristo nella sua Passione, non lo fa per una strana voglia di soffrire, ma perché ha scoperto il volto del Padre e ha capito che la sorgente della vita sta nella volontà del Padre, an¬che quando essa indica un cammino di sacrificio e di dedizione fino alla morte.
È nell'eucaristia che comprendiamo tutte queste cose, che Cristo rende presenti alla nostra vita. È nell'eucaristia che veniamo formati alle grandi scelte, nella vita e nella storia, secondo la volontà del Padre.
L'eucaristia non è qualcosa a partire dalla quale ci proponiamo di fare altre cose utili e belle per i fratelli. L'eucaristia è prima di tutto la rivelazione dell'amore di Dio, della sua volontà di alleanza, con l'uomo, oggi, adesso; questa rivelazione avviene attraverso la totale dedizione di Gesù, che crea e consolida in noi la volontà di spossessarsi di noi stessi per appartenere pienamente al Padre.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 04, 2006 6:26 pm

  • Dove si trova la nostra felicità
Dopo aver adorato nostro Signore in questo mistero, con tutto il rispetto che esige la sua presenza reale, ci si unisce a lui e a tutte le sue divine operazioni nella Santissima eucaristia, dove non cessa di amare, adorare, lodare Dio Padre a nome di tutti gli uomini e nello stato più perfetto che si possa immaginare, cioè nello stato di vittima. Si medita e si cerca di comprendere il suo raccoglimento, la sua solitudine e vita nascosta, lo stato di perfetta spogliazione di tutto, a cui si è ridotto, la sua obbedienza e umiltà, e tutte le sue altre virtù secondo l'esempio che egli ci da in questo stato eucaristico.
Si offre a Dio se stessi, l'essere, la vita, le cariche proprie e in particolare qualche atto di virtù che ci siamo proposto o qualche mortificazione che abbiamo deciso di praticare per vincerci e ciò per gli stessi fini, per cui nostro Signore s'immola nel Santo Sacramento; e si fa questa oblazione con il desiderio ardente di accrescere, quanto è possibile, la gloria che Gesù Cristo rende al Padre in questo augusto mistero. Si finisce con la comunione spirituale. Questa orazione è eccellente, e dobbiamo rendercela tanto più familiare in quanto la nostra felicità quaggiù dipende dall'unione con Gesù Cristo nel Santo Sacramento.
  • (Louis Lallement)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 20, 2006 5:39 pm

  • Come Maria ai piedi del Maestro
L'eucaristia è il sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, anticipazione della gloria del cielo. Ciò che l'alimento materiale produce nella tua vita fisica, l'eucaristia lo realizza in modo mirabile nella tua vita spirituale.
Dio che ha creato dal nulla tutte le cose a maggior ragione può trasformare in una sostanza diversa ciò che esiste.
Il tabernacolo è il cuore della comunità dei credenti; è lì che devi attingere il calore della carità verso Gesù e i fratelli.
Beato te se te ne starai davanti a Gesù come un povero davanti a un ricco, come un infermo davanti al medico, come un discepolo davanti al maestro, come un intirizzito dal freddo vicino al fuoco.
Fossi tu così innamorato di Gesù da cercare con assiduità la sua compagnia e da sembrarti momenti le ore passate con lui! Provassi tu la gioia di startene accanto a lui nel tabernacolo, di gustare la sua dolce compagnia, dimenticando tutte le cose del mondo, ed esclamare con Pietro: «Signore, è bello per noi stare qui!» (Mt 17,4).
Potessi tu rimanere silenzioso come Maria ai piedi del Maestro senza vedere né udire altro che lui! Oh, quali fiamme d'amore dovresti spirare quando parti dalla presenza di Gesù!
  • (Francesco Bersini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 20, 2006 5:42 pm

  • Diventare «uomini eucaristici»
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La comunione eucaristica ricapitola tutti in Cristo. I cristiani non solo sono uniti, ma costituiscono l'uno in Cristo e ciò determina lo stile eucaristico della spiritualità.
Il mondo in Cristo, dice san Massimo, è il «roveto ardente», e l'eucaristia ci infiamma dello stesso fuoco. San Simeone lo dice nella preghiera che precede la comunione eucaristica:
«Spero in te, e con tremore mi comunico con il fuoco. Quanto a me, non sono che paglia, ma, o miracolo, mi sento d'improvviso acceso come il roveto ardente di Mosè. Signore, tutto il tuo corpo brilla del fuoco della tua divinità, ineffabilmente unito ad essa. E tu mi concedi che il tempio corruttibile della mia carne si unisca alla tua carne santa, che il mio sangue si mescoli con il tuo; dopo di che io so¬no tuo membro trasparente e luminoso».
In Cristo tutto è donato, ma lo Spirito Santo esige da noi una conversione radicale, un cambiamento di coscienza e di tutto il nostro essere, per fare di noi degli «uomini eucaristici», capaci di rispondere alle attese e alle angosce del mondo attuale.
  • (Pavel Evdokimov)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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