L'AMORE ALLA LEGGE DEL SIGNORE

[Paoloveneziano]

Salmo 118 - 2 parte (segue)

L’amore alla legge del Signore

La struttura alfabetica del salmo sembrerebbe mortificarne la sponta-
neità e la creatività, ma non è così. La parola della Legge è come un fiume
d’acqua viva che sempre nuova scaturisce da una sorgente inesauribile e
segreta. Il salmo mantiene costantemente un certo affiato mistico e una
certa spontaneità, perché è sostenuto dall’amore per La legge del Signore,
dall’ardore del cuore che, contemplando la bellezza della legge divina,
preso dà stupore, esplode continuamente in canto di gratitudine e di lode.
E proprio l’amore alla legge - la “Torà” - ad esprimere concretamente
l’attaccamento del popolo di Israele al suo Dio, al Dio dell’Alleanza, che
gli ha consegnato la legge di vita e che lo ha sempre accompagnato lungo
il cammino della storia, guidandolo con la sua parola.
Motivo di grande orgoglio, di santo orgoglio, era per Israele l’avere rice-
vuto da Dio stesso la sua legislazione. Se gli altri popoli si vantavano di
avere una potenza basata sull’estensione territoriale, sulle ricchezze mate-
riali o sulla cultura, Israele poteva vantarsi di avere la potenza e la sapien-
za incomparabili del suo Dio. Essere il popolo di Jahvé era molto meglio
che essere il grande impero assirobabilonese o romano. Obbedire a Colui
che ha fatto cieli e terra era molto più che sottomettere a sé tutti i popoli
d’oriente e d’occidente.
Questo salmo dunque è il canto d’amore del pio israelita alla legge del
Signore, è una contemplazione che nasce dalla diuturna meditazione di
questa parola di vita. Esso racchiude in sé tutto il messaggio dei profeti,
e in particolare tutta la spiritualità del Deuteronomio - il codice dell’al-
leanza -‘ quindi tutto l’insegnamento spirituale dell’antico testamento.
Per non ripetere continuamente il nome “legge” si usano tanti sinonimi
o nomi equivalenti. Se ne trovano almeno dodici ripetuti non con pedante-
ria ma con arte d’amore, con il compiacimento proprio di chi conemp1a,
accarezza, assapora ciò che gli è caro. Siamo come davanti a una lunga
litania di bei titoli, dati ad una persona amata.
Non trovandosi mai soddisfatto nel dire le preziose qualità della legge
il pio ìsraelità la elogia moltiplicandone i nomi e gli attributi. La chiama
infatti: legge, parola, via, insegnamenti, promessa, decreti, precetti, giudi-
zi, ordini, sentenze, volontà, comandamenti, e dice che essa è la sua luce,
la sua guida, la sua forza, la sua sicurezza, la sua speranza, la sua fiducia,
la sua salvezza, il suo tesoro, il suo amore, tutta la sua gioia.
Noi vogliamo dunque metterci davanti a questo salmo con disposi zio-
ni interiori simili a quelle dei pii israeliti, dei poveri di Jahvé che avevano
davvero come unica ricchezza la legge del Signore; vogliamo ascoltare
e ripetere questo salmo con l’umiltà e la semplicità dei bambini che impa-
rano a compitare, a leggere sillabando sul primo libro di scuola. In questo
modo, su questo salmo, hanno imparato a leggere pure Maria e Gesù.
E dobbiamo anche nutrire nel nostro animo un profondo senso di venera-
zione per questo canto della legge, che milioni e milioni di credenti nell’uni-
co vero Dio hanno proclamato e pregato, che generazioni e generazioni
hanno cantato insieme, che lo stesso Verbo Incarnato e la sua santissima
Madre hanno imparato, pregato, meditato, cantato, amato.
Il salmo 118 ha plasmato il cuore dell’antico e del nuovo popolo di Dio;
non possiamo dunque accostarlo solo con l’intelligenza, come una sem-
plice pagina di letteratura, ma soprattutto con il cuore. Dobbiamo metterci
in stato di preghiera e in stato di stupore; allora scopriremo meraviglie
insospettate, davvero come i bambini che imparano le prime lettere’dell’alfa-
beto, poi le prime sillabe, le prime parole, e vanno di stupore in stupore per
quello che imparano e che li fa crescere...
Lo stupore dovrà diventare in noi ringraziamento e lode. Ci troveremo .
sempre nello stesso clima, eppure sempre con il cuore preso come da qualco-
sa di nuovo e ricaricato di entusiasmo. Il canto della legge, infatti, è come
un fiume che si ingrossa scorrendo e va a sfociare nell’oceano immenso
della carità È il canto dell’amore di Dio che si prende cura di noi insegnan-
doci la via per andare a lui.
Infatti la legge non è altro che una indicazione della via per camminare
alla presenza del Signore e giungere alla pienezza della comunione di vita
con lui. Essa è una parola di fedeltà di Dio mediante la quale egli si lega
indissolubilmente a noi. E ciò perché in grembo alla legge c’è già la grazia,
c’è già la salvezza, c’è già la persona di Gesù, la parola divina che si incarna.

Paolo