Non sempre posso capire perché Lui fa così e così...

Solo lettura: dal maggio 2005 al maggio 2010
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Ospite
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Non sempre posso capire perché Lui fa così e così...

Messaggio da Ospite » ven mar 05, 2010 12:15 am

Carissimi amici , ho letto questa lettera, di Fratel Carlo Carretto, vorrei condividerla con voi. Apparentemente è ricca di contraddizioni,ma in essa troviamo gli elementi essenziali ai molti perchè che spesso alcuni cristiani si pongono, senza riuscire a darsi una spiegazione...
Riporto alcuni frammenti più significativi, di cui condivido il pensiero,in cui è racchiusa la risposta ai tanti quesiti.

  • "Mi fido di lui. Se accetti il regno tutto è chiaro, se non lo accetti tutto è oscuro.
    E di questo sii certo: non troverai soluzioni da nessuna parte; rimarrai nell'angoscia e nell'oscurità.
    So che ti dico queste cose nella fede, ma non ho altra lettura.
    Non esiste altra lettura. (...)
    Dio è la tremenda sintesi di tutti gli opposti e in lui, vita e morte si danno convegno; giustizia e misericordia si incontrano, luce e tenebre sono la sua stanza.
    Ecco perchè è difficile capire come Lui sa amare e come il suo modo di amare facendoti soffrire, sia il segreto nascosto nei secoli.
    Capire il legame tra l'amore e il dolore, la morte e la resurrezione, è veramente difficile, quasi impossibile per l'uomo, senza lo Spirito."
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(Da Perché Signore? Il dolore: segreto nascosto nei secoli. Morcelliana, Edizioni Dehoniane Bologna).

...Nella piazza sento dire: "Perché il dolore? perché la sofferenza degli innocenti? perché la morte?".
Il cielo che per un momento mi era così chiaro, si oscura.
Nubi dense si accavallano sul mio povero orizzonte di uomo, di povero, di creatura debole e piena di paure.
Rimango interdetto.
E' vero e hai ragione di chiedermelo: "Perché tanto soffrire?".
E più ancora: "Perché il male?".
Perché le prigioni? Perché i manicomi? Perché le guerre?
Oh l'urlo di tanti malati!
Oh l'agonia lenta di tanti morenti!
Oh il sudore freddo di chi agonizza!
Torno daccapo e non mi resta che il silenzio.
Parlare accanto a un tormentato dal cancro o a un corpo lacerato vivo che da un incidente stradale che gli distrugge la speranza in pochi istanti, diventa presunzione.
Chi sono io per darti una qualsiasi risposta?
E anche se mi fissi con i tuoi occhi pieni di spavento e di lacrime che ti posso dire?
E vuoi che io parli?
Hai ancora la forza di ascoltarmi nel tuo strazio?
Io non so cosa dirti, fratello.
Ho superato i settant'anni, l'età in cui il salmo dice che sei giunto al termine.
Mi fermo, mi siedo vicino a te e col solo diritto di chi come te un po' ha sofferto, ti dico: la grande fortuna che mi è capitata nella vita è stata quella di conoscere Dio.
Sì, te lo dico nella verità, te lo dico nello spirito: Dio lo conosco. Ho imparato a conoscerlo.
Difatti dico sempre ai miei amici: credo in Dio perchè lo conosco.
Cerca ora di seguire il mio ragionamento per un istante.
Stringi i denti se soffri, ma ascolta ciò che ti dico.
Da che conosco Dio, so che non mi ha mai preso in giro.
So che non mi inganna; questa è la mia forza.
La conoscenza di Lui mi ha condotto a confidare in Lui.
L'ho dentro questa esperienza ed è incancellabile.
Ho fiducia in lui:
Ho fiducia anche quando la fiducia è messa alla prova e non capisco niente.
Sento di confidare in Lui anche quando il mio orizzonte è buio, arido, doloroso.
Direi che questa confidenza è il sunto di settant'anni di cammino.
Non ricordo più cosa vuol dire essere religioso. Non ricordo più se sono peccatore o virtuoso: non mi interessa.
Mi ricordo che posso fidarmi di Lui. So che non è il tipo da scherzare su di me, so che è fedele.
Sì, è fedele.
E allora, se è fedele, mi spiegherà le cose che ora non riesco a capire.
E mi spiegherà anche il perchè del dolore, il perchè della morte, il perchè del male.
Un padre non abbandona suo figlio.
Un amico non tradisce un amico.
E lui è Padre e Lui è amico.
Questo te lo dico per esperienza.
Non te lo dico soltanto nella fede che è un dono suo, te lo dico nell'eperienza che è conquista nostra, cammino nostro.
Non sempre posso capire perché Lui fa così e così.
Mi fido di lui.
E se c'è dolore nel mondo, so per esperienza che Lui lo sa e sa trasformarlo in luce, in liberazione, in beatitudine.
Sì, in beatitudine, e sembrerebbe grossa la faccenda e addirittura ridicola.
Come è possibile chiamare beato chi piange?
E Lui l'ha chiamato così.
Com'è possibile chiamare beato chi è perseguitato?
Ed è Lui che l'ha chiamato così.
Leggi le beatitudini e dì pure, tanto Lui non s'offende: qui parla un pazzo o uno che ci nasconde qualcosa.
Direi che è l'uno e l'altro. E' pazzo, ma pazzo d'amore.
E in quanto al nasconderci le cose, non possiamo dubitare.
Ce le nasconde.
Ce le nasconde quando è presto e non possiamo portarle, ma più di tutto ce le nasconde per chiederci l'unica cosa di cui non può fare a meno: l'amore, la confidenza.
E' innamorato della confidenza che possiamo avere per Lui.
Nulla gli fa più gioia di questo atto che riassume l'amore e il rapporto che vuole stabilire con noi.
E' il massimo che gli possiamo regalare come creature.
Non c'è atto di amore più grande, di chi s'abbandona nel buio all'amato offrendo tutto ciò che ha per amore. (...)
...............................
... Eccoti giunto al punto esatto.
Se accetti il regno tutto è chiaro, se non lo accetti tutto è oscuro.
Se esiste il regno che è la vita eterna, il perché del dolore e della morte ha il suo significato, se non esiste non rimane spiegazione di sorta.
E di questo sii certo: non troverai soluzioni da nessuna parte; rimarrai nell'angoscia e nell'oscurità.
So che ti dico queste cose nella fede, ma non ho altra lettura.
Non esiste altra lettura. (...)
...............................
...E' tremendo ciò che capita in un mondo che non accetta la realtà di Dio, la bellezza di Dio e che costruisce col suo contrario: il disordine, le prepotenza, il denaro, il vizio, la guerra.
Penso che a lungo non stia in piedi e crolli nel suo marciume.
Qui sì che puoi constatare la terribile realtà di ciò che fa il peccato dell'uomo.
Ti stupirai allora della severità di Dio!
Ti parrà impossibile che Lui, predicato come amore, taccia davanti allo sfacelo creato dall'uomo per le disubbidienze alle sue leggi.
Non c'è limite alla violenza della giustizia quando ti vuole dimostrare che: se non è Dio che costruisce la casa invano si affaticano i costruttori. Se Dio non custodisce la città invano veglia la guardia (Salmo127 [126],1).
Dio è molto più severo dell'uomo e non si spaventa a farti a pezzettini se resisti all'amore.
Ti disintegra fino all'ultima cellula.
Ti sfascia tutti i sogni.
Distrugge le tue velleità.
non lascia nulla di sporco, di ambiguo, di oscuro in te.
Pur di averti e farti capire, ti fa nuovo servendosi dei pezzi della tua casa distrutta.
Ti fa umile adoperando le tue sconfitte.
Ti rifà la verginità con il lezzo delle tue lussurie.
Ti porta nel suo Regno, buttando via il sacco di tutti i tuoi errori schifosi.
Ti conduce nel deserto e ti abbraccia nel tuo pianto dicendoti: Hai visto che senza di me non puoi far nulla (Giovanni 15,5).
Dio è la tremenda sintesi di tutti gli opposti e in lui, vita e morte si danno convegno; giustizia e misericordia si incontrano, luce e tenebre sono la sua stanza.
Ecco perchè è difficile capire come Lui sa amare e come il suo modo di amare facendoti soffrire, sia il segreto nascosto nei secoli.
Io sono morto per te - mi dice sul Calvario - ora impara anche tu a morire un po' per me.
Morendo capirai il segreto.
Ma lo capirai solo se morirai per amore come me. (...)
..............................
...Dio aveva infiniti modi di fare un mondo diverso.
Lui è Dio, è il dio dell'impossibile.
Poteva fare un mondo senza sofferenze, poteva fare un mondo non assoggettato al dolore, poteva fare suo figlio immerso nelle gioie dell'eros come in un perenne viaggio di nozze. No! Non l'ha fatto.
Gli ha lasciato un po' di eros ma gli ha chiesto di abituarsi all'agape del sacrificio.
Gli ha regalato albe stupende, ma gliele ha mescolate a notti di tragedia.
Gli ha dato salute e forza e gli ha lasciato dei buchi nel polmoni, o delle cellule impazzite fatte apposta per soffocarlo nel momento in cui non se l'attende. Come terribile metastasi del male.
E' inutile trovare la scusa che non è Dio che vuole il male, che il dolore è colpa dell'uomo e dell'ecologia distrutta.
No,no!
Io so che Dio può tutto e, se volesse, potrebbe bloccarmi il cancro che ho addosso e mi distrugge.
Non lo fa.
A me piace la soluzione di Giacobbe: mi sembra più semplice.
E' lui che mi ha azzoppato.
Discutete pure all'infinito, come i quattro teologi accanto a Giobbe, sul perchè del dolore e del perchè Dio lasci il dolore su questa terra.
Io preferisco dire: "E' Lui".
E' Lui che mi ha distrutto i campi. E' Lui che ha permesso che i nemici uccidano i miei figli.
E' Lui che mia ha portato su questo letamaio.
Non ci sono due potenze.
Ce n'è una sola: Dio!
Lui può.
Però non interviene e lascia che io soffra, permette che la guerra venga dichiarata, non dice nulla quando quattro boss della mafia mi avvelenano una provincia, lascia che la mano crudele del soldato e del poliziotto torturi il fratello per farlo parlare.
Qui sta una parte del mistero del dolore.
Dio permette
Dio mi ferisce
Dio mi distrugge i raccolti
Dio imperversa nella tempesta
Dio mi conduce alla morte
Ma è proprio nel ferirmi che tira fuori il meglio di me.
Se non fossi ferito, sarei insopportabile nelle mie diaboliche sicurezze.
Ferito, rimango calmo e imparo a piangere; piangendo imparo a capire gli altri, imparo la beatitudine della povertà.
E' così.
Se l'uomo non avesse il dolore, se non passasse nel limite della sofferenza, difficilmente infilerebbe la strada della salvezza.
Se in Egitto il popolo avesse avuto la libertà, Mosè non avrebbe potuto convincerlo a tentare l'avventura della liberazione.
Se nel deserto avesse trovato al posto dei serpenti, della fame e della sete, oasi incantate, non sarebbe mai giunto alla terra promessa.
Non esiste stimolo a marciare verso il nostro domani, più efficace della nostra sofferenza.
Ed per questo che Dio colpì Giacobbe all'anca.
..................................
...Come capiremmo il riposo senza la stanchezza, la gioia senza il pianto, la luce senza le tenebre, il perdono senza l'odio, la verità senza l'errore?
Dio ci tocca nella carne per farci sentire i bisogni del mondo.
La tua carne diventa per Dio il libro del suo parlare, l'alfabeto del suo modo d'esprimersi.
Ti punisce per farti come Lui, capace di amare.
Ti toglie la salute per farti piccolo e umile, ti dà le tenebre per farti invocare la luce, ti lascia solo perchè lo cerchi, ti tocca nella carne per farti sentire la carne del mondo.
E non ha paura di vederti piangere, perchè Lui sa il valore delle lacrime.
E anche se tu hai l'impressione che sia il caso a farti soffrire e non la sua specifica volontà. Lui ti lascia piangere e tace.
Aspetta che tu riesca a capire.
Capire il legame tra l'amore e il dolore, la morte e la resurrezione, è veramente difficile, quasi impossibile per l'uomo, senza lo Spirito.
Hai sempre l'impressione che non dovrebbe essere così, che è impossibile sia così.
Pensi che è per sbaglio che tu ti sei ammalato e che è per mancanza di luce quella sera, che tu sei cascato per le scale.
Eppure non è così.
Se Dio è Dio, non una goccia di sangue è senza significato, non una cellula fuori di posto, e non esce lacrima da un occhio senza pulirlo meglio.
................................
... Ma ora vorrei insegnarti un piccolo trucco, fatto apposta per chi ha paura di soffrire o meglio, per chi cerca di soffrire di meno.
Il trucco è questo: AMA DI PIU' PER SOFFRIRE DI MENO.

Ospite
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Messaggio da Ospite » ven mar 05, 2010 8:28 am

Provo a dare un mio piccolo contributo, ho dedicato questa poesia a mio figlio Daniele in occasione della festa di San Valentino, 4 mesi dopo la sua dipartita in cielo, parole che mi sono uscite dalle mie viscere, in cui credo fermamente:

"Eccomi qui come ogni giorno accanto a te (davanti alla sua lapide)
chiedendomi dolorosamente e ancora
incredula "perchè"
una tua distrazione?
un'ostacolo improvviso?
o la volontà di Dio?
in un attimo te ne sei andato lasciandomi
con il cuore affranto e straziato.

Due strade mi sono consentite, credere che
nel nulla tu ti sia addormentato
e che mai più ti rivedrò...
realtà dura, amara e terribile da accettare
nel rifiuto di Dio e del Suo amore impossible.

Oppure, oppure dolce pensiero, è che tu stia
con Dio, nel Suo amore infinito.

E allora, Mio Signore, questa è la mia scelta,
a te affido mio figlio, abbi cura di lui, stringilo
forte sul Tuo cuore, ma in questo Vostro
eterno abbraccio, lasciate un posticino anche
per me, anima errante, che a quell'abbraccio
brama come balsamo consolante.

E poi, in un tempo lontano, stringendoci più stretti
ancora un pò di spazio avremo per accogliere
che sappiamo....
e allora con gioiosa meraviglia saremo nuovamente
e per sempre una famiglia,
quella famiglia felice e invincibile che eravamo fino
a quel 29 Ottobre".

Non cerco risposte, non cerco perchè, ho affidato la mia vita, il mio cuore, la mia famiglia e mio figlio completamente nella mani di Dio,
cercando faticosamente di essere degna di loro ed accettandomi per quella che sono: una creatura del Signore con tutti i suoi pregi e virtù, con tuitti i suoi errori e difetti, con tutte le sue miserie, che sa di essere piccola cosa ma che confida ciecamente in LUi e nella Sua Misericordia.

Grazie cara Anna Rita per avermi dato l'opportunità di esprimere ancora una volta l'amore per Dio e per mio figlio.

Ospite
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Messaggio da Ospite » ven mar 05, 2010 9:24 am

Bellissima davvero Rina la tua poesia; di sicuro Daniele è nel Suo amore infinito, il pensiero della morte preoccupa, abbatte perchè è proprio il distacco dai nostri cari quello che più temiamo.
Io da piccola ho perso mia madre, oltretutto ho vissuto pochissimo con lei , ma ha lasciato in me delle tracce indelebili e ho sentito forte la sua presenza, nei momenti più importanti della mia vita, l'ho sentita presente proprio in quei giorni in cui una madre, sarebbe voluta essere lì, al fianco di suo figlio..
Col tempo, sono trascorsi trent'anni , ho compreso tante cose, il perchè di tanti eventi , ancora oggi sento enormemente la sua mancanza , ma sono certa che lassù sta molto meglio di quanto , potrebbe essere stata qui su questa terra, perchè ho una spiegazione tutta mia: Dio le ha riservato un posto nella pace, che tra noi non aveva, ha messo fine alle sue sofferenze fisiche e morali ,che con grande forza di coraggio ha portato avanti fino all'ultimo suo istante. E è qui che comprendo il grande disegno di Dio, portarla lassù, tra gli angeli è stato un segno di grazia, il dono più bello che potesse farle, chissà quante volte, sarà stata lei a chiderglielo in preghiera.
E' vero, vista da un'altra ottica non è giusto, che Dio porti con sè una giovane donna e per di più mamma, i suoi figli ne soffrono enormemente, ed è anche vero che ognuno di noi si accontenterebbe della sola presenza di un genitore, anche quando sofferente non può donarti altro che il suo amore......ma a volte penso che l'uomo non voglia comprendere e accettare a causa del suo egoismo... oggi sono più che mai convinta, che per lei lasciare questa terra sia stata la più grande grazia che il Signore le abbia donato: Egli conosceva la sua infelicità e non ha fatto altro che renderla felice.

  • Signore, tu mi scruti e mi conosci,
    tu sai quando seggo e quando mi alzo.
    Penetri da lontano i miei pensieri,
    mi scruti quando cammino e quando riposo.
    Ti sono note tutte le mie vie;
    la mia parola non è ancora sulla lingua
    e tu, Signore, gia la conosci tutta.
    Alle spalle e di fronte mi circondi
    e poni su di me la tua mano.
    Stupenda per me la tua saggezza,
    troppo alta, e io non la comprendo.
    Dove andare lontano dal tuo spirito,
    dove fuggire dalla tua presenza?
    Se salgo in cielo, là tu sei,
    se scendo negli inferi, eccoti.
    Se prendo le ali dell'aurora
    per abitare all'estremità del mare,
    anche là mi guida la tua mano
    e mi afferra la tua destra.


    Salmo 139

Ospite
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Messaggio da Ospite » ven mar 05, 2010 9:42 am

Grazie Anna Rita, hai capito il mio travaglio interiore ed io con molto rispetto
comprendo il tuo, da una settimana ho perso mio padre e tu esprimi meravigliosamente bene il sentimento filiale che mai può venir meno, più che mai difronte alla morte, ho perso mio fratello sette mesi dopo che mio figlio mi ha lasciata, non ho fatto in tempo nemmeno a realizzare di aver perso una parte di me stessa quando questa ennesima croce veniva a caricarsi sulle mie spalle, ma nonostante tutto io amo il mio Dio con tutto il mio cuore e a Lui ho offerto le mie lacrime e il mio dolore.
Non badate se a volte sembra che io contrasti quanto viene detto ma il mio è solo il bisogno di parlare di Dio, di capire cosa Lui rappresenti nella mia vita, quale sia il senso del mio vivere, quale sia la Sua GRANDE VERITA', ognuno di noi ha la prpria verità e desidera esprimerla e quando nel cuore dimora l'amore e lo Spirito Santo, questa è sempre rispettabile e mai criticabile.
Ti voglio bene, con affetto.

Bloccato
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