Quaresima 2007

Omelie di Monsignor Antonio Riboldi e altri commenti alla Parola, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 20, 2007 4:43 pm

Miei carissimi tutti, continuiamo insieme a camminare nella riflessione e nella preghiera in questo prezioso tempo di conversione, che iniza con il mercoledì delle ceneri e termina sempre di mercoledì, il mercoledì santo che precede il giovedì dell'ultima cena... buona santa quaresima a tutti!

Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 20, 2007 5:02 pm


  • Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la Quaresima 2007
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      • “Volgeranno lo sguardo a Colui
        che hanno trafitto” (Gv 19,37)


Cari fratelli e sorelle!

“Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Gv 19,37). È questo il tema biblico che quest’anno guida la nostra riflessione quaresimale. La Quaresima è tempo propizio per imparare a sostare con Maria e Giovanni, il discepolo prediletto, accanto a Colui che sulla Croce consuma per l’intera umanità il sacrificio della sua vita (cfr Gv 19,25). Con più viva partecipazione volgiamo pertanto il nostro sguardo, in questo tempo di penitenza e di preghiera, a Cristo crocifisso che, morendo sul Calvario, ci ha rivelato pienamente l’amore di Dio. Sul tema dell’amore mi sono soffermato nell’Enciclica Deus caritas est, mettendo in rilievo le sue due forme fondamentali: l’agape e l’eros.


  • L’amore di Dio: agape ed eros
Il termine agape, molte volte presente nel Nuovo Testamento, indica l’amore oblativo di chi ricerca esclusivamente il bene dell’altro; la parola eros denota invece l’amore di chi desidera possedere ciò che gli manca ed anela all’unione con l’amato. L’amore di cui Dio ci circonda è senz’altro agape. In effetti, può l’uomo dare a Dio qualcosa di buono che Egli già non possegga? Tutto ciò che l’umana creatura è ed ha è dono divino: è dunque la creatura ad aver bisogno di Dio in tutto. Ma l’amore di Dio è anche eros. Nell’Antico Testamento il Creatore dell’universo mostra verso il popolo che si è scelto una predilezione che trascende ogni umana motivazione. Il profeta Osea esprime questa passione divina con immagini audaci come quella dell’amore di un uomo per una donna adultera (cfr 3,1-3); Ezechiele, per parte sua, parlando del rapporto di Dio con il popolo di Israele, non teme di utilizzare un linguaggio ardente e appassionato (cfr 16,1-22). Questi testi biblici indicano che l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa. Purtroppo fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di una impossibile autosufficienza (cfr Gn 3,1-7). Ripiegandosi su se stesso, Adamo si è allontanato da quella fonte della vita che è Dio stesso, ed è diventato il primo di “quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita” (Eb 2,15). Dio, però, non si è dato per vinto, anzi il “no” dell’uomo è stato come la spinta decisiva che l’ha indotto a manifestare il suo amore in tutta la sua forza redentrice.


  • La Croce rivela la pienezza dell’amore di Dio

È nel mistero della Croce che si rivela appieno la potenza incontenibile della misericordia del Padre celeste. Per riconquistare l’amore della sua creatura, Egli ha accettato di pagare un prezzo altissimo: il sangue del suo Unigenito Figlio. La morte, che per il primo Adamo era segno estremo di solitudine e di impotenza, si è così trasformata nel supremo atto d’amore e di libertà del nuovo Adamo. Ben si può allora affermare, con san Massimo il Confessore, che Cristo “morì, se così si può dire, divinamente, poiché morì liberamente” (Ambigua, 91, 1956). Nella Croce si manifesta l’eros di Dio per noi. Eros è infatti - come si esprime lo Pseudo Dionigi - quella forza “che non permette all’amante di rimanere in se stesso, ma lo spinge a unirsi all’amato” (De divinis nominibus, IV, 13: PG 3, 712). Quale più “folle eros” (N. Cabasilas, Vita in Cristo, 648) di quello che ha portato il Figlio di Dio ad unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti?


  • “Colui che hanno trafitto”
Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Cristo trafitto in Croce! È Lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio, un amore in cui eros e agape, lungi dal contrapporsi, si illuminano a vicenda. Sulla Croce è Dio stesso che mendica l’amore della sua creatura: Egli ha sete dell’amore di ognuno di noi. L’apostolo Tommaso riconobbe Gesù come “Signore e Dio” quando mise la mano nella ferita del suo costato. Non sorprende che, tra i santi, molti abbiano trovato nel Cuore di Gesù l’espressione più commovente di questo mistero di amore. Si potrebbe addirittura dire che la rivelazione dell’eros di Dio verso l’uomo è, in realtà, l’espressione suprema della sua agape. In verità, solo l’amore in cui si uniscono il dono gratuito di sé e il desiderio appassionato di reciprocità infonde un’ebbrezza che rende leggeri i sacrifici più pesanti. Gesù ha detto: “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). La risposta che il Signore ardentemente desidera da noi è innanzitutto che noi accogliamo il suo amore e ci lasciamo attrarre da Lui. Accettare il suo amore, però, non basta. Occorre corrispondere a tale amore ed impegnarsi poi a comunicarlo agli altri: Cristo “mi attira a sé” per unirsi a me, perché impari ad amare i fratelli con il suo stesso amore.

  • Sangue ed acqua
“Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto”. Guardiamo con fiducia al costato trafitto di Gesù, da cui sgorgarono “sangue e acqua” (Gv 19,34)! I Padri della Chiesa hanno considerato questi elementi come simboli dei sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia. Con l’acqua del Battesimo, grazie all’azione dello Spirito Santo, si dischiude a noi l’intimità dell’amore trinitario. Nel cammino quaresimale, memori del nostro Battesimo, siamo esortati ad uscire da noi stessi per aprirci, in un confidente abbandono, all’abbraccio misericordioso del Padre (cfr S. Giovanni Crisostomo, Catechesi, 3,14 ss.). Il sangue, simbolo dell’amore del Buon Pastore, fluisce in noi specialmente nel mistero eucaristico: “L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di Gesù… veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione” (Enc. Deus caritas est, 13). Viviamo allora la Quaresima come un tempo ‘eucaristico’, nel quale, accogliendo l’amore di Gesù, impariamo a diffonderlo attorno a noi con ogni gesto e parola. Contemplare “Colui che hanno trafitto” ci spingerà in tal modo ad aprire il cuore agli altri riconoscendo le ferite inferte alla dignità dell’essere umano; ci spingerà, in particolare, a combattere ogni forma di disprezzo della vita e di sfruttamento della persona e ad alleviare i drammi della solitudine e dell’abbandono di tante persone. La Quaresima sia per ogni cristiano una rinnovata esperienza dell’amore di Dio donatoci in Cristo, amore che ogni giorno dobbiamo a nostra volta “ridonare” al prossimo, soprattutto a chi più soffre ed è nel bisogno. Solo così potremo partecipare pienamente alla gioia della Pasqua. Maria, la Madre del Bell’Amore, ci guidi in questo itinerario quaresimale, cammino di autentica conversione all’amore di Cristo. A voi, cari fratelli e sorelle, auguro un proficuo itinerario quaresimale, mentre con affetto a tutti invio una speciale Benedizione Apostolica.
  • Dal Vaticano, 21 novembre 2006

    BENEDICTUS PP. XVI
Ultima modifica di miriam bolfissimo il mar feb 20, 2007 5:30 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 20, 2007 5:26 pm


  • Quaresima: un momento di liberazione e di gioia
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È un'idea abbastanza diffusa quella che vede nella Quaresima un periodo di penitenza, mortificazione, fatica .. quasi che la preparazione alla Pasqua dipenda da una sorta di impegnativa ginnastica spirituale.

Senza nulla togliere al giusto impegno richiesto da una più fedele osservanza di ciò che viene esigito dalla vita cristiana, credo che la vera Quaresima, secondo il Vangelo, debba essere un momento di liberazione e di gioia.

La certezza che stiamo camminando verso il Signore, e che il Signore ha vinto la morte con il suo supremo atto di amore crocifisso, non può semplicemente seguire l'esperienza della Pasqua, che per noi è un dato già acquisito.

Allora: la Quaresima rimane un momento di particolare impegno a liberarci dagli idoli, a trovare spazi di maggiore generosità e di condivisione con gli altri, soprattutto con i poveri, vicini e lontani.

Tutto questo deve essere fatto non con l'animo depresso e triste di colui che si sente come castigato, ma con l'animo gioioso e appassionato di chi segue con slancio e con bontà amicale il Maestro in cammino verso Gerusalemme.

Buona Quaresima. Con la mia benedizione
  • monsignor Diego Coletti, Vescovo della Diocesi di Como
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 20, 2007 6:31 pm

Nella mentalità comune la Quaresima è considerata il classico tempo penitenziale, ma questa caratteristica non è primaria né tanto meno esclusiva. La Quaresima dipende essenzialmente dalla Pasqua che per la sua massima importanza ha suggerito un periodo di preparazione attestatosi, dopo varie oscillazioni, sul numero di quaranta giorni. È un numero simbolico molto significativo, ispirato ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto (e in tempi più lontani da Mosè sul monte Sinai) prima di iniziare il suo ministero pubblico. Proprio in ossequio al digiuno effettivo di quaranta giorni (di domenica non si digiunava), la Quaresima fu anticipata nel rito romano al Mercoledì detto poi delle Ceneri. Anche oggi questa resta la data di inizio, mentre il rito ambrosiano ha conservato l'antico ordinamento. Il giorno conclusivo è il mercoledì santo.

Grande segno sacramentale è la Quaresima, già tempo di salvezza donata, pregustamento della grazia e della gioia pasquale, aurora che riceve la luce del sole di Pasqua. Concepita come un tempo di ascolto più frequente della Parola di Dio, di più intensa preghiera e dì digiuno per favorire l'incontro con Dio, la Quaresima fu scelta anche come preparazione dei catecumeni al battesimo (che avveniva, assieme alla cresima e all'eucaristia nella notte di Pasqua) e quindi come periodo di penitenza per i peccatori pubblici che venivano riconciliati prima del triduo pasquale. Così tutta la Chiesa, accresciuta di nuovi figli con peccatori pentiti e riconciliati, poteva partecipare in pienezza alla vittoria pasquale di Cristo sul peccato e sulla morte.

Oggi l'intero popolo di Dio nel suo itinerario verso la Pasqua rivive il ricordo del proprio battesimo, approfondendone il significato e rinnovandone gli impegni di fedeltà a Dio e di lotta contro il male. E, nello stesso tempo, si riconosce peccatore e penitente con opere di penitenza e di carità, pronto ad accogliere il perdono di Dio e la grazia di una vita nuova. Se per le singole opere di penitenza si è avuto un adeguamento alle mutate condizioni del nostro tempo, si registra un lodevole interessamento sul piano sociale e un aiuto concreto per attività missionarie.

La liturgia con il Mercoledì delle Ceneri fa appello a tutta la comunità cristiana perché riconosca il suo peccato - la Chiesa ha bisogno di continua riforma, dichiara il concilio Vaticano II (Lumen gentium 8) - e si ponga in atteggiamento penitenziale. L'imposizione delle ceneri sulla testa del cristiano è un antichissimo rito, usato per i penitenti, poi esteso a tutti, che accompagnato dalle parole «Convertitevi e credete al vangelo», vuole risvegliare la coscienza penitenziale per una revisione della propria condotta.

L'aspetto battesimale della Quaresima è stato invece dimenticato per la scomparsa del battesimo degli adulti e per la prassi generalizzata del battesimo dei bambini, celebrato al di fuori della notte di Pasqua. Eppure il battesimo è un sacramento tipicamente pasquale, la prima Pasqua del cristiano, il primo e fondamentale passaggio dalla morte alla vita che qualifica l'intera esistenza cristiana. Non a caso la riforma liturgica ha proposto per la notte di Pasqua la rinnovazione degli impegni battesimali e ha suggerito di celebrare, nella circostanza, qualche battesimo di adulti e di bambini.

Ma è nell'ascolto più frequente della parola di Dio che si esprime maggiormente lo spirito della Quaresima, poiché la parola suscita la volontà di conversione, risveglia la fede, propone il significato del mistero pasquale, provoca il dialogo, ossia la risposta della preghiera. Le letture bibliche della Quaresima, disposte nel ciclo triennale A, B, C, sviluppano una linea storica salvifica con l'evocazione degli eventi dell'Antico Testamento, e una linea sacramentale con i grandi temi battesimali e i forti richiami alla conversione. Questo è il periodo nel quale si deve comprendere che «non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Dalla parola di Dio Gesù trae la forza per vincere satana e da essa i cristiani traggono il vigore per combattere il male e restare fedeli a Dio. Nella prima e seconda domenica del ciclo triennale si legge il racconto della tentazione e della trasfigurazione di Gesù secondo uno dei vangeli sinottici.

Le letture delle domeniche dell'anno A - che possono essere usate in tutti e tre gli anni - sono incentrate, in particolare le ultime tre, sul tema battesinale (samaritana, cieco nato e risurrezione di Lazzaro). Sono le tre classiche letture utilizzate fin dall'antichità per spiegare il significato del battesimo: vita che sgorga dall'acqua (samaritana), illumuiazione per il dono della fede (cieco nato), passaggio dalla morte alla vita (risurrezione di Lazzaro). La riscoperta del valore del proprio battesimo è una condizione irrinunciabile per celebrare e vivere la Pasqua.

L'anno B propone alcuni aspetti del mistero pasquale prendendo come base i paragoni che il Signore fa del tempio, del serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto e del grano di frumento che deve morire per dare frutto.

I vangeli dell'anno C girano attorno alla bontà divina per il peccatore: l'atteggiamento assunto da Gesù di fronte ad alcuni fatti pietosi, il figlio prodigo e il perdono accordato all'adultera.

Il Tempo di Quaresima decorre dal Mercoledì delle Ceneri fino alla Messa nella Cena del Signore esclusa. Le domeniche di questo tempo hanno sempre la precedenza anche sulle feste del Signore e su tutte le solennità (se la solennità di san Giuseppe, 19 marzo, capita di domenica, si celebra il lunedì seguente; la solennità dell'Annunciazione, 25 marzo, si celebra il lunedì seguente se cade di domenica, il lunedì dopo la 2" domenica di Pasqua se capiita nella Settimana santa). Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di digiuno; nei venerdì di Quaresima si osserva l'astinenza dalle carni. Durante il Tempo di Quaresima non si dice il Gloria; di domenica si fa però sempre la professione di fede con il Credo. Il colore liturgico di questo tempo è il viola.
  • (introduzione tratta dal Messale Quotidiano)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 20, 2007 7:01 pm


  • Le quaresime di San Francesco
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Il digiuno era per il Santo uno strumento di conversione. Oggi si tende a pensare che il digiuno fisico non sia importante e che conti solo il suo significato spirituale. Non è vero. Solo digiunando concretamente, se ne può capire il valore spirituale.
Ritorna ogni anno il tempo di quaresima, e può essere utile chiedere all'esempio di Francesco d'Assisi qualche suggerimento per vivere bene questo periodo.

Le Regole di Francesco ci mostrano il suo impegno di osservare alcune quaresime: oltre alla Quaresima vera e propria ed al periodo dell'Avvento, Francesco riteneva utile per sé e anche per i suoi fratelli sottolineare altri tempi durante l'anno. Così, nella Regola, si trova l'invito a osservare anche la Quaresima "benedetta", che va dall'Epifania all'inizio della Quaresima vera e propria, della quale Francesco dice: «coloro che volontariamente la digiunano siano benedetti dal Signore, e coloro che non vogliono non vi siano obbligati».

Ma oltre ai riferimenti che troviamo nella Regola, anche le antiche biografie di Francesco ci documentano che egli usava vivere come tempo speciale anche altri periodi dell'anno. Uno di questi periodi è quello della quaresima di San Michele, che andava dall'Assunzione al 29 settembre: è forse il più noto anche perché Francesco ricevette le stimmate proprio mentre stava facendo questa quaresima alla Verna.

Probabilmente non tutti gli anni Francesco faceva tutte queste quaresime facoltative di cui parlano i biografi, possiamo tuttavia affermare che dai racconti biografici emerge chiaramente il suo impegno di vivere in maniera speciale alcuni periodi dell'anno.

Per Francesco, si trattava di tempi segnati fondamentalmente dal digiuno e da una più intensa preghiera. Di questi due elementi caratteristici voglio ora esaminare la pratica del digiuno e il suo significato, il racconto un po' leggendario dei Fioretti racconta, ad esempio, della quaresima passata da Francesco sull'isola del Lago Trasimeno, durante la quale egli avrebbe mangiato solo mezzo pane. Ma è certo che, a parte queste pie esagerazioni, il digiuno era vissuto, da Francesco come da tutta l'antica tradizione cristiana, come uno strumento significativo di conversione. Anche noi cristiani oggi siamo invitati a riconsiderare il senso del digiuno: stiamo attenti che certe affermazioni facilmente diffuse, per cui il digiuno fisico non sarebbe importante rischiano di farci perdere un'occasione importante di esperienza cristiana.

Il digiuno fisico (cioè qualche astensione dal cibo) ha un suo valore che non vale la pena di perdere; l'esempio di Francesco ci mostra che è solo passando attraverso una pratica concreta (ad esempio, saltare un pasto) che si può cogliere il suo significato spirituale.

Certamente, il senso del digiuno non è quello materiale del saltare il pasto, ma è quello della conversione; eppure, per arrivare a quel significato spirituale bisognerà passare, almeno un poco, attraverso una pratica concreta.

In molti episodi della sua vita, Francesco ci mostra che è solo mettendo in pratica la parola del Signore che si giunge ad un comprensione più vera della parola stessa: si pensi all'ascolto del Vangelo alla Porziuncola. Di fronte alla parola di Gesù, Francesco la mette in pratica cambiando il suo vestito, gettando i calzari, rinunciando alla cintura. È evidente che il senso "spirituale" di quel brano evangelico non era quello di indicare un nuovo modo di vestire, ma è altrettanto vero che Francesco ha bisogno di mettere in pratica subito, in quel modo concreto, la parola ascoltata, per giungere poi ad una comprensione più profonda e spirituale.

La tradizione cristiana, inoltre, collega il digiuno alla preghiera e all'elemosina: e l'esperienza insegna che dopo aver digiunato è più facile pregare, e che il frutto del mio digiuno può essere destinato ai bisogni dei fratelli. Chi ama le missioni si sentirà sollecitato a condividere nel digiuno la condizione di tanti fratelli, che sono costretti dalla vita a non mangiare, e a destinare loro il frutto del proprio digiuno. Buona quaresima, dunque, e buon digiuno a tutti!
  • fra Cesare Vaiani
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 20, 2007 7:25 pm

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[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

Uniti nel digiuno odierno

Messaggio da jomaforever » mer feb 21, 2007 9:37 am

Signore, Dio dell’universo,
Tu vuoi che ci presentiamo
e stiamo davanti a te in preghiera (Ne 1,4; Bar 1,5)
dopo aver digiunato anche dai nostri peccati (1 Sam 7,6; Sir 34,20),
senza darlo a vedere
con l’assumere un’aria malinconica (cf Mt 6,16),
Umili e pentiti dei nostri peccati,
ma fiduciosi nella tua inesauribile misericordia,
noi veniamo a te in digiuno e lacrime di penitenza
col desiderio e l’impegno
di ricuperare la nostra libertà interiore
compromessa e inquinata dalle nostre infedeltà.
Amen.
Rendere grande il più piccolo atto della vita,facendolo con amore,per amore,essendo l'amore!

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer feb 21, 2007 9:48 am

Uniti nel digiuno odierno...
  • ...col desiderio e l’impegno
    di ricuperare la nostra libertà interiore
    compromessa e inquinata dalle nostre infedeltà...
Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer feb 21, 2007 2:21 pm


  • Benedetto XVI - Udienza generale Aula Paolo VI

    Mercoledì delle Ceneri, 21 febbraio 2007
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Cari fratelli e sorelle,

il Mercoledì delle Ceneri, che oggi celebriamo, per noi cristiani è un giorno particolare, caratterizzato da intenso spirito di raccoglimento e di riflessione. Intraprendiamo, infatti, il cammino della Quaresima fatto di ascolto della Parola di Dio, di preghiera e di penitenza. Sono quaranta giorni durante i quali la liturgia ci aiuterà a rivivere le fasi salienti del mistero della salvezza. Come sappiamo, l’uomo era stato creato per essere amico di Dio. Ma il peccato dei progenitori ha infranto questa relazione di fiducia e di amore e ha reso di conseguenza l’umanità incapace di realizzare la sua vocazione originaria. Grazie però al sacrificio redentore di Cristo siamo stati riscattati dal potere del male: Cristo infatti, scrive l’apostolo Giovanni, si è fatto vittima di espiazione per i nostri peccati (cfr 1 Gv 2,2); e san Pietro aggiunge: Egli è morto una volta per sempre per i peccati (cfr 1 Pt 3,18).

Morto in Cristo al peccato, anche il battezzato rinasce a vita nuova, ristabilito gratuitamente nella dignità di figlio di Dio. Per questo nella primitiva comunità cristiana il Battesimo veniva considerato come “la prima risurrezione” (cfr Ap 20,5; Rm 6,1–11; Gv 5,25–28). Sin dalle origini, pertanto, la Quaresima viene vissuta come il tempo dell’immediata preparazione al Battesimo, da amministrarsi solennemente durante la Veglia pasquale. Tutta la Quaresima era un cammino verso questo grande incontro con Cristo, questa immersione in Cristo e questo rinnovamento della vita. Noi siamo già battezzati, ma il Battesimo spesso non è molto efficace nella nostra vita quotidiana. Perciò anche per noi la Quaresima è un rinnovato “catecumenato” nel quale andiamo di nuovo incontro al nostro Battesimo per riscoprirlo e riviverlo in profondità, per divenire di nuovo realmente cristiani. Quindi la Quaresima è un’occasione per “ridiventare” cristiani, mediante un costante processo di cambiamento interiore e di avanzamento nella conoscenza e nell’amore di Cristo. La conversione non è mai una volta per sempre, ma è un processo, un cammino interiore di tutta la nostra vita. Questo itinerario di conversione evangelica non può certo limitarsi ad un periodo particolare dell’anno: è un cammino di ogni giorno, che deve abbracciare l’intero arco dell’esistenza, ogni giorno della nostra vita. In questa ottica, per ciascun cristiano e per tutte le comunità ecclesiali, la Quaresima è la stagione spirituale propizia per allenarsi con maggior tenacia a cercare Dio, aprendo il cuore a Cristo. Sant’Agostino una volta ha detto che la nostra vita è un unico esercizio del desiderio di avvicinarci a Dio, di divenire capaci di lasciar entrare Dio nel nostro essere. “L’intera vita del fervente cristiano – dice – è un santo desiderio”. Se è così, in Quaresima siamo stimolati ancor più a strappare “ai nostri desideri le radici della vanità” per educare il cuore a desiderare, cioè ad amare Dio. “Dio: - dice sempre sant’Agostino – queste due sillabe sono tutto quello che desideriamo” (cfr Tract. in Iohn., 4). E speriamo che realmente cominciamo a desiderare Dio, e così a desiderare la vera vita, l’amore stesso e la verità.

Quanto mai opportuna risuona allora l’esortazione di Gesù, riportata dall’evangelista Marco: “Convertitevi e credete al Vangelo” (cfr Mc 1,15). Il sincero desiderio di Dio ci porta a rigettare il male e a compiere il bene. Questa conversione del cuore è anzitutto dono gratuito di Dio, che ci ha creati per sé e in Gesù Cristo ci ha redenti: la nostra vera felicità consiste nel rimanere in Lui (cfr Gv 15,3). Per questa ragione Egli stesso previene con la sua grazia il nostro desiderio e accompagna i nostri sforzi di conversione. Convertirsi, che cos’è in realtà? Convertirsi vuol dire cercare Dio, andare con Dio, seguire docilmente gli insegnamenti del suo Figlio, di Gesù Cristo; convertirsi non è uno sforzo per autorealizzare se stessi, perché l’essere umano non è l’architetto del proprio destino eterno. Non siamo noi che abbiamo fatto noi stessi. Perciò l’autorealizzazione è una contraddizione ed è anche troppo poco per noi. Abbiamo una destinazione più alta. Potremmo dire che la conversione consiste proprio nel non considerarsi i “creatori” di se stessi e così scoprire la verità, perché non siamo autori di noi stessi. Conversione consiste nell’accettare liberamente e con amore di dipendere in tutto da Dio, il vero nostro Creatore, di dipendere dall’amore. Questa non è dipendenza ma libertà. Convertirsi significa allora non inseguire il proprio successo personale - che è una cosa che passa - ma, abbandonando ogni umana sicurezza, porsi con semplicità e fiducia alla sequela del Signore perché per ciascuno Gesù diventi, come amava ripetere la beata Teresa di Calcutta, “il mio tutto in tutto”. Chi si lascia conquistare da Lui non teme di perdere la propria vita, perché sulla Croce Egli ci ha amato e ha dato se stesso per noi. E proprio perdendo per amore la nostra vita la ritroviamo.

Ho voluto sottolineare l’immenso amore che Dio ha per noi nel messaggio per la Quaresima, pubblicato pochi giorni fa, perché i cristiani d’ogni comunità possano sostare spiritualmente, durante il tempo quaresimale, con Maria e Giovanni, il discepolo prediletto, accanto a Colui che sulla Croce ha consumato per l’umanità il sacrificio della sua vita (cfr Gv 19,25). Sì, cari fratelli e sorelle, la Croce è la definitiva rivelazione dell’amore e della misericordia divina anche per noi, uomini e donne di questa nostra epoca, troppo spesso distratti da preoccupazioni e interessi terreni e momentanei. Dio è amore, e il suo amore è il segreto della nostra felicità. Per entrare però in questo mistero di amore non c’è altra via se non quella di perderci, di donarci, la via della Croce. “Se qualcuno vuol venire dietro di me – dice il Signore – rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8,34). Ecco perché la liturgia quaresimale, mentre ci invita a riflettere e a pregare, ci stimola a valorizzare maggiormente la penitenza e il sacrificio, per rigettare il peccato e il male e vincere l’egoismo e l’indifferenza. La preghiera, il digiuno e la penitenza, le opere di carità verso i fratelli diventano così sentieri spirituali da percorrere per far ritorno a Dio, in risposta ai ripetuti richiami alla conversione contenuti anche nell'odierna liturgia (cfr Gl 2,12-13; Mt 6,16-18).

Cari fratelli e sorelle, il periodo quaresimale, che quest’oggi intraprendiamo con l’austero e significativo rito dell’imposizione delle Ceneri, sia per tutti una rinnovata esperienza dell’amore misericordioso di Cristo, che sulla Croce ha versato il suo sangue per noi. Mettiamoci docilmente alla sua scuola, per imparare a “ridonare”, a nostra volta, il suo amore al prossimo, specialmente a quanti soffrono e sono in difficoltà. E’ questa la missione di ogni discepolo di Cristo, ma per compierla è necessario restare in ascolto della sua Parola e nutrirsi assiduamente del suo Corpo e del suo Sangue. L’itinerario quaresimale, che nella Chiesa antica è itinerario verso l’iniziazione cristiana, verso il Battesimo e l’Eucaristia, sia per noi battezzati un tempo “eucaristico” nel quale partecipare con maggior fervore al sacrificio dell’Eucaristia. La Vergine Maria che, dopo aver condiviso la passione dolorosa del suo divin Figlio, ha sperimentato la gioia della sua risurrezione, ci accompagni in questa Quaresima verso il mistero della Pasqua, rivelazione suprema dell'amore di Dio.

Buona Quaresima a tutti!
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Messaggio da sandanydp » gio feb 22, 2007 5:30 pm

Il sacro e favorevole tempo della Quaresima include e comporta tre dimensioni di esperienza e di vita ascetico-penitenziale:
• il pregare dall’ascolto della divina Parola
• il digiunare per una vita sobria ed essenziale
• il fare elemosina a sostegno deIla solidarietà




Signore, Dio del cielo e della terra,
tu hai dato le tavole dell’alleanza,
che avevi voluto stabilire con il tuo popolo,
dopo 40 giorni di digiuno,
perché il tuo popolo ritornasse sulle tue vie di vita
dalle quali si era allontanato
e per questo aveva traviato dalla verità e dal bene (cf Dt 9, 9 ss).
Noi le vogliamo riaccogliere personalmente,
digiuni e vuoti di noi stessi,
per lasciare tutto lo spazio a te.
Amen.
S D PETROCCHI

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miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven feb 23, 2007 8:36 pm

  • 23 febbraio, venerdì dopo le Ceneri...
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Preghiamo...
  • Signore Gesù,
    metti un lucchetto alla porta del nostro cuore,
    per non pensar male di nessuno,
    per non giudicare prima del tempo,
    per non sentir male,
    per non supporre,
    né interpretare male,
    per non profanare il santuario
    sacro delle intenzioni.

    Semina nelle nostre viscere
    fibre di delicatezza.

    Dacci uno spirito di profonda cortesia,
    per riverirci l’uno con l’altro,
    come avremmo fatto con te.
    • (Ignacio Larranaga)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 26, 2007 11:34 am


  • Benedetto XVI - Angelus Piazza San Pietro

    I Domenica di Quaresima, 25 febbraio 2007
[/size]



Cari fratelli e sorelle,

quest’anno il Messaggio per la Quaresima prende spunto da un versetto del Vangelo di Giovanni, che a sua volta si rifà ad una profezia messianica di Zaccaria: "Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Gv 19,37). Il discepolo prediletto, presente insieme con Maria, la Madre di Gesù, ed altre donne sul Calvario, fu testimone oculare del colpo di lancia che trapassò il costato di Cristo, facendone uscire sangue ed acqua (cfr Gv 19,31-34). Quel gesto compiuto da un anonimo soldato romano, destinato a perdersi nell’oblio, rimase impresso negli occhi e nel cuore dell’apostolo, che lo ripropose nel suo Vangelo. Lungo i secoli quante conversioni sono avvenute proprio grazie all’eloquente messaggio di amore che riceve colui che volge lo sguardo a Gesù crocifisso!

Entriamo, dunque, nel tempo quaresimale con lo "sguardo" fisso al costato di Gesù. Nella Lettera enciclica Deus caritas est (cfr n. 12) ho voluto sottolineare che, solo volgendo lo sguardo a Gesù morto in croce per noi, può essere conosciuta e contemplata questa verità fondamentale: "Dio è amore" (1 Gv 4,8.16). "A partire da questo sguardo – ho scritto – il cristiano trova la strada del suo vivere e del suo amare" (Deus caritas est, 12). Contemplando con gli occhi della fede il Crocifisso, possiamo comprendere in profondità che cos’è il peccato, quanto tragica sia la sua gravità e, al tempo stesso, quanto incommensurabile sia la potenza del perdono e della misericordia del Signore. Durante questi giorni di Quaresima non distogliamo il cuore da questo mistero di profonda umanità e di alta spiritualità. Guardando Cristo, sentiamoci al tempo stesso guardati da Lui. Colui che noi stessi abbiamo trafitto con le nostre colpe non si stanca di riversare sul mondo un torrente inesauribile di amore misericordioso. Possa l’umanità comprendere che soltanto da questa fonte è possibile attingere l’energia spirituale indispensabile per costruire quella pace e quella felicità che ogni essere umano va cercando senza sosta.

Chiediamo alla Vergine Maria, che fu trafitta nell’anima presso la croce del Figlio, di ottenerci il dono di una fede salda. Guidandoci nel cammino quaresimale, ci aiuti a lasciare tutto ciò che ci distoglie dall’ascolto di Cristo e della sua parola di salvezza. A Lei affido, in particolare, la settimana di Esercizi Spirituali, che avrà inizio oggi pomeriggio, qui in Vaticano, ed a cui prenderò parte insieme con i miei collaboratori della Curia Romana. Cari fratelli e sorelle, vi domando di accompagnarci con la vostra preghiera, che ricambierò volentieri nel raccoglimento del ritiro, invocando la potenza divina su ciascuno di voi, sulle vostre famiglie e sulle vostre comunità.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 26, 2007 11:38 am

Miei carissimi tutti, uniti nella preghiera diciamo...
  • Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra,
    ottienici in questo cammino quaresimale la Tua fedeltà
    perchè le tentazioni che incontremo per la via
    non ci distolgano dall'ascolto della Parola che è Vita,
    non ci allontanino dal vivere la Parola che è Amore. Amen
Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar mar 06, 2007 6:48 pm

  • Immagine Venerdì 2 marzo, prima settimana di Quaresima



Gesù vuole farci “salire” con lui a Gerusalemme: egli non vuole che noi restiamo nella “pianura”. Vuole che siamo “perfetti come il nostro Padre”! Com’è possibile questo?

La perfezione che Gesù ci mostra, non lo capiremo mai abbastanza, non si pone sul piano della giustizia: non si tratta di voler esercitare alla perfezione tutte le virtù morali, di non commettere nessun errore nei confronti della legge di Dio. Ne siamo veramente incapaci!

Si tratta piuttosto di imitare prontamente il Padre in ciò che più gli è proprio: il suo amore misericordioso e senza limiti. Si tratta di avere nei nostri cuori i sentimenti di veri figli e figli del Padre.

Con ciò, Gesù ci chiede soprattutto una delicatezza estrema nei nostri rapporti di fratellanza. Non arrabbiarsi mai con un fratello, non trattarlo mai da stupido, non fosse che con il pensiero, non è cosa da poco!

Ma Gesù che conosce benissimo il cuore del Padre, dà una tale importanza all’amore fraterno da arrivare a raccomandarci di “lasciare il dono davanti all’altare” per andare a riconciliarci con un nostro fratello. Difatti, ci capita talvolta di percepire come un’ombra, come un peso sul nostro cuore, e abbiamo un bel pregare: nostro Padre sembra lontano; è probabilmente perché serbiamo un risentimento, una tentazione di collera, un rancore nei confronti di un fratello. E Dio attende che noi perdoniamo.

Tale è la legge costante della misericordia: la riceviamo dal Padre nella misura in cui la professiamo con i nostri fratelli. Ma è l’amore infinito che abita nei nostri cuori che ce ne rende capaci.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar mar 06, 2007 6:49 pm

Uniti nella preghiera, diciamo...

  • O tu, Signore, amico degli uomini,
    Tu che vedi nei cuori e conosci i pensieri segreti,
    strappa il velo di menzogna da cui sono coperto,
    consuma con il fuoco della Tua verità
    il peccato che mi attanaglia.

    Poiché conosco la Tua legge, Tu l’hai incisa nel mio cuore,
    e io ho chiuso gli occhi e mi sono accecato sulle Tue vie,
    ho preteso la giustizia
    quando Tu parlavi di misericordia
    e ho invocato senza diritto la Tua misericordia
    per sottrarmi alla Tua giustizia.

    La confessione della mia colpa spalanchi le porte alla Tua Luce.

Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 07, 2007 9:56 am


  • Benedetto XVI - Angelus Piazza San Pietro

    II Domenica di Quaresima, 4 marzo 2007
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Cari fratelli e sorelle,

Nell’odierna seconda domenica di Quaresima, l’evangelista Luca sottolinea che Gesù salì sul monte "a pregare" (9, 28) insieme agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni e, "mentre pregava" (9, 29), si verificò il luminoso mistero della sua trasfigurazione. Salire sulla montagna per i tre Apostoli ha perciò voluto dire essere coinvolti nella preghiera di Gesù, che si ritirava spesso in orazione, specialmente all’alba e dopo il tramonto, e talvolta per tutta la notte. Solo però quella volta, sulla montagna, Egli volle manifestare ai suoi amici la luce interiore che lo ricolmava quando pregava: il suo volto - leggiamo nel Vangelo - s’illuminò e le sue vesti lasciarono trasparire lo splendore della Persona divina del Verbo incarnato (cfr Lc 9, 29).

C’è un altro dettaglio, proprio del racconto di san Luca, che merita di essere sottolineato: l’indicazione cioè dell’oggetto della conversazione di Gesù con Mosè ed Elia, apparsi accanto a Lui trasfigurato. Essi – narra l’Evangelista – "parlavano della sua dipartita (in greco éxodos), che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme" (9, 31).

Dunque, Gesù ascolta la Legge e i Profeti che gli parlano della sua morte e risurrezione. Nel suo dialogo intimo con il Padre, Egli non esce dalla storia, non sfugge alla missione per la quale è venuto nel mondo, anche se sa che per arrivare alla gloria dovrà passare attraverso la Croce. Anzi, Cristo entra più profondamente in questa missione, aderendo con tutto se stesso alla volontà del Padre, e ci mostra che la vera preghiera consiste proprio nell’unire la nostra volontà a quella di Dio.

Per un cristiano, pertanto, pregare non è evadere dalla realtà e dalle responsabilità che essa comporta, ma assumerle fino in fondo, confidando nell’amore fedele e inesauribile del Signore.

Per questo, la verifica della trasfigurazione è, paradossalmente, l’agonia nel Getsemani (cfr Lc 22, 39-46). Nell’imminenza della passione, Gesù ne sperimenterà l’angoscia mortale e si affiderà alla volontà divina; in quel momento la sua preghiera sarà pegno di salvezza per tutti noi. Cristo, infatti, supplicherà il Padre celeste di "liberarlo dalla morte" e, come scrive l’autore della lettera agli Ebrei, "fu esaudito per la sua pietà" (5, 7). Di tale esaudimento è prova la risurrezione.

Cari fratelli e sorelle, la preghiera non è un accessorio, un optional, ma è questione di vita o di morte. Solo chi prega, infatti, cioè chi si affida a Dio con amore filiale, può entrare nella vita eterna, che è Dio stesso. Durante questo tempo di Quaresima, chiediamo a Maria, Madre del Verbo incarnato e Maestra di vita spirituale, di insegnarci a pregare come faceva il suo Figlio, perché la nostra esistenza sia trasformata dalla luce della sua presenza.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 07, 2007 9:58 am

Miei carissimi tutti, uniti nella preghiera diciamo...
  • Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra,
    ottienici in questo cammino quaresimale
    di pregare come Tu hai saputo fare
    perchè le tentazioni che incontremo per la via
    non ci distolgano dall'ascolto della Parola che è Vita,
    non ci allontanino dal vivere la Parola che è Amore. Amen
Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » gio mar 08, 2007 7:03 pm

  • Immagine Venerdì 9 marzo, seconda settimana di Quaresima


In questo venerdì la Chiesa ha scelto di farci leggere due testi che ci preparano al mistero del Venerdì Santo, nel quale Gesù viene ucciso per salvare noi.

Abele, ucciso dal suo fratello geloso, è la prima immagine di Gesù nell’Antico Testamento. Viene poi la figura di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli. Questi passi della Genesi mettono in piena luce la ferita che colpisce il cuore di tutti gli uomini dopo il peccato originale e che ostacola il sorgere dei sentimenti fraterni.

La gelosia può assumere molte forme, vi sono modi più o meno eleganti di sbarazzarci di qualcuno che ci infastidisce e bisogna riconoscere che si tratta di una tentazione molto frequente, anche in una comunità cristiana.

Abbiamo bisogno di chiedere continuamente a Dio una purificazione più profonda, per non accettare mai volontariamente nei nostri cuori il più piccolo sentimento di ostilità nei confronti di un fratello. L’ostilità diventa così facilmente odio...

La parabola dei vignaioli assassini è indirizzata ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo. Ci fa comprendere una particolare sofferenza del cuore di Gesù, e al tempo stesso ci fa penetrare nel mistero della sua Chiesa. Gesù ha sofferto per tutti i nostri peccati, ma in particolar modo ha sofferto per essere stato ripudiato e infine ucciso dai pastori del popolo eletto.

Quando consideriamo la storia della Chiesa e del mondo, vediamo che spesso gli uomini hanno veramente voglia di conservare l’eredità del cristianesimo: una nuova visione dell’uomo e della sua dignità personale, un senso della giustizia, della condivisione... Ma essi vogliono sopprimere l’Erede. Si accontentano di una spiritualità senza Dio!

Durante questa Quaresima, chiediamo la grazia di attaccarci con fermezza non solo al messaggio, ma anche alla persona di Gesù, e che la nostra unione con lui sia il centro della nostra vita.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 12, 2007 11:28 am


  • Benedetto XVI - Angelus Piazza San Pietro

    III Domenica di Quaresima, 11 marzo 2007
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Cari fratelli e sorelle,

La pagina del Vangelo di Luca, che viene proclamata in questa terza Domenica di Quaresima, riporta il commento di Gesù a due fatti di cronaca. Il primo: la rivolta di alcuni Galilei, che era stata repressa da Pilato nel sangue; il secondo: il crollo di una torre a Gerusalemme, che aveva causato diciotto vittime. Due avvenimenti tragici ben diversi: l’uno causato dall’uomo, l’altro accidentale. Secondo la mentalità del tempo, la gente era portata a pensare che la disgrazia si fosse abbattuta sulle vittime a motivo di qualche loro grave colpa. Gesù invece dice: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei? … O che quei diciotto fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?" (Lc 13,2.4). E in entrambi i casi conclude: "No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti nello stesso modo" (13,3.5).

Ecco, dunque, il punto al quale Gesù vuole portare i suoi ascoltatori: la necessità della conversione. Non la propone in termini moralistici, bensì realistici, come l’unica risposta adeguata ad accadimenti che mettono in crisi le certezze umane.

Di fronte a certe disgrazie – Egli avverte – non serve scaricare la colpa sulle vittime. Vera saggezza è piuttosto lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e assumere un atteggiamento di responsabilità: fare penitenza e migliorare la nostra vita. Questa è sapienza, questa è la risposta più efficace al male, ad ogni livello, interpersonale, sociale e internazionale.

Cristo invita a rispondere al male prima di tutto con un serio esame di coscienza e con l’impegno a purificare la propria vita. Altrimenti – dice – periremo, periremo tutti nello stesso modo. In effetti, le persone e le società che vivono senza mai mettersi in discussione hanno come unico destino finale la rovina. La conversione, invece, pur non preservando dai problemi e dalle sventure, permette di affrontarli in "modo" diverso. Anzitutto aiuta a prevenire il male, disinnescando certe sue minacce. E, in ogni caso, permette di vincere il male con il bene, se non sempre sul piano dei fatti – che a volte sono indipendenti dalla nostra volontà – certamente su quello spirituale. In sintesi: la conversione vince il male nella sua radice che è il peccato, anche se non sempre può evitarne le conseguenze.

Preghiamo Maria Santissima, che ci accompagna e ci sostiene nell’itinerario quaresimale, affinché aiuti ogni cristiano a riscoprire la grandezza, direi la bellezza della conversione. Ci aiuti a comprendere che fare penitenza e correggere la propria condotta non è semplice moralismo, ma la via più efficace per cambiare in meglio se stessi e la società. Lo esprime molto bene una felice sentenza: Accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 12, 2007 11:32 am

Miei carissimi tutti, uniti nella preghiera diciamo...
  • Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra,
    ottienici in questo cammino quaresimale
    di scoprire la grandezza e la bellezza
    della conversione do ognuno nel suo quotidiano
    perchè partendo dall'ascolto della Parola che è Vita
    arriviamo a vivere la Parola che è Amore. Amen
Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 16, 2007 10:33 am

  • Immagine Venerdì 16 marzo, terza settimana di Quaresima


Marco ci fa ascoltare, per bocca di Gesù, il nuovo comandamento per eccellenza, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita.

Dio ci ha creati per l’amore.

Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare.

Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un esserino indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esserino che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non in fondamentali relazioni d’amore e grazie ad esse.

Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo.

Questo richiede ogni sorta di purificazione, e non lo si impara certo sui libri!

Il solo modo di imparare ad amare è quello di lasciarci amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l’unico Signore ed è Amore.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 16, 2007 10:37 am

Uniti nella preghiera, diciamo...

  • Signore, fa’ che, quando sono forte,
    io non conti sulla mia forza
    ma sulla tua debolezza che ti ha reso forte nella prova suprema.

    E quando sono duro nei confronti dei miei avversari,
    che io mi appelli alla tua tenerezza.

    Quando il mio pensiero brulica di piani di battaglia,
    il tuo Spirito soffi e li spazzi come castelli di carte.

    Non per forza ma per amore, non per conquista ma per abbandono.

    Insegnami che tutto è dono, offerta, oblazione per chi vive in te.

    Tutto il resto è dato in sovrappiù...


Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da cinzia1970 » ven mar 16, 2007 6:24 pm

In comunione di preghiera.....


Signore, fa’ che, quando sono forte,
io non conti sulla mia forza
ma sulla tua debolezza che ti ha reso forte nella prova suprema.

E quando sono duro nei confronti dei miei avversari,
che io mi appelli alla tua tenerezza.

Quando il mio pensiero brulica di piani di battaglia,
il tuo Spirito soffi e li spazzi come castelli di carte.

Non per forza ma per amore, non per conquista ma per abbandono.

Insegnami che tutto è dono, offerta, oblazione per chi vive in te.

Tutto il resto è dato in sovrappiù...
DIO TI AMA E TI CONOSCE PERSONALMENTE.SE NON LO HAI ANCORA INCONTRATO,CHIEDIGLI DI RIVELARSI A TE.

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 19, 2007 3:15 pm


  • Benedetto XVI - Angelus Piazza San Pietro

    IV Domenica di Quaresima, 18 marzo 2007
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Cari fratelli e sorelle,

Sono appena tornato dall’Istituto Penale per Minori di Casal del Marmo, a Roma, dove mi sono recato in visita in questa quarta Domenica di Quaresima, detta in latino Domenica "Laetare", cioè "Rallègrati" dalla prima parola dell’antifona di ingresso nella liturgia della Messa. Oggi la liturgia ci invita a rallegrarci perché si avvicina la Pasqua, il giorno della vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte.

Ma dove si trova la sorgente della gioia cristiana se non nell’Eucaristia, che Cristo ci ha lasciato come Cibo spirituale, mentre siamo pellegrini su questa terra? L’Eucaristia alimenta nei credenti di ogni epoca quella letizia profonda, che fa tutt’uno con l’amore e con la pace, e che ha origine dalla comunione con Dio e con i fratelli.

Martedì scorso è stata presentata l’Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis, che ha come tema proprio l’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. L’ho elaborata raccogliendo i frutti della XI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, svoltasi in Vaticano nell’ottobre del 2005.

Conto di ritornare su tale importante testo, ma fin d’ora desidero sottolineare che esso è espressione della fede della Chiesa universale nel Mistero eucaristico, e si pone in continuità con il Concilio Vaticano II e il magistero dei miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II. In questo Documento ho voluto, tra l’altro, mettere in luce il suo legame con l’Enciclica Deus caritas est: ecco perché ho scelto come titolo Sacramentum caritatis, riprendendo una bella definizione dell’Eucaristia di san Tommaso d’Aquino (cfr Summa Th. III, q. 73, a. 3, ad 3), "Sacramento della carità".

Sì, nell’Eucaristia Cristo ha voluto donarci il suo amore, che lo ha spinto ad offrire sulla croce la vita per noi. Nell’ultima Cena, lavando i piedi ai discepoli, Gesù ci ha lasciato il comandamento dell’amore: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34). Ma poiché questo è possibile solo rimanendo uniti a Lui, come tralci alla vite (cfr Gv 15,1-8), ha scelto di rimanere Egli stesso tra noi nell’Eucaristia perché noi potessimo rimanere in Lui. Quando, pertanto, ci nutriamo con fede del suo Corpo e del suo Sangue, il suo amore passa in noi e ci rende capaci a nostra volta di dare la vita per i fratelli (cfr 1 Gv 3,16). Da qui scaturisce la gioia cristiana, la gioia dell’amore.

"Donna eucaristica" per eccellenza è Maria, capolavoro della grazia divina: l’amore di Dio l’ha resa immacolata "al suo cospetto nella carità" (cfr Ef 1,4). Accanto a Lei, a custodia del Redentore, Iddio ha posto san Giuseppe, di cui domani celebreremo la solennità liturgica. Invoco particolarmente questo grande Santo perché credendo, celebrando e vivendo con fede il Mistero eucaristico, il Popolo di Dio sia pervaso dall’amore di Cristo e ne diffonda i frutti di gioia e di pace in tutta l’umanità.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 19, 2007 3:17 pm

Miei carissimi tutti, uniti nella preghiera diciamo...
  • Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra,
    ottienici in questo cammino quaresimale
    di vivere l'umiltà e la fede
    del Tuo Sposo Giuseppe
    perchè partendo dall'ascolto della Parola che è Vita
    arriviamo a vivere la Parola che è Amore. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 23, 2007 10:39 am

  • Immagine Venerdì 23 marzo, quarta settimana di Quaresima


Il Vangelo di oggi ci presenta il dramma di Gesù abbandonato dai capi della sua nazione.

Gesù deve nascondersi, e il popolo non sa cosa pensare di lui, perché i capi religiosi della nazione non credono nella sua dignità di Messia. I farisei non credono in Gesù, perché lo giudicano secondo i principi formali del sabato e delle abluzioni rituali, e non penetrano in profondità nel suo insegnamento. I sacerdoti rifiutano Gesù per motivi politici.

Che cosa ne è di lui oggi, fra di noi? Le parole di Gesù che attestano la sua identità ed invitano a credere, non si scontrano oggi nel nostro mondo con simili difficoltà di credibilità? Quali sono le cause della debolezza della nostra fede?

Sicuramente le forme attuali di pensiero sembrano diverse da quelle del tempo di Gesù, e non si tratta sempre di formalismo religioso.

È a volte scientifico, a volte legato ai costumi. Anche le considerazioni politiche si formano in modo diverso pur essendo comunque essenziali. I marxisti non sono i soli ad aver rifiutato la fede nel nome di una teoria politica. Le società del consumo, nella corsa al benessere materiale, fanno in pratica la stessa cosa, anche se non la teorizzano.

E noi, siamo capaci di credere in modo da assumere la responsabilità del dramma di Gesù e, con lui, di esporci al rifiuto, al giudizio degli altri, o ancora di lasciarci implicare in qualche conflitto con chi ci sta intorno?

Si può trattare semplicemente di un conflitto all’interno della Chiesa a motivo del formalismo morale, o un conflitto all’interno di una società laica nella difesa del bene, del prossimo e dei suoi diritti alla vita e a una giustizia equa.

Che cosa abbiamo fatto per introdurre nella vita sociale e politica dei nostri paesi, che conoscono il Vangelo da secoli, i principi dell’amore del prossimo?

Non meritiamo forse il rimprovero di Gesù, perché non osserviamo la legge divina, perché uccidiamo e nuociamo agli altri?
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 23, 2007 10:41 am

Uniti nella preghiera, diciamo...

  • Signore, fa’ che oggi io sappia
    giudicare tutte le cose con un giudizio equo,
    secondo il tuo pensiero,
    che io sappia
    riconoscere tutti quelli che mi mandi,
    e non limitare la mia fede
    al conformismo e ai segni esteriori.

    Concedimi il coraggio di essere tuo testimone
    per mezzo della parola e del compimento del bene.

    Resta con me, e non permettere che io mi allontani da Te...


Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 26, 2007 2:28 pm


  • Benedetto XVI - Angelus Piazza San Pietro

    IV Domenica di Quaresima, 18 marzo 2007
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Cari fratelli e sorelle,

Il 25 marzo ricorre la solennità dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria. Quest’anno essa coincide con una Domenica di Quaresima e perciò verrà celebrata domani. Vorrei comunque ora soffermarmi su questo stupendo mistero della fede, che contempliamo ogni giorno nella recita dell’Angelus.

L’Annunciazione, narrata all’inizio del Vangelo di san Luca, è un avvenimento umile, nascosto – nessuno lo vide, nessuno lo conobbe, se non Maria –, ma al tempo stesso decisivo per la storia dell’umanità.

Quando la Vergine disse il suo "sì" all’annuncio dell’Angelo, Gesù fu concepito e con Lui incominciò la nuova era della storia, che sarebbe stata poi sancita nella Pasqua come "nuova ed eterna Alleanza".

In realtà, il "sì" di Maria è il riflesso perfetto di quello di Cristo stesso quando entrò nel mondo, come scrive la Lettera agli Ebrei interpretando il Salmo 39: "Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per compiere, o Dio, la tua volontà" (Eb 10,7). L’obbedienza del Figlio si rispecchia nell’obbedienza della Madre e così, per l’incontro di questi due "sì", Dio ha potuto assumere un volto di uomo. Ecco perché l’Annunciazione è anche una festa cristologica, perché celebra un mistero centrale di Cristo: la sua Incarnazione.

"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola". La risposta di Maria all’Angelo si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, offrendo la propria disponibilità perché Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua misericordia.

Il "sì" di Gesù e di Maria si rinnova così nel "sì" dei santi, specialmente dei martiri, che vengono uccisi a causa del Vangelo. Lo sottolineo ricordando che ieri, 24 marzo, anniversario dell’assassinio di Mons. Oscar Romero, Arcivescovo di San Salvador, si è celebrata la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri: vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici stroncati nel compimento della loro missione di evangelizzazione e promozione umana. Essi, i missionari martiri, come dice il tema di quest’anno, sono "speranza per il mondo", perché testimoniano che l’amore di Cristo è più forte della violenza e dell’odio. Non hanno cercato il martirio, ma sono stati pronti a dare la vita per rimanere fedeli al Vangelo. Il martirio cristiano si giustifica soltanto come supremo atto d’amore a Dio ed ai fratelli.

In questo tempo quaresimale più frequentemente contempliamo la Madonna che sul Calvario sigilla il "sì" pronunziato a Nazaret. Unita a Gesù, il Testimone dell’amore del Padre, Maria ha vissuto il martirio dell’anima. Invochiamo con fiducia la sua intercessione, perché la Chiesa, fedele alla sua missione, dia al mondo intero testimonianza coraggiosa dell’amore di Dio.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 26, 2007 2:31 pm

Miei carissimi tutti, uniti nella preghiera diciamo...
  • Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra,
    ottienici in questo cammino quaresimale
    di pronunciare il nostro "sì"
    gioso e consapevole
    perchè partendo dall'ascolto della Parola che è Vita
    arriviamo a vivere la Parola che è Amore. Amen
Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

Messaggio da cinzia1970 » lun mar 26, 2007 5:34 pm

Maria, Madre dolcissima di Dio e Madre nostra,
ottienici in questo cammino quaresimale
di pronunciare il nostro "sì"
gioso e consapevole
perchè partendo dall'ascolto della Parola che è Vita
arriviamo a vivere la Parola che è Amore. Amen
DIO TI AMA E TI CONOSCE PERSONALMENTE.SE NON LO HAI ANCORA INCONTRATO,CHIEDIGLI DI RIVELARSI A TE.

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[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

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