Guillaume Apollinaire

Poeti celebri di affermata fama nazionale e mondiale
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Guillaume Apollinaire

Messaggio da Beldanubioblu » sab apr 08, 2006 1:35 pm

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Guillaume Apollinaire



Pseudonimo di Wilhelm Apollinaire de Kostrowitsky, Guillaume Apollinaire nasce a Roma il 26 agosto 1880. Figlio naturale di un ufficiale italiano e di una polacca si trasferisce in Francia ancora adolescente stabilendosi a Parigi, dove dal 1908 grazie al legame con Marie Laurencin si mette in contatto con gli ambienti artistici d'avanguardia e con personalità quali Maurice de Vlaminck, André Derain, Pablo Picasso, Georges Braque, Henri Matisse. L'interesse per il moderno lo porta a sostenere anche il futurismo di Filippo Tommaso Marinetti e la pittura metafisica di Giorgio De Chirico.

Del 1910 sono i sedici racconti fantastici intitolati "L'eresiarca & C.", mentre nel 1911 pubblica le poesie di "Bestiario o corteggio di Orfe" e nel 1913 il fondamentale "Alcools", raccolta delle migliori poesie composte fra il 1898 e il 1912, che costituisce uno dei testi di poesia più importanti del secolo scorso. Quest'opera rinnova profondamente la letteratura francese ed è oggi considerata il capolavoro di Apollinaire insieme con lo splendido "Calligrammi" (1918).

Fra le altre opere in prosa si ricordano "Il poeta assassinato" (1916), raccolta di novelle e racconti tra il mitico e l'autobiografico, ispirati alle esperienze sul fronte della prima guerra mondiale, e il dramma "Le mammelle di Tiresia" (scritto nel 1903 e pubblicato nel 1918), nell'introduzione del quale per la prima volta compare la definizione di un'opera surrealista.
Muore a Parigi il 9 novembre 1918.



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Aforismi



«Vorrei avere nella mia casa: una donna ragionevole, un gatto che passi tra i libri, degli amici in ogni stagione senza i quali non posso vivere.»

«Gli artisti sono soprattutto uomini che voglioni diventare inumani.»

«L'onore dipende spesso dall'ora che segna l'orologio.»

«L'amore è libero, non è sottomesso mai al destino.»

«La geometria è per le arti plastiche quello che è la grammatica per l'arte dello scrittore.»

«Le malattie sono le vacanze dei poveri.»

«Una struttura diventa architettonica, e non scultorea, quando i suoi elementi non hanno più la loro giustificazione nella natura.»

«Il valore di un'opera d'arte si misura dalla quantità di lavoro fornita dall'artista.»


fonte:http://biografie.leonardo.it


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Messaggio da Beldanubioblu » mer apr 12, 2006 5:04 pm

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Amica mia penso a te


Amica mia penso a te
Al tuo color di sole alla tua grazia
La casa è vuota da quando il mio raggio di sole
È andato a tuffarsi in mare
Se vedi i sommergibili
Di' loro che t'amo
Se le nubi s'addensano
Di' loro che t'adoro
Se la mareggiata infuria sugli scogli della riva
Di' agli scogli che sei la mia pietra preziosa
Se qualche granello di sabbia brilla tra i mille granelli
di sabbia della spiaggia
Digli che sei la sola gemma che amo
Quando vedrai il postino
Digli con quanta impazienza aspetto le tue lettere
Ti mando mille baci mille carezze
Che ti raggiungeranno come le parole raggiungono
l'antenna del telegrafo senza fili
Se vedi dei feriti
Digli che la mia sola ferita è quella che hai inferto
al mio cuore
Se a volte pensi pensa che il mio pensiero è sempre
con te
E che t'adoro.



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Messaggio da Beldanubioblu » ven giu 23, 2006 6:58 pm

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IL CANTO D'AMORE

Ecco di cosa è fatto il canto sinfonico dell'amore
C'è il canto dell'amore di un tempo
Il rumore dei baci sperduti degli amanti illustri
I gridi d'amore delle mortali violate dagli dèi
Le virilità degli eroi favolosi erette come pezzi contraerei
L'urlo prezioso di Giasone
Il canto mortale del cigno
E l'inno vittorioso che i primi raggi del sole hanno fatto cantare a


[Memnone l'immobile
è il grido delle Sabine al momento del ratto
Ci sono anche i gridi d'amore dei felini nelle giungle
Il rumore sordo delle linfe montanti nelle piante tropicali
Il tuono delle artiglierie che compiono il terribile amore dei popoli
Le onde del mare dove nasce la vita e la bellezza

C'è là il canto di tutto l'amore del mondo



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Messaggio da Beldanubioblu » mer mar 14, 2007 5:36 pm

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1909



La signora aveva un vestito
In ottomano viola scarlatto
E la sua tunica ricamata d'oro
Era composta di due pannelli
Che s'attaccavano sulle spalle
Gli occhi danzanti come angeli
Rideva rideva
Aveva un viso dai colori di Francia
Gli occhi blu i denti bianchi e le labbra molto rosse
Aveva un viso dai colori di Francia
Era scollata in rotondo
E pettinata alla Recamier
Con belle braccia nude
Non si sentirà mai suonare la mezzanotte
La signora nel vestito di ottomano viola scarlatto
E in tunica ricamata d'oro
Scollata in rotondo
Portava a passeggio i suoi riccioli
La sua fascia d'oro
E trascinava le scarpette con le fibbie
Era così bella
Che non avresti osato amarla
Amavo le donne atroci nei quartieri enormi
Dove nasceva ogni giorno qualche essere nuovo
Il ferro era il loro sangue la fiamma il cervello
Amavo amavo il popolo abile delle macchine
Il lusso e la bellezza sono solamente la sua schiuma
Quella donna era così bella
Che mi faceva paura.



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Annie



Sulla costa del Texas
Tra mobile e Galveston c'è
Un grande giardino pieno zeppo di rose
Contiene anche una villa
Che è una grande rosa
Una donna passeggia spesso
Nel giardino sola sola
E quando io passo sulla strada fiancheggiata dai tigli
Ci guardiamo
Poiché quella donna è mennonita
I suoi roseti e i suoi vestiti non hanno bottoni
Due ne mancano alla mia giacca
La signora ed io seguiamo quasi lo stesso rito.



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CORNI DA CACCIA


Nobile è la nostra storia e tragica
Come la maschera di un tiranno
Nessun dramma fortunoso o magico
Nessun particolare indifferente
rende il nostro amore patetico
E Thomas de Quincey nel bere
L'oppio veleno dolce e casto
La povera Anna andava sognando
Passiamo passiamo poichè tutto passa
Indietro io mi volterò sovente
I ricordi sono corni da caccia
Il cui clamore smuore nel vento



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COSTELLAZIONE


Io sono sotto il segno della Costellazione d'Autunno
E perciò amo i frutti e detesto i fiori
I baci che do li rimpiango uno per uno
Noce bacchiato che dice al vento i suoi dolori
Mio eterno Autunno mia stagione mentale
Mani d'antichi amanti costellano il tuo suolo
Una sposa mi segue è la mia ombra fatale
Le colombe stasera spiccano l'ultimo volo.




MARIZIBILL


A Colonia in Strada Alta
Andava e veniva di sera
Graziosa e disponibile
Poi stanca del marciapiede beveva
A tarda notte in losche birrerie
Rasentava la malora
Per un magnaccia rosso e rosa
Era un ebreo sapeva d'aglio
E l'aveva venendo da Formosa
Strappata a un bordello di Shangai
Conosco gente di ogni sorta
Non eguagliano i loro destini
Indecisi come foglie morte
I loro occhi sono fuochi mal spenti
I cuori muovono come le loro porte.


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UNA SERA



Un'aquila discese da quel cielo bianco d'arcangeli
E voi sostenetemi
Lascerete tremare a lungo tutte quelle lampade
Pregate pregate per me
La città è metallica ed è la sola stella
Annegata nei tuoi occhi blu
Quando i tranvai rotolavano scaturivano pallidi fuochi
Sopra uccelli rognosi
E tutto ciò che tremava nei tuoi occhi dei miei sogni
Che un sol uomo beveva
Sotto le luci a gas rosso come l'ovulo malefico
O vestita il tuo braccio si coglieva
Guarda l'istrione fa la linguaccia alle attente
Un fantasma s'è suicidato
L'apostolo pende dal fico e lentamente saliva
Giochiamo dunque quest'amore ai dadi
Campane dal suono chiaro annunciano la tua nascita
Guarda
I sentieri sono fioriti e le palme avanzano
Verso di te.


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