Jorge Luis Borges

Poeti celebri di affermata fama nazionale e mondiale
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Jorge Luis Borges

Messaggio da Beldanubioblu » sab apr 29, 2006 7:58 pm

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Jorge Luis Borges




Tra i massimi geni letterari del Novecento, l'argentino Jorge Luis Borges nacque il 24 agosto 1899 a Buenos Aires. I principali eventi biografici di Borges sono legati alla famiglia e si identificano con i destini dei suoi antenati. Da una genealogia di studiosi e militari Borges eredita l'amore totale per la letteratura e il rimpianto per la sua mancata carriera nell'esercito. Dal 1914 al 1921 segue i suoi genitori in Europa. Frequenta gli studi a Ginevra e in Spagna, dove viene a contatto con l'avanguardia letteraria e scrive le prime poesie.

Nel 1923 viene pubblicato il suo primo libro di poesia, "Fervor de Buenos Aires", seguito a distanza di due anni dal secondo libro di versi, "Luna de Enfrente". E' nel 1925 che Borges incontra Victoria Ocampo, la musa che riuscirà a sposare quarant'anni dopo. Con lei stabilisce un'intesa intellettuale destinata a entrare nella mitologia della letteratura argentina. L'attività pubblicistica di Borges è infaticabile. I versi di "Cauderno San Martìn" escono nel 1929, mentre un anno dopo viene pubblicato l'"Evaristo Carriego", che entusiasma la critica argentina.

Ma una spada di Damocle incombe sul povero scrittore argentino: la cecità. Borges, che non ha mai goduto di una buona vista, diverrà totalmente cieco a partire dalla fine degli anni '50, non prima di aver visitato la sala operatoria per ben nove volte. Ma questa orrenda malattia viene da lui sorprendentemente utilizzata in senso creativo, la sua potenza visionaria riesce a sfruttare il terribile male, volgendolo in metafora e in materia letteraria. Il culmine di questo processo di "sublimazione" si ha fra il 1933 e il 1934, quando sul piano letterario Borges dà vita a trame che utilizzano la storia come menzogna, come falso, plagio, parodia universale.

Vengono raccolti i racconti pubblicati sulla rivista "Crìtica": è la genesi della "Historia universal de la infamia", seguita dalla "Historia de la eternidad", dove Storia e Sapere flirtano per produrre l'improbabile e l'esotico risultato di un trattato degno di un demiurgo impazzito. Annus horribilis: il 1938. Muore l'amatissimo padre di Borges e lo scrittore stesso ha un incidente che lo costringe per parecchio tempo all'immobilità, dopo un attacco di setticemia che ne minaccia gravemente la vita.

Questa drammatica situazione provoca in Borges il terrore di una perdita totale di creatività. Nulla di più falso: negli anni della malattia lo scrittore argentino concepisce alcuni tra i suoi capolavori, che vengono raccolti e pubblicati nel 1944 con il titolo di "Finzioni".
A distanza di cinque anni escono anche i racconti di "Aleph".
A questo punto, Borges è uno dei maggiori scrittori argentini di tutti i tempi.
Virtuosista di razza, conferma la sua fama scendendo sul piano della saggistica pura, con le sue celebri "Altre inquisizioni" (1952).

Nel 1955 Borges viene nominato direttore della Biblioteca Nazionale, ciò che aveva sempre sognato di fare. Con spirito eminentemente borgesiano, lo scrittore commenta così la nomina: "E' una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre". E' l'inizio di un lungo e fecondissimo tramonto, nonostante la morte avvenga molto più tardi, il 14 giugno 1986. Accanto a Borges è la sua seconda moglie, l'amatissima Marìa Kodama.

Alla sua vita si sono ispirati diversi registi argentini; ne citiamo uno su tutti, in cui la protagonista è la bella Ines Sastre: "Estela Canto, Um Amor de Borges", di Javier Torre (1999).


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Aforismi

«Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza.»

«Il lavoro creativo è sospeso tra la memoria e l'oblio.»

«É indiscutibile, per quanto misterioso, che la persona che concede un favore risulta in qualche modo superiore a quella che lo riceve.»

«Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere.»

«E' più facile morire per una religione che viverla assolutamente.»

«Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera.»

<<Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza.>>


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Ultima modifica di Beldanubioblu il sab apr 29, 2006 8:15 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Beldanubioblu » sab apr 29, 2006 8:10 pm

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Non posso darti soluzioni

Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
pero’ posso ascoltarli e dividerli con te

Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
Pero’ quando serve staro’ vicino a te

Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perche’ ti sostenga e non cadi

La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
Pero’ gioisco sinceramente quando ti vedo felice

Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi

Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
Pero’ posso offrirti lo spazio necessario per crescere

Non posso evitare la tua sofferenza,
quando qualche pena ti tocca il cuore
Pero’ posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.

Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.

In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico
in quel momento sei apparso tu...

Non sei né sopra né sotto né in mezzo
non sei né in testa né alla fine della lista
Non sei ne il numero 1 né il numero finale e
tanto meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista

Basta che mi vuoi come amico/A
NON SONO GRAN COSA,
PERO’ SONO TUTTO QUELLO CHE POSSO ESSERE


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Messaggio da Beldanubioblu » dom apr 30, 2006 3:43 pm

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Nostalgia del presente

In quel preciso momento l'uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l'adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
l'uomo stava accanto a lei in Islanda.



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Messaggio da Beldanubioblu » lun mag 01, 2006 3:20 pm

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IL SUD:


Da uno dei tuoi cortili aver guardato
le antiche stelle,
dal sedile in
ombra aver guardato
quelle luci disperse
che la mia ignoranza non ha imparato a nominare
né a ordinare in costellazioni,
aver sentito il cerchio dell’acqua
nella segreta cisterna,
l’odore del gelsomino e della madreselva,
il silenzio dell’uccello addormentato,
l’arco dell’androne, l’umidità
- tali cose, forse sono la poesia.



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LA ROSA:


La rosa,
L’immarcescibile rosa che non canto,
quella che è peso e fragranza,
quella del nero giardino nell’altra notte,
quella di qualsiasi giardino e qualsiasi sera,
la rosa che risorge dalla tenue
cenere per l’arte dell’alchimia,
la rosa dei persiani e di Ariosto,
quella che sempre sta sola,
quella che sempre è la rosa delle rose,
il giovane fiore platonico,
l’ardente e cieca rosa che non canto,
la rosa irraggiungibile.



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FINE D’ANNO:



Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito,
perduri qualcosa in noi:
immobile.



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LIMITI:


C’è un verso di Verlaine che non ricorderò più,
c’è una strada vicina ch’è vietata ai miei passi,
c’è uno specchio che m’ha visto per l’ultima volta,
c’è una porta che ho chiusa alla fine del mondo.
Tra i libri della mia biblioteca(ecco, li guardo)
ce n’è qualcuno che non aprirò più.
Questa notte compirò cinquanta anni;
la morte mi logora, incessante.




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