TUTTI IN ... (racconto comunitari a piu' mani :-) terminato

Solo lettura: dal maggio 2005 al maggio 2010
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sandanydp
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TUTTI IN ... (racconto comunitari a piu' mani :-) terminato

Messaggio da sandanydp » lun mag 15, 2006 10:00 pm

TUTTO IL RACCONTO E RIFLESSIONI PUO' ESSERE LETTO PIU' SOTTO CON IL TITOLO
TUTTI IN GRAZIA DI DIO (RACCONTO A + MANI - TERMINATO)

NON + SOTTO QUI


Mi sono accorta, il più delle volte, che ognuno ha la sua vita, ma che molte cose di essa sono simili.
Perchè, seguendo, allora, una certa logica, come quella della POESIA A PIU' MANI, non possiamo provare invece della poesia a fare un racconto. Un fratello inizia e pian piano allacciano gli altri e questo per non più di una settimana, ogni volta. E' carino vedere ciò che ne esce alla fine.
Incomincio :) seguitemi


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Arturo, entrò precipitoso nella chiesa, senza farsi neanche il segno di croce.
Andò difilato da un fedele seduto in uno dei banchi e domandò: - Dov'è il parroco? - L'altro alzò il capo e lo guardò stranamente. Non gli sembrava di averlo mai visto.
- Chi? - rispose - Il parroco ripetè Arturo
- Ah, Patroclo - fece l'altro come se avesse da un pezzo capito. E gli indicò un uomo calvo, seduto due banchi davanti al suo.
Arturo si diresse come una freccia da costui.
- Mi scusi, lei è il parroco? L'altro sembrò indignarsi-
- Ma che non lo vede che non sono un prete!?
- Che cosa glielo fa pensare che lo sia? disse con voce burbera e alta.
- Sccccccccch si sentì nel silenzio della chiesa.
La Campanella suonò e un prete con due chierichetti avanzò verso l'altare e la celebrazione ebbe inizio.
Una vecchina, rotondetta, e raggrinzita come una mela essiccata. si stropicciò con un fazzolettone gli occhi con tutti gli occhiali e poi, tirò Arturo per una manica della giacca e gli chiese se la poteva confessare.
- No, non sono io il confessore
- Ah, è a tutte le ore! Ma a me serve adesso, domani non si sa. Sa, vengo qui da tanto tempo, quasi tutti i giorni; ma domani non so, non so proprio se potrò.
- E chi lo sa? chiese Arturo un pò nervoso.
- Eh, caro il mio lei, solo Dio può dirlo!...
Ultima modifica di sandanydp il mar mag 23, 2006 7:41 pm, modificato 2 volte in totale.
S D PETROCCHI

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paolamaria55
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Messaggio da paolamaria55 » lun mag 15, 2006 10:22 pm

"Ma dove sono finito?". si domandò Arturo, irritato con se stesso per aver accettato quell'incarico. E per fortuna che in quel piccolo borgo dovevano conoscersi tutti! La vecchina lo scambiava per il confessore, nessuno sapeva indicargli il parroco e tutti, in definitiva, sembravano far caso solo a se stessi. Ma quella lettera andava consegnata e solo al parroco di Xxxx. C'era scritto a chiare lettere: SPM, sue proprie mani. E Arturo, per quanto infastidito, non era tipo da scoraggiarsi tanto facilmente.
Non c'era molta gente a quell'ora in chiesa e Arturo avanzò lungo i banchi alla ricerca della persona "giusta" a cui chiedere informazioni. Nel silenzio generale i suoi passi facevano rumore. Tutta colpa delle scarpe di cuoio nuove che scricchiolavano ad ogni movimento facendolo sentire piùù che mai un intruso. Finalmente, sulla destra della piccola navata, vide un confessionale con la lucina accesa con su scritto: "Parroco"...

Giacomo
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Messaggio da Giacomo » mar mag 16, 2006 2:30 pm

Vide quella lucina, con quella sù scritta "Parroco".... e gli venne subito in mente a qualcosa di già familiare, qualcosa che aveva già visto, ma non riusciva a capire dove, ma intanto quel luogo per lui era così familiare (forse l'aveva sognato? mah) anche se non vi era mai entrato in quella chiesetta.
Eppure quella lettera doveva essere consegnata, era molto importante, era una promessa data ad un amico speciale, su letto di morte.
Arturo di solito visitava spesso gli anziani del villaggio e le persone bisognose ed era sempre pronto ad aiutarli e darle una mano.....
Purtroppo quella mattinata ricevette quell'incarico di consegnare la lettera al parroco XXXXX
Per mezzo della santissima Vergine Maria, Gesù Cristo venne nel mondo, ancora per mezzo di lei deve regnare nel mondo. (San Luigi Maria Da Monfort)

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Beldanubioblu
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Messaggio da Beldanubioblu » mar mag 16, 2006 3:06 pm

nella penombra adagio si accomodo' sulla vecchia sedia impagliata con l'idea di aspettare che il bisbiglio proveniente dal confessionale finisse,
-"speriamo di non aspettare un'eternità quest'ambiente non mi piace per nulla, non ho mai capito perche' bisogna andare a raccontare i fatti propri a una persona magari sconosciuta come un prete, boh! vai a capire le persone"
intanto i ricordi cominciarono ad affiorargli nella mente, il collegio e
i contrasti con gli educatori, la voglia di fuggire,il non capire perche' i genitori con tanti figli avevano mandato proprio lui in quel convento lontano chilometri
dal suo bel paese che si specchiva nel mare, le mucche, il cavallo,
e i fratellini, quei pensire gli recavano ancor oggi un senso di nausea
scoprivano ferite mai guarite - "ma guarda un po' se per fare un piacere
devo trovarmi qui a perder tempo, ma quando finisce questa confessione,
che lunga mamma mia", si accorse che non era piu' bisbiglio quello che che sentiva ma un singhiozzare penoso e a piangere era sicuramente una donna, meravigliato si alzo' con l'istinto di avvicinarsi al confessionale per rendersi meglio conto di cio che stava succedendo......
Il sole non ti serve per vedere perchè tu luce sei in mezzo al buio...(Lucia Di Iulio)

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Giammarco De Vincentis
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Messaggio da Giammarco De Vincentis » mar mag 16, 2006 6:05 pm

Che strano pero' Arturo non aveva mai osservato dentro una chiesa i volti diversi delle persone, quasi ad una ad una.
Ognuno di loro aveva uno sguardo diverso, quasi preoccupati.
Forse con il pensiero erano nel ricordo dei loro dolori, delle sofferenze dei loro cari e in cuor loro lo raccontavano ad un vecchio crocifisso posto in alto sopra l'altare.
Eppure quella gente aveva negli occhi qualcosa che gli dava serenità.
Cosi si fermo' e in ginocchio alzo' il capo verso Cristo Crocifisso e comincio' a pregare per tutte quelle persone presenti, fin quanto si senti toccare dietro la spalla.
Era il parroco XXXXX che aveva appena finito di celebrare la Santa Messa e la vecchietta rotondetta gli aveva detto cghe lui lo cercava.
Cosi si accomodarono in sacrestia
C'è piu' gioia nel dare :-) che nel ricevere
CLICCA QUI Per leggere le mie poesie. il mio tel è 348-3825993

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paolamaria55
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Messaggio da paolamaria55 » mar mag 16, 2006 10:24 pm

Era da tanto che non pregava. Pensava di aver perfino dimenticato come si faceva a pregare. Eppure quell'Ave Maria, recitata per quella gente sconosciuta, di cui forse non avrebbe mai saputo neppure il nome, gli era venuta spontanea alle labbra, come se avesse aspettato tanto tempo, paziente, ma ostinata, a uscire appena sussurrata dalla sua bocca. Emozionato e un po' inquieto per quell'esperienza nuova, Arturo seguì il parroco nella piccola stanza a lato dell'altare. Una rapida occhiata bastò perché si rendesse conto della dignitosa semplicità, o meglio povertà di quel luogo. Un tavolino, due sedie scompagnate, la foto un po' sbiadita di una gita parrocchiale e la riproduzione di un quadro della Madonna. Tutto qui. Il parroco, un uomo di circa sessant'anni dagli occhi vispi e sereni, gli tese la mano, chiedendogli il motivo della sua visita. Arturo tirò fuori dalla tasca la lettera dalla busta un po' sgualcita...
"Voi valete quanto vale il vostro cuore" (Giovanni Paolo II)

vinno
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Messaggio da vinno » mar mag 16, 2006 11:49 pm

Oltre alla busta sgualcita, il parroco si accogeva sempre di più che Arturo era molto stanco e lo fece accomodare su una delle due sedie. Subito dopo Arturo gli infilò la lettera tra le mani e disse: "Speriamo niente di grave". Il parroco si accigliò e perse un po' di quell'espressione serena che aveva un minuto prima. Iniziò a strappare la busta per poter leggere il contenuto della lettera. Mentre stava iniziando a stirare il foglietto, rimane pietrificato con un'espessione incredula, perchè sentì una vocina dirgli: "Parroco volete confessarmi?" Era la vecchiettina che durante il Sacro Rito voleva che Arturo ascoltasse i suoi peccati. Il parroco ed Arturo si fissarono ed insieme fecero un sorriso.Arturo consapevole che la confessione era molto privata si allontanò, ma nel farlo il parroco in gesto di fiducia nei suoi confronti gli diede la lettera aperta e disse: "Dammela dopo la confessione e, visto che è privata non leggerla, fa che per te sia una confessione scritta che devo ricevere. Dopo la leggerò. Arturo si diresse di nuovo in chiesa aspettando che tutto si concludesse nel giro di poco tempo perchè avere quella lettera aperta in mano ed un po' di tempo a disposizione, era una tentazione enorme perchè voleva vedere cosa c'era scritto. dopo circa 25 minuti la vecchietta esce dalla sagrestia e dice ad Arturo: "Domani mi confesserò da voi..." Arturo non sapeva se ridere o piangere, ma resistette alla tentazione di leggere la lettera e di corsa occupò di nuovo la sedia che aveva rimasto vuota. Consegnò la lettera al parroco e......

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Messaggio da paolamaria55 » mer mag 17, 2006 8:46 pm

...che la lesse velocemente. Sul viso gli si leggeva dapprima stupore, poi, mano a mano che la lettura procedeva, la sua bocca si apriva ad un mezzo sorriso. Infine, un impercettibile sospiro. La lettera diceva:
- Tu non ti ricorderai di me, ma io sì. Sono stato tuo compagno di stanza tanti anni fa (quanti? 40?, ormai ho perso il conto...). Cominci a ricordare? Sono Raffaele T. Quanto ho rimpianto le nostre chiacchierate dopo che ho lasciato il seminario. Quella vita non era per me. Ma tu sì, eri nato per fare il sacerdote. So che dopo il mio abbandono mi hai cercato. Non mi sono fatto mai trovare, ma non ho dimenticato e da lontano ho seguito la tua vita. Quanto è stata diversa dalla mia... Ti scrivo perché mi resta poco tempo e voglio affidarti un compito speciale, molto delicato. Quindici anni fa ho avuto un figlio, frutto di una delle mie tante relazioni sbagliate, ma da sciagurato quale sono, non sono stato un padre per lui. Non ho voluto riconoscerlo. Sono scappato (vedi a chi avevi offerto in gioventù la tua fiducia?). Un anno fa - ero già malato - ho rintracciato sua madre, che mi ha impedito (posso capirla!) di presentarmi a lui come suo padre. Per Francesco (si chiama così) sono diventato uno zio spuntato per caso. A lui lascio tutto quello che ho e chiedo a te di seguirlo, di occupartene, di aiutarlo a crescere. Francesco studia a xxxx, e vive lì in collegio. Ho provveduto economicamente al suo presente e al suo futuro. Ma l'ho privato del mio amore e non ho mai potuto provare la gioia di sentirmi chiamare papà. E una colpa di cui sto per rendere conto a Dio e di cui mi pento amaramente. So di non meritare la sua misericordia, né il suo perdono. Ma confido nella tua antica amicizia. Non mi negherai questo favore, vero? Nell'altro foglio troverai tutto ciò che ti serve di sapere riguardo a Francesco. Prega per me. Ti abbraccio, Raffaele -

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sandanydp
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Messaggio da sandanydp » mer mag 17, 2006 9:25 pm

Il prete diede un'altra occhiata al foglio e poi, avvicinandosi di più al ragazzo, gli battè una mano piuttosto grossa sulla spalla e gli chiese come si chiamasse: "Arturo" signore o don......?
- don Odorisio
- Ed io Arturo don Odorisio, per servirla
-No, grazie....non mi devi servire, anzi...
- Ma sei sicuro che ti chiami così?
- Ma certo! E poi, don Odorisio, non sono io che mi chiamo, ma sono gli altri che mi ci chiamano e da quando sono nato - rispose il ragazzetto abbastanza vispo.
- Bene, bene, ripetè il prete. - Hai mangiato?
- No, niente ed ho una di quelle fami....
- Appetito, si dice Arturo - replicò l'altro
- don Odorisio, se mi consente, io ho proprio fame. Ecco, vede e si mise un dito al centro dello stomaco. - Ecco, qui, proprio qui ho un buco e va riempito; altrimenti con tutta la strada che ho fatto, credo proprio di cadere svenuto.
ì Eh, benedetta gioventù.....Allora vieni con me, seguimi. Andiamo a pranzare.
- Oh. che bello! E battè le mani. Credevo che i preti non mangiassero.
Oh, perbacco e perchè?
- Credo di aver letto da qualche parte del vangelo che non di solo pane si vive e pensavo che l'ostia vi bastasse.
Il prete rise e lo invitò a seguirlo
S D PETROCCHI

albertoucci
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Messaggio da albertoucci » gio mag 18, 2006 5:22 pm

Entrarono nello studio del prete, il quale prese un libro abbastanza grosso e usciti da quella stanza percorsero un lungo corridoio, salirono delle scale abbastanza alte e il don si girò per guardare Arturo, che aveva quasi la lingua fuori.
Don, ma prima di mangiare fate sempre questa ginnastica?
Si, come quando fai il percorso di vita e poi arrivi ad appagarti del Signore.
Io so solo che mi sentirò pieno dopo aver mangiato qualcosa e con tutta questa ginnastica mi viene ancora di più la voglia di mettere qualcosa sotto i denti. Ho una fame!......

Giacomo
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Messaggio da Giacomo » gio mag 18, 2006 9:14 pm

Finalmente arrivarono in un piccolo vano ben arredato, con arredi tutti in legno massiccio, vie era una piccolo tavolo con due sedie, un credenza con piatti e stoviglie varie, un lettino e una piccola cucina con tre fornelli.
Ma la cosa che colpì maggiormante Arturo, furono i quadri, in realtà erano tutte foto molto vecchie con immagini di bambini in gruppo, ed erano curate e incorniciate, pensò subito che dovevano significare molto per Don Odoriso.
Mentre il parroco di accingeva a preparare qualcosa Arturo osservava nei dettagli quell'ambiente.
Poi gli occhi si fermarono sopra il lettino, dove vi era un immagine bellisima di una donna sì era inconfondibile era la Madonna, sempre ben incorniciata e tra la cornice e il vetro di questa immagine vi era una foto di due giovincelli con abiti di prete, uno era don Odoriso si capiva dall'aspetto e poi era inconfondibile dal suo sorriso , l'altro nonostante mai visto, aveva un qualcosa di particolare, un non sò , e Arturo disse subito : Don quest'uomo vicino a lei mi è molto familiare, chi è? vive ancora in qui? ....
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Messaggio da valentinamartucci » dom mag 21, 2006 3:02 pm

- No, Arturo. ....Il prete sembrò pensare.....
- Non è mai vissuto qui.....eravamo, oltre che compagni di studio, dei grandi amici. Almeno così credevo.
- E poi? - E qui dove stavate? - E lui ora dov'è? - L'avete più visto? Perchè?
- Piano piano Arturo. Quante domande! E tutte insieme....Sembri un vulcano acceso che manda fuori a più non posso magma, lapilli, cenere.
- Perdonate Don Odorisio..... ma il fatto è che mi sembra strano....
- Ma che cosa? Benedetto ragazzo! Sei più vispo tu che....
- Chi, Don Odorisio?
- Dite, dite
- Che quell'altro bel tipo che ci guarda dalla foto e sembra voler ammiccare.....
Il prete prese la foto dal quadro della Madonna, la stese: da una parte, per stare sotto al vetro non bene, si era formata una specie di piccola orecchia.
Quest'altro..... un pò di delusione l'ho avuta, ma pazienza! Si sa come sono gli uomini. Nessuno nasce perfetto! Bisogna pregare molto, Arturo. La vita non si sa mai cosa ci riserva.
- Io lo so, Don Odorisio cosa mi riserva. Oh, se lo so! Almeno, così credo.
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Messaggio da sandanydp » lun mag 22, 2006 6:07 pm

- E che cosa ti riserva? Non lo sa nessuno e tu lo sai! Hai per caso la palla di vetro? La sfera magica? O sei come tanti presuntuosi? Eppure non mi sembri. Vispo, frenetico...questo si....ma presuntuoso non direi. D'accordo che non ti conosco più di tanto. Ma, in fondo in fondo mi sembri un bravo figliolo.
- E lo sono, don Odorisio! Solo che ho una cosa qui - e si toccò con la mano dalla parte del cuore.
- Diamine, hai ancora il buco nello stomaco! Ma quando ti passa questa benedetta fame? Il prete sorrise e poi inarcò le sopracciglia.
- Ma no, padre. Che ha capito? Qui, proprio qui e abbassò gli occhi di un celeste così bello, che solo gli angeli aveva visto avere quel colore.
Il prete seguì lo sguardo del ragazzo e solo allora si accorse della sua mano sul cuore.
- Ti sei innamorato? Ecco, ti sei innamorato.....Ma non ti preoccupare; succede un pò a tutti. E' come il morbillo. Ma.... se è vero amore, si vedrà.... altrimenti, passa.
- Oh, no, padre che non passa. A me dura da tanto. Sono fortemente innamorato.....del Signore! e questa frase la disse con tale impeto.
- Oh, Buon Dio! e don Odorisio cadde su una sedia. Le braccia lungo i fianchi. Stette un pochino in silenzio, cercò di aprire bocca, ma nessun suono ne usciva.
- Padre, si sente male? - chiese preoccipato il ragazzo. - Ma credevo che ne sarebbe stato felice. - Padre, mi sente? La prego mi senta. Devo dirle tante cose, ma tante veramente....Sono venuto qui apposta. L'ho cercata tanto. Gli diede un bicchiere d'acqua. - Si riprenda, padre....
Don Odorisio si ricompose. Si asciugò la fronte. Si soffiò il naso e poi si alzò. Fece due, tre volte avanti indietro nella stanza e poi si posizionò davanti a quel ragazzo. Oh, era bello davvero quel ragazzo. Perchè prima non se ne era accorto? Le gambe divaricate, le braccia conserte, prese a guardarlo dalla punta dei piedi fino su, ai riccioloni della sua testa, che scompigliati gli ricadevano un pò più lunghi sugli occhi. Ecco, perchè non subito si era accorto di quel colore celestiale.
- Arturo, fece don Odorisio, siediti e dimmi tutta la verità. Niente bugie, capito eh?! - Chi è questo Signore? Dove lo hai conosciuto? Quando? E cosa vuole da te?
- Piano, piano, padre. Lo ha detto lei che non dobbiamo essere frettolosi. Una cosa per volta.
Arturo si sedette e cominciò a raccontare
S D PETROCCHI

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Messaggio da sandanydp » lun mag 22, 2006 9:55 pm

- Padre, io sono Francesco Arturo, sì il figlio di Raffaele, vostro amico di un tempo, quello che era in seminario con voi. Ebbene, non voglio dire niente di mio padre, perchè come avete saputo per lettera neanche l'ho conosciuto. Ha sbagliato? Solo Dio può dirlo; ma io padre, voglio fare quello che a lui non è riuscito. Voglio diventare prete, come lei, padre.
Mia madre non mi dà credito; eppure io sento che questa è la mia vocazione. Mi aiuti, don Odorisio, a capire bene se questa mia vocazione
è solida. Da quando ero piccolo, da allora che sono in collegio, sento che il Signore mi chiama e se il Signore chiama non si può rispondere di no. Ma dobbiamo esserne sicuri. E per quanto riguarda me lo sono. Ogni volta, che potevo in collegio, passavo del tempo, da solo, in raccoglimento davanti al tabernacolo ed erano i momenti più belli della mia giornata. Non so se sono preghiere le mie, ma so che con il Signore parlo tanto e sento che Lui mi risponde. Ho servito anche la messa tante volte e mi immaginavo di celebrarla proprio io. Ho tanti amici in collegio e tutti mi vogliono bene e mi stimano. Mi chiamano "Arturo" solamente, perchè Arturo è un re. Non un Re qualunque. Perchè Re Arturo non ama essere fotografato, e guarda con distacco al danaro, proprio come me e usa come criterio di scelta non il danaro, bensì la nobiltà d'animo.
E adesso basta, padre. Un'ultima cosa le chiedo: vuole aiutarmi?
Don Odorisio, non sapeva più che fare. Un ragazzo era lì, davanti a lui e sicuro di quel che diceva gli domandava aiuto per rivolgersi al vescovo per la sua santa vocazione. Come non offrirgli una mano? Se il ragazzo era lì, era venuto da lui, qualcuno ce lo doveva aver mandato.
- Chi ti ha parlato di me, Arturo?
- La mamma. Lei sapeva. Il papà le aveva raccontato tante cose.
Lei senz'altro amava quel figliolo riccioluto, dagli occhi color Paradiso. Quindi. non era affatto del tutto vero che non gli dava credito. Ma voleva solamente che qualcun altro se ne occupasse, qualcuno che aveva fede.
Don Odorisio, si grattò la testa. Guardò il crocifisso che era sulla parete davanti e chissà perchè gli venne in mente "MARCELLINO PANE E VINO".
Si, doveva aiutarlo quel figliolo, come, forse, non aveva fatto con Raffaele. il suo amico. Il Signore gli proponeva un compito, lo stesso compito per la seconda volta.
Riguardò il crocifisso e disse a vice alta "COSI' SIA"
Poi, prese Arturo per le spalle e disse: "ANDIAMO!".
S D PETROCCHI

Giacomo
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Messaggio da Giacomo » mar mag 23, 2006 12:10 pm

Si dirissero dritti nel confessionale, Don Odorisio con aria molto serena però imperativa disse: Arturo! confessati, qui non puoi dire altro che la veirtà.
Padre, ho detto fin qui la verità;
Sì, sì, però non mi hai detto il vero motivo di questa vicinanza al Signore, dimmi, è successo qualcosa di particolare? sò che mi nascondi qualcosa!
Padre, con Lei è difficile mentire, però tutto è cominciato tantissimi anni fà, in sogno mi è apparso un angelo, era bellissimo, mi invitò a guardare in un grande schermo, tipo cinema, solo che era tutto strano era come un videoregistratore dove potevo fermare l'immagine o tornare indietro.
Ebbene, (qui arturo scoppiò a piangere) piangendo raccontò che tutti i suoi fratelli di colllegio in un modo o in un altro, una volta maggiorenni presero delle strade brutte, e vidi ad uno ad uno morire questi miei amici sotto i miei occhi , ma la cosa più brutta che non potevo far nulla.
Vidi Marco in una banca che si accingeva fare una rapina, e subito dopo il suo corpo a terra, colpito da un proiettile non sò di chi, (piangendo di più) Padre, capisce tutti.
Poi l'angelo mi invitò a portare il filmato indietro, e ricominciò da dove era iniziato prima, ma questa volta mi vidi io vestito da prete, capìì il messaggio.
Riprese a parlare don , ora ho capito...
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Giacomo
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Messaggio da Giacomo » mar mag 23, 2006 1:32 pm

- riprese , ho capito che con te vicino le cose sono andate diversamente, e vero?
- Sì è proprio così, da quel momento non penso ad altro;
- Figliolo, ma sei dipsosto a donarti totalmente a Dio per il bene dei tuoi fratelli? ne sei certo?
- Padre, Marco quel ragazzo che nel sogno ho visto a terra privo di vita è più che un fratello per me, abbiamo passato l'infanzia assieme, nelle successive immagini e cioè da quando ero con abito da prete, l'ho visto felicemente sposato con due bellissimi bimbi, ma anche gli altri fratelli, tutti in grazia di Dio, si perchè ero riuscito e portarli nella giusta via.
All'improvviso......
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