Anno liturgico 2010 - 2011

Omelie di Monsignor Antonio Riboldi e altri commenti alla Parola, a cura di miriam bolfissimo
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Anno liturgico 2010 - 2011

Messaggio da miriam bolfissimo » sab nov 27, 2010 9:24 am

      • I domenica di Avvento. 28 novembre 2010
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  • Dal libro del profeta Isaia 2, 1-5
Visione di Isaia, figlio di Amoz, riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.


  • Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13, 11-14
Fratelli, è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.


  • Dal vangelo secondo Matteo 24, 37-44
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà».




    • Pronti… Via!
    Non si organizzano i fuochi di artificio e nemmeno si stappa lo spumante, tuttavia, per noi cristiani la prima domenica d’avvento è l’inizio del Nuovo Anno! La fede non vive di esperienze frastornanti ed eccessive, ma di quotidiana attesa del Signore: non c’è bisogno di compiere gesti rumorosi, quasi illudendosi che il futuro debba essere per forza più bello del passato! C’è solo la necessità di cogliere la serietà della vita come progressivo avvicinamento al compimento nell’incontro con il Signore che viene.

    Così, quest’anno, vogliamo incominciare il nuovo anno liturgico celebrando solennemente la prima domenica d’avvento con la santa Messa in Palestra (siamo in tanti e la Chiesa non ci conterrebbe) sottolineando che davvero tutti siamo in cammino.

    Per noi credenti parlare di cammino non significa semplicemente far riferimento al tempo della vita: noi non viviamo per morire ma per giungere al pieno compimento della comunione con Dio! Per questo, non possiamo considerare la vita una passeggiata casuale ma un itinerario ben preciso che o ci porta alla meta o ci disperde nel buoi del non senso!

    Il ritrovarci comunitariamente ha il gusto della memoria: ricordarci gli uni agli altri che in questo cammino non siamo soli! Gesù è vivo: ogni settimana spezza con noi il pane della Parola e del suo Corpo! Si pone davanti a noi come guida sicura verso la piena realizzazione della nostra vita! Possiamo contare pure sul sostegno e la compagnia di fratelli che con noi sono indirizzati verso la stessa meta: i più forti sostengono i più deboli, i più grandi accompagnano i più piccoli, i più entusiasti rincuorano i più disillusi!

    Non vogliamo che a qualcuno accada «come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fi no al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla»: tutti devono sapere che la vita anela alla felicità e che solo in Dio, accompagnati da Gesù, possiamo veramente realizzarla! Buon cammino, fratelli!
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 06, 2010 9:12 am

      • II domenica di Avvento. 5 dicembre 2010
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Dal primo del profeta Isaia 11,1-10
In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i poveri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare. In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 15,4-9
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri; le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane, e canterò inni al tuo nome.



Dal vangelo secondo Matteo 3,1-12
In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: "Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri"! Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile».




    • Seriamente in attesa
    «Una voce grida nel deserto», ieri come oggi! Non è cambiato un gran che: Giovanni Battista predicava in un contesto di crisi dei costumi e del sistema, i poveri accorrevano a farsi battezzare e a invocare l'intervento della giustizia. La gente di alto rango disdegnava queste pratiche. Qualcuno di loro si mischiava tra i poveri, forse più per curiosità che per convinzione, e così si sentiva i rimproveri veementi del Battista: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente!»...

    Un Avvento che si rispetti non ha niente a che fare con le pratiche devozionali del buon cristiano medio e con le coccoline a cui la civiltà dei consumi ci ha abituati! Giovanni Battista tuonava nel deserto con queste parole: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». A fronte della visita del Signore Gesù c'è da mettere in atto un processo di profonda revisione della vita: il male che c'è nel nostro cuore deve necessariamente essere estirpato! La conversione è la pre-condizione affinchè il Signore possa operare in noi le grandi cose promesse!

    Dio continua a far visita all'uomo! Non possiamo illuderci che la venuta di Cristo sia da relegare al mese di dicembre: dalla serie "facciamo finta che tutto sia bello e buono" e poi si toma al solito deserto di senso e di speranza... Dio bussa alla porta della nostra vita con una assiduità pedante: è la sordità che il male ci procura a renderci incapaci di sentire e aprire!

    Per questo il Battista non fa sconti: non gli basta che folle innumerevoli si mettono in fila per farsi buttare un po' di acqua sul capo! «Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Già la scure è posta alla radice degli alberi,- perciò ogni albero che non da buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». Guai ad illudersi che "basta andare alla messa di mezzanotte" per essere toccati dalla salvezza di Gesù! C'è da convertirsi! C'è da mettersi seriamente in ascolto della Parola!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 13, 2010 9:23 am

      • III domenica di Avvento. 12 dicembre 2010
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Dal primo del profeta Isaia 35,1-6a. 8a. 10
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà una strada appianata e la chiameranno "Via santa"; su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo;gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.



Dalla lettera di san Giacomo apostolo Gc 5, 7-10
Fratelli, siate pazienti fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d'autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore.



Dal vangelo secondo Matteo Mt 11, 2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me». Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.




    • Attesa di Gesù
    «Sei fu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Che bella domanda pone Giovanni Battista a Gesù. È una domanda di una attualità stringente: ce lo chiediamo anche noi oggi...è Gesù il vero volto di Dio! Con tutte le immagini di Dio che le culture ci propongono come facciamo a stabilire quale sia quella autentica...

    È bene che anche noi poniamo, con la stessa determinazione, una domanda a Gesù: «Sei fu colui che stiamo aspettando oppure stiamo aspettando qualcun altro?». Giovanni Battista aveva bisogno di essere confermato nella sua convinzione, forse messa un po' in dubbio da pareri contrastanti sui suoi miracoli e la sua opzione per gli ultimi; noi abbiamo bisogno di capire se davvero nutriamo desiderio di incontrare Gesù oppure ci bastano i surrogati della festa... Dobbiamo capire se siamo disposti ad accettare la divinità di Gesù oppure lo riduciamo a idolo sacro senza alcun sconvolgimento pratico della nostra vita...

    Gesù a Giovanni Battista risponde «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo, E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Ci sono dei fatti, degli avvenimenti precisi che mostrano la potenza di Gesù: nei miracoli che egli compie si evidenzia la cura e la dedizione di Dio per gli ultimi, quelli che nessuno guarda e considera... Ma non pare sufficiente! C'è qualcuno che ancora si scandalizza di un Dio così...

    Ci stiamo disponendo ad accogliere un Gesù che ci sconvolge la vita! Accettiamo un Gesù scomodo che non accetta compromessi e chiede radicalità! L'immagine edulcorata che i media ci stanno propinando del Natale nulla ha a che fare con la potenza rivoluzionaria di Gesù!

    Il volersi tanto bene del periodo natalizio non è vangelo... è l'illusione di una pace costruita sui buoni propositi... il Natale è l'accoglienza di Gesù... l'amore che ama fino alla morte...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab dic 18, 2010 8:39 am

      • IV domenica di Avvento. 19 dicembre 2010
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Dal libro del profeta Isaia 7, 10-14
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1, 1-7
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!



Dal Vangelo secondo Matteo 1, 18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.




    • L’Emmanuele, Dio-con-noi
    Acaz è un re giovane, ha solo vent'anni. È un discendente di Davide, si trova a reggere un trono di grande prestigio; il Regno di Gerusalemme. A Davide Dio aveva assicurato benedizione: «La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre» (2Sam7). Acaz poteva considerarsi in una botte di ferro: aveva Dio dalla sua parte.

    Succede che i due re vicini, il re di Aram e il re d'Israele, vogliono coinvolgerlo in una guerra contro il re d'Assiria, il regno più potente del tempo. Acaz ha paura e fa il gioco contrario, si vuole alleare con il re di Assiria contro gli altri re. È un calcolo di opportunismo politico ma che mette fortemente in dubbio l'autonomia religiosa del suo Regno e la centralità di JHWH.

    Natan, il profeta, cerca di dissuadere Acaz da questo proposito ma non ne vuol sapere, Dio stesso si mette in gioco ed è disposto a dare un segno perché creda che Lui è dalla sua parte. Niente da fare. Dio ugualmente annuncia la nascita da una vergine (la moglie di Acaz) di un bambino chiamato Emmanuele, Acaz va avanti di testa sua e avviene ciò che ci si attendeva: Gerusalemme diventa effettivamente città vassallo dell'Assiria.

    Subentra ad Acaz il figlio avuto in dono da Dio come segno: sarà un re saggio, più abile del padre, ma non ancora capace di imprese degne di un discendente della casa di Davide, Israele continuerà ad attendere un Re secondo il cuore di Dio.

    L'evangelista Matteo vede in Maria l'avverarsi della profezia di Natan: è lei la vergine da cui nascerà un figlio che sarà detto Emmanuele, Dio con noi! Giuseppe, secondo la genealogia, garantisce la discendenza dalla stirpe davidica. Gesù è il Re che gli uomini aspettavano! Gesù è il Dio che si allea con la storia degli uomini e li conduce alla piena realizzazione!

    Acaz è la figura dell'uomo che vuole salvarsi da solo, riducendo Dio a semplice gingillo di facciata: dovrà ricredersi! Solo aderendo a Dio è possibile sperare un futuro di pace e di prosperità!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven dic 24, 2010 9:26 am

      • Santa Famiglia. 26 dicembre 2010
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Dal libro di Siracide 3, 2-6. 12-14
Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati; chi riverisce la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi riverisce il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 12-21
Fratelli, rivestitevi, come eletti di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.



Dal vangelo secondo Matteo 2, 13-15. 19-23
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino». Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno».




    • Una festa scomoda
    "Natale: festa dell'amore!"; "Natale: festa della pace"; "Natale: festa della luce!"…e chi più ne ha più ne metta… No, mi dispiace, a meno di fare una operazione di revival pagano, reintroducendo la festa del dio sole, Natale è la memoria della nascita del Figlio di Dio, Gesù. È inutile che si cerchi di fare giri di parole per eludere la stringente provocazione di un Dio che si fa uomo e decide di rimanere nella storia per liberare l'umanità da ogni schiavitù e da ogni dipendenza: non si tratta di una festa "toccata e fuga", ma di un avvenimento che obbliga ad una ineludibile presa di posizione!

    La grande eresia che connota i nostri tempi è quella che fa di Dio un'idea, un pensiero, uno spirito: si vuole a tutti i costi togliergli la carne! Troppo ingombrante un Dio vicino che con la sua vita imprime la rotta indiscutibile della salvezza… Meglio un Dio fumoso, che segue i canoni della nostra razionalità, delle nostre aspettative, dei nostri sentimenti…

    Non si cerchi di mitigare lo scandalo di un Dio fattosi uomo! Va bene se lo fa il mondo…ma per noi che ci dichiariamo discepoli non avvenga di derubricare l'incarnazione dall'identità della nostra fede!

    Scusatemi un accostamento forse un poco irriguardoso: come in molte coppie si decide di avere un cagnolino invece di un figlio perché il cagnolino scodinzola e fa tutto ciò che vuole il padrone, mentre un figlio impegna e esige risposte, così si preferisce credere in una divinità qualunquista che non impegna ma offre una sorta di sicurezza e protezione, piuttosto che accogliere un Dio bambino che richiede il gioco della libertà e provoca a dei cambiamenti radicali del modo di pensare e di agire…

    Il mondo ha paura di un Dio bambino! Erode ne è l'emblema… solo i pastori, evocazione dei poveri che Gesù incontrerà nel corso della sua predicazione, hanno il coraggio di prostrarsi e ricevono l'annuncio più sconvolgente della storia "oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore". Da che parte stiamo?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven dic 31, 2010 11:51 am

      • II domenica dopo Natale. 2 gennaio 2011
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Dal libro del Siracide 24, 1-4. 8-12
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: "Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti". Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell'assemblea dei santi ho preso dimora».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1, 3-6. 15-18
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch'io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.



Dal vangelo secondo Giovanni 1,1-18
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.




    • La Sapienza ha una casa
    Parla la Sapienza: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe”»: così la prima lettura che ascoltiamo oggi nella liturgia. È chiaro il collegamento: la Sapienza ha un nome proprio, si chiama Gesù!

    Fissare lo sguardo su Gesù permette di contemplare il disegno archetipo di Dio, il progetto pensato fi n dalla fondazione del mondo. Nella carne di Gesù è mostrata tutta la pienezza e la bellezza del divino. Chi vuol conoscere chi è l’uomo e chi è Dio non ha che da mettersi in ascolto di Gesù.

    Qualcuno potrebbe obiettare su questa asserzione, giudicandola un po’ semplicistica… capisco, ma ogni anno che passa mi convinco sempre di più che solo in una radicale adesione a Gesù è possibile trovare un’armonia anche dentro le contraddizioni più nette della vita. E non si tratta di una abdicazione al ragionare e al ricercare ad oltranza, anzi!

    Quando ci si tuffa nel mare della Sapienza che si rivela in Gesù non si arriva ad una condizione equiparabile, secondo la dottrina buddista, al nirvana… una sorta di quiete imperturbabile! La contemplazione di Gesù mette costantemente in movimento: da una parte riempie di consolazione e dall’altra spalanca scenari di pienezza che implicano una ripartenza!

    In questo senso si capisce come la Sapienza sia ben lontana dall’esattezza matematica dove tutto deve quadrare: il credente che ha posto la sua vita nelle mani di Gesù non potrà mai sperare di arrivare ad avere tutte le idee chiare una volta per tutte! Il discepolo di Cristo, proprio aderendo ad un Dio fatto carne, accetta la dimensione storica come luogo di conoscenza e di contemplazione della verità di Dio.

    Auguro a me e a voi, nell’anno che iniziamo, la gioia di correre dietro a Cristo senza stancarsi, godendo della bellezza che la sua Sapienza giorno per giorno ci rivela.
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab gen 08, 2011 2:30 pm

      • Battesimo del Signore. 9 gennaio 2011
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Dal libro del profeta Isaia 42,1-4.6-7
Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».



Dagli Atti degli Apostoli 10,34-38
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».



Dal Vangelo secondo Matteo 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».




    • Dio tra i peccatori
    «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui,- egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità»: sono le parole con le quali Isaia profeta presenta il Servo di JHWH nel quale, noi cristiani, riconosciamo la figura di Gesù.

    Dio, nel battesimo di Giovanni Battista presso il fiume Giordano, spalanca il cielo e pubblicamente si espone dicendo di Gesù «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento». È l'ingresso ufficiale nella vita pubblica: il bambino di Betlemme è già trentenne - il Vangelo ci dice pressoché nulla della sua adolescenza e giovinezza - ed ora è chiamato a mostrare la sua vera identità.

    Dio riconosce Gesù come il servo che lui sostiene su! quale si è posato lo Spirito che è l'amore di Dio, Gesù è chiamato a portare il diritto: nei gesti di misericordia da lui compiuti è ravvisabile la concezione divina della giustizia. Non griderà: la pacatezza, l'equilibrio, la dolcezza di Gesù sono il metodo attraverso il quale proporre la Verità. Non c'è bisogno di alzare la voce... chi ha sete della verità ha solo da avvicinarsi a Gesù e ascoltare.

    Gesù non spezza una canna incrinata e né spegne uno stoppino dalla fiamma smorta, c'è sempre una nuova opportunità per tutti: a nessuno è precluso il cammino della comunione con Dio... Gesù, proprio scendendo nelle acque del Giordano insieme ai peccatori, come un peccatore, indica la volontà di Dio di andare incontro a chi nella vita si è allontanato. Non c'è lontananza che non possa essere colmata dall'amore di Dio.

    Così comincia l'avventura del ministero pubblico di Gesù: con una ventata di misericordia, di ottimismo, di condono! A Dio non interessa mai il passato ma solo il presente ed il futuro: è "adesso" che c'è da gustare le meraviglie della salvezza! La novità non sta nelle punizioni ma nella propositività del bene!.
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven gen 21, 2011 4:32 pm

      • II domenica del Tempo Ordinario. 16 gennaio 2011
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Dal libro del profeta Isaia 49, 3. 5-6
Il Signore mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Il Signore che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele, — poiché ero stato stimato dal Signore e Dio era stato la mia forza — mi disse: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele. Io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 1-3
Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.



Dal vangelo secondo Giovanni 1, 29-34
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».




    • Il tempo della risposta
    Domenica scorsa abbiamo contemplato i cieli aperti e abbiamo ascoltato la voce del Padre che diceva: «Questi è il figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Dio ha parlato, ha detto esplicitamente il suo "pensiero": il pensiero di Dio è un volto preciso, quello di Gesù. La parola pronunciata da Dio è la storia intera di Gesù. Attraverso Gesù Dio ha instaurato un dialogo con l'umanità: ora è il tempo della risposta!

    Giovanni Battista non tergiversa e, ascoltata la voce del Padre, annuncia con coraggio e determinazione chi è Gesù. È il testimone; che conferma con le sue parole quanto ha sentito e lo ribadisce a servizio dei fratelli: Gesù è «l'Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo». Quest'espressione aggiunge qualcosa a quello che ha detto Dio: l'uomo che entra in dialogo con Dio non ripete pappagallescamente quello che sente ma lo elabora a partire dalla propria condizione di vita.

    Mi pare stimolante questo atteggiamento del Battista: non tiene per sé, intimisticamente, la fede ma avverte l'urgenza di condividerla! Annuncia, rilancia, fa circolare la Verità! Possibile che noi cristiani di oggi sentiamo così poco l'ansia di dire chi è Gesù! Per Giovanni Battista è l'Agnello di Dio, ossia colui che dona la sua vita i per una nuova pasqua di liberazione. E per noi chi è Gesù! Quali i sono i nomi che gli attribuiamo!

    Giovanni Battista dichiara con disincanto che non conosceva Gesù: ci sembra strano dal momento che era il cugino... eppure, pur vivendoci accanto non immaginava chi veramente fosse! Si può pensare di essere persino parenti di Gesù e rimanere comunque estranei alla sua vera identità... Ad arricchire la conoscenza di fede del Battista è stata la sua disponibilità a mettersi in ascolto di Dio. Così ha potuto dire: «io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

    Vorremmo anche noi poter essere così docili alla Parola per dire con fede autentica: Gesù, tu sei il Figlio di Dio...credo!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 24, 2011 8:12 am

      • III domenica del Tempo Ordinario. 23 gennaio 2011
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Dal libro del profeta Isaia 8,23 - 9,3
In passato il Signore umiliò la terra di Zabulon e la terra di Neftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e il territorio dei Gentili. Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché tu, come al tempo di Madian, hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra che gravava le sue spalle e il bastone del suo aguzzino.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1,10-13. 17
Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.



Dal vangelo secondo Matteo 4, 12-23
Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: "Il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata". Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.




    • Credere nel Vangelo
    Giovanni Battista ha compiuto la sua missione, ora deve diminuire. Una volta indicato la presenza del Messia, colui che deve crescere, è il tempo del ritiro. Non c’è più niente da dire, da spiegare, da annunciare: ora è il tempo di seguire! La luce brilla e coloro che abitano in terra tenebrosa hanno la possibilità di uscire dall’oscurità e godere la vita in tutto il suo splendore.

    È una luce, Gesù, che illumina ogni uomo: non si tratta di una illuminazione interiore che tocca solo qualche privilegiato! Su tutti brilla il sole di Dio, sui buoni e sui cattivi: soltanto la scelta determinata di mettersi all’ombra preclude la possibilità di essere toccati dalla Grazia… Un messaggio chiaro di apertura e di disponibilità a trecentosessanta gradi: ciò che sta a cuore a Dio è che tutti conoscano la salvezza ed entrino nella vita vera.

    Chi sta nelle tenebre e vede la luce fatica a tenere aperti gli occhi, gli pare quasi fastidiosa: chiedetelo a quei poveri minatori cileni che sono rimasti nel ventre della terra per settanta giorni… Eppure, non appena l’occhio si adatta, è tutta un’altra vita! Alla luce di Cristo l’esistenza acquisisce un colore ed una bellezza senza pari.

    Il passaggio dalle tenebre alla luce è definito come conversione: Gesù invita ad uscire dagli anfratti i n cui ci nascondiamo, sprona a lasciare i sepolcri di morte nei quali ci siamo abituati a vivere! Credete al Vangelo! Qui sta l’annuncio tipicamente cristiano: la conversione era un’esigenza già ribadita da Mosè e dai Profeti! È il Vangelo la novità!

    E cos’è il Vangelo? Il Vangelo non è un libro ma la persona di Gesù! Tant’è che credere nel Vangelo non significa conoscere una serie di contenuti, non consiste nell’osservare determinate regole! Credere nel Vangelo significa seguire Gesù, stargli dietro, abbandonando ogni legame con le cose e gli affetti! Guarda caso immediatamente seguente all’invito a credere nel Vangelo c’è il racconto della chiamata dei discepoli!

    Credere nel vangelo è star dietro a Gesù vivo, ogni giorno…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 31, 2011 10:25 am

      • IV domenica del Tempo Ordinario. 30 gennaio 2011
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Dal libro del profeta Sofonia 2,3; 3, 12-13
Cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l'umiltà, per trovarvi al riparo nel giorno dell'ira del Signore. Farò restare in mezzo a te, Israele, un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore il resto d'Israele. Non commetteranno più iniquità e non proferiranno menzogna; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta. Potranno pascolare e riposare senza che alcuno li molesti.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 26-31
Considerate la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: "Chi si vanta si vanti nel Signore".



Dal vangelo secondo Matteo 5,1-12a
In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».




    • Beatitudine
    Le Beatitudini: mi sazia il solo ascoltarle! Una poesia di un fascino indescrivibile. Faccio una fatica incredibile a commentarle: mi sembra di banalizzarle, di ridurle, di svilirle,.. Sono l'apice del messaggio evangelico nella sua suadente bellezza e nella sua provocante paradossalità. Beati...

    Me lo immagino Gesù, dall'alto del monte, con ai suoi piedi una folla di poveracci, affamati di tutto...di pane e di verità! Affamati, però! Gente "curvata" dalla vita, alla ricerca di un senso, di una felicità possibile. Esclusi e rifiutati da tutti - chi è povero, chi piange, chi ha fame non è mai una buona compagnia... - trovano nel Rabbi di Nazareth uno come loro ma con una marcia in più! Gesù è povero, è afflitto, eppure non si piange addosso ma vive con il sorriso sulle labbra!

    Cosa possiede Gesù da vivere una condizione di povertà con l'entusiasmo dell'uomo pieno di vita! Qual è la ricchezza che nasconde nel suo intimo! Nelle beatitudini Gesù si svela, apre il suo cuore e comunica il segreto della sua interiorità! La certezza della sua dipendenza da Dio lo rende abbandonato alla sua provvidenza.

    Ogni uomo avrà a che fare con la ricerca della felicità: il cammino più battuto è quello che punta sulle proprie forze nella ricerca spa-smodica di ricchezza, di prestigio, di potere... L'Evangelista Matteo, diversamente da Luca, non ironizza su chi sceglie questa strada, ma nelle parole di Gesù mostra schiettamente che la strada è il distacco da ogni presunzione di bastare a se stessi!

    La beatitudine sta nel dismettere l'ansia di procurarsi la felicità e nel disporsi all'accoglienza della grazia! Chi sceglie di vivere la propria condizione come strada di salvezza, senza sgomitare per raggiungere chissà che, ha la certezza di godere del Regno già qui! La storia che stiamo vivendo possiede tutti gli elementi per fare esperienza dì Dio e vivere da salvati: tanto più l'uomo evade da essa e cerca soluzioni per schivarne la serietà, quanto più sperimenta l'estraneità alla vera gioia! ...che viene solo da Dio!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » sab feb 05, 2011 9:25 am

      • V domenica del Tempo Ordinario. 6 febbraio 2011
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Dal libro del profeta Isaia 58, 7-10
Così dice il Signore: «Non consiste forse [il digiuno che voglio] nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!". Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 2, 1-5
Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 5, 13-16
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».




    • Trasparenza di Gesù
    In Avvento si attende la luce del mondo... a Natale nasce la luce del mondo... alla festa della Presentazione, Simeone accoglie la Luce delle genti... a Pasqua si contempla la luce del Risorto... La luce: l'uomo ne ha bisogno tanto quanto l'ossigeno!

    Gesù è la luce del mondo: per vivere in pienezza, senza ombre di sorta, abbiamo bisogno di metterci alla sua presenza! Ogni anfratto buio del nostro cuore. Cristo lo illumina con la sua Parola di speranza. Non sono parole vuote, queste: hanno lo spessore di un'esperienza precisa di salvezza...la mia!

    La luce che si irradia da Cristo ha il potere di far diventare luce anche ciò che illumina: chi è toccato dalla luce del Vangelo ne diventa testimone! È per questo che l'evangelista Marco oggi ci dice: «Voi siete la luce»! Non è un'esortazione "siate luce", ma una constatazione "siete luce".

    Non è possibile ad un discepolo di Gesù sottrarsi alla necessità di trasmettere ciò che ha ricevuto: io mi rendo conto che non possiedo nulla che non mi sia stato regalato da Gesù! Il bene che posso e riesco a fare è semplicemente rifrazione del bene che ho ricevuto! Gesù ci invita, in sostanza, a mostrare quello che Lui fa per noi... non c'è niente che dobbiamo inventare! Una candela, una volta accesa, non ha che da permettere alla fiamma di ardere... non se l'è data da sé la fiamma, ma l'ha ricevuta! Tuttavia senza la sua cera la fiamma non potrebbe risplendere!

    È il compito della testimonianza: non si tratta di essere i più bravi della classe ma di farsi trasparenza dell'opera di Dio «perché vedano le vostre opere e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Un santo che si rispetti non attrae mai lo sguardo su di sé ma lo rinvia sempre all'Origine! Non fa niente se la Chiesa non gode di grande apprezzamento e di elogi sperticati: l'importante è che nella sua opera il mondo possa vedere l'amore di Dio!

    Così la luce diventa anche «sale della terra»; visibilità e nascondimento sono le due facce della medesima medaglia...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 14, 2011 8:34 am

      • VI domenica del Tempo Ordinario. 13 febbraio 2011
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Dal libro del Siracide 15, 15-20
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi Cor 2, 6-10
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l'ha conosciuta; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 5, 17-37
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! [Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. [Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».]




    • Nelle nostre mani
    Ma che spettacolo la prima lettura dal libro del Siracide! Val la pena che ci si soffermi per capire come, contrariamente da quanto ci viene continuamente propinato dalla mentalità agnostico-scientista, la proposta che Dio fa all’uomo non sia mossa da una logica di coercizione ma da un desiderio profondo di liberazione.

    - «Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno»: una proposta più ragionevole e democratica di così si muore! I comandamenti non sono norme imposte da un despota che ha fame di potere e sete di dominio, ma esortazioni benevole di un Padre a cui stanno a cuore i suoi figli per i quali desidera una vita piena. La vita buona che scaturisce dai comandamenti custodisce l’uomo, lo fa essere ciò che è, lo preserva dalla corruzione del male e della morte...

    - «Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà»: il destino della vita non è scritto! Il determinismo è ciò che di più aberrante l’uomo potesse concepire! L’uomo è essenzialmente libertà: il bene e il male non capitano ma si scelgono. Una vita che sia veramente degna di essere vissuta non è legata alla fortuna ma alle scelte operate. È incredibile vedere come l’uomo oggi si indigni per tutta una serie di fragilità senza che si accorga che esse non sono altro che la conseguenza di scelte sconsiderate precedentemente compiute…

    - «A nessuno ha comandato di essere empio, e a nessuno ha dato il permesso di peccare»: padroni assoluti della nostra vita. L’empietà - il non credere in Dio - è una scelta: non si dica più “io non ho avuto la grazia di credere”! A nessuno Dio ha nascosto il suo volto - «Io ho parlato al mondo apertamente… e non ho mai detto nulla di nascosto» (Gv 18,20) -, semplicemente qualcuno sceglie di non vedere!

    Non abbiamo alibi, fratelli e sorelle: siamo arbitri della nostra vita! Le regole per un gioco che funzioni e sia divertente le possediamo: se il gioco non è bello c’è da vedere se le stiamo rispettando o no...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 21, 2011 8:44 am

      • VII domenica del Tempo Ordinario. 20 febbraio 2011
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Dal libro del Levitico 19, 1-2. 17-18
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: "Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore"».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 3, 16-23
Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: «Egli fa cadere i sapienti per mezzo della loro astuzia». E ancora: «Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani». Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.



Dal vangelo secondo Matteo 5, 38-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».




    • Le vie della gioia
    «Avete inteso che fu detto… Ma io vi dico…»: continua il discorso di Gesù volto a ripulire la Legge dalle incrostazioni della forma per farne risplendere tutta la novità e la bellezza della sua sostanza. Gli uomini non sono sudditi di un regime dittatoriale dove il despota ha dettato le regole e, assetato di vendetta, non aspetta altro che cogliere in flagrante qualcuno per giustiziarlo!

    Dio è Padre e noi siamo figli: il mondo è la casa comune affidata alla cura dell’uomo affinchè sia mantenuta abitabile e sia luogo di vita piena e felice alla stregua della vita di Dio. Le leggi e le norme sono funzionali a questo scopo: assicurare all’uomo gli ausili affinchè non smarrisca la misura del bene e la persegua con tutto l’impegno, lottando contro il male che sempre si insinua nel cuore.

    Il vangelo di oggi tocca i vertici della originalità e della radicalità della rivelazione cristiana: «se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra» e «amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». Sono espressioni che cozzano frontalmente con il nostro comune modo di pensare: sembrano mera utopia…

    In realtà, prima Gesù e poi una schiera innumerevole di santi hanno qualificato il loro agire agendo con questi criteri! «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”»: non ci sono storie! L’appello di Dio è rivolto a TUTTO Israele: la santità consiste nell’incarnare personalmente i tratti propri di Dio.

    L’essere santi non significa ambire ad una coerenza di vita per avere di rimando un riconoscimento e un’approvazione degli uomini: essere santi significa vivere della stessa gioia e della stessa pienezza che è propria di Dio! I suggerimenti offerti da Gesù non sono percorsi penitenziali ma vie di gioia: chi vive senza coltivare nel cuore desideri di vendetta, chi volge verso ogni uomo uno sguardo benevolo e accogliente ha scoperto il segreto della felicità!

    Se ci fidassimo un po’ di più del vangelo…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 28, 2011 8:51 am

      • VIII domenica del Tempo Ordinario. 27 febbraio 2011
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Dal libro del profeta Isaia 49, 14-15
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 4, 1-5
Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.



Dal vangelo secondo Matteo 6, 24-34
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».




    • Perché vi preoccupate?
    Allertati, allarmati, terrorizzati, impauriti, dalla incombete crisi economica che da qualche anno sta attanagliando il “povero” occidente, forse sarebbe bene che prendessimo in mano il testo del Vangelo di questa VIII domenica e ce lo leggessimo approfonditamente per riacquistare un po’ di più il senso della proporzione!

    Davvero, sono un po’ stanco dei discorsi che si fanno attorno a questa crisi: proprio l’altro giorno ho discusso animatamente con una persona che lamentava un calo delle entrate e la fatica di arrivare a fine mese… poverina, verrebbe da dire… se però non si sapesse che ha casa al mare, casa in montagna… Ma ci si può lamentare in un benessere del genere?

    Che poi ci siano persone - tante - che faticano effettivamente per la crisi del lavoro, non ci piove! Ma tutto il cancan messo in piedi dai media è assolutamente strumentale e pericolosamente abnorme! C’è da ritornare a puntare sull’essenziale che permette il recupero della vita nella sua dimensione di dono e non di mezzo!

    Sono realmente necessari tutti gli sforzi che mettiamo in campo per mantenere uno stile di vita così borghese? Gesù ci riporta alla verità della vita dove niente può essere garantito dal nostro affanno: tutto è dono! Una maggior capacità a prendere le distanze da tutta una serie di diktat mediatici permetterebbe il ritorno ad una riqualificazione delle relazioni come fondamento della felicità.

    Non si tratta di fare i “figli dei fiori” abbandonandosi a ideologiche forme di anarchia, considerando tutto una dispotica imposizione del “potere”, ma di pensare a forme di vita più sostenibili a partire da una consapevolezza della finitezza della vita umana! Chiunque legge queste parole «chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?» non può non riconoscerne la schiacciante verità!

    Perché non riusciamo da cristiani a proporre stili di vita un po’ alternativi? Non è che siamo totalmente allineati ad una prospettiva mondana che ha tolto di mezzo il primato di Dio!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 07, 2011 8:38 am

      • IX domenica del Tempo Ordinario. 6 marzo 2011
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Dal libro del Deuteronomio 11, 18. 26-28
Mosè parlò al popolo dicendo: «Porrete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi. Vedete, io pongo oggi davanti a voi una benedizione e una maledizione: la benedizione, se obbedite ai comandi del Signore vostro Dio, che oggi vi do'; la maledizione, se non obbedite ai comandi del Signore vostro Dio e se vi allontanate dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuti. [Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che oggi io pongo dinanzi a voi]».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 3, 21-25a. 28
Fratelli, ora, invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue. Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della legge.



Dal vangelo secondo Matteo 7, 21-27
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».




    • La cura del cuore
    Un buon credente dubita sempre della sua rettitudine... non per niente, tanto più ci si avvicina alla santità, quanto più aumenta la percezione della propria miseria e del proprio peccato! Basta leggere una biografia di qualunque santo per riscontrare un ricorso sistematico al sacramento della riconciliazione. A questo livello non c'è praticante o non praticante che possa passare indenne da un riconoscimento chiaro della propria difformità dalla volontà di Dio! Chi si intestardisce nel tentativo di mostrare la propria coerenza e il proprio merito incorre in una pesante magra figura.

    Eppure non si contano i praticanti e i non praticanti che dichiarano di sentirsi la coscienza apposto davanti a Dio: "non faccio niente di male", "quando c'è da fare qualche offerta per i poveri non mi tiro indietro", "dico le preghiere tutti i giorni"... Che cosa c'è da fare in più!

    Il fatto è che il nostro criterio di giustizia si basa troppo su un calcolo esteriore delle opere buone ma, se ascoltiamo bene la prima lettura di oggi, ci accorgeremo che la richiesta ha ben altra radice: «Mosè parlò al popolo dicendo: "Porrete nel cuore e nell'anima queste mie parole, ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi"».

    Si noti come la prima esigenza indicata da Dio sia la centralità del cuore e dell'anima! La giustizia non è assicurata da elementi esteriori ma dall'intimo dell'uomo. Per questo Gesù rincarerà la dose affermando «Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli»!

    Riempirsi di belle parole la bocca così come compiere gesti di bontà senza un cuore che si sia messo in totale sintonia con il Signore, non ha alcun tipo di merito davanti a Dio. Gesù esemplifica ulteriormente il messaggio proponendo l'immagine della costruzione della casa: ciò che dà garanzia di tenuta è il fondamento non i mattoni che vengono messi uno sopra l'altro....
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 14, 2011 9:14 am

      • I domenica di Quaresima. 13 marzo 2011
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Dal libro della Genesi 2, 7-9; 3, 1-7
Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete» . Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5, 12-19
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.



Dal vangelo secondo Matteo 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede"». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: "Non tentare il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto"». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servirono.




    • Lottiamo con Cristo
    Che cosa ha fatto il Signore Gesù per noi! Che cosa ha operato nella nostra vita! Che cosa è avvenuto nel nostro battesimo! Sono domande che ci dobbiamo porre, senza scorciatoie! È dalla persuasione di un intervento preciso della grazia di Dio che può aprirsi un cammino quaresimale autenticamente fecondo!

    La Quaresima, infatti, non è tempo di conquista, non è allenamento della volontà per un rigore morale più qualificato! Smettiamola con la tiritera solita "dobbiamo essere più buoni"... non lo saremo mai! Nella Quaresima deve evidenziarsi in maniera nitida che se non fosse per l'amore del Crocifisso, non ci sarebbe speranza!

    Il digiuno, l'elemosina e la preghiera non sono altro che le vie preferenziali per eliminare la nostra boria di auto salvezza e riconoscere che ancora ci siamo attaccati ai nostri mezzucci per salvarci e abbiamo emarginato Cristo alla stregua della semplice ciliegina sulla torta...

    Siamo stati immersi nell'acqua del fonte battesimale per morire a noi stessi e rivestirci di Cristo: Lui si è giocato per noi, per sempre, in maniera radicale! Noi siamo inabitati da Lui! Ma quanto effettivamente pesa la sua presenza in noi? Quanto Gesù è libero di agire in noi e quanto ancora è condannato, flagellato e crocifisso...

    Ascolteremo il Vangelo delle Tentazioni: non si tratta del solito raccontino per alimentare nella coscienza del popolino lo spauracchio del diavolo! È piuttosto l'esemplificazione della lotta necessaria per rimanere nella volontà del Padre: Gesù ha pagato a caro prezzo la sua decisione di contrastare la proposta comoda e allettante del satana... La stessa presa di posizione è richiesta ad ogni uomo che abbraccia la via cristiana del battesimo: per tre volte il prete domanda "Rinunci a Satana, alle sue seduzione e alle sue opere!". Il rinunciare non è un atto dichiarato una volta per tutte sull'onda dell'entusiasmo, ma è una costante della vita credente nella scelta tra la Parola che esce dalla bocca di Dio e la parola melliflua e malvagiamente suadente del diavolo... Lottiamo...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 21, 2011 8:43 am

      • II domenica di Quaresima. 20 marzo 2011
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Dal libro della Genesi 12, 1-4a
In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.



Dalla lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 1, 8b-10
Carissimo, soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo.



Dal vangelo secondo Matteo 17, 1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».




    • Alla luce del Sole
    Settimana scorsa la fatica della lotta, nel buio della tentazione: ogni giorno conosce la sua notte, la sua oscurità…la fatica di vedere avanti, di sperare, di progettare…ci si muove a tentoni con l’ausilio della sola memoria perché gli occhi non vedono! Solo se uno ha una memoria allenata anche nel buio sa destreggiarsi con una certa scioltezza: conosce gli ostacoli e ha in mente le vie percorribili. Nel buio della fede è la memoria della Parola di Dio a sorreggere la sfida: così ci ha mostrato Gesù nel suo scontro con il Satana…

    Oggi lo splendore della luce, la trasfigurazione: ogni giorno conosce il suo mezzogiorno nel quale il sole irradia potenti i suoi raggi…tutti i giusti si sentono a loro agio alla luce del sole: «Signore, è bello per noi essere qui!». Gesù dopo essere passato dal buio della tentazione ora risplende in tutta la sua gloria! Vinta l’aggressione del male, all’uomo è dato di risplendere in tutta la pienezza di luce divina: «il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce»!

    Mi sembra spettacolare questa evoluzione, dal buio alla luce! Cristo l’ha vissuta per noi, suoi discepoli. Pietro, Giacomo e Giovanni erano poveri diavoli come noi, che non riuscivano a capire bene che cosa avesse in mente il Maestro…aveva appena finito di raccontare che cosa gli sarebbe successo a Gerusalemme e li aveva esortati a portare insieme a lui la croce… non credo fosse stato tanto convincente nella sua proposta… c’era troppo da perdere! E allora, ecco Gesù che porta i suoi amici sul monte e anticipa il suo vero destino: per i discepoli si apre uno scenario del tutto nuovo…

    È così che va vista la Quaresima: non si tratta di un tempo di penitenza e di privazione, ma di un tempo prezioso per imparare a brillare della luce di cui siamo illuminati! Gesù si trasfigura avanti ai nostri occhi in ogni Eucaristia: è quella luce lì che deve riflettersi sui nostri volti! È bello o no il destino propostoci nelle parole che descrivono il gesto eucaristico “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”? Qui la trasfigurazione…
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 28, 2011 9:28 am

      • III domenica di Quaresima. 27 marzo 2011
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Dal libro dell'Esodo 17, 3-7
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Allora Mosè invocò l'aiuto del Signore, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà». Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d'Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5, 1-2. 5-8
Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.



Dal vangelo secondo Giovanni 4, 5-42
In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?» , o: «Perché parli con lei?». La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». Uscirono allora dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto» . E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».




    • Acqua viva
    «Dammi da bere» è la richiesta di Gesù alla Samaritana che sta attingendo al pozzo. «Ho sete» è la richiesta che Gesù rivolge ai soldati dalla croce. Gesù, il Figlio di Dio, che si fa mendicante d'acqua, Lui che è l'acqua viva che disseta per sempre... Dio si fa bisognoso non per chiedere ma per dare: l'esatto contrario di ciò che di solito osserviamo nelle dinamiche del mondo. Fa impressione questo ribaltamento delle parti, tutto per creare le condizioni per un incontro e poter offrire la salvezza!

    Gesù sfida ogni tipo di consuetudine e si mette a parlare con una donna samaritana: un uomo che si abbassa a parlare con una donna... un giudeo che si intrattiene con una samaritana... spettacolo indecente per chiunque fosse passato di lì in quel momento! Ciò che a Gesù interessa è semplicemente annunciare il desiderio del Padre: «ricondurre all'ovile tutte le pecore disperse»! A questo scopo ogni strategia è legittima, anche se è contraria alle logiche dei benpensanti...

    È un vero e proprio itinerario di fede il dialogo che si svolge tra Gesù e la Samaritana: la discrezione e la gradualità nell'entrare in relazione sono dei veri e propri capolavori del rispetto e della cura di Dio nei confronti dell'uomo che desidera salvare. Gesù mostra chiaramente che la salvezza non è una benevola concessione ma una sentita esigenza di Dio! Dio ha desiderio che l'uomo sia felice: come tutti i papà e le mamme di questo mondo nei confronti dei propri figli...

    Dentro il bisogno dì Dio si rivela pure il bisogno dell'uomo: la donna si trova a chiedere lei stessa «Signore, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua»! Il bisogno di Dio è lo stesso bisogno dell'uomo! Dio cerca l'uomo e l'uomo cerca Dio!

    La Samaritana, incontrata l'attenzione di Gesù, corre al villaggio e annuncia di aver trovato il Messia. Nella pienezza del dono ricevuto si dimentica l'anfora dell'acqua...è già dissetata! E noi?
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 04, 2011 8:35 am

      • IV domenica di Quaresima. 3 aprile 2008
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Dal primo libro di Samuele 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi di olio il tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando Iesse e i suoi figli gli furono davanti, egli osservò Eliab e disse: «È forse davanti al Signore il suo consacrato?». Il Signore rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore». Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi.



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 5, 8-14
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: «Svegliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà».



Dal vangelo secondo Giovanni 9, 1-41
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Siloe (che significa "Inviato")». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui» ; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Siloe e lavati!". Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so». Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane».




    • E sia la Luce
    Se appena appena si ha un po' di senso del bello non ci si può non rimanere incantati nell'ascoltare i brani di Vangelo che vengono letti nelle domeniche di quaresima: domenica scorsa l'incontro, al pozzo di Giacobbe, tra Gesù e la Samaritana - il simbolo dell'acqua -, una meravigliosa icona evangelica evocativa del rapporto sponsale tra Dio e l'umanità,- oggi il miracolo del Cieco nato - il simbolo della luce -, un capolavoro letterario che descrive con sapienza la progressiva illuminazione operata da Gesù nell'uomo. Acqua e Luce, simboli celebrativi del battesimo, capaci ancora di spingere alla conversione l'uomo che vive nel secondo millennio...

    La creazione del mondo, secondo il racconto della Genesi, inizia con la luce «E Dio disse: "Sia la luce"»: solo nella luce è possibile mettere ordine al caos primordiale. Solo alla luce di Cristo è possibile mettere ordine nella vita dell'uomo! Fratelli cari, san Paolo ce lo ha detto esplicitamente: «Voi siete nella luce»! I cristiani dei primi secoli definivano i battezzati 'gli illuminati': chi conosce Gesù non è più nelle tenebre, ma nello splendore della verità!

    Ci accorgiamo della grazia che ci è stata donata nel Battesimo! Nel momento in cui battezziamo i bambini riconosciamo che non si tratta di una occasione per fare festa in famiglia ma per far venire alla luce, in maniera definitiva, i bambini che giacciono nelle tenebre! Venire alla luce non significa solo nascere fisicamente ma anche esistenzialmente: all'uomo non basta esistere, deve poter vivere! Per vivere è necessario sentirsi amati! Amati da un amore eterno! Un amore che ci precede e che ci segue...

    Tutto questo comprende il cieco nato del Vangelo: la sua cecità è simbolo della cecità di tutta la gente che gli gira attorno! Sono i farisei i veri ciechi: alla fine, infatti, il cieco nato vedrà e riconoscerà la figliolanza divina di Gesù; mentre i farisei rimarranno chiusi nella loro tenebra di odio e di vendetta...

    Chiediamo al Signore il dono della fede: è un faro capace di illuminare anche le situazioni più buie e intricate della vita.
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 11, 2011 9:22 am

      • V domenica di Quaresima. 10 aprile 2011
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Dal libro del profeta Ezechiele 37, 12-14
Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 8-11
Fratelli, quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.



Dal vangelo secondo Giovanni 11, 1-45
In quel tempo, era malato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betania distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dài ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.




    • La vita dipende da Gesù
    Acqua e luce: i due elementi che la liturgia ha eletto come indicatori privilegiati per definire l'identità di Gesù. Gesù è "l'acqua viva" che disseta per la vita eterna... Gesù "è la luce vera che illumina ogni uomo"... Acqua e luce sono essenziali per la vita: senza acqua si inaridisce, senza luce ci si spegne...

    Se Gesù è l'acqua e la luce, significa che Gesù è la VITA! «lo sono la risurrezione e la vita,- chi crede in me, anche se muore, vivrà, chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno»: questa è la notizia più bella che l'uomo possa ricevere! Tutti gli sforzi che l'uomo mette in atto non sono forse connessi alla lotta contro la morte! Lavorare, mangiare, fare figli, arricchirsi, tenersi in forma, non sono tutte attività legate al tentativo di schivare la morte!

    Gesù ci assicura che qualsiasi strategia attuiamo non riusciremo mai ad aggirare l'ostacolo della morte: solo lui è in grado di rimuovere la pietra che imprigiona l'uomo nel sepolcro... senza Gesù non c'è maniera per sfuggire all'oblio della morte! Non si tratta di immortalità: Gesù non dice che dobbiamo credere nell'immortalità dell'anima! Gesù dice chiaramente che LUI è la risurrezione e la vita!

    È l'amicizia con Gesù che cancella ogni influsso negativo della morte: fintanto che Gesù non entra a Betania e chiama fuori Lazzaro dal sepolcro, quegli è condannato inesorabilmente ad imputridire! È la Parola di Cristo che fa uscire dalla tomba di morte in cui giacciamo!

    Lazzaro esce dalla tomba ancora fasciato mani e piedi, i segni della morte ancora lo avvolgono, tuttavia cammina. La morte è comune eredità del genere umano: Gesù non viene a cancellarla definitivamente ma a toglierne il veleno! La morte non ha potere sulla vita che Gesù dona! Gesù uscirà dal sepolcro lasciando in esso le bende e il sudario: Lui è la VITA! Non c'è più alcun segno di potere della morte su di Lui!

    È in forza della Risurrezione di Cristo che il miracolo di Lazzaro è avvenimento per tutti gli amici di Gesù.
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 18, 2011 9:44 am

      • Domenica delle Palme. 17 aprile 2011
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Dal libro del profeta Isaia 50,4-7
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.



Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo 26,14-27,66
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.

Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»

Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio». E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea». E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina».

Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.

Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione. I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni». Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?».

Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire». Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo». Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E uscito all'aperto, pianse amaramente.

Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?» . Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile (disse) di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. Giunti a un luogo detto Golgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.

Il giorno dopo, che era quello successivo alla Parascève, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete». Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.




    • Fede ballerina...
    Dopo il tempo opportuno della Quaresima nel quale siamo stati invitati a tacitare la nostra smania di onnipotenza lavorando sulle basse pulsioni che ci illudono di conservare la vita, giungiamo alla Settimana Santa, pronti a lasciarci riempire la vita da Colui che solo la possiede e la può donare...

    La liturgia della Domenica delle Palme si introduce con un brano nel quale si inneggia a Gesù, riconosciuto dal popolo come Re e Messia. Anche noi siamo invitati, nel segno della processione con i rami d'ulivo, ad esprimere la nostra accoglienza entusiasta di Gesù come Signore. Tutto parla di gioia ed esultanza, di fede e di devozione, di entusiasmo e di felicità...

    Si canta, si acclama, si agitano festosi i rami d'ulivo: tutto sembra a favore del riconoscimento di Gesù come Signore! Sembra... come tante delle nostre manifestazioni di fede, soprattutto in occasione dei Sacramenti...

    E poi! Raggelante è il cambio di prospettiva... la liturgia della Parola in Chiesa parla di accuse, di rifiuto, di morte... La stessa gente che ha acclamato a Gesù in Gerusalemme, ora grida a Pilato "crocifiggilo"... Nel giro di pochi minuti l'amore si tramuta in odio, l'amicizia in tradimento! Mi trafigge l'anima il pensiero che anche io possa essere così... quando si tratta di stare con Gesù sul carro della gloria tutto è facile e comodo... è nella via dell'amore tracciata da Gesù che si fa vivo il dramma della nostra poca fede...

    Lasciamoci mettere a nudo dalla Parola di Dio e dalla liturgia che, ripetendo i gesti e le parole di allora, ci obbliga a rivivere in prima persona il dramma della Passione di Gesù nell'oggi della nostra storia: rifuggiamo da una fredda e sterile ritualizzazione degli eventi della salvezza! Non abbiamo da "fare" alcune "messe" in più... Il ramo d'ulivo che ci portiamo a casa non è il talismano scaccia-pericoli... L'ulivo che appenderemo sulle nostre croci ci ricordi la possibilità terribile che la nostra fede sia tanto meschina da acclamare a parole a Gesù e poi rinnegarlo nei fatti...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 26, 2011 8:24 am

      • Domenica di Pasqua. 24 aprile 2011
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Dagli Atti degli Apostoli 10, 34a. 37-43
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 1-4
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.

oppure:

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 5, 6b-8
Fratelli, non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.





Dal vangelo secondo Giovanni 20, 1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

alla sera:

Dal vangelo secondo Luca 24, 13-35
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino» . Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.




    • Alleluia
    Alleluia! Come mi è mancata questa acclamazione! Oggi la possiamo ancora cantare a pieni polmoni: Alleluia! Gesù è risorto! L'austero cammino della Quaresima, nella sua proposta di conversione, chiede di non esultare a partire da una propria conquista ma di attendere la vittoria di Cristo. Quasi a dire; la tua gioia non scaturisce dai tuoi sforzi, dai tuoi sacrifici, dalle tue conquiste, ma solo dalla grazia di Dio!

    Alleluia, lo possiamo cantare, indipendentemente dalla condizione in cui ci troviamo! La cantano i santi come i peccatori, i sani come i malati, le persone contente come quelle tristi: Gesù ha vinto la morte, il male, il peccato, per tutti! La salvezza non è qualcosa che viene riversata a qualche privilegiato, ma viene donata a tutti!

    Alleluia! Dai, cantiamolo con tutta la fede che abbiamo! Finalmente l'uomo non è più schiavo del proprio limite, non è più condannato a dover dimostrare chissà che! L'uomo è salvo perché amato! Punto e stop! Da qui deriva tutta la gratuità propria dei Sacramenti: il Battesimo, l'Eucaristia, la Confermazione, la Riconciliazione non sono altro che i segni visibili dell'amore dì Gesù che, vivo, ancora regala i frutti della sua redenzione.

    Alleluia! Il sepolcro è vuoto! Né Maria Maddalena, né Pietro e né Giovanni hanno capito subito quello che era successo! Fatto sta che Gesù non è più da ricercare tra i morti ma tra i vivi! Gesù non è una stranezza da immaginare e da attendere nel dopo-morte! Gesù è una persona che mi vive accanto e che, giorno per giorno, accompagna il cammino della mia vita!

    Alleluia! Si spalanca uno scenario di vita completamente diverso da quello propinato dal senso comune: non si vive per morire, ma si muore per vivere! La vita non è una lotta contro la morte ma è un'avventura d'amore che giorno per giorno si arricchisce di Dio fino ad arrivare ad essere un tutt'uno con Lui!

    Alleluia! Cantiamolo insieme! Non siamo degli illusi: Cristo è veramente risorto! E noi ne siamo testimoni!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 02, 2011 9:06 am

      • Domenica della Divina Misericordia. 1 maggio 2011
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Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47
I fratelli erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1, 3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.



Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-31
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.




    • Il dono della misericordia
    Ce lo ripetiamo ancora "Cristo è risorto"! Non temiamo di essere noiosi nel ribadire questa buona notizia. Per intaccare la scorza spessa del cuore umano c'è da essere particolarmente incisivi ed insistenti, Gesù stesso ce lo insegna: non è apparso una volta sola! Ha continuato a mostrarsi finché, uno per uno, i suoi amici arrivassero ad essere consapevoli dell'avvenimento.

    Tommaso è una splendida icona del cuore umano: non è cattivo né insensibile. Semplicemente non riesce a superare la resistenza dell'animo che tendenzialmente dubita di tutto e di tutti. Il dubbio lo si supera solo grazie all'amore: quando uno si sente amato, abbassa le barriere del dubbio e si abbandona fiducioso nelle braccia dell'amante... «Mio Signore e mio Dio»

    Gesù non giudica Tommaso per la sua incredulità, gli va incontro e gli mostra le sue mani e suoi piedi trafitti e la ferita del costato... È come dire: "guarda come ti amo, abbandonato e crocifisso, non conservo rancore e vendetta ma ti vengo incontro ridonandoti la mia amicizia".

    Nell'incontro tra Gesù e i discepoli rinchiusi dentro il Cenacolo avviene il miracolo della misericordia di Dio: Gesù non torna a rimproverare la codardia dei suoi amici, non recrimina sui loro abbandoni, si presenta e dice «Pace a voi»! Chi ama non si stanca di amare: rilancia senza condizioni e sprona alla fiducia!

    Da qui parte e riparte la Chiesa, ieri come oggi: dal continuo venirci incontro di Gesù nella celebrazione dell'Eucaristia dove tutti siamo radunati, peccatori ed impauriti, bisognosi di permanenti conferme... Non ci imputa colpe, solo ci scuote perché abbiamo «vita nel suo nome»! L'unico desiderio di Gesù è che noi viviamo una vita piena!

    Oggi alcuni nostri bambini riceveranno il dono della misericordia nel Sacramento della Riconciliazione: possano fare davvero esperienza della presenza sanante del Risorto!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 09, 2011 9:17 am

      • III domenica di Pasqua. 8 maggio 2011
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Dagli Atti degli Apostoli 2, 14a. 22-33
Nel giorno di Pentecoste, Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret — uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete —, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: " Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza ". Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi. Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: "Questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione". Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 1, 17-21
Carissimi, se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l'argento e l'oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma si è manifestato negli ultimi tempi per voi. E voi per opera sua credete in Dio, che l'ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.



Dal vangelo secondo Luca 24, 13-35
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.




    • Mane nobiscum, Domine
    Non so quanti chilometri noi siamo distanti da Gerusalemme... dal punto di vista geografico, è una certezza: in linea d'area, sono 2925! Dal punto di vista della fede, invece, le distanze vanno calcolate personalmente... Dobbiamo chiederci quanto siamo distanti dal mistero della morte e risurrezione di Cristo! È bene che ce lo ricordiamo: noi siamo costantemente in cammino. Così capita che o ci avviciniamo o ci allontaniamo... Gerusalemme rimane sempre la meta da raggiungere!

    La vicinanza o la lontananza non determinano rispettivamente la presenza o l'assenza di Gesù: nel Vangelo di oggi emerge chiaramente che il Risorto raggiunge chiunque sia in cammino! Anche - direi soprattutto - coloro che hanno preso le distanze dall'evento della sua morte e risurrezione. Gesù raggiunge proprio coloro che si interrogano e si fa carico delle domande mostrandosi disponibile alla illuminazione.

    La spiegazione che Gesù da ai discepoli di Emmaus è strettamente collegata alle Scritture: c'è un disegno ben preciso che Dio sta realizzando e solo la sua comprensione permette di gioire e «scaldare il cuore». Non si tratta di emozioni ma di evidenze veritative che fanno intuire il senso della storia e mostrano una ragionevolezza all'avventura della vita.

    Bellissima l'annotazione dell'evangelista Luca che sottolinea «Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano»: non si arriva ad una evidenza tale che non comporti una ripresa del cammino! La Parola di Dio è «lampada per i nostri passi e luce per il nostro cammino», appunto! ... c'è sempre da camminare! E Gesù ha la pazienza di attendere i nostri tempi: su invito dei discepoli si ferma a spezzare il pane «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto».

    L'eucaristia è il sostare con noi di Gesù! È il ristorarci nelle nostre fatiche! È il farci intravedere la vita oltre... Possano i nostri bambini della prima comunione godere di questa esperienza...
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 16, 2011 7:39 am

      • IV domenica di Pasqua. 15 maggio 2011
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Dagli Atti degli Apostoli 2, 14a.36-41
Nel giorno di Pentecoste, Pietro levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Sappia con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!». All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 2, 20b-25
Carissimi, se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, quando era oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.



Dal vangelo secondo Giovanni 10, 1-10

In quel tempo, Gesù disse; «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza».




    • Il Buon Pastore
    Sempre più sbiadita risulta l'immagine del pastore utilizzata da Gesù per definire il suo ruolo di guida per l'umanità: sia perché la pastorizia non fa più parte del vissuto comune, sia perché l'ideologia della totale autonomia ha spazzato via ogni riferimento ad "altro da sé". Eppure sull'immagine del Buon pastore è bene che si rifletta ancora: ha da insegnarci dimensioni assolutamente portanti nella costruzione della nostra identità cristiana.

    Checché si voglia far credere che ognuno è autonomo e indipendente nella gestione della propria vita, tutti si dipende gli uni dagli altri! Gesù mette in guardia dall'essere un gregge condotto da ladri e briganti... È facile fidarsi di uomini che con malizia e interesse si presentano come buoni e alla fine si dimostrano avidi e prepotenti.

    Gesù si presenta come l'unico Buon Pastore! Solo Lui garantisce una vita pienamente realizzata. Perché! Perché non pensa a salvare la propria vita ma quella delle pecore! Per il pastore le pecore sono preziose perché sono di sua proprietà, per il mercenario sono oggetto di puro sfruttamento, il loro destino non gli interessa...

    Ecco quali sono le caratteristiche con le quali Gesù si definisce come il Buon pastore:

    - entra dalla porta del recinto: cioè si fa riconoscere, chiede permesso, invoca il gioco della libertà dell'altro prima di assumere il ruolo di guida... non si camuffa come fanno i ladri e i briganti! Accetta pure di essere rifiutato...

    - chiama le pecore per nome: nessuno è un numero! Tutti hanno un volto e una importanza singolare! Per ciascuno da la sua vita ed offre la sua cura... anche per le pecore stanche ed ammalate...

    - le conduce fuori: non tiene le pecore dentro il recinto ma le porta a pascolare in piena libertà... non tiene le pecore per i propri interessi ma per favorire la loro libertà e pienezza di vita...

    - cammina davanti: gli ostacoli li affronta Lui per noi! Non mette a repentaglio la vita delle pecore ma la sua! Considera la vita delle pecore più preziosa della sua....
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 23, 2011 9:26 am

      • V domenica di Pasqua. 22 maggio 2011
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Dagli Atti degli Apostoli 6, 1-7
In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani. Intanto la parola di Dio si diffondeva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 2, 4-9
Carissimi, stringetevi a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Si legge infatti nella Scrittura: "Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso". Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli "la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare, sasso d'inciampo e pietra di scandalo". Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati. Ma voi siete "la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose" di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce.



Dal vangelo secondo Giovanni 14, 1-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.




    • Io sono la VIA
    Gesù conosce molto bene la fatica degli uomini nel cercare e trovare la verità! Sa come sia fitta l'oscurità quando si tratta di individuare il senso della vita. L'uomo desidera la pienezza ma si scontra con il limite. Ed è un dramma: sembra che non ci sia via d'uscita ai grandi interrogativi che gravano sul cuore umano...

    Per questo, l'opera di Gesù ha spesso la connotazione dello squarcio di luce dentro la coltre nera che copre il cuore dell'uomo! Domenica scorsa Gesù si è presentato come «la porta»; una porta aperta, una breccia schiusa affinchè l'uomo possa «entrare e uscire» e sentire tutta la bellezza della libertà. In questa domenica, Gesù si definisce come «la via»: ancora una possibilità di camminare, di sperare, di avere un obiettivo! Pertugi di luce per una umanità brancolante nel buio...

    Eppure, anche i vicini stentano a riconoscere la grazia che è loro concessa; Tommaso chiede «Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via!»... "La via" gli viene incontro ma l'uomo non la intraprende! È dubbioso, è insicuro, è malfidente! Il prologo di Giovanni l'aveva preannunciato «Venne nel mondo la luce vera ma gli uomini non l'hanno accolta»...

    Non appena si imbrocca «la via», vengono a ruota «la verità» e «la vita»! Nella via tracciata da Gesù c'è modo di riconoscere la verità tutta intera e, insieme, di godere in pienezza la vita, senza sprecarla! La vita è un bene preziosissimo non possiamo permetterci il lusso di sbagliarla!

    Fratelli cari, non andiamo alla ricerca di chissà quale geniale trovata capace di risolvere l'enigma della vita! C'è già: è Gesù! Non è una scorciatoia: è proprio la via! Sono i percorsi alternativi a Lui che allungano i cammini e non portano a nulla... Attenzione, però! Non ci si aspetti una via facile e scontata. La via di Gesù richiede sacrificio, abnegazione, impegno, fedeltà, fatica... è proprio la via della vita! Buon cammino
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 30, 2011 7:52 am

      • VI domenica di Pasqua. 29 maggio 2011
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Dagli Atti degli Apostoli 8, 5-8. 14-17
In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.



Dalla prima lettera di san Pietro apostolo 3, 15-18
Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. E' meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male. Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.



Dal vangelo secondo Giovanni 14, 15-21
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».




    • Conoscere nello Spirito
    Vorrei tanto che tutti potessero vedere... deve risultare estremamente avvilente vivere senza la dimensione della trascendenza... A volte provo a mettermi nei panni di chi non crede in nulla, se non in ciò che riconosce con la sola razionalità scientifica: il mondo si popola di cose, ma senz'anima... vere solo nell'istante del loro esserci e niente di più! Terribile!

    Questo è il di più della fede che ci è dato di possedere: «lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi».

    Lo Spirito è un dono di cui nessuno può vantarsi, è solo grazia! Ma è proprio una marcia in più! È il vedere oltre la semplice e cruda evidenza della materialità! È uno sguardo trasfigurato; come avviene nell'esperienza dell'amore. Quando uno è innamorato vede la persona che ama in maniera del tutto originale rispetto agli altri. È pazzia! No! È il bello della vita! È la possibilità di osare il futuro, di credere nella godibilità della vita!

    «Il mondo non può ricevere lo Spirito perché non lo vede»... mi dispiace troppo! Noi che lo conosciamo non possiamo esimerci dal raccontare che cosa vediamo! Come uno scienziato che scopre delle cose incredibili ed è chiamato a dimostrare la sua tesi, così anche i credenti devono mostrare nella loro vita e nelle loro parole la credibilità di una vita nello Spirito!
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 06, 2011 7:58 am

      • Acensione del Signore. 5 giugno 2011
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Dagli atti degli apostoli 1,1-11
Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni». Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?» . Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1, 17-23
Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.



Dal vangelo secondo Matteo 28, 16-20
In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».




    • Tocca a noi!
    Gesù ascende al cielo: l'avvenimento ha i tratti del miracoloso, dello straordinario. Bisogna che si eviti un approccio giornalistico all'evento! È evidente come i racconti evangelici che narrano l'ascensione usino un linguaggio metaforico; non è proprio possibile immaginare un uomo - sebbene si tratti di Gesù - che si mette a volare, scomparendo tra le nubi...

    Che cosa è avvenuto? Che cosa hanno desiderato comunicare gli apostoli con un racconto di questo genere? Per quaranta giorni gli apostoli avevano goduto della presenza del Risorto: avevano parlato e mangiato con lui più volte! Avevano dunque sperimentato concretamente la sua presenza. Forse si erano abituati ad un rapporto intimistico con Gesù e non avevano compreso l'istanza rivoluzionaria del Vangelo. Gli angeli che appaiono e dicono «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo!» mi sembra un chiaro rimprovero verso uomini fermi e inerti.

    L'evento dell'Ascensione che apparentemente assume i contorni della contemplazione, in realtà, è l'esortazione ferma ad un impegno fattivo nei confronti della storia. Gesù sparisce dalla vita ordinaria degli apostoli perché questa è l'ora della testimonianza operosa! «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spinto Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».

    Il cristianesimo non è alienazione come qualcuno ha sostenuto! Solo una cattiva comprensione della fede porta ad una estraneazione dalle cose del mondo! Gesù ascende al cielo per attestare la sua divinità: «A me è stato dato ogni potere in ci8elo e sulla terra»: ora, i discepoli devono continuare l'opera contando sulla solidità del progetto!

    L'evangelizzazione non sarà di certo un'opera prometeica alla conquista del mondo da parte di uomini ingegnosi e intraprendenti! La forza verrà tutta da una certezza : «lo sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
    • don Natalino Pedrana
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 13, 2011 8:37 am

      • Pentecoste. 12 giugno 2011
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      • Messa vespertina della Vigilia
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Dal libro del profeta Gioèle 3,1-5
Così dice il Signore: «Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile. Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamati».



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,22-27
Fratelli, sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza; infatti, ciò che uno gia vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

Dal vangelo secondo Giovanni 7,37-39
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.



      • Messa del giorno
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Dagli atti degli Apostoli 2, 1-11
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 3b-7. 12-13
Fratelli, nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo. Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.



Dal vangelo secondo Giovanni 20, 19-23
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».




    • Lo Spirito ci fa una cosa sola con Dio
    «Fratelli nessuno può dire; "Gesù è Signore!", se non sotto l'azione dello Spirito Santo»! Paolo dice una cosa strepitosa: non esiste uomo che possa riconoscere che Gesù è Dio se non è ispirato dallo Spirito! E noi ci chiediamo ancora chi sia lo Spirito! È semplicemente colui che con efficacia, nella più perfetta discrezione, permette a ciascuno di noi di inginocchiarci davanti all'Eucaristia e dire "mio Signore e mio Dio"...


    Nessuno di noi è un genio! Nessuno può vantare un merito nella fede che possiede: è tutto e solo dono dello Spirito Santo che Gesù ha inviato e invia nella storia a sostegno della testimonianza dei discepoli. Gli Atti degli Apostoli parlano dell'evento nel tipico genere letterario delle Teofanie (manifestazioni di Dio) e, quindi, sottolineandone l'eccezionalità e la grandiosità: il frastuono, il vento forte, il fuoco...

    Ancora oggi scende sulla Chiesa la stessa effusione dello Spirito: il nostro linguaggio per raccontarla non è più lo stesso di un tempo ma gli effetti sono i medesimi! Non è forse vero che in tutto il mondo si sta celebrando l'Eucaristia, in tutto il mondo si ascolta la medesima Parola, in tutto il mondo si innalza la preghiera... «ciascuno li udiva parlare nella propria lingua»! Popoli e nazioni gridano la stessa verità "Gesù è risorto": sono tante le lingue che lo esprimono, ma unico è l'avvenimento!

    È lo Spirito Santo che ci fa un unico popolo: non c'è più bianco o nero, non c'è più schiavo o libero, non c'è più sapiente o ignorante! Tutti siamo uomini e donne amati da Dio e baciati dalla sua grazia! Tutti con la stessa dignità del Figlio unigenito! Lo Spirito è l'anima della comunione: come fa sussistere la comunione tra il Padre e il Figlio alla stessa maniera, partecipa della stessa comunione gli uomini! La Pentecoste non è altro che l'allargamento del mistero di Dio all'umanità intera! Grazie allo Spirito siamo resi una cosa sola con Gesù e con il Padre! Siamo davvero parte di Dio!

    Ma ce ne rendiamo conto!
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 20, 2011 7:21 am

      • Santissima Trinità. 19 giugno 2011
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Dal libro dell'Esodo 34, 4b-6. 8-9
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mio Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa' di noi la tua eredità».



Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 13, 11-13
Fratelli, siate lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano. La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.



Dal vangelo secondo Giovanni 3, 16-18
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».




    • Dio: una storia d'amore Fratelli
    Dio presenta la sua carta d'identità: si chiama Padre e Figlio e Spirito Santo. Tre nomi che definiscono il suo Nome. Non si tratta di nomi propri di persona ma di relazioni, di rapporti interpersonali. Dio si definisce, in sostanza, come "essere con" ed "essere per". Non è una rivelazione di poco conto: Dio non si concepisce come un essere bastante a se stesso, indifferente al fuori da sé! Dio non prescinde dalla relazione: la sua vita, essendo amore, è costante uscita da sé, desiderio dell'altro, comunione con l'altro.

    Questi discorsi che appaiono disquisizioni gratuite e astratte, in realtà sono fortemente allusive per una comprensione corretta del mistero di Dio: davvero l'essere trinitario di Dio implica un ribaltamento radicale del modo di concepire la sua relazione con il mondo! Il fatto che abbia mandato il proprio Figlio nel mondo sta a significare lo scopo autentico che Dio persegue; dare il Figlio al mondo significa offrire il massimo dell'intimità possibile.

    Il Figlio fatto uomo è la manifestazione più chiara della desiderabilità dell'umanità: il Padre amando il Figlio eternamente, ormai lo ama da uomo! In Lui tutta l'umanità è entrata nell'amore del Padre. Così come l'umanità, che ha accolto il Figlio, in Lui sente un desiderio folle dell'unione con il Padre.

    E lo Spirito che cosa c'entra! Lo Spirito è l'amore stesso che c'è tra il Padre e il Figlio. Lo Spirito è la consistenza personale dell'amore. Lo Spirito non è un'emozione ma una persona! Cioè qualcuno che non si può dire "adesso c'è e adesso no"! Una persona è e basta! È qui che nasce il bisogno e l'urgenza di invocare il dono dello Spirito: perché la nostra fede abbia una consistenza! Non sia fluttuante in base al nostro sentire, ma sia la comunione certa e granitica che ha connotato il rapporto tra Gesù e il Padre.

    Nel Getzemani il sentimento non deponeva a favore del Padre, avvertito come estremamente lontano e indifferente... ma lo Spirito, essendo «forte» ha garantito a Gesù una comunione inossidabile... ed è stata vittoria! Troppo bello!
    • don Natalino Pedrana
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      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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