SAN FRANCESCO- CANTICO DI LODE E DI AMORE

[Paoloveneziano]

Cantico dl lode e di amore

“Onnipotente, altissimo, santissimo e sommo Iddio, Padre santo e
giusto, Signore e Re del cielo e della terra, per Te medesimo Ti
rendiamo grazie, poiché per il tuo santo volere e per l’unico Figlio
nello Spirito Santo creasti tutte le cose spirituali e materiali, e noi
“fatti a tua immagine e somiglianza ponesti nel Paradiso” (Gen. 1, 26)
e poi per nostra colpa siamo caduti. Ti ringraziamo anche perché,
come per mezzo del Figlio tuo ci creasti, cosi pure per la vera e san-
ta “carità con la quale ci hai amati “ (Gv. 17, 26), hai fatto nascere,
Lui stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre Vergine bea-
tissima santa Maria, ed hai disposto che per il merito della sua Croce,
del suo Sangue e della Morte sua noi fossimo redenti dalla schiavitù.
E Ti ringraziamo, perché lo stesso Figlio tuo verrà di nuovo nella glo-
ria della sua maestà per mandare i maledetti, che non fecero penitenza
e non vollero conoscerti, nel fuoco eterno e per dire a tutti quelli, i quali
Ti conobbero, adorarono e servirono nella penitenza: “Venite, bene-
detti dal Padre mio, entrate in possesso del Regno, che vi è stato prepa-
rato dal principio del mondo” (Mt 25,34).
E poiché noi miseri e peccatori non siamo degni di nominarti, supplici
preghiamo, affinché il Signor nostro Gesù Cristo, Figlio tuo diletto, “nel
quale ti sei compiaciuto” (Mt. 17, 5), Ti ringrazi di tutto Egli stesso, insie-
me con lo Spirito Santo Paraclito, come piace a Te e a loro, dal momento
che Egli sempre Ti basta per tutto, e per mezzo suo tanto bene hai fatto a
noi, Alleluia! “.
E’ un canto stupendo, dall’affiato biblico, dalle dimensioni cosmiche,
dall’intuizione mistica più alta. E’ stato definito “ il Credo di S. Francesco”;
un Credo, che non è arido elenco di articoli di fede, ma inno di lode e di rin-
graziamento per la creazione, l’Incarnazione, la Redenzione e la consuma-
zone finale della storia della salvezza.
Il Serafino d’Assisi si libra sulle ali della contemplazione e vola, come
già in possesso della beatitudine celeste, fino al centro della Liturgia Intratri-
nitaria, prototipo d’ogni 1iturgia: al Figlio e allo Spirito Paraclito, perché
rendano lode, grazie e amore al Padre!
Nell’anelito incontenibile a travolgere tutte le creature in cielo e in terra – biso-
gna leggere l’intero lungo capitolo - nell’invito a tutte le categorie della Chiesa
celeste e pellegrina a lodare, a ringraziare. ad amare il Padre, egli placa lo zelo,
che lo divora, appropriandosi ed offrendo la mediazione sacerdotale del Cristo
e il gemito inenarrabile dello Spirato Santo.
Il Santo, “ tutto serafico in ardore”, ha un’esperienza intima, inebriante della
comunione di vita on Dio Uno e Trino, vuole comunicarla, ha bisogno di comu-
nicarla a tutti gli uomini o si abbandona allo foga dello Spirito con un impeto di
torrente in piena; “Amiamo tutti con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutto
la mente, con tutta la capacità e la fermezza, con tutto l’intelletto e con tutte le
forze, con tutto lo sforzo e con tutto l’affetto, con tutte le viscere, con tutti i desi-
deri e le volontà il Signore Iddio.,, Niente altro dobbiamo desiderare, niente altro
volere, in niente altro trovare piacere e diletto, all’infuori del Creatore,
Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio, il quale è bene perfetto, ogni bene,
tutto il bene, verace e sommo bene... Noi tutti, in ogni luogo, ora e tempo, ogni
giorno e sempre crediamo con fermezza ed umiltà e portiamo nel cuore. amiamo,
onoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifi-
chiamo e ringraziamo l’altissimo, sommo. eterno Dio, Trinità ed Unità, Padre,
Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, salvatore di quelli, che in Lui
credono e sperano ed amano Lui, che è senza principio e senza fine, immutabile,
invisibile, inenarrabile, ineffabile, incomprensibile. imperscrutabile, benedetto,
degno di lode, glorioso, sublime, eccelso, soave, amabile, dilette-
vole e tutto e sempre sopra tutto desiderabile nei secoli dei secoli,.. *.
Qualsiasi commento sciuperebbe il testo così espressivo. S, Francesco brucia
d’amore di Dio e vuole che tutti si lascino investire da questo fuoco beatificante.
Scintille che l’accendono: assimilazione della Parola di Dio e vita in comunione
con la SS. Trinità.

Paolo