Cari amici vi invito ad una riflessione ... sulla pedofilia

Solo lettura: dal maggio 2005 al maggio 2010
William
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Messaggio da William » ven mar 19, 2010 9:04 pm

Ho letto con attenzione tutti gli interventi. Mi sono iscritto da pochi giorni su questo forum e saluto caramente Don Armando e Davide77 che ho avuto la gioia di conoscere (anche se non personalmente, ma fa poca differenza quando di mezzo c'è l'amore al Signore e alla Nostra Mamma Santissima) in occasione delle prime pubblicazioni di Gocce di Luce.

Veniamo al dunque. A queste ferite di queste sorelle e fratelli che sembrano (ma in realtà non è così) non avere mai guarigione. E a questi fratelli e sorelle, cosiddetti carnefici, che in realtà sono essi stessi vittime di una ferocia che ha un solo nome: mancanza di amore. Che conduce ad aprire la porta alle più innominabili bassezze del male.

Per quanto ci sforziamo siamo lontani anni luce dal percepire l'amore misericordioso che il Signore nutre sia per le vittime che per i carnefici di queste cose.
Dobbiamo solo credere fermamente che il Signore, se lo invochiamo, può guarire. Che l'azione dello Spirito Santo spazza via ogni negatività, secondo i tempi del Signore.
Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio.
Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. (1 Gv 4,16)

ALICE
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Messaggio da ALICE » ven mar 19, 2010 9:39 pm

grazie william di essere con noi sei una persona estremamente rassicurante e piena di Spirito Santo..... :D

William
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Messaggio da William » ven mar 19, 2010 9:49 pm

ALICE ha scritto:grazie william di essere con noi sei una persona estremamente rassicurante e piena di Spirito Santo..... :D
Grazie cara...
Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio.
Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. (1 Gv 4,16)

Miosotis
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per la lettrice anonima

Messaggio da Miosotis » sab mar 20, 2010 9:15 am

Redazione ha scritto:INVIATA AL FORUM .

Riteniamo corretto mantenere l'anonimato
Vivi con gli occhi di chi ha vissuto e forse riuscirai a capire….

Lettera mancata: Sai cosa vuol dire ?

Non poterti guardare negli occhi,
aver paura di starti vicino ?
Non è l’affetto di un padre
a farmi paura, ma ogni
occasione è buona per
non farmi sentire pura.
Sfuggirti dalle mani , quando tra le onde
del mare mi sento prigioniera,
perché tu dici ,che vuoi solo insegnarmi a nuotare.
Quando il cuore si sente soffocare
solo a starti vicino, perché teme.
Sai cosa vuol dire ,non poterne parlare
con nessuno, per paura che quella tue mani
possano sferrare una violenza inaudita,
mentre qualcuno s’accorge e non muove un dito,
pur conoscendo la dura realtà.
Sai cosa vuol dire, cercare di capire
che sto diventando donna troppo presto,
che ho paura di vivere la mia età
che vorrei fuggire ,ma non saprei dove andare.
Non mi chiedo dove sia Dio in quel momento, non ne ho il tempo
Ma comprendo solo che in te, c’è tutt’altro che un Dio.
Sai cosa vuol dire ,crescere con la paura
di abbandonarsi al primo amore,
di sfuggire alla gioia di una carezza?
Sono foglie secche ormai i ricordi,
ma la rabbia scorre dentro ,
scivola impetuosa come una cascata,
e benché mi sforzi tra i singhiozzi
di rigettarla indietro , risale impetuosa
ad ogni scorrere del tempo.

Oggi sono mamma e moglie felice, ho vissuto una situazione che solo il buon Dio non ha voluto sfociasse in violenza, non lo ha permesso. Tutto quel che è successo ti segna, guardi l’altro sesso con grandissima diffidenza, insegni ai tuoi stessi figli che non bisogna mai fidarsi.
Eviti un sorriso, non incroci uno sguardo e un bacio sulla fronte di stupisce, perché ritrovi dentro un tenerezza , un ingenuità che non hai mai conosciuto.
Non ho voluto fargli del male, ne avrei avuto il modo e avrei potuto farlo.
Lo avrei potuto punire , ma non me la son sentita , gli ho dato la possibilità di vivere la sua vita da individuo libero, la gente continua a puntarlo con un dito per tante altre cose, ma non per come ha agito verso di me, la gente non sa. Viviamo nella stessa città ,senza vederci né parlarci ormai da moltissimi anni …
Non ha mai chiesto di poter vedere i suoi nipoti ed io ne sono felicissima: come avrei potuto lasciare la mia bimba giocare col nonno , fidarmi delle sue mani, di quelle mani..
Prego il buon Dio perché non li reclami mai i suoi nipoti, ne avrebbe tutto il diritto di farlo, ma a quel punto ,io dovrei parlare , permettergli di vederli solo in mia presenza e dovrei giustificare questa mia richiesta, spero di non doverlo fare mai.
Non lo odio, non fa parte di me questo sentimento..ma le impronte restano, ti segnano.
Bisogna parlarne fare un chiasso assordante, ma non lo si fa per omertà, per paura delle conseguenze ;
curare in segreto chi arreca il danno non serve, spesso come nel mio caso ,sono persone che hanno avuto una vita difficile e questo fa si, che ripercuotano il tutto all’interno di una famiglia ,che gli sta stretta.
Non serve dargli amore, serve solo a placare i loro animi , è solo un palliativo, non cambieranno mai,
si diranno pentiti, ma non resisteranno alla prossima tentazione.
La vittima innocente dimenticherà totalmente, solo se la violenza è avvenuta in tenera età e troverà chi si prenderà cura di lei con profondo affetto.
Per il resto si potrà perdonare, ma non dimenticare , si eviterà sempre di avere un contatto .
Carissimi, guardare con gli occhi di un buon cristiano è una cosa, viverla è altro, sprecare parole per questi esseri è totalmente inutile, ne avrei sprecate anch’io se non avessi vissuto un ‘esperienza simile: essi sono si, figli di Dio , ma nel cuore e nella mente , hanno ben altro.
Un abbraccio.

Cara amica, le tue parole arrivano dritto al cuore. Purtroppo la vittima innocente in tenera età non dimentica, se non temporaneamente. Col tempo, tutto viene fuori, e deve essere affrontato con coraggio e determinazione. Tu dici che quello che è successo non è sfociato nella violenza, ma ti sbagli. La violenza è stata fatta, perchè qualsiasi gesto inappropriato nei confronti di un minorenne è una violenza. E se chi compie quei gesti è un padre o un parente stretto (o un prete) di cui ci si dovrebbe poter fidare, le ferite sono ancora più profonde. Non so se hai intrapreso davvero il cammino di guarigione: non basta ragionarci sopra, bisogna veramente andare a cercare quella ragazzina spaventata in ogni angolo del tuo essere, abbracciarla, cullarla, darle coraggio e amore e poi recuperare i ricordi, dare sfogo alle emozioni che non eri in grado di affrontare in quel momento (ma che oggi puoi guardare in faccia perchè sei adulta e hai acquisito i mezzi per poterlo fare in sicurezza). Si tratta di un lungo cammino, molto difficile, ma importantissimo per la tua serenità. Se l'hai fatto, buon per te. Se invece non ancora inizi oppure stai a metà del cammino, forse potresti trovare un aiuto (in particolare per la guarigione dello spirito) qui http://andareoltreinsieme.wordpress.com
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

Miosotis
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Re: non mi sono spiegata

Messaggio da Miosotis » sab mar 20, 2010 10:40 am

ALICE ha scritto:scusate non volevo dire che in assoluto chi viene vilentato lo sarà pur lui nella vita......però...testi scenftifici dimostrano che il comportamento ahimè molte volte viene reiterato con la incoscienza di farlo...su questo punto esistono le eccezioni e ...sicuramente sono pure molte,x fortuna ma mi sono trovata molte volte a discutere con persone adulte maschix lo più che mi davano della bigotta xchè non riuscivo a capire l atteggiamento del violentatore(queste persone erano state violentate da piccoli in casa dallo zio).....ragazzi è molto dura ogni persona la vive a modo proprio l unica cosa è che IL SENSO DI COLPA UCCIDE SEMPRE....io ribadisco che ogni storia ha la sua vita e il suo decorso...le donne solitamente sono sempre cque quelle che in fin dei conti subiscono più conseguenze....che Dio benedica queste anime distrutte...ma sicuramente elette.
ma le leggi DOVE SONO? E SOPRATTUTTO CHE LE FA RISPETTARE?INOLTRE NON VORREI APRIRE UN ALTRO PUNTO MA ANCHE I PRETI VIOLENTATORI DOVREBBERO ESSERE SBATTUTI FUORI DALLA CHIESA E NON....SPOSTATI....DI QUALCHE METRO.....E IL DIRITTO CANONICO COSA DICE???????????????????LASCIAMO PERDERE
Cara Alice, la tua prima risposta è stata quella di una persona molto schietta che dice pane al pane e vino al vino. E va bene come risposta iniziale, ma poi sei tornata con questa perla di commento, e te ne ringrazio! E' vero, il senso di colpa uccide sempre, e di solito è la vittima che lo prova e si tormenta per anni, senza trovare via d'uscita se non in atteggiamenti e comportamenti autodistruttivi e anche "altro-distruttivi". Quanto dici sui testi scientifici, purtroppo è vero, si rischia di reiterare nella veste di carnefice, inconsapevolmente o consapevolmente che sia. Ho un'amica americana, sopravvissuta ad abusi, che è poi diventata psicoterapeuta e ha curato tantissime vittime e anche carnefici. Ha scritto un libro, il libro che sto traducendo qui : http://andareoltreinsieme.wordpress.com, si dove spiega il meccanismo che si può innescare in questi casi. Lei ha studiato tantissimo ed è tutto documentato, sia come bibliografia, ma più significativamente, dalla sua esperienza trentennale come terapeuta: tutti i carnefici sono stati vittime di abusi di qualche genere. Ma attenzione::!!! allo stesso tempo, la stragrande maggioranza delle vittime NON diventa carnefici.

Questo cosa ci dice? Ci dice innanzitutto che bisogna aprire questo vaso di Pandora, proprio come si sta facendo da qualche anno a questa parte. Per quanto penoso, bisogna parlarne, perchè da qui può venire la salvezza. Questo vale in particolar modo per la Chiesa, che ha sempre avuto la tentazione di nascondere la verità a se stessa e al mondo, ma grazie a Dio, lo scompiglio voluto dallo Spirito Santo sta obbligando tutti, anche il Papa negli ultimi due anni (ma non prima, o perlomeno non tempestivamente e non a sufficienza!!), ad affrontarlo con coraggio.

Un'altra cosa che ci dice è che le vittime devono essere curate, per scoungiurare il rischio di trasformarsi in carnefici, e coloro che cadessero in questa trappola devono essere guardati con amore e curati, ma devono anche "pagare" per quello che hanno fatto in qualche modo, anche se questo significasse scontare una pena in prigione o in qualche luogo separato dal mondo, (chiusi a chiave, non solo sulla parola o sotto obbligo di obbedienza come si è fatto spesso nella Chiesa!! e non un luogo di lusso con tutti i comforts) per garantire che non possano fare del male a nessuno mentre si curano.

Un inciso per don Armando: sarebbe bello poter curare tutte le vittime così, non solo i sacerdoti, ma la maggior parte di coloro che vanno in prigione, fanno una fine terribile, poiche in carcere, ci sono crimini imperdonabili che meritano una pena adeguata secondo le leggi non scritte del mondo carcerario sommerso. Una domanda provocatoria: per quale motivo curare i preti in qualche luogo riposante con le premure amorevoli dei fratelli, ma non dare la stessa possibilità ai pedofili comuni? E non potrebbe questo essere un modo per la Chiesa di riscattarsi dagli errori degli ultimi 50 anni (ma non è che non succedeva prima, solo che era ancora più sommerso perche le vittime non fiatavano)? Si, la Chiesa potrebbe aggiungere questo ai tanti servizi a favore degli Uomini: farsi promotrice di iniziative incisive per guarire chi si ammala di questo morbo. Usare i suoi tanti beni immobiliari vuoti e decadenti, per dare a queste persone un luogo dove stare e curarsi. Ma prima di fare questo, deve studiare il fenomeno, e smettere di negare il seminario agli omosessuali. La pedofilia è una malattia che non ha nulla a che fare con la sessualità. Ciò che attira in realtà il pedofilo è il senso di onnipotenza e potere che ha sulle sue vittime. Ecco perchè una vittima rischia di cadere in questa trappola: non riesce ad accettare il ruolo vittima, non avere il potere di fermare quel male. Inconsapevolemente lo trasforma nel bisogno di affermarsi prendere in mano il controllo, e forse perfino punire se stesso per la sua debolezza attraverso la punizione di un altro bambino.

Per quanto riguarda le cure, gli psicologi devono essere preparati meglio, facendo corsi magari in America, dove grandi passi in avanti sono stati fatti nella ricerca sulle cure migliori per queste persone. Le vittime possono anche trarre beneficio dai testi e da altre iniziative nuove ed interessanti (ma purtroppo in Italia queste cose sono sconosciute tranne per pochi testi tradotti)

Se cediamo, come società e come chiesa, alla tentazione di nascondere la verità, a causa di un falso e sterile senso di pudore cristiano che non è altro che ipocrisia, non riusciremo a sconfiggere questo male. Quindi, per l'amore di Dio, parliamone!!
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

Miosotis
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Messaggio da Miosotis » sab mar 20, 2010 11:35 am

Cari amici vi ringrazio per questo scambio utile e sicuramente fruttuoso su quest'argomento così difficile. Permettete che mi presenti: sono una donna di 50 anni, nata e cresciuta negli stati uniti e da 28 anni sposata e residente in italia. Come avrete capito, sono io la persona che ha scritto la poesia nel primo post. Ho subito abusi da parte di due persone: da un parente stretto dall'età di 3 anni fino all'adolescenza, e dall'età di 6 anni da parte del bidello in una scuola cattolica parrocchiale. Quest'uomo ha mietuto moltissime vittime nei 30 anni in cui ha lavorato in quella scuola, tra cui anche il mio primo abusatore. Crescendo, ho acquisito una sempre maggiore forza e consapevolezza, tale da darmi il coraggio di liberarmi prima di uno e poi dell'altro carnefice. Dopo molti anni di silenzio e paralisi spirituale ed emotiva, ho iniziato un cammino di guarigione psicologica e spirituale.

Ho pensato un paio d'anni fa di mettere a disposizione di altri gli strumenti che mi sono stati utili per compiere questo cammino difficile e pieno di spine, ma che mi ha portato a perdonare i miei malfattori e anche me stessa (come ho detto prima, la vittima si sente sempre in colpa anche quando oggettivamente di colpe non ne ha).

La mia missione è quella di incrementare (a titolo totalmente gratuito) la consapevolezza in chi ha subito questo male e in chi per solidarietà si sente vicino alle vittime. Il succo del discorso è questo: il male, se lo conosci lo puoi sconfiggere. La vita è bella e vale la pena di essere vissuta (come diceva la mia scrittrice preferita Etty Hillesum) nonostante i mali più terribili che si possa immaginare. La guarigione da questo male è possibile e auspicabile, sia per chì lo riceve che per chi lo compie. La strada della guarigione comprende due percorsi complementari e parallele: quella psicologica e quella spirituale. L'unico che veramente ci guarisce è Gesù.

Il mezzo che ho scelto per compiere questa missione è un blog: http://andareoltreinsieme.wordpress.com. A coloro che hanno subito, o che conoscono persone che hanno subito abusi, o più semplicemente a chi vorrebbe saperne di più, invio un caloroso invito ad affacciarsi per verificare la serietà della mia iniziativa, spiegata nella pagina "about".

Vi ringrazio per l'ospitalità che mi avete dato e vi auguro un buon cammino di fede, lasciandovi con un altro mio scritto che descrive il cammino che ho fatto, chiedendo anticipatamente perdono per la lunghezza ma penso che sia importante lasciare l'introduzione al mio testo. Grazie per la pazienza!

Ciao e a presto!


Riporto un testo di Gianfranco Ravasi, che ha suscitato poi una mia composizione, Tutto Cio Che Ti Posso Dare:

"Questo dialogo tra il Signore e l’anima occupa una pagina – intitolata “Comunione” – del Diario segreto della poetessa francese Marie Noèl (1883-1967), una donna dall’intensa spiritualità. Essa si presenta a Cristo con le mani vuote, la bocca chiusa, il cuore triste, la mente sterile. È uno stato interiore che non è appannaggio solo di chi è infelice o è piombato nell’indifferenza religiosa e umana. No, anche grandi mistici come Teresa d’Avila sentirono affiorare nello spirito questa onda di nausea, di gelo, di cenere, che genera l’aridità dell’anima.
In quel momento è facile sentirsi inutili per sé, per gli altri e per Dio e lasciarsi prendere dal gorgo dell’inerzia e della desolazione. Ma è a questo punto che scatta la replica di Dio. L’immagine dello straccivendolo che raccoglie i rifiuti e non bada persino alla sporcizia è forte ma evangelica. Sappiamo, infatti, che Cristo visse sistematicamente circondato da quelli che erano, allora e oggi, gli scarti della società perbene. Eppure non aveva nessuna esitazione nell’affermare che essi – sì, pubblicani, prostitute e peccatori – sarebbero stati i primi nel regno dei cieli, proprio perché consapevoli della loro miseria, liberi da ogni altezzosità, pronti ad afferrare la mano di quel Dio che salva ogni uomo o donna che in lui confida."

COME UNO STRACCIVENDOLO
«Sono qui, mio Dio, Mi cercavi? Cosa volevi da me?
Non ho nulla da darti.
Dal nostro ultimo incontro non ho messo da parte nulla per te.
Nulla, nemmeno una buona azione o una buona parola.
Ero troppo triste. Nulla, se non il disgusto di vivere, la noia, la sterilità».
Cristo mi disse: «Dammi le tue miserie!».
E io: «Signore, ma allora tu, come uno straccivendolo, raccogli tutti i rifiuti. Che ne vuoi fare?».
E il Signore rispose: «II regno dei cieli!».



Tutto Ciò Che Ti Posso Dare

Sono qui, mio Dio, Mi cercavi?.
Cosa volevi da me?
Non ho nulla da darti.
Ciò che avevo di più prezioso
mi è stato rubato
e non ho più nulla in mano.

La mia anima ferita sanguina ancora
e il mio cuore non smette di piangere
ciò che la bambina ha perduto.
Non ho nulla di meritevole
da donarti oggi,
ma chiedo a te,
il Signore del tempo e della vita,
di poter tornare indietro,
per donarti la mia innocenza
e le mie ferite,
per donarti le mie lacrime di allora
e soprattutto quelle di oggi.

Ti dono la solitudine
dell’infanzia,
dell’adolescenza
e della mia vita di adulta.
Ti dono le mie incongruenze
e le mie debolezze,
le mie angosce,
il senso di vulnerabilità
e di inadeguatezza
che mi accompagnano da sempre.

Ti chiedo solo questo:
Guariscimi Gesù,
tu che puoi tutto!
Solleva il mio cuore
dall’oppressione
e dalla tentazione
della disperazione,
e al loro posto
dammi la gioia
di sapere che tu mi ami,
che tu mi hai sempre amato.
Dimmi che tu eri lì
insieme a me durante il mio supplizio,
che mi tenevi per mano,
che piangevi al mio fianco.
Dimmi che hai letto ogni parola
scritta e non scritta
sul muro della mia stanza,
e nello scrigno del mio cuore.

Soprattutto, fa che possa trovare
la forza di perdonare me stessa
come ho perdonato
coloro che mi hanno tanto ferita.
Fa che, certa del tuo Amore,
possa iniziare
ad amare me stessa,
e che possa sperare
di incontrarti un giorno
e non stare mai più
lontana da te!


"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

Ospite
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Messaggio da Ospite » sab mar 20, 2010 11:38 am

Ciao Miosotis, non voglio dilungarmi troppo, hai detto tutto, moltissimo su quanto c'era da dire, a volte c'è silenzio troppo silenzio e omertà all'interno della Chiesa che dovrebbe essere la prima ad alzare la voce contro questi scandali dando il buon esempio, ma non ha voluto farlo,
non ha voluto rimescolare nel fango, per fortuna ha iniziato a farlo, fose
qualche risultato ci sarà, questo per quanto riguarda
il problema della pedofilia.
Nel tuo intervento hai giustamente affiancato il tema dell'elaborazione del lutto.. mi addolora dirlo ma in questo caso la Chiesa non solo non fa
udire la sua voce consolatrice , ma se sollecitati ad intevenire ti ignorano
completamente.
Altra amarezza che mi porto dentro è che quando cerchi spiegazioni
o più semplicemente provi a far comprendere come è difficile
convivere con un tale dolore, ti trovi difronte ad un muro, addirittura a volte vieni attaccata come se stessi dicendo delle stupidità.
Ti dico questo in qualità di una dei tanti soci del gruppo di ascolto
e mutuo-aiuto finalizzato ad aiutare e sostenere chi viene colpito dalla perdita immane di un proprio caro, specialmente se giovanissimo (vedi www.figlitornatialpadre.com").
Purtroppo più passa il tempo e più gli eventi mi fanno
capire che non c'è spazio ne tempo per curare le ferite di chi si trova impotente e smarrito ad affrontare questa dura realtà. Non ci sono strutture spirituali ne servizi sociali per questo tipo di assistenza diretta alle famiglie nel lutto, che non poche volte sono sopraffatte dalla disperazione e si frantumano nella fatica di sopravvivere a un così grande dolore.
Io sono stata fortunata, ho incontrato la Madonna e Gesù sulla mia strada che mi hanno indicato la via e mi hanno dato la forza di reagire ma non per tutti è così ed io invece vorrei poterli aiutare ma sono poca cosa, posso solo pregare. La Chiesa invece può fare tanto, deve solo prendere coscienza di questa grande fetta di umanità sofferente ed agire di conseguenza.
La mia non vuole essere una critica, ne tantomeno una polemica, ma solo una semplice constatazione della cruda realtà.
Ringrazio il Cielo che ci siano siti di preghiera e testimonianza come
questo "innamorati della Madonna", che ti permettono di comunicare agli altri le proprie problematiche ed ottenere quella solidarietà di cui si ha tanto bisogno.

ALICE
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CARISSIMA MIOSOTIS

Messaggio da ALICE » sab mar 20, 2010 12:30 pm

SONO PIENAMENTE D ACCORDO SU TUTTO CON TE...SONO DA 4 ANNI IN ANALISI...PURTROPPO I PRIMI TRE PASSATI DA UNA PSICOLOGA INCOMPETENTE XCHè AHIMè IO VIVO A RIMINI E IN ZONA GENTE A CUI AFFIDARE IL CERVELLO C è N è DAVVERO POCA.....PERCHè LA MENTE è TUTTO è POTENZA è SALUTE ANCHE FISICA è DISTRUZIONE,COSTRUZIONE ETC...QUANDDO APRI IL VASO NON SI SA MAI COSA SI TROVA E SVUOTARE "I BIDONI DI PATTUME " CHE SONO DENTRO DI NOI NONO SOLO FA MALE MA PUò FARE MOLTO MALE AL FISICO COME è SUCCESSO A ME.......X FORTUNA DOPO DUE ANNI AL BUIO HO TROVATO UNO PSICHIATRA PROFF DE BENEDITTIS,UN ILLUMINATO HA 4 SPECIALIZZAZIONI PSICHIATRIA NEUROCHIRUURGIA ANESTESISTA E DIRETTORE DELL IPNOSI IN ITALIA CON LA QUALE MI STA CURANDO FISICO E MENTE IN MANIERA PAZZESCA...RAGAZZI SIAMO TROPPO INDIETRO IN ITALIA LUI FA CONGRESSI IN AMERICA AUSTRALIA...IO TUTTI I MIEI SOLDI LI STO INVESTENDO LI MA....RICORDATEVI CHE IL PIù GROSSO LUSSO è AMARSI E CON LA PREGHIERA IN ASSOLUTO CRESCITA SPIRITUALE MA ANCHE INEVITABILMENTE PSCICHICA......LA VITA VOLA.
SAPESTE QUANTE NE HO VISTE...USCIRà UN ARTICOLO SULLA MIA STORIA PROPRIO ORA IN APRILE...4 PAGINE IN CUI DENUNCIO LA SANITà CHE BLOCCA OGNI RICERCA XCHè CONVIIENE ALLA SANITà AVERE MALATI CRONICI COSI SI ARRICCHISCONO LE CASSE COMUNI LE CASE FARMMACEUTICHE E....L ITALIA IN QUESTO SENSO è UN PAESE SOTTOSVILUPPATO.UN POSTO LETTO X DOLORI CRONICI A MILANO SE SEI FORTUNATO ENTRI DOPO ANNI.....FORZA PROFF DE BENEDITTIS è RIMASTO SOLO CONTRO LE ISTITUZIONI...MA IO PREGHIERò SEMPRE X LEI XCHè HA SCELTO A DISCAPITO DELLE PRIVATIZZAZIONI DI STARE PRENDENDO UNA MISERIA DALLA PARTE DEI DEBOLI :lol: ...MALATI
CIAO MIOSOTIS tutto vero quello che dici condivido a pieno...e ne avrei tante da dire sulla sanità che è in mano a......lasema ste...si dice dalle mie parti
la chiesa deve cambiare anche xchè ha la potenza di farlo(soldi)...la sanità...dove ci sono proprio quelli di chiesa :oops:

Ospite
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La lettera del Papa alla Chiesa d'Irlanda

Messaggio da Ospite » sab mar 20, 2010 12:31 pm

Carissimi, riporto qui la lettera del Papa alla Chiesa d'Irlanda, riguardo alla pedofilia , è vero è rivolta alla Chiesa Irlandese, ma la posizione e le idee del Papa mi pare valgano anche per l'argomento pedofilia in generale.

Cari fratelli e sorelle della Chiesa in Irlanda, è con grande preoccupazione che vi scrivo come Pastore della Chiesa universale. Come voi, sono stato profondamente turbato dalle notizie apparse circa l’abuso di ragazzi e giovani vulnerabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda, in particolare da sacerdoti e da religiosi. Non posso che condividere lo sgomento e il senso di tradimento che molti di voi hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati. Come sapete, ho recentemente invitato i vescovi irlandesi ad un incontro qui a Roma per riferire su come hanno affrontato queste questioni nel passato e indicare i passi che hanno preso per rispondere a questa grave situazione. Insieme con alcuni alti Prelati della Curia Romana ho ascoltato quanto avevano da dire, sia individualmente che come gruppo, mentre proponevano un’analisi degli errori compiuti e delle lezioni apprese, e una descrizione dei programmi e dei protocolli oggi in essere. Le nostre riflessioni sono state franche e costruttive. Nutro la fiducia che, come risultato, i vescovi si trovino ora in una posizione più forte per portare avanti il compito di riparare alle ingiustizie del passato e per affrontare le tematiche più ampie legate all’abuso dei minori secondo modalità conformi alle esigenze della giustizia e agli insegnamenti del Vangelo.

2. Da parte mia, considerando la gravità di queste colpe e la risposta spesso inadeguata ad esse riservata da parte delle autorità ecclesiastiche nel vostro Paese, ho deciso di scrivere questa Lettera Pastorale per esprimere la mia vicinanza a voi, e per proporvi un cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione. In realtà, come molti nel vostro Paese hanno rilevato, il problema dell’abuso dei minori non è specifico né dell’Irlanda né della Chiesa. Tuttavia il compito che ora vi sta dinnanzi è quello di affrontare il problema degli abusi verificatosi all’interno della comunità cattolica irlandese e di farlo con coraggio e determinazione. Nessuno si immagini che questa penosa situazione si risolverà in breve tempo. Positivi passi in avanti sono stati fatti, ma molto di più resta da fare. C’è bisogno di perseveranza e di preghiera, con grande fiducia nella forza risanatrice della grazia di Dio. Al tempo stesso, devo anche esprimere la mia convinzione che, per riprendersi da questa dolorosa ferita, la Chiesa in Irlanda deve in primo luogo riconoscere davanti al Signore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi. Una tale consapevolezza, accompagnata da sincero dolore per il danno arrecato alle vittime e alle loro famiglie, deve condurre ad uno sforzo concertato per assicurare la protezione dei ragazzi nei confronti di crimini simili in futuro. Mentre affrontate le sfide di questo momento, vi chiedo di ricordarvi della "roccia da cui siete stati tagliati" (Is 51, 1). Riflettete sui contributi generosi, spesso eroici, offerti alla Chiesa e all’umanità come tale dalle passate generazioni di uomini e donne irlandesi, e lasciate che ciò generi slancio per un onesto auto-esame e un convinto programma di rinnovamento ecclesiale e individuale. La mia preghiera è che, assistita dall’intercessione dei suoi molti santi e purificata dalla penitenza, la Chiesa in Irlanda superi la presente crisi e ritorni ad essere un testimone convincente della verità e della bontà di Dio onnipotente, rese manifeste nel suo Figlio Gesù Cristo.

3. Storicamente i cattolici d’Irlanda si sono dimostrati una enorme forza di bene sia in patria che fuori. Monaci celtici come San Colombano diffusero il vangelo nell’Europa Occidentale gettando le fondamenta della cultura monastica medievale. Gli ideali di santità, di carità e di sapienza trascendente che derivano dalla fede cristiana, hanno trovato espressione nella costruzione di chiese e monasteri e nell’istituzione di scuole, biblioteche e ospedali che consolidarono l’identità spirituale dell’Europa. Quei missionari irlandesi trassero la loro forza e ispirazione dalla solida fede, dalla forte guida e dai retti comportamenti morali della Chiesa nella loro terra natìa. Dal ’500 in poi, i cattolici in Irlanda subirono un lungo periodo di persecuzione, durante il quale lottarono per mantenere viva la fiamma della fede in circostanze pericolose e difficili. Sant’Oliver Plunkett, l’Arcivescovo martire di Armagh, è l’esempio più famoso di una schiera di coraggiosi figli e figlie dell’Irlanda disposti a dare la propria vita per la fedeltà al Vangelo. Dopo l’Emancipazione Cattolica, la Chiesa fu libera di crescere di nuovo. Famiglie e innumerevoli persone che avevano preservato la fede durante i tempi della prova divennero la scintilla di una grande rinascita del cattolicesimo irlandese nell’800. La Chiesa fornì scolarizzazione, specialmente ai poveri, e questo avrebbe apportato un grande contributo alla società irlandese. Tra i frutti delle nuove scuole cattoliche vi fu un aumento di vocazioni: generazioni di sacerdoti, suore e fratelli missionari lasciarono la patria per servire in ogni continente, specie nel mondo di lingua inglese. Furono ammirevoli non solo per la vastità del loro numero, ma anche per la robustezza della fede e la solidità del loro impegno pastorale. Molte diocesi, specialmente in Africa, America e Australia, hanno beneficiato della presenza di clero e religiosi irlandesi che predicarono il Vangelo e fondarono parrocchie, scuole e università, cliniche e ospedali, che servirono sia i cattolici, sia la società in genere, con particolare attenzione alle necessità dei poveri. In quasi tutte le famiglie dell’Irlanda vi è stato qualcuno – un figlio o una figlia, una zia o uno zio – che ha dato la propria vita alla Chiesa. Giustamente le famiglie irlandesi hanno in grande stima ed affetto i loro cari, che hanno offerto la propria vita a Cristo, condividendo il dono della fede con altri e attualizzandola in un’amorevole servizio di Dio e del prossimo.

4. Negli ultimi decenni, tuttavia, la Chiesa nel vostro Paese ha dovuto confrontarsi con nuove e gravi sfide alla fede scaturite dalla rapida trasformazione e secolarizzazione della società irlandese. Si è verificato un rapidissimo cambiamento sociale, che spesso ha colpito con effetti avversi la tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici. Molto sovente le pratiche sacramentali e devozionali che sostengono la fede e la rendono capace di crescere, come ad esempio la frequente confessione, la preghiera quotidiana e i ritiri annuali, sono state disattese. Fu anche determinante in questo periodo la tendenza, anche da parte di sacerdoti e religiosi, di adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo. Il programma di rinnovamento proposto dal Concilio Vaticano Secondo fu a volte frainteso e in verità, alla luce dei profondi cambiamenti sociali che si stavano verificando, era tutt’altro che facile valutare il modo migliore per portarlo avanti. In particolare, vi fu una tendenza, dettata da retta intenzione ma errata, ad evitare approcci penali nei confronti di situazioni canoniche irregolari. È in questo contesto generale che dobbiamo cercare di comprendere lo sconcertante problema dell’abuso sessuale dei ragazzi, che ha contribuito in misura tutt’altro che piccola all’indebolimento della fede e alla perdita del rispetto per la Chiesa e per i suoi insegnamenti. Solo esaminando con attenzione i molti elementi che diedero origine alla presente crisi è possibile intraprendere una chiara diagnosi delle sue cause e trovare rimedi efficaci. Certamente, tra i fattori che vi contribuirono possiamo enumerare: procedure inadeguate per determinare l’idoneità dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa; insufficiente formazione umana, morale, intellettuale e spirituale nei seminari e nei noviziati; una tendenza nella società a favorire il clero e altre figure in autorità e una preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona. Bisogna agire con urgenza per affrontare questi fattori, che hanno avuto conseguenze tanto tragiche per le vite delle vittime e delle loro famiglie e hanno oscurato la luce del Vangelo a un punto tale cui non erano giunti neppure secoli di persecuzione.

5. In diverse occasioni sin dalla mia elezione alla Sede di Pietro, ho incontrato vittime di abusi sessuali, così come sono disponibile a farlo in futuro. Mi sono soffermato con loro, ho ascoltato le loro vicende, ho preso atto della loro sofferenza, ho pregato con e per loro. Precedentemente nel mio pontificato, nella preoccupazione di affrontare questo tema, chiesi ai Vescovi d’Irlanda, in occasione della visita ad Limina del 2006, di «stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i princìpi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi» (Discorso ai Vescovi dell’Irlanda, 28 ottobre 2006). Con questa Lettera, intendo esortare tutti voi, come popolo di Dio in Irlanda, a riflettere sulle ferite inferte al corpo di Cristo, sui rimedi, a volte dolorosi, necessari per fasciarle e guarirle, e sul bisogno di unità, di carità e di vicendevole aiuto nel lungo processo di ripresa e di rinnovamento ecclesiale. Mi rivolgo ora a voi con parole che mi vengono dal cuore, e desidero parlare a ciascuno di voi individualmente e a tutti voi come fratelli e sorelle nel Signore.

6. Alle vittime di abuso e alle loro famiglie
Avete sofferto tremendamentee io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata. Molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava. Quelli di voi che avete subito abusi nei convitti dovete aver percepito che non vi era modo di fuggire dalle vostre sofferenze. È comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa. A suo nome esprimo apertamente la vergogna e il rimorso che tutti proviamo. Allo stesso tempo vi chiedo di non perdere la speranza. È nella comunione della Chiesa che incontriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Come voi, egli porta ancora le ferite del suo ingiusto patire. Egli comprende la profondità della vostra pena e il persistere del suo effetto nelle vostre vite e nei vostri rapporti con altri, compresi i vostri rapporti con la Chiesa. So che alcuni di voi trovano difficile anche entrare in una chiesa dopo quanto è avvenuto. Tuttavia, le stesse ferite di Cristo, trasformate dalle sue sofferenze redentrici, sono gli strumenti grazie ai quali il potere del male è infranto e noi rinasciamo alla vita e alla speranza. Credo fermamente nel potere risanatore del suo amore sacrificale – anche nelle situazioni più buie e senza speranza – che porta la liberazione e la promessa di un nuovo inizio. Rivolgendomi a voi come pastore, preoccupato per il bene di tutti i figli di Dio, vi chiedo con umiltà di riflettere su quanto vi ho detto. Prego che, avvicinandovi a Cristo e partecipando alla vita della sua Chiesa – una Chiesa purificata dalla penitenza e rinnovata nella carità pastorale – possiate arrivare a riscoprire l’infinito amore di Cristo per ciascuno di voi. Sono fiducioso che in questo modo sarete capaci di trovare riconciliazione, profonda guarigione interiore e pace.

7. Ai sacerdoti e ai religiosi che hanno abusato dei ragazzi
Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa. Vi esorto ad esaminare la vostra coscienza, ad assumervi la responsabilità dei peccati che avete commesso e ad esprimere con umiltà il vostro rincrescimento. Il pentimento sincero apre la porta al perdono di Dio e alla grazia del vero emendamento. Offrendo preghiere e penitenze per coloro che avete offeso, dovete cercare di fare personalmente ammenda per le vostre azioni. Il sacrificio redentore di Cristo ha il potere di perdonare persino il più grave dei peccati e di trarre il bene anche dal più terribile dei mali. Allo stesso tempo, la giustizia di Dio esige che rendiamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla. Riconoscete apertamente la vostra colpa, sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio.

8. Ai genitori
Siete stati profondamente sconvolti nell’apprenderele cose terribili che ebbero luogo in quello che avrebbe dovuto essere l’ambiente più sicuro di tutti. Nel mondo di oggi non è facile costruire un focolare domestico ed educare i figli. Essi meritano di crescere in un ambiente sicuro, amati e desiderati, con un forte senso della loro identità e del loro valore. Hanno diritto ad essere educati ai valori morali autentici, radicati nella dignità della persona umana, ad essere ispirati dalla verità della nostra fede cattolica e ad apprendere modi di comportamento e di azione che li portino ad una sana stima di sé e alla felicità duratura. Questo compito nobile ed esigente è affidato in primo luogo a voi, loro genitori. Vi esorto a fare la vostra parte per assicurare la miglior cura possibile dei ragazzi, sia in casa che nella società in genere, mentre la Chiesa, da parte sua, continua a mettere in pratica le misure adottate negli ultimi anni per tutelare i giovani negli ambienti parrocchiali ed educativi. Mentre portate avanti le vostre importanti responsabilità, siate certi che sono vicino a voi e che vi porgo il sostegno della mia preghiera.

9. Ai ragazzi e ai giovani dell’Irlanda
Desidero offrirviuna particolare parola di incoraggiamento. La vostra esperienza di Chiesa è molto diversa da quella dei vostri genitori e dei vostri nonni. Il mondo è molto cambiato da quando essi avevano la vostra età. Nonostante ciò, tutti, in ogni generazione, sono chiamati a percorrere lo stesso cammino della vita, qualunque possano essere le circostanze. Siamo tutti scandalizzati per i peccati e i fallimenti di alcuni membri della Chiesa, particolarmente di coloro che furono scelti in modo speciale per guidare e servire i giovani. Ma è nella Chiesa che voi troverete Gesù Cristo che è lo stesso ieri, oggi e sempre (cfr Eb 13, 8 ). Egli vi ama e per voi ha offerto se stesso sulla croce. Cercate un rapporto personale con lui nella comunione della sua Chiesa, perché lui non tradirà mai la vostra fiducia! Lui solo può soddisfare le vostre attese più profonde e dare alle vostre vite il loro significato più pieno indirizzandole al servizio degli altri. Tenete gli occhi fissi su Gesù e sulla sua bontà e proteggete nel vostro cuore la fiamma della fede. Insieme con i vostri fratelli cattolici in Irlanda guardo a voi perché siate fedeli discepoli del nostro Dio e contribuiate con il vostro entusiasmo e il vostro idealismo tanto necessari alla ricostruzione e al rinnovamento della nostra amata Chiesa.

10. Ai sacerdoti e ai religiosi dell’Irlanda
Tutti noi stiamosoffrendo come conseguenza dei peccati di nostri confratelli che hanno tradito una consegna sacra o non hanno affrontato in modo giusto e responsabile le accuse di abuso. Di fronte all’oltraggio e all’indignazione che ciò ha provocato, non soltanto tra i laici ma anche tra voi e le vostre comunità religiose, molti di voi si sentono personalmente scoraggiati e anche abbandonati. Sono consapevole inoltre che agli occhi di alcuni apparite colpevoli per associazione, e siete visti come se foste in qualche nodo responsabili dei misfatti di altri. In questo tempo di sofferenza, voglio darvi atto della dedizione della vostra vita di sacerdoti e religiosi e dei vostri apostolati, e vi invito a riaffermare la vostra fede in Cristo, il vostro amore verso la sua Chiesa e la vostra fiducia nella promessa di redenzione, di perdono e di rinnovamento interiore del Vangelo. In questo modo, dimostrerete a tutti che dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia (cfr Rm 5, 20). So che molti di voi sono delusi, sconcertati e adirati per il modo in cui queste questioni sono state affrontate da alcuni vostri superiori. Ciononostante, è essenziale che collaboriate da vicino con coloro che sono in autorità e che di adoperiate a far sì che le misure adottate per rispondere alla crisi siano veramente evangeliche, giuste ed efficaci. Soprattutto, vi esorto a diventare sempre più chiaramente uomini e donne di preghiera, seguendo con coraggio la via della conversione, della purificazione e della riconciliazione. In questo modo, la Chiesa in Irlanda trarrà nuova vita e vitalità dalla vostra testimonianza al potere redentore del Signore reso visibile nella vostra vita.

11. Ai miei fratelli vescovi
Non si può negare che alcuni di voie dei vostri predecessori avete mancato, a volte gravemente, nell’applicare le norme del diritto canonico codificate da lungo tempo circa i crimini di abusi di ragazzi. Seri errori furono commessi nel trattare le accuse. Capisco quanto era difficile afferrare l’estensione e la complessità del problema, ottenere informazioni affidabili e prendere decisioni giuste alla luce di consigli divergenti di esperti. Ciononostante, si deve ammettere che furono commessi gravi errori di giudizio e che si sono verificate mancanze di governo. Tutto questo ha seriamente minato la vostra credibilità ed efficacia. Apprezzo gli sforzi che avete fatto per porre rimedio agli errori del passato e per assicurare che non si ripetano. Oltre a mettere pienamente in atto le norme del diritto canonico nell’affrontare i casi di abuso dei ragazzi, continuate a cooperare con le autorità civili nell’ambito di loro competenza. Chiaramente, i superiori religiosi devono fare altrettanto. Anch’essi hanno partecipato a recenti incontri qui a Roma intesi a stabilire un approccio chiaro e coerente a queste questioni. È doveroso che le norme della Chiesa in Irlanda per la tutela dei ragazzi siano costantemente riviste ed aggiornate e che siano applicate in modo pieno ed imparziale in conformità con il diritto canonico. Soltanto un’azione decisa portata avanti con piena onestà e trasparenza potranno ripristinare il rispetto e il benvolere degli Irlandesi verso la Chiesa alla quale abbiamo consacrato la nostra vita. Ciò deve scaturire, prima di tutto, dal vostro esame di voi stessi, dalla purificazione interiore e dal rinnovamento spirituale. La gente dell’Irlanda giustamente si attende che siate uomini di Dio, che siate santi, che viviate con semplicità, che ricerchiate ogni giorno la conversione personale. Per loro, secondo l’espressione di Sant’Agostino, siete vescovi; eppure con loro siete chiamati ad essere seguaci di Cristo (cfr Discorso 340, 1). Vi esorto dunque a rinnovare il vostro senso di responsabilità davanti a Dio, a crescere in solidarietà con la vostra gente e ad approfondire la vostra sollecitudine pastorale per tutti i membri del vostro gregge. In particolare, siate sensibili alla vita spirituale e morale di ciascuno dei vostri sacerdoti. Siate un esempio con le vostre stesse vite, siate loro vicini, prestate ascolto alle loro preoccupazioni, offrite loro incoraggiamento in questo tempo di difficoltà e alimentate la fiamma del loro amore per Cristo e il loro impegno nel servizio dei loro fratelli e sorelle. Anche i laici devono essere incoraggiati a fare la loro parte nella vita della Chiesa. Fate in modo che siano formati in modo tale che possano dare ragione in modo articolato e convincente del Vangelo nella società moderna (cfr 1 Pt 3, 15), e cooperino più pienamente alla vita e alla missione della Chiesa. Questo, a sua volta, vi aiuterà a ritornare ad essere guide e testimoni credibili della verità redentrice di Cristo.

12. A tutti i fedeli dell’Irlanda
L’esperienza che un giovanefa della Chiesa dovrebbe sempre portare frutto in un incontro personale e vivificante con Gesù Cristo in una comunità che ama e che offre nutrimento. In questo ambiente, i giovani devono essere incoraggiati a crescere fino alla loro piena statura umana e spirituale, ad aspirare ad alti ideali di santità, di carità e di verità e a trarre ispirazione dalle ricchezze di una grande tradizione religiosa e culturale. Nella nostra società sempre più secolarizzata, in cui anche noi cristiani sovente troviamo difficile parlare della dimensione trascendente della nostra esistenza, abbiamo bisogno di trovare nuove vie per trasmettere ai giovani la bellezza e la ricchezza dell’amicizia con Gesù Cristo nella comunione della sua Chiesa. Nell’affrontare la presente crisi, le misure per occuparsi in modo giusto dei singoli crimini sono essenziali, tuttavia da sole non sono sufficienti: vi è bisogno di una nuova visione per ispirare la generazione presente e quelle future a far tesoro del dono della nostra comune fede. Camminando sulla via indicata dal Vangelo, osservando i comandamenti e conformando la vostra vita in modo sempre più vicino alla persona di Gesù Cristo, farete esperienza del profondo rinnovamento di cui oggi vi è così urgente bisogno. Vi invito tutti a perseverare lungo questo cammino.

13. Cari fratelli e sorelle in Cristo, è con profonda preoccupazione verso voi tutti in questo tempo di dolore, nel quale la fragilità della condizione umana è stata così chiaramente rivelata, che ho desiderato offrirvi queste parole di incoraggiamento e di sostegno. Spero che le accoglierete come un segno della mia spirituale vicinanza e della mia fiducia nella vostra capacità di rispondere alle sfide dell’ora presente traendo rinnovata ispirazione e forza dalle nobili tradizioni dell’Irlanda di fedeltà al Vangelo, di perseveranza nella fede e di risolutezza nel conseguimento della santità. Insieme con tutti voi, prego con insistenza che, con la grazia di Dio, le ferite che hanno colpito molte persone e famiglie possano essere guarite e che la Chiesa in Irlanda possa sperimentare una stagione di rinascita e di rinnovamento spirituale.

14. Desidero proporvi alcune iniziative concrete per affrontare la situazione. Al termine del mio incontro con i vescovi dell’Irlanda, ho chiesto che la quaresima di quest’anno sia considerata tempo di preghiera per una effusione della misericordia di Dio e dei doni di santità e di forza dello Spirito Santo sulla Chiesa nel vostro Paese. Invito ora voi tutti a dedicare le vostre penitenze del venerdì, per un intero anno, da ora fino alla Pasqua del 2011, per questa finalità. Vi chiedo di offrire il vostro digiuno, la vostra preghiera, la vostra lettura della Sacra Scrittura e le vostre opere di misericordia per ottenere la grazia della guarigione e del rinnovamento per la Chiesa in Irlanda. Vi incoraggio a riscoprire il sacramento della Riconciliazione e ad avvalervi con maggiore frequenza della forza trasformatrice della sua grazia. Particolare attenzione dovrà anche essere riservata all’adorazione eucaristica, e in ogni diocesi vi dovranno essere chiese o cappelle specificamente riservate a questo fine. Chiedo che le parrocchie, i seminari, le case religiose e i monasteri organizzino tempi per l’adorazione eucaristica, in modo che tutti abbiano la possibilità di prendervi parte. Con la preghiera fervorosa di fronte alla reale presenza del Signore, potete compiere la riparazione per i peccati di abuso che hanno recato tanto danno, e al tempo stesso implorare la grazia di una rinnovata forza e di un più profondo senso della missione da parte di tutti i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli. Sono fiducioso che questo programma porterà ad una rinascita della Chiesa in Irlanda nella pienezza della verità stessa di Dio, poiché è la verità che ci rende liberi (cfr Gv 8, 32). Inoltre, dopo essermi consultato e aver pregato sulla questione, intendo indire una Visita Apostolica in alcune diocesi dell’Irlanda, come pure in seminari e congregazioni religiose. La Visita si propone di aiutare la Chiesa locale nel suo cammino di rinnovamento e sarà stabilita in cooperazione con i competenti uffici della Curia Romana e la Conferenza Episcopale Irlandese. I particolari saranno resi noti a suo tempo. Propongo inoltre che si tenga una Missione a livello nazionale per tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. Nutro la speranza che, attingendo dalla competenza di esperti predicatori e organizzatori di ritiri sia dall’Irlanda che da altrove, e riesaminando i documenti conciliari, i riti liturgici dell’ordinazione e della professione e i recenti insegnamenti pontifici, giungiate ad un più profondo apprezzamento delle vostre rispettive vocazioni, in modo da riscoprire le radici della vostra fede in Gesù Cristo e da bere abbondantemente dalle sorgenti dell’acqua viva che egli vi offre attraverso la sua Chiesa. In questo Anno dedicato ai Sacerdoti, vi do in consegna in modo del tutto particolare la figura di San Giovanni Maria Vianney, che ebbe una così ricca comprensione del mistero del sacerdozio. "Il sacerdote, scrisse, ha la chiave dei tesori del cielo: è lui che apre la porta, è lui il dispensiere del buon Dio, l’amministratore dei suoi beni". Il Curato d’Ars ben comprese quanto grandemente benedetta è una comunità quando è servita da un sacerdote buono e santo: «Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il tesoro più grande che il buon Dio può dare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della divina misericordia». Per intercessione di San Giovanni Maria Vianney possa il sacerdozio in Irlanda riprendere vita e possa l’intera Chiesa in Irlanda crescere nella stima del grande dono del ministero sacerdotale. Colgo questa opportunità per ringraziare fin d’ora tutti coloro che saranno coinvolti nell’impegno di organizzare la Visita Apostolica e la Missione, come pure i molti uomini e donne che in tutta l’Irlanda stanno già adoperandosi per la tutela dei ragazzi negli ambienti ecclesiali. Fin da quando la gravità e l’estensione del problema degli abusi sessuali dei ragazzi in istituzioni cattoliche incominciò ad essere pienamente compreso, la Chiesa ha compiuto una grande mole di lavoro in molte parti del mondo, al fine di affrontarlo e di porvi rimedio. Mentre non si deve risparmiare alcuno sforzo per migliorare ed aggiornare procedure già esistenti, mi incoraggia il fatto che le prassi vigenti di tutela, fatte proprie dalle Chiese locali, sono considerate, in alcune parti del mondo, un modello da seguire per altre istituzioni. Desidero concludere questa Lettera con una speciale Preghiera per la Chiesa in Irlanda, che vi invio con la cura che un padre ha per i suoi figli e con l’affetto di un cristiano come voi, scandalizzato e ferito per quanto è accaduto nella nostra amata Chiesa. Mentre utilizzerete questa preghiera nelle vostre famiglie, parrocchie e comunità, possa la Beata Vergine Maria proteggervi e guidarvi lungo la via che conduce ad una più stretta unione con il suo Figlio, crocifisso e risorto. Con grande affetto e ferma fiducia nelle promesse di Dio, di cuore imparto a tutti voi la mia Benedizione Apostolica come pegno di forza e pace nel Signore.

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Messaggio da Miosotis » sab mar 20, 2010 3:39 pm

Grazie Anna Rita. E' una bellissima lettera.

Il Papa ha evidentemente imparato molto dall'esperienza della Chiesa americana. Infatti, i primi sopravvissuti a farsi avanti hanno passato tantissime angherie e pressioni di tutti i generi per portarli a ritrattare le loro accuse. Nel 2006-2007, quindi fino a poco tempo fa, quando era stato istituito un grand jury presso la magistratura della città di Philadelphia, gli avvocati della diocesi hanno fatto passare i guai neri a coloro che hanno denunciato sacerdoti. Quell'indagine ha confermato che circa 80 preti diocesani avevano abusato di minori nei precendenti 50 anni. Questo non è frutto del Concilio vaticano secondo, ma è segno di una realtà che è sempre esistita e sempre esisterà fintanto che i sacerdoti godono di privilegi e considerazione maggiore rispetto ai laici. Infatti il Papa giustamente denuncia questo atteggiamento dei fedeli nei loro confronti, ma senza puntualizzare che i fedeli fanno ciò che gli è stato insegnato o imposto dalla Chiesa stessa. Questo è un problema molto grande anche qui in Italia, un certo servilismo clientelare, un certo orgoglio ad essere amico del prete per trarne vantaggio personale, perchè il sacerdote è ancora (non sempre, anzi molto meno di un tempo) una figura "importante" nell'immaginario popolare.

Ma adesso c'è più speranza di ieri perchè se ne sta parlando e il risultato delle denunce, anche in america, è un rinnovamento spirituale senza precedenti, a seguito dell'emoraggia di fedeli usciti dalla Chiesa negli anni immediatamente successivi a quel tremendo tsunami che ha stravolto (ma rinnovato) tutto.

Uno degli effetti di questa crisi nelle diocesi americane è che sono sorte spontaneamente iniziative di preghiere e digiuni per riparare a questo male. Inoltre, il personale docente e non, delle scuole diocesane ha l'obbligo di seguire corsi due volte l'anno per imparare a riconoscere un bambino abusato e due volte l'anno si fa una giornata di prevenzione pedofilia con i bambini e ragazzi per imparare a riconoscere un predatore-

Pertanto, con grande gioia sento che la Chiesa sta finalmente affrontando la questione in maniera matura e santa. Solo che, spero che l'esortazione del Papa alla maggiore attenzione verso i candidati al sacerdozio, non riguardi l'orientamento omosessuale, che non c'entra nulla, ma solo se il candidato abbia subito abusi, badate bene, non per escludere a priori il candidato, ma per accompagnarlo in maniera particolare in un cammino per accertarsi della completa guarigione. L'unica cosa che mi delude è che le iniziative spirituali, bellissime, non siano state promulgate e promosse in tutta la Chiesa universale. Sarebbe una cosa bellissima poter partecipare ad esempio, ad una iniziativa parrocchiale o diocesana, una giornata di digiuno e preghiera, una veglia con preghiere ad hoc.--qualcosa di concreto insomma, per tutti coloro che sentono nel cuore la profonda amarezza di quest'enorme male.
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

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Messaggio da Katietta-64 » dom mar 21, 2010 11:54 pm

Carissima miosotis,
è stato bello leggerti, sentire la tua "voce".
Ti voglio ringraziare per aver sollevato con dolore, ma al contempo così dolcemente, quella cortina dal tuo cuore e averci permesso di entrare.
Con le ali ai piedi, però, perchè solo scivolando leggeri su quanto hai vissuto è possibile darti l'abbraccio che meriti.
Quanti soldati hai dovuto combattere...per fare emergere quella bambina spaventata, scandalizzata, ferita, nascosta. Ringrazio il Signore di essere pian piano venuto lì, a prenderti in quell'angolo nascosto, con la delicatezza che la tua sofferenza necessitava. Hai ragione infatti, non dovevi essere "compatita", ma solo essere accolta, ascoltando l'urlo silenzioso che ti serrava. Grazie perchè, nonostante il grande cammino di guarigione che hai dovuto fare, con tutti i suoi alti e bassi, non hai permesso che la luce della tua anima venisse carpita. Grazie perchè hai permesso di aprire questa importantisisma discussione, che spero possa essere di aiuto e di balsamo d'amore ad altre persone, come colei che in questo stesso forum (se non sei sempre tu..) ha altrettanto raccontato un'esperienza dolorosa e che altrettanto merita di essere "accolta".
Katy

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Messaggio da Miosotis » lun mar 22, 2010 11:45 am

Grazie Katy. Mi confermi che sei una persona molto sensibile che non si ferma alla superficie ma sa cogliere le sfumature e ramificazioni che stanno dietro le poche parole scritte. No, non sono io la lettrice anonima.
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Messaggio da Katietta-64 » lun mar 22, 2010 2:22 pm

Cara miosotis,
vero, non eri tu la lettrice anonima. Purtroppo non mi ero accorta subito che avevi fatto altri interventi, fra cui la tua presentazione, e che avevi già risposto a quella persona. Sono contenta però di aver in un qualche modo "percepito" il tuo cuore e soprattutto sono contenta dell'impegno, da te vissuto come una vera missione, per discutere di questa grande piaga e aiutare chi ne è vittima.
Mi riserverò un momento per leggere con attenzione il sito da te segnalato, convinta che il silenzio è giusto solo quando varca i confini della curiosità, del morboso, ma mai per lasciare nel proprio dolore una persona. Ci sono ancora tante persone, magari oggi adulte, che tengono nel cuore questo segreto per mille ragioni e che non hanno potuto essere raccolte là, dove ancora sono rifugiate e impaurite. Come la nosrta cara lettrice anonima, che pur moglie e madre felice e con la bellezza di non saper odiare, rimanda indietro quell'onda che ogni tanto torna a sommergerla. Spero che accolga la mano che le tendi, perchè la puoi capire ancor più profondamente.

Sul resto non mi dilungo, perhchè hai già detto molto tu, con trasparenza e un equlibrio che ha ancora più valore giunto da te.
Spero che sempre meno si abbia paura ad affrontare questo tema.
Questo fango, nella Chiesa, come nella società tutta intera, è giusto che venga a galla. Non c'è guarigione senza verità. Personalmente la vedo come una grande occasione di riflessione, di purificazione. Alcuni passi sono stati fatti, molti altri ce ne vorranno, ma questo fa parte di ogni cammino in cui la giustizia e l'amore di Dio operano.
Accolgo in questo senso le parole di un'altra lettrice, come del resto è anche l'invito del Papa, che auspica maggior impegno nelle comunità e nelle parrocchie ad offirire preghiere e digiuni affinchè da questo spiraglio si diffonda la Luce di Cristo in Verità.
E sono vicina a Rina, che chiede maggior sostegno a chi è colpito da lutti.
Abbiamo però bisogno di tutti, un prete da solo non può fare tutto.
Katy

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Grazia Cuffari
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Carissima Miosotis

Messaggio da Grazia Cuffari » mar mar 23, 2010 1:21 am

Carissima Miosotis,
sono Maria Grazia, registrata al forum da pochi mesi e felice
di esservi.
Avevo allora la tua età che tu hai adesso,
quando, dopo la morte di mia madre, mi sono chiesta
che senso avesse la vita e perché, dopo anni di
di frequenza alla vita della azione cattolica, ai sacramenti,
niente era cambiato nell'intimo del mio animo; insomma
sembrava che la grazia di Dio scivolasse in superficie,
anziché penetrare dentro il mio spirito.
Anch' io ho avuto nell' età della seconda infanzia, un tentativo
di approccio da parte di persona insospettabile, tentativo che,
per grazia di Dio non si è consumato per il timore dell'uomo
che il mio pianto urlato, potesse essere avvertito da altri
dell'ambiente vicino.
Tenni la cosa per me, ma da quel giorno non riuscii ad avere
fiducia in nessuno, specialmente negli uomini che mai avvicinavo
per paura di trovarmi nelle stesse situazioni già sperimentate.
Anche la mia fede in Dio si fermò, non crebbe, finché, per caso
o meglio per grazia di Dio, una suora laica impartendo a scuola
lezioni di morfologia umana con una tale delicatezza, umanità
e spiritualità a sua insaputa, aperse dentro di me quel piccolo
spiraglio di fiducia che mi occorreva, per aprirmi alla gente,
specialmente di sesso maschile.
E ripresi anche la fede in Dio che avevo interrotta
E fu così che all'età di 32 anni mi sposai ed ebbi due figlie,
anch'esse sposate con famiglia.
Di questa cosa solo adesso parlo con te dopo tantissimi anni
di silenzio, cara Miosotis, perché mi hai ispirato fiducia
ed hai quel coraggio che allora avrei dovuto avere io allora.
Leggendoti é come vederti col sorriso sulle labbra,
è come sentire la tua voce decisa e consolante insieme.
Mentre i giornali portano a gran voce il problema, e riaprono
certe ferite che sonnecchiano, sento che si rivela giusto
parlarne, se vogliamo risolvere nel modo efficace il problema,
efficace sia per i colpevoli che per le vittime .
Posso far circolare l'indirizzo del tuo blog ?
Posso dirti che ti voglio bene e ti stimo ? Buon lavoro !
Maria Grazia
Dio mi ama e ama tutti nel presente e nell'eternità

Ospite
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Messaggio da Ospite » mar mar 23, 2010 2:44 pm

Ciao Katy, sono Rina e ti ringrazio di aver avuto un pensiero anche per me nello spazio giustamento dedicato al delicatissimo problema della pedofilia, ammiro anche io tantissimo Miosotis per tutto il suo impegno nella sua battaglia, inizialmente personale, ma che sta ora condividendo con un grande senso dell "amore" con chi come lei ha subito e continua a subire.
Voglio però dirti che anche tu sei davvero una persona molto sensibile, sai è difficile che le persone si soffermino anche solo per un pensiero carino o affettuoso verso chi cerca con un grido silenzioso di attirare l'attenzione sulle persone colpite dal lutto, e tu l'hai fatto, ti sei soffermata e non puoi capire il calore che ho avvertito nel leggerti.
Quando una persona amata se ne va, specialmente se giovane, rimane solo l'impotenza, tutto si chiude, inutile sperare di poterti riappropriare di ciò che hai perso, perlomeno qui sulla terra, non ti rimane più nulla, soltanto la fede verso una futura vita eterna in cielo. Tutto si spezza, finiscono i progetti, finisce la gioia, ogni evento che dovrebbe essere di letizia porta comunque con se una spina dolorosa che non puoi evitare e che ti penetra nella carne.
Credimi è molto difficile ma anche noi non vogliamo essere compatiti e nemmeno impietosire, cerchiamo sempre di metterci una maschera addosso per non far comprendere quanto ci sentiamo mutilati , però non siamo trasparenti ed è triste vedere quanta indifferenza ruota intorno a noi.
Non so se sono riuscita a trametterti un pò di quello che sento nel mio intimo, ma ti ringrazio di avermi dato l'opportunità di aprirmi e ti abbraccio con tanto affetto.

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Messaggio da Miosotis » mar mar 23, 2010 5:06 pm

Katietta-64 ha scritto: Ci sono ancora tante persone, magari oggi adulte, che tengono nel cuore questo segreto per mille ragioni e che non hanno potuto essere raccolte là, dove ancora sono rifugiate e impaurite.

Si, è vero ci sono moltissime persone che hanno qualcosa che forse hanno nascosto perfino a se stesse, non per paura, ma come meccanismo inconscio di difesa, come vediamo nel commento di Maria Grazia qui sotto.

E sono vicina a Rina, che chiede maggior sostegno a chi è colpito da lutti.
Abbiamo però bisogno di tutti, un prete da solo non può fare tutto.
Anch'io mi sento vicino a Rina...pure noi in famiglia abbiamo perso mio fratello Mario, il quale si è tolto la vita 14 anni fa. Il lavoro di elaborazione del lutto è molto importante a livello spirituale e psicologico.
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

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Re: Carissima Miosotis

Messaggio da Miosotis » mar mar 23, 2010 5:17 pm

Maria Grazia ha scritto:Carissima Miosotis,
sono Maria Grazia, registrata al forum da pochi mesi e felice
di esservi.
Avevo allora la tua età che tu hai adesso,
quando, dopo la morte di mia madre, mi sono chiesta
che senso avesse la vita e perché, dopo anni di
di frequenza alla vita della azione cattolica, ai sacramenti,
niente era cambiato nell'intimo del mio animo; insomma
sembrava che la grazia di Dio scivolasse in superficie,
anziché penetrare dentro il mio spirito.
Anch' io ho avuto nell' età della seconda infanzia, un tentativo
di approccio da parte di persona insospettabile, tentativo che,
per grazia di Dio non si è consumato per il timore dell'uomo
che il mio pianto urlato, potesse essere avvertito da altri
dell'ambiente vicino. Ecco, Maria Grazia, queste cose sono sempre dolorose e forse ci siamo incontrate al momento giusto, un momento in cui avevi bisogno di guardare quella ferita, dargli un nome, applicarci un balsamo. Ne sono molto felice se le informazioni che ho messo a disposizione possano esserti utili.Le statistiche ci dicono che intorno al 75-80% delle donne abbiano subito prima dei 18 anni qualche forma di abuso sessuale, in particolare in famiglia o da parte di una persona di fiducia. Molto spesso il ricordo di quel disagio viene sepolto nella memoria, ma rischia di creare scompiglio perchè è una ferita che si può infettare, quando invece basterebbe riconoscerla per quella che è e darle la giusta attenzione al momento opportuno per evitare problematiche che si possono stratificare negli anni con altri problemi e situazioni. Non è mai troppo tardi, e non c'è una ferita più grave di un'altra perchè una ferita è una ferita, e in quanto tale va curata. Coraggio! Ti ringrazio per il tuo affetto. Si, puoi far girare il mio indirizzo. Non ho mai fatto grande pubblicità alla cosa, sperando sempre di essere "scoperta" da chi potesse averne bisogno al momento opportuno, e in qualche caso è avvenuto proprio così. Ringrazio comunque Simonetta, che conosco da tempo "virtualmente" per avermi introdotta qui, tra amici di fede.


Posso far circolare l'indirizzo del tuo blog ?
Posso dirti che ti voglio bene e ti stimo ? Buon lavoro !
Maria Grazia
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

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Messaggio da Ospite » mar mar 23, 2010 7:30 pm

E' vero Katy un prete da solo non può fare tutto, ma le diocesi potrebbero
inanto iniziare a prendere coscienza anche di questo fabbisogno
all'interno di ogni singola comunità.
Oggi i sacerdoti sono gravati da tanti impegni, troppi secondo me, e visto
il considerevole calo delle vocazioni, sarebbe opportuno darsi delle
priorità, altrimenti rischiano si di fare tutto ma di farlo male.
Ci sono i cammini neocatecumenali, gli incontri dei gruppi del rinnovamento dello spirito, i corsi ai futuri sposi, ai genitori dei
battesimanti, il discepolato, le prime comunioni, e più ne ha più ne metta,
senza considerare i pellegrinaggi ai vari santuari, i campeggi dei giovani scout, parole di vita, etc. etc.
Allora io mi chiedo, va benissimo la preghiera e la catechesi, sono
necessarie e indispensabili, ma dovendo scegliere tra incontri di preghiera
collettiva e dare sostegno e sopporto psicologico-spirituale a chi ne ha davvero bisogno per la guarigione sia il corpo che del l'anima, quale dovrebbe avere la precedenza?.
Ho sentito dire più volte dai stessi sacerdoti che le fede senza le opere
non ha valore, allora che le facciano queste opere, non solo di preghiera e meditazione ma anche con incontri di accoglienza vera e propria.
Voglio comunque rimarcare il mio apprezzamento e il mio ringraziamento
a questi sacerdoti che veramente tanto si prestano, ma penso che
ci sia ancora tanto da fare in settori che non sono stati nemmeno sfiorati,
e questo spetta a chi è stato investito dal compito di prendersi cura da
buon pastore del proprio gregge.

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Messaggio da Katietta-64 » mer mar 24, 2010 12:00 am

Cara Rina,
sono certa che nessuno ne avrà a male se l'evolversi della discussione ha portato a parlare anche di lutto, perchè ciò che è soprattutto importante è l'aprirsi dei cuori, questo "donarsi" con le proprie e ferite e i propri dolori, con il bisogno che qualcuno colga le nostre urla silenziose, ma anche con quella luce che vuole portare speranza e conforto ad altri.
Credo infatti che il dolore percorra il suo senso quando risveglia l'amore per noi stessi e per il nostro prossimo. Quando l'anima non si china più solo su stessa, ma sa sentire l'altro. Le sue lacrime, come i suoi sorrisi.
È un cammino molto difficile, che spesso significa affondare le mani nelle ferite più dure. Una Via Crucis che però, come ci insegna Gesù, può portare alla Resurrezione e questo anelito deve sempre essere presente in noi. Non solo come Resurrezione alla Vita Eterna, ma anche dalle sofferenze terrene. La stessa duplice essenza di Gesù, divina e umana, ci può insegnare che ogni sua Parola, ogni sua opera può essere tesoro sia per il contingente che per il trascendente.
Tu hai vissuto un dolore immenso e sei riuscita benissimo a trasmettere quel senso di mutilazione, di gelo che paralizza l'anima e che spesso fa dire "nulla sarà più come prima". Hai avuto la Grazia di essere raccolta dalla Madre Celeste e da Gesù, che più di chiunque altro possono andare a scaldare e confortare quegli angoli che l'uomo non sempre sa vedere, ma capisco quanto sia altrettanto importante sentire il calore, la comprensione e l'ascolto delle persone. A volte non servono grandi parole, può bastare solo uno sguardo, un abbraccio o anche solo la disponibilità a sentir raccontare, ricordare: di come era il nostro caro, quello che faceva, che diceva, il nostro rapporto e i momenti vissuti con lui...È calore questo, è attenzione verso l'altro e credo che ci sia festa in Cielo quando il Signore può operare anche attraverso di noi.
È giusto che tu lo chieda, è meritevole che richiami l'attenzione anche per tutti gli altri che hanno vissuto un lutto ed è bello che lo fai tu per prima.
Per quanto possa valere, se puoi, accetta dal mio cuore quell'affetto (pur virtuale) che vuole andare ad aggiungersi alle "carezze" che hai ricevuto e a quelle che non hai ricevuto.
Come per la missione di misotis, anche verso la tua ti sono idealmente vicina.
Mi permetto di aggiungere che conosco le "spine" del lutto avendo perso molte persone importanti, fra cui la mamma in tenerà età, un fratello, un bambino in gravidanza...So che tutto cambia e so che l'assenza fisica non smetterà mai di pungere il cuore e l'anima in attesa di un ricongiungimento. Ma so anche quanto amore può sprigionarsi da tutto ciò. Esisterà sempre un cordone ombelicale fra cielo e terra, attraverso il quale ci sarà sempre uno scambio di amore, che non muore, come non sono "morti" i nostri cari (Gesù ha sconfitto la morte). E l'amore è e deve essere vita, dono continuo. Pur se tutto cambia, è possibile essere anche gioiosi. Con sempre il sostegno di Dio e degli altri, trasformare le nostre lacrime in danza e vivere, vivere... come vorrebbe un figlio, un genitore, un fratello, un amico ormai "partiti". Non sentirsi in colpa se sulle labbra affiora un sorriso, se l'anima assapora momenti lieti...Lo si innalza condividendolo e ricevendo ancora. Così è quello che io stessa vorrei da chi amo qualora fossi "chiamata".
Un abbraccio, cara Rina e scusa a te e agli altri se mi sono dilungata.
Katy

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Messaggio da Katietta-64 » mer mar 24, 2010 12:58 am

Ancora per Rina:

Tu chiedi:

Allora io mi chiedo, va benissimo la preghiera e la catechesi, sono
necessarie e indispensabili, ma dovendo scegliere tra incontri di preghiera
collettiva e dare sostegno e sopporto psicologico-spirituale a chi ne ha davvero bisogno per la guarigione sia il corpo che del l'anima, quale dovrebbe avere la precedenza?.

Penso che una cosa non debba escludere l'altra e in sincerità, per quel che mi riguarda, dò precedenza alla preghiera. Questo nel senso che è innanzitutto attraverso la comunione con Dio che posso trarre quella forza e quell'amore cercando di portarli ad altri. È innanzitutto Lui la Fonte da cui trarre quell'acqua che disseta e zampilla per sempre. Da sola non potrei nulla. E qualora posso e riesco a dare dalla mia sola umanità, prima o poi l'acuqa della mia misera anfora si esaurisce.
Una premessa per me importante, cara Rina, dalla quale poi dar concretezza al tuo pensiero (che condivido e apprezzo) sul creare gruppi di appoggio e conforto, perchè molte persone hanno bisogno di questo tipo di accoglienza. Continua con questo tuo impegno e abbi sempre coraggio e pazienza. Ogni frutto ha bisogno il suo tempo per maturare. C'è anche bisogno di preparazione e insegnamento (alle persone preposte), di "discernimento" (non tutti sono chiamati a questo tipo di compito) e anche clemenza verso chi, per diverse ragioni o diversi percorsi, ancora non ha sviluppato partciolare capacità o sensibilità al problema. Se è nella Volontà di Dio, con Lui tutto è possibile:)
Ti abbraccio ancora.
Katy

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Messaggio da Katietta-64 » mer mar 24, 2010 1:15 am

"...Si, puoi far girare il mio indirizzo. Non ho mai fatto grande pubblicità alla cosa, sperando sempre di essere "scoperta" da chi potesse averne bisogno al momento opportuno, e in qualche caso è avvenuto proprio così. Ringrazio comunque Simonetta, che conosco da tempo "virtualmente" per avermi introdotta qui, tra amici di fede..."

Cara miosotis,
mi unisco nei ringraziamenti a Simonetta per averti condotta qui:).
Hai detto bene, spesso non è necessario fare grande pubblicitâ, perchè laddove agiscono il Bene e l'Amore, Dio conduce a "scoprire" certe perle.
E qui sei senz'altro stata preziosa per quelle voci, come anche Maria Grazia, che hanno trovato la forza di raccontare. Che bello...:)
Un abbraccio speciale anche a te per tutto quello che ti è "costato" essere balsamo per altri... compresa la vicenda di tuo fratello...

Per stasera non vi annoio più eheheh... Un sorriso!
Katy

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Messaggio da Ospite » mer mar 24, 2010 8:46 am

Grazie Katietta, ho apprezzato molto il tuo intervento, da esso traspare una maturità che si acquisisce con l'esperienza e un sincero e costante rapporto con la preghiera e l'ascolto verso gli altri.
E' una sensazione dolce e rassicurante potersi scambiare anche solo virtualmente i propri pensieri e le proprie emozioni, mi sento molto vicina a te e a Miosotis e da voi ne ho tratto quella forza e rinnovato quel desiderio di andare avanti nel mio personale impegno verso chi soffre del mio stesso dolore. E' vero ci vuole tempo per costruire, spero solo di trovare sempre più "operai" per offrire poi tutti insieme a Gesù quello che solo con la Sua
spinta amorosa riusciremo a realizzare.
Ciao ti voglio bene.

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Messaggio da Miosotis » mer mar 24, 2010 10:12 pm

rina ha scritto:Grazie Katietta, ho apprezzato molto il tuo intervento, da esso traspare una maturità che si acquisisce con l'esperienza e un sincero e costante rapporto con la preghiera e l'ascolto verso gli altri.
E' una sensazione dolce e rassicurante potersi scambiare anche solo virtualmente i propri pensieri e le proprie emozioni, mi sento molto vicina a te e a Miosotis e da voi ne ho tratto quella forza e rinnovato quel desiderio di andare avanti nel mio personale impegno verso chi soffre del mio stesso dolore. E' vero ci vuole tempo per costruire, spero solo di trovare sempre più "operai" per offrire poi tutti insieme a Gesù quello che solo con la Sua
spinta amorosa riusciremo a realizzare.
Ciao ti voglio bene.
Cara Rina, continua così nel tuo impegno. Tu hai ben capito che la chiesa e i sacerdoti non ce la farebbero ad avviare iniziative come quella tua, ma uno dei fattori più importanti della fede Cattolica, e di cui si sta prendendo sempre maggiore coscienza, è che noi siamo Popolo di Dio, e in quanto tale, noi laici impegnati possiamo dare nuovo slancio alla Chiesa stanca di questi tempi.
E' importante aiutare le persone che si trovano ad affrontare un lutto (e si, ho trattato molto quest'argomento perchè le vittime di abusi percepiscono in maniera molto drammatica che "è morto il bambino che era in loro". Non a caso, si dice che gli abusi sessuali possono essere considerati "uccisione dell'anima").
I passaggi descritti ad esempio, dalla studiosa Kubler Ross, sono stati trattati in maniera dettagliata perchè si applicano bene a qualsiasi grande dolore che possa capitare nella nostra vita.
Certamente la perdita di una persona cara...marito, genitore, FIGLIO (agghiacciante solo pensarlo!) può gettarci in uno spiraglio che tenderebbe a portarci sempre più verso il nulla. Quindi, è importante che ci siano persone, gruppi, centri d'ascolto disposti a tendere una mano a queste persone durante il percorso per imparare a guardare oltre la perdita.
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

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Messaggio da Miosotis » mer mar 24, 2010 10:19 pm

http://www.gruppoeventi.it/index.php?op ... e&Itemid=1

per rina: conoscevi questo sito?mi sembra molto ben fatto.
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

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Messaggio da Ospite » gio mar 25, 2010 10:10 am

Ciao Miosotis, grazie per la segnalazione, e anche per aver condiviso con tutti noi la tua esperienza. Io la vivo come "un fiore nato dal fango", chissa quanto persone hai aiutato tra tutte quelle che ti hanno letto, la tua iniziativa è molto bella, una fune di salvataggio a chi vorrà aggrapparsi ad essa, e dandoti tutta la mia stima e rispetto, ti dedico quanto segue:


L'ALBERO DELLA VITA


Esistono persone
nelle nostre vite che ci rendono felici
per il semplice caso di aver incrociato il nostro
cammino. Alcuni percorrono il cammino al nostro
fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo
appena tra un passo e l'altro. Tutti li chiamiamo amici e ce
ne sono di molti tipi. Talvolta ciascuna foglia di un albero rap-
presenta uno dei nostri amici. Il primo che nasce è il nostro amico
PAPA' e la nostra amica MAMMA, che ci mostrano cos'è la vita, dopo
vengono gli amici FRATELLI, con i quali dividiamo il nostro spazio affinchè
possano fiorire come noi. Poi il destino.....ci presenta altri amici che non
sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino. Molti di loro li chiamiamo
AMICI DELL'ANIMA, DEL CUORE. Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non
stiamo bene, sanno cosa ci fà felici. E alle volte uno di questi amici dell'anima si infila
nel nostro cuore e allora lo chiamiamo.........AMORE. Egli da luce ai nostri occhi.
Ma ci sono anche quegli AMICI DI PASSAGGIO, talvolta una vacanza, un giorno o
un'ora. Essi collocano un sorriso nel nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro
Non possiamo dimenticare gli AMICI DISTANTI. quelli che stanno nelle punte dei ra-
mi e che quando il vento soffia appaiono sempre tra una foglia a l'altra. Il tempo pa-
sa. l'estate se ne va, l'autunno s avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie,
alcune nascono l'estate dopo. e altre permangono per molte stagioni
Ma quello che ci lascia felici è che le FOGLIE che sono CADUTE
continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con
allegria. Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando
incrociano il nostro cammino. Grazie a te, FOGLIA DEL
MIO ALBERO.......perchè esisti oggi e sempre
semplicemente perchè ogni persona che
passa nella nostra vita è UNICA
sempre lascia un poco di se e
prende un poco di noi.
Ci saranno quelli che
prendono molto
ma non ci
sarà chi non
lascia niente.
Questa è
la maggiore
responsabilità
della nostra vita
è la prova
evidente che
due anime non
s'incontrano per caso!!!!!!!


Ogni relazione nella nostra vita non è casuale...
Ma è l'Amicizia di Qualcuno più grande di noi, che rende
autentico, profondo, bello ed eterno ogni incontro.
La Sua Amicizia è l'unica strada verso la felicità......In Lui ogni relazione è per la Vita.

Miosotis
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Messaggio da Miosotis » gio mar 25, 2010 3:37 pm

Grazie Rina, per le bellissime parole. Oggi sono un po turbata da diverse notizie che riguardano la Chiesa, innanzitutto per come sono stati gestiti i tanti scandali negli ultimi 20 anni. Sinceramente non so cosa pensare...specialmente quando si è detto in questi giorni che il Papa non ha responsabilità, nemmeno quando era Cardinale, difensore della Fede. Ogni verità sta venendo a galla, e la verità non può co-esistere con l'ombra. Credo che verranno fuori sempre maggiori informazioni. La bellissima lettera del Papa mi sapeva di buono, ma le ondate di queste pagine dolorose per la Chiesa tornano con sempre maggiore impeto. Siamo davvero in un periodo di grande tribolazione e non sembra esserci pace più da nessuna parte, se non sotto il manto di Maria, nostra madre.

Anch'io ho cantato la gioia d'aver incontrato persone buone, una in particolare che ha rappresentato un'isola di pace per me, la signora che abitava di fronte alla fermata del bus che ci portava a scuola. Noi dovevamo aspettare su quell'angolo di strada che distava più di due isolate da casa mia, sotto ogni tipo di tempo. Lei era una gioia, ricordo ancora il profumo e il tepore della sua casa.

Anche se siamo convinti che non è vero, in realtà ognuno di noi ha sperimentato in qualche momento l’amore disinteressato che magari ci ha dato forza e coraggio quando tutto sembrava perduto. Queste persone secondo me sono degli angeli, perchè ci mostrano l’attenzione delicata di Dio. Uno dei miei angeli abitava di fronte alla fermata della scuola bus e nelle giornate rigide, ci offriva riparo. A lei dedico questo pensiero, anche per ricordare a me stessa che devo mantenere vivo il ricordo di quelle persone che mi hanno illuminato la strada nei tempi bui.

L’Angelo della Fermata del Bus
I segreti del mio cuore
si schiudono e tu
m’illumini sui segni
della tua presenza
discreta,
e m’accorgo che eri li
da sempre, e che non
mi avevi abbandonata.
Nelle mattine gelide
aspettavamo la scuola bus
gialla,
sbilenca,
ammucchiati
come i bisonti
della grande prateria
per condividere il nostro calore.
E tu ci inviavi il tuo
angelo che,
mosso a pietà
ci invitava nel tepore
della sua casa.
Era come un ritorno
nel grembo,
in quel luogo sicuro
dove nessun male
ci poteva toccare.
E lì trovavo
il conforto e la forza
per affrontare
la giornata che,
come un ragno
aspettava.
"Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite". Etty Hillesum

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