La Madonna Beata Vergine delle Grazie

Luoghi di devozione alla Madonna
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Tonyaldebaran
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La Madonna Beata Vergine delle Grazie

Messaggio da Tonyaldebaran » ven mag 20, 2005 10:42 am

Immagine

L' ''Origine" segue a dirci che suor Brigida non si scordò del favore fattole dall'Immacolata, Madre di Dio "onde perché restasse al mondo perpetua memoria di così segnalata grazia, procurò di avere un' immagine "di basso rilievo" della Madonna, con il Figlio in braccio, vestita di bianco, conforme all'apparizione, e la inviò a Boccadirio". Sulla venerata immagine non sappiamo altro. La commissione fatta ad Andrea Della Robbia, e il suo invio a Boccadirio nell'anno 1505 non sono documentati, anche se da più parti sono affermati. Paolo Guidotti nel suo studio su Boccadirio ritiene, per molte testimonianze e riflessioni, indubitabile l'invio della sacra immagine tra la fine del quattrocento e l'inizio del cinquecento per amorosa bontà di suor Brigida. Analisi scientifiche compiute da studiosi specialisti della storia dell'arte e delle tecniche ceramiche, la riportano senza dubbi a quella datazione e alla produzione di una qualche bottega robbiana.

Il territorio che comprende il luogo denominato Boccadirio, fin dai tempi più remoti fa parte di un vasto comprensorio montano, legato a ricordi religiosi, non solo del cristianesimo, ma del paganesimo sia romano che etrusco. A questo ci portano ancor oggi molti nomi di paesi e di località montane (Monte Adone e Monte Venere). Zona quindi d'intensa religiosità. La natura di questi luoghi, con il loro fascino inconfondibile, era particolarmente adatta alle deviazioni dell'anima. Inoltre questi luoghi sono stati sempre importanti, più di quanto potrebbe sembrare a noi oggi, perché da qui passavano le vie più impegnative che collegavano il Sud e il Nord della penisola italica. Basti ricordare il vicinissimo passo della Futa. C'erano poi anche altre vie mulattiere o semplici sentieri. Una di queste passava appunto dalla località di Roncobilaccio, risaliva la conca di Boccadirio e più su al monte Tavaniella, per ridiscendere poi a Montepiano, fino a sfociare in piena Toscana. Da ciò si può facilmente comprendere come queste zone siano state relativamente popolate, se non altro, come luoghi strategici di aiuto e di difesa per coloro che dovevano passare dall' uno all'altro versante dell'Appennino. Questi luoghi, per la suggestività dei paesaggi, per i verdi silenzi che impreziosivano ogni vallata di immediata bellezza, erano angoli di alta contemplazione.




Una seria e ferma tradizione locale, documentata storicamente da due antichissimi scritti, ci riporta molto vicino al tempo ed ai personaggi di uno straordinario avvenimento.
Questi documenti affermano che in questo luogo, il giorno 16 luglio 1480, festa del Carmine, la Madonna, con in braccio Gesù Bambino, apparve a due fanciulli: Donato Nutini e Cornelia Vangelisti, giunti dalle vicine case di Baragazza per pascolare il loro gregge.


Ecco il racconto del giorno dell' "APPARIZIONE", descritto e narrato da don Amorotti:

" L 'anno del Signore 1480, Donato Nutini putto di tenera età e Cornelia figlia di Matteo Vangelisti, d'anni dieci, ambedue del comune di Baragazza, contea dei Signori Pepoli di Bologna, pascolavano armenti, conforme l'uso del paese, in un luogo chiamato Boccadirio... Questo luogo è posto in un sito lontano dalle case un miglio circa sulla cima dell'Appennino, nella parte che guarda settentrione, in una bocca di due rivi i quali, congiungendosi quivi insieme danno il suddetto nome al sito di Boccadirio. Questo luogo medesimo sta tutto circondato da rupi scoscese e da balze precipitose, le quali per la maggior parte vestite di faggi. due putti, allevati nel santo timor di Dio e nella devozione della beatissima Vergine dai loro genitori, e guidati pur anche da un santo spirito, un giorno, che pascolavano pur gli armenti, si posero in detto luogo a fare orazione e quivi con grandissimo fervore di spirito unitamente invocavano la Beatissima Vergine Madre di Dio, perché si degnasse di prestar loro aiuto, acciocché potessero servire al Signore e conservare se stessi in santa pudicizia.
In quell'istante la Madre di misericordia che sempre sta pronta per consolar quelli che sinceramente ricorrono agli aiuti di Lei apparve loro tutta vestita di vesti bianche, dall'altra parte del Rio, in una balza verso ponente, nel qual luogo al presente sta eretto l'altare dove si celebrano i sacrifici ad onore di Lei, onorandovisi particolarmente una sua devotissima immagine.
Da questa balza partendosi, la SS. Vergine s'accostò ai due putti dalla parte del Rio, verso levante, dov'essi l'invocavano, e disse loro, e primieramente a Donato che dovesse farsi sacerdote, come felicemente successe; alla Cornelia, poi, che si facesse monaca, aggiungendole, che ciò seguirebbe nella Toscana e additandole e mostrandole quel monastero col suo sito e forma, dov'ella si sarebbe monacata. Comandò finalmente ad ambedue che facessero intendere al popolo di Baragazza che in quel luogo fabbricasse un tempio ad onor suo, promettendo che tutti quelli che fossero poi divoti e frequenti in detto luogo, otterrebbero tutto ciò che sotto la protezione ed invocazione di Lei domandassero sommo Iddio ".


E' l' "ORIGINE" della Madonna di Boccadirio, scritto da Don Lorenzo Amorotti parroco di Castiglione dei Pepoli dal 1609 al 1621, anno della sua morte.


L' "Origine" di don Amorotti continua a narrare la vita dei due fanciulli; più in breve quella di Donato, molto più estesa quella di Cornelia per la sua maggiore incidenza sull'avvenire di Boccadirio.

Donato inizia con serietà e profitto gli studi ecclesiastici e fu ordinato Sacerdote nel 1496. Per diverso tempo fu cappellano a Castiglione dei Pepoli (molto probabilmente presso il Santuario, anche se non confermato).

In seguito, nel 1531, diventò parroco a S. Pietro di Cirignano, nel Mugello dove morì nel 1548. Cornelia, dopo appena tre anni dall'apparizione, -come descrive la Lettera dell'Anonima- è impaziente di realizzare la volontà di Maria Santissima e si trasferisce con i genitori in Toscana alla ricerca del convento a lei indicato nella visione.
Dopo aver inutilmente visitato molti luoghi, si reca a Prato, e qui... dinanzi al monastero di Santa Caterina da Siena a Porta Leone, ''ricordatasi della visione, dice la Lettera, asseriva averlo veduto manifestamente come egli propriamente sia".

Questa affermazione sorprende molto perché altri documenti attestano che il monastero di Porta Leone iniziò ad essere edificato a partire dal 1507 e proprio per opera della stessa Cornelia (suor Brigida).
In realtà entrò nel convento del Terzo Ordine di S. Domenico di Paola Vernati, e solo più tardi l'intera comunità si trasferì al monastero di S.Caterina.
Comunque Cornelia fu subito accettata e vestita dell'abito monacale.

Ricevette il nome di suor Brigida.
La Madonna la voleva là, a Prato, affinché compisse due missioni.
Per prima cosa doveva rialzare, sviluppare e difendere le sorti della sua famiglia religiosa, "le Monache di Santa Caterina da Siena"; per seconda cosa doveva provvedere ad inviare a Boccadirio, luogo dell'Apparizione, l'immagine del volto della Madre di Dio contemplato durante l'Apparizione stessa.
Tale immagine è tutt'ora l'anima ed il cuore del Santuario.


A trent'anni suor Brigida venne eletta Priora, succedendo alla fondatrice Monna Paola Vernati.

L' ''Origine" narra anche che suor Brigida, mantenendo l'impegno della missione affidatale, inviò a Boccadirio un'immagine in basso rilievo della Madonna vestita di bianco col Figlio in braccio conforme all'Apparizione.
Sulla venerata Immagine non si hanno altre notizie.
Inerentemente alla commissione effettuata ad Andrea Della Robbia ed all'invio dell'immagine a Boccadirio nell'anno 1505 non vi sono documenti probatori.

Il prof. Paolo Guidotti, nel suo studio su Boccadirio, ritiene che l'invio della sacra immagine sia avvenuto tra la fine del quattrocento e l'inizio del cinquecento.

Analisi scientifiche compiute da studiosi della storia dell'arte e da specialisti delle tecniche ceramiche riportano la datazione a quell'epoca e la produzione a qualche bottega robbiana.

Intanto che cosa avviene nelle terre di Baragazza dopo l'Apparizione? L' "Origine" scrive: "Andarono i due putti alle case loro e raccontarono a tutti, con molto giubilo ed allegrezza, l'apparizione e rivelazione avuta... A si fatto avviso tutto quel popolo, come dedito alla spirituale devozione e come ben allevato nel timore di Dio e della sua Santissima Madre, diede prontissima fede e subito cominciò a fabbricare in detto luogo, dove la Madonna parlò ai due putti, una picciola chiesetta".Da questa descrizione il popolo di Baragazza, ubbidiente all'invito della Vergine, costruì subito una "picciola chiesetta" sulla destra del rio Davena, credendo fosse il punto esatto dell'Apparizione che, in realtà, era avvenuto sulla riva opposta.

Quando circa vent'anni dopo vi deposero la ''Santissima Immagine" mandata dalla veggente suor Brigida, questa e per più volte, si fece trovare al mattino sul lato opposto del torrente, dove effettivamente la Madonna era apparsa ai due fanciulli.
La gente di Baragazza, capito l'errore, iniziò subito la nuova costruzione Verso la fine del '500 questa chiesetta, di piccole dimensioni, verrà sostituita dalla chiesa attuale.
In tale occasione si lavorò in modo da non spostare nè l'altare maggiore nè la Sacra Immagine che, ancor oggi sono, esattamente nel loro posto originario.
Questo edificio verrà completato dopo la metà del 1600.

Il GRANDE PRODIGIO

Intanto che cosa avviene nella terra di Baragazza dopo l'apparizione?
L'"Origine" scrive:
"Andarono i due putti alle case loro e raccontarono a tutti, con molto giubilo ed allegrezza, l'apparizione e rivelazione avuta... A si fatto avviso tutto quel popolo, come dedito alla spirituale devozione e come ben allevato nel timore di Dio e della sua Santissima Madre, diede prontissima fede e subito cominciò a fabbricare in detto luogo, dove la Madonna parlò ai due putti, una picciola chiesetta".

Questo primo edificio rimase poi a lungo come ricordo, e venne demolito solo verso la metà del '600. Da questa descrizione risulta che il popolo di Baragazza, per ubbidire all'invito della Vergine, costruì subito una "picciola chiesetta" che venne situata sulla destra del rio Davena, da dove i fanciulli avevano visto la Madonna, apparsa sul balzo roccioso della riva opposta e scesa a parlare con loro.

Ma in realtà non era quello il sito inteso dalla celeste Signora; per cui quando - circa vent'anni dopo - vi deposero la ''Santissima immagine", mandata dalla veggente suor Brigida, questa, più volte, si fece trovare, al mattino seguente, sulla balza al di là del torrente, dove effettivamente "la Madonna era stata veduta dai due putti".

Da qui la convinzione che proprio su questa balza si dovesse costruire il tempio richiesto, per cui si diede subito mano alla nuova costruzione; infatti, afferma la Lettera dell'Anonima, "ancorché gli Terrazzani la ritornassero nel detto tabernacolo, sempre nella grotta la ritrovavano, sinché, inteso per tal segno la sua volontà... cominciarono a fare un 'altro tabernacolo". Questo tabernacolo, chiamato "Maestà di suor Brigida" , nella seconda metà del '500 verrà sostituito dalla nuova chiesa, costruita arditamente "archi su archi'', in modo che l'altare maggiore, con l'immagine prodigiosa, restasse esattamente al posto della ''Maestà'' precedente. Questa chiesa non avrà ancora la completezza della forma attuale, la quale, come si può dedurre da un insieme di elementi, sarà raggiunta solo verso la metà del '600 e sarà poi arricchita da un portico sulla fine dello stesso secolo. Quando infatti, nel 1692 il Cardinale Giacomo Buoncompagni fa la visita pastorale, ha parole di ammirazione per il magnifico e splendido loggiato della facciata e del chiostro, il quale ultimo, però nelle sue due porte monumentali di Nord e di Sud, verrà completato solo nel 1720, come ricordano alcune date incise su pietra. Nel contempo, nelle immediate vicinanze del santuario, insieme con il loggiato fu costruito un grande edificio "l'Osteria Grande" dove i devoti potevano trovare vitto e alloggio.

In questi ultimi tempi, questo edificio è stato ampliato e ordinato; oggi serve da ristorante e da bar per pellegrini e visitatori del Santuario. D'estate poi vengono messe a disposizione numerose camere, per coloro che desiderano godere un po' di quiete tra questi monti. Ci piace ora ricordare, la ricorrenza del IV Centenario dell'apparizione, nel 1880. In tale occasione la prodigiosa immagine venne solennemente incoronata per le mani del Cardinale Parrocchi, circondato da numerosi Vescovi e da una enorme folla osannante. A ricordo di questo avvenimento, vennero iniziati i lavori di restauro definitivo della facciata della chiesa nella forma attuale.


PELLEGRINO

Quassù non si viene per curiosità, anche se la curiosità può spingere; non si viene per turismo, anche se il turismo può essere un'occasione. Qui, pellegrino devoto o forestiero svagato, viene per pregare per incontrarsi con Dio e con colei che è misericordia e madre di misericordia. Ecco un luogo di cui, forse, non conosci ancora la pace, la capacità di aiutarti a rientrare in te stesso, a pensare alla tua vita... al senso della tua esistenza.


Non venire in cerca di svaghi di eccezione, di paesaggi da sogno: rimarresti deluso. Tutto questo lo puoi trovare altrove! Ma se sei stanco, triste; se non ti basta quello che ti dà la vita; se senti bisogno di qualcosa che il progresso non riesce a darti... vieni a Boccadirio: qualcosa troverai!

Il Santuario è luogo di riflessione, di raccoglimento e di preghiera.
Luogo di preghiera fu per i due veggenti, e luogo di preghiera dovrà essere per quanti arriveranno quassù spinti forse dalle circostanze più impensate, ma con il desiderio nel cuore che qualcosa cambi nella propria vita.

Per questo, qui si viene in silenzio, pregando e meditando, perché la Vergine benedetta si è degnata di scegliere quest'angolo romito, raccolto, per incontrarsi cuore a cuore con i figli.

La fonte http://www.santuari.it/boccadirio/

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