AAVV - Pensieri sulla Santissima Eucaristia

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 26, 2007 12:33 pm

  • Uniti all'Uomo-Dio
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Che favore, se la Vergine Santissima ogni giorno venisse a farci visita e conversasse familiarmente con noi anche per una sola mezz'ora! Eppure tutto si ridurrebbe ad una unione di familiarità e di conversazione con una creatura, sia pure la più santa ed elevata fra tutte. Ma nella Comunione è con l'Uomo-Dio che noi ci siamo uniti, e questa unione è tutta interiore ed infinitamente più perfetta di ogni favore che gli Angeli, i Santi e la stessa Madre del Signore ci possono fare.
Si può dire che la Comunione sia la felicità della nostra vita. Una sola Comunione infatti potrebbe estasiarci, se vi portassimo le dovute disposizioni, e inebriarci di gioia più che la vista di tutti gli Angeli e i Santi del Paradiso.
  • (Louis Lallement)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 26, 2007 12:35 pm

  • Pane vivo disceso dal cielo
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O dolcissimo Gesù, pieno di bontà, quanta venerazione, gratitudine e lode perpetua ti dobbiamo quando riceviamo il tuo sacro corpo, la cui grandezza nessun uomo può narrare. Quali saranno i miei pensieri, in questa comunione, avvicinandomi al mio Signore, che non so venerare come dovrei e che tuttavia desidero ricevere?
Quale sarà il pensiero migliore e più salutare, se non quello con cui mi umilio di fronte a te, esaltando l'infinita bontà che hai verso di me? Ti lodo, Dio mio, e ti esalto in eterno. Disprezzo me stesso e mi sottometto a te dal profondo della mia povertà. Ecco, tu sei il Santo dei santi, io, un misero peccatore, e tu ti abbassi fino a me, che non sono degno di rivolgerti lo sguardo. Ecco, tu vieni a me, vuoi stare con me, mi inviti alla tua mensa.
Tu mi vuoi dare da mangiare il cibo celeste, il pane degli angeli, che poi non è nient'altro che te stesso, pane vivo che sei disceso dal cielo per dare la vita al mondo. Ecco, quale degnazione risplende là donde proviene l'amore! Quanti grandi ringraziamenti e lodi ti si devono dare per tanto dono !
Come fu salutare e utile la tua decisione di istituire questo sacramento! Quanto è soave e lieto il banchetto in cui hai donato in cibo te stesso!
  • (Imitazione di Cristo)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 07, 2007 9:26 am

  • La nuova alleanza
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Dio promette un'alleanza nuova che consiste in una trasformazione dell'uomo. Dio cambierà il cuore dell'uomo, lo migliorerà. Il cuore significa l'intimo dell'uomo, la sua personalità, il suo io.
Bevendo il calice donato da Gesù, entriamo a far parte di un'alleanza nuova, riceviamo un cuore nuovo, riceviamo il dono dello Spirito. Gesù prima di morire ci comunica l'amore che lo lega al Padre e agli uomini, e questo amore è lo Spirito Santo. Bevendo il calice donato da Gesù, beviamo lo Spirito Santo.
L'alleanza nuova che Gesù ci da è il suo Spirito. Nell'eucaristia riceviamo perciò il vincolo che lega Gesù al Padre e il Padre a Gesù, e questo vincolo è lo Spirito Santo. L'eucaristia è anche presenza e azione dello Spirito Santo e Gesù lo dona a noi in quanto col Padre è origine dello Spirito Santo.
  • (Lorenzo Zani)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mar 07, 2007 9:27 am

  • Cristo è presente a noi
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È vero che la presenza corporale e sensibile di nostro Signore mentre viveva quaggiù era un'inestimabile grazia; era un gaudio che poteva, a mio parere, provocare la gelosia degli Angeli il vedere un Dio conversare visibilmente con gli uomini, sentirlo parlare, vederlo compiere dei miracoli, veder risplendere sul suo volto santo i fulgori della maestà divina, la sua bontà e dolcezza, alloggiarlo, dargli da mangiare, trattare familiarmente con lui. Ma oso dire che per noi è ancora più vantaggioso l'averlo con noi nella maniera in cui lo teniamo invisibilmente presente nella santa eucaristia.
È in questo senso che vengono interpretate da alcuni Padri le parole di san Giovanni: «Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,4). L'amore cioè che egli dimostrò ai suoi discepoli alla vigilia della sua morte, istituendo il santissimo Sacramento, sorpassò quello che aveva attestato ad essi quando li volle attorno a sé durante la sua vita terrena.
  • (Louis Lallement)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 12, 2007 12:14 pm

  • Il dono dei doni
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I vangeli sono nati per comprendere il mistero che si celebra nell'eucaristia, sintesi e compimento in modo sovraeminente, di tutte le Scritture. Infatti, se queste sono memoria di quanto Dio ha fatto per noi, l'eucaristia celebra ciò che lui si è fatto per noi, facendoci il dono dei doni: donandoci se stesso. Dio non può darci nulla di più di questo pane che davvero contiene ogni delizia (Sap 16,20). In esso il suo amore raggiunge il suo fine: unirsi a noi e farsi nostra vita.
Le predizioni del tradimento e del rinnegamen-to evidenziano il senso profondo dell'eucaristia: è un amore totale e assolutamente gratuito, che si dona a chi tradisce e lo misconosce. La gemma più preziosa di tutta la Bibbia è incastonata nel nostro peccato, che solo racchiude la misericordia di Dio, anzi Dio misericordia.
Il perdono del suo amore, fedele oltre ogni nostra infedeltà, riversa su di noi la sua essenza più recondita. Adoriamo l'umiltà di Dio, che, per essere desiderato da chi ama, si fa pane, suo bisogno fondamentale. Mangiare non è solo introiettare, ma anche vivere - si vive di ciò che si mangia. E non è neppure solo assimilare, ma anche in qualche modo essere assimilati - si diventa ciò che si mangia. Per questo chi mangia di questo pane, che è il Figlio, vive di lui e diventa figlio.
  • (Silvano Fausti)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 12, 2007 12:15 pm

  • Ai piedi del tuo altare
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Non può essere che il tuo cuore che mi attira ai piedi del tuo altare. Eccomi, Signore, sono qui, attento ad ogni tuo cenno. Attirami a te per le vie che m vuoi e fino dove mi vuoi condurre: attirami a te!
Da questo Tabernacolo, dalla tua divina sacramentale presenza esce un profumo così soave che rapisce e inebria immensamente. Signore, attirami a te! Ti seguirò seguendo i profumi dei tuoi balsami che sono le tue virtù, per penetrare e dimorare nel tuo cuore. «Attirami a te! correrò dietro la scia dei tuoi profumi» (Ct 1,2). Mi vuoi attirare per stare qui con te? Io vengo e mi fermo qui. Così mi parlerai con maggiore intimità: «La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16).
Ma è qui dove vuoi parlare al mio cuore? Bene: io resto qui ad ascoltarti! Siederò qui all'ombra del più grande mistero del tuo amore: «Mi sono seduta all'ombra di Colui che ho desiderato». Vedo che mi stai già guardando da questo Tabernacolo. Ti ascolto, o mio Gesù, parla pure al mio cuore «come un amico parla all'amico».
  • (Francesco Spinelli)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 19, 2007 2:16 pm

  • Il testamento dell'amore di Cristo
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Padre santo,
Dio di misericordia e di pace,
tu hai voluto che il tuo Figlio,
obbediente fino alla morte di croce,
ci precedesse sulla via del ritorno a te,
termine ultimo di ogni umana attesa.
Nell'eucaristia, testamento del suo amore,
egli si fa cibo e bevanda spirituale
per il nostro viaggio verso la Pasqua eterna.
Con questo pegno
della risurrezione finale
partecipiamo nella speranza
alla mensa gloriosa del tuo regno
e uniti agli angeli e ai santi,
proclamiamo l'inno della tua lode.
  • (Prefazio dell'eucaristia)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 19, 2007 2:18 pm

  • Il mistero della Messa
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La Messa è l'adorabile sacrificio in cui Dio stesso è vittima a un tempo, sacerdote e maestà divina a cui viene offerta: non solo ombra del sacrificio della croce, ma lo stesso sacrificio rinnovato, ripetuto in continuato mistero incruento. Durante il santo sacrificio della Messa, il Sangue di Cristo Gesù è disceso sopra le nostre spalle, le nostre vite, le nostre anime. Esso ci santifica, ci redime, ci inebria. La santa Messa suscita la più intima familiarità dell'uomo col suo Signore, con colui che l'ha creato e redento.
Nell'obbedienza della Messa abbiamo il compendio della perfezione: viverla è il modo più perfetto di essere cristiani.
Nell'intimo contatto con Gesù, Parola vivificante e Cibo sostanziale, la vostra fede si rinsalda, la speranza si eleva a soavi certezze, e la carità diventa più ardente.
Nell'eucaristia il popolo di Dio, illuminato dalla predicazione della fede, nutrito del corpo di Cristo, trova la sua vita, la sua crescita e, se v'è bisogno, rinsalda la sua unità.
  • (Giovanni XXIII)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 26, 2007 1:35 pm

  • Ci amò sino alla fine
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Cosa intendeva donarci Gesù, dicendo, nell'ultima cena: «Questo è il mio corpo»? Nel linguaggio biblico, e quindi in quello di Gesù e di Paolo, «corpo» indica tutto l'uomo, in quanto vive la sua vita in un corpo, in una condizione corporea e mortale. «Corpo» indica, dunque, tutta la vita. Gesù, istituendo l'eucaristia, ci ha lasciato in dono tutta la sua vita, dal primo istante dell'incarnazione all'ultimo momento, con tutto ciò che concretamente aveva riempito tale vita: silenzio, sudori, fatiche, preghiera, lotte, umiliazioni...
Poi Gesù dice anche: «Questo è il mio sangue». Cosa aggiunge con la parola «sangue», se ci ha già donato tutta la sua vita nel suo corpo? Aggiunge la morte! Dopo averci donato la vita, ci dona anche la parte più preziosa di essa, la sua morte. Se il sangue è la sede della vita (così si pensava allora), il suo «versamento» è il segno plastico della morte.
«Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo - scrive Giovanni - li amò sino alla fine» (Gv 13,1). L'eucaristia è il mistero del corpo e del sangue del Signore, cioè della vita e della morte del Signore.
  • (Raniero Cantalamessa)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mar 26, 2007 1:35 pm

  • Ti saluto, o Pane degli Angeli
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Ti saluto, o Pane degli Angeli, con profonda fede, speranza e carità, e dal profondo dell'anima ti adoro, benché io sia un nulla.
Ti saluto, o Dio nascosto,
e ti amo con tutto il cuore,
non mi son d'ostacolo i veli del mistero;
ti amo come gli eletti del paradiso.
Ti saluto, o Agnello di Dio, che cancelli le colpe della mia anima, che ogni mattina vieni nel mio cuore, e mi sei guida per la salvezza.
  • (Faustina Kowalska)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 02, 2007 10:34 am

  • Il testamento dell'amore di Gesù
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Giovanni rivela perché Gesù è presente nell'eucaristia: per permettere che sia operante la sua forza di servizio, la sua forza dì amare. Questo è il significato vero e duraturo per cui Gesù sta in mezzo a noi. L'amore fraterno, di origine divina, è la realtà che l'eucaristia produce sulla terra, lo sto in mezzo a voi, sui vostri altari, nelle vostre chiese, sotto l'aspetto del pane e del vino, come colui che serve, come colui che vi da la forza del servizio. L'eucaristia ha questo unico scopo: intensificare sulla terra l'amore fraterno, ricordando che esso non è una forza umana.
La presenza di Gesù è reale nel segno del pane e del vino. Ma Gesù è realmente presente in noi ogni volta che con una forza divina compiamo un atto di amore. Non per nulla IGv 4,7 dice: «Chi ama è nato da Dio».
Gesù è presente nell'eucaristia e noi celebriamo l'eucaristia per poter prolungare nella vita le azioni e le parole di Gesù, per poterci amare come e con la forza con cui egli ama. Nell'eucaristia Gesù è presente fra noi, perché noi possiamo portare frutti in abbondanza. E il frutto principale è vivere il suo testamento dell'amore.
  • (Lorenzo Zani)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 02, 2007 10:35 am

  • Cristo è tutto per te
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Ed ora, ecco l'Agnello deposto dal Padre nelle tue fragili mani. Sì. Il Corpo di Dio nelle tue mani! Le porgerai per offrirgli il Figlio della sua Tenerezza? Per offrirlo con tutto ciò che fa battere il suo Cuore, con tutta la sua bellezza e la sua grazia, ma anche con la sua dolcissima gioia filiale? L'Agnello! E se il Padre te lo consegnasse qui al punto tale che ti appartenga - oserei dire? - tanto quanto appartiene a lui? E viene l'ora in cui tu non avrai più nient'altro da offrire. Esso sarà diventato tutto per te: tu avrai acconsentito d'essere tutto per lui!
  • (Daniel Ange)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 10, 2007 3:50 pm

  • L'origine della Chiesa
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Fare memoria vuoi dire ricordare una realtà fondamentale: l'amore di Dio ci precede. La Chiesa non è frutto di carne o di sangue, non è frutto dell'iniziativa umana; la Chiesa è dono dall'alto. L'azione di Dio nella storia suscita un nuovo stile di vita fra gli uomini, una nuova comunione, e questa azione di Dio è resa presente in modo fondamentale e culminante nell'eucaristia: in essa la Chiesa si raduna per far memoria della sua origine nella Pasqua di Cristo. Facendo memoria, la Chiesa si rende disponibile, accoglie questo dono nella lode, si lascia contagiare dallo stile, dall'atteggiamento, dalla disponibilità di Gesù. Far memoria per la Chiesa vuoi dire riconoscere che essa non si inventa da sé: la Chiesa non si produce da sola, non è il frutto della fatica umana, ma è l'offerta gratuita dì una grazia non meritata e non meritabile. Nell'atto stesso in cui la Chiesa fa l'eucaristia, in realtà è l'eucaristia che fa la Chiesa. Riconciliati con Dio e fra di loro in Cristo per la ripresentazione dell'evento pasquale, i credenti costituiscono un solo corpo in Cristo.
  • (Lorenzo Zani)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar apr 10, 2007 3:51 pm

  • Eucaristia e carità verso i poveri
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I Padri della Chiesa e i santi hanno fortemente sottolineato la profondità sacramentale della carità, inseparabile dal sacramento dell'eucaristia. Parlano al riguardo del «sacramento del povero», per significare che Cristo stesso, presente nell'atto eucaristico, attende di essere riconosciuto nella dignità dei poveri. È la grande intuizione teologica di san Giovanni Crisostomo che unisce la mensa eucaristica e la mensa del povero. Molti santi, come san Vincenzo de' Paoli, hanno messo in pratica questa intuizione mostrando che si serve Cristo sia con l'adorazione eucaristica, sia curando i malati. Questa visione sacramentale consente di parlare di un'unica liturgia veramente cristiana: è la liturgia della carità, che è celebrata sia nell'atto eucaristico, sia negli atti di servizio e di solidarietà. Queste non sono semplici formule: a questo livello profondo dell'esperienza cristiana può avvenire una specie di riconciliazione fra vita spirituale e impegno sociale, fra quelli che adorano il Cristo dell'eucaristia e quelli che servono i poveri.
  • (Claude Dagens)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 16, 2007 2:29 pm

  • Eucaristia e storia della salvezza
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Facendo memoria, rendiamo presente tutta la vita di Gesù per noi. Anzi, facendo memoria dell'obbedienza, dell'amore di Gesù, facciamo memoria di tutto l'amore con il quale Dio fin dall'inizio ha circondato l'umanità.
Far memoria vuoi dire, sì, ricordarsi dell'amore di Gesù, della sua morte, della sua risurrezione, ma come momento che riassume e da significato a tutta la storia della salvezza. In questo far memoria dell'amore di Gesù, ricordiamo tutta la storia della salvezza e vogliamo unire tutti gli uomini.
In questo amore di Gesù, che è l'espressione culminante di tutto l'amore di Dio, vogliamo immergerci anche noi: «Di noi tutti abbi misericordia». Questo è il significato della preghiera dopo la consacrazione: è presente l'amore di Gesù che offriamo al Padre, e vi associamo la Chiesa pellegrina, incominciando dal Papa, vi associamo noi stessi, i nostri defunti e tutta l'umanità.
  • (Lorenzo Zani)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 16, 2007 2:32 pm

  • L'offerta di noi stessi al Padre
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Donandoci il pane, che ormai non è più pane, ma se stesso, Gesù porta a compimento il nostro desiderio di incontrare Dio. Donandosi a noi, Gesù ci dona il suo gesto di amore nei confronti del Padre. Coinvolge nel suo gesto di amore e di offerta a Dio tutti noi, la nostra vita, la nostra storia. L'offerta di Gesù è senza imperfezione, senza egoismo, senza ombra di male.
Allora anche noi possiamo unirci a lui e offrire con lui tutto noi stessi al Padre. Mangiando questo corpo dato per noi, dentro di noi c'è l'amore perfetto di Gesù. E uniti a questo amore di Gesù, possiamo offrire a Dio anche la nostra povertà, la nostra storia e l'intera creazione. Chi si unisce a Gesù, diventa offerta gradita a Dio.
Mangiando il corpo dato per noi, non esiste più nessun atto inutile e insignificante nella nostra vita. Ogni nostro pensiero, ogni nostro sentimento, ogni nostro gesto, ogni nostra azione possono venire uniti al grande dono di Gesù e possiamo quindi offrirli al Padre.
  • (Lorenzo Zani)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 23, 2007 1:11 pm

  • Diventare simili a Cristo
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Quando l'uomo mangia pane e beve vino, se li assimila. Quando l'uomo riceve il corpo e il sangue glorificati di Cristo, è Cristo che si assimila gli uomini, unendoli a sé. Nel dividersi tra molti, vuoi fare di tutti un nuovo corpo, una comunità «cristiana». Si badi all'aggettivo: Cristo si assimila a noi facendosi uomo, poi ci assimila a sé facendoci cristiani. Dandoci da bere il suo sangue, ci fa consaguinei suoi, stabilisce una nuova circolazione del sangue in questo suo corpo che è la Chiesa. Si deve sentire pulsare questo sangue nell'organismo della Chiesa.
In maniera simile ogni cristiano deve essere assimilato, diventare simile a Cristo. Deve apparire a Cristo come pane, cioè deve imparare a essere più buono del pane; deve imparare a ripartirsi e a condividere. Ciò che ha e che ha ricevuto, deve ripartirlo e condividerlo; lo spazio nell'ospitalità, il tempo nel servizio, le qualità nelle funzioni. Così sarà un buon cristiano, pane condiviso per la comunità. Deve rendersi simile a Cristo come vino, facendo capitale di gioia per condividerlo con quelli che piangono, contagiando buon umore. Ebbro dello Spirito di Cristo, deve vivere l'amore fraterno, perché tutti siamo fratelli «di sangue». Deve imparare il senso e il valore del sacrificio come sigillo dell'amore e fonte di vita.
  • (Luis Alonso Schókel)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun apr 23, 2007 1:12 pm

  • Eucaristia e testimonianza
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Nel confronto con la carità di Cristo presente nell'eucaristia, la Chiesa scopre che la propria carità deve continuamente oltrepassare i limiti della comunità per aprirsi a tutti gli uomini, che Cristo ama e vuole attrarre nel proprio amore verso il Padre. Quando la comunità non pone al centro di se stessa i propri progetti o le proprie istituzioni o le proprie esigenze, ma Gesù presente nell'eucaristia, si vede oggettivamente messa in stato di missione verso ogni persona, ogni situazione, ogni ambito umano che devono essere raggiunti dal lieto annuncio della Pasqua di Cristo e devono essere coinvolti nella celebrazione dell'amore di Dio.
Inoltre il confronto con l'eucaristia non solo rinnova continuamente nella coscienza della Chiesa l'esigenza della missione, ma ne indica anche la legge fondamentale.
È la legge illustrata nel cap. 21 di Giovanni a proposito della missione di Pietro e del discepolo prediletto (Gv 21,17-25), cioè la legge della testimonianza. Si tratta di mostrare ai fratelli una vita che è realmente attratta nell'amore di Cristo verso il Padre e trova in questa attrazione una particolare pienezza umana. I bisogni dei fratelli non sono il criterio ultimo della missione. Il criterio è la condivisione dell'amore del Padre e di Cristo.
  • (Carlo Maria Martini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mag 02, 2007 5:35 pm

  • Il matrimonio: una vita eucaristica
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Nel suo commento al racconto di Cana san Giovanni Crisostomo svela la stretta parentela dei simboli che parlano insieme della Chiesa e del matrimonio. La materia del miracolo compiuto - l'acqua e il vino - si riferisce al battesimo e all'eucaristia, e rimanda alla nascita della Chiesa sulla Croce. «Dal fianco ferito uscì sangue ed acqua»: è l'essenza eucaristica della Chiesa. Ma la stessa immagine si ritrova nel sacramento del matrimonio, messa in rilievo dal rituale caldeo: «Lo sposo è simile all'albero della vita della Chiesa; la sposa è simile a una coppa d'oro fino traboccante di latte e aspersa di gocce di sangue. Che la Trinità Santa risieda per sempre nella loro dimora nuziale». Così, un vincolo sacro unisce il miracolo di Cana, la Croce e il Calice eucaristico, e li fa convergere verso la coppa comune da cui bevono gli sposi nel corso della cerimonia sacramentale. Più gli sposi si uniscono in Cristo, più la loro comune coppa, misura della loro vita e del loro essere stesso, si riempie del vino di Cana, diventa miracolo eucaristico, significa la loro trasmutazione nella «nuova creatura», reminiscenza del paradiso e figura anticipata del Regno.
  • (Pavel Evdokimov)
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer mag 02, 2007 5:35 pm

  • Stai notte e giorno in questo Sacramento
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Signore mio Gesù Cristo, che per l'amore che porti agli uomini te ne stai notte e giorno in questo Sacramento tutto pieno di pietà e di amore, aspettando, chiamando e accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti; io ti credo presente nel Sacramento dell'altare, ti adoro e ti ringrazio. Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore: mi pento di avere per il passato tante volte disgustata la tua bontà infinita. Propongo con la tua grazia di non più offenderti per l'avvenire; ed ora mi consacro tutto a te, ti offro tutta la mia volontà, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie. Da oggi in avanti fa' di me tutto quello che ti piace. Solo chiedo il tuo santo amore, la perseveranza finale e l'adempimento perfetto della tua volontà. Ti raccomando le anime del purgatorio, specialmente le più devote al santissimo Sacramento, quelle dei miei cari defunti e le più abbandonate. Ti prego per la salvezza eterna di tutti gli uomini. Unisco infine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti del tuo amorosissimo Cuore, e così uniti li offro al tuo eterno Padre e lo prego che per tuo amore li accetti e li esaudisca. Amen.
  • (Alfonso M. de' Liguori)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 07, 2007 2:12 pm

  • L'uomo eucaristico
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Chi è l'uomo eucaristico? È colui che quando va all'eucaristia, è condotto a celebrare la novità di vita di cui è stato reso partecipe attraverso la comunione con Cristo. L'eucaristia infatti è la continua celebrazione della novità che Cristo ha portato nella storia, e l'uomo vi si accosta appunto per porre i segni di questa novità, di cui è stato reso oggetto, per renderla ulteriormente viva. Rinnovato nel battesimo, egli la celebra in attesa del grande cambiamento, al momento della gloria. Però il cristiano, quando entra nel mistero della celebrazione eucaristica, deve aver coscienza che questo gesto è strettamente collegato con la sua storia, che cioè va in chiesa come uomo nuovo, rende grazie a Dio per questo mirabile disegno di storia della salvezza. Tuttavia, nel momento che entra in chiesa, non abbandona la sua storia: anzi l'uomo eucaristico entra nell'eucaristia appunto perché vive la sua storia. L'uomo eucaristico, infatti, può andare in chiesa proprio perché vi porta la sua storia, la sua vita, il suo mondo per poter veramente costruire l'uomo; la comunità eucaristica risulta indispensabile per cogliere lo stretto legame che intercorre tra il mistero della storia, nella quale l'uomo si muove, e l'eucaristia, da cui scaturisce l'energia per costruire un mondo nuovo.
  • (Antonio Donghi)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 07, 2007 2:13 pm

  • Prodigio di inesauribile amore
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Gesù, che già in molti modi attrae a sé la Chiesa con la forza del suo Spirito e della sua parola, suscita nella Chiesa la volontà di obbedire al suo comando: «Fate questo in memoria di me». E quando la Chiesa, nell'umiltà e nella semplicità della sua fede, obbedisce a questo comando, Gesù, con la potenza del suo Spirito e della sua parola, porta l'attrazione della Chiesa a sé al livello di una comunione così intensa, da diventare vera e reale presenza di lui stesso alla Chiesa: il pane e il vino diventano realmente, per misteriosa trasformazione che è chiamata «transustanziazione», il Corpo dato e il Sangue versato sulla Croce; nei segni conviviali del mangiare, bere, festeggiare si attua la reale comunione dei credenti col Signore. L'eucaristia si presenta così come la maniera sacramentale con cui il sacrificio pasquale di Gesù si rende perennemente presente nella storia dischiudendo ad ogni uomo l'accesso alla viva e reale presenza del Signore. Si tratta di prodigi che fioriscono su quel prodigio di inesauribile amore, che è il mistero pasquale. D'altra parte si potrebbe dire che si tratta della cosa più semplice: Dio, nell'eucaristia di Gesù, prende sul serio la propria volontà di alleanza, cioè la decisione di stare realmente con gli uomini, di accoglierli come figli, di attrarli nell'intimità della sua vita.
  • (Carlo Maria Martini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 14, 2007 10:53 am

  • Una sola cosa con Gesù Cristo
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«Come io vivo per il Padre — dice Gesù — così tutti quelli che mi ricevono vivono per me». O beata vita, vivere per Gesù e di Gesù, essere nutrita e sostentata da lui! Per questo egli è nell'ostia e vi sarà sino alla consumazione del mondo. E il suo desiderio sarebbe di essere ricevuto attualmente, per operare continuamente gli effetti del suo amore e della sua misericordia: che egli viva in noi e noi in lui. In una parola: che noi siamo trasformate nel suo amore, tutte inabissate nella divinità e rese una sola cosa con Gesù Cristo. Mi sembra che un'anima che si comunica spesso ne riceva molta più forza, grazia e benedizione di quelle che se ne astengono. Andiamo a Dio con umiltà e fiducia. Egli è buono di una bontà infinita. Conosce la nostra impotenza e la nostra incapacità e supplirà a ciò con la sua divina sufficienza. Oh, quando mai saremo tutte di Gesù, i nostri cuori respireranno soltanto il suo amore, vivremo della sua vita e avremo impressi in noi i suoi sentimenti? Consegniamoci al suo desiderio eterno di possederci per attuare questo. Quanto è dolorosa e insopportabile questa vita senza l'amore di Gesù e senza essere in croce per lui! Mi pare che un'anima cristiana non possa trovare gioia se non nella speranza di soffrire qualcosa per colui che la fa vivere e morire.
  • (Catherine Mectilde de Bar)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 14, 2007 10:55 am

  • L'eucaristia: segno di unità
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Nello Spirito Santo, nonostante la diversità di ognuno, vi è un segno di unità proposto e attuato: l'eucaristia. Questa unità non è un blocco che si costruisce, è la nascita di una vita nuova, di un vero organismo: il corpo mistico di Cristo che coinvolge tutti nella fede e in cui ognuno riceve la sua identità specifica ed è avviato in un cammino di vita. L'eucaristia, nel suo simbolo, lega a tutte le situazioni e a tutti i luoghi ciò che Cristo ha cominciato una volta; perciò noi tutti nell'eucaristia, nello Spirito, siamo già insieme risuscitati per la fede.
Il simbolo eucaristico è vera potenza di Dio che crea in ogni situazione agganci di unità finale nonostante l'estrema fragilità della manifestazione e della configurazione esterna del simbolo: il pane e il vino, condivisi nella fratellanza. La risurrezione e la potenza di Dio passano attraverso questa fragilità esterna poggiandosi saldamente sul perno della fede.
Nell'incomprensibile «collegarsi l'uno all'altro» del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, l'unità di Dio diventa la fonte di un'umanità nuova che già oggi incomincia ad articolarsi, ispirandosi all'incontro in Dio, unendo tutti in uno solo.
  • (Andrè Joos)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 21, 2007 1:03 pm

  • Ri-presentare il sacrificio della croce
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Precisare il nesso che esiste tra il sacrificio unico della croce e la Messa è una cosa assai delicata ed è stato sempre uno dei punti di maggior dissenso tra cattolici e protestanti. Agostino usa due verbi: rinnovare e celebrare, che sono giustissimi, a patto però di essere intesi l'uno alla luce dell'altro: la Messa rinnova l'evento della croce celebrandolo (non reiterandolo!) e lo celebra rinnovandolo (non soltanto ricordandolo!). La parola, nella quale si realizza oggi il maggior consenso ecumenico, è forse il verbo (usato anche da Paolo VI, nell'enciclica Mysterium Fidei) rappresentare, inteso nel senso forte di ri-presentare, cioè rendere nuovamente presente. Secondo la storia, c'è stata, dunque, una sola eucaristia, quella realizzata da Gesù con la sua vita e la sua morte; secondo la liturgia, invece, cioè grazie al sacramento istituito da Gesù nell'ultima cena, ci sono tante eucaristie quante se ne sono celebrate e se ne celebreranno fino alla fine del mondo. L'evento si è realizzato «una sola volta» (semel), il sacramento si realizza «ogni volta» (quotiescumque).
  • (Raniero Cantalamessa)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 21, 2007 1:05 pm

  • L'impegno nella realtà di tutti i giorni
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Se l'uomo eucaristico è chiamato a celebrare la sua novità in Gesù in questo mistero della pasqua eucaristica, deve essere un uomo impegnato nella sua storia, impegnato a creare il mondo. Infatti, l'uomo è stato creato da Dio perché con lui concreasse il mondo. È la bella espressione di una certa teologia rabbinica, la quale afferma: perché Dio ha riposato il settimo giorno? Dio avendo creato l'uomo il sesto giorno, il settimo diede il mondo all'uomo, perché questi, pienezza della creazione, potesse continuare questo processo creativo. Ora l'uomo, per poter veramente giungere all'eucaristia deve aver sviluppato questo primo stadio dell'alleanza: l'impegno nella realtà di tutti i giorni, l'amore per la propria storia. La prima eucaristia è la storia di ognuno di noi. L'uomo veramente eucaristico è l'uomo che ha la gioia di creare, secondo il luogo in cui effettivamente la provvidenza lo colloca; in altri termini, non si può giungere all'eucaristia se non si ama la propria storia completa; lì è la prima alleanza.
  • (Antonio Donghi)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 28, 2007 10:21 am

  • Il bene che contiene in sé ogni bene
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Se l'uomo guarda e considera con sollecitudine il pezzetto di ostia che mangia con il corpo, come mai l'anima non guarda e ripensa, prima di ricevere quel bene eterno e infinito, creato e increato, che è il cibo sacramentale, il pasto, l'arca e la fonte dell'anima e del corpo? Veramente esso è il bene che contiene in sé ogni bene. L'uomo deve dunque andare a tanto e tale bene e a tale mensa con grande riverenza, con molta purezza, con molto timore e con grande amore. L'anima deve accedervi tutta monda e adorna-ta, poiché va a colui e a ciò che è ogni bene di tutta la gloria, va a colui e a ciò che è beatitudine perfetta, vita eterna, bellezza, altezza, dolcezza, tutto amore e dolcezza d'amore. Ma perché l'uomo deve andare? Vi dico, come mi sembra, che deve andare a riceverlo, per essere ricevuto; deve andarvi puro, per essere purificato; deve andarvi vivo, per essere vivificato; deve andarvi giusto, per essere giustificato; deve andarvi unito e congiunto, per essere incorporato attraverso lui, con lui e in lui, Dio increato e Dio incarnato, che, in questo sacratissimo e altissimo mistero, si da per mano dei sacerdoti.
  • (Angela da Foligno)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun mag 28, 2007 10:23 am

  • L'eucaristia è il lievito della Chiesa
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Il rapporto eucaristia-Chiesa non è un rapporto statico, ma un rapporto dinamico e operativo. Non basta, perciò, dire che l'eucaristia sta al centro della Chiesa, bisogna dire: l'eucaristia fa la Chiesa! Se la costruisce standovi dentro, se la tesse intorno come un vestito. Di due sacramenti si dice, in modo particolare, che «fanno» la Chiesa: del battesimo e dell'eucaristia. Ma mentre il battesimo fa crescere la Chiesa, per così dire, in estensione e in numero, cioè quantitativamente, l'eucaristia la fa crescere in intensità, qualitativamente, perché la trasforma sempre più in profondità ad immagine del suo Capo, Cristo. Il regno dei cicli è simile al lievito che una donna nasconde in tre staia di farina (Mt 13,33); anche l'eucaristia è simile a un lievito; Gesù l'ha posta nella massa di farina, che è la sua Chiesa, perché la «sollevi» e la faccia fermentare tutta; ne faccia un «pane», come è lui! Se la Chiesa è il lievito del mondo, l'eucaristia è il lievito della Chiesa. In vari modi, o momenti, l'eucaristia «fa» la Chiesa, cioè la trasforma in Cristo: mediante consacrazione, mediante comunione, mediante contemplazione e mediante imitazione.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 04, 2007 1:27 pm

  • Scelti per essere mandati
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Scegliere e mandare è il ritmo della vita di Cristo, della Chiesa, della vita eucaristica. Noi andiamo verso il Signore senza domandargli niente, egli sceglie ogni giorno chi vuole per chiedergli qualche cosa. Ecco la missione: essere mandati dal Signore per portare il messaggio di salvezza nel cuore dell'umanità. Dio che ha riconciliato il mondo in Cristo affida a noi questa riconciliazione.
L'eucaristia non è un rifugio per noi. L'eucaristia ci raggruppa per mandarci fuori della nostra cerchia verso i rifugi degli altri; non dobbiamo rimanere estranei a nessuna situazione.
Nella vita evangelica si sta insieme per rendere presente il Signore intorno a noi, consapevoli, celebrando l'eucaristia, di essere stati scelti per essere mandati.
L'adorazione eucaristica è la scelta di essere con il Signore dentro la sua stessa vita, nella sua azione, nel suo pensiero, per essere inviati da lui.
L'adorazione è comunicazione sempre: se si chiude in se stessa, non è più vero congiungimento del mistero di Dio con l'universo, è già isolamento. Tocca a noi trovare il ritmo, comunicarlo, esprimerlo e viverlo.
  • (Andrè Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun giu 04, 2007 1:29 pm

  • Eucaristia e lode
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Se nei sacramenti non ci fosse il Cristo che celebra potremmo dubitare di tantissime cose, compresa la presenza reale eucaristica. Ecco perché la Chiesa nella sua saggezza non lega la presenza di Cristo nei sacramenti alla fede attuale della comunità, se no nascerebbero tanti dubbi! Ponendo il gesto voluto dalla Chiesa c'è il Cristo e tutto si realizza. Tuttavia, se noi vogliamo collocarci in una situazione di verità celebrativa, se vogliamo non subire la celebrazione, se vogliamo essere parte attiva, dobbiamo veramente giungere a questa formulazione: la nostra fede deve diventare lode.
Uno dei limiti della nostra mentalità razionalistica è di vedere la fede come un accettare delle verità. La fede che fosse un solo accettare delle verità, non sarebbe fede autentica. Una fede è autentica solo quando è lode, perché la lode rende comprensibile il «non evidente». L'uomo quando ha la gioia di lodare comprende quello che l'intelligenza non comprende. Il dinamismo della fede è intrinsecamente orientato alla lode. La fede è vera quando è lode.
  • (Antonio Donghi)
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