La Madonna di Loreto. La Santa Casa di Loreto.

La Madonna di Loreto: luoghi e storia

Rispondi [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
Avatar utente
Redazione
Redazione del Forum
Messaggi:2186
Iscritto il:mar apr 19, 2005 5:17 pm
Località:Siamo online in ogni parte del mondo
[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
La Madonna di Loreto. La Santa Casa di Loreto.

Messaggio da Redazione » gio mag 19, 2005 5:56 pm

Santa Casa

Immagine

Un'antica tradizione riferisce che la Santa Casa di Loreto è la stessa Camera in muratura della Madonna esistente a Nazaret, in Galilea, e che in essa Maria nacque, fu educata e ricevette l'annuncio angelico.

La storia

Immagine


La fama internazionale della città di Loreto è legata al Santuario mariano dove si conserva e si venera la Santa Casa della Vergine Maria, trasportata da Nazaret nel 1294.

La casa della Madonna a Nazaret era costituita di tre povere pareti in pietra addossate e poste come a chiusura di una grotta scavata nella roccia. La grotta è tuttora venerata a Nazaret, nella basilica dell’Annunciazione, mentre le tre pareti di pietra, dopo la cacciata dei cristiani dalla Palestina da parte dei Musulmani, sono state salvate dalla sicura rovina e trasportate prima a Tersatto, nell’odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre 1294.

Circa le modalità della ‘venuta’ a Loreto della Santa Casa di Nazaret si è imposta per lunghi secoli la versione popolare del suo trasporto miracoloso, "per ministero angelico". La ricerca storica degli ultimi decenni, in base a reperti archeologici e numerose prove documentali più obiettive e consistenti, possiede convincenti riscontri per affermare che la Santa Casa di Loreto, come del resto tante altre preziose reliquie della Terra Santa, è stata trasportata per nave, al tempo delle crociate. La versione popolare del trasporto ‘per mano di angeli’ con ogni probabilità è nata dal fatto che nella vicenda hanno svolto un ruolo chiave e primario i regnanti dell’Epiro, appartenenti alla famiglia Angeli, come risulta da un documento notarile del 1294, scoperto recentemente.

Gli studi degli ultimi decenni, condotti da esperti, confermano la tradizione lauretana e l'origine palestinese delle pietre della Santa Casa, che risulta tra l’altro un manufatto estraneo agli usi edilizi marchigiani. I raffronti tecnici e architettonici dimostrano che le tre pareti della Santa Casa di Loreto si connettono bene con la grotta esistente a Nazaret e con gli altri edifici di culto costruiti sulla casa della Madonna nei primi secoli d. C. Le pietre della Santa Casa sono lavorate e rifinite secondo l'uso dei Nabatei, un popolo che ha esercitato il suo influsso anche nella Galilea fino ai tempi di Gesù. Sulle pietre si conservano inoltre numerosi graffiti e incisioni tipici delle comunità giudeo-cristiane presenti solo in Palestina prima del V secolo.

Tutto quanto c'è di bello e di artistico a Loreto si è sviluppato intorno a queste umili pareti di pietra ristrutturate a modo di casetta o piccola chiesa. Oltre alla sontuosa basilica, abbellita da grandi artisti, le stesse pareti della Santa Casa sono racchiuse da un artistico rivestimento marmoreo, uno dei più grandi capolavori scultorei dell'arte rinascimentale.

Esso racchiude la Santa Casa come uno scrigno che contiene perle preziosissime: si tratta delle povere pareti legate ai ricordi più cari al cuore della cristianità. Qui fu annunziato il mistero dell'incarnazione, qui ebbe inizio la storia della salvezza con il sì di Maria all'annuncio dell'angelo; queste pietre sono state santificate dalla presenza e dalla vita quotidiana della Santa Famiglia e sono testimoni mute e perenni del passaggio del Figlio di Dio sulla terra.


Immagine


Interno della Santa Casa

La S. Casa, nel suo nucleo originario, è costituita da sole tre pareti, perché la parte dove sorge l'altare dava, a Nazaret, sulla bocca della Grotta e, quindi, non esisteva come muro. Delle tre pareti originarie le sezioni inferiori, per quasi tre metri di altezza, sono costituite prevalentemente da filari di pietre, per lo più arenarie, rintracciabili a Nazaret, e le sezioni superiori aggiunte successivamente e, quindi spurie, sono in mattoni locali, gli unici materiali edilizi usati nella zona. Alcune pietre risultano rifinite esternamente con tecnica che richiama quella dei nabatei, diffusa in Palestina e anche in Galilea fino ai tempi di Gesù. Vi sono stati individuati una sessantina di graffiti, molti dei quali giudicati dagli esperti a quelli giudeo-cristiani di epoca remota, esistenti in Terra Santa, compresa Nazaret. Le sezioni superiori delle pareti, di minor valore storico e devozionale, nel secolo XIV furono coperte da dipinti a fresco, mentre le sottostanti sezioni in pietra furono lasciate a vista, esposte alla venerazione dei fedeli.

Il Crocifisso dipinto su legno, sopra la cosiddetta finestra dell'Angelo, assegnato alla fine del sec. XIII, secondo alcuni è di cultura spoletina e secondo altri rivelerebbe segni della maniera di Giunta Pisano.
La Statua della Madonna, scolpita su legno di un cedro del Libano dei Giardini Vaticani, sostituisce quella delsec. XIV, andata distrutta in un incendio scoppiato in S. Casa nel 1921. È stata fatta scolpire da Pio XI che nel 1922 la incoronò in Vaticano e la fece trasportare solennemente a Loreto. Fu modellata da Enrico Quattrini ed eseguita e dipinta da Leopoldo Celani che le conferì una tonalità troppo scura rispetto a quella dell'originale.


Immagine

Il rivestimento marmoreo

E' il capolavoro dell'arte lauretana. Esso custodisce l'umile Casa di Nazareth come lo scrigno accoglie la perla.

Ideato dal Bramante, che nel 1509 ne approntò il disegno, fu attuato sotto la direzione di Andrea Sansovino (1513-27), di Ranieri Nerucci e di Antonio da Sangallo il Giovane. In seguito furono collocate nelle nicchie le statue delle Sibille e dei Profeti.
L'attuale rivestimento marmoreo, che ha sostituito il muro dei recanatesi, fu voluto da Giulio II ed è stato realizzato su disegno del sommo architetto Donato Bramante. I recanatesi agli inizi del sec. XIV eressero intorno alla S. Casa un muro di contenimento 'bono et grosso', individuato negli ultimi scavi archeologici. Gli stessi scavi hanno messo in luce anche altri precedenti interventi edilizi a difesa della S. Casa. Tutto ciò attesta una particolarissima attenzione verso un minuscolo edificio rurale che non si spiegherebbe al di fuori della tradizione loretana.


Il rivestimento è costituito da un basamento con ornamentazioni geometriche, da cui si diparte un ordine di colonne striate a due sezioni, con capitelli corinzi che sostengono un cornicione aggettante. La balaustra è stata aggiunta da Antonio da Sangallo (1533-34) con lo scopo di nascondere la goffa volta a botte della S. Casa e di circoscrivere con elegante riquadratura tutto il mirabile recinto marmoreo.
I lavori iniziarono nel 1511, sotto la direzione di Giovan Cristoforo Romano, dopo che il fiorentino Antonio Pellegrini, su disegno del Bramante, aveva approntato il modello ligneo su scala. Dal 1513 al 1527 diresse l'impresa Andrea Contucci, detto il Sansovino. I lavori ripresero nel 1531 sotto la direzione di Rinieri Nerucci. Nella fase finale, essi passarono alla direzione di Antonio da Sangallo il Giovane. L'opera fu conclusa nel 1538. Successivamente furono collocate nelle nicchie le statue delle Sibille e dei Profeti


Immagine


Qui il Bramante ha inteso celebrare la Madre del Salvatore, vaticinato dalle dieci Sibille, scolpite dai fratelli Della Porta (1570-1572), preannunciato dai dieci Profeti, scolpiti dai fratelli Lombardo (1540-1570), e figurato con la Madre nelle "storie" del rivestimento rnarmoreo, secondo questa successione, a partire dalla parete nord: Nascita di Maria di B. Bandinelli e R. Montelupo; Sposalizio di A. Sansovino e N. Tribolò; Annunciazione di A. Sansovino (vedi foto), Visitazione di R. Montelupo e Censimento di F. da Sangallo; Natalc di A. Sansovino; Adorazione dei magi di R. Montelupo; Transito della, Vergine di D. D'Aima. A sé stante è la Traslazione di F. da Sangallo e N. Tribolo.


Immagine


Scavi e graffiti

Gli scavi a Nazaret e a Loreto
L'apporto più significativo per una lettura critica e storicamente fondata della tradizione lauretana è stato dato dalle cosiddette "fonti mute", cioè dal responso degli scavi archeologici effettuati a Nazaret tra il 1955 e il 1960 nella chiesa dell'Annunciazione e a Loreto tra il 1962 e il 1965 nel sottosuolo della Santa Casa, oltre che da studi specifici sulla struttura edilizia della "Camera" lauretana, raccordata con la Grotta nazaretana. Le indagini archeologiche e la tradizione si illuminano a vicenda con reciproche conferme. E aiutano a ricostruire la storia della Casa di Maria. A Nazaret gli scavi hanno appurato che l'abitazione della Vergine, come le altre del luogo, era costituita da una Grotta scavata nella roccia (luogo di deposito) e da una Casa in muratura antistante e leggermente sovrastante (luogo della vita quotidiana), oltre che da altre piccole strutture sussidiarie.
Gli scavi hanno confermato nella sostanza ciò che narra la tradizione lauretana: che i discepoli di Gesù trasformarono la Casa di Maria in chiesa. Dalle indagini archeologiche, infatti, é emerso che nel III secolo i giudeo-cristiani, anzi, forse gli stessi "parenti del Signore", adattarono l'abitazione di Maria a luogo di culto, costruendovi sopra una chiesa in stile sinagogale, di cui sono venuti alla luce interessanti resti cultuali. Gli scavi sono stati effettuati sotto la direzione del p. Bellarmino Bagatti.
Nel secolo V i cristiani bizantini, sostituitisi anche a Nazaret ai giudeo-cristiani, abbatterono la chiesa-sinagoga ed edificarono un più ampio edificio sacro sopra l'abitazione della Madonna. Nell'XI secolo, infine, i crociati francesi demolirono la basilica bizantina ed edificarono una più ampia chiesa proteggendo la santa dimora in una cripta. Questa attenzione nei riguardi dell'abitazione di Maria attraverso i secoli spiega anche la sua possibile conservazione, perché un edificio, anche se fragile, custodito dentro un altro edificio, non essendo soggetto all'erosione degli agenti atmosferici, sfida i secoli. Ne è una riprova la stessa Santa Casa di Loreto che, protetta dentro altri edifici fin dagli inizi del secolo XIV, dopo sette secoli non ha fatto una crepa.
A Loreto gli scavi archeologici, condotti sotto la direzione del prof. Nereo Alfieri, hanno confermato alcuni elementi della tradizione in modo inatteso. Questa asserisce che la Santa Casa non ha fondamenta proprie, poggia su una pubblica strada e fu protetta dai recanatesi con un muro per tutta l'altezza e la lunghezza. Ebbene, le indagini archeologiche hanno verificato tutti e tre questi singolari fenomeni edilizi. In più, hanno individuato alcune opere di difesa con archetti di controripa sul cedevole lato nord e una fascia di sottomurazione inserita più tardi dall'esterno. Tutto ciò attesta un'attenzione archeologica verso il sacello che non si spiegherebbe se quei muri non fossero stati considerati fin dall'inizio vere 'reliquie'.
Infine, gli scavi loretani hanno appurato che il nucleo originario della Santa Casa è costituito da tre sole pareti (è esclusa la parete est dove sorge l'altare, che a Nazaret non esisteva perché è la parte che dava sulla bocca della Grotta), e che delle tre pareti le sezioni inferiori sono in pietra, mentre le sezioni sovrastanti, aggiunte successivamente a Loreto per ovviare allo spazio originario piuttosto basso e angusto, sono in mattoni locali.


La struttura edilizia

Ulteriori studi sulla struttura edilizia della Santa Casa hanno messo in evidenza che questa, in ambito edilizio marchigiano, costituisce un insieme di anomalie e assurdità: non ha fondamenta proprie, contro tutti gli usi del luogo; ha stranamente una parte in pietra, non usata nella zona per mancanza di cave lapidee, e una parte aggiunta in mattoni, gli unici materiali disponibili in loco; poggia su una pubblica strada, contro tutte le disposizioni comunali dell'epoca; ha l'unica porta originaria sul lato nord, esposta a tutte le intemperie, e l'unica finestra a ovest, aperta a una limitata illuminazione, contro i più elementari accorgimenti dei costruttori locali.
Se invece la Casa di Loreto viene idealmente ritraslata a Nazaret, tutte queste anomalie edilizie scompaiono e il manufatto loretano ben si raccorda con la Grotta nazaretana nelle sue varie parti.
Inoltre, studi sulla finitura della superficie delle pietre di Loreto hanno chiarito che esse appaiono lavorate secondo una particolare tecnica usata dai nabatei, un popolo confinante con gli ebrei, e diffusa anche in Palestina. Questi interessanti studi sull'edilizia della Santa Casa si devono all'ingegnere architetto Nanni Monelli.

I graffiti

Infine, una specifica indagine sui graffiti leggibili ancora in molte pietre della Santa Casa di Loreto, rivela che essi sono molto simili a quelli riscontrabili in Terra Santa e, in special modo, a Nazaret, compresi gli esemplari riferibili ai giudeo-cristiani del II-V secolo. E’ stata decifrata anche una scritta in caratteri greci sincopati con due lettere ebraiche contigue (un lamed e un wav), la quale, tradotta, dice: "0 Gesù Cristo, Figlio di Dio". Un'identica invocazione si legge nella cosiddetta Grotticella di Conone, a Nazaret, vicino alla Grotta santa. Ne deriva la fondata ipotesi che diverse pietre siano state graffite a Nazaret e poi trasportate a Loreto, ciò che conferma l'antica tradizione.
Insomma, le pietre hanno un loro linguaggio, muto certo, ma, una volta decodificato, in grado di gettar luce sull’origine della Santa Casa.


ImmagineImmagineImmagine

Messaggio teologico


I messaggi della Santa Casa

Giovanni Paolo Il nella Lettera per i VII Centenario lauretano, indirizzata a mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, il 15 agosto 1993, ha scritto: "La S. Casa di Loreto non è solo una reliquia, ma anche una preziosa icona concreta" (n. 2).
E' reliquia perché è "resto", cioè parte superstite della dimora nazaretana di Maria. E' icona perché si fa specchio che riflette ineffabili verità di fede e rifrange luce su alti valori di vita cristiana. Per questo la S. Casa di Loreto è il primo santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine (ivi, n. 1). Vengono qui richiamati i messaggi biblico-teologici del ricco magistero-lauretano di alcuni papi, in primo luogo di Giovanni Paolo II.

1. Culla dell'Immacolata
La Casa nazaretana venerata a Loreto è identificata dalla tradizione con quella in cui la Vergine Maria nacque e fu educata e poi salutata dall'angelo Gabriele'. Lo ha ribadito anche Giulio Il nel 1507 e, in seguito, numerosi pontefici.

2. Dimora del Verbo Incarnato
La S. Casa è il santuario dell'Incarnazione. E’ questo il mistero di cui essa fa quotidiana e orante memoria. E' questo il mistero che teologicamente la caratterizza e la qualifica.
Scrive Giovanni Paolo: La S. Casa di Loreto è 'icona' non di astratte verità, ma di un evento e di un mistero: l'Incarnazione del Verbo. E' sempre con profonda commozione che, entrando nel venerato sacello, si leggono le parole poste sopra l'altare: Hic Verbum caro factum est: Qui il Verbo si è fatto carne.

3. Cenacolo dello Spirito Santo
La Vergine Maria nella sua Casa di Nazaret ha concepito il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo (Lc 1, 13). Così sviluppa questo aspetto Giovanni Paolo II: "E dove si potrebbe parlare con più efficacia del ruolo dello Spirito Santo, 'datore di vita', se non nel Santuario lauretano, che ricorda il momento e il luogo in cui Egli compì la suprema delle sue operazioni 'vivificanti' dando vita, nel seno di Maria, all'umanità del Salvatore?".

4. Tabernacolo della Santissima Trinità
Nell'annuncio dell'angelo a Maria sono chiamate in causa le tre Persone della Santissima Trinità: Dio Padre (l'altissimo), Dio Figlio e Dio Spirito Santo.

5. Casa dell'avvento
Maria nella sua dimora nazaretana, in un prolungato avvento, attese la nascita del Figlio nel silenzio e nella contemplazione del mistero.

6. La Casa di tutti i figli adottivi di Dio
E’ un motivo teologico caro al magistero di Giovanni Paolo II che vi è tornato più di una volta. La Casa del Figlio dell'uomo è la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa. La storia dell'intera umanità in quella casa riannoda le sue fila. La Chiesa che è in Italia, alla quale la Provvidenza ha legato il santuario della S. Casa di Nazaret, ritrova lì una viva memoria del mistero dell'Incarnazione, grazie al quale ogni uomo è chiamato alla dignità di figlio di Dio.

7. La Casa comune dei giovani
La Casa di Nazaret ha accolto Gesù, che ivi ha trascorso l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza. Essa è punto privilegiato di riferimento per i giovani cristiani.
In occasione del Pellegrinaggio dei giovani d'Europa, Giovanni Paolo II, nel messaggio del 9 settembre 1995, ha detto loro:
"Da Loreto questa sera abbiamo compiuto un singolare pellegrinaggio dall'Atlantico agli Urali, in ogni angolo del Continente, dovunque si trovano giovani in cerca di una 'casa comune'. A tutti dico: ecco la vostra Casa, la Casa di Cristo e di Maria, la Casa di Dio e dell'uomo !".

8. La Casa del sì di Maria e delle persone consacrate
Questo aspetto è stato messo in evidenza da Giovanni Paolo Il nei suoi vari interventi mariano-lauretani, in special modo nella Lettera per il VII Centenario Lauretano.
"La S. Casa ricorda in pari modo anche la grandezza della vocazione alla vita consacrata e alla verginità per il Regno, la quale ebbe qui la gloriosa inaugurazione nella persona di Maria, Vergine e Madre" (n. 8)

9. Santuario della riconciliazione
A Loreto giungono innumerevoli pellegrini per riconciliarsi con Dio e con i fratelli nel sacramento della confessione, sperimentando la dolcezza ineffabile del perdono e della grazia.

10. Prima chiesa domestica della storia
La S. Casa di Loreto fa riferimento, in primo luogo, al mistero dell'Incarnazione, perché vi è avvenuto l'annuncio angelico a Maria. E' considerata anche, però, luogo che accolse, almeno saltuariamente, la Santa Famiglia. Scrive Giovanni Paolo II:
"Il ricordo della vita nascosta di Nazaret evoca questioni quanto mai concrete e vicine all'esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l'educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare "chiesa domestica" della storia" (n. 8).

11. Casa della vita nascosta di Gesù
Nel magistero di Giovanni Paolo II il precedente motivo trova un suggestivo approfondimento nell'omelia pronunciata a Loreto il 10 settembre 1995, davanti a quattrocentomila giovani: "Gesù prese dimora in lei (Maria) come in un tempio spirituale preparato dal Padre per opera dello Spirito Santo.
E' grazie a Maria che la casa di Nazaret è diventata un simbolo così straordinario, essendo lo spazio in cui si è sviluppata l'umana vicenda del Verbo Incarnato; il luogo in cui Cristo cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2, 52)".

12. Luogo del lavoro santificato
Dice il Papa:
"Nessuna considerazione teorica potrà mai esaltare la dignità del lavoro umano quanto il semplice fatto che il Figlio di Dio ha lavorato a Nazaret ed ha voluto essere chiamato 'figlio del falegname' (cf. Mt 13, 55). Il lavoratore cristiano che ripensa la sua vocazione all'ombra della Santa Casa scopre anche un'altra importante verità: che il lavoro non solo nobilita l'uomo e lo rende partecipe dell'opera creatrice di Dio, ma può essere altresì un'autentica via per realizzare la propria fondamentale vocazione alla santità".

13. Oasi degli infermi
Da sempre la S. Casa di Loreto è stata meta di pellegrini malati, che hanno invocato dalla Vergine protezione e guarigione. Dal 1936 vi confluiscono i 'treni bianchi' organizzati dall'Unitalsi e da consimili associazioni.

14. La Casa della vedovanza santificata
Su questo aspetto inedito ma altamente significativo si è soffermato Giovanni Paolo Il nel suo discorso rivolto alle vedove di Sarajevo, nella basilica di Loreto, il 10 dicembre 1994. Ecco le sue parole: "Il pensiero va, in questo momento, alla Famiglia di Nazaret. Grande è il suo fascino! In essa si rispecchia ogni situazione familiare, anche la vostra. Maria Santissima, infatti, per quanto possiamo intuire leggendo i Vangeli, ha conosciuto la condizione della vedovanza: del suo sposo San Giuseppe, dopo l'episodio di Gesù dodicenne nel Tempio, non si fa più parola".

15. La Casa in cammino
Una strofa dell'inno del VII Centenario Lauretano dice:"é la Casa del cammino da Oriente ad Occidente:essa è segno della gente pellegrina verso il ciel".
Così la Casa lauretana diventa segno di protezione per emigranti ed esuli, che cambiano patria, come la dimora mariana di Nazaret. In special modo, la Madonna di Loreto è Patrona universale dei viaggiatori in aereo, e tale l'ha proclamata Benedetto XV nel 1920, come ricorda anche Giovanni Paolo II: "La Vergine Lauretana viene ovunque invocata dai viaggiatori in aereo, in un abbraccio di pace che unisce idealmente tutti i continenti" (n. 2).

la fonte http://www.santuarioloreto.it/santa_casa.htm

Avatar utente
Sery
Messaggi:59
Iscritto il:ven lug 03, 2009 12:17 pm
Località:Italia
Contatta:

Messaggio da Sery » sab lug 04, 2009 2:22 pm

Ho visitato il Santuario di Loreto ed in particolare la casa della Madonna di Loreto. Ho assistito alla Messa e alle funzioni religiose. E' stato molto bello. :D

Immagine
La vita non è un problema da risolvere ma un mistero da vivere...

Rispondi
[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
[phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1266: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable

Torna a “La Madonna di Loreto”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite