Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
Rispondi
Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:
Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mer apr 08, 2009 9:49 am


  • L'arma sola e vera
[/size]

«Pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e vegliate con ogni perseveranza» (Efesini 6,18)

Nel capitolo 6º della lettera agli Efesini, l'Apostolo si preoccupa di insegnare a quella comunità cristiana l'arte del combattimento spirituale, la strategia della vittoria sugli attacchi del subdolo nemico. L'arma invincibile, dice, è la preghiera. Questa, infatti, ha una carica di forza sovrumana: «Pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito»; è dunque lo Spirito Santo a pregare nel cristiano, e lo Spirito è onnipotenza di Amore. Egli prega senza interruzione e ci tiene vigilanti.

Vegliare perseverando in preghiera è come montare da sentinella giorno e notte sulle mura della nostra città, ossia sulla nostra vita interiore e pure sulla dimora di Dio che è la Chiesa e tutta l'umanità. Gesù ha vegliato e pregato a lungo; nella notte del Getsemani la lotta ha raggiunto il suo culmine, fino alle lacrime e al sudore di sangue: «Padre, non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42). «Vegliate e pregate per non entrare in tentazione, perché lo spirito è forte, ma la carne è debole» (Mt 26,41). Nei momenti cruciali della nostra vita, quando, anche senza volerlo, ci accade di rinnegare il Signore con i fatti e con le parole, soltanto la preghiera umile, fiduciosa e perseverante può tenerci attaccati a Dio, darci la salvezza e renderci anche cooperatori della salvezza del mondo.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 8 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 09, 2009 9:41 am


  • Memoria e anticipazione
[/size]

«Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me"» (1 Corinzi 11,23-24)

Nella notte in cui veniva tradito, ossia mentre il "principe delle tenebre" agiva contro di lui, Gesù si consegnava ai discepoli, nel sacramento eucaristico. Anticipando la sua passione-morte-risurrezione, il suo corpo immolato e glorificato è dato come memoriale della sua Pasqua, del suo sconfinato amore. È dato come presenza da attualizzare continuamente: «Fate questo in memoria di me». La memoria è essenziale all'esistenza umana che, senza memoria del passato, sarebbe come un albero senza radici.

L'Eucaristia - pane di vita che fortifica il cristiano in cammino verso la dimora eterna - mentre ci fa vivere della memoria di Cristo, ci fa anche anelare al termine del pellegrinaggio terreno per entrare nel giorno dell'eterno splendore e sedere con Cristo alla mensa del Cielo, nella beata comunione dei santi. L'inno eucaristico di san Tommaso d'Aquino si conclude proprio con questo sguardo al futuro: Jesu quem velatum nunc aspicio - Gesù, che ora vedo dietro il velo del mistero, fa' che avvenga quel che tanto desidero: ch'io ti contempli faccia a faccia, e sia beato per la visione della tua gloria. Il memoriale di Cristo ci fa entrare nel Giorno eterno.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 9 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 10, 2009 8:31 am


  • Per ognuno, per sempre
[/size]

«Questa parola è degna di fede: se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo» (2 Timoteo 2,11-12)

La parola degna di fede enunciata da san Paolo nella 2ª lettera a Timoteo è paragonabile a un articolo del Credo. Proclama, infatti, con fermezza che la morte e risurrezione del Cristo ci coinvolgono profondamente: per ricevere la sua vita immortale dobbiamo morire con lui che è venuto a morire per noi. Questa morte può avvenire in modo cruento, come martirio, ma normalmente avviene ogni momento associando alla sua Passione il nostro quotidiano patire.

Da patibolo di estrema umiliazione la croce di Cristo diventa trono regale: regnavit a ligno Deus, canta la Liturgia del Triduo. Gesù regna dalla croce perché, per essa, egli riporta la vittoria sulla morte causata dal peccato di disobbedienza e inaugura il suo Regno di amore e di pace. Perciò, come afferma ancora l'Apostolo, il morire è per noi un guadagno, al fine di vivere Cristo, di rinascere in lui, liberi dalla schiavitù del maligno che sempre tenta di sedurci con false promesse di felicità ricercata nell'avere e nel piacere, rifiutando la sofferenza. Questa, però, grazie alla morte-risurrezione di Cristo, è trasfigurata dall'amore. Il soffrire passa; l'amore rimane per sempre, perché è Dio stesso, pienezza della Vita, se lo vogliamo, per tutti noi.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 10 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 14, 2009 8:22 am


  • Nuova creazione
[/size]

«Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù!» (Colossesi 3,1)

Cercare le cose di lassù non significa fare i sognatori, estraniarsi dalla realtà terrena, ma dare un deciso orientamento al fine ultimo dell'esistenza, senza appagarsi delle inezie di questo mondo trascurando l'essenziale, il "tesoro" incorruttibile. L'Apostolo non lascia spazio al tergiversare: sa bene che uno scarso impegno nella vita cristiana porta quasi inevitabilmente all'indebolimento della fede e al disorientamento nel cammino. L'uomo pasquale è invitato a guardare sempre oltre e tenere il livello della vita spirituale sempre più alto. La sua vita si distingue per un ampio respiro di libertà dai molti condizionamenti interni ed esterni, che sono causa di insicurezza e di angoscia di fronte ad ogni difficoltà e soprattutto di fronte all'enigma della morte.

Il credente scopre proprio nell'esperienza del quotidiano morire e risorgere con Cristo, sotto l'azione dello Spirito Santo, il segreto per "riscattare il tempo", per far passare tutte le cose dall'usura del tempo cronologico (chronos) al tempo della grazia (kairós), quindi al Regno eterno in cui il Cristo Risorto ci ha introdotti. La Pasqua è il prodigio della nuova creazione, il progressivo passaggio al compimento dell'universale salvezza, ai cieli nuovi e alla terra nuova in cui non ci sarà più la morte (cfr. Ap 21,1.4).
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 11 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 14, 2009 8:23 am


  • Silenzio di speranza
[/size]

«Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!» (Colossesi 3,3)

C'è un giorno nell'anno liturgico in cui tutto è immerso nel silenzio - il silenzio del Cristo morto e deposto nel sepolcro in attesa della risurrezione. «Caro mea requiescit in spe» - la mia carne riposa nella speranza - canta la Chiesa nella liturgia; ed è una speranza per tutta l'umanità. San Paolo, scrivendo ai cristiani di Colosse, sottolinea la centralità e il primato del Cristo quale principio di vita nuova. Nel sepolcro egli è come un seme da cui si sprigiona una vitalità incontenibile che si comunica a chi, mediante il Battesimo, viene misticamente con lui sepolto, nascosto al mondo, ma reso vivente in Dio.

Per molti la vita si limita all'apparenza; nella nostra società delle immagini, dell'esteriorità spettacolare, della ricerca di notorietà e di prestigio, il linguaggio cristiano della «vita nascosta», dell'interiorità che si adorna delle virtù evangeliche, in particolare dell'umiltà e della mitezza, suona assurdo, quasi si trattasse di un'anomalia della personalità che, anziché tendere alla massima espressione di sé, mortifica le proprie potenzialità naturali. Si ha praticamente lo scontro tra due diverse concezioni della vita, tra i valori dello spirito e quelli della natura, tra quello che si vede oggi e quello che si vedrà domani, al di là delle cose apparenti e transeunti, realtà già vissuta nella speranza.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 12 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 14, 2009 8:24 am


  • Amore dall'amore
[/size]

«La pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!» (Colossesi 3,15)

In queste parole Paolo riassume quanto ha scritto ai cristiani di Colosse per esortarli a vivere adeguatamente la vocazione alla santità che hanno ricevuto: «Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà», soprattutto «rivestitevi della carità» che riunisce mirabilmente tutte le virtù. Vivendo così, la pace di Cristo regna nei cuori, unisce tutti come in un solo corpo e fa innalzare concordemente l'inno di grazie a Dio. L'Apostolo esorta con insistenza a rendere grazie, anzi ad essere, in Cristo, un incessante rendimento di grazie a Dio Padre per il dono della salvezza.

Proprio la gratuità del dono ricevuto dispone gli animi dei cristiani alla gratitudine, alla lode e alla magnanimità verso tutti gli uomini. Chi non si sente amato difficilmente riesce ad amare e ad avere sentimenti di gratitudine, poiché è l'amore a suscitare amore. Oggi si sente nella gente tanto astio e intolleranza, tanto scontento che spesso diventa tensione incontenibile e sfocia nella polemica e nella violenza. La guerra comincia sempre nel cuore dell'uomo, ed è perciò nel cuore dell'uomo che deve ricomporsi la pace, accogliendo Cristo e la sua Parola di verità e di amore.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 14 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 17, 2009 8:55 am


  • Parola che abita
[/size]

«La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza… Istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori» (Colossesi 3,16)

La Parola di Cristo abiti… San Paolo usa il verbo abitare perché questa Parola è, in realtà, una Persona, è Cristo stesso, Verbo divino incarnato. Altrove lo stesso Apostolo scrive: «Il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori» ( Ef 3,17). Il Verbo ha posto in noi la sua dimora per renderci partecipi della sua divina ricchezza di grazia, di sapienza e di amore. Conoscendo il disegno della salvezza, siamo spinti a cantare con gratitudine e gioia a Dio Padre.

Quanta di quell’angosciosa solitudine esistenziale di cui è afflitta gran parte dell’umanità potrebbe essere dissolta, o almeno alleviata, grazie all’esperienza dell’inabitazione, ossia del mistero della divina Presenza in noi! Perché la Parola abiti in noi e vi rimanga, occorre però aprirsi ad accoglierla. Il Signore Gesù sta alla porta e bussa…

Dice sant’Ambrogio: «Il Verbo divino bussa alla porta, vuole entrare: dipende da noi se non sempre entra, se non sempre rimane. Corri incontro al sole dell’eterna luce: per tutti risplende, ma se qualcuno chiuderà le finestre si sottrarrà alla luce che non tramonta». La consuetudine di accogliere e meditare la Parola di Dio ci fa compiere il viaggio della vita al sicuro, in buona compagnia!
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 15 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 17, 2009 8:58 am


  • Respirare Cristo
[/size]

«Qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre» (Colossesi 3,17)

La persona umana si esprime con le parole e con le opere, con il suo modo di mettersi in relazione con gli altri e con il suo comportamento nelle varie situazioni della vita. Per l'Apostolo l'esistenza del cristiano deve essere totalmente in Cristo, vale a dire in unione vitale con lui, Figlio di Dio, nel quale siamo noi pure diventati figli. Sant'Antonio abate, prima di morire, lasciò ai suoi discepoli, quasi testamento spirituale, questa esortazione: «Respirate sempre Cristo... Cercate di unirvi sempre prima di tutto al Signore, e poi ai santi».

Fare tutto nel nome del Signore Gesù significa dunque agire con rettitudine d'intenzione, dire solo parole vere e costruttive, suggerite dallo Spirito e sostenute dalla preghiera. Il nome indica la persona, e poiché Cristo è il Santo, pensare, parlare e agire nel suo santo Nome comporta un impegno costante nel perseguire la santità, nel dare valore di culto a tutta la nostra vita. Si manifesta così la Presenza di Dio operante nei credenti, il compiersi del suo Regno di amore, di pace e di gioia nonostante persista nel mondo quel mistero d'iniquità che tenta di stravolgere le menti e i cuori degli uomini per spingerli al male. Resta però la consolante realtà che il respiro del Cristo risorto attraversa il cosmo e la storia, tutto purificando e rinnovando.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 16 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 17, 2009 3:56 pm


  • Il prezzo del perdono
[/size]

«Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine... Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi» (Colossesi 3,11-12)

La forte esperienza che Paolo aveva fatto dell'essere stato scelto, amato e perdonato dal Signore si riflette nei suoi scritti. Tutti gratuitamente amati, scelti e chiamati a essere santi - egli dice - i cristiani hanno davanti un modello vivo, una Persona da imitare nella sua tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine... Ecco il volto di Gesù, icona del Padre celeste e nostro fratello primogenito.

Fondamentale in questo modello di santità è il perdono. Gesù è il sacramento e il prezzo del perdono di Dio per tutti gli uomini: un prezzo di valore infinito a cui noi possiamo sempre attingere per essere perdonati e per perdonarci a vicenda. La capacità di perdonare come il Signore ci ha perdonato è di pochi, perché la radice dell'orgoglio e dell'amor proprio è dura da estirpare, e c'è sempre anche l'insinuarsi del "nemico" che fomenta sentimenti di rancore, di odio e di vendetta.

Tutta la violenza che si scatena nel mondo nasce da tale groviglio di sentimenti annidati nei cuori degli uomini come serpenti velenosi. «Me sventurato!», gridava Paolo quando era tentato al male, ma subito, rifugiandosi nelle piaghe del Crocifisso, si sentiva liberato e pronto al bene con un più grande amore.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 17 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » sab apr 18, 2009 7:30 am


  • Orientamento nuovo
[/size]

«Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, affinché anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Romani 6,4)

Il linguaggio di Paolo sulla vita di fede prende forma sempre più concreta ed efficace. Egli considera il Battesimo un'immersione nella morte-risurrezione di Cristo; il fonte battesimale è perciò grembo da cui nasce la vita nuova. Se il sacramento del Battesimo si riceve una volta sola, il morire dell'uomo vecchio per la nascita dell'uomo nuovo è sempre in atto.

Il nostro istinto naturale è conservarsi ed emergere, invece la condizione richiesta per rinascere a vita nuova in Cristo è il morire al peccato che introduce il germe della vecchiezza nella nostra esistenza. Il corso della nostra vera vita va dall'Occidente all'Oriente, dal tramonto alla luce del Giorno senza fine. Il rito battesimale dei primi secoli prevedeva che i neofiti voltassero le spalle all'Occidente e volgessero lo sguardo all'Oriente; tale gesto simbolico esprimeva il nuovo orientamento della vita del cristiano.

Una sequenza della Liturgia pasquale presenta i neo-battezzati come candidi agnelli appena emersi dal bagno lustrale e incamminati dietro al Cristo, il buon Pastore risorto dopo essere stato immolato come "immacolato e mite agnello": «Isti sunt agni novelli... Questi sono gli agnelli appena nati... Giunti or ora dal fonte battesimale, sono pieni di luce, alleluia!».
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 18 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 20, 2009 9:14 am


  • La buona battaglia
[/size]

«Tu, uomo di Dio... combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede» (1 Timoteo 6,11-12).

Scrivendo al suo carissimo discepolo Timoteo, al quale ha affidato la guida della Chiesa di Efeso, san Paolo gli raccomanda che nella comunità si mantenga viva e integra la fede che egli ha trasmesso e testimoniato tra tanti pericoli. Investito di così grande responsabilità, Timoteo deve disporsi a essere un vero uomo di Dio, instancabile nelle fatiche e saldo nella fede, perché tutti possano vedere in lui una icona del Cristo e sentirsene attratti e sostenuti nel perseguire le virtù evangeliche nonostante la diffusa mentalità pagana.

L'esempio di chi crede e vive coerentemente è la catechesi più efficace per far conoscere e amare il Signore. Dove, infatti, si possono trovare giustizia, pietà, fede, carità, pazienza e mitezza? Esse sembrano bandite dalla nostra società, le cui leggi di convivenza si basano piuttosto sul vantaggio proprio a scapito di quello degli altri. La «buona battaglia» da sostenere consiste quindi nell'opporre il bene al male, facendo della propria vita una continua bella professione di fede, senza paura di dimostrarsi cristiani rivestiti di tutte quelle virtù che non passano mai di moda e spandono nel mondo il buon profumo di Cristo.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 19 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 21, 2009 1:35 pm


  • Nessuno senza
[/size]

«Pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri» (Romani 12,5)

Sulla via di Damasco Paolo ha conosciuto Cristo formante un tutt'uno con i credenti in lui. Usando l'analogia del corpo, egli sottolinea soprattutto la sinergia tra tutte le membra: traendo dal capo - Cristo - la vitalità e il principio dell'unità, esse sono tra di loro in stretta relazione di servizio, sottomettendosi le une alle altre. Molte membra, un solo corpo; molte funzioni, un vantaggio comune. L'Apostolo invita perciò a prendere coscienza di questa mistica realtà per saper vivere gli uni per gli altri.

Nella nostra vita quotidiana la cooperazione dovrebbe verificarsi a tutti i livelli, poiché nessuno può vivere senza gli altri. È assurdo, pertanto, mettersi in opposizione con chi fa un tutt'uno con noi. Tale assurdità si verifica però continuamente e costituisce la causa di tutte le tensioni, le rivalità, le guerre di cui ci dànno notizia i mezzi di comunicazione sociale. Ci rendiamo conto che senza una visione anche soprannaturale della vita, l'umanità si autodistrugge, ma siamo ancora lontani dal sentirci «membra gli uni degli altri» in Cristo. Non cediamo tuttavia al pessimismo. A noi è chiesto di impegnarci con costanza a fare comunione, poiché crediamo che l'ultima parola della storia sarà l'Amore e Dio tutto in tutti.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 21 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
Rosyna
Messaggi:1406
Iscritto il:lun feb 11, 2008 3:18 pm
Località:Prato Toscana
[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

Messaggio da Rosyna » mar apr 21, 2009 4:21 pm

Immagine
GRAZIE MIRIAM
CHE DIO TI BENEDICA
ROSY
------------------------
Ti prego:
non togliermi i pericoli,ma aiutami ad affrontarli.
Non calmar le mie pene,ma aiutami a superarle.

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 23, 2009 9:08 am


  • Con il suo sguardo
[/size]

«Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Romani 12,10)

L'esortazione di san Paolo riprende quasi alla lettera quella fatta con insistenza da Gesù agli apostoli nelle sue ultime conversazioni con loro: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12). Questo amore deve essere insieme divino e umano, proprio come l'amore di Gesù che, essendo Dio, è venuto ad amarci con cuore d'uomo, con tutte le potenzialità affettive della natura umana, quindi con un amore vulnerabile, che può essere ferito e soffrire.

Per evitare che ci si accontenti di un semplice sentimento, san Paolo suggerisce il comportamento pratico del volersi bene: «Gareggiate nello stimarvi a vicenda». Altrove aggiunge di non stimarsi mai superiori agli altri. È una grande lezione di altruismo e di umiltà che richiede un cuore magnanimo, capace di vedere negli altri, per fede, il Cristo stesso. Gareggiare nello stimarsi a vicenda non significa essere adulatori, farsi complimenti con il rischio di cadere nella piaggeria o nell'opportunismo, ma avere la consapevolezza che tutti riceviamo valore dal prezzo con cui il Cristo ci ha redenti e acquistati rendendoci figli di Dio: il suo sangue. Occorre quindi guardarsi gli uni gli altri con lo sguardo di Gesù, di Colui che ci ha amato fino a dare la vita per noi.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 22 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 23, 2009 9:10 am


  • Verso la pienezza
[/size]

«Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Romani 12,12)

Lieti, costanti, perseveranti: con questi tre attributi di qualità san Paolo traccia un essenziale profilo del cristiano che sfida la mutevole moda dei tempi. Anzitutto per essere lieti nella speranza occorre coltivare non una qualsiasi speranza, ma quella che non delude, quella che ha nel Cristo la sua motivazione profonda, e precisamente nel Cristo crocifisso e risorto. Ma questa lieta speranza non potrebbe sussistere senza il supporto della preghiera perseverante e dell'invitta costanza nell'affrontare tutte le difficili situazioni di prova.

Da una gran parte degli uomini le tribolazioni sono ritenute una sventura e generano una visione pessimistica della vita; per chi invece crede nel mistero salvifico della croce, esse sono vissute come preparazione alla pienezza della gioia nella vita eterna: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» (Mt 5,4); Dio stesso, accogliendoli nel suo Regno, «asciugherà ogni lacrima dai loro occhi» (Ap 7,17). Anzi, già fin d'ora, nella preghiera e nell'offerta generosa, la nostra sofferenza viene trasfigurata e può diventare beatitudine e fonte di consolazione anche per altri sofferenti. Ce lo dimostra largamente la moltitudine dei martiri e dei santi che vissero e vivono il martirio quotidiano della sofferenza fisica e morale.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 23 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » ven apr 24, 2009 5:47 pm


  • Un'altra logica
[/size]

«I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!» (Romani 11,29)

Questa splendida affermazione di san Paolo si riferisce al popolo d'Israele che, scelto e chiamato da Dio per collaborare al suo disegno di salvezza universale, venne meno alla sua missione non riconoscendo in Gesù il Messia promesso. La logica umana suggerirebbe che Dio debba ripudiare Israele per la sua ostinata infedeltà e soprattutto per aver condannato il suo Figlio alla morte di croce.

Ma Dio ha una logica infinitamente superiore alla nostra: quella dell'amore, un amore assolutamente gratuito e senza pentimento. Per questo i doni di Dio sono pura grazia e la sua chiamata a collaborare con lui alla salvezza di tutti rimane anche se noi non vi corrispondiamo. Anzi, egli continua a interpellarci, a rinnovarci l'invito. Ogni sua grazia è quindi per noi motivo di grande responsabilità e insieme di grande fiducia, poiché sappiamo che il "Dio fedele" non ci lascia mai cadere dal suo cuore e, nonostante le nostre resistenze, ci riprende sempre come figli amati dall'eternità e per l'eternità, eletti e prediletti.

È ancora san Paolo a rassicurarci che «se noi siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso» (2Tm 2,13). Sapessimo improntare la nostra esistenza alla divina magnanimità nelle relazioni a ogni livello: nella famiglia e nella società! Il regno di Dio sarebbe già vicinissimo al suo compimento.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 24 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 27, 2009 2:57 pm


  • Libertà e dedizione
[/size]

«Tutto io faccio per il Vangelo» ( 1 Corinzi 9,19.23)

Paolo, consapevole di essere stato scelto da Gesù Cristo per annunziare a tutti - anche ai pagani - il Vangelo della salvezza, si considera ormai un uomo totalmente votato al servizio del Signore; servizio del tutto gratuito poiché per lui è già un grande, immeritato onore e una grande ricompensa essere annoverato tra gli apostoli e poter predicare Cristo crocifisso e risorto. Con ciò egli non intende disapprovare quelli che invece accettano di essere mantenuti dalle comunità cristiane nelle quali compiono il ministero; Gesù stesso ha ammesso che l’operaio ha diritto di ricevere la mercede (cf. Lc 10,7) per potersi dedicare a tempo pieno al ministero della Parola e al servizio liturgico.

Del resto, il bene spirituale che i sacri ministri offrono ai credenti ha ben più valore del cibo e della bevanda. San Paolo ci tiene però ad affermare che, potendo lavorare, egli preferisce essere libero da ogni dipendenza per non pesare su nessuno. Si rende così più evidente che egli vuole farsi tutto a tutti unicamente per amore. La fierezza dell’Apostolo è in quel « tutto io faccio per il Vangelo » che dimostra quanto reale fosse il suo amore per il Cristo e, di conseguenza, lo zelo per farlo conoscere e amare da tutti. Potremmo noi sostenere il confronto con un simile servo del Signore, annunziatore della Parola anche nel carcere?
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 25 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 27, 2009 2:59 pm


  • Siamo costruttori
[/size]

«Il regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo. Cerchiamo dunque ciò che porta alla pace e alla edificazione vicendevole» (Romani 14,17.19)

I regni di questo mondo si appoggiano sulla potenza, sulla ricchezza, sull'astuzia e sull'ingiustizia, talvolta camuffata dietro leggi rigorose ma spietate. In essi è spesso in atto la strage degli innocenti. Di fronte a questo quadro fosco e drammatico, ecco avanzare con radiosa bellezza il Regno di Dio che è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo - Amore vivificante e santificante. Ma questo Regno è in divenire e Dio cerca sempre operai per edificarlo.

San Paolo è un portavoce che ci chiama tutti al lavoro. Materiale di costruzione è tutto ciò che è virtù e merita lode, tutto ciò che custodisce la concordia e la pace, tutto ciò che è vero, giusto, buono e che perciò favorisce l'unione fraterna, la comunione di vita nell'amore. L'edificazione vicendevole è quindi cooperare nel bene, sostenendosi a vicenda per formare insieme un edificio compatto, un muro incrollabile contro il nemico sempre intento ad impedire che il Regno di Dio giunga a compimento. Se guardiamo a quanto è avvenuto e ancora avviene circa i regni di questo mondo costruiti sull'orgoglio e allargati con la prepotenza, comprendiamo quanto sia urgente non sprecare tempo e forze per essi, ma qualificarsi risolutamente come operai del Regno di Dio.
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 26 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 28, 2009 4:01 pm


  • L'affidamento
[/size]

«Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio» (Romani 8,28)

Della verità di questa affermazione di Paolo abbiamo continuamente le prove nella nostra esistenza cristiana, eppure non è mai facile esserne convinti mentre si è nella tribolazione, specialmente quando si vede il male aggredire senza tregua l'umanità e infierire contro la Chiesa, contro i giusti e i buoni di tutto il mondo. San Paolo, che prima dell'incontro con Gesù era stato un fiero persecutore, è poi divenuto un perseguitato a morte a causa del Vangelo.

Come egli stesso ci confida, ovunque trovò fatiche, prigionie, percosse: cinque volte flagellato, tre volte battuto con verghe, una volta lapidato, tre volte fece naufragio, viaggi pieni di pericoli, disagi di ogni genere, fame, sete, freddo, ostilità da parte di falsi fratelli. Ma da ogni tribolazione subita traeva maggiore forza, perché riteneva sommo onore e grande gioia poter soffrire per amore di Cristo e della Chiesa. Il buon esito della nostra vita dipende dal fare o no la scelta di amare Dio e di avere piena fiducia in Lui che sempre vuole il nostro bene e volge tutto a nostro vantaggio, anche le prove più penose. Persino le nostre paure e le nostre fughe possono sfociare in un provvidenziale incontro che cambia in meglio il corso della nostra vita. Spesso, ad esempio, da una malattia fisica riceviamo una guarigione spirituale. Ma siamo noi di quelli che amano Dio e si affidano a Lui?
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 28 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mer apr 29, 2009 10:57 am


  • Noi, la lettera
[/size]

«La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori... Lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente» (2 Corinzi 3,2-3)

Leggendo queste commoventi parole scritte da Paolo ai Corinzi, oggi viene spontaneo menzionare santa Caterina da Siena che espresse il genio del suo struggente amore per la Chiesa in molte lettere rivolte a varie persone e comunità volendo ridestare le coscienze e spingerle al coraggio della santità, per risanare la società a partire dalla Chiesa, navicella condotta dal Cristo sull'alto mare della storia. Lettere di fuoco quelle di santa Caterina, scritte con il sangue dell'Agnello di Dio immolato; lettere appassionate quelle di san Paolo, non scritte con inchiostro su pergamena, ma incise nei cuori con il fuoco dello Spirito.

Nell'uno e nell'altro caso si ha una specie di parto spirituale. Avendo sofferto nell'evangelizzare la comunità di Corinto, l'Apostolo ne rivendica la paternità, ma è ben consapevole che nulla avrebbe potuto senza unire le sue sofferenze al sacrificio redentore di Cristo. Voi siete una lettera di Cristo... questa parola ci riguarda. Noi tutti siamo una lettera di Cristo, scritta con il suo sangue e presentata al Padre come prova del suo amore. E questa lettera continua a essere scritta se affidiamo i nostri cuori all'azione della grazia, al «dito dello Spirito Santo». Possa essere letta da tutti e suscitare fede integra e ardente carità!
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 29 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 04, 2009 10:41 am


  • Liberi ma non padroni
[/size]

«Tutto è vostro!… Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio» ( 1 Corinzi 2,21.23)

Ai cristiani di Corinto, ancora immaturi nella fede, san Paolo rivolge un accorato ammonimento perché non si lascino sviare dalla retta fede parteggiando per l’uno o l’altro maestro che si propone come guida. Ne potrebbe derivare il rischio di rendersi seguaci di uomini anziché di Gesù Cristo. Gli annunziatori del Vangelo, Paolo compreso, sono solo «servitori», strumenti scelti a vantaggio dei fratelli. Tutto Dio dispone per la crescita e la gioia dei suoi figli, ma questi devono sapere che gli appartengono, essendo stati acquistati a prezzo del Sangue del suo Figlio, che li ha strappati «dal potere delle tenebre».

Unendoci a sé quale suo corpo mistico, Gesù ci consegna al Padre e ci introduce nel Regno della Vita. Questa appartenenza è tutt’altro che una schiavitù: è la vera libertà donata a noi dall’Amore. L’istinto spinge l’uomo ad appropriarsi delle cose e delle persone, causando conflitti a tutti i livelli. Sì – afferma con forza l’Apostolo – Dio ha messo tutto a disposizione di tutti, ma non ci ha dato il diritto di avere qualcosa in possesso esclusivo, neppure la nostra vita, come già sentenziavano gli antichi: Vita mancipio nulli datur, omnibus usu: a nessuno la vita è data in proprietà, a tutti in uso. C’è molto da meditare… anche per far luce sulle roventi polemiche del nostro tempo a questo riguardo!
  • Anna Maria Canopi, in Avvenire 30 aprile 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 04, 2009 10:48 am


  • Misteriosa provvidenza
[/size]

«O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!» (Romani 11,33)
Con un testo di genere innico, negli ultimi quattro versetti di Romani 11, San Paolo conclude la sua meditazione sul mistero di Israele, la cui fede in Dio non è approdata in Cristo. Fallimento, dunque, di un pellegrinaggio che doveva concludersi a Nazaret e sul Calvario? No! L'apostolo è certo che il progetto originario ha soltanto un rinvio. Infatti, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (Romani 11,29).

In quante altre occasioni, del resto, la Bibbia invita il lettore a fermarsi in ginocchio sulla soglia degli eventi grandi e piccoli della storia umana, evitando di considerarla unicamente cronaca degli attori di superficie! Non per negare a costoro ruoli effettivi e responsabilità; ma per non rinunciare a cogliere profeticamente un piano più profondo, ricco e sapiente, che Dio persegue con fedeltà; e con fiducia verso l'uomo. Il credente ebreo cristiano sa che quel piano è provvidenziale. Troppe volte, sulle due sponde della fede biblica in Dio, si rischia di scordare che il "nostro" Dio è Padre, "misterioso", ma Padre!
  • Antonio Marangon, in Avvenire 1 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 04, 2009 10:51 am


  • Interlocutore divino
[/size]

«A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo, ... a Dio che solo è sapiente per mezzo di Gesù Cristo, la Gloria nei secoli. Amen» (Romani 16,25-27)

Anche in quest'ultima "dossologia" (o acclamazione di gloria) della Lettera ai Romani tutto si riassume nell'atteggiamento del rendere gloria a Dio. Stavolta con la precisazione tipica del credo cristiano: per mezzo di Gesù Cristo. Rendere gloria a Dio! È questo l'ordine creaturale recuperato, cui mirava già la predicazione profetica, dal tempo di Elia fino alla figura ideale del profeta servo del Signore.

Nelle pagine del Vangelo secondo Luca il rendere gloria a Dio ha la sua prima dossologia nell'inno degli angeli a Betlemme; e sul Calvario da parte del centurione romano ai piedi del Crocifisso. Le pagine della Sacra Scrittura lasciano pure intendere in più occasioni che il rientro su misure creaturali, non umilia l'uomo, non lo espropria della sua libertà e dignità.

"Umiliato" potrebbe sentirsi e dichiararsi chi invece non avesse mai cercato di attingere anche alla sorgente della Sapienza divina ciò che la sua esplorazione personale esigeva di comprendere e non ha raggiunto da sola. E così, l'appuntamento presso il Vangelo di Paolo richiede la "conferma" dell'Interlocutore divino: del quale ascoltarne la Parola, attraverso quelle dell'apostolo.
  • Antonio Marangon, in Avvenire 3 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar mag 05, 2009 9:21 am


  • E da chi altri?
[/size]

«Ora, dunque non c'è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù...; in noi che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito» (Romani 8,1.4)

Paolo raggiunge qui un vertice della sua riflessione intorno all'uomo salvato da Dio in Cristo. L'alternativa fallimentare a tale esperienza era stata presentata con toni drammatici nel capitolo precedente (vv. 7-25). Quando si è in Cristo Gesù? Questa domanda costituisce il tema centrale di tutte le lettere paoline. Ma si potrebbero richiamare anche certe pagine evangeliche, dove l'essere in Cristo è espresso da dichiarazioni, quali e da chi altri andremo? Tu solo hai parole di vita.

Per essere in Cristo Gesù occorrerebbe, poco a poco, arrivare a non contare su altri. Camminare non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Si tratta di due modelli di vita tra loro opposti e irriducibili. Paolo ne parla anche nella Lettera ai Galati. Secondo lo Spirito! Attenzione a non riservare tale esperienza agli specialisti della «spiritualità». I frutti dello Spirito riguardano relazioni umanissime (e... normali): amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Galati 5,22). Come spiegare il fatto che non risultano tanto evidenti nel vissuto dell'uomo contemporaneo?
  • Antonio Marangon, in Avvenire 5 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » gio mag 07, 2009 2:35 pm


  • Sulle vie degli uomini
[/size]

«Lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Romani 8,11)

L'apostolo sta penetrando, anche attraverso questo testo, la vicenda dell'uomo terreno, quello concreto, che forse vede transitare sul vicolo esterno dell'abitazione di Corinto, da cui sta scrivendo ai Romani. L'uomo con i lineamenti alterati dalla fatica e dalla demotivazione: senza speranza e senza futuro. La vita dell'uomo non è destinata al fallimento e al nulla. La corporeità, la "carne" non è un peso da abbandonare al suo destino di corruzione.

A modificare l'indirizzo e le motivazioni di una persona - il suo sguardo sul presente e sul futuro - è lo Spirito di Dio. Non sfugga la portata di quest'ultimo annuncio di fede tipicamente cristiano. La sua formulazione apre sulla concezione biblica dell'uomo: egli non è un orfano di Padre. Né questi è irreperibile a lui. Fuori porta di casa, sulle strade e i sentieri degli uomini, il cristiano credente d'oggi può vedere ancora i suoi fratelli umani senza meta precisa, senza speranza. Forse, alcuni di loro attendono motivi di fiducia, la sorpresa di chi faccia la strada con loro. Come il ministro della regina d'Etiopia confidò un giorno al "diacono" Filippo (cf.Atti 8,26-39).
  • Antonio Marangon, in Avvenire 6 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » gio mag 07, 2009 2:39 pm


  • Concreta sintonia
[/size]

«Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!» (Romani 8,15)

Nella monotonia quotidiana della vita odierna - quando pure non si stia attraver-sando qualche deserto fisico, o relazionale, o spirituale - questo v.15 di Romani 8 ci può raggiungere con l'effetto della sorpresa; e dell'interruzione, rispetto al pensare e al motivarci ordinario. In effetti, la distanza creaturale da Dio, anche nel caso in cui non si sia varcata la soglia di casa (sognando l'autonomia del «figlio prodigo»), ci impedisce di arrivare spontaneamente a relazioni profonde con Dio. Così non è infrequente la "religiosità" della paura; oppure quella malata di "contrattualità", come la fredda fedeltà del fratello maggiore di quello "prodigo".

Uno spirito da schiavi, non da figli: commenta san Paolo nel nostro testo! Sono quote di religiosità, cui si perviene non tanto attraverso progressive e solitarie scalate personali, ma per aver invocato e ricevuto da Dio lo Spirito che rende figli adottivi. Nel ritmo ordinario della vita quotidiana, con i suoi tempi di "deserto", il gridare all'Abbà del cielo è una sintonia, che non sottrae al concreto del vivere e dell'ope-rare, bensì lo può motivare.
  • Antonio Marangon, in Avvenire 7 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » ven mag 08, 2009 2:20 pm


  • Scrutati nei cuori
[/size]

«Colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il disegno di Dio!» (Romani 8,27)

Il v.27 di Romani 8 rivela un singolare rapporto esistente fra i credenti cristiani (i santi) e Dio, il Padre. Quale situazione di partenza (al v.26) Paolo evidenziava certa fragilità creaturale e certo senso di incapacità di rivolgersi a Dio con la preghiera. Non è difficile per l'uomo contemporaneo confermare per parte sua una situazione spirituale del genere. Né manca egli di farlo in tante "confessioni" autobiografiche! Si dice - anzi, diciamo - che non si sa, o non si riesce a pregare! Non sembra trattarsi propriamente del problema circa il come esprimersi oranti (ossia circa il "metodo"), ma del che cosa chiedere a Dio. Ci pensiamo talmente autosufficienti!

Il nostro v.27 ci consegna un tratto tipico del volto misterioso di Dio: Egli è colui che scruta i cuori, (quindi) sa che cosa lo Spirito ha per obiettivo, quando intercede per noi e con noi. È quanto Gesù rivelò in tante occasioni intorno a Dio Padre. Ed è pure quanto Gesù medesimo manifestò inequivocabilmente di Dio, allorché cercava di coinvolgere i discepoli nel suo sguardo di compassione sulla gente che arrivava a lui disorientata, come un gregge senza pastore. Non giudicava, si commuoveva; e si manifestava vicino a ciascuno di loro.
  • Antonio Marangon, in Avvenire 8 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 11, 2009 9:07 am


  • Lui, per primo
[/size]

«Predestinati ad essere conformi all'immagine del figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli» (Romani 8,29)

Quando capita di esplorare da vicino la relazione esistente fra Dio e la sua creatura umana, non è infrequente sentir dichiarare da parte di quest'ultima che considera se stessa protagonista del suo rapporto religioso; come se esso dipendesse dalla sua scelta di credere in Dio e/o di fare qualche riferimento a lui: un libero decidersi umano per Dio.

Non è così che ne parla la Bibbia. Essa insegna che fra Dio e l'uomo la relazione era stata avviata da un «per primo» divino, fin dall'entrata creaturale dell'uomo nel cosmo. L'apostolo Paolo ha dedicato pagine stupende al "mistero" - inesauribile, non impenetrabile - dell'amore di Dio per l'umanità. Allorché il Figlio di Dio era fra noi, furono effettivamente molti gli uomini e le donne, con cui "fraternizzò": a Betlemme e a Nazaret; sulle vie della Palestina di allora; fino a "fraternizzare" anche con gli ultimi due, che gli vennero associati sul Calvario. A tutti insegnò che Dio, il Padre, li cercava e li amava, molto più di quanto essi non lo cercassero, su misura della loro "religiosità". Appunto perché la religiosità più vera e stabile comincia quando ci si sa cercati e amati da Dio.
  • Antonio Marangon, in Avvenire 9 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 11, 2009 9:10 am


  • Amati e giustificati
[/size]

«Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica!» (Romani 8,33)

Situazioni di inferiorità e minoranza, rispetto ad avversari potenti e perversi, sono spesso revocate da pagine bibliche della piccola grande storia del popolo di Dio. Non pochi Salmi traducono in preghiera simili drammi: tanto più amari, se si ha la percezione, o semplicemente, la paura di una inspiegabile e immotivata assenza di Dio in propria difesa. Non è questo il senso delle domande e delle invocazioni presenti nel brano di Romani 8,31-34: coloro che Dio ha scelto dichiarano qui di sentirsi difesi e assolti rispetto alle accuse degli avversari.

Dio è colui che giustifica in Gesù Cristo. Si tratta di una relazione con Dio, da parte di chi si basa sulla fede in Gesù. Quante volte i Vangeli hanno tracciato la storia di incontri con Dio attraverso Gesù di Nazaret: sia quando egli era presente in Galilea, sia in aree lontane dal mondo ebraico, sia infine a Gerusalemme. Sono questi eventi che Cristo Signore volle istituiti e prolungati nel tempo e nello spazio, mediante il ministero dei suoi apostoli, nei segni sacramentali da lui inaugurati. Il ricorso a Dio, che misericordioso «giustifica», rassicura l'uomo da trepidazioni e paure; gli fa scoprire, con stupore, di essere amato da lui.
  • Antonio Marangon, in Avvenire 10 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Avatar utente
miriam bolfissimo
Messaggi:17747
Iscritto il:dom mag 22, 2005 2:27 pm
Contatta:

Anno Paolino 28 giugno 2008 - 29 giugno 2009

Messaggio da miriam bolfissimo » mar mag 12, 2009 1:40 pm


  • Il dio che accoglie
[/size]

«Accogliete chi è debole nella fede, senza discuterne le opinioni... Dio ha accolto anche lui!» (Romani 14,1.3b)

Nelle comunità cristiane nascenti in epoca apostolica la presenza di persone approdate alla fede in Cristo, ma non ancora libere da aspetti e scelte particolari di vita, doveva essere un fenomeno abbastanza diffuso. È inevitabile: sia per la provenienza dei convertiti da aree religiose e culturali assai differenti, sia perché il Vangelo di Gesù Cristo chiede un dietrofront (di 180 gradi!) progressivo ma coerente, lontano da percorsi etici passati. Già nella lettera ai Tessalonicesi Paolo invita i fratelli di quella Chiesa a far coraggio a chi sfiduciato, a sostenere chi è debole, a essere magnanimi con tutti.

I Vangeli stessi ci informano che pure attorno a Gesù circolavano dei piccoli che credono in me: insidiati nella loro fede debole da chi li "scandalizzava", dissuadendoli probabilmente dall'aderire al profeta di Nazaret. Ebbene, non c'è pagina evangelica tanto dura e sconcertante quanto quest'ultima, nel riferire la minaccia di Gesù contro chi scandalizza i piccoli che credono in me! Paolo non manca tuttavia di rivolgere un appello positivo: accogliete questi fratelli, nel loro lento cammino di fede; Dio, infatti, li ha accolti.
  • Antonio Marangon, in Avvenire 12 maggio 2009
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

Rispondi
[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

Torna a “PICCOLA BIBLIOTECA RELIGIOSA... per riflettere insieme”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 65 ospiti