Anno Liturgico 2006 - 2007

Omelie di Monsignor Antonio Riboldi e altri commenti alla Parola, a cura di miriam bolfissimo
Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:
Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 04, 2006 10:11 am

      • I domenica di Avvento. 3 dicembre 2006
[/size]
  • Dal libro del profeta Geremia (33, 14-16)
    [14]Ecco verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda. [15]In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. [16]In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.
  • Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (3, 12-13; 4, 1-2)
    [12]Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, [13]per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
    [1]Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così gia vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. [2]Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
  • Dal Vangelo secondo Luca (21, 25-28; 34-36)
    [25]Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, [26]mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. [27]Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. [28]Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
    [34]State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; [35]come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. [36]Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
      • Immagine
Inizia un nuovo anno liturgico con le parole, stupende e piene di speranza, della prima lettura: "Verranno giorni, oracolo del Signore, nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto...".

Siamo cercatori instancabili, e qualche volta affamati, del "bene". Spesso questo "bene" lo facciamo coincidere con quello che noi riteniamo essere il "nostro" bene. Cerchiamo di star bene in salute, cerchiamo di star bene psicologicamente, cerchiamo, in una parola, di evitare i fastidi.

Il "bene" che cerchiamo, invece, dovrebbe essere quello che da sempre anche i filosofi hanno indicato con l'iniziale maiuscola: il Bene ultimo che da senso anche a tutti gli altri, il Bene che ci coinvolge in progetti di bene e, per dirla con le parole della seconda lettura, "ci fa crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti".

È Dio, infatti, che può riempire i nostri cuori e placare la nostra sete di felicità. Altrimenti si passa da una delusione all'altra, senza mai trovare quella pace che è dono dell'Altissimo e che, sola, può davvero cambiare la nostra esistenza.

Non per niente il Vangelo di Luca ci ricorda che "la nostra liberazione è vicina": senza Dio l'uomo è schiavo di sé stesso e senza il Dio Amore quante atrocità possono venire giustificate, anche con motivazioni pseudo religiose. Ecco perché sarebbe davvero bello, in questo anno, metterci davvero alla scuola del Vangelo, per conoscere sempre meglio Gesù, per frequentarlo personalmente e lasciare che sia proprio Lui a parlare al nostro cuore, per far sì che abbiamo in noi gli stessi sentimenti che furono in Lui.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 11, 2006 3:46 pm

      • II domenica di Avvento. 10 dicembre 2006
[/size]
  • Dal libro del profeta Baruc (5, 1-9)
    [1]Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,
    rivèstiti dello splendore della gloria
    che ti viene da Dio per sempre.
    [2]Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
    metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno,
    [3]perché Dio mostrerà il tuo splendore
    ad ogni creatura sotto il cielo.
    [4]Sarai chiamata da Dio per sempre:
    Pace della giustizia e gloria della pietà.
    [5]Sorgi, o Gerusalemme, e sta in piedi sull'altura
    e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti
    da occidente ad oriente,
    alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
    [6]Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
    ora Dio te li riconduce
    in trionfo come sopra un trono regale.
    [7]Poiché Dio ha stabilito di spianare
    ogni alta montagna e le rupi secolari,
    di colmare le valli e spianare la terra
    perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
    [8]Anche le selve e ogni albero odoroso
    faranno ombra ad Israele per comando di Dio.
    [9]Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
    alla luce della sua gloria,
    con la misericordia e la giustizia
    che vengono da lui.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (1, 4-6; 8-11)
    [4]Fratelli, prego sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, [5]a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, [6]e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.
    [8]Infatti Dio mi è testimonio del profondo affetto che ho per tutti voi nell'amore di Cristo Gesù. [9]E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, [10]perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, [11]ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.



    Dal Vangelo secondo Luca (3, 1-6)
    [1]Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, [2]sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. [3]Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, [4]com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
    • Voce di uno che grida nel deserto:
      Preparate la via del Signore,
      raddrizzate i suoi sentieri!
      [5]Ogni burrone sia riempito,
      ogni monte e ogni colle sia abbassato;
      i passi tortuosi siano diritti;
      i luoghi impervi spianati.
      [6]Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

      • Immagine
Giovanni il Battista ci viene proposto oggi, dalla Liturgia, come guida nel nostro cammino di Avvento.

L'invito che egli rivolge ai suoi contemporanei e a noi è molto chiaro: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri". Queste parole meritano qualche approfondimento, perché si possono intendere in modo duplice.

Viene subito in mente, almeno a me, tutto il lavoro che ognuno di noi può fare per evangelizzare, per parlare di Dio, per mettere nel cuore delle persone un seme di fede o per aiutarle ad approfondire la fede che già hanno. Daremmo così il nostro contributo per preparare un terreno accogliente nei confronti della venuta di Gesù.

Ma questo "lavoro" non deve farcene dimenticare un altro, altrettanto importante: preparare la via del Signore nella nostra vita, convertendoci, cambiando mentalità ed atteggiamenti, raddrizzando quelle storture che così spesso caratterizzano la nostra vita.

Il nostro annuncio evangelico diventerebbe, così, una testimonianza di vita vissuta, o almeno, di tentativo serio per viverlo. E acquisterebbe più credibilità.

Davvero allora, ogni uomo potrà vedere la salvezza di Dio, perché la vedrà realizzata in noi. Ogni persona che incontreremo potrà vedere in noi gli effetti dell'opera di Gesù, i frutti dello Spirito Santo. Vedere noi sarà un po' come vedere Gesù e sarà un modo per potersi avvicinare a Lui attraverso la Chiesa.

Siamo interpellati, dunque, come singoli e come comunità. La nostra carità, la nostra preghiera, la nostra partecipazione all'Eucaristia devono lasciare un segno nella vita del nostro paese e del mondo intero.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 18, 2006 2:07 pm

      • III domenica di Avvento. 17 dicembre 2006
[/size]
  • Dal libro del profeta Sofonia (3, 14-18)
    [14]Gioisci, figlia di Sion,
    esulta, Israele,
    e rallegrati con tutto il cuore,
    figlia di Gerusalemme!
    [15]Il Signore ha revocato la tua condanna,
    ha disperso il tuo nemico.
    Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
    tu non vedrai più la sventura.
    [16]In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
    «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
    [17]Il Signore tuo Dio in mezzo a te
    è un salvatore potente.
    Esulterà di gioia per te,
    ti rinnoverà con il suo amore,
    si rallegrerà per te con grida di gioia,
    [18]come nei giorni di festa».



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (4, 4-7)
    [4]Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. [5]La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! [6]Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; [7]e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.



    Dal Vangelo secondo Luca (3, 10-18)
    [10]Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». [11]Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». [12]Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». [13]Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». [14]Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». [15]Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, [16]Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. [17]Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». [18]Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
      • Immagine
L'invito che ci rivolge San Paolo nella Liturgia di questa domenica e riassume molto bene i sentimenti che dovrebbero albergare nel nostro cuore in attesa della venuta di Gesù.

Una gioia, quella del cristiano, che non è allegria superficiale: è, invece, innanzitutto un dono che viene dall'alto, da Dio.

Dio ci inserisce nel suo progetto di salvezza, ci da la consapevolezza di essere amati "fino alla fine", ci dona la gioia che è tipica del suo Figlio, il quale si abbandona fiducioso alla volontà del Padre.

Se questo è dono e non dipende da noi, anche noi siamo tuttavia chiamati a collaborare. Accogliere il dono della gioia significa accogliere il Signore Gesù rendendolo protagonista della nostra vita. E non solo a Natale, e non solo con un vago sentimentalismo, quando ci fermiamo davanti al Presepe e guardiamo con tenerezza Gesù Bambino, che nasce povero in una stalla oppure quando ascoltiamo i canti che ci riportano indietro, alla nostra infanzia.

Tutto questo ci può certamente aiutare, ma la nostra gioia è anche costruzione e allenamento quotidiani.

E, seguendo i suggerimenti di Giovanni il Battista nel brano evangelico di oggi, scopriamo che saremo gioiosi nella misura in cui sapremo donare noi stessi agli altri. Magari in piccole cose, magari un po' del nostro tempo, magari un sorriso o una parola di sostegno: "c'è più gioia nel dare che nel ricevere".

Accogliere Gesù nella nostra vita significa, dunque, dare tutto quello che possiamo a Lui, perché Lui ne faccia nutrimento, spirituale o materiale, per i fratelli.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » ven dic 22, 2006 11:38 pm

      • IV domenica di Avvento. 24 dicembre 2006
[/size]
  • Dal libro del profeta Michea (5, 1-4)
    [1]E tu, Betlemme di Efrata
    così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,
    da te mi uscirà colui
    che deve essere il dominatore in Israele;
    le sue origini sono dall'antichità,
    dai giorni più remoti.
    [2]Perciò Dio li metterà in potere altrui
    fino a quando colei che deve partorire partorirà;
    e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele.
    [3]Egli starà là e pascerà con la forza del Signore,
    con la maestà del nome del Signore suo Dio.
    Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande
    fino agli estremi confini della terra [4]e tale sarà la pace.



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (4, 4-7)
    [5]Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
    Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
    un corpo invece mi hai preparato.
    [6]Non hai gradito
    né olocausti né sacrifici per il peccato.
    [7]Allora ho detto: Ecco, io vengo
    - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
    per fare, o Dio, la tua volontà.
    [8]Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, [9]soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. [10]Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.



    Dal Vangelo secondo Luca (1, 39 - 48)
    [39]In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. [40]Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. [41]Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo [42]ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! [43]A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? [44]Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. [45]E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
    [46]Allora Maria disse:
    «L'anima mia magnifica il Signore
    [47]e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
    [48]perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
      • Immagine

È decisamente tempo di gioire. Con questo Avvento arrivato ormai alla Vigilia di Natale non riusciamo più a contenere la gioia nel nostro cuore.

Certo, in un momento così ci viene anche spontaneo pensare alle sofferenze, vicine e lontane, che a Natale risaltano ancora di più. E sto pensando non solo alle grandi sofferenze legate ai drammi dell'umanità (la fame, la sete, le malattie nei paesi più poveri), ma anche a quelle che sono accanto a noi, in chi ha perduto una persona cara, a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese, a chi è solo e si sente abbandonato.

Eppure oggi risuona, splendente, il canto di Maria: "L'anima mia magnifica il Signore, il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore".

Siamo invitati a riscoprire il Natale come la festa di Dio amante degli uomini. Un Dio che non ha voluto restare solo e beato nel suo cielo, ma ha voluto condividere con tutti una sorte umana che prevede anche la sofferenza. Un Dio solidale, non solo a parole, con i poveri e gli esclusi.

Dietro il Gesù Bambino, che ci fa tanta tenerezza, così scopriamo l'ombra un po' inquietante della croce. Vediamo un'immagine di Dio che "non ha apparenza né bellezza" nel momento tragico della solitudine e della sofferenza. Davanti a questo Dio restiamo stupiti e ci chiediamo il perché di un Amore così grande, così come all'opposto ci chiediamo il perché di tanti mali che si sono ancora nel mondo.

Il Natale di Gesù viene ad incoraggiarci, ci sprona a dare tutto quello che possiamo perché tanti nostri fratelli, in tante parti del mondo, non debbano più soffrire. E chissà, magari anche il nostro vicino di casa, che sarebbe contento di ricevere da noi un sorriso o un gesto di attenzione. Almeno a Natale.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab gen 06, 2007 7:12 pm

      • Santa Famiglia. 31 dicembre 2006
[/size]
  • Dal libro di Samuele (1, 20-22; 24-28)
    [20]Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. «Perché - diceva - dal Signore l'ho impetrato». [21]Quando poi Elkana andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il voto, [22]Anna non andò, perché diceva al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia divezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
    [24]Dopo averlo divezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni, un'efa di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il fanciullo era con loro. [25]Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli [26]e Anna disse: «Ti prego, mio signore. Per la tua vita, signor mio, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. [27]Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. [28]Perciò anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.



    Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (3, 1-2; 21-24)
    [1]Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. [2]Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
    [21]Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; [22]e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. [23]Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. [24]Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.



    Dal Vangelo secondo Luca (2, 41-52)
    [41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. [44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. [46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». [49]Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». [50]Ma essi non compresero le sue parole. [51]Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. [52]E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
      • Immagine
La festa della santa Famiglia ci riporta, una volta di più, alla radice di ogni vocazione nella Chiesa: l'Amore di Dio.

Senza l'Amore di Dio, che trasforma e dona sempre energia nuova, sarebbe difficile pensare ad una donazione totale da parte dell'uomo. E invece Dio trasmette il proprio Amore.

Dio ha creato l'uomo libero: libero di amare e di odiare, di accogliere o di respingere, ma Dio non si è limitato a creare: Egli ha anche offerto sé stesso, ha dato l'esempio di che cosa significhi "amare".

Con Gesù l'amore di Dio diventa totale. E a questo stesso amore siamo chiamati anche noi. Su questo Amore si fonda la famiglia, anche oggi: un uomo ed una donna che, "con la Grazia di Cristo", si promettono fedeltà eterna, "nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia". L'Amore di Dio li spinge e li sostiene nell'impegno di amarsi e di onorarsi l'un l'altro per tutta la vita.

Forse anche per questo la famiglia è oggi un po' in crisi perché non si è più abituati ad amare in modo totale. Si ama, sì, anche oggi: ma si ama per un po', senza troppi sacrifici. Viene da pensare che l'Amore si sia trasformato in un'emozione. Come tutte le emozioni può essere intenso, ma è di breve durata, può far provare momenti di grande slancio, seguiti subito, però, dall'apatia.

Abbiamo bisogno di educarci ad amare! Abbiamo bisogno, fin da piccoli, di imparare a donare, di pensare che non siamo solo noi ad avere diritti, che non possiamo sempre essere al centro dell'attenzione.

Chissà, forse brillerebbe un po' di più in noi la luce dell'amore di Dio.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab gen 06, 2007 7:13 pm

      • Maria Santissima Madre di Dio. 1 gennaio 2007
[/size]
  • Dal libro dei Numeri (6, 22-27)
    [22]Il Signore aggiunse a Mosè: [23]“Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro:
    [24]Ti benedica il Signore
    e ti protegga.
    [25]Il Signore faccia brillare il suo volto su di te
    e ti sia propizio.
    [26]Il Signore rivolga su di te il suo volto
    e ti conceda pace.
    [27]Così porranno il mio nome sugli Israeliti
    e io li benedirò”.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati (4, 4-7)
    [4]Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, [5]per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. [6]E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! [7]Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.



    Dal Vangelo secondo Luca (2, 16-21)
    [16]Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. [17]E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. [18]Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. [19]Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. [20]I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. [21]Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
      • Immagine
La celebrazione odierna evoca temi diversi: la maternità di Maria, la giornata della pace e la benedizione sul nuovo anno, la nostra risposta al Natale.

La famosa "benedizione sacerdotale" (I Lettura) ci dice quale era la fede del popolo di Israele nel suo Dio, sempre presente e sempre all’opera per benedire, sostenere e proteggere l’umanità.

È consolante sapere, proprio nel primo giorno del nuovo anno, che c’è un Dio che si prende cura di noi e ci accompagna in tutti i giorni della nostra esistenza terrena. Gli auguri tradizionali, che oggi ci scambiamo, sono così avvalorati dalla divina assistenza e protezione.

San Paolo (II Lettura) ci svela il disegno di Dio il quale ha voluto che suo Figlio nascesse da una donna, allo scopo di restituire agli uomini la figliolanza con Lui e aiutarli a vivere da figli adottivi nella libertà e nella generosa dedizione al prossimo.

Il Vangelo racconta la visita dei pastori al presepio. Ci mostra, inoltre, la Vergine Maria in preghiera e in attenta riflessione. Le meraviglie operate da Dio riempiono di gaudio e di stupore il suo cuore. Di fronte al mistero dell’Incarnazione sostiamo pure noi in preghiera e in profonda adorazione.
  • Domenico Brandolino
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab gen 06, 2007 7:14 pm

      • Epifania del Signore. 6 gennaio 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Isaia (60, 1-6)
    [1]Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
    la gloria del Signore brilla sopra di te.
    [2]Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
    nebbia fitta avvolge le nazioni;
    ma su di te risplende il Signore,
    la sua gloria appare su di te.
    [3]Cammineranno i popoli alla tua luce,
    i re allo splendore del tuo sorgere.
    [4]Alza gli occhi intorno e guarda:
    tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
    I tuoi figli vengono da lontano,
    le tue figlie sono portate in braccio.
    [5]A quella vista sarai raggiante,
    palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
    perché le ricchezze del mare si riverseranno su di te,
    verranno a te i beni dei popoli.
    [6]Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
    dromedari di Madian e di Efa,
    tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
    e proclamando le glorie del Signore..



    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (3, 2-3; 5-6)
    [2]Penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: [3]come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente.
    [5]Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: [6]che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo.



    Dal Vangelo secondo Matteo (2, 1-12)
    [1]Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: [2]«Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». [3]All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. [4]Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. [5]Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
    [6]E tu, Betlemme, terra di Giuda,
    non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
    da te uscirà infatti un capo
    che pascerà il mio popolo, Israele.
    [7]Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella [8]e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». [9]Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. [10]Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. [11]Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. [12]Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
      • Immagine
Sono partiti per avere conferma delle loro intuizioni scientifiche, primi di una lunga serie di curiosi appassionati alla vita: secondo i loro calcoli, l’evento celeste che hanno scoperto è foriero di buone notizie. Non sanno, i Magi, che la loro curiosità li porterà di fronte a Dio.

A Gerusalemme la gente è turbata: chi sono questi tali? Erode è terrorizzato: dunque le vecchie profezie che egli considera favole si stanno realizzando! Il Messia gli ruberà il posto, Dio è un concorrente! I sacerdoti del Tempio e gli scribi conoscono il luogo dove nascerà il Messia, scrutano (invano) le Scritture: non usciranno dal palazzo per andare a verificare la profezia.

Rimasti soli i Magi, pagani e senza-Dio seguono la stella e arrivano davanti alla giovane Maria e al suo primogenito. Cercavano risposte alle loro teorie, incontrano Dio.

Oggi, cercatori di Dio, è la nostra festa, la festa di tutti coloro che, attraverso l’arte, la scienza, la filosofia, si interrogano e cercano di superare il limite.

I Magi riconoscono nel fragile neonato il Dio sconosciuto, ed offrono l’incenso al Re, ed offrono l’oro, il segno di contraddizione che scruta i cuori ed offrono la mirra che unge i cadaveri, per adombrare la croce.
  • Paolo Curtaz
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab gen 06, 2007 7:15 pm

      • Battesimo del Signore. 7 gennaio 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Isaia (40, 1-5; 9-11)
    [1]«Consolate, consolate il mio popolo,
    dice il vostro Dio.
    [2]Parlate al cuore di Gerusalemme
    e gridatele
    che è finita la sua schiavitù,
    è stata scontata la sua iniquità,
    perché ha ricevuto dalla mano del Signore
    doppio castigo per tutti i suoi peccati».
    [3]Una voce grida:
    «Nel deserto preparate
    la via al Signore,
    appianate nella steppa
    la strada per il nostro Dio.
    [4]Ogni valle sia colmata,
    ogni monte e colle siano abbassati;
    il terreno accidentato si trasformi in piano
    e quello scosceso in pianura.
    [5]Allora si rivelerà la gloria del Signore
    e ogni uomo la vedrà,
    poiché la bocca del Signore ha parlato».
    [9]Sali su un alto monte,
    tu che rechi liete notizie in Sion;
    alza la voce con forza,
    tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
    Alza la voce, non temere;
    annunzia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
    [10]Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
    con il braccio egli detiene il dominio.
    Ecco, egli ha con sé il premio
    e i suoi trofei lo precedono.
    [11]Come un pastore egli fa pascolare il gregge
    e con il suo braccio lo raduna;
    porta gli agnellini sul seno
    e conduce pian piano le pecore madri».



    Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito (2, 11-14; 3, 4-7)
    [11]È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, [12]che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, [13]nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; [14]il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
    [4]Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, [5]egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, [6]effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, [7]perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.



    Dal Vangelo secondo Luca (3, 15-16; 21-22)
    [15]Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, [16]Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
    [21]Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì [22]e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
      • Immagine
La "voce del cielo" pone il proprio sigillo al Battesimo di Gesù.

È la voce del Padre che afferma che quel Gesù, in fila con i peccatori per ricevere il Battesimo di Giovanni, non è una persona qualsiasi: è "il figlio prediletto". Ancora freschi delle emozioni del natale, ancora stupiti come i Magi, ci ritroviamo di fronte un Gesù adulto, che manifesta altri particolari di quella missione che sta per iniziare.

È, innanzitutto, solidale con i peccatori: è venuto a portare la consolazione annunziata dal profeta Isaia nella prima lettura di questa domenica, è venuto a dare l'esatta immagine di Dio, il pastore attento e premuroso, che "porta gli agnellini sul petto e conduce piano piano le pecore madri".

È venuto, come ci ricorda san Paolo, "a dare se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro, che gli appartenga, zelante nelle opere buone".

In questa manifestazione sobria e dimessa c'è tutto lo stile di Dio, che noi siamo chiamati ad incarnare oggi. Annunciare il Vangelo, con le parole e con le buone opere: non è qualcosa di facoltativo, ma fa parte della nostra stessa natura di discepoli.

Nell'umiltà e nella semplicità dei gesti quotidiani siamo chiamati a rendere presente il messaggio di salvezza, di conversione e di pace di cui oggi il mondo ha tanto bisogno. Per questo siamo stati battezzati; la comunione profonda con Gesù non deve restare nell'ambito di una sterile emotività, ma deve diventare operosità feconda per cambiare realmente il mondo e renderlo migliore.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom gen 14, 2007 8:14 pm

      • II domenica del tempo ordinario. 14 gennaio 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Isaia (62, 1-5)
    [1]Per amore di Sion non tacerò,
    per amore di Gerusalemme non mi darò pace,
    finché non sorga come stella la sua giustizia
    e la sua salvezza non risplenda come lampada.
    [2]Allora i popoli vedranno la tua giustizia,
    tutti i re la tua gloria;
    ti si chiamerà con un nome nuovo
    che la bocca del Signore indicherà.
    [3]Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
    un diadema regale nella palma del tuo Dio.
    [4]Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
    né la tua terra sarà più detta Devastata,
    ma tu sarai chiamata Mio compiacimento
    e la tua terra, Sposata,
    perché il Signore si compiacerà di te
    e la tua terra avrà uno sposo.
    [5]Sì, come un giovane sposa una vergine,
    così ti sposerà il tuo architetto;
    come gioisce lo sposo per la sposa,
    così il tuo Dio gioirà per te.



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (12, 4-11)
    [4]Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; [5]vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; [6]vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. [7]E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: [8]a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; [9]a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; [10]a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. [11]Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (2, 1-12)
    [1]Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. [2]Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. [3]Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». [4]E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». [5]La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
    [6]Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. [7]E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. [8]Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. [9]E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo [10]e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». [11]Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
    [12]Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.

      • Immagine
È facile fermarsi alla superficie nell'interpretare l'episodio delle "nozze di Canaa": Gesù toglie dall'imbarazzo due sposi che avevano fornito il vino per il pranzo di matrimonio. Se ci accontentassimo di questo, potremmo comunque già parlare dell'attenzione delicata di Gesù e di Maria anche verso le esigenze più materiali del prossimo.

Ma l'Evangelista Giovanni richiede sempre un'interpretazione più profonda. Gesù è presentato qui come lo Sposo autentico, Colui che può donare il vino buono, segno del banchetto celeste a cui parteciperà l'umanità nuova. La frase della Madonna "fate quello che vi dirà" non è semplicemente un invito ai servi del banchetto, ma diventa esortazione universale, rivolta anche a noi. Colui che parlerà non è semplicemente un rabbì capace di cambiare l'acqua in vino, ma il Messia, che porterà alla pienezza l'amore di Dio nel compimento dell'ora, cioè nel momento della croce.

Per l'Evangelista Giovanni, infatti, è proprio sulla Croce che si manifesta la gloria di Dio: l'obbedienza del Figlio fa risplendere il suo Amore per il Padre e realizza il progetto di salvezza e di bene per l'umanità intera. Dio aveva stipulato con il suo popolo un patto intramontabile, eterno. Ora Gesù lo rende pienamente presente ed efficace: egli è lo Sposo, che amerà i suoi fino alla "consumazione".

È bello essere coinvolti in un simile progetto di salvezza, sentirsi amati, ma anche chiamati a ridistribuire questo Amore. Anche per noi la prospettiva finale quella del banchetto celeste, dove Lui passerà a servirci.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom gen 21, 2007 5:21 pm

      • III domenica del tempo ordinario. 21 gennaio 2007
[/size]
  • Dal libro di Neemìa (8, 2-6; 8-10)
    [2]Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
    [3]Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge. [4]Esdra lo scriba stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza e accanto a lui stavano, a destra Mattitia, Sema, Anaia, Uria, Chelkia e Maaseia; a sinistra Pedaia, Misael, Malchia, Casum, Casbaddàna, Zaccaria e Mesullàm. [5]Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. [6]Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
    [8]Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura. [9]Neemia, che era il governatore, Esdra sacerdote e scriba e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. [10]Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza»....



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (12, 12-31)
    [12]Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. [13]E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. [14]Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. [15]Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. [16]E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. [17]Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? [18]Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. [19]Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? [20]Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. [21]Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». [22]Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; [23]e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, [24]mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, [25]perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. [26]Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. [27]Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. [28]Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue. [29]Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti operatori di miracoli? [30]Tutti possiedono doni di far guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? [31]Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.



    Dal Vangelo secondo Luca (1, 1-4; 4, 14-21)
    [1]Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, [2]come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, [3]così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, [4]perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
    [14]Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. [15]Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. [16]Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. [17]Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: [18]Lo Spirito del Signore è sopra di me per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista per rimettere in libertà gli oppressi, [19]e predicare un anno di grazia del Signore. [20]Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. [21]Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
      • Immagine
Con queste parole si conclude la prima lettura di questa domenica. Il governatore Neemia, dopo la lettura della legge di Dio, invita il popolo a non piangere, a festeggiare, mangiando carni grasse e bevendo vini dolci e facendone parte a chi non può preparare nulla. Dopo decenni di esilio, dopo aver faticosamente ricostruito il tempio del Signore, il popolo può finalmente ascoltare la Parola di Dio.

Ecco il motivo della gioia: Dio parla ancora, Dio non abbandona il suo popolo! E noi sappiamo che la rivelazione suprema di Dio è Gesù Cristo. Egli è venuto per portare un lieto messaggio ai poveri, per predicare un anno di grazia del Signore. Sono parole del profeta Isaia che Gesù applica a sé nella sinagoga di Nazareth. Sono parole che ci fanno comprendere la missione del Messia Gesù, venuto a dare speranza, a comunicare un intima partecipazione di Dio alle vicende umane.

Gesù è venuto per liberare l'uomo dalla schiavitù più tremenda che è quella del peccato: ci dice, con la sua parola e con la sua vita, che l'uomo ha la possibilità illimitata di amare, ci invita a superare di slancio l'egoismo e l'orgoglio che non permettono di volare alto nei cieli dell'amore. Il Signore Gesù ci permette di allargare il nostro sguardo a tutta l'umanità, per coglierne e viverne le gioie e i dolori, le speranze e le angosce.

I discepoli del Signore vivono nel mondo non con indifferenza o pensando solo a sé stessi: sono chiamati a farsi carico del cammino dell'uomo, indicando, con gioia, la meta alla quale tutti sono chiamati: la comunione piena con Dio, il Paradiso.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom gen 28, 2007 3:29 pm

      • IV domenica del tempo ordinario. 28 gennaio 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Geremia (1, 4-5; 17-19)
    [4]Mi fu rivolta la parola del Signore:
    [5]«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
    prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
    ti ho stabilito profeta delle nazioni».
    [17]Tu, poi, cingiti i fianchi,
    alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
    non spaventarti alla loro vista,
    altrimenti ti farò temere davanti a loro.
    [18]Ed ecco oggi io faccio di te
    come una fortezza,
    come un muro di bronzo
    contro tutto il paese,
    contro i re di Giuda e i suoi capi,
    contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
    [19]Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
    perché io sono con te per salvarti».
    Oracolo del Signore.



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (12, 31; 13, 13)
    [31]Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.
    1]Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. [2]E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. [3]E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. [4]La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, [5]non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, [6]non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. [7]Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. [8]La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. [9]La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. [10]Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. [11]Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. [12]Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. [13]Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!



    Dal Vangelo secondo Luca (4, 21-30)
    [21]Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». [22]Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». [23]Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». [24]Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. [25]Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; [26]ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. [27]C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». [28]All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; [29]si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. [30]Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
      • Immagine
Strano destino, umanamente parlando, quello del Figlio di Dio! Nella sua città, Nazaret, viene accolto con ironia, con sarcasmo, con incredulità. Addirittura i suoi concittadini, dopo averlo cacciato fuori, lo conducono fin sul ciglio del monte per gettarlo giù dal precipizio.

E tutto questo perché? Perché Gesù ha avuto il coraggio di invitare alla conversione, ad aprirsi alla novità di Dio, ad abbandonare la durezza del cuore. E anche oggi, se ci pensiamo bene, Gesù viene trattato un po' allo stesso modo: via il crocifisso dai luoghi pubblici, scuole e cimiteri compresi, via il suo nome dalle canzoni natalizie, via i presepi. Verrebbe da chiederci: a quando la coperture delle chiese, che, così esposte al pubblico, potrebbero causare un grave mal di pancia a qualche laicista (nostrano! centrano poco o nulla i musulmani!) di passaggio?

Sembra quasi che il Cristianesimo (e la Chiesa cattolica in particolare) sia stata la causa di tutti i mali dell'umanità, qualcosa di cui vergognarsi, una bruttura da cancellare persino dalla memoria collettiva.

Gli abitanti di Nazaret continuano a fare scuola, da duemila anni! Ma la Grazia di Dio non si ferma e le parole di Gesù continuano a risuonare, invitando al perdono, all'amore per i nemici. Lo ricorda a tutti, ma in particolare a noi, discepoli del Signore, la seconda lettura di questa domenica, con il famoso "inno alla carità": "la carità è paziente, benigna; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, non si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto sopporta". Era lo stile di Gesù. Deve essere anche il nostro.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom feb 04, 2007 7:16 pm

      • V domenica del tempo ordinario. 4 febbraio 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Isaia (6, 1-8)
    [1]Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. [2]Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. [3]Proclamavano l'uno all'altro: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria». [4]Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. [5]E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». [6]Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. [7]Egli mi toccò la bocca e mi disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato». [8]Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15, 1-11)
    [1]Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, [2]e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! [3]Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, [4]fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, [5]e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. [6]In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. [7]Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. [8]Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. [9]Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. [10]Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. [11]Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.



    Dal Vangelo secondo Luca (5, 1-11)
    [1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
    [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
      • Immagine
Queste parole nella loro forma latina, "duc in altum", sono diventate un vero e proprio slogan per la Chiesa entrata nel terzo millennio.

Utilizzate da Giovanni Paolo II nella "Movo millennio ineunte", hanno costituito, e costituiscono ancora oggi, il filo conduttore dell'azione della Chiesa, in tutte le sue espressioni e dimensioni, da quella universale a quella più piccola e particolare. Queste parole, quindi, valgono anche per noi, abitanti e parrocchiani di Rovellasca.

Dobbiamo, come Pietro, prendere il largo: dobbiamo, cioè, pensare in grande. Non possiamo più ridurre la Chiesa ad un fortino assediato e minacciato da mille pericoli. Dobbiamo, invece, ritornare a contemplare il volto del Signore crocifisso e risorto per ritrovarvi il volto di ogni uomo che soffre e gioisce, che anela a qualcosa di più grande, che vive delusioni e nutre speranze.

Prendere il largo significa riscoprire la grandezza e la bellezza di Gesù per annunciarla al mondo, a chi ci vive accanto, con la consapevolezza che "chi guarda a Cristo, l'uomo perfetto, si fa pure lui più uomo". Una Chiesa senza paure, piena di slancio missionario, preoccupata solo di rendere visibile e comprensibile per gli uomini e le donne di oggi il grande Amore che Dio nutre per loro. Una Chiesa capace di indicare con sicurezza e senza esitazioni Colui che, unico, è la via che conduce al Padre.

Questa Chiesa siamo chiamati ad essere, anche nella nostra piccola parrocchia. Dipende anche da noi l'immagine di una Chiesa coraggiosa, che non teme di dire verità scomode e che permette a tutti, accogliendo, dialogando e soprattutto amando, di fare l'esperienza autentica dell'incontro con Gesù.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom feb 11, 2007 4:51 pm

      • VI domenica del tempo ordinario. 11 febbraio 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Geremia (17, 5-8)
    [5]«Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,
    che pone nella carne il suo sostegno
    e il cui cuore si allontana dal Signore.
    [6]Egli sarà come un tamerisco nella steppa,
    quando viene il bene non lo vede;
    dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
    in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
    [7]Benedetto l'uomo che confida nel Signore
    e il Signore è sua fiducia.
    [8]Egli è come un albero piantato lungo l'acqua,
    verso la corrente stende le radici;
    non teme quando viene il caldo,
    le sue foglie rimangono verdi;
    nell'anno della siccità non intristisce,
    non smette di produrre i suoi frutti».



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (15,12; 16-20)
    [12]Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?
    [16]Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; [17]ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. [18]E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. [19]Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.
    [20]Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.



    Dal Vangelo secondo Luca (6,17; 20-26)
    [17]Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone.
    [20]Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. [21]Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. [22]Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. [23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. [24]Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione. [25]Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. [26]Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

      • Immagine
Dopo aver chiamato i propri discepoli, Gesù inizia a dare istruzioni su che cosa significhi seguirlo.

E la prima caratteristica che deve possedere un discepolo è l'assoluta ed esclusiva fiducia nel Signore. Ci orienta in questo senso la prima lettura di questa domenica, dove il profeta Geremia benedice l'uomo che confida nel Signore e rimprovera aspramente: " l'uomo che confida in sé stesso, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore allontana il suo cuore".

La nostra fiducia nel Signore Gesù deve comportare necessariamente alcuni atteggiamenti ed uno stile di vita. Il discepolo non può, per esempio, essere ricco, sazio e superficialmente contento.

Il discepolo deve, invece, scoprire la vera gioia, che non consiste nell'avere molti beni terreni e nemmeno tanta salute: consiste nel saper condividere con i fratelli, nell'amore per il prossimo, in un altruismo che ci chiede di dilatare sempre più i! nostro cuore.

Quando ci fermiamo alla materialità della nostra vita ci facciamo prendere dalla paura del futuro: "che cosa farò quando sarò malato o vecchio, che cosa lascerò ai miei figli o nipoti..." e con questi pensieri ci attacchiamo sempre di più alle cose materiali e alla persone, riponendo in esse la nostra totale fiducia. Poi succede che si finisce al "ricovero" anche se si hanno diversi figli; che i beni caparbiamente accumulati in una vita vengono "fatti fuori" dai nipoti in un batter d'occhio; che, addirittura, questi stessi beni diventano causa di discordia e di odio tra parenti per generazioni! Ne vale la pena?

Non è forse meglio guardare alla ricompensa nei cieli?
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom feb 18, 2007 9:19 pm

      • VII domenica del tempo ordinario. 18 febbraio 2007
[/size]
  • Dal primo libro di Samuele (26, 2-13; 22-23)
    [2]Saul si mosse e scese al deserto di Zif conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif. [3]Saul si accampò sull'altura di Cachilà di fronte al deserto presso la strada mentre Davide si trovava nel deserto. Quando si accorse che Saul lo inseguiva nel deserto, [4]Davide mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero. [5]Allora Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di lui. Saul riposava tra i carriaggi e la truppa era accampata all'intorno. [6]Davide si rivolse ad Achimelech, l'Hittita e ad Abisài, figlio di Zeruià, fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol scendere con me da Saul nell'accampamento?». Rispose Abisài: «Scenderò io con te». [7]Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra a capo del suo giaciglio mentre Abner con la truppa dormiva all'intorno. [8]Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». [9]Ma Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». [10]Davide soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore lo toglierà di mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in battaglia e sarà ucciso. [11]Il Signore mi guardi dallo stendere la mano sul consacrato del Signore! Ora prendi la lancia che sta a capo del suo giaciglio e la brocca dell'acqua e andiamocene». [12]Così Davide portò via la lancia e la brocca dell'acqua che era dalla parte del capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore.
    [13]Davide passò dall'altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era grande spazio tra di loro.
    [22]Rispose Davide: «Ecco la lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda! [23]Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore.



    Dalla prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi (15, 45-49)
    [45]Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. [46]Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. [47]Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. [48]Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. [49]E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste.



    Dal Vangelo secondo Luca (6, 27-38)
    [27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
    [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
      • Immagine
Siamo di fronte al cuore sconvolgente del messaggio di Gesù: l'amore totalmente gratuito verso tutti, anche verso coloro che ci hanno fatto qualcosa di male.

Il mistero di Dio che si fa uomo diventa ancora più grande, se pensiamo quale tipo di uomo Gesù ci indica come ideale: Gesù non ama a metà, il suo amore è veramente totale, e ci invita a condividere questo suo progetto dimostrandoci che anche per noi è possibile realizzarlo.

Certo, non siamo immediatamente portati ad amare i nemici, a non giudicare, a non condannare. Spesso tutto questo è frutto di un lungo allenamento, grazie al quale viene tenuto sotto controllo il nostro "uomo vecchio", per essere veramente persone che vivono la novità di Gesù: è possibile amare ogni limite.

E ai suoi discepoli Gesù continua a proporre la misericordia, il perdono come l'unica via su cui costruire rapporti umani autentici. La vendetta e la violenza non portano mai nulla di bene, sono solo fonte di odio e di altra violenza. I discepoli di Gesù sono invitati a spezzare queste catene che spesso legano anche la nostra comunità.

Come è difficile, anche per noi, accogliere chi non è umanamente simpatico, come è difficile essere uomini e donne che costruiscono la comunione e la pace. Siamo rafforzati, però, dall'esempio di Gesù, che non si è limitato a "dire": certe cose le ha, prima di tutto, vissute. E poi abbiamo davanti la vita di tanti santi, persone normali, che hanno raccolto la sfida di un amore totale e sono riusciti a vincerla.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom feb 25, 2007 7:04 pm

      • I domenica di Quaresima. 25 febbraio 2007
[/size]
  • Dal Libro del Deuteronomio (26, 4-10)
    [4]Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all'altare del Signore tuo Dio [5]e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio: Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. [6]Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. [7]Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; [8]il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, [9]e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. [10]Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (10, 8-13)
    [8]Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. [9]Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. [10]Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. [11]Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. [12]Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l'invocano. [13]Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.



    Dal Vangelo secondo Luca (4, 1-13))
    [1]Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto [2]dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. [3]Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane». [4]Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». [5]Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6]«Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7]Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». [8]Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». [9]Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; [10]sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; [11]e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra». [12]Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». [13]Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.
      • Immagine
Inizia il nostro cammino quaresimale, un cammino di purificazione che dovrebbe farci percorrere più speditamente la strada che Gesù ha tracciato per noi.

La Quaresima, infatti, è tempo di impegni seri, presi alla luce di una Parola di Gesù che non ammetti sconti: "siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste". Ma lungi dal provocare la nostra tristezza e il nostro abbattimento per essere macerati dai sacrifici, la Quaresima sollecita il nostro entusiasmo e le nostre gioie: siamo contenti di poter ridimensionare i! peccato, siamo contenti di dare più spazio alla generosità, alla preghiera, ai silenzio. I "fioretti" e le rinunce non sono mai, per un cristiano, fini a se lessi. E non servono nemmeno soltanto a rafforzare la nostra volontà. Sono, invece, autentiche opere d'amore, perché possiamo offrirle per il bene del mondo, della Chiesa, delle persone che ci stanno a cuore.

La Quaresima, dunque, è un tempo privilegiato, nel quale possiamo allenarci ad essere atleti di Dio, capaci di affrontare qualunque sacrificio, pur di diffondere il suo regno.

È per questo che la Quaresima si qualifica anche come tempo "missionario" per eccellenza: vincendo la tentazione di rinchiuderci, vincendo la nostra mancanza di coraggio, possiamo e dobbiamo darci da fare per annunciare il vangelo, perché tutti possano incontrare l'Amore di Dio. Non è lecito tenere per noi una gioia così grande: dobbiamo condividerla con tutti, così da "rendere discepoli tutte le nazioni".
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » mar mar 06, 2007 10:14 pm

      • II domenica di Quaresima. 4 marzo 2007
[/size]
  • Dal libro della Genesi (15, 5-12; 17-18)
    [5]Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». [6]Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. [7]E gli disse: «Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo paese». [8]Rispose: «Signore mio Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». [9]Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un piccione». [10]Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all'altra; non divise però gli uccelli. [11]Gli uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abram li scacciava. [12]Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco un oscuro terrore lo assalì.
    [17]Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un forno fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli animali divisi. [18]In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (3, 17 – 4,1)
    [17]Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. [18]Perché molti, ve l'ho gia detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: [19]la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. [20]La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, [21]il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose.
    [1]Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi!



    Dal Vangelo secondo Luca (9, 28-36)
    prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. [29]E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. [30]Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, [31]apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. [32]Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. [33]Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. [34]Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. [35]E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». [36]Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
      • Immagine
Il brano evangelico che descrive la Trasfigurazione di Gesù viene opportunamente, all'inizio del cammino quaresimale, per ricordarci l'orizzonte nel quale ci muoviamo e la meta alla quale tendiamo.

Potremmo avere infatti la tentazione (una delle tante tentazioni!) di vivere tristemente la Quaresima, con il peso della penitenza e con l'idea che il cristianesimo sia la religione della sofferenza e dei patimenti, qualcosa di angoscioso con il quale Dio ha voluto punire i peccatori. E spesso, noi cristiani diamo un po' questa idea, al punto che la Chiesa viene ormai indicata da tutti come la comunità dei "no".

Il brano della Trasfigurazione ci riporta invece all'evento che ha fondato la nostra storia: la risurrezione di Gesù, il suo ingresso nella gloria. Senza questo evento, dice san Paolo, la nostra fede sarebbe vana, e Gesù sarebbe uno dei tanti eroi che, nella storia, sono morti, innocenti, per difendere le proprie idee.

Ma noi non seguiamo un uomo, seppure grande maestro di stupende dottrine. Noi seguiamo il Figlio di Dio, Colui che ci indica la via delle Beatitudini come unica vera strada per la felicità. Discepoli di un Risorto, ci ritroviamo così a seguire con gioia la via della vita e della libertà, che è data dalla possibilità di amare superando tutti gli ostacoli, in particolare quelli frapposti dal nostro egoismo e dal Mostro orgoglio.

Amando viviamo la nostra Quaresima, senza lasciarci bloccare da ciò che vorrebbe inchiodarci alla terra, perché la nostra patria è nei cieli.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom mar 11, 2007 8:04 pm

      • III domenica di Quaresima. 11 marzo 2007
[/size]
  • Dal libro dell’Esodo (3, 1-8; 13-15)
    [1]Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. [2]L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. [3]Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. [4]Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. [5]Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”. [6]E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. [7]Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. [8]Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Hittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo.
    [13]Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”. [14]Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi”. [15]Dio aggiunse a Mosè: “Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (10, 1-6; 10-12)
    [1]Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, [2]tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, [3]tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, [4]tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. [5]Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto. [6]Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.
    [10]Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. [11]Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. [12]Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.



    Dal Vangelo secondo Luca (13, 1-9)
    [1]In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. [2]Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? [3]No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. [4]O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? [5]No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». [6]Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. [7]Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? [8]Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime [9]e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».
      • Immagine
La prima lettura di questa domenica ci presenta il brano vivace e suggestivo della chiamata di Mosè. Dio si rivela come il Dio di Abramo , di Isacco e di Giacobbe. Ma Dio rivela anche il proprio nome: "lo sono".

Colui, dunque, che possiede la pienezza dell'esistenza, che non dipende da altri esseri, Colui che è onnipotente creatore. Un Dio che vede la miseria del suo popolo e che sta per intervenire, inviando Mosè dal Faraone.

Il nostro Dio non si dimentica di noi, ci ama in modo autentico e forte. E proprio perché ci ama in modo autentico e forte non ci lascia in balia dei peccato. La schiavitù del popolo di Israele in Egitto può certamente essere vista come la nostra schiavitù nei confronti del peccato. E come ad Israele è stato inviato Mosè così a noi è stato inviato Gesù, Colui che muore in Croce per liberarci dal "serpente antico".

E siccome Dio vuole la nostra piena felicità non finisce mai di chiamarci alla conversione, di invitarci a portare frutto. Dio è paziente nei nostri confronti, ma inflessibile nelle richieste: come il fico descritto nell'episodio evangelico, non siamo abbandonati di punto in bianco alla nostra situazione di sterilità e di morte.

Dio zappa, concima, farà di tutto "per un altro anno" affinché possiamo entrare nella schiera degli eletti, consapevoli del nostro Battesimo e finalmente coerenti con esso.

Colui che ha inviato Mosè e Gesù oggi invia anche noi per rendere sempre più credibile il suo nome.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab mar 17, 2007 9:55 am

      • IV domenica di Quaresima. 18 marzo 2007
[/size]
  • Dal libro di Giosuè (5, 9-12)
    [9]Allora il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l'infamia d'Egitto». Quel luogo si chiamò Gàlgala fino ad oggi. [10]Si accamparono dunque in Gàlgala gli Israeliti e celebrarono la pasqua al quattordici del mese, alla sera, nella steppa di Gerico. [11]Il giorno dopo la pasqua mangiarono i prodotti della regione, azzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno. [12]La manna cessò il giorno dopo, come essi ebbero mangiato i prodotti della terra e non ci fu più manna per gli Israeliti; in quell'anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.



    Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (5, 17-21)
    [17]Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. [18]Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. [19]E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. [20]Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. [21]Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.



    Dal Vangelo secondo Luca (15, 1-3. 11-32)
    [1]Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. [2]I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». [3]Allora egli disse loro questa parabola:
    [11]«Un uomo aveva due figli. [12]Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. [13]Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. [14]Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. [15]Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. [16]Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. [17]Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! [18]Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; [19]non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. [20]Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. [21]Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. [22]Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. [23]Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, [24]perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. [25]Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; [26]chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. [27]Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. [28]Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. [29]Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. [30]Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. [31]Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; [32]ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».
      • Immagine
Questo invito pressante San Paolo lo rivolge ai cristiani di Corinto, riflettendo sul sacrificio di Gesù, che ha offerto se stesso per riconciliare l’umanità con Cristo, per ricomporre i| piano originario del Creatore, infranto dal peccato di Adamo ed Eva.

Dio vuole riconciliarsi con l'uomo; Dio manda il suo Figlio perché questa riconciliazione si realizzi. E l'uomo?

L'uomo fa fatica ad accogliere questo passo di Dio, come nella parabola che ci viene proposta questa domenica nel Vangelo, quella famosa del Figliol prodigo, l'uomo fatica a riconoscere l'amore di Dio, l'uomo è portato ad abbandonare la casa del Padre, a realizzare da solo la propria felicità, lontano da Dio. Solo quando sperimenta l'infelicità più assoluta, solo quando si rende conto che vorrebbe mangiare persino le ghiande dei porci, se potesse averne, allora prova la nostalgia di ciò che ha lasciato. Certo questo potrebbe scuotere la storia di qualche grande convertito, che dopo una vita trascorsa nel peccato si è deciso a "tornare alla casa del Padre".

Invece può essere anche la storia di ciascuno di noi: non assomigliamo anche noi un po' al fratello maggiore della parabola, così diverso nei suoi giudizi e incapace di capire la misericordia di Dio? Non siamo anche noi peccatori spesso convinti di non peccare mai?

Abbiamo bisogno anche noi, dunque, di essere riconciliati con Dio, di fare spazio al suo Amore, per diventarne, a nostra volta, immagine.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab mar 24, 2007 10:27 am

      • V domenica di Quaresima. 25 marzo 2007
[/size]
  • Dal libro di profeta Isaia (43, 16-21)
    [16]Così dice il Signore che offrì una strada nel mare
    e un sentiero in mezzo ad acque possenti
    [17]che fece uscire carri e cavalli,
    esercito ed eroi insieme;
    essi giacciono morti: mai più si rialzeranno;
    si spensero come un lucignolo, sono estinti.
    [18]Non ricordate più le cose passate,
    non pensate più alle cose antiche!
    [19]Ecco, faccio una cosa nuova:
    proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
    Aprirò anche nel deserto una strada,
    immetterò fiumi nella steppa.
    [20]Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
    sciacalli e struzzi,
    perché avrò fornito acqua al deserto,
    fiumi alla steppa,
    per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
    [21]Il popolo che io ho plasmato per me
    celebrerà le mie lodi.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (3, 8-14)
    [8]Fratelli, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo [9]e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. [10]E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, [11]con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. [12]Non però che io abbia gia conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. [13]Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, [14]corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (8, 1-11)
    [1]Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. [2]Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. [3]Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, [4]gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. [5]Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». [6]Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. [7]E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». [8]E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. [9]Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
    Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. [10]Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». [11]Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».
      • Immagine
L'episodio della donna colta in flagrante adulterio e che deve essere lapidata è diventato proverbiale soprattutto per la frase di Gesù: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra". Meno proverbiale, forse anche un po' più scomoda, è la frase con la quale Gesù congeda la donna dopo averla perdonata: "Va e d'ora in poi non peccare più!".

Il Signore, infatti, non vuole dirci che il peccato è un bene, che nessuno ha diritto di ammonire un peccatore; il Signore sa che il peccato è la condizione normale degli uomini e delle donne, ne vede tutta la potenza e la pericolosità. Ma vuole anche affermare la capacità di Dio di andare oltre, di far uscire tutte le nostre potenzialità di bene e di amore, di lasciare tempo e spazio al peccatore per convertirsi. proprio qui sta la grandezza di Gesù: Egli non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.

E quando si dice "peccatore" si intende "ogni peccatore", anche noi che magari non facciamo peccati gravissimi oppure li facciamo senza nemmeno renderci conto. Come ci ricorda il profeta Isaia nella prima lettura, Dio apre una strada nel deserto, attraverso la quale il suo popolo possa giungere alla salvezza, il deserto del peccato è vinto da questa nuova via che è Gesù!

Diventano allora profondamente vere le parole di san Paolo nella lettera ai Filippesi: "Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in Lui.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab mar 31, 2007 3:01 pm

      • Domenica delle Palme. 1 aprile 2007
[/size]
  • Dal libro del profeta Isaia (50, 4-7)
    [4]Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
    perché io sappia indirizzare allo sfiduciato
    una parola.
    Ogni mattina fa attento il mio orecchio
    perché io ascolti come gli iniziati.
    [5]Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
    e io non ho opposto resistenza,
    non mi sono tirato indietro.
    [6]Ho presentato il dorso ai flagellatori,
    la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
    non ho sottratto la faccia
    agli insulti e agli sputi.
    [7]Il Signore Dio mi assiste,
    per questo non resto confuso,
    per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
    sapendo di non restare deluso.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (2, 5-11)
    [5]Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, [6]il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; [7]ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, [8]umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. [9]Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; [10]perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; [11]e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.





    Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca (22, 14-71; 23, 1-56)

    La cena pasquale
    [14]Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, [15]e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, [16]poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». [17]E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, [18]poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio».

    Istituzione dell'Eucaristia
    [19]Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». [20]Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».

    Annunzio del tradimento di Giuda
    [21]«Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. [22]Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!». [23]Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.

    Chi è il più grande?
    [24]Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. [25]Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. [26]Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. [27]Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

    Ricompensa promessa agli apostoli
    [28]Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; [29]e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, [30]perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.

    Annunzio del ritorno e del ringraziamento di Pietro
    [31]Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; [32]ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». [33]E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte». [34]Gli rispose: «Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi».

    L'ora del combattimento decisivo
    [35]Poi disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». [36]Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. [37]Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine». [38]Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!».

    Sul monte degli Ulivi
    [39]Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. [40]Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». [41]Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: [42]«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». [43]Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. [44]In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. [45]Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. [46]E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

    L'arresto di Gesù
    [47]Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. [48]Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». [49]Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». [50]E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. [51]Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì. [52]Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? [53]Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».

    Rinnegamenti di Pietro
    [54]Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. [55]Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. [56]Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». [57]Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». [58]Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». [59]Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». [60]Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. [61]Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». [62]E, uscito, pianse amaramente.

    Primi oltraggi
    [63]Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, [64]lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». [65]E molti altri insulti dicevano contro di lui.

    Gesù davanti al sinedrio
    [66]Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: [67]«Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; [68]se vi interrogo, non mi risponderete. [69]Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio». [70]Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». [71]Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».



    Gesù davanti a Pilato
    [1]Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato [2]e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re». [3]Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». [4]Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in quest'uomo». [5]Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui». [6]Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo [7]e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.

    Gesù davanti a Erode
    [8]Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. [9]Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. [10]C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. [11]Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. [12]In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro.

    Gesù di nuovo davanti a Pilato
    [13]Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, [14]disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; [15]e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. [16]Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». [17]. [18]Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». [19]Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. [20]Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. [21]Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». [22]Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». [23]Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. [24]Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. [25]Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

    Sulla via del Calvario
    [26]Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. [27]Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. [28]Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. [29]Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. [30]Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! [31]Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». [32]Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.

    La crocifissione
    [33]Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. [34]Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

    Gesù in croce deriso e oltraggiato
    [35]Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». [36]Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: [37]«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». [38]C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

    Il "buon ladrone"
    [39]Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». [40]Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41]Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». [42]E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». [43]Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

    La morte di Gesù
    [44]Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. [45]Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. [46]Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.

    Dopo la morte di Gesù
    [47]Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». [48]Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. [49]Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.

    La sepoltura
    [50]C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. [51]Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. [52]Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. [53]Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. [54]Era il giorno della parascève e gia splendevano le luci del sabato. [55]Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, [56]poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.
      • Immagine
Quante situazioni diverse ha vissuto il Signore Gesù, nella settimana santa!

Dal grido di gioia delle folle a quello di scherno e di condanna, dall'atteggiamento riverente e quasi adorante, all'oltraggio, agli schiaffi, agli sputi. Potremmo dire che nella settimana santa l'animo umano si presenta in tutte le sue sfumature davanti a Dio. Un atteggiamento che riassume tutto è quello dei due ladroni, crocifissi con Gesù: il rifiuto e la bestemmia da una parte, l'accoglienza e la richiesta di perdono dall'altra. Se ci pensiamo bene sono e stesse disposizione che troviamo anche oggi, negli uomini e nelle donne del nostro tempo. E l'oggetto di tutto questo è Gesù.

Il Messia va incontro alla sua "ora": è quasi arrivato il momento supremo, quello in cui salverà il mondo non con qualche grandioso miracolo, sfoggio di potenza divina, ma con la morte più ignominiosa, per farci capire, come dice san Paolo, che "quello che è stoltezza secondo gli uomini è sapienza di Dio".

Giunge al termine anche il nostro cammino quaresimale: ci apprestiamo a vivere la gioia intensa del tempo pasquale dopo la penitenza dei quaranta giorni. Abbiamo avuto la possibilità di rivivere il cammino del popolo di Israele nel deserto, quasi quarantanni di prove, di difficoltà, ma anche di intima unione con il Signore, che dimostra la sua attenzione premurosa, ma anche il progetto ben determinato di educare un popolo ribelle e di dura cervice. Ci avrà educato, il Signore, in questa quaresima? Ci avrà sollecitato a fidarci di più di lui? Non c'è gioia pasquale vera senza un rapporto intimo e profondo con Dio.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab apr 07, 2007 5:02 pm

      • Pasqua di Resurrezione. 8 aprile 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli apostoli (10, 34; 37-43)
    [34]Pietro prese la parola e disse: [37]Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; [38]cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. [39]E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, [40]ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, [41]non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. [42]E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. [43]Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».



    Dalla lettera di san Paolo Apostolo ai Col ossessi (3, 1-4)
    [1]Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; [2]pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. [3]Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! [4]Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 1-9)
    [1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. [2]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». [3]Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. [4]Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. [5]Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. [6]Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, [7]e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. [8]Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. [9]Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
      • Immagine
Le parole di Pietro riportate negli Atti degli Apostoli costituiscono un impegno forte anche per noi. L'evento più sconvolgente della storia, la Risurrezione del Signore Gesù, è stato annunziato da coloro che avevano visto e condiviso "tutte le cose da Lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme".

Il Messia è proclamato, attraverso la Risurrezione, Figlio di Dio . È davvero Lui l'eletto, Colui nel quale il Padre si è compiaciuto. E l'incredulità iniziale da parte delle donne, di Pietro e degli altri Apostoli dice chiaramente come la Risurrezione sia stata difficile da accettare, anche da parte di chi era abituato alle meraviglie operate da Gesù. Solo l'evidenza dei fatti, le apparizioni del Risorto, hanno potuto convincere quegli uomini, trasformandoli in annunciatori convinti del vangelo.

Certo, la Risurrezione non è solo un fatto da ammirare e da contemplare! Essa ha tantissime conseguenze sulla nostra vita. Ce lo ricorda san Paolo nella seconda lettura, tratta dalla lettera ai Colossesi: "Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù ... pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra". Il che non vuoi dire disinteressarsi dell'umanità, evitare il contatto con il mondo e vivere nell'illusione di una sterile preghiera: significa vivere pensando a ciò che realmente conta e cioè fare la volontà di Dio, amando lui e il prossimo. Come ha mandato gli Apostoli a dare la loro testimonianza, così Gesù manda noi a portare la speranza in un mondo migliore e a rivelare il grandioso progetto di Dio: fare di Cristo il cuore del mondo.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 16, 2007 10:38 am

      • II domenica di Pasqua. 15 aprile 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli Apostoli (5, 12-16)
    [12]Molti miracoli e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; [13]degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. [14]Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore [15]fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava, anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro. [16]Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti.



    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (1, 9-13; 17; 19)
    [9]Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù. [10]Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: [11]Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa. [12]Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro [13]e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro.
    [17]Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo.
    [19]Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 19-31)
    [19]La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [20]Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. [21]Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». [22]Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; [23]a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». [24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». [26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [27]Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». [28]Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». [29]Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». [30]Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. [31]Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
      • Immagine
“Abbiamo visto il Signore”: è l'annuncio che gli Apostoli danno a Tommaso e che !o lascia incredulo. Ci sarà bisogno di una nuova apparizione del Risorto, in tutta la sua "materialità", con le ferite da toccare, per convincere il recalcitrante Tommaso.

Come è difficile credere! Ma come è difficile anche trasmettere la fede e coinvolgere altri nell'esperienza di incontro con Gesù! In quel “abbiamo visto il Signore" si riassume tutto il cammino dei discepoli nel Vangelo di Giovanni. Proprio all'inizio del Vangelo, infatti, ai due che lo seguivano su indicazione di Giovanni il Battista e che gli chiedevano dove dimorasse, Gesù rispondeva: "Venite e vedrete".

Vedere Gesù significa fare esperienza di Lui, condividere la sua vita, sentirlo profondamente presente nel nostro essere in ogni istante della nostra giornata. E poi significa manifestare nelle nostre parole, nei nostri gesti, nei nostri atteggiamenti la realtà di questo incontro.

L'uomo di oggi ha un grande bisogno di trovare "testimoni", cioè persone che siano coerenti con la propria fede e capaci di dare un messaggio gioioso e di profonda spiritualità. C'è bisogno di cristiani che sappiano dare una risposta adeguata alla ricerca di spiritualità dell'uomo moderno: la gente continua a correre, affaticandosi e stordendosi, senza più trovare il tempo per riflettere, per pensare. Perché non l'aiutiamo noi, a trovare questo tempo?

Ma dovremmo anche chiederci quanto impegno mettiamo noi nel cercarlo e nel trovarlo. Incontrare Gesù significa innanzitutto "dimorare con Lui", cioè entrare in comunione profonda con la Trinità, in un colloquio intimi e quotidiano.

Senza questo non possiamo dire di aver visto davvero il Signore.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » dom apr 22, 2007 5:57 pm

      • III domenica di Pasqua. 22 aprile 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli Apostoli (5, 27-32; 40-41)
    [27]Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote cominciò a interrogarli dicendo: [28]«Vi avevamo espressamente ordinato di non insegnare più nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell'uomo». [29]Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. [30]Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. [31]Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. [32]E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui». [33]All'udire queste cose essi si irritarono e volevano metterli a morte.
    [40]Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà. [41]Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù.



    Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (5, 11-14)
    [11]Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia [12]e dicevano a gran voce: "L'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione". [13]Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: "A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli". [14]E i quattro esseri viventi dicevano: "Amen". E i vegliardi si prostrarono in adorazione.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (21, 1-19)
    [1]Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: [2]si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. [3]Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. [4]Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. [5]Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». [6]Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. [7]Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. [8]Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. [9]Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. [10]Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». [11]Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. [12]Gesù disse loro: «Venite a mangiare». Enessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. [13]Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. [14]Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. [15]Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». [16]Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». [17]Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. [18]In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». [19]Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
      • Immagine
Il Vangelo di Giovanni si conclude con un dialogo bellissimo e struggente tra Gesù e Pietro. Per tre volte Gesù rivolge a Pietro la stessa domanda che rivolge a noi ogni giorno: "mi ami tu?". E Pietro, reduce dai rinnegamenti, risponde quello che ognuno di noi dovrebbe rispondere: "Signore, Tu sai tutto, Tu sai che ti amo".

Che cosa significa "amare Gesù"? La risposta potrebbe essere semplice e potrebbe ricalcare l'amore che esiste tra essere umani. D'altronde già l'Antico Testamento, per descrivere il rapporto d'amore esistente tra Dio e il suo popolo, usava come termine di paragone alcuni tipi di amore umano: quello tra marito e moglie o tra madre e figlio... L'amore per il Signore non può essere teorico. Deve vivere non solo di pensieri e di parole, ma anche di gesti. Deve essere fatto di incontri e da questi incontri deve essere alimentato.

Deve essere la linea guida di ogni istante della nostra vita. Amare Gesù significa cercarlo continuamente, anche dopo averlo trovato; significa vedere in Lui il senso della nostra vita, sentendoci accolti e amati per quello che siamo e, nello stesso tempo, spronati ad essere sempre migliori.

Certo, l'amore per Gesù, come tutti gli altri amori, quando sono autentici, richiede anche di fare qualche sacrificio, qualche rinuncia: ma che cosa c'è di più bello che sacrificarsi per la persona amata?

E, infine, l'amore per Gesù richiede l'amore per il suo Corpo mistico, che è la Chiesa. Una Chiesa che cammina sulle strade del tempo, fatta di santi e di peccatori, che deve essere amata teneramente, anche solo per il fatto che ci dona i Sacramenti, in particolare l'Eucaristia.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 27, 2007 3:02 pm

      • IV domenica di Pasqua. 29 aprile 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli Apostoli (13, 13-14; 43-52)
    [13]Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. [14]Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiochia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.
    [43]Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Barnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio. [44]Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio. [45]Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando. [46]Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. [47]Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho posto come luce per le genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra». [48]Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna. [49]La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione. [50]Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li scacciarono dal loro territorio. [51]Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio, [52]mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.



    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (7, 9; 14-17)
    [9]Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani.
    [14]E uno degli anziani disse: "Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello. [15]Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. [16]Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, [17]perché l'Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi".



    Dal Vangelo secondo Giovanni (10, 27-30)
    [27]Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. [28]Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. [29]Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. [30]Io e il Padre siamo una cosa sola».
      • Immagine
La cosiddetta "domenica del buon Pastore", da tanti anni eletta come la giornata di preghiera per le Vocazioni, ci presenta come seconda lettura un brano stupendo dell'Apocalisse. Giovanni vede "una moltitudine immensa, di ogni nazione, razza, popolo e lingua": è la chiamata universale alla salvezza. Tutti sono chiamati ad essere uno in Cristo Gesù. Ma questa moltitudine ha una particolarità: essi "stavano davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano una palma nelle mani".

È la chiamata universale alla santità. Ogni discepolo di Gesù è chiamato a dare testimonianza al suo Signore, anche fino all'effusione del sangue. Ognuno di noi è impegnato a rendere visibile oggi la presenza di Gesù, vivendo in intima comunione con Lui per essere e agire come Lui.

Non basta essere brave persone, non basta non fare male a nessuno. Occorre essere santi! Il mondo di oggi ha bisogno di persone che vivono con eroismo gli ideali cristiani, ha bisogno di persone fedeli ai propri impegni, pienamente coerenti con il proprio Battesimo. Certo, non è facile vivere tutto questo, le tentazioni sono tante. Il rischio di appiattirsi, di accontentarsi, di vivere nella mediocrità è sempre presente e diventa quasi un invito pressante nei messaggi che ci vengono proposti. Quasi che fare semplicemente il proprio dovere sia un eroismo!

Il discepolo di Gesù, invece, sa di essere al mondo per portare il mondo alla beatitudine, alla felicità, rendendolo sempre più rispettoso dell'uomo e sempre più rispondente al progetto di Dio. Quanto c'è da fare, oggi, per costruire un mondo così! Viviamo in un'epoca piena di tante sfide. E in quest'epoca noi dobbiamo vivere una nuova primavera della Chiesa.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab mag 05, 2007 8:41 am

      • V domenica di Pasqua. 6 maggio 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli Apostoli (14, 21-27)
    [21]Dopo aver predicato il vangelo in quella città e fatto un numero considerevole di discepoli, Paolo e Barnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiochia, [22]rianimando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio. [23]Costituirono quindi per loro in ogni comunità alcuni anziani e dopo avere pregato e digiunato li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. [24]Attraversata poi la Pisidia, raggiunsero la Panfilia [25]e dopo avere predicato la parola di Dio a Perge, scesero ad Attalìa; [26]di qui fecero vela per Antiochia là dove erano stati affidati alla grazia del Signore per l'impresa che avevano compiuto. [27]Non appena furono arrivati, riunirono la comunità e riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro e come aveva aperto ai pagani la porta della fede.



    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (21, 1-5)
    [1]Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. [2]Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. [3]Udii allora una voce potente che usciva dal trono: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il "Dio-con-loro". [4]E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate". [5]E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose"; e soggiunse: "Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (13, 31-33. 34-35)
    [31]Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. [32]Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. [33]Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. [34]Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. [35]Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».
      • Immagine
Si sente spesso parlare (e noi pure ne parliamo spesso) di "testimonianza da dare a Gesù". E ognuno cerca di tirare questo termine dalla propria parte, secondo le inclinazioni del proprio carattere.

Così alcuni preferiscono una testimonianza defilata, che non richiede mai di parlare di Dio in pubblico. Qualcuno invece si butta in una testimonianza agguerrita (e, qualche volta, arrabbiata), parlando di grandi valori poi magari disattesi nella vita pratica. Anche Gesù ha qualcosa da dire sulla testimonianza che richiede da noi, e l'ha detto, nel brano evangelico che ci viene proposto nella liturgia di questa Domenica.

"Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri". E l'amore che Gesù ci prospetta è quello totalmente gratuito di chi ama ad oltranza, di chi ama perché così fa Dio, "che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti".

Per il discepolo di Gesù non è facoltativo voler bene ai suoi fratelli e alle sue sorelle di fede. La Chiesa dovrebbe vivere la concordia al proprio interno, per proporsi poi al mondo intero come comunità nella quale si vivono la giustizia e la pace. E quando si parla di Chiesa si intende sì quella universale, ma senza dimenticare che la Chiesa vive in ogni nostra parrocchia ed è fatta concretamente da noi.

Riscoprire, dunque, la concordia, il perdono, l'accoglienza, la fraternità non è qualcosa che ci fa essere in linea con il tempo in cui viviamo, bensì è l'unico modo per essere, in ogni tempo, come Gesù ci vuole.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 11, 2007 6:42 pm

      • VI domenica di Pasqua. 13 maggio 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli Apostoli (15, 1-2; 22-29)
    [1]Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi».
    [2]Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
    [22]Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. [23]E consegnarono loro la seguente lettera: «Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! [24]Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. [25]Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, [26]uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. [27]Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce. [28]Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: [29]astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene».



    Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (21, 10-14; 22-23)
    [10]L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. [11]Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. [12]La città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. [13]A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e ad occidente tre porte. [14]Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.
    [22]Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. [23]La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (14, 23-29)
    [23]Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. [24]Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. [25]Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. [26]Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. [27]Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. [28]Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. [29]Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.
      • Immagine
È bello pensare a Gesù che riconcilia l'uomo con Dio e con gli altri uomini. Gesù, il figlio di Dio, è disposto a regalare questa pace, questa comprensione e accoglienza di sé e degli altri: ma noi siamo disposti ad accettare questo dono?

Risuonano nei nostri cuori le parole delle Beatitudini: "Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati Figli di Dio". La pace è un dono coinvolgente. È frutto di grazia, ma anche di preghiera e di gesti.

La pace che viene da Gesù è certamente qualcosa di più dell'assenza di guerra: è una predisposizione del cuore, che diventa capace di accoglienza e di perdono, che si allena, giorno dopo giorno, ad avere gli "stessi sentimenti, che furono in Gesù Cristo" e cioè, sostanzialmente, la mitezza e l'umiltà. Certo non possiamo vivere passivamente, in attesa di un dono grande e miracoloso dal cielo, senza almeno cominciare a costruire un minimo di "assenza di guerra" nella nostra vita.

Essere uomini e donne di pace significa ricercare continuamente ciò che unisce, e, dove ciò non sia possibile, avere comunque rispetto assoluto della persona che non ha le mie stesse idee. Ci dovrebbe sostenere, in questo sforzo quotidiano, il pensiero che Gesù è morto per tutti, che sulla croce, offrendo la propria vita, egli opera la riconciliazione e redime tutta l'umanità.

Essere uomini e donne di pace richiede di mettere da parte il proprio egocentrismo e il proprio orgoglio, per lasciare crescere quel Gesù che dimora in noi dal giorno del Battesimo e che ci invita continuamente a realizzare il suo progetto di amore.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 18, 2007 6:15 pm

      • Ascensione del Signore. 20 maggio 2007
[/size]
  • Dagli Atti degli Apostoli (1, 1-11)
    1]Nel mio primo libro ho gia trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio [2]fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. [3]Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. [4]Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: [5]Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni». [6]Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». [7]Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, [8]ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». [9]Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. [10]E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: [11]«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».



    Dalla lettera agli Ebrei (9, 24-28; 10, 19-23)
    [24]Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, [25]e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. [26]In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. [27]E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, [28]così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.
    19]Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, [20]per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; [21]avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, [22]accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. [23]Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso.



    Dal Vangelo secondo Luca (14, 46-53)
    [46]«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno [47]e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. [48]Di questo voi siete testimoni. [49]E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». [50]Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. [51]Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. [52]Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; [53]e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
      • Immagine
L'Ascensione del Signore lascia un po' di sconcerto tra i discepoli: stanno a guardare, come incantati, Gesù che sale a! cielo e ci vuole un Angelo per smuoverli da quella contemplazione attonita e sterile. Possiamo anche immaginare che in essi si sia fatto strada un senso di abbandono: il Signore se n'è andato, lasciandoli soli.

È lo stesso sconforto che proviamo noi quando ci sembra di essere abbandonati e non capiti da tutti, Dio compreso. Vengono opportuni, dunque, le ultime parole della seconda lettura, tratta dalla lettera agli Ebrei: "Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele Colui che ha promesso".

Con l'Ascensione Gesù non ha abbandonato i suoi. Semmai li responsabilizza, insieme a loro vuole Guidare la Chiesa, attraverso di loro vuole rendersi presente nel mondo. Gesù diversifica la sua presenza nell'oggi della Chiesa: attraverso i sacramenti continua a salvare il mondo, attraverso le nostre parole e i nostri gesti continua a proporre il messaggio del vangelo ed a amare il prossimo, soccorrendolo e guarendolo dalle infermità fisiche e spirituali.

Noi sappiamo che sono verissime le parole rivolte ai suoi discepoli: "Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo". Lo sentiamo e lo vediamo accanto a noi, insieme a noi, che opera e sostiene le nostre opere, che ci nutre in modo particolare attraverso la sua presenza nell'Eucaristia, che ci fa diventare popolo, aiutandoci ad eliminare le divisioni e le discordie. Non siamo orfani, siamo figli e fratelli teneramente amati.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » sab mag 26, 2007 8:18 am

      • Pentecoste. 27 maggio 2007
[/size]
  • Dagli atti degli Apostoli (2, 1-11)
    [1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. [2]Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. [3]Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4]ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. [5]Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. [6]Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. [7]Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? [8]E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? [9]Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, [10]della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, [11]Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».



    Dalla lettera di san Paolo Apostolo ai Romani (8, 8-17)
    [8]Fratelli, quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. [9]Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. [10]E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. [11]E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. [12]Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; [13]poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. [14]Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. [15]E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». [16]Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. [17]E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.



        • Sequenza
          Vieni, Santo Spirito,
          manda a noi dal cielo
          un raggio della tua luce.

          Vieni, padre dei poveri,
          vieni, datore dei doni,
          vieni, luce dei cuori.

          Consolatore perfetto,
          ospite dolce dell'anima,
          dolcissimo sollievo.

          Nella fatica, riposo,
          nella calura, riparo,
          nel pianto, conforto.

          O luce beatissima,
          invadi nell'intimo
          il cuore dei tuoi fedeli.

          Senza la tua forza,
          nulla è nell'uomo,
          nulla senza colpa.

          Lava ciò che è sordido,
          bagna ciò che è arido,
          sana ciò che sanguina.

          Piega ciò che è rigido,
          scalda ciò che è gelido,
          drizza ciò ch'è sviato.

          Dona ai tuoi fedeli
          che solo in te confidano
          i tuoi santi doni.

          Dona virtù e premio,
          dona morte santa,
          dona gioia eterna. Amen


    Dal Vangelo secondo Giovanni (4, 15-16; 23-26)
    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “[15]Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. [16]Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre.
    [23]Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. [24]Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. [25]Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. [26]Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
      • Immagine
Chissà se ci capita di pensare spesso allo Spirito Santo che abita in noi! Ogni mattina, appena svegli, dovremmo avere subito la consapevolezza di questa presenza. Lo Spirito Santo anima la nostra vita, dal giorno del Battesimo ci spinge a vivere ogni giorno da Figli di Dio. Tutto il nostro essere, anche il nostro corpo, partecipa di questa nuova vita nello Spirito.

Spesso noi rischiamo di dimenticare, forse per trascuratezza o superficialità di essere chiamati a vivere nello Spirito Santo, a comportarci come "santi e amati da Dio". Presi dalla frenesie delle corse quotidiane rischiamo di farci travolgere da un ritmo di vita che relega le cose importanti agli ultimi posti. Ecco perché è necessario pensare ogni mattina, prima di iniziare la nostra attività che siamo Figli di Dio, trasformati dallo Spirito Santo.

Forse riusciremmo a vivere un po' di più, nel corso della giornata, quei valori che ci permettono di lasciare un'impronta positiva nel mondo. Il frutto dello Spirito, come ci ricorda San Paolo, nella lettera ai Galati, è "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, fedeltà, mitezza, dominio di sé". Non sarebbe bello un mondo costruito su questi valori? E perché costa così tanto anche a noi, rinati nello spirito, metterli in pratica?

È tempo di collaborare di più con lo Spirito Santo, soprattutto permettendogli di entrare davvero nel nostro cuore, di prendere possesso della nostra vita. Di "scaldare ciò che è gelido e di bagnare ciò che è arido".
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 04, 2007 9:50 am

      • Solennità della Santissima Trinità. 3 giugno 2007
[/size]
  • Dal libro dei Proverbi (8, 22-31)
    [22]Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività,
    prima di ogni sua opera, fin d'allora.
    [23]Dall'eternità sono stata costituita,
    fin dal principio, dagli inizi della terra.
    [24]Quando non esistevano gli abissi, io fui generata;
    quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua;
    [25]prima che fossero fissate le basi dei monti,
    prima delle colline, io sono stata generata.
    [26]Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi,
    né le prime zolle del mondo;
    [27]quando egli fissava i cieli, io ero là;
    quando tracciava un cerchio sull'abisso;
    [28]quando condensava le nubi in alto,
    quando fissava le sorgenti dell'abisso;
    [29]quando stabiliva al mare i suoi limiti,
    sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia;
    quando disponeva le fondamenta della terra,
    [30]allora io ero con lui come architetto
    ed ero la sua delizia ogni giorno,
    dilettandomi davanti a lui in ogni istante;
    [31]dilettandomi sul globo terrestre,
    ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo.



    Dalla lettera di san Paolo ai Romani (5, 1-5)
    [1]Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; [2]per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. [3]E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata [4]e la virtù provata la speranza. [5]La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.



    Dal Vangelo secondo Giovanni (16, 12-15)
    [12]Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. [13]Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. [14]Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. [15]Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
      • Immagine
La solennità di oggi ci permette di lanciare uno sguardo fugace nelle profondità di Dio. Padre, Figlio, Spirito Santo: fin da piccoli siamo abituati a citarli nel segno della croce. E chissà quante volte avremo recitato il Gloria di riparazione quando abbiamo sentito qualche bestemmia.

Il Dio uno e Trino ci è dunque piuttosto familiare, anche se troviamo difficile spiegarlo. Riusciamo ad intuire, però, che non è un Dio solitario, che vuole bastare a se stesso, arido e indifferente. Il nostro Dio è un Dio che ama, che vive in sé stesso la comunione. E proprio perché Lui è così, noi siamo chiamati ad amarci ed ad essere uniti gli uni con gli altri.

Per poter essere veramente una efficace immagine di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo dobbiamo sforzarci di vivere in perfetta comunione. Un'unità profonda che si traduce in atteggiamenti concreti: chi dice di amare Dio non può odiare il suo fratello. Chi vuole costruire la comunione non può essere seminatore di discordia e zizzania.

Il Dio unico e trino ci provoca continuamente ad essere migliori, a curare sempre di più le nostre parole e i nostri gesti, a tenere sotto controllo con più rigore quella parte di noi che ci fa vedere nell'altro un avversario da combattere, magari solo perché contrasta il nostro egoismo e il nostro orgoglio.

Un Dio che ama ad ogni costo ci spinge ad andare oltre noi stessi, le nostre vedute e i nostri limiti, per essere segno di amore e di unità per tutto il genere umano. Non è facoltativo, questo, per un discepolo di Gesù. È obbligatorio!
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Liturgico 2006 - 2007

Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 11, 2007 10:04 am

      • Corpo e Sangue del Signore. 10 giugno 2007
[/size]
  • Dal Libro della Genesi (14, 18-20)
    [18]Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo [19]e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, [20]e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». Abram gli diede la decima di tutto.



    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1, 23-26)
    [23]Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane [24]e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». [25]Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». [26]Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.


        • Sequenza
          Ecco il pane degli angeli,
          pane dei pellegrini,
          vero pane dei figli:
          non dev'essere gettato.

          Con i simboli è annunziato,
          in Isacco dato a morte,
          nell'agnello della Pasqua,
          nella manna data ai padri.

          Buon pastore, vero pane,
          o Gesù, pietà di noi:
          nutrici e difendici,
          portaci ai beni eterni
          nella terra dei viventi.

          Tu che tutto sai e puoi,
          che ci nutri sulla terra,
          conduci i tuoi fratelli
          alla tavola del cielo
          nella gioia dei tuoi santi.


    Dal Vangelo secondo Luca (9, 11-17)
    [11]Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. [12]Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». [13]Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». [14]C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». [15]Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. [16]Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. [17]Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.
      • Immagine
Una folla di cinquemila uomini lascia stupiti gli apostoli. Come fare per sfamare quella moltitudine? Non possono certo bastare quei pochi pani e i due pesci. E allora che senso ha quella frase di Gesù "dategli voi stessi da mangiare"?

Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ha indubbiamente una prospettiva eucaristica: Dio colma la fame del suo popolo, e in modo sovrabbondante. Gesù anticipa così il dono più grande che potrà fare all'umanità: il suo Corpo e il suo Sangue offerti in sacrificio sulla croce. E oggi questa donazione si ripete in ogni luogo della terra nella celebrazione della messa. Nell'Eucaristia Gesù ci nutre con la sua Parola, così come ha fatto con le folle duemila anni fa, ci raduna accanto a sé facendoci sentire la bellezza dello stare insieme, uniti con Lui e tra di noi. Ci nutre con la sua "carne", così da ricevere forza e vigore perla nostra testimonianza quotidiana.

E poi Gesù resta con noi, nel tabernacolo, nel silenzio delle nostre chiese, per incontrarci a tu per tu, per consolarci, per guarirci, per confrontarsi con noi. Come sarebbe bello riscoprire la visita al Santissimo Sacramento come momento essenziale della nostra giornata! Ma come sarebbe ancora più bello riscoprire la gioia autentica della messa domenicale, vissuta con i nostri compagni di viaggio, con quella Comunità nella quale il Signore ci ha posti e che è uno dei suoi più grandi doni.

Tutti uniti attorno a Gesù: sarebbe una realtà che può cambiare la nostra vita la consapevolezza di questa comunione profonda con Colui che ci convoca per diventare, misteriosamente, suo Corpo.
  • don Roberto Pandolfi
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Bloccato
[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

Torna a “IL VANGELO DELLA SETTIMANA... l'evangelizzazione online”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti