AAVV - Pensieri sulla Santissima Eucaristia

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » dom nov 05, 2006 4:22 pm

  • Il fine ultimo dell'eucaristia
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L'eucaristia manifesta l'irreversibile volontà di salvezza del Padre. La sua intenzione, ancora poco percepita dall'uomo, diventa palese nel «segno eucaristico» in cui il Padre accoglie, ogni volta, il sacrificio del Figlio nel quale tutto può convergere. Nel Figlio e nel suo dono l'umanità intera può orientarsi verso il Padre.
Nel profondo di ogni evento eucaristico si situa l'iniziativa del Padre che Cristo solo conosce e che noi non scorgiamo: il compimento ultimo, incomprensibile, inaccessibile a cui partecipiamo.
Il fine ultimo dell'eucaristia è di riportarci alla presenza del Padre, presenza per noi inavvicinabile, eppure essa è tutta misericordia, volontà di salvezza, decisione di portare gli uomini fino al raggiungimento della piena felicità, della totale attuazione di loro stessi oltre quanto immaginano, pensano e fanno. L'eucaristia è porta aperta verso il Padre. Il Padre è infinita attesa che ci accoglie e ci stabilisce nella sua presenza.
L'eucaristia ci apre alla presenza inaccessibile del Padre che diventa per noi misericordioso invito a lasciarci prendere da quanto egli vuole compiere con l'umanità, sempre sperando nella nostra conversione e perseverando nella sua misericordia.
  • (Andre Joos)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » dom nov 05, 2006 4:23 pm

  • L'unità della Chiesa
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L'unità della Chiesa è l'immagine dell'eucaristia e si realizza con l'eucaristia. Più esattamente, il sacramento della comunione al Cristo chiama a praticare la comunione fra cristiani, in seno allo stesso corpo ecclesiale.
È la comunione a Cristo che è la fonte di tutto, che attraversa e oltrepassa le nostre relazioni umane. È questa comunione al corpo di Cristo che fa della Chiesa una società diversa. Questa società è diversa perché non è costituita solo secondo le leggi umane della carne e del sangue, o dell'appartenenza etnica. È una società aperta a tutti, e in particolare ai poveri, agli stranieri, agli emarginati dalla società. La Chiesa come corpo di Cristo è effettivamente una società interculturale e internazionale. Le nostre comunità ne sono il segno, specialmente quando integrano gli immigrati. In altre, parole, la Chiesa dell'eucaristia testimonia nella nostra società un'apertura che oltrepassa le leggi di questo mondo.
  • (Claude Dagens)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 13, 2006 3:20 pm

  • Invocazioni a Gesù Cristo
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          • Anima di Cristo, santificami.
            Corpo di Cristo, salvami.
            Sangue di Cristo, inebriami.
            Acqua del costato di Cristo, lavami.
            Passione di Cristo, confortami.
            O buon Gesù, esaudiscimi.
            Dentro le tue piaghe, nascondimi.
            Non permettere che io mi separi da te.
            Dal nemico maligno, difendimi.
            Nell'ora della mia morte, chiamami:
            e fa' che io venga a te, per lodarti con i tuoi santi nei secoli dei secoli. Amen.
  • (Ignazio di Loyola)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 13, 2006 3:22 pm

  • Confessare le nostre incoerenze
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Celebrare il memoriale di Gesù «dato per noi» significa esporci al giudizio del «Signore» e del suo amore, con il quale ci confrontiamo e davanti al quale noi (che davanti al «diritto naturale», a un codice, a un contratto, allo stesso Decalogo e alla teologia dei moralisti vecchi e nuovi potremmo sentirci a posto...) ci sentiremo sempre in passivo e bisognosi di «confessare» le nostre incoerenze.
Eliminare invece l'aspetto di memoriale dall'eucaristia, potrebbe significare aprirci a tutti i discorsi sull'amore, a tutte le possibili «belle parole», ai nostri schemi e programmi facilmente costruiti di qualche nostro «vitello d'oro».
Questo aspetto dell'eucaristia come giudizio è fortemente presentato dal brano eucaristico di I Cor 11,17-34 preso nel suo ben noto contesto di rimprovero a chi si radunava per la «Cena del Signore» senza «memoria» di quanto Gesù aveva compiuto e senza carità, senza volontà di condividere il pane e il calice del Signore e quindi anche il nostro pane e il nostro vino, i nostri beni, il nostro tempo, la nostra vita con i fratelli, in un significativo dare, ricevere, accettare, accettarsi, espresso pure in tante forme.
  • (Giovanni Giavini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 20, 2006 10:26 am

  • Il Corpo sacro di Cristo
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Invochiamo il Cristo. Il Corpo sacro del Cristo! L'agnello di Dio, il Corpo sacro di colui che ha patito per la nostra salvezza!
Il Corpo sacro di colui che ai suoi discepoli ha rivelato i misteri della grazia della nuova alleanza.
Il Corpo sacro, per cui noi abbiamo ricevuto la vittima incruenta.
Il Corpo sacro che ha lavato i piedi degli apostoli con l'acqua e le loro anime con lo Spirito.
Il Corpo sacro che ha giustificato la peccatrice in lacrime; che ci purifica con il suo sangue.
Il Corpo sacro che ha ricevuto il bacio del tradimento; che ha amato il mondo fino a soggiacere alla morte.
Benediciamo e glorifichiamo il tuo nome.
  • (dalla Liturgia eucaristica antica)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 20, 2006 10:28 am

  • L'Eucaristia ci dona Gesù e ci dona a Gesù
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Dobbiamo accostarci alla santa Comunione per obbedire al desiderio che Gesù ha di riceverci in lui, nel suo essere e nella sua vita, distruggendo la vita e l'essere presenti, e facendoci essere ciò che egli è, e cioè: vita, amore, virtù per Dio. E anche per obbedire alla sua volontà di averci come sue membra nelle quali egli sia vivente per il Padre, e attraverso cui sia operante nel tempo come operò nella sua vita mortale.
Dobbiamo innanzitutto obbedire ai desideri che Gesù ha di riceverci e di possederci, perché la Comunione non solo ci da Gesù, ma ci da a Gesù; lui stesso infatti dice che chi lo riceve dimora in lui. Ora, il suo desiderio di riceverci è grande quanto la sua carità, quanto tutti i suoi meriti gli danno ogni diritto su di noi e di amore per noi.
È una grande infedeltà non corrispondere a questi desideri di Gesù, se non abbiamo qualche motivo che ce lo impedisca e che non dipenda da noi.
  • (Catherine Mectilde de Bar)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 27, 2006 5:03 pm

  • L'eucaristia educa l'uomo
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L'eucaristia fa la Chiesa mediante la celebrazione. Essa porta l'assemblea a esprimere il riconoscimento del mistero come esperienza costitutiva dell'uomo.
L'eucaristia è celebrazione del mistero e il mistero è l'Altro da noi, l'Altro dal mondo, l'Irraggiungibile, Colui che ci affascina, che ci attrae, che è presente, l'Intimo, il vicinissimo, il prossimo a noi e, insieme, il tutt'altro da noi. Ogni eucaristia educa l'uomo a questo sentimento fondamentale da cui dipende il senso della creaturalità, il senso della legge morale, come rapporto con l'altro e non soltanto col prossimo immediato, ma con l'Assoluto. È il senso della ricerca di Dio sopra ogni cosa, l'accettazione del primato del Regno: questo atteggiamento fondamentale è disatteso dalla civiltà moderna e l'eucaristia celebrata lo costruisce negli animi e continuamente lo rinnova e lo restaura.
  • (Carlo Maria Martini)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 27, 2006 5:04 pm

  • Il dono nascosto ai nostri sensi
Nostro Signore ci ha lasciato il suo corpo nella Santissima eucaristia perché fosse il memoriale della sua passione, il sacrificio dei nostri altari, il nutrimento delle anime nostre. In questo mistero di fede, dandosi a noi, Gesù Cristo nasconde il suo dono ai nostri sensi, lo splendore della sua bontà, della maestà, della gloria che rapisce i beati comprensori, l'olezzo del suo corpo glorioso che imbalsama il paradiso; ma la fede, supplendo al difetto dei sensi, deve far sì che rimaniamo tanto presi da stupore, tanto trasportati dall'amore e dalla gioia di fronte a questo mistero divino, come se ciò che esso nasconde ci fosse visibile.
Noi non dovremmo vedere, né volere, né ammirare sulla terra se non il Santissimo Sacramento.
  • (Louis Lallement)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 04, 2006 11:54 am

  • L'eucaristia è incontro
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Con l'umanità sfigurata nell'incidente di partenza Cristo vuole incominciare una nuova avventura, proprio con lei, con tutti gli infermi e in ogni senso. Il suo sguardo giunge misteriosamente oltre la nostra infermità per continuare il cammino con noi. Il Padre non può vivere senza questa umanità sfigurata, egli è impaziente, benché la veda ferita, di sollevarla e di portarla alla dimora comune prima che scompaia l'ultima speranza di vita. L'incontro con il Padre ci viene offerto tramite Cristo.
L'eucaristia è azione di grazia per questo incontro che non conoscerà separazione. Nell'eucaristia attuiamo il cammino comune: questo è fondamentalmente la Chiesa.
L'eucaristia è incontro e la Chiesa è incontro. Non si può andare veramente verso un altro se non si dimentica se stessi; non si può condividere la vita di un altro, la sua dinamica di esistenza, senza essere convinti che quanto l'altro ha da dare è più importante di quanto possediamo. L'incontro per un cammino comune ha come condizione sine qua non: uscire da se stessi. Va', lascia quello che sei o che pensi di essere, quanto ti sei edificato intorno per vedere se non c'è un «incontro» che ti farà scoprire il punto di «non ritorno».
  • (Andre Joos)
Ultima modifica di miriam bolfissimo il lun dic 04, 2006 11:56 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 04, 2006 11:55 am

  • Il sacramento del Risorto
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L'eucaristia è il sacramento del Risorto: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna»; «egli non viene per il giudizio, ma è già passato dalla morte alla vita eterna». La morte, così, non è davanti, ma indietro, nel tempo; ciò che è davanti è la «pasqua», il passaggio all'eternità.
La vita spirituale si costruisce attorno alla comunione con Cristo, attorno al «sacramento del fratello» e alla comunione universale di tutti in Cristo risuscitato. Primizia della santificazione di tutto l'universo, il pane, preso dai campi, e il vino, preso dai vigneti, diventano il corpo e il sangue del Signore. A questo aspetto cosmico si aggiunge la visione escatologica: dopo ogni comunione, l'orazione dell'ufficio pasquale supplica: «Fa' che noi possiamo partecipare di te in una maniera ancora più perfetta, nella luce indefettibile del tuo Regno che verrà».
  • (Pavél Evdokimov)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 11, 2006 5:59 pm

  • Una briciola di pane spezzato
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Buon Gesù, anche se tu hai spezzato la tua ira; anche se hai spezzato per noi, poveri mendicanti, il tuo pane, anche ora noi soffriamo per la nostra povertà, e ancora abbiamo fame. Tu stesso hai detto: «Chi si nutre di me avrà ancora fame», avrà fame «finché sia passato il pericolo». Ma non è ancora venuto il momento di non aver più fame. Un giorno «non avranno più fame né avranno più sete», ma per ora, giorno per giorno, spezza tu questo pane agli affamati. Oggi, come ogni giorno, noi abbiamo raccolto qualche briciola, ed oggi ancora noi abbiamo bisogno del pane quotidiano. «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Chi ce lo darà se non ce lo dai tu? In tutto il nostro mendicare, nella nostra miseria, povertà, bisogno e tribolazione, non c'è nessuno che ci spezzi del pane; non c'è nessuno che pensi a nutrirci, nessuno che ci ristori se non tu, Dio nostro. È una briciola del tuo pane spezzato che noi raccogliamo in ogni nostra consolazione, e nel gustarla sentiamo quanto «è soave la tua misericordia». Eppure ne abbiamo ancora bisogno; e la dolcezza assaporata, quasi accendendo la fame, ci fa di volta in volta più bisognosi.
  • (Baldovino di Ford)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 11, 2006 6:00 pm

  • L'agape eucaristica
I legami tra gli uomini si basano in genere su una spinta periferica che consente d'incontrarsi, ma spesso a un livello inizialmente poco profondo. Sovente siamo prigionieri di queste spinte quanto al discernimento sul valore del legame che accogliamo. Più l'amore si libera dalle spinte periferiche, più diventa eucaristico. Tutte le espressioni dell'eucaristia, nell'incontro fraterno dell'agape, significano amare tutti quelli che mettono insieme la loro identità partendo dal centro comune delle loro esistenze: l'eucaristia, che è dinamica d'amore, che mette in questione tutte le spinte periferiche dell'amore umano.
L'eucaristia permette all'amore di prendere nella nostra vita la sua piena statura oltre ogni tentazione d'isolamento o tendenza all'esclusività. Perciò l'eucaristia è un autentico e vero uscire da noi stessi, è un accogliere l'altro, tutti gli altri; è un sacrificio che fa vivere e attua personalmente l'uscita da se stesso, è una comunione che personalizza l'accoglienza dell'altro in noi.
L'adorazione eucaristica esprime questo incontro in tutta la vita: uscire da se stessi, come sacrificio, e accogliere l'altro, come comunione.
  • (Andre Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 18, 2006 4:06 pm

  • La gioia di tutte le creature
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Ciascuno dovrebbe pensare quando va a ricevere tanto beneficio in questo altissimo mistero, e dovrebbe considerare a chi va, chi è lui che va, come va e perché va. Poiché va a un bene che è ogni bene, e causa di tutti i beni, datore, autore e possessore di tutti i beni; per questo egli è il solo bene e senza di lui non vi è altro bene. Questo bene soddisfa, riempie e sazia tutti i santi, gli spiriti beati, le anime giuste per grazia, e tutte le anime e i corpi dei beati che regnano nella gloria.
Va a ricevere quel bene che è Dio incarnato, che sazia, supera, sovrabbonda e da gioia in tutte le creature, sopra tutte le creature, al di fuori di tutte le creature senza limite e senza misura. Tale bene la creatura non lo può conoscere né avere se non quanto vuole lo stesso bene, e questo bene essa vuole quanto, secondo le proprie possibilità, può avere di colui che è l'essere, che fa essere ogni cosa ed è al di sopra di ogni essere. Va a quel bene, oltre il quale e al di fuori del quale non vi è altro bene. O bene non considerato, non conosciuto, non amato, ma trovato da coloro che ti desiderano tutto ma che tutto non ti possono avere!
  • (Angela da Foligno)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun dic 18, 2006 4:08 pm

  • Dio ci invita alla mensa del suo Figlio
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Le parole del «canone» della Messa, che ricordano il gesto di Gesù nell'ultima cena e ricordando lo rinnovano sacramentalmente, meritano sempre attenzione e rilievo. Non tanto però per limitarsi ai problemi classici della transustanziazione e della presenza reale, quanto piuttosto per altri aspetti: si tratta di un gesto che «adempie» la rivelazione di Dio e del suo piano di alleanza con noi; di un gesto di amore che ci giudica, comunica perdono e speranza, ci ammaestra e ci fa crescere nella vita «secondo lo Spirito». Anche la «liturgia della parola» ha qui il suo motivo e il senso fondamentale della sua riscoperta. È anch'essa un «fare memoria» della storia delle opere mirabili di Dio, che culminano in Gesù Cristo e nella sua morte e risurrezione.
Il memoriale eucaristico rinnova la speranza, la fiducia, la gioia, la lode a Dio che, nonostante tutto, ci ha preceduto e ci precede continuamente con il suo amore, il suo perdono, con il suo invito alla mensa di suo Figlio come figli suoi e fratelli tra di noi. Inoltre la speranza ci impedisce sia di disperarci sia di accontentarci: essa ci fa memoria del nostro essere in cammino e del dover camminare alla sequela di Cristo insieme ai fratelli nella Chiesa e nel mondo, in attesa (nel senso di «tendere a») della futura e definitiva comunione con il Signore che viene.
  • (Giovanni Giavini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 08, 2007 4:13 pm

  • L'abbandono totale a Gesù
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Se mi chiedete di quale vita dovete vivere d'ora innanzi, vi rispondo che non è della vita delle buone anime né degli angeli e neppure dei santi, ma della vita pura e santa di Gesù. I vostri anni devono essere un prolungamento degli anni di Gesù, e di conseguenza la vostra vita deve essere un prolungamento della sua. Dovete, come vi insegna san Paolo, completare in voi quello che manca alla passione di Gesù. Questo non significa altro che, come membro del suo corpo, dovete essere annientata, crocifissa, morta e risuscitata con lui. Non bisogna vedere più nulla in voi all'infuori di Gesù: i vostri pensieri siano i pensieri di Gesù, le vostre parole, le parole di Gesù, le vostre opere siano le opere di Gesù e con Gesù entrate spiritualmente e con il desiderio, nelle sue sante disposizioni, per agire come lui. Dovete comunicarvi nel suo Spirito. Non dovete più comunicarvi per voi, né per questo né per quello, ma per il solo Gesù Cristo. La vostra preparazione consisterà nel non essere niente, ma soltanto nel possedere una disposizione di totale abbandono di voi stessa, cedendovi alla potenza di Gesù nel Santissimo Sacramento per essere rivestita delle sue misericordie e di lui, come vuole lui, e non secondo i vostri lumi e secondo l'appetito dei vostri sensi.
  • (Catherine Mectilde de Bar)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 08, 2007 4:17 pm

  • Resta con noi, Signore
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Gesù, splendore degli angeli, cantico dolce all'orecchio, miele soavissimo alle labbra, nettare celeste al cuore. Quelli che ti gustano hanno ancor farne; quelli che di te s'inebriano hanno ancor sete, non sanno altro desiderare che Gesù loro amore.
O Gesù mio dolcissimo, speranza dell'anima che sospira, le nostre lacrime e il grido intimo del nostro cuore cercano te.
Resta con noi, Signore, e illuminaci con la tua luce, fuga la nebbia del peccato che ingombra l'anima nostra, riempi il mondo della tua dolcezza.
Gesù, fiore della Vergine Madre, amore nostro dolcissimo, sii il nostro gaudio tu che un giorno sarai nostro premio: sii tu la nostra gloria, sempre, per tutti i secoli.
  • (Bernardo di Chiaravalle)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 08, 2007 4:20 pm

  • Una scuola d'amore
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Il memoriale eucaristico è scuola d'amore, di un amore come quello di Cristo, di un amore che è donazione di sé, donazione che tende a costruire una comunione tra persone, in attuazione di quella annunciata e descritta dal Nuovo Testamento tra Cristo e la Chiesa.
Ma non si tratta di una scuola di morale, perché l'eucaristia è «comunione» con Gesù Cristo, è già ora partecipazione misteriosa alla «nuova alleanza» (su questo punto concordano anche espressamente sia i sinottici sia san Paolo), cioè all'azione dello «Spirito» promesso e collegato con l'annuncio di tale nuova alleanza e con la persona del futuro «Davide»: l'eucaristia è comunione che ci dispone sempre più all'azione dello Spirito di Cristo in noi, di quello Spirito per il quale lui ha amato il Padre e noi e ha vinto la morte, e per il quale cresce un'autentica comunità cristiana, una Chiesa quale «corpo» di Cristo, alla cui cena essa si raccoglie in «comunione» con lui.
Eliminassimo allora l'aspetto di memoriale dall'eucaristia, avremmo al più un bel testo di morale (ma cominceremmo ben presto a chiederci se sia ancora aggiornato o non del tutto superato...) e il discorso sulla comunità cristiana diventerebbe almeno molto ambiguo.
  • (Giovanni Giavini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 08, 2007 4:30 pm

  • L'eucaristia: tensione al futuro
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Sappiamo che alla fine tutto sarà dato in pienezza: «Quando tutto sarà manifestato, saremo simili a Cristo» (I Gv 3,2). Il modo di considerare l'eucaristia si inscrive in questa linea: ciò che siamo o che facciamo non è nemmeno per noi completamente esplicito. Non di meno ogni passo della nostra esistenza ci porta qualche cosa di nuovo, una realtà che si svela e a cui ci è offerto di partecipare. Guardare intensamente dentro l'esistenza, con sempre maggiore impegno, ci da la possibilità di diventare simili a lui. Trovare la sua Presenza nel mondo, tramite i segni che annunciano il suo ritorno, è da parte nostra prepararlo sempre meglio.
L'eucaristia non è mai terminata, vi è sempre una visione nuova, un impegno nuovo per esprimere Cristo. Vivere escatologicamente significa che oggi non sappiamo e non sperimentiamo tutto, ma ci sarà via via rivelato sempre più limpidamente; significa vivere tesi verso quanto ci prepara e ci mostrerà il Signore. Ciò che importa nella nostra vita non è quanto abbiamo ricevuto, ma quanto il Signore prepara per noi domani. Sempre per noi il domani sarà pienezza in fase di compimento, luce di misericordia.
  • (Andre Joos)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 15, 2007 4:29 pm

  • Fate questo in memoria di me
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Quando san Paolo ci esorta a offrire i nostri corpi in sacrificio, è come se dicesse: Fate anche voi ciò che ha fatto Cristo Gesù; fatevi anche voi eucaristia per Dio! Egli si è offerto a Dio in sacrificio di soave odore; offritevi anche voi in sacrificio vivente e gradito a Dio!
Ma è Gesù stesso che ci esorta a fare così, non solo l'apostolo Paolo. Quando, compiuta l'istituzione dell'eucaristia, diede il comando: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19), egli, infatti, non intendeva dire soltanto: Fate esattamente i gesti che ho fatto io, ripetete il rito che io ho compiuto; ma intendeva dire anche: Fate la sostanza di ciò che ho fatto io; offrite anche voi il vostro corpo in sacrificio, come vedete che ho fatto io! «Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15).
Anzi, c'è qualcosa di ancora più pressante e accorato in quel comando di Gesù. Noi siamo il «suo» corpo, le «sue» membra; perciò è come se Gesù ci dicesse: Permettetemi di offrire al Padre il mio stesso corpo che siete voi; non mi impedite di offrire me stesso al Padre; io non posso offrirmi totalmente al Padre finché c'è un solo membro del mio corpo che si rifiuta di offrirsi con me! Completate, dunque, ciò che manca alla mia offerta; fate piena la mia gioia!
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 15, 2007 4:30 pm

  • Maria ci richiami al senso dell'eucaristia
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Se è possibile essere associati a Cristo, come Maria, allora è possibile essere uomini di fede, diventare uomini di fede, vivere da uomini di fede. La fede è una possibilità di andare, come Maria, verso Cristo; e di essere associati a lui.
Maria non conosceva ancora Gesù quando dis¬se: «Ecco la serva del Signore». Viveva come chi si lascia condurre dalla sua fede verso colui che poi chiamerà per nome: e il nome è Gesù.
Così non ci resta altro che chiedere a Maria, che interceda per noi: perché non ci venga mai meno la speranza che è possibile essere uomini di fede e perché sostenga il nostro cammino e il nostro coraggio.
E quando ci venisse meno, Ella ci richiami al senso dell'eucaristia. Se l'eucaristia è Gesù Cristo ed è la comunione con lui, significa che Gesù Cristo è disposto ad aprirci continuamente la possibilità di essere associati a lui: per essere non a nostra misura, ma, anzitutto, a misura di lui.
  • (Giovanni Moioli)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 22, 2007 5:14 pm

  • L'eucaristia nasce dall'amore
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L'evento che fonda, o istituisce, l'eucaristia è la morte e risurrezione di Cristo, il «dare la vita per riprenderla di nuovo». Lo chiamiamo «evento» perché è qualcosa di storicamente accaduto, un fatto unico nel tempo e nello spazio, avvenuto una volta sola (semel) e irripetibile: Cristo «una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso» (Eb 9,26). Ma non si tratta di nudi «fatti»; questi fatti hanno una ragione, un «perché», che costituisce come l'anima di questi fatti ed è l'amore.
L'eucaristia nasce dall'amore; tutto si spiega con questo motivo: perché ci amava. «Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). Ecco la migliore descrizione dell'origine e dell'essenza dell'eucaristia. Essa ci appare come opera e dono di tutta la Trinità; tutta la Trinità è implicata nell'istituzione dell'eucaristia: c'è il Figlio che si offre, il Padre al quale si offre e lo Spirito Santo nel quale si offre (cf Eb 9,14).
  • (Raniero Cantalamessa)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun gen 22, 2007 5:14 pm

  • Conoscere e amare Cristo
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Per la fede nella comunione, crediamo che la santissima carne del Cristo, vivificante e santificante, ci viene distribuita e comunicata per la remissione dei peccati: è una mirabile disposizione di Dio che ha voluto darci come nutrimento quella stessa carne che egli ha preso da noi e per noi. Si collega con questa la fede nella passione, che viene ripresentata nell'offerta della santa comunione, in cui si annunzia la morte del Signore.
Questo è il compendio della nostra fede: conoscere Cristo nel Padre, Cristo nella carne, Cristo nella presenza dell'altare. Tutti i misteri della fede si possono raccogliere in questa sintesi, e tutto ciò che è stato scritto nella legge, nei salmi e nei profeti, è orientato verso questo termine: conoscere Cristo e, conoscendolo, amarlo. E perciò ogni uomo che, giustificato mediante la fede, pensa in modo retto, riverente e fedele sul sacramento dell'unità, sul sacramento dell'unione e sul sacramento della comunione, costui mangia il pane degli angeli che è nel cielo, mangia il pane vivo disceso dal cielo, mangia la carne di Cristo. Costui mangiando Cristo diventa parte di lui e divenendone parte mangia.
  • (Baldovino di Ford)
Ultima modifica di miriam bolfissimo il lun feb 26, 2007 12:39 pm, modificato 2 volte in totale.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 01, 2007 11:53 am

  • La Chiesa deve pregare per il mondo
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La Chiesa, celebrando il memoriale del suo Signore, non «fa memoria» di Dio e dell'uomo solo al mondo, ma anche a Dio stesso (usiamo un antropomorfismo biblico). Essa infatti, vivendo nel mondo e in se stessa i segni del peccato e della morte, non può esimersi dal pregare per il mondo, lodare Dio anche a nome del mondo che non lo loda, dall'invocare che il Regno e la nuova alleanza (cioè la vita di figli di Dio e di fratelli) annunciata da Gesù Cristo e già presente nella storia, «venga» alla sua pienezza per ogni uomo che «lo cerca con cuore sincero». Potremmo dire: non soltanto la Chiesa «fa» e «deve» fare memoria, ma, celebrando e vivendo l'eucaristia, «è» memoria del Padre di Gesù Cristo al mondo e del mondo a Dio Padre. Da questo «essere» deriva il suo dovere di celebrare l'eucaristia nel rito e nella vita. Dall'eucaristia quindi viene luce anche per il problema della natura della Chiesa, come pure luce sui temi: peccato, revisione di vita, conversione, confessione, riconciliazione, impegno con la Chiesa e nel mondo.
  • (Giovanni Giavini)
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio feb 01, 2007 11:54 am

  • Gesù ha spezzato se stesso
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Perché Gesù spezzò il pane? Solo per darne un pezzo a ciascuno, cioè in vista dei suoi discepoli? Quel gesto aveva, prima di tutto, un significato sacrificale che si consumava tra Gesù e il Padre; non indicava solo condivisione, ma anche immolazione. Il pane è lui stesso; spezzando il pane, Gesù «spezzava» se stesso, nel senso con cui Isaia aveva detto del Servo di Jahvé: egli è stato spezzato (attritus) per i nostri delitti (cf Is 53,5). Una creatura umana - che, però, è lo stesso Figlio eterno di Dio - spezza se stessa davanti a Dio, cioè «obbedisce fino alla morte», per riaffermare i diritti di Dio violati dal peccato, per proclamare che Dio è Dio e basta.
A noi sembra un atto duro, crudele, ed è, invece, il supremo atto di amore e di tenerezza che sia stato mai compiuto o che possa compiersi sulla terra. Allora capisco che per «fare» anch'io ciò che fece Gesù in quella notte, devo anzitutto «spezzare» me stesso, cioè deporre ogni rigidezza davanti a Dio, ogni ribellione verso di lui e verso i fratelli, devo infrangere il mio orgoglio, piegarmi e dire «sì» fino in fondo a tutto ciò che Dio mi chiede.
  • (Raniero Cantalamessa)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 05, 2007 7:15 pm

  • Venite tutti a me
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Tu dici: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò». Come è dolce e amichevole all'orecchio del peccatore questa parola, con la quale tu, Signore Dio mio, inviti il misero e il povero alla comunione del tuo santissimo Corpo! Ma chi sono io, Signore, per presumere di accostarmi a te?
Ecco, i cieli dei cicli non possono contenerti, e tu dici: «Venite a me, voi tutti!». Come intendere questa degnazione tanto misericordiosa e un invito tanto amichevole? Come oserò venire, io che sono consapevole di non avere nulla di buono, per cui possa presumere di me? Come potrò farti entrare nella mia casa, io che sovente ho offeso il tuo volto tanto benigno? Ti venerano gli angeli e gli arcangeli, ti temono i santi e i giusti, e tu dici: «Venite tutti a me?».
Se non fossi tu, Signore, a dirlo, chi lo crederebbe? E se non fossi tu a comandarlo, chi oserebbe avvicinarsi?
  • (Imitazione di Cristo)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 05, 2007 7:17 pm

  • La dimora di Dio con gli uomini
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L'eucaristia è l'ultimo gradino nel lungo cammino della «condiscendenza» di Dio: creazione, rivelazione, incarnazione, eucaristia. A ragione la liturgia della festa del Corpus Domini applicava, una volta, all'eucaristia la parola di Mosè: «Quale grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi?» (Dt 4,7). Davanti al tabernacolo noi possiamo ripetere con tutta verità le parole dell'Apocalisse: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini!» (Ap 21,3). L'eucaristia è, sì, in rapporto con il Mistero pasquale, ma è ugualmente in rapporto vitale con il Mistero dell'incarnazione. È memoriale di un evento - la Pasqua - ma è anche presenza di una persona: il Verbo incarnato. Tale intimo legame è messo in luce, nel Vangelo di Giovanni, nel passaggio dal primo al sesto capitolo: il Verbo si è fatto carne (incarnazione) e la carne si è fatta «vero cibo» (eucaristia). La vita eterna, che nell'incarnazione si è fatta visibile a noi, ora si fa anche mangiare da noi, si fa «cibo di vita eterna». L'eucaristia trae la sua inesauribile forza divinizzatrice proprio dal fatto che ci mette in contatto con la carne dell'Uomo-Dio.
  • (Raniero Cantalamessa)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 13, 2007 10:55 am

  • Gesù, dolcezza dei cuori
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Gesù, il tuo ricordo è dolce e vero gaudio al cuore, ma più dolce del miele e d'ogni altra cosa è la tua presenza. Non c'è canto più soave, né suono più giocondo, né pensiero più dolce di te, Gesù, Figlio di Dio.
Gesù, speranza di coloro che si pentono, quanto sei pietoso con chi t'invoca, quanto buono con chi ti cercai. Ma cosa sei tu per chi ti trova? Nessuna lingua può dirlo, nessuno scritto può esprimerlo, solo chi l'ha provato può credere cosa vuoi dire amare Gesù.
Gesù, re ammirabile, trionfatore nobile, dolcezza ineffabile, tutto desiderabile: quando visiti il nostro cuore, allora risplende la verità, vili diventano le cose vane del mondo, e il tuo amore ci infiamma.
Gesù, dolcezza dei cuori, fonte viva, luce delle menti, tu superi ogni gioia e ogni desiderio.
  • (Bernardo di Chiaravalle)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » mar feb 13, 2007 10:55 am

  • Un tesoro inestimabile
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Il culto reso all'eucaristia fuori della Messa è di un valore inestimabile nella vita della Chiesa. Tale culto è strettamente congiunto con la celebrazione del sacrificio eucaristico. La presenza di Cristo sotto le sacre specie che si conservano dopo la Messa - presenza che perdura fintante che sussistono le specie del pane e del vino - deriva dalla celebrazione del sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale.
È bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto, essere toccati dall'amore infinito del suo cuore. Se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l'«arte della preghiera», come non sentire un rinnovato bisogno di trattenersi a lungo, in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento di amore, davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento?
L'eucaristia è un tesoro inestimabile: non solo celebrarla, ma anche il sostare davanti a essa fuori della Messa consente di attingere alla sorgente stessa della grazia.
  • (Ecclesia de Eucharistia)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 19, 2007 10:50 am

  • Un dialogo vitale
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«La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda» (Gv 6,55). Questa dichiarazione sostiene l'affermazione dell'assoluta necessità del mangiare la carne e bere il sangue per avere la vita divina e risuscitare nell'ultimo giorno. Cristo è l'unico salvatore: l'uomo per salvarsi deve totalmente essere sostenuto da lui, alimentato, trasformato. È evidente il parallelismo con l'immagine della vite e dei tralci del cap. 15.
Il tema della mutua immanenza, cioè della comunicazione della vita divina nell'uomo, che si trova così inserito in Dio, è sviluppato poi nei vv. 56-58: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui». La formula «rimane in me e io in lui» nega la concezione magica dell'eucaristia modellata sui misteri pagani ed esalta, invece, la dimensione personalistica. L'eucaristia, da un lato, è la celebrazione della «carne», cioè dell'incarnazione del Cristo; d'altro canto è soprattutto il riconoscimento del dialogo interpersonale e vitale che intercorre tra il Cristo e il fedele. Il duro realismo eucaristico rimanda al realismo dell'incarnazione, della croce e della comunione umanità-divinità.
  • (Gianfranco Ravasi)
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun feb 19, 2007 10:51 am

  • Gesù dona a noi se stesso
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L'eucaristia, così come è accolta nella fede della Chiesa, presenta un aspetto sorprendente, che sconvolge l'intelligenza e commuove il cuore. Siamo di fronte a uno di quei gesti abissali dell'amore di Dio, davanti ai quali l'unico atteggiamento possibile all'uomo è una resa adorante piena di sconfinata gratitudine. L'eucaristia non è solo la modalità voluta da Gesù per rendere perennemente presente l'efficacia salvifica della Pasqua. In essa non è presente soltanto la volontà di Gesù, che istituisce un gesto di salvezza. In essa è presente semplicemente (ma quali misteri in questa semplicità!) Gesù stesso. Nell'eucaristia Gesù dona a noi se stesso. Solo lui può lasciare in dono a noi se stesso, perché solo lui è una cosa sola con l'amore infinito di Dio, che può fare ogni cosa. Certo, occorre badare anche agli strumenti umani, di cui Gesù si serve.
Ma tutto questo è percorso e oltrepassato da una novità assoluta: è tale la forza di comunione manifestata e attuata nel sacrificio della croce, che essa rende presente nell'eucaristia il Cristo stesso nell'atto di donarsi al Padre e agli uomini, per restare sempre insieme con loro.
  • (Carlo Maria Martini)
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