ANTICA STORIELLA CINESE

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Beldanubioblu
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ANTICA STORIELLA CINESE

Messaggio da Beldanubioblu » mer ago 16, 2006 6:33 pm

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UN'ANTICA STORIELLA CINESE DEL SETTECENTO FRANCESE




In quella remota Provincia delle Terre Basse giunse un tempo il signor Li il
Benevolente.
Veniva dall'illustre Paese del Tramonto e seco recava una
mazza, che si era procurato nella Citta' delle Mille Benedizioni.
Con essa
mazza, penetrato furtivamente nell'accampamento della guardia imperiale,
colpi' il carro da guerra volante dell'imperatore.
Scampato a immediata
uccisione, in ceppi fu tratto, per sentenza degli imperiali giureconsulti.

Fu piu' e piu' volte chiesto al maestro Chi
di esprimere il suo giudizio
sulla vicenda, e il maestro Chi, che in gioventu' era stato edificatore di
citta' future e in vecchiaia cupo indovino di eventi passati, cosi' ebbe ad
esprimersi.
*
Ora che e' stata pronunciata la sentenza con la quale Li il Benevolente e'
stato condannato a pene assai gravose per la sua azione di danneggiamento di
alcune macchine da guerra volanti in un accampamento dell'armata imperiale
in quella remota Provincia delle Terre Basse, posso dire cosa di questa
vicenda penso senza piu' il timore che l'espressione delle mie opinioni
possa danneggiarlo.
E cio' che penso, succintamente espresso, e' questo.
*
Non e' nel Lume della Verita' che Fortifica un'iniziativa che per potersi
realizzare deve avvalersi del sotterfugio del furtivo introdursi; e non e'
nel Lume della Verita' che Fortifica un'iniziativa che per potersi
realizzare deve mettere gratuitamente a rischio una vita umana; e non e' nel
Lume della Verita' che Fortifica un'iniziativa che per potersi realizzare
deve mettere gratuitamente altri esseri umani nella condizione di rischiare
di divenire assassini; e non e' nel Lume della Verita' che Fortifica
un'iniziativa che mette un gesto, un atto, un simbolo, al di sopra del
valore infinito di una umana vita.
*
Tutti coloro che erano stati informati da Li il Benevolente della sua
intenzione, e che non lo hanno dissuaso, possono dirsi assai fortunati che
lui sia ancora vivo, e che una sentinella dell'accampamento imperiale non lo
abbia ucciso, cosa che sarebbe potuta facilmente accadere. Se fosse
accaduto, di quel sangue sarebbero or maculate anche le belle mani e le
candide vesti loro.
*
La Dottrina dell'Innocenza che Combatte e che Salva sa che ogni vita umana
e' un valore infinito, preziosa piu' dell'intero firmamento: la Dottrina
dell'Innocenza che Combatte e che Salva si oppone a tutte le uccisioni e mai
invita qualcuno a dare o ad esporsi alla morte, mai consente che qualcuno
alla morte consegni altri o se stesso.
*
La Dottrina dell'Innocenza che Combatte e che Salva sa che ogni gesto deve
essere educativo, esemplare, che ogni azione e' per sempre, e che solo e'
buona quell'azione che fa il bene e salva le vite.
L'azione di Li il
Benevolente e' invece, per disdoro suo e nostro, il contrario di
quell'omnicrazia cui ci esortava l'antico maestro della Citta' della
Dolcezza; sacrificale, ovvero interna a quel sistema vittimario che e' da
abolirsi per poter instaurare una civile convivenza; condotta senza quella
coerenza tra mezzi e fini che e' caratteristica fondamentale dell'azione nel
Lume della Verita' che Fortifica; militarista, ovvero interna a quella
modalita' di gestione del conflitto che e' sempre nemica dell'umanita';
diseducativa quindi infine, ed inammissibile pertanto.
*
Quel gesto segnala uno scacco e una disperazione. Ci dice che non basta
essere indignati contro le armi e le guerre, ma occorre anche saper
comprendere, giudicare ed agire in modo adeguato.
Ci dice che non basta
ritenersi amici della Dottrina dell'Innocenza che Combatte e che Salva
perche' le proprie azioni siano ipso facto nel Lume della Verita' che
Fortifica.
Ci dice che non ci sono scorciatoie, che i mezzi pregiudicano i
fini, che nell'essenziale aveva ragione l'antico maestro di Treviri: e' la
presa di coscienza della propria condizione da parte degli oppressi la
premessa e il motore della lotta per la liberazione dell'umanita'.
*
Chiedo mille volte perdono se mi sono permesso di esprimermi con tanta
franchezza e senza i convenevoli di rito, ma ho un'eta' e una storia che mi
consentono di farlo. Molte e molte volte mi e' capitato che persone che
intendevano commettere gesti che potevano recar loro i piu' gravi danni
venissero a chiedere il mio consiglio: non ho mai permesso a nessuno di loro
di fare il proprio male, non li ho giammai lasciati uscire dalla modesta mia
dimora finche' non mi avessero giurato che non si sarebbero esposti alla
morte.
Non c'e' bisogno di essere persone amiche della Dottrina dell'Innocenza che
Combatte e che Salva per capir questo, basta essere persone oneste.
Di gente che ha fatto morire altra gente, e che ancora, scandalosamente, osa
prendere la parola e impancarsi a maestra di verita', troppa ve ne e' per
doverne aumentare il numero.
*
Tutto questo detto, ai magistrati di quella Provincia delle Terre Basse va
chiesto un atto di clemenza nei confronti di Li il Benevolente: per quel che
vale la mia persona e la mia parola, anch'io chiedo un atto di clemenza.
Li il Benevolente e' infatti persona buona e generosa, la sua azione era
intesa a distruggere strumenti di morte per affermare il diritto alla vita
di ogni essere umano, e se anche e' mancata l'adeguazione del mezzo al fine,
quel fine e' un valore e la legge lo afferma: un atto di clemenza per Li il
Benevolente e' un atto di clemenza verso l'umanita', e per l'umanita' un
gesto di speranza.
E se l'azione di Li il Benevolente per come e' stata condotta ci trova non
consenzienti, la distruzione delle armi - che era il suo fine - ci trova
invece del tutto concordi, poiche' tutte le armi sono nemiche dell'umanita'
intera, e quindi di tutte le leggi che sono ordinate a salvaguardare la vita
e la dignita' di ogni essere umano e di tutta l'umanita': cosicche' abolire
le armi e' non solo anche la nostra persuasione, ma altresi' il mandato di
ogni ordinamento giuridico degno di questo nome.
*
Questo pensava il maestro Chi, ed aggiungeva mesto e lieve: "invecchio, e
divento ogni giorno piu' cieco, e assai ne sono grato al tempo, artefice
sovrano, poiche' questo mi impedisce di vedere tanti nuovi orrori, tante
nuove stoltezze, tante empieta' ulteriori, e presto avro' pace ove soltanto
pace si da'".
Questo diceva, e questo ci piacque trascrivere qui.





Luciella
Il sole non ti serve per vedere perchè tu luce sei in mezzo al buio...(Lucia Di Iulio)

RobyMAD
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Ciao penfriend

Messaggio da RobyMAD » dom set 03, 2006 9:48 pm

Ambiziosa storiella saggia. Un po' Landolfi come stile (precisione della parola, accuratezza, voglia di giocare.)
He, questi esami di Italiano che mi constringono a fare mi fanno fare commenti sempre più noiosi. Provvederò subito a mettermi nel carico didattico di quest'anno Sociologia della devianza (esite davvero, chissà com'è il docente).
Roby

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