CENNI SULL’ATTIVITÀ DEL VEGGENTE

La Madonna delle Tre Fontane: luoghi e storia
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CENNI SULL’ATTIVITÀ DEL VEGGENTE

Messaggio da Redazione » dom gen 08, 2006 4:09 pm

CENNI SULL’ATTIVITÀ DEL VEGGENTE

Pur non rientrando nei limiti e negli interessi di questo studio i analisi dell'attivita personale di Bruno Cornacchiola, e utile accennare a quanto egli ha compiuto in relazione alla sua condizione di veggente, ai fini di una più ampia comprensione del fenomeno delle Tre Fontane.
Negli anni immediatamente successivi all apparizione, la sua presenza alla grotta era pressoche costante, ma non risulta alcuna sua iniziativa relativa alla promozione del culto alla Vergine della Rivelazione, in ossequio a quanto ordinatogli dall’autorità ecclesiastica.
I giornali lo avevano reso un personaggio molto popolare, sottolineando il rovesciamento verificatosi nella sua esistenza ed esaltando il contrasto fra la sua vita precedente e l’attuale, risultando alla fine un meschino individuo immeritatamente fatto oggetto del favore divino.
Indubbiamente la sua caratteristica più deprecata era quella di aver fatto parte della «setta degli avventisti» e di essere stato un «persecutore della Chiesa».
Il fattorino dellAtac, che ha abitato ancora per molti anni in uno scantinato al quartiere Appio, si sentiva investito di una missione da svolgere con l’irruenza del neofita. La sua prima realizzazione è stata l’opera una associazione catechistica che è andata modificando finalità e strutture nel corso degli anni.
Così la descrive lo stesso Cornacchiola al card. Traglia nel 1956:
Nel settembre del 1947, cioè sei mesi dopo la mia conversione, ascoltai il discorso che il Santo Padre fece agli uomini dell’A.C.I. e mi colpirono alcune frasi che mi incoraggiarono a far quel che già pensavo di fare, dopo l’apparizione, una organizzazione Catechistica, per la conversione dei Comunisti e Protestanti. Difatti il 12 aprile 1948, con l’aiuto di Dio e della Vergine cara,formai lo Statuto per l’organizzazione, che chiamai SACRI.

La sua diffusione avvenne soprattutto in alcune borgate di Roma, particolarmente in quella di Montesecco, agglomerato di recente formazione e caratterizzato da una diffusa povertà e analfabetismo. L’assistente ecclesiastico era mons. Castolo Ghezzi, dell’Elemosineria Apostolica, la cui devozione alla Madonna delle Tre Fontane non era gradita all’autorità ecclesiastica. In effetti gli fu ingiunto più volte di non recarsi alla grotta dell’apparizione e di non tenere alcun rapporto col veggente e la S.A.C.R.I., pena la perdita della cappellania di cui era titolare5. Sono esempi significativi del difficile rapporto tra Cornacchiola e le autorità ecclesiali, le quali avrebbero preferito un suo maggior nascondimentc, inconciliabile del resto con l’impegno che aveva scelto. Di diversa genesi era l’attività di testimone della propria conversione, alla quale fu chiamato dai vescovi di numerose diocesi, anche fuori d’Italia. È da ritenere che non fosse contrario Pio XII, per quanto ciò non possa essere documentato.
Evidentemente l’apparizione delle Tre Fontane non era rimasta senza un diffuso consenso, soprattutto quando questo poteva essere espresso senza impegnare direttamente il magistero della Chiesa. Secondo ciò che il veggente raccontò alcuni anni più tardi, in occasione della consegna del pugnale a papa Pacelli, egli avrebbe ricevuto una solenne investitura riguardo alla sua attività di apostolo itinerante del cattolicesimo:
...Santità, domani andrò nell’Emilia rossa. I Vescovi di lì mi hanno invitato a fare un giro di propaganda religiosa. Devo parlare della misericordia di Dio, che mi è stata manifestata attraverso la Santissima Vergine. - Bene, bene! Sono contento! Và con la mia benedizione nella piccola Russia italiana! -

Numerosi dunque i vescovi che hanno creduto nell’apparizione occorsa alle Tre Fontane ed anche nella capacità del fattorino romano di giovare alla vita spirituale di coloro ai quali si rivolgeva con i suoi discorsi.
Qualcuno di essi ha addirittura coltivato una certa familiarità col Cornacchiola, legandosi a lui attraverso piccoli, ma significativi gesti. Fra questi l’allora Arcivescovo di Ravenna Giacomo Lercaro, che così scriveva al veggente nell’aprile 1951:
Debbo ringraziarla ancora tanto del piacere procura tomi di amministrare i due grandi Sacramenti della Prima Comunione e della Cresima al piccolo Gianfranco e della gioia che ebbi nel trovarmi con loro e soprattutto nel portarmi con loro alla grotta dell’Apparizione. Dica a Gianfranco che preghi tanto la Madonna per me: ormai egli ha con me un debito grande, avendogli dato lo Spirito Santo .

Vi è poi il vescovo di Ales Antonio Tedde, che è forse il religioso che più manifestamente ha testimoniato la sua adesione all’apparizione romana. Egli ha fatto erigere a San Gavino una chiesa intitolata alla Vergine della Rivelazione, scrivendo una lettera pastorale in occasione della sua inaugurazione nel 1967:
Con profonda gioia e commozione di Padre e Pastore della Diocesi, Noi vi comunichiamo che la nostra diletta Diocesi ha il privilegio di avere la prima Chiesa dedicata alla Vergine Immacolata col titolo di « Vergine della Rivelazione»

Spesso il Cornacchiola fu invitato a parlare della sua conversione, capace di attirare l’interesse e la curiosità della gente.
Le sue confessioni pubbliche sono state alcune migliaia, svolte prevalentemente in provincia e in occasione di festività mariane. Il racconto dell’esperienza delle Tre Fontane, della quale taceva il contenuto del messaggio, costituiva di per sé un efficace richiamo per quanti erano indifferenti od ostili al cattolicesimo, nonché la trasmissione di una esperienza tangibile del sacro, che avrebbe dovuto rafforzare la fede dei presenti:
Fratelli, io non vi ho detto questo per mettervi uno contro l’altro; i fratelli separati cerchino di istruirsi meglio e rientrino nella Chiesa [..]. Ve lo dico con tutto il cuore e tenetelo a memoria quando vi parleranno, domandate se conoscono questi tre punti bianchi, questi tre punti che uniscono il cielo e la terra: l’Eucarestia, l’Immacolata e il Papa.

Nella generale atmosfera di crociata a sostegno della civiltà cristiana, le parole del veggente delle Tre Fontane dovevano contribuire a serrare le file intorno alla Chiesa cattolica, riparandola da quelli che erano considerati gli avversari del momento: il comunismo ateo e la propaganda protestante:
La conferenza del sig. Cornacchiola, sono certo, ha fatto del bene, infatti il segretario del P. Comunista ha rinunciato al partito consegnandomi la tessera e chiedendo di rientrare nelle file dei buoni, da cui dieci anni prima si era allontanato... I discorsi del veggente, che non era granché istruito, non risultavano violenti, essendo concentrata la loro valenza pedagogica nel racconto della sua vita:
Dalle ore 19 alle ore 20,30 di ieri in un’aula delle suore Sacramentine, il tranviere Cornacchiola Bruno ha tenuto una conferenza sul tema “La Verità”. L ‘oratore, dopo aver rievocato il suo passato protestante, ha narrato dell'apparizione della Madonna avvenuta tre anni or sono in località Tre Fontane. Hanno partecipato 400 persone. Nessun incidente.

Cornacchiola era invitato, come visto, anche da istituti religiosi, ma la gran parte delle confessioni si teneva nelle piazze dei paesi, essendogli stato proibito di parlare in luoghi consacrati. Dall’analisi delle centinaia di lettere di richiesta per una conferenza del veggente, emerge però che la maggior parte delle motivazioni addotte riguardano il mero incremento della devozione alla Madonna, di cui Cornacchiola era ritenuto un apostolo. Fra i vescovi più preoccupati per la diffusione del protestantesimo, si notano quelli delle diocesi di Trani, Ivrea, Benevento, Teggiano, Sessa Aurunca, L’Aquila e Modigliana:
Tre sono i luoghi ove bramerei facesse sentire la sua parola: qui a Modigliana, dove fanno propaganda i Figli di Geova e gli Avventisti; a Dovadola, dove da molti anni son famiglie Valdesi; e a Marradi, centro nevralgico fra la Romagna e la Toscana, dove pure vi sono stati tentativi di propaganda protestante.

Le relazioni sui discorsi del veggente, che venivano puntualmente spedite al papa, evidenziano spesso una ritenuta capacità del Cornacchiola di produrre benefici spirituali negli uditori, come recuperi della fede o acquisizioni di alcune virtù cristiane.
Un giovane, ad esempio, recatosi alle Tre Fontane dopo aver ricevuto la cresima, scrive sull’Albo d’Oro della sua conversione «dal materialismo ateo, per intercessione della Vergine della Rivelazione e attraverso la parola Catechistica dell’apostolo Mariano Bruno Cornacchiola».
L’attività del veggente veniva talvolta ripresa dai giornali, soprattutto quelli locali, che ne parlavano positivamente. Un cappuccino tedesco pubblica in Germania una confessione del veggente tenuta ad Assisi nel dicembre 1955, dipingendo il tranviere come un acceso comunista tornato alla verità:
Es ist sein innigster Wunsch, dab an seinem Bekenntnis vielen die Augen iber die wirklichen Ziele un die ungeheuere Gefahr des Kommunismus, dem er selber lange Jahre fanatisch ergeben war, aufgehen miichten. Alle aber sollen “den Anruf der heiligsten Jungfrau und den letzten Ruf der Barmherzigkeit Gottes hòren.

Quella di testimone itinerante è stata un’attività nella quale il veggente delle Tre Fontane ha impegnato il resto della sua esistenza, un’opera defatigante e mai remunerativa, ma condotta con l’onestà di chi è stato prossimo al Cielo.
Da ultimo, bisogna considerare l’elezione del fattorino dell’Atac a consigliere comunale nelle elezioni amministrative di Roma del 1952, cosa che sembra in contrasto con una certa iconografia del veggente, che lo vorrebbe estraneo alle faccende temporali.
In base a quanto riferito da Bruno Cornacchiola, sarebbe stato l’avvocato Giuseppe Sales, presidente dell’azienda tranviaria e segretario politico della d.c. romana, a proporgli l’avventura elettorale.
Fu chiesto al pontefice se convenisse «mettere nella lista dei candidati [...] il sig. Bruno Cornacchiola» e Pio XII rispondeva «d’interrogare in proposito il p. Rotondi, che evidentemente non fu contrario. Sono note le preoccupazioni di padre Lombardi e dello stesso papa, circa la concreta possibilità di avere un sindaco comunista a Roma, ed il ricorso a questa candidatura non tecnica, doveva servire a raccogliere le preferenze dei devoti delle Tre Fontane, più che a garantire la presenza di un cristiano in Campidoglio.
Da alcuni rapporti di polizia risulta che il fattorino dell’Atac fece alcuni comizi insieme al più noto Enrico Medi:
Oggi si è tenuto un comizio al Largo Massimo da parte della D.C. alla presenza di 8000 persone, oratore on.le Medi e sig. Cornacchiola Bruno.

Sul «Popolo» del 16 maggio veniva così presentato agli elettori:
...Fattorino dell’Atac, dove entrò in qualità di pulitore manovale nel 1939. Ebbe una gioventù assai tormentata, avverso alla religione cattolica, nel 1942 abbracciò il Protestantesimo, che lo nominò Direttore della Gioventù Missionaria. Forte della esperienza negativa in questo campo d’attività, maturò man mano i fermenti interiori, che lo portarono decisamente ad abbracciare il cattolicesimo, di cui divenne un militante devoto e appassionato. La sua parola è desiderata in molte parti d’italia ed egli la prodiga con costante dedizione e generosità. In Campidoglio rappresenterà degnamente le migliaia di lavoratori dell'Atac.

Cornacchiola risultò alla fine sedicesimo fra i candidati democristiani, ben al di sotto dell’ex giocatore della Roma Amadei:
Amadei risultò secondo, con 17231 preferenze, cioè subito dopo il sindaco Rebecchini, che ne raccolse 59987; Cornacchiola fu invece sedicesimo con soli 5383 voti di preferenza, a conferma che, tutto sommato e per fortuna, in questo campo contano più i furori sportivi che quelli religiosi di popolo. Naturalmente i due consiglieri comunalifurono come due meteore nel cielo politico amministrativo di Roma. [...] Cornacchiola tornò a sedersi al suo posto di fattorino dell’Atac....

Ed è tornato anche alla sua attività di testimone dei fatti delle Tre Fontane e alla associazione catechista S.A.C.R.I., che nel 1972 è stata eretta in ente morale.

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