Il Paese della Cuccagna (da un racconto di L. Bechstein)

[Giammarco De Vincentis]

Aprite bene le orecchie, bambini: sto per parlarvi del piu' bel paese del mondo. Chiunque senta parlare di questo meraviglioso paese ha un unico desiderio: raggiungerlo. Ma la strada per arrivare nel Paese della Cuccagna e' molto lunga e pericolosa.
Nel Paese della Cuccagna, i muri e i tetti delle case sono fatti di panforte, le finestre di zucchero e le imposte di cioccolato; le porte e i mobili sono di marzapane e i soffitti di torrone. Ogni casa e' circondata da una palizzata di salsicce e le strade sono ricoperte di zucchero candito. Ci sono formaggi al posto delle pietre; il succo di lampone e di fragola zampilla dalle fontane e in mezzo ai prati scorrono ruscelli di latte fresco. Se qualcuno ha sete, si siede sulla sponda e il latte scorre direttamente nella sua bocca. Negli stagni, nuotano grossi pesci gia' cotti: chi ha fame spalanca la bocca e i pesci vi saltano dentro.
Ci sono anche tacchini e polli arrosto che volano nel cielo; chi ha fame si siede a tavola e i polli arrosto si posano direttamente nel suo piatto. I porcellini da latte cotti a puntino corrono in tutte le direzioni; lunghi coltelli sono conficcati nella loro schiena e chi ha desiderio di mangiarli si taglia semplicemente un bel pezzo di prosciutto. Pagnotte fresche ancora calde sono ammucchiate nei forni; sulle strade, ad ogni incrocio, si trovano grossi cesti pieni di ananas, meloni, arance, albicocche, pesche e ciliegie. Nel Paese della Cuccagna, le nuvole sono come i favi e quando piove cadono dal cielo grosse gocce di miele; se nevica invece scende zucchero in polvere. Quando grandina, cadono dal cielo zollette di zucchero, acini d'uva, mandorle, nocciole e caramelle; il vento che soffia diffonde un delizioso profumo di vaniglia, di garofano e di cannella. In primavera, crescono nei prati lo zucchero d'orzo e i lecca-lecca che non si consumano mai per quanto li si lecchi. Per i bambini, ogni giorno e' come se fosse il loro compleanno, perche' possono mangiare cioccolata con panna montata quanta ne vogliono; d'estate, trovano nei ruscelli una montagna di gelati alla frutta e ghiaccioli di tutti i gusti. Ma non e' finita qui.
In questo paese, ci sono anche immense foreste; sugli alberi, crescono splendidi abiti di ogni colore, fatti di prezioso velluto o di morbida seta. Sotto gli alberi, le scarpe spuntano dalla terra come fossero funghi; chi ha bisogno di vestiti nuovi si mette sotto un albero in pantofole e i pantaloni e le camicie scendono da soli. Sui cespugli crescono orologi d'oro e d'argento e magnifici gioielli con pietre preziose. Cio' che da noi costa caro, nel Paese della Cuccagna e' praticamente gratis; chi passeggia di notte con le braccia protese in avanti riceve una pioggia di monete d'oro. Gli anziani possono saltare dentro una fontana della giovinezza e farsi un bagno di tre giorni, in modo da ringiovanire. Nel Paese della Cuccagna, i bambini non si picchiano, ma giocano e cantano insieme tutti i giorni, divertendosi molto. In questo paese non ci si annoia mai; ci sono tanti giochi divertenti e vengono sempre organizzate gare. Chi da noi non ha molta fortuna, in questo paese puo' vincere sempre! Nel Paese della Cuccagna, anche gli individui piu' insulsi conducono una vita invidiabile; vengono nominati conti e trasportati sulle portantine. Chi non sa fare nient'altro che dormire, bere, mangiare e giocare viene nominato duca, ma viene eletto re il più sfaticato di tutti.
Adesso, cari bambini, sapete proprio tutto sul Paese della Cuccagna, ma devo avvertirvi che questo fantastico paese e' circondato da una muraglia di riso al latte, alta come una grande montagna. Questa muraglia si trova in mezzo ad una distesa di torte e dolci, in un paese molto colorato, che, probabilmente, conoscete gia': si tratta infatti del paese dei sogni.

[RobyMAD]

Approposito di bel paese. Io mi leggo tutte ste indicazioni e poi scopro che il paese si trova solo nei sogni. Eccheccavolo! Mi viene in mente un altro paese più realistico, uno dove prim'o poi c'andiamo tutti. Il primo cittadino è amico mio (anzi, non mio, ma di chi ne decanta l'esistenza)... e ci siamo tutti, là.
Non ti viene in mente niente?
Ciao, Roby.

[Giammarco De Vincentis]