Anno liturgico 2013 - 2014

Omelie di Monsignor Antonio Riboldi e altri commenti alla Parola, a cura di miriam bolfissimo
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Anno liturgico 2013 - 2014

Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 02, 2013 10:04 am

      • I domenica di Avvento. 1 dicembre 2013
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  • Dal libro del profeta Isaia 2, 1-5
Visione di Isaia, figlio di Amoz, riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.


  • Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13, 11-14
Fratelli, è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.


  • Dal vangelo secondo Matteo 24, 37-44
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà».




    • Ancora più impegnati
    Ogni uomo che viene alla luce si trova davanti a un mondo tutto da scrutare e da capire. Nei primi anni di vita il mondo è la famiglia, un mondo fatto di volti sorridenti e mani amorevoli, di suoni curiosi e di colori sorprendenti. Poi il mondo si ingrandisce, arricchendosi di persone e di cose: la vita si fa più complessa e aggrovigliata. Da adulti il mondo si mette nelle nostre mani chiedendo il contributo della responsabilità e dell’impegno. L’uomo è sempre di fronte a una realtà da leggere e interpretare. Non c’è un mondo buono e un mondo cattivo ma c’è il mondo! E a seconda del tempo va compreso e indirizzato.

    San Paolo, senza tanti orpelli, ci dice: «Consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno». A fronte di ciò che accade non bisogna stare con le mani in mano ma operare per cogliere le opportunità di bene e costruire il Regno di Dio. Ogni momento è quello buono e opportuno! Non bisogna aspettare il tempo a noi più congeniale… C’è da svegliarsi e mettersi al lavoro!

    Che cosa chiede di fare San Paolo di così straordinario? «Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno». Solo così: comportarsi onestamente, non solo in apparenza, ma effettivamente! Perché? Perché siamo in pieno giorno: cioè visibili agli occhi di Dio! Tutto ciò che facciamo non deve avere secondi fini. Non dobbiamo dimostrare niente a nessuno: quello che stiamo facendo è sempre sotto gli occhi di Dio! Per cui non c’è separazione tra il mondo reale e il mondo ideale: quello in cui viviamo è lo spazio della salvezza!

    Il motivo di un impegno maggiore del solito? «La nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti». Ogni anno che passa segna l’avvicinamento del Signore: che non ci trovi impreparati! Ancor più: che non avvenga che perdiamo le occasioni propizie nelle quali godere dell’amore di Dio! La fine del mondo è quando nella nostra vita si eclissa la presenza di Dio…
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 09, 2013 10:15 am

      • Immacolata Concezione. 8 dicembre 2013
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Dal libro della Genesi 3,9-15.20
Dopo che Adamo ebbe mangiato dall'albero, il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi.



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12
Fratelli, benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.



Dal vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.




    • Libertà al servizio di Dio
    Molti cristiani, vedendo coincidere la solennità dell'Immacolata con la II domenica d'Avvento, sono contenti perché significa una messa in meno a cui partecipare… i liturgisti, al contrario, sono scocciati perché la sovrapposizione interrompe il ritmo delle quattro domeniche in preparazione al Natale… discorsi meschini… La bellezza della liturgia sta nel fatto che accade nel ritmo del tempo e dice quello che deve dire dando al tempo stesso un significato! Domenica, quindi, celebriamo l'Immacolata: Maria concepita senza peccato originale. Donna totalmente aperta alla relazione con il Signore. Questo vuol dire essere immune dal peccato d'origine: non conoscere alcun tipo di obiezione alla volontà di Dio, non anteporre alcuna pretesa allo sviluppo del disegno salvifico di Dio…

    Ciò vuol dire assenza di fatica e di sacrificio? No, assolutamente! Anche Maria ha sentito la sfida dell'obbedienza: «Ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo». Essere senza peccato originale non vuol dire essere degli automi, ma sentire il dramma della libertà e decidersi con liberalità a favore della causa di Dio! Ogni giorno siamo chiamati a combattere contro l'inclinazione diabolica che ci insinua il dubbio sulla bontà delle proposte di Dio… il battesimo cancella il peccato originale perché ci immette nell'obbedienza di Cristo! Cristo si fa un tutt'uno con noi e ci suggerisce costantemente la risposta gradita al Padre…

    In questo meraviglioso gioco di libertà abbiamo pure le nostre carissime Suore che vivono i passaggi faticosi del loro "eccomi"… non detto una volta soltanto all'inizio della loro avventura nella vita religiosa, ma ogni qualvolta che la Madre chiede la disponibilità per un nuovo servizio. Così ci troviamo a salutare suor Silvia che in questi tre anni tanto ha fatto per la nostra comunità e ad accogliere con gioia e gratitudine Suor Elvira e Suor Gabriella che iniziano il loro ministero in parrocchia… Ad maiorem Dei gloriam!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 16, 2013 9:33 am

      • III domenica di Avvento. 15 dicembre 2013
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Dal primo del profeta Isaia 35,1-6a. 8a. 10
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà una strada appianata e la chiameranno "Via santa"; su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo;gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.



Dalla lettera di san Giacomo apostolo Gc 5, 7-10
Fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore.



Dal vangelo secondo Matteo Mt 11, 2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.




    • Affannarsi per ciò che vale
    Quanto affannarci per niente… si corre, si fatica, si sbatte… ma per che cosa? Crediamo davvero che Dio ci abbia creato per farci trottare tutta la vita come pazzi per poi, ad un certo punto, ritirarci più o meno miseramente dalla scena? Mi sembra di poter dire che non c'è nulla di ciò che vediamo e di ciò che tocchiamo che debba essere considerato il fine della vita! Si può essere stati le persone più buone e più significative del mondo eppure non avere agli occhi di Dio la considerazione che immaginiamo…

    È un pensiero che mi è venuto leggendo questa frase del Vangelo che ascoltiamo oggi «Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». Grande uomo Giovanni il Battista, riconosciuto con schiettezza e oggettività anche da Gesù… con la sua radicalità e la sua coerenza aveva radunato attorno a sé un nutrito numero di persone… eppure la sua grandezza non è legata ai suoi risultati ma alla considerazione di Dio nei suoi riguardi!

    Il mio è un invito alla passività e all'ignavia? Assolutamente no! Il tempo che ci è dato va vissuto al massimo e con un impegno superlativo! Ma per ciò che davvero vale! Guai a noi affannarci per avere qualcosa in più… guai a noi affannarci per essere i primi… guai a noi affannarci per far carriera… L'unico affanno sensato deve essere a favore dell'amore! Come sarebbe bello se tutti ci affannassimo di più per dare più ascolto alla Parola Dio… se tutti ci affannassimo di più per vivere più tempo in famiglia… se tutti ci affannassimo di più per trovare tempo per un po' di volontariato… «Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge»: ogni affanno sia funzionale alla raccolta finale... Se facciamo di tutto per raccogliere solo nel momento presente rischiamo di presentarci a mani vuote…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 23, 2013 9:05 am

      • IV domenica di Avvento. 22 dicembre 2013
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Dal libro del profeta Isaia 7, 10-14
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 1-7
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!



Dal Vangelo secondo Matteo 1, 18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.




    • Rispondere a Dio che chiama
    L'annuncio della nascita del Figlio di Dio è narrato differentemente dagli evangelisti: Luca lo racconta attraverso l'incontro tra l'arcangelo Gabriele e Maria, mentre Matteo lo racconta attraverso il dialogo tra un angelo e Giuseppe dentro la cornice di un sogno. Fatto sta che ci sono sempre in gioco un angelo - rappresentante di Dio presso l'uomo - e una persona: Dio e uomo che si ascoltano e dialogano. La storia della salvezza ha a che fare con l'irruzione di Dio dentro la vita di persone concrete che, seppure frastornate dalla proposta divina, non pongono limiti all'obbedienza.

    Sì, obbedienza! Non ovvietà… Rispondere di sì allo stravolgente piano di Dio non è per nulla cosa scontata! È ribaltare le proprie prospettive, affrontare l'incomprensione dei fratelli, imbarcarsi in un'avventura dove le sicurezze e i punti fermi non si sa nemmeno che cosa siano… Nel racconto dell'evangelista Matteo non c'è parola alcuna da parte di Giuseppe, parla sempre e solo l'angelo! Provo ad immaginare i sentimenti di quell'uomo, investito di così grande missione… silenzioso «fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore»! Che spettacolo! Avvicinandosi il Natale la liturgia ci sta addosso con il fiato sul collo e ci obbliga ad avvertire che anche per noi avviene la stessa cosa! Dio ci viene incontro e ci chiede disponibilità e obbedienza! È inutile che continuiamo a valutare se aderire al Signore vale la pena o no…

    La proposta è chiara: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria» . Siamo chiamati a prendere con noi la Chiesa, la sposa che ha in grembo il Figlio… La Chiesa ci è affidata da Dio come la vergine che concepisce e da alla luce il Figlio! Non è possibile trovare Gesù al di fuori di essa… così come non è possibile reperire il Figlio di Dio al di fuori di Maria! Nel grembo di Maria… nel grembo della Chiesa il Padre ha «fatto scendere la sua ombra»… Extra ecclesiam nulla salus…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 30, 2013 10:28 am

      • Santa Famiglia. 29 dicembre 2013
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Dal libro di Siracide 3, 2-6. 12-14
Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati; chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi riverisce il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 12-21
Fratelli, rivestitevi, come eletti di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.



Dal vangelo secondo Matteo 2, 13-15. 19-23
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».




    • Famiglia luogo teologico
    Perché Dio ha voluto mettere assieme a Maria Giuseppe? Non ce n'era bisogno! Il Figlio sarebbe nato a prescindere… Se lo scopo era unicamente l'Incarnazione di Dio, la famiglia era assolutamente indifferente! Non è stato così. Dio ha scelto di nascere, crescere e vivere dentro una relazione stabile di un uomo e di una donna: quel legame era necessario alla comprensione dell'AMORE. Mi convinco sempre più che la famiglia non è un'invenzione dell'uomo: è, invece, una vera e propria strategia attraverso la quale Dio da all'uomo la possibilità di riconoscerLo. La famiglia, per dirla in maniera sintetica, è un "luogo teologico": è, cioè, un ambito preciso nel quale Dio sceglie di rivelarsi.

    La famiglia in questo senso non è una realtà legata a semplici sentimenti che si provano tra persone ma è una missione, una vocazione! È una chiamata a testimoniare, mediante la fedeltà dei coniugi e lo sforzo di trovare un linguaggio di comunione, il mistero di Dio trinità! Già l'ho detto in altre occasioni: è chiaro che la crisi della famiglia è un evidente sintomo dello smarrimento di fede: il diavolo, tenace oppositore di Dio, ha scelto di sconquassare questo ambito marcatamente umano per staccarci dall'amore di Dio! Quando un figlio fa l'esperienza della divisione dei genitori, per lui il volto di Dio diventa una conquista ben più faticosa che non per un figlio dentro un'esperienza, seppur impegnativa, di fedeltà. Si fa una grande retorica attorno al fatto che in famiglia si debba sempre respirare un clima di serenità e di armonia… la famiglia è il luogo della comunione tra persone segnate dal peccato: l'unica strada percorribile è quella della fedeltà e del perdono! Proprio perché Dio lo si trova in una strenua e affannosa ricerca, non è possibile pensare che la via della famiglia sia una passeggiata… chi è capace di tenacia vedrà e svelerà il volto di Dio…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar gen 07, 2014 9:49 am

      • II domenica dopo Natale. 5 gennaio 2014
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Dal libro del Siracide 24, 1-4. 8-12
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: "Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti". Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell'assemblea dei santi ho preso dimora».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1, 3-6. 15-18
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch'io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.



Dal vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.




    • Cristo è la verità
    Qualche giorno fa ho avuto occasione di parlare con una coppia che si diceva inorridita per essere entrata in una chiesa e aver trovato una scritta sull'ambone che affermava «Io sono la verità». Avendomi trovato piuttosto dialogante speravano di avere una mia reazione pure scandalizzata. Potete immaginare… Non si trattava di una trovata estrosa del prete di turno ma di una visibilizzazione solenne di una espressione evangelica: Gesù ha la pretesa di essere la pienezza della verità! Oggi si fa una fatica impressionante a sostenere questa pretesa se non accettando di passare per fondamentalisti… eppure, se dovessimo mettere in dubbio questo dogma crollerebbe ogni ragionevolezza dell'annuncio cristiano!

    Anche il prologo di Giovanni che leggiamo oggi ribadisce il concetto «la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo»: chi non crede che Cristo è la verità rimane irredento! Non c'è storia… Noi affermiamo che Cristo è la verità in forza della convinzione che egli è Dio. Dio è la pienezza della verità. Non ci sarebbe possibilità di accedere alla verità se non avessimo la mediazione della carne di Cristo. Continueremmo a dibattere fra di noi senza mai arrivare ad una conclusione convincente ed esaustiva… Dal momento in cui la verità non è pensiero ma corpo nessuno più può eccepire… se non negando l'evidenza degli occhi. A me pare che l'incarnazione sia davvero un punto nevralgico dell'evangelo: è il criterio attraverso il quale l'uomo esce dalla tenebra dell'errore ed entra nello splendore della luce! La vita diventa vera, piena di grazia! Nella luce di Cristo le zone d'ombra che generano contese e incomprensioni si illuminano e creano armonia e comunione. Non smettiamo di cercare Cristo: egli è la verità! «…la verità che ci farà liberi»! «Pieni di grazia e di verità»!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 13, 2014 9:27 am

      • Battesimo del Signore. 12 gennaio 2014
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Dal libro del profeta Isaia 42,1-4.6-7
Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».



Dagli Atti degli Apostoli 10,34-38
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».



Dal Vangelo secondo Matteo 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».




    • Il battesimo di Gesù e il battesimo in Gesù
    Niente ha a che fare il battesimo ricevuto da Gesù al fiume Giordano con quello che riceviamo noi oggi! Il battesimo di Giovanni era un rituale di carattere penitenziale: segnalava la decisione personale di intraprendere un itinerario di conversione a fronte di una condotta di vita difforme dalla Legge di Dio. Per questo il Battista, non appena si trova davanti Gesù, si rifiuta di battezzarlo… Gesù non ha bisogno di cambiare vita! Qui si colloca, credo, la novità del gesto compiuto da Gesù: la volontà di mettersi accanto ai peccatori! Farsi solidale con loro per sostenerli nella lotta contro il maligno!

    Gesù sa che ogni uomo esce da Dio e porta in sé la chiamata alla santità: egli vuole allearsi con l'uomo per sconfiggere il peccato che lo corrompe! Dirà Gesù «Io sono l'acqua viva che zampilla per la vita eterna»: il battesimo che noi riceviamo non è un battesimo d'acqua ma un battesimo «in Spirito santo e fuoco»! È un'immersione nell'Acqua viva che è Cristo! Significa che noi non ci battezziamo per metterci di buona lena a correggere i nostri vizi con la nostra forza ma per abbandonarci a Cristo unico salvatore dell'uomo! Il battesimo cristiano è una risposta alla proclamazione solenne del Padre che dal cielo dice «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento» . Riconosciamo che Gesù è il Figlio di Dio, colui nel quale il Padre si riconosce: solo seguendo Lui abbiamo la possibilità di vivere da veri figli e compiere appieno la nostra santificazione. Gesù cammina al nostro fianco, non ha paura del nostro peccato: vuole solo la nostra volontà di lasciarci amare… non perdiamo questa occasione così grande di salvezza!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 20, 2014 8:50 am

      • II domenica del Tempo Ordinario. 19 gennaio 2013
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Dal libro del profeta Isaia 49, 3. 5-6
Il Signore mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Il Signore che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele, — poiché ero stato stimato dal Signore e Dio era stato la mia forza — mi disse: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele. Io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 1-3
Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.



Dal vangelo secondo Giovanni 1, 29-34
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».




    Non lo conosciamo ancora…

    Mi è capitato con una certa frequenza in questi giorni di discutere con persone non credenti sulla questione di Dio e, devo dire, che aveva proprio ragione Norberto Bobbio quando diceva: “La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono”. Quando ci si trova a discutere con onestà intellettuale e non con pregiudizi ideologici sono di più i punti di accordo che quelli di disaccordo! Nonostante il piacere vero di ragionare e discutere su Dio, alla fine mi trovo a dovermi confrontare con la disarmante novità evangelica che pone al centro dell’attenzione non la logica razionale ed il pensiero ma la carne e la vita! Dio sceglie di non essere una questione da dibattere ma una persona da incontrare! Su questo fronte ogni disquisizione si arena e perde tutta la sua onda d’urto…

    Nel Vangelo leggiamo che Giovanni Battista, incaricato di preparare la strada al Messia, per due volte si trova ad affermare “Non lo conoscevo”. Era il cugino… come faceva a non conoscerlo? Ovvio che qui si parla di una conoscenza più profonda del mistero di Gesù! Una conoscenza che può avvenire solo grazie ad un vedere progressivo: Gesù, come tutti gli uomini di questo mondo, è conoscibile solo dentro una relazione permanente! Il Battista arriva a conoscere Gesù intimamente solo nel momento in cui contempla «lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui». Da questa esperienza può dire «Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Sulla testimonianza di Giovanni i primi due discepoli hanno deciso di provare a capire chi fosse veramente Gesù… anche loro “hanno visto e hanno testimoniato”… Così altri in forza della loro testimonianza si sono messi dietro a Gesù per capire… ora tocca a noi!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 27, 2014 10:11 am

      • III domenica del Tempo Ordinario. 26 gennaio 2014
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Dal libro del profeta Isaia 8,23 - 9,3
In passato il Signore umiliò la terra di Zabulon e la terra di Neftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e il territorio dei Gentili. Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché tu, come al tempo di Madian, hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra che gravava le sue spalle e il bastone del suo aguzzino.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1,10-13. 17
Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.



Dal vangelo secondo Matteo 4, 12-23
Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: "Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata". Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.




    • Punti di vista diversi
    Fintanto che non si prova ad essere nel buio più pesto non credo si riesca a capire che valore spropositato abbia la luce... «Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce»: posso immaginare che cosa abbia provato il popolo d'Israele nel mo-mento in cui ha ottenuto la liberazione dalla schiavitù d'Egitto... posso immaginare Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni che cosa li abbia spinti a lasciare tutto per seguire Gesù... e noi, a fronte della luce sfolgorante del Natale, abbiamo riconosciuto la grazia della visita di Dio?

    Quando la luce di Dio brilla nella vita dell'uomo, questi abbandona il passato, esce dalle sue schiavitù, strappa con le vecchie abitudini ed entra in una nuova vita. Basta prendere in considerazione gli atteggiamenti dei primi discepoli in forza della chiamata di Gesù per cogliere come i legami della mera sussistenza e degli affetti si allentano per un progetto di più ampio respiro... Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni non smettono di lavorare e di amare il loro padre ma inaugurano una modalità nuova di lavorare ed amare: tutta la vita prende luce in forza della sequela dietro a Cristo!

    Qui mi sembra di vedere il passaggio cruciale della fede: non distacco fondamentalista dal mondo come se fosse il male da rifuggire ma ridefinizione della sua strumentalità rispetto al compimento della vita come esperienza d'amore filiale nei confronti di Dio riconosciuto come Padre! I discepoli hanno capito che seguendo Gesù non si sarebbero staccati dal mondo ma avrebbero dato al mondo, e quindi alla loro vita, un senso diverso! «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini»: Gesù non chiede di smettere di pescare ma di dare una finalità diversa al pescare! Non più i pesci, ma gli uomini! Non il bisogno e la sussistenza al primo posto ma l'amore! Quando fa irruzione nella vita questa Luce tutto cambia radicalmente... provare per credere...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven gen 31, 2014 8:51 am

      • Presentazione del Signore. 2 febbraio 2014
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Dal libro del profeta Malachia 3,1-4
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l'argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia. Allora l'offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».



Dalla lettera agli Ebrei 2,14-18
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Dal vangelo secondo Luca 2,22-40
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l'anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.




    • Festa della presentazione
    Il due febbraio, la liturgia della Chiesa celebra la Presentazione di Gesù al Tempio. Generalmente cade nei giorni feriali, per questo scivola via come un mistero della vita di Gesù poco importante… In realtà, offre una serie di contenuti per nulla marginali. Anzitutto la figura di Simeone: sacerdote del Tempio che ha l’onore di prendere tra le braccia il Messia atteso da generazioni. Il suo cuore si scoglie in quella mirabile preghiera che la Chiesa recita ogni sera nella compieta «Ora lascia che il tuo servo vada in pace perché i miei occhi hanno visto la salvezza»: l’incontro con Dio genera una pienezza tale che tutte le cose del mondo diventano secondarie e ininfluenti! Che bello se anche noi, dopo aver preso tra le braccia il bambino in questo natale appena passato, potessimo dire con lo stesso fervore di avere ormai la salvezza tra le mani…

    Poi la figura di Maria, la madre di Gesù: l’evangelista Luca ama presentarcela come una donna attenta e profonda, intimamente partecipe del destino del figlio, sempre pronta a leggere fra le righe l’avveramento delle parole dell’angelo in occasione dell’annunciazione. Maria è invitata a contemplare nel Figlio le grandi cose che il Padre ha in serbo per Lui ed insieme deve prepararsi alla sofferenza e al dolore… perché l’amore non è mai a basso costo «una spada ti trafiggerà l’anima»…

    Infine, la scelta di Dio di calarsi dentro la storia d’Israele celebrando il rito memoriale della liberazione dalla schiavitù d’Egitto dove i figli primogeniti degli Ebrei scamparono allo sterminio… tutti i primogeniti degli ebrei scamparono grazie al sangue dell’agnello… ma il Figlio unigenito del Padre non scamperà alla violenza del male… Non c’è nessuno che si sacrifica al suo posto! Egli è l’Agnello immolato venuto per salvare l’umanità intera «luce per illuminare le genti»… Questa mattina in parrocchia accoglieremo pure tutti i battezzati nell’anno: possano le nostre mani, come quelle di Simeone, alzarsi in alto e benedire Dio per il dono meraviglioso della vita!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven feb 07, 2014 9:44 am

      • V domenica del Tempo Ordinario. 9 febbraio 2014
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Dal libro del profeta Isaia 58, 7-10
Così dice il Signore: «Non consiste forse [il digiuno che voglio] nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!". Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 2, 1-5
Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 5, 13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».




    • Il sapore cristiano: Cristo!
    Quanti incontri che facciamo! In preparazione ai sacramenti, a sostegno della famiglia, a supporto del discernimento... un fiume di parole che, spesso e volentieri, annega il protagonista vero di ogni iniziativa ecclesiale... Che meraviglia san Paolo quando dice «Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso»: tutto è semplificato e portato all’essenziale! Quante volte mi chiedo se, come Chiesa, stiamo percorrendo una strada giusta... tanti discorsi ma poco Gesù! Mi accorgo come, negli incontri a tu per tu, le persone si scaldano solo quando li si tocca su questioni immediate... se si parla di Gesù regna la più totale apatia e indifferenza...

    Eppure Gesù davvero è tutto! È il sapore della vita cristiana! Ci dice il vangelo di oggi: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?». Chiarissimo il messaggio: i cristiani sono tali e danno qualcosa alla storia solo se “sanno” di Cristo... altrimenti non hanno proprio nulla di originale rispetto agli altri! Se cerchiamo semplicemente di convergere su qualcosa di condiviso abbiamo sbagliato completamente strada! Gesù è un paradosso e tale vuole rimanere!

    Ho l’impressione che si continui a guardare fuori la comunità quasi pensando che siano gli altri ad aver bisogno di cambiare vita! Siamo noi che dobbiamo convertirci e rivestirci di Cristo! Siamo noi che abbiamo bisogno di riempirci di Lui! L’unica cosa sensata che possiamo dire è il suo Nome! Che rabbia quando il cristianesimo è ridotto ad un codice comportamentale... essere cristiani non vuol dire fare le brave persone, comportarsi bene, essere educati, non fare del male, ecc... Essere cristiani significa avvertire un amore talmente grande da parte di Gesù nei nostri confronti da commuoverci e desiderare vivere al suo seguito... ricalcando poi nella nostra vita i suoi medesimi sentimenti e le sue stesse azioni! Non per essere bravi ma per diventare discepoli, giorno per giorno... e salvare la vita... Meravigliosa avventura...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven feb 14, 2014 10:55 am

      • VI domenica del Tempo Ordinario. 16 febbraio 2014
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Dal libro del Siracide 15, 15-20
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Cor 2, 6-10
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l'ha conosciuta; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 5, 17-37
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! [Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. [Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».]




    • La radice della Legge
    Nel ginepraio di indirizzi e proposte che ci arrivano all’orecchio dal megafono del mondo è davvero difficile capire quali scelte operare! Uno dice una cosa, l’altro il contrario... e tutti “autorevolmente”! Mi sembra che si stia togliendo progressivamente la terra sotto i piedi... prima o poi si rovinerà dentro il baratro della menzogna... Non è un’accusa verso nessuno. È solo un disagio che avverto nel mio cuore: mi trovo a dover discernere continuamente il vero bene dal bene illusorio e non sempre mi è tutto chiaro...

    Definirei così il dissidio dentro il quale le coscienze di oggi si trovano: individuare la strada sicura dalla strada semplicemente allettante. Dentro l’amalgama problematica di possibilità a cui siamo condannati ritengo più che mai necessario ed opportuno trovare dei punti fermi! I punti fermi, ovviamente, non li possiamo reperire dentro di noi ma fuori. Gesù si pone come il discrimine della verità! Una verità, tra l’altro, non estemporanea ma ben radicata dentro una storia: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento» . A volte si sente dire che non ci sono più verità oggettive: ognuno può fare le sue considerazioni e scegliere liberamente che cosa è bene e cosa è male secondo la propria coscienza... quello che i padri ci hanno insegnato è roba d’altri tempi, di gran lunga superata...

    Gesù non accetta questa ideologia “nuovista” che cancella pacificamente il passato e lo archivia come retrogrado e stantio! Gesù si colloca dentro il solco della tradizione e della sapienza umana ed invita a cercare le ragioni ancestrali che hanno motivato la definizione di determinate leggi e prescrizioni! Gesù supera la legge nel senso che va alla radice della stessa e fornisce le ragioni per una osservanza della legge nella libertà e non nella costrizione! Se non siamo in grado di cogliere il senso e la ragione del bene non esitiamo ad attenerci ad una stretta osservanza della legge... nel dubbio e nel cos dell’oggi, meglio obbedire ciecamente piuttosto che perdersi stoltamente...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven feb 21, 2014 3:45 pm

      • VII domenica del Tempo Ordinario. 23 febbraio 2014
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Dal libro del Levitico 19, 1-2. 17-18
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore"».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 3, 16-23
Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani». Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 5, 38-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».




    • Per nulla sensato
    Penso di scriverlo ogni volta in cui mi imbatto in queste pagine della Scrittura, ma, davvero, sento tutto lo stupore e la meraviglia nel considerare il ribaltamento di prospettive che Gesù propone rispetto al pensare mondano di cui siamo naturalmente connotati. La considerazione di san Paolo è quanto mai azzeccata: «Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio». Vorrei tanto che riemergesse nella coscienza cristiana l’irriducibilità del Vangelo al buon senso: Gesù non propone nella maniera più assoluta di percorrere una strada ovvia e scontata! Il bene a cui ci sprona è ben oltre il giusto e l’accettabile: Gesù chiama ad una radicalità tale da stravolgere in radice ogni opportunità e ogni logicità!

    Mi scandalizza l’annuncio del Vangelo alla stregua del bel fervorino e della benevola esortazione ad “essere bravi”! Nel discorso della montagna che l’evangelista Matteo ci propone Gesù, senza fronzoli, detta l’identikit del discepolo «Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra… amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». Sfido chiunque a trovare “giuste” queste richieste di Gesù… non sono per niente giuste nel momento in cui le consideriamo secondo i termini con i quali solitamente valutiamo la realtà! Non c’è storia: se vogliamo essere discepoli di Gesù dobbiamo “svestirci di noi stessi” e “indossare l’abito nuovo” del Vangelo!

    Che piaccia o no, questo è il criterio attraverso il quale valutare la nostra appartenenza a Cristo! È ovvio che è necessaria una conversione permanente… perché, mai e poi mai, ci diventerà naturale comportarci in questa maniera… ma l’impegno a realizzare il sogno di Gesù sarà il distintivo di chi è discepolo da chi non lo è… Accogliamo questo “estremismo”: troveremo l’altrettanta “gioia estrema” nell’essere un giorno riconosciuti Figli di Dio…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven feb 28, 2014 10:55 am

      • VIII domenica del Tempo Ordinario. 2 marzo 2014
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Dal libro del profeta Isaia 49, 14-15
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 4, 1-5
Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.



Dal vangelo secondo Matteo 6, 24-34
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».




    • Pagani o cristiani?
    Ma siamo sicuri che il brano di vangelo che oggi ascoltiamo in Chiesa non sia una interpolazione moderna? Ovviamente è una battuta... è solo per dire quanto trovi attualissime le considerazioni di Gesù! Sono evidenziate in maniera speculare le storture a cui l'uomo di sempre è sottoposto nei settori più quotidiani e feriali che definiscono la sua vita: il mangiare, il bere e il vestire.... tutto a causa del male dei mali che è l'idolatria!

    Il mangiare. Siamo in un momento di crisi e mai come in questo tempo proliferano i programmi televisivi che hanno la cucina al centro! È la paura di morire... bisogna mangiare... e se non si mangia in una certa maniera non si è soddisfatti! È una sorta di ribaltamento della realtà: non il mangiare per vivere ma il vivere per mangiare...

    Il bere. Vino, cocktail, superalcolici... non c'è festa se non si annega nell'eccesso e nell'abuso dell'alcool... fa sentire meno insicuri... si può parlare un po' a vanvera e giustificarsi... Le relazioni - che dovrebbero essere lo scopo di ogni incontro di festa - diventano parodie di persone barcollanti e insensate...

    Il vestire. Quante preoccupazioni assillano persone di ogni genere, fin dalla tenera età, per essere alla moda e non subire sguardi di compassione da parte di amici e conoscenti... Terrorizzati per non apparire all'altezza, per non essere considerati poco trendy... Bambine che squadrano dall'alto al basso le proprie compagne stabilendo con chi stringere amicizie e con chi no...

    Gesù dice chiaramente «Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani». Mi chiedo: siamo cristiani o siamo pagani? Le devianze sopra descritte riguardano solo i non credenti o anche molti di noi? «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro». Chi ha orecchi per intendere, intenda...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 07, 2014 9:54 am

      • I domenica di Quaresima. 9 marzo 2014
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Dal libro della Genesi 2, 7-9; 3, 1-7
Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete» . Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5, 12-19
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.



Dal vangelo secondo Matteo 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto"». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servirono.




    • Armiamoci per il combattimento
    Abbiamo intrapreso il nostro cammino verso la Pasqua. La liturgia chiama questo tempo "Quaresima", ad indicare i quaranta giorni che la compongono. Facciamo fatica ad accettare un periodo nel quale spegnere i riflettori della festa e tentare una vita più dimessa nell'alveo della riflessione... Ci sembra quasi innaturale, artefatto, l'atteggiamento austero quaresimale... eppure è necessario all'economia della nostra crescita spirituale! Per superare una deriva troppo malinconica della Quaresima invito a considerare queste parole di san Paolo: «se per la caduta di uno solo tutti morirono; molto di più la grazia di Dio; e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo; si sono riversati in abbondanza sii tutti». Ci è richiesto impegno e lotta ma subito ci è assicurato che la grazia della salvezza è riversata in forza della vittoria di Cristo!

    Vuol dire che tutto il darci da fare quaresimale non è tanto per realizzare qualcosa ma per rimuovere gli ostacoli che il nemico, a volte con il nostro contributo a volte con quello dei nostri fratelli, frappone tra il nostro cuore e la grazia di Dio! La ricezione della grazia attiene totalmente alla nostra libertà! Dio elargisce a piene mani il suo amore ma solo se apriamo i nostri cuori esso ci può inondare! Invito, pertanto, ognuno di noi a darci da fare per raccoglierci dalla dispersione nella quale la vita spesso ci induce per scandagliare il nostro cuore e cogliere gli elementi che ancora fanno da tappo alla ricezione della grazia di Dio. Conoscere le nostre negligenze e i nostri peccati è essenziale per tentare un emendamento...

    Una volta individuati gli aspetti più devianti del nostro comportamento occorre decidersi in maniera ferma nella volontà per combattere contro! Non si pensi ad un esito scontato: il male ad entrare fa subito, ma ad uscire stenta! Usiamo degli strumenti che la tradizione ci ha trasmesso: preghiera, digiuno ed elemosina! Nella disciplina dell'anima non c'è modernità che tenga! Combattiamo strenuamente, fratelli e sorelle cari..
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 14, 2014 9:35 am

      • II domenica di Quaresima. 16 marzo 2014
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Dal libro della Genesi 12, 1-4a
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.



Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 1, 8b-10
Carissimo, soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo.



Dal vangelo secondo Matteo 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».




    • Il bene non è il benessere
    «Vattene dalla tua terra»: un imperativo categorico che non ammette repliche quello che JHWH rivolge ad Abramo completamente ignaro del soggetto che lo sta interpellando! Che ragionevolezza può avere una risposta affermativa di Abramo? Tutti, se dovessimo trovarci davanti ad una proposta di questo genere, desidereremmo avere delle credenziali circa il progetto di massima... Abramo non esita: parte! Lascia tutto e va nella direzione che Dio gli ha suggerito!

    Secondo me, Abramo ha accettato la proposta di JHWH perché, tutto sommato, la condizione in cui si trovava non doveva essere così comoda e confortevole da motivare un'obiezione di fondo... male per male... Quando un uomo è conscio dei propri potenziali e constata l'indigenza in cui versa, ogni strada nuova risulta promettente! Possiamo vederci dentro una chiave interpretativa di ispirazione quaresimale... Ognuno di noi si decide seriamente per Cristo solo se, verificatosi nel profondo, prende coscienza della propria indigenza spirituale e sente la necessità di uscire dalla condizione di schiavitù nella quale si sente schiacciato...

    Il cammino penitenziale che la Chiesa ci propone ha a che fare con una proposta chiara e impegnativa di abbandono! Dobbiamo lasciare "la nostra terra" fatta di false sicurezze e di vantaggi effimeri! Dobbiamo privarci di tante abitudini e dipendenze a cui abbiamo attaccato il cuore e di cui siamo diventati schiavi! Questa logica penitenziale è propria di ogni cammino di fede..., non si può pacificamente accettare compromessi con gli idoli della comodità e del benessere...e dirci discepoli! È lo stesso annuncio che deriva dal vangelo della Trasfigurazione: gli Apostoli vorrebbero stare sul monte con Gesù in quel benessere che li estranea dal mondo... Gesù invece li vuole in piedi e in cammino dietro la Croce... disposti a dare la vita a tutti i costi... Dobbiamo mettercelo bene in testa: il bene non è il benessere!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 21, 2014 2:45 pm

      • III domenica di Quaresima. 23 marzo 2014
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Dal libro dell'Esodo 17, 3-7
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5, 1-2. 5-8
Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.



Dal vangelo secondo Giovanni 4, 5-42
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?» , o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» . E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».




    • L'acqua che disseta per sempre
    Le domeniche terza, quarta e quinta dell'anno A sono un vero e proprio capolavoro in ordine all'evangelizzazione perché, attraverso i tre vangeli della Samaritana, del Cieco nato e della Risurrezione di Lazzaro, si mettono in evidenza i segni salvifici che scaturiscono dal mistero pasquale: il battesimo, la fede e la vita eterna. Praticamente, attraverso il cammino quaresimale, siamo introdotti nella salvezza che Gesù ha realizzato e realizza nel suo mistero pasquale di morte e risurrezione. Non per niente, fin dalle sue origini, la Chiesa in queste domeniche vive i cosiddetti Scrutini, nei quali i candidati ai Sacramenti dell'Iniziazione progressivamente prendono coscienza della Grazia che stanno per ricevere. Anche per noi, domenica, il gruppo Emmaus sarà chiamato a fare suo l'annuncio della liberazione dal male in forza dell'acqua del battesimo: preghiamo perché questi ragazzi, in forza della fede dei genitori e della Comunità, possano fare davvero esperienza della salvezza che viene loro promessa...

    Il Vangelo della Samaritana è di una bellezza indescrivibile... voglio solo sottolineare l'espressione che Gesù rivolge alla Samaritana «Dammi da bere»: è commuovente come Dio si immedesimi così intimamente alla "sete" dell'umanità... Gesù sembra impersonare il popolo d'Israele che cammina nel deserto e grida verso Dio la propria arsura... In realtà, è Dio stesso che dopo aver dissetato il popolo facendo scaturire acqua dalla roccia, assetato d'amore, fa la medesima richiesta accorata all'uomo! Alla richiesta d'acqua Dio è intervenuto e ha fatto scaturire acqua dalla roccia in pieno deserto... alla richiesta d'acqua di Gesù sulla croce l'uomo è stato capace solo di un sorso d'aceto imbevuto in una spugna... Solo una Samaritana, una eretica e peccatrice, è stata capace di ascolto e attenzione... Non ci ha perso nulla! Anzi ha bevuto un'acqua che disseta per la vita eterna! Quando si ha il coraggio di dare a Dio... quali miracoli si sperimentano!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mar 28, 2014 10:44 am

      • IV domenica di Quaresima. 30 marzo 2014
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Dal primo libro di Samuele 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando Iesse e i suoi figli gli furono davanti, egli osservò Eliab e disse: «È forse davanti al Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore». Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi.



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 5, 8-14
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: «Svegliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà».



Dal vangelo secondo Giovanni 9, 1-41
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Siloe (che significa "Inviato")». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui» ; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Siloe e lavati!". Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so». Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane».




    • Tutti ciechi bisognosi di Gesù sia la Luce
    Gesù compie un miracolo strepitoso: dona la vista ad un uomo, cieco dalla nascita! Nessuno mai aveva compito un gesto di potenza così eclatante! Ne nasce una animata discussione: chi è Gesù per compiere tali opere? C’è chi dice che viene da Dio, c’è chi dice che è un eretico, c’è chi pensa sia un manipolatore, c’è chi dice che è un santo… Di fronte ad un miracolo nascono interrogativi e si cercano risposte!

    Questa è la dinamica propria della fede! La fede non è credere o no nell’esistenza di Dio… ma constatare le grandi cose di cui siamo fruitori e chiederci chi le compie e perché le compie! Dio è sempre all’opera: ogni giorno mostra le sue meraviglie a nostro servizio! Ogni giorno qualcuno loda e ringrazia il Signore per quanto riceve e qualcuno attribuisce a sé ogni fatto ed esperienza… L’evangelista Giovanni dice che «Dio nessuno lo ha mai visto»: significa che ogni uomo nasce cieco… Dio è un illustre conosciuto per ogni cucciolo d’uomo che appare sulla scena del mondo! Gesù è Colui che, spalmando del «fango impastato con la saliva» - simboli dei sacramenti -, apre gli occhi al riconoscimento del volto di Dio! Tutti noi siamo dei ciechi nati miracolati da Gesù! Senza di Lui, Dio sarebbe per noi una parola vuota, una realtà oscura e irraggiungibile!

    Per questo Paolo può dire a ragione nella sua lettera agli Efesini «Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore»: sì, dalle tenebre dell’ignoranza siamo stati inseriti nello splendore della sapienza! È un privilegio di cui poco ci rendiamo conto: conoscere e amare l’artefice della vita, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo… In Chiesa parrocchiale, oggi, i candidati a ricevere i sacramenti della Cresima e della Comunione nel prossimo 7 giugno, vivranno il secondo scrutinio: per loro chiederemo si aprano gli occhi e siano in grado di riconoscere il Signore vivo ed operante nella loro vita! Sarà un progressivo venire alla luce, sorretto anche dalla preghiera e dalla testimonianza della Comunità: non manchiamo a questo compito prezioso!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 04, 2014 11:04 am

      • V domenica di Quaresima. 6 aprile 2014
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Dal libro del profeta Ezechiele 37, 12-14
Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 8-11
Fratelli, quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.



Dal vangelo secondo Giovanni 11, 1-45
In quel tempo, era malato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betania distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dài ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.




    • Gesù dà di più di quello che speriamo
    Gesù è l’acqua viva che disseta per sempre… Gesù è la luce che da un nuovo sguardo sulla realtà… Gesù è la vita che vince ogni morte! In queste ultime tre domeniche ci è anticipata tutta la bellezza del mistero pasquale: Gesù è colui che cerchiamo, colui di cui abbiamo bisogno per vivere… «senza di lui non possiamo fare nulla»! Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, sanno bene che Gesù è il Signore: nel momento in cui il fratello si ammala lo interpellano prontamente e lo pregano perché venga presto e lo guarisca… Confidano nella sua onnipotenza divina! Sanno che da sole non possono nulla contro il potere del male e della morte…

    Ci riconosciamo in queste due donne: anche noi nel momento del bisogno siamo soliti interpellare il Signore perché ci soccorra… Avviene una cosa strana: quando Gesù viene a sapere che l’amico Lazzaro è ammalato, invece di affrettare la sua visita, decide di fermarsi qualche giorno in più a Gerusalemme… Lazzaro muore. Marta è indignata per il ritardo di Gesù «Se fossi stato qui, Lazzaro non sarebbe morto». Anche noi ce la prendiamo con Dio perché non fa esattamente quello che gli chiediamo… Gesù, in realtà, sapeva benissimo che cosa stava facendo… ai suoi discepoli aveva confidato «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio»: troppo scontata la guarigione dalla malattia… Gesù non è venuto per assicurarci la pelle ma per liberarci dalla paura della morte!

    La scena che descrive Gesù davanti al sepolcro è davvero maestosa: tutti nicchiano sulla reale possibilità che il Maestro possa liberare dai lacci della morte l’amico Lazzaro… il clima di incredulità si taglia a fette… Gesù, al contrario, è di una sicurezza granitica perché conosce il volere di Dio… «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto»… Chi è vero discepolo di Gesù non teme… sa che la vita è nelle sue mani… il nemico nulla mai potrà sulla potenza di Gesù! Ci crediamo?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 11, 2014 7:59 am

      • Domenica delle Palme. 13 aprile 2014
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Dal libro del profeta Isaia 50,4-7
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.



Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo 26,14-27,66
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.

Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»

Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio». E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina».

Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione. I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni». Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?».

Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire». Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo». Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E uscito all'aperto, pianse amaramente.

Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?» . Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile (disse) di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

Il giorno dopo, che era quello successivo alla Parascève, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete». Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.




    • Il prezzo della redenzione
    Dentro di nuovo con la testa e con il cuore nei passaggi cruciali della redenzione operata dentro il mistero pasquale di morte e risurrezione da Gesù! Ogni anno la liturgia induce la serietà e la consistenza di un evento che non è per nulla da considerare vagamente "spirituale" ma assolutamente carnale! La passione, morte e risurrezione di Gesù sono un evento che ci interpella e ci obbliga a prendere posizione: c'entra con la nostra vita o no? E vero, tanti manco più considerano il triduo pasquale una tappa fondamentale della vita credente - si ritengono molto più centrali le celebrazioni dei sacramenti (spesso e volentieri autolatrie inaccettabili) - ma tanti, ancora più pericolosamente, vivono le liturgie pasquali senza riconoscerne minimamente l'intima istanza di radicale conversione! Ciò che succede a Gesù non è colpa degli altri, di chi era suo contemporaneo... ma nostra!

    Gesù è vivo e ancora oggi muore per noi! La morte di Cristo ha ancora a che fare con le nostre scelte e la sua risurrezione ha ancora a che fare con la paziente misericordia di Dio che reitera il suo amore per l'uomo nonostante i suoi molteplici tradimenti... La processione delle palme è un coacervo di sentimenti opposti e contrastanti... da rabbrividire: da una parte c'è la gioia di chi riconosce Gesù come il Messia, dall'altra c'è la spietatezza di chi subdolamente scruta gli avvenimenti e nel cuore cova già la determinazione a togliere di mezzo la verità nel momento in cui si presenta scomoda e fastidiosa...

    Sono i sentimenti di ognuno di noi... mi rattrista da morire sapere il mio cuore così... non poterci far nulla per guarirlo da una malattia tanto infestante... «Quello che bacerò> è lui, arrestatelo!», non è forse così la dinamica della festa delle palme? Non siamo a baciare e far festa a Colui che presto tradiremo e metteremo in croce? Non smettiamo di stupirci di come l'amore del Signore debba pagare un alto prezzo la nostra redenzione...peccatori salvati...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 17, 2014 11:25 am

      • Domenica di Pasqua. 20 aprile 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 10, 34a. 37-43
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.

oppure:

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 5, 6b-8
Fratelli, non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.





Dal vangelo secondo Giovanni 20, 1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

alla sera:

Dal vangelo secondo Luca 24, 13-35
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino» . Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.




    • …a cercare il Risorto…
    L’estate scorsa, con un gruppo della nostra parrocchia, abbiamo avuto la “fortuna” sfacciata di celebrare una Messa proprio sul santo Sepolcro… il luogo dove Gesù era stato deposto e dal quale è risuscitato… una grazia indescrivibile! Sembrava di essere anche a noi come i discepoli e le donne che al mattino presto andavano a vedere in che condizioni era il sepolcro… lo abbiamo trovato vuoto! Possiamo attestare che dove era stato sepolto, il corpo di Gesù non c’è più! Dove è finito? «L’hanno portato via?» o «è risorto?»… Il primo passaggio della fede è una domanda, non una risposta! Gesù non è banale da vivere una storia a lieto fine come una comune favola per bambini dove il cattivo muore e il buono trionfa! Gesù invita a cercarlo «tra i vivi e non tra i morti»…

    Esattamente: Gesù non risolve i problemi e le domande come se fosse un bigino delle questioni esistenzialmente scottanti… Gesù è Colui che risveglia il cuore e la mente: i discepoli si stupiscono nel momento in cui constatano l’assenza del suo corpo! È un crescendo di scoperte… fino al ricordo delle parole che il Maestro diceva loro raccontando della sua morte… Gesù interpella la libertà e chiede il gioco dell’amore… chi visita il sepolcro vede solo delle lastre di marmo dentro un anfratto adibito a cappella… niente di più… Si può rimanere tranquillamente indifferenti e distaccati! Per chi crede, l’esperienza dell’assenza si fa subito motivo di ricerca… i discepoli e le donne tornano al Cenacolo…dove due giorni prima avevano mangiato la Cena pasquale… Eccolo Gesù! È lì… «Pace a voi!» … Non facciamo così anche noi? Nel sepolcro vuoto abbiamo celebrato l’eucaristia…non era più vuoto! C’era Gesù… ci chiamava per nome… ci donava se stesso…. «Davvero Gesù è risorto come aveva promesso»! È una certezza… lo possiamo dire con cognizione di causa!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 28, 2014 7:57 am

      • Domenica della Divina Misericordia. 27 aprile 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47
I fratelli erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1, 3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.



Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.




    • Diventare increduli…
    Domenica della Divina misericordia: così volle che fosse intitolata la domenica dopo Pasqua l’ormai santo Giovanni Paolo II. Il primo dono del Risorto ai discepoli è lo Spirito santo: cioè l’intimità di Dio, la misericordia, l’amore per i peccatori! Così disse ai Dodici: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Se Gesù non fosse stato pieno di Spirito santo non avrebbe potuto perdonare così facilmente gli apostoli che lo avevano platealmente abbandonato, tradito e rinnegato! Invece, nessuna traccia di risentimento o rancore, neppure di rimprovero o di vendetta… solo un amore straripante, gratuito, totale! Di questo amore che non tiene conto delle offese ricevute, Gesù chiede ai suoi discepoli di diventarne testimoni intrepidi: regalare il perdono di Dio a tutti coloro che ne hanno fame e sete!

    Non disdegnare di ricordare agli uomini la costante possibilità di rientrare in una comunione profonda con Dio! Non c’è peccato o colpa che Dio non perdoni! Nel vangelo che ascolteremo oggi ci verrà raccontato il rimprovero di Gesù a Tommaso, refrattario all’abbandono totale e sereno della fede: «non diventare più incredulo, ma credente!». Mi piace mettere in luce la dinamica propria del cuore dell’uomo: è questione di scelta! Tommaso può scegliere di diventare incredulo o credente! Tutto dipende da lui… Nel corso della vita pubblica di Gesù, Tommaso aveva avuto delle grandi manifestazioni di fede nei suoi confronti… ora, dopo gli eventi della Passione, tutto l’entusiasmo si era eclissato! Aveva dato credito alla prospettiva del sfiducia… come non capirlo! Come non sentirci dentro la stessa trama ingarbugliata del dubbio… Ebbene Gesù ci invita a reinvestire in Lui! A «diventare credenti», a ripetere con Tommaso «mio Signore e mio Dio»… senza paura!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 02, 2014 9:00 am

      • III domenica di Pasqua. 4 maggio 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 2, 14a. 22-33
Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret — uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete —, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: " Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza ". Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi. Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: "Questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione". Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1, 17-21
Carissimi, se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.



Dal vangelo secondo Luca 24, 13-35
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.




    • Meglio stare a casa…
    Come non capire e non immedesimarci nell’esperienza amara e delusa dei discepoli di Emmaus… «speravamo»… Non si contano le defezioni dei cristiani dai sacramenti, dall’ascolto della Parola, dagli stili di vita evangelici… tanti disillusi e insoddisfatti che, dopo aver investito del tempo nella sequela, hanno sbattuto la porta di casa e si sono accasati in altre dimore… forse anche a noi è capitato di pensare di lasciare tutto… poi, non ne abbiamo avuto il coraggio… siamo rimasti, ma non perdiamo l’occasione per recriminare e lamentarci…

    Proprio in queste situazioni di défaillance il Risorto si avvicina e ci chiede il perchè di tanta amarezza e desolazione… I discepoli di Emmaus danno la colpa al fatto che quel Gesù nel quale avevano investito era ormai morto… avevano frettolosamente tirato le loro conclusioni… non avevano atteso i tempi di Dio… Noi - che pure ci siamo allontanati da “Gerusalemme” - che motivazioni portiamo? Abbiamo motivi che spieghino la nostra ribellione? Sono convinto che la radice del dispiacere sia identica… pare sempre che Gesù sia morto… Vorremmo vedere i risultati del nostro essergli fedeli… vorremmo guadagnarci da un’amicizia così importante… vorremmo far quadrare tutte le nostre ambizioni e i nostri desideri… In effetti, un Dio così, è davvero morto! È un altro il Dio che è risorto!

    Il Dio risorto è quello che ci è svelato dal volto di Gesù: si tratta di un Dio che si fa compagno di viaggio e attraverso la traccia lasciata dalla Legge e dai Profeti indica la strada promettente di una vita piena! Non evita i passaggi più impervi e faticosi del dolore e della morte, ma li affronta, certo del paradiso dietro l’angolo… È un Dio, quello di Gesù, che non ridicolizza la vita ma la rende l’occasione più propizia per amare e dare il meglio di sé! È nello «spezzare il pane» che si riconosce la sua fragranza… e nel «fare lo stesso» si scopre la gioia di una fede possibile! Vale la pena restare a casa… o tornare se la si è abbandonata… no?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 09, 2014 10:46 am

      • IV domenica di Pasqua. 11 maggio 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 2, 14a.36-41
Nel giorno di Pentecoste, Pietro levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Sappia con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!». All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 2, 20b-25
Carissimi, se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, quando era oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.



Dal vangelo secondo Giovanni 10, 1-10

In quel tempo, Gesù disse; «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».




    • Pecore in cerca di pastore
    Le pecore sono miopi, riescono a vedere al massimo nel raggio di 5 metri… per questo hanno bisogno di essere guidate! Gesù si presenta a noi come il pastore delle pecore: il discorso sottende la considerazione della nostra condizione alla stregua delle pecore… anche noi, per quanto riguarda il nostro destino, non sappiamo vedere oltre il nostro naso! Non possiamo nasconderci dietro il nostro dito: spesso e volentieri siamo pecore alla ricerca di un pastore... Ebbene sì: tutti, indistintamente, abbiamo bisogno di essere guidati da qualcuno! Nessuno è così autonomo da percorrere le strade della vita in totale indipendenza: a qualcuno si dà retta... qualcuno ci affascina e diventa tutor della nostra vita... Gesù ci ricorda che è facile incorrere in scelte frettolose e affidarsi a mercenari, ladri e briganti! Non tutti coloro che si propongono come guide hanno intenzioni buone...

    Come riconoscere il Buon pastore? Tre sono le caratteristiche che Gesù presenta: la prima riguarda l'entrata «chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante». Qual è la porta? «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore»: chiunque prescinde da Gesù e dal suo Vangelo non può avere lo sguardo lungimirante della salvezza! Sarà uno che ha soluzioni per l'immediato... uno che presenta scorciatoie facili e comode... ma attenzione: al momento della prova sarà il primo a dileguarsi e a scappare per salvarsi la pelle.

    La seconda caratteristiche del Buon pastore è che «chiama le sue pecore, ciascuna per nome»: per Gesù nessuno è numero! Nessuno vale per quello che dà ma per quello che è! Non c'è interesse in Gesù ma solo un amore totale e gratuito per ciascuno... La terza caratteristica del Buon pastore: «cammina davanti a esse»! Gesù sta davanti! Affronta gli ostacoli e le difficoltà per primo! Non propone strade impercorribili: tutte le ha sperimentate Lui per primo! Con Gesù siamo davvero al sicuro... e l'arrivo alla meta è certa!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 16, 2014 9:39 am

      • V domenica di Pasqua. 18 maggio 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 6, 1-7
In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 2, 4-9
Carissimi, stringetevi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: "Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso". Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli "la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, sasso d'inciampo e pietra di scandalo". Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati. Ma voi siete "la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose" di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce.



Dal vangelo secondo Giovanni 14, 1-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.




    • Stile comunitario
    «Il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente»: il trend degli inizi della Chiesa era l’esatto contrario di quello odierno! Allora la comunità cresceva, oggi diminuisce… c’è da disperarsi, da strapparsi i capelli, da perdere la speranza? No! C’è da verificare l’entusiasmo con il quale noi, come battezzati, testimoniamo la nostra appartenenza a Cristo! I numeri sono pericolosi quando assurgono a criterio di verifica della riuscita o meno di una iniziativa… sono convinto che i primi cristiani aumentavano non per strategie di promozione del “pacchetto vangelo” ma per la carica e l’energia della testimonianza!

    Bello vedere come non ci fosse una organizzazione previa alla struttura della vita comunitaria: in base alle necessità ci si organizzava per affrontare insieme il problema o il bisogno. «Mormorarono perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le vedove. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: “Cercate fra voi sette uomini di buona reputazione ai quali affideremo questo incarico”». Detto e fatto: «Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani».

    Proviamo a verificare se nella nostra comunità i problemi sono risolti in questa maniera… non è forse prassi lamentarsi, criticare, parlare alle spalle… non è forse prassi pensare che a risolvere le grane debbano essere gli altri… non è forse prassi che a doversi impegnare siano sempre gli stessi… non è forse prassi che la Chiesa sia affare dei preti e non dei battezzati, per cui a lui spettano tutte le mansioni… Non è assolutamente il desiderio di fare polemica o di esternare uno stato d’animo personale… sono serenissimo e amo la comunità che sono stato chiamato a presiedere, ma mi sembrava bello, a partire dalla esperienza della prima comunità, sollecitare una verifica e proporre uno stile più chiaramente evangelico. Vogliamo provarci?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 23, 2014 9:45 am

      • VI domenica di Pasqua. 25 maggio 2014
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Dagli Atti degli Apostoli 8, 5-8. 14-17
In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 3, 15-18
Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. E' meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male. Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.



Dal vangelo secondo Giovanni 14, 15-21
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».




    • Nulla senza lo Spirito Santo
    La fede è davvero un dono straordinario: ha insieme il sapore di Dio e l’odore dell’uomo! Da una parte è un evidente dono dall’alto, dall’altra chiede un deciso impegno dell’uomo: non è facile stabilire fin dove debba arrivare il primo e dove il secondo… è una inesprimibile sinergia tra terra e cielo che crea capolavori di una bellezza sorprendente… Di fatto, il sodalizio tra grazia di Dio e impegno dell’uomo non avviene sempre e comunque! D’altro canto Gesù lo aveva preannunciato ai suoi amici che non tutti avrebbero capito e non tutti sarebbero diventati discepoli… c’è una diversità caratterizzata dalla presenza o meno dello Spirito: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi».

    Lo Spirito “non è ricevibile dal mondo”: non a tutti è dato di capire… non si tratta di sentirsi un gradino sopra gli altri, ma lo sguardo sulle cose e sulla realtà - sostenuto dallo Spirito - è proprio un altro punto di vista! Non si tratta solo di credere in Dio, come tanti dicono, ma di percepire la storia dentro un’altra dimensione… è lo Spirito che fa la differenza… Interessante ciò che ci riportano gli Atti degli apostoli nella pagina che oggi ascoltiamo come prima lettura: «seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù». L’incontro con Gesù richiede necessariamente il passaggio successivo: si tratta di entrare nella dinamica dell’amore filiale tra Gesù e il Padre! Questo amore è lo Spirito santo! Sono certo che molti riterranno questo passaggio troppo astratto… ma senza lo Spirito non ci può essere vera comunione con Dio! Invochiamo il dono dello Spirito...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 30, 2014 9:32 am

      • Ascensione del Signore. 1 giugno 2014
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Dagli atti degli apostoli 1,1-11
Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni». Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?» . Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1, 17-23
Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.



Dal vangelo secondo Matteo 28, 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».




    • Scendere per scendere
    Tutta la rivelazione cristiana si snoda dentro un processo di tenebra e luce, di abbassamento e di innalzamento, di sconfitta e di vittoria, di morte e di vita… tutto è dinamico e tende al compimento, alla realizzazione del bene. Sarebbe sbagliato fermarsi sotto la croce e non andare al sepolcro vuoto, così come andare al sepolcro vuoto e scordarsi la croce! Gli opposti sono necessari al disvelamento del mistero di Dio… Gesù, il Figlio unigenito, vive la progressiva spoliazione di sé in una assunzione radicale dell’umano nella sua dimensione più finita e corrotta… san Paolo arriva a dire che cristo va “sotto terra”, proprio alla ricerca del più umiliato e più devastato degli uomini… Questo è il processo volontario dell’amore dove Gesù, dimentico di sé, si fa un tutt’uno con il mondo bisognoso di salvezza e redenzione.

    Il Padre vede l’amore del Figlio e si riconosce in Lui: non lo abbandona al potere delle tenebre e della morte ma lo fa risorgere, lo rimette in piedi! Nell’amare fino alla morte si realizza la glorificazione di ogni figlio di Dio: la gloria deve essere sempre opera del Padre… quando l’uomo, al contrario, cerca per proprio conto la glorificazione è la volta buona che cade… «chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»… L’ascensione è l’innalzamento per eccellenza: non solo Dio ha risuscitato il proprio Figlio ma lo ha esaltato! Lo ha messo accanto a sé riconoscendogli l’onore proprio di Dio! ciò che si è abbassato grandemente è stato innalzato fino ai cieli! «Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra»! La meraviglia è che l’innalzamento del Figlio ha trascinato nel medesimo destino tutti coloro che lo hanno seguito!

    I discepoli che “stanno a guardare i cieli” sono coloro che, rimessi in piedi, diventano capaci delle stesse opere del Figlio! “Ascendere” è il destino di chi è “sceso”...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven giu 06, 2014 9:49 am

      • Pentecoste. 8 giugno 2014
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      • Messa vespertina della Vigilia
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Dal libro del profeta Gioèle 3,1-5
Così dice il Signore: «Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile. Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamati».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,22-27
Fratelli, sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno gia vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

Dal vangelo secondo Giovanni 7,37-39
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.



      • Messa del giorno
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Dagli atti degli Apostoli 2, 1-11
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 3b-7. 12-13
Fratelli, nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo. Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.



Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-23
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».




    • Aperti alle sorprese di Dio
    Siamo abituati a pensare che i riti cristiani facciano accadere ciò si chiede, quasi fossero delle formule magiche capaci di indurre Dio a fare ciò che desideriamo… sbagliamo di grosso! Per fortuna Dio riamane totalmente libero, svincolato da tutte le nostre pretese… I riti cristiani, al contrario, sono invocazioni e suppliche affinché Dio compia ancora ciò che ha fatto un tempo per i nostri fratelli nella fede, come ci è raccontato dagli scritti del nuovo testamento… Guarda caso, gli Atti degli Apostoli, non parlano della Pentecoste come di un accadimento scontato e necessario, ma come una sorprendente irruzione di Dio: «si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore»! I discepoli erano riuniti, come loro solito, al cenacolo e pregavano: avevano nel cuore il ricordo vivo di Gesù, delle sue parole… delle sue apparizioni… la grande comunione che regnava tra loro creò le condizioni per l’intervento grazioso dello Spirito: sorpresa inenarrabile!

    Oggi saremo riuniti nel nostro cenacolo per la celebrazione dell’Eucaristia domenicale: saranno presenti i nostri ragazzi che hanno ricevuto la Cresima… alcuni vivranno per la prima volta il loro incontro con il pane del cielo… Chissà se saremo così in comunione da suscitare il desiderio dello Spirito a farci visita e spronarci all’annuncio con una gioia cristiana prorompente ed esplosiva!

    Devo confessare che vivo sempre con una certa insofferenza questi momenti celebrativi occasionali… purtroppo hanno assunto nel tempo una dinamica prevalentemente mondana… al centro non sta tanto lo stupore per l’opera di Gesù che salva quanto l’esaltazione dei singoli credenti che festeggiano una tappa del loro iter celebrativo tradizionale… Proviamo ad essere una comunità che ancora prega con l’animo aperto alle sorprese di Dio… proviamo a mettere da parte tutte le nostre smanie di protagonismo… proviamo a chiedere al Signore l’irruzione della sua presenza… chissà che si compia una nuova Pentecoste...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven giu 13, 2014 3:22 pm

      • Santissima Trinità. 15 giugno 2014
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Dal libro dell'Esodo 34, 4b-6. 8-9
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mio Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa' di noi la tua eredità».



Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 13, 11-13
Fratelli, siate lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.



Dal vangelo secondo Giovanni 3, 16-18
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».




    • Lotta trinitaria contro il male
    Sono stato a far visita in ospedale ad un ammalato e ho avuto l’occasione di dialogare su Dio con il vicino di letto. Diceva di essere diventato non credente in questi ultimi anni: disilluso riguardo alla presenza effettiva di Dio nella storia degli uomini… “non può un Dio che sta sopra agli uomini disinteressarsi delle ingiustizie che capitano e lasciar correre tutto senza muovere un dito!”. Diciamo che si tratta della domanda per eccellenza che il senso religioso da sempre pone all’intelligenza umana… a questo interrogativo è assolutamente necessario dare una risposta, non si può bypassare superficialmente! La difficoltà consiste nel trovare una risposta affidabile alla quale rimettere serenamente la fiducia…

    Dio, se esiste, esiste nella maniera che conosciamo, ossia silente e defilato rispetto a tutta la serie di accadimenti buoni e cattivi che succedono nella storia! Quindi: o Dio liberamente ha scelto di prendere questa posizione rispetto alle vicende umane o Dio, effettivamente, non esiste! Davvero Dio si è chiamato fuori dai problemi che assillano l’uomo? Qui sta il punto fondamentale dentro il quale si inserisce la rivelazione ebraico-cristiana… Fin dall’esperienza mistica di Abramo e poi con Mosè e i profeti Dio si è sempre mostrato “adirato” rispetto al male che gli uomini commettono ma la “misericordia” ha sempre avuto la meglio: Dio si è sempre manifestato come Padre, desideroso di portare a salvezza tutti i suoi figli! Anche quelli che per l’uso fallace della libertà, avessero commesso malvagità ed ingiustizie!

    In Gesù l’intervento si fa diretto! Dio gioca non solo la sua paro- la ma la sua stessa persona: prende posizione e traccia la strada per il superamento di ogni ingiustizia… rimettendoci la pelle! Nello Spirito Santo, il Padre e il Figlio hanno reso Dio vivo ed operante dentro i credenti, chiamati a lottare contro ogni forma del male… Più di così cosa poteva fare Dio? Se vogliamo un Dio diverso bisogna inventarselo… ma questa è un’altra storia… a me non interessa...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven giu 20, 2014 8:57 am

      • Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. 22 giugno 2014
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Dal libro del Deuteronomio 8, 2-3. 14b-16a
Mosè parlò al popolo dicendo: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che neppure i tuoi padri avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Non dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 10, 16-17
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane.



Dal vangelo secondo Giovanni 6, 51-58
In quel tempo, Gesù disse alle folle dei Giudei: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».




    • Per avere la vita eterna
    Per il popolo d’Israele, peregrinante nel deserto, la fame e la sete erano effettivamente stringenti! Finchè bastarono le scorte racimolate all’affrettata partenza dall’Egitto non ci furono lamentele e disagi… quando, però, non furono più reperibili risorse per il sostentamento il grido di lamentela e di supplica del popolo straziato dalla fame arrivò direttamente al cuore di Dio… l’acqua scaturì dalla roccia e la manna piovve dal cielo! Dio provvide al sostentamento di tutto il popolo! Grazie alla manna Israele camminò per quarant’anni nel deserto e giunse alla terra promessa! Anche all’uomo d’oggi, pellegrino nei deserti esistenziali della modernità, non mancano fame e sete… fast food ad ogni angolo calmano la fame e sorgenti inquinate mitigano la sete… ma la carestia dell’anima rimane implacabile…

    A questa povertà esistenziale Gesù desidera corrispondere: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Gesù “ha compassione delle folle che non hanno cibo”, conosce l’umana fatica del quotidiano! Per questo si fa nutrimento: è Pane che sazia e vigore che infonde speranza! È solo un velo di farina con un po’ d’acqua l’Eucaristia, eppure ha in sé la potenza dell’eternità! Non basta riempire la pancia di cibo per vivere: è necessario avere prospettiva, avere orizzonti di senso, coltivare sogni d’eternità! Tutto questo è l’Eucaristia! «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita»: più chiaro di così si muore!

    Non esistono alternative alla vittoria sulla morte se non la comunione eucaristica! Se non vogliamo terminare il nostro cammino nel deserto e vogliamo raggiungere la terra promessa dobbiamo assolutamente “magiare il suo corpo e il suo sangue”, cioè riempirci di Gesù! Lasciare che entri in noi, prenda il possesso del nostro cuore, e viva in noi! Provare per credere…
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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