Santuario di Montichiari (Brescia) Maria Rosa Mistica

Luoghi di devozione alla Madonna
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cinzia1970
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Santuario di Montichiari (Brescia) Maria Rosa Mistica

Messaggio da cinzia1970 » sab mar 17, 2007 4:20 pm

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Dal 17 aprile 1966 la località Fontanelle di Montichiari (Brescia) è diventata un santuario a cielo aperto, dove Maria, la Madre di Dio, venerata sotto il titolo di "Rosa Mistica", elargisce grazie spirituali e materiali ai fedeli e sollecita preghiere e sacrifici per la santificazione della anime consacrate a Dio e al servizio della Chiesa. Quel luogo benedetto dalla Madonna è diventato ben presto meta di pellegrinaggi dall’Italia e dall’estero, la cui frequenza andò presto intensificandosi. Ciò avvenne specialmente quando l'iniziativa di un gruppo di sacerdoti e laici tedeschi (attualmente "Opus Rosa Mystica" di Essen) mediante un piccolo libro, pubblicato nel 1974 con l'approvazione del Vescovo di Ratisbona e poi tradotto in diverse lingue, diffuse largamente la conoscenza delle apparizioni di Maria Rosa Mistica a Pierina Gilli e degli avvenimenti di Montichiari.

La terza edizione della versione italiana, aggiornata sulla quinta edizione tedesca, porta il nome dell'autore, Alfons Maria Weigl e il ti­tolo: Maria "Rosa Mistica”; Montichiari - Fontanelle, Libreria Propa­ganda Mariana, Roma, 1982.

Non è necessario sottolineare il bene che ha fatto questo libro non solo per una retta informazione, ma anche e specialmente per una equilibrata e illuminata devozione verso Maria, Rosa Mistica e Madre della Chiesa.

Essendo esaurito questo libro da parecchi anni ed essendo urgente rispondere alle richieste di migliaia di pellegrini italiani si pensò che valesse la pena di comporre un' opera nuova, e cioè un libro, piuttosto che ristampare l'opera del Padre Weigl. Ciò per due motivi anzitutto la morte di Pierina (1991), cessato il pericolo di mancare di discrezione, rendeva opportuna una biografia abbastanza completa della veggente, basata sul diario autografo in secondo luogo gli anni successivi al 1982 (data dell'ultima edizione italiana del libro del padre Weigl) fino al all'ultimo furono ricchi di fatti riguardanti la diffusione nel mondo della devozione a Maria Rosa Mistica, così da rendere indispensabile darne notizia. Inoltre si apprezzi il fatto di po­ter riprodurre nel suo tenore italiano originale le testimonianze di Pierina Gilli, piuttosto che dipendere da una loro traduzione tedesca.

Quest'opera si presenta diversamente strutturata rispetto a quella del padre Weigl. L 'esistenza di una specie di autobiografia di Pierina ha dato modo d'inserire le apparizioni nel contesto vitale, oltre che cro­nologico, in cui esse avvennero. Tuttavia sia nello scritto di Pierina sia nelle notizie raccolte e riportate nel libro, non si da la descrizione completa delle apparizioni, per non interrompere il filo narrativo.

Gli altri quaderni di Pierina riportano, a forma di diario, sotto le rispettive date, alcune circostanze con la descrizione particolareggiata delle apparizioni e il testo dei dialoghi intercorsi tra lei e la Madonna. Da questi quaderni è desunta la seconda parte del libro che delle mol­tissime apparizioni riporta in forma abbreviata le più importanti, quelle cioè contenenti i messaggi della Madonna e le sue richieste con le finalità e le caratteristiche della devozione che desidera introdurre. Altre numerose apparizioni riguardano personalmente Pierina e po­tranno venire pubblicate in avvenire.

Vi sono altre notizie che riguardano anche fatti straordinari e grazie ricevute, le quali non sono state raccolte da altre testimonianze e si trovano riferite nella parte terza del presente libro.

Moltissime lettere, provenienti anche da nazioni extra-europee, at­testano i benefici della devozione a Maria Rosa Mistica. Di queste let­tere un numero necessariamente limitato tra le più significative è ri­prodotto in traduzione nella parte quarta in "Notizie dal mondo".

Ma le descrizioni dei messaggi mariani e le informazioni qui rac­colte non devono alimentare la curiosità, ma trasformarsi nel sincero e deciso impegno per una coraggiosa professione di vita cristiana, so­stenuta dalla fiducia nella sollecitudine della nostra Madre celeste, per una preghiera più assidua, unita alla valorizzazione di sacrifici e sofferenze per la Santa Chiesa e la salvezza di tante anime fuorviate o di­sorientate. Solo così il presente libro avrà raggiunto il suo scopo.



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Le apparizioni di Maria Rosa Mystica



IL PRIMO PERIODO DELLE APPARIZIONI (1944 - 1949)

Il 14 aprile 1944, all'età di 33 anni Pierina Gilli entra in Conven­to come postulante delle Ancelle della Carità e viene mandata come infermiera all'Ospedale dei Bambini in Brescia.

Il primo dicembre dello stesso anno Pierina è colpita da meningite. È l'inizio delle tribolazioni gravissime in connessione con la pri­ma fase delle apparizioni dalla fine del 1944 alla fine del 1947.

Trasportata all'infermeria del Ronco cadde in uno stato d'inco­scienza durante il quale ricevette gli ultimi sacramenti. Se ne aspetta­va la morte, quando nella notte del 17 dicembre 1944 le apparve S. Maria Crocifissa Di Rosa, la Fondatrice delle Ancelle della Carità, che le spalmò sulla testa e sul dorso uno speciale unguento e la guarì, pur richiedendo una lunga convalescenza.

I particolari di questa apparizione vengono descritti in seguito in questo libro. Rimandata a casa

(S. Maria Crocifissa Di Rosa. Fondatrice delle ancelle della Carità di Brescia)

per la gracilità della salute, offrì que­sto sacrificio per la salvezza delle anime consacrate dell'Istituto.

Tuttavia nel luglio successivo (1945) sentendosi bene riprese il servizio a Desenzano del Garda.

Ma il male ritornò il 17 dicembre 1945: sospetta meningite, otite, coliche renali. Fu trasportata all'Ospedale di Montichiari perché fosse più vicina a casa nell'eventualità della morte.

Le cose volsero per il meglio e l'anno successivo alla fine di apri­le 1946 ritornò come infermiera all'Ospedale di Montichiari. Ma il be­nessere durò poco: a metà novembre 1946 Pierina fu colpita da for­tissimi dolori e vomito, sintomi di una occlusione intestinale, per la quale era imminente l'intervento chirurgico.

Fu nella notte tra il 23 e il 24 novembre che apparve a Pierina di nuovo S. Maria Crocifissa Di Rosa, ma questa volta con la Madonna che portava tre spade confitte nel petto. I particolari sono narrati più avanti nella seconda parte del libro.

L'anno successivo Pierina fu assalita da coliche renali fortissime, cistite assai dolorosa fino a giungere a un collasso cardiaco. Il 12 marzo 1947 aveva perso conoscenza ed era in fin di vita. Con le suore la assistevano la mamma e le sorelle in attesa di vederla spirare. Invece la videro improvvisamente alzarsi a sedere sul letto, tendere le brac­cia verso una direzione e parlare con una persona invisibile, dopo di che ricadde sul letto e aperse gli occhi come si svegliasse dal sonno. Era effettivamente guarita tanto che tre giorni dopo riprese servizio. Quello che era avvenuto è narrato da Pierina stessa. Le era apparsa S. Maria Crocifissa con queste parole:

“Il Signore voleva portarti in Paradiso, invece ti lascia ancora sulla ter­ra. Fino a dicembre offrirai le tue sofferenze per la conversione di una nostra Religiosa... Accetti questo?".



Pierina rispose: "Si, generosamente".

Continuò: “Davanti agli uomini non hai più niente, ma tu avrai sempre le medesime sofferenze".

Pierina domandò: "Sempre la nuda croce?".

Rispose: "Si, il Signore in cambio di questo ti da la conversione dei pec­catori!" E Pierina: "Quale grazia! Sono tutti salvi! Grazie, grazie!".

Da questo momento cominciano per Pierina le sofferenze più profonde, e non soltanto fisiche. Sentendosi impegnata per la conver­sione di quella religiosa, commette l'imprudenza di chiedere al Signo­re di farle sentire tutto quello che passava in quell'anima da converti­re. Ed ecco che si sente cambiata: per due mesi prova suo malgrado una strana indifferenza verso le cose sacre e un'avversione inspiega­bile verso la Madre Superiora, il Confessore e le altre suore. Passati questi due mesi ai primi di maggio incominciano le persecuzioni dia­boliche che Pierina descrive minutamente giorno per giorno nel suo diario. Evidentemente i demoni vogliono spaventarla e scoraggiarla, perché lasci perdere quelle anime. Pierina infatti d'accordo col Con­fessore e la Superiora e confortata dalle apparizioni di Santa Crocifis­sa, dorme in terra su una coperta e digiuna tre giorni a pane ed ac­qua. Le appare ripetutamente un demonio dall'aspetto mostruoso. Al­tri demoni l'assalgono e la picchiano in tutto il corpo. Le suore di guardia costatano il divincolarsi e le piaghe sul corpo di Pierina, sen­za tuttavia

(La statua di S. Maria crocifissa Di Rosa che si animò In basso il purificatoio con alcune gocce di sangue

Ben visibili coperto con un velo)

vedere i demoni. Furono loro le prime a percepire rumori spaventosi che rivelavano la presenza dei demoni. Più volte il demo­nio si è presentato sotto l'aspetto di una suora per persuadere Pierina a sospendere le sue penitenze. Inoltre Pierina è tormentata da ascari­di nell'intestino, che le provocano conati di vomito e soffocamento.

Queste persecuzioni durano un mese e raggiungono il culmine la notte del primo giugno con la visione dell'inferno, nel quale Pierina distingue in tre reparti diversi tre categorie di religiosi, anime consa­crate e sacerdoti, corrispondenti alle tre spade della visione e alle tre intenzioni per le quali deve pregare e soffrire.

Ma dopo la visione dell'inferno in quella stessa notte del primo giugno 1947 alle ore tre e quindici Pierina fu visitata dalla seconda ap­parizione della Madonna con tre spade infisse nel petto.

L'apparizione, che sarà descritta con le parole di Pierina nella se­conda parte di questo libro, aveva lo scopo di confermare il signifi­cato delle sue sofferenze e di proporre all'Istituto delle Ancelle una devozione specifica in questo senso riparatore.

Nei giorni seguenti Pierina continuò a sentire dolori lancinanti al­la testa, allo stomaco, al fegato, con sintomi di flebite alla gamba si­nistra, che spesso la costringevano a letto.

Dall'11 giugno al 12 luglio quasi quotidianamente aveva la visita di S. Maria Crocifissa, che la consigliava e confortava.

Riportiamo alcune frasi che spiegano il carattere delle sofferenze della veggente.

Pierina: "Perché mi avete detto che sarei guarita, mentre sono ancora ammalata?"

La Santa mi rispose: “Non si può forse soffrire senza essere ammalati?". Soffrivo immensamente, perciò mi lamentai di nuovo:

"Perché mi dite che guarisco e poi soffro ancora come prima e più di pri­ma?". Mi rispose: 'Nostro Signore tratta così le anime per abituarle a staccarsi da sé stesse. Ama Gesù e non lamentarti".

Pierina soffriva dunque per i sintomi dolorosi di malattie che non aveva. Queste visite di S. Maria Crocifissa ebbero anche lo scopo di preannunciare e preparare spiritualmente la grande apparizione che doveva avvenire il 12 luglio, ma per punizione causata da una non sufficiente preparazione spirituale, avvenne il 13 luglio.

L'apparizione del 13 luglio 1947 è descritta con le parole di Pierina, e riportata nella seconda parte di questo libro.

Questa è la prima apparizione veramente programmatica, della quale le precedenti sono una preparazione. La Madonna che appare con tre rose, bianca, rossa e gialla-oro sul petto al posto delle tre spa­de, esprime i suoi desideri: porta una nuova devozione per gli Istitu­ti religiosi, cominciando da quello delle Ancelle della Carità. La devo­zione consiste in preghiere (rosa bianca), sacrifici (rosa rossa), peni­tenze (rosa giallo-oro), rispettivamente per la conversione di tre cate­gorie di anime consacrate infedeli alla propria vocazione. Inoltre il giorno 13 di ogni mese doveva essere santificato e preceduto da 12 giorni di preghiere speciali e festeggiato in modo particolare negli Isti­tuti religiosi.

Notiamo che la devozione proposta dovette sembrare indiscreta ai superiori religiosi, ponendo il dito su una piaga che era meglio re­stasse in sordina. Ciò doveva inclinarli a contestare l'attendibilità del messaggio di Pierina. Ma le grandi defezioni moltiplicatesi negli anni successivi danno ragione di questa proposta d'intercessione e di ripa­razione spinta fino all'eroismo del sacrificio.

Comunque per il momento Pierina non ebbe dal Confessore, Don Luigi Bonomini, il permesso di rivelare il contenuto dell'apparizione.

Il 6 settembre la Madonna bianco vestita con le tre rose apparve a Pierina nella Cappella della Casa Provincializia delle Ancelle a Mompiano. Si trattava di un messaggio privato:

“Da questo momento avrai tante umiliazioni, anche dall'Istituto, sarai incompresa”; insieme con l'ordine di recarsi a Brescia nella Cap­pella della Casa Madre. Qui la Madonna apparve ancora con l'incari­co di informare la Madre Generale, con l'affermazione che il miraco­lo richiesto dai Superiori "non avverrà" e con un messaggio per il Ve­scovo: radunare le rappresentanti di tutte le religiose della Diocesi, due per ogni Istituto: “A loro, che non mi vedranno, manifesterò quanto desidero".

Pierina non è creduta e viene trattata con severità.

Il 22 ottobre si verifica un segno miracoloso, forse non un mira­colo come esigevano i Superiori, comunque l'effetto di questo venne subito vanificato.

Ecco ciò che avvenne.

Nella Cappella dell'ospedale di Montichiari verso le ore 19 in at­tesa del miracolo la Superiora, avvertita da Pierina, aveva chiamato i sacerdoti della Parrocchia; insieme vi erano i medici, gli infermieri e le suore con qualche ammalato. Nella Cappella a sinistra si trovava una statua di gesso in una nicchia: rappresentava S. Maria Crocifissa Di Rosa con in mano un Crocifisso. Durante la recita del Rosario, Pie­rina vide improvvisamente un raggio luminoso partire dal tabernaco­lo verso la statua. Allora si portò davanti alla statua e si mise in gi­nocchio. La statua divenne un'apparizione vivente ed anche il Croci­fisso si mostrava palpitante, anzi più grande di come era nelle mani della statua. La Santa Fondatrice disse:

"Guarda quanto Sangue perduto inutilmente!" e la invitò a recitare:

"Gesù mio, misericordia, perdonate i nostri peccati".

Intanto dal costato di Gesù usciva Sangue vivo. Pierina allora, istruita dalla Santa, si alzò, prese dall'altare il purificatoio che abitual­mente si trova vicino al tabernacolo, salì su una sedia per essere più vicina al Crocifisso e distendendo il purificatoio raccolse alcune goc­ce di quel Sangue. Poi riportò il purificatoio sull'altare e vedendo che l'apparizione era scomparsa, lasciando la solita immagine dietro il cri­stallo della nicchia, s'inginocchiò davanti all'altare recitando il "Mise­rere" mentre i presenti, che in silenzio avevano assistito ai gesti, si affollavano per vedere le macchie di sangue sul purificatoio.

A questo punto la Madonna con le tre rose apparve di nuovo a Pierina: i presenti compresero e rimasero in attesa.



Ecco le parole della Madonna:

"Per l'ultima volta vengo a chiedere la devozione già raccomandata al­tre volte. il mio Divin Figlio ha voluto lasciare le tracce del suo prezio­sissimo Sangue per testimoniare quanto grande è il Suo amore per gli uomini, dai quali è ricambiato con gravi offese. Prendi il purificatoio e mostralo ai presenti".

Pierina prese il purificatoio e lo distese davanti a tutti, poi disse:

"Ecco le gocce del Sangue del Signore!" e lo ripose sull'altare.



La Madonna continuo:

"Sia coperto con velo bianco e poi sia esposto per tre giorni in mezzo al­la Cappella assieme alla statua di S. Maria Crocifissa Di Rosa, che sarà miracolosa per la devozione dei fedeli. Sia riferito a Mons. Vescovo il fat­to testé avvenuto e si dica a lui che si verificheranno conversioni e risveglio di fede.

Io mi sono interposta come Mediatrice tra gli uomini e in particolare per le Anime Religiose e il mio Divin Figlio, stanco delle offese continua­mente ricevute, voleva esercitare la sua giustizia". Poi continuò:

“Desidero vivamente che l'Istituto delle Suore Ancelle della Carità sia il primo ad onorarmi col titolo di Rosa Mistica”.

Quale protettrice di tutti gli Istituti religiosi assicuro la mia protezione per un vivo risveglio nella Fede e perché le anime elette ritornino al pri­mitivo spirito dei loro Fondatori".

Dopo una pausa di silenzio aperse un po' le braccia e con esse il manto in segno di protezione, lasciando vedere le tre rose sul pet­to. Piegandosi verso Pierina le disse come saluto e ricordo:

"Vivi di amore!". Poi lentamente scomparve.

Subito dopo, portata nella piccola sacrestia, Pierina fu "assalita" come lei stessa scrive:

"I Reverendi Sacerdoti mi tempestarono di domande e in più si aggiun­se che anche i Signori Medici mi volevano visitare e scrutare da ogni parte".

Fu portata in sala operatoria:

"Passai qualche ora come zimbello nelle mani dei Signori Dottori, per­ché non erano convinti di ciò che era avvenuto. Perciò erano un po' agitati e i ferri che adoperavano per controllare mi facevano male, ma eb­bi sempre forza e coraggio di lasciar fare, affinché si convincessero del­la verità".

Il Vescovo, Mons. Giacinto Tredici, fu informato la sera stessa dal Confessore, che era uno dei presenti. Il purificatoio fu esposto e ve­nerato da pie persone per tre giorni come aveva ordinato la Madon­na; ma qualche tempo dopo fu portato in Curia per essere sottoposto ad analisi; non se ne seppe più nulla.

Notiamo che le parole della Madonna:

"Per l'ultima volta vengo..." si riferiscono alla richiesta della nuo­va devozione fatta all'Istituto delle Ancelle.

D'ora innanzi non verrà più nelle case delle Ancelle; le altre ap­parizioni avverranno nella Chiesa parrocchiale (il Duomo) ed avranno come destinatari non solo gli Istituti religiosi, ma tutto il popolo cri­stiano.

Si leggano i particolari delle quattro apparizioni in Duomo come li descrive Pierina, nella seconda parte di questo libro.

La prima delle apparizioni in Duomo avvenne il 16 novembre 1947, dopo la S. Messa del mattino ed ebbe carattere strettamente per­sonale. Aveva lo scopo di preparare le successive.

La seconda, per cui furono avvisate la Superiore dell'Ospedale ed altre suore che si recarono appositamente in Duomo con Pierina, pre­senti due sacerdoti, avvenne nel pomeriggio del 22 novembre.

La Madonna rivelò un segreto personale che riguardava solo l'av­venire di Pierina, un messaggio per il Papa ed inoltre un "Segreto" da sigillare e tenere nascosto fino a nuovo avviso.

La Madonna parlò della profanazione del luogo dove Ella nel 1944 presso Bonate (Bergamo) era apparsa ad Adelaide Roncalli, una bambina di sette anni.

Già nell'apparizione precedente aveva deplorato la mancanza di fede e l'abbandono in cui era lasciato il posto, frequentato da gente di malaffare. Ora ordinava che per tre giorni si facesse un pellegri­naggio riparatore da Ponte San Pietro al luogo delle apparizioni. Im­portante l'appuntamento per l'8 dicembre, quando la Madonna sareb­be tornata a mezzogiorno per l' "Ora di Grazia".

La notizia di questa futura apparizione si diffuse, provocando grande attesa nel popolo e maggior preoccupazione nelle Autorità Diocesane.

Il 7 dicembre, ancora in Duomo, la Madonna apparve prima del previsto, presenti solo Pierina, la Superiore dell'Ospedale e il Confes­sore. Con la Madonna vi erano Francesco e Giacinta, i due bambini che avevano visto la Madonna a Fatima. In quest'apparizione la Ma­donna afferma il nesso tra Fatima, Bonate e Montichiari. La Madonna a Fatima chiede la consacrazione dell'umanità, a Bonate la consacra­zione delle famiglie, a Montichiari la fedeltà delle anime consacrate al­la propria vocazione.

L'8 dicembre, mentre il Duomo andava riempiendosi di una folla impressionante, le autorità della Curia volevano proibire a Pierina di recarsi all'appuntamento, ma infine cedettero.

Nuova in quest'apparizione fu la visione del S. Cuore di Maria e l'istituzione dell' "Ora di Grazia" a mezzogiorno dell'8 dicembre, con l'ordine di far pervenire al Papa il desiderio della Madonna che que­sta devozione fosse estesa a tutto il mondo.

La reazione del popolo fu positiva. Avvennero anche alcune gua­rigioni miracolose. Ma per Pierina incominciò un periodo burrascoso, proprio come per una barca sballottata dai flutti in cerca di un punto di approdo.

Le autorità della Curia impedirono che Pierina avesse contatti con la popolazione. Fu subito portata lontano, a Brescia, dove rimase na­scosta quel giorno. Ricondotta alla sera all'Ospedale di Montichiari vi rimase senza che lo si venisse a sapere, e il 23 o 24 dicembre per in­teressamento del Confessore Don Luigi Bonomini, fu mandata a Bre­scia presso l'Istituto femminile delle Ancelle in Contrada S. Croce, do­ve rimase tre mesi sempre con l'abito di probanda o postulante.

Ai primi di gennaio 1948 fu chiamata e interrogata dalla Commis­sione composta da Don Agostino Gazzoli, il Cancelliere, che sarà sem­pre contrario all'autenticità delle apparizioni, Mons. Zani, Mons. Bosio poi Vescovo di Chieti, e Mons. Bosetti, poi Vescovo di Fidenza.

Fu anche visitata da medici specialisti. A quanto pare nella Com­missione alcuni erano favorevoli, per cui non si arrivò a nessuna con­clusione. Fu esortata a vivere ritirata, ancora con l'abito di probanda.

All'inizio di Giugno 1948 fu allontanata da Montichiari, ospite di una buona signorina, Martina Bonomi, che la ospitò nella sua casa di Castelpocognano (Arezzo). Dovette però non solo deporre l'abito di postulante, ma anche la propria identità, presentandosi col nome di Rosetta Chiarini. Nessuno doveva sospettare dove fosse Pierina Gilli.

Nel diario, Pierina, esprime tutta la sua amarezza:

"..per far scomparire ogni traccia della mia esistenza, affinché le perso­ne non sapendo più nulla di me, non avrebbero più disturbato nessuno".

Rimase in quell'esilio fino alla fine di novembre, soffrendo spes­so di coliche renali, curata con calmanti, ma senza che intervenisse il medico perché non si scoprisse la sua vera identità.

Ebbe molto a soffrire nonostante qualche apparizione di S. Maria Crocifissa e la bontà e gentilezza della Bonomi.

Alcuni fenomeni mistici accrebbero le sue sofferenze fisiche, fa­cendole percepire nel proprio corpo i dolori della Passione di Cristo. Richiamata a Brescia per nuove interrogazioni, che avvennero alla fi­ne di febbraio 1949, fu obbligata a rimanere a casa presso la madre e i familiari, i quali erano coinvolti nelle umiliazioni che Pierina dovet­te subire da parte di gente che la derideva come fosse un'illusa, una pazza, un'isterica. Allo scopo di essere interrogata fu poi tenuta se­gregata per quaranta giorni in un luogo a tutti sconosciuto a disposi­zione della Commissione esaminatrice, formata da tre persone, due medici e Mons. Gazzoli.

Esasperata dalle insistenze con cui volevano la sua ritrattazione, disse che era pronta a dare la vita, ad accettare qualunque castigo per sostenere la verità delle visite della Madonna. Alla fine, alla presenza del Vescovo, le fu proposto di giurare sul Vangelo. Giurò e firmò le carte che avevano preparato. Probabilmente il vescovo, Mons. Giacin­to Tredici, non era del parere negativo della Commissione.

Scrisse Pierina nel diario:

“Mons. Vescovo mi volle da sola nel suo studio, ove ebbe parole di confor­to, invitandomi a diventare buona e a farmi santa. Mi chiese che in­tenzioni avevo. Gli risposi. Ho poca salute e non so dove debbo andare. Mi consigliò di non rimanere a casa per la gente, ma che sarebbe stato meglio ritirarsi presso qualche casa di Suore".

Scrisse ancora nel diario:

“Allora si cercò, si bussò a parecchi Conventi. Venni rifiutata da ogni casa, da ogni porta...; il mio nome era un terrore... Nessuno mi voleva".

Allora un gruppo di pie persone con la Signorina Bonomi e la Si­gnorina Maria Bergamaschi si offrì per pagare la retta giornaliera pres­so un Collegio, dove Pierina rimase nascosta in una stanzetta. Solo la Superiora andava a visitarla.

Le signorine benefattrici erano in amicizia col Padre Giustino Car­pin, Superiore dei Padri Francescani Conventuali, dai quali dipendeva il Convento delle Suore Francescane del Giglio di Brescia. Informato della situazione di Pierina, il Padre Carpin, d'accordo con la Superio­ra, Suor Agnese Lanfaloni, decise di accoglierla provvisoriamente in Convento; era il 20 maggio 1949.

Dopo una ventina di giorni venne a trovare Pierina il Provinciale dei Conventuali, Padre Andrea Eccher, il quale le chiese se stava vo­lentieri in quella casa di Suore. Alla sua risposta affermativa, il Pro­vinciale col Padre Giustino dissero: "Resta pure con noi”.

Leggiamo nel diario:

"Quanta gioia ho provato! Finalmente avevo trovato una casa!".

La barca di Pierina dopo tante traversie era approdata in un por­to sicuro.



IL LUNGO PERIODO DELLE ATTESE (1949 - 1960)



Presso le Suore Francescane del Giglio di Brescia Pierina rimase 19 anni, accolta per carità, prestando servizi anche di infermiera no­nostante lei stessa avesse bisogno di essere curata.

Furono infatti molte le malattie che l'afflissero specialmente nei primi anni di questa permanenza.

Non doveva diventare suora ma vivere nel Convento in perfetta ubbidienza. Ciò dietro consiglio di Don Gerolamo Lanzetti, Padre Spi­rituale del Seminario.

Aveva a sua disposizione una camera decente, con una bella statua della Madonna sul cassettone, ed inoltre vicina alla Cappella. Altro mo­tivo di conforto l'aver incontrato la Signorina Lucia Mazzotti allora tren­tenne, che rimase per tutta la vita compagna nelle preghiere, nella de­vozione alla causa di "Rosa Mistica" e che con grande dedizione assi­steva Pierina nelle sue malattie. Specialmente ebbe i consigli e il confor­to di Santa Maria Crocifissa Di Rosa che le appariva frequentemente.

Ma dal diario si apprende che molto più frequenti furono i momenti di sofferenza dovuti a malattie. Ritornarono le coliche renali con altri di­sturbi che condussero Pierina ad un momento di estremo sconforto.

Il 5 gennaio 1950 alla sua presenza il medico curante disse al Su­periore che per impegni non poteva più assisterla e lasciava ad un al­tro il compito. Uscito poi dalla camera senza chiudere la porta, disse al Superiore a voce alta che Pierina era peggio di un'isterica, gettan­do anche fango sulla sua virtù, così che da parte dei Superiori si co­minciò a pensare se non fosse il caso di allontanare quell'ospite che oltre tutto dava tanto da fare alla casa. Pierina che aveva sentito tutto e che poi si accorgeva di non essere più trattata come prima, invoca­va "disperatamente" la Madonna. Dove sarebbe andata se nessuno la voleva? Per fortuna. o meglio per grazia divina, pochi giorni dopo fu affidata alle cure di un medico di coscienza, il Dottor Adolfo Battisti, il quale mise in evidenza la falsità delle insinuazioni del medico pre­cedente ed anche in seguito ebbe a testimoniare la forza e la pazien­za con cui Pierina sopportò sia i dolori sia le umiliazioni causate da una forma morbosa sofferta dal 1951 sino all'inizio del 1953, con la formazione successiva di numerosi ascessi disseminati in diverse par­ti del corpo, per cui furono necessarie circa quaranta ampie incisioni con drenaggio e medicazioni delle cavità residuate.

Altre sofferenze non meno gravi di natura morale furono provo­cate dai rapporti col Padre Confessore, il Padre Giustino Carpin, suo primo benefattore per l'accettazione nella casa. Si venne subito a crea­re una situazione paradossale, che si prolungò per anni e anni. Santa Maria Crocifissa apparendo a Pierina le aveva comunicato, ed in se­guito ebbe più volte a confermare, che il Padre Giustino doveva es­sere il suo Confessore, a cui doveva dare piena confidenza, rivelan­dogli tutte le esperienze soprannaturali, comprese le sue frequenti ap­parizioni e i suoi messaggi. Se non ché il Padre Giustino si dimostra­va profondamente scettico; quando Pierina doveva rivelare queste esperienze che pure erano tanta parte delle sue preoccupazioni, la­sciava cadere il discorso e non dava nessun aiuto.

Tanto che Pierina fu spinta una volta a confessarsi così:

"Padre, le faccio la confidenza che non ho confidenza in Lei".

In particolare Santa Maria Crocifissa più volte tornò alla carica per convincere Padre Giustino a chiedere il permesso ai suoi Superiori per accompagnare Pierina a Roma e manifestare al Papa il Messaggio co­municato dalla Madonna a Montichiari. La risposta di Padre Giustino era sempre la medesima:

"Se S. Maria Crocifissa non fa un miracolo, non mi prendo nes­suna responsabilità".

Pierina poté andare a Roma durante l'Anno Santo il 22 maggio 1950, ma senza il Confessore; furono dieci giorni di continue coliche renali e dovette tornare sul treno degli ammalati. Vi si recò ancora senza il Confessore per interessamento della Signorina Bonomi ed eb­be l'udienza da Pio XII a Castelgandolfo l'8 agosto 1951.

Ecco come narra il fatto nel diario:

“Arrivato che fu al nostro gruppetto composto da tre persone, la Signori­na Martina Bonomi, io e un Signore di Roma, il Santo Padre ci chiese di dove eravamo. La Signorina disse: 'Di Brescia" e rivolgendosi verso di me, disse: "Questa è Gilli Pierina di Montichiari, ecc. (Dovette richia­mare i fatti delle apparizioni). Allora Lui si mise la mano alla fronte e dopo un attimo, disse: “Ah, si, ricordo!” Poi verso di me disse: "Figliola, hai corrisposto alla grazia della Madonna? Sei diventata più buona?". Io arrossii, ma non fui capace di dir nulla, perché era vero che non avevo corrisposto alla grazia, mentre nel mio cuore nutrivo il desiderio di mi­gliorare... Allora Lui con sorriso di tanta dolcezza mi disse: "Brava fi­gliola, cerca di corrispondere e per questo ti do la nostra paterna bene­dizione". Mi mise le sue mani venerabili sulla testa e con formula in la­tino mi benedisse con il bacio dell'anello.

Ero tanto tranquilla, non ebbi un momento di emozione trovandomi da­vanti al Papa, perché l'ho trovato tanto umile e paterno. Nonostante questo non mi è stato possibile dire del Messaggio della Madonna, per­ché ero attorniata da varie persone".

Secondo una testimonianza che fu anche stampata:

“Il Santo Padre infine si piegò sulla veggente, che gli stava davanti ge­nuflessa, ed umilmente le disse: "Per favore, cara figliola, prega anche per Noi".

Durante questo periodo molti interventi di S. Maria Crocifissa eb­bero lo scopo di condurre avanti Pierina nel cammino di perfezione. Ricordiamo solo il voto di "Uniformità alla Volontà di Dio" proposto dalla Santa il 22 ottobre 1951 nel senso di non lamentarsi mai di ciò che al Signore piacerà darle della sua Croce; voto eseguito col per­messo del Confessore l'11 febbraio 1952 durante la S. Comunione.

Ricordiamo pure la preghiera eroica del 6 febbraio 1952:

"Gesù ti offro con tutto il cuore e con tutte le forze dell'animo mio il sa­crificio di non essere creduta dai Superiori, anzi aiutami a desiderare di essere disprezzata dagli uomini, purché tu sia glorificato e amato.

Rivolgi, o Gesù pietoso, lo sguardo sulla mia povera anima; santificata e rendila vero strumento a tuo compiacimento".

Pierina ebbe anche una visione di Gesù che le chiese l'adora­zione notturna dal giovedì al venerdì e la Via Crucis quotidiana per la conversione dei peccatori; era il 27 febbraio 1952, Mercoledì delle Ceneri.

Ricordiamo altre apparizioni di S. Maria Crocifissa per l'importan­za che avranno per il seguito degli avvenimenti. In particolare per quanto riguarda l'apparizione della Madonna a Fontanelle; già il 13 maggio 1951 S. Maria Crocifissa predice che la Madonna renderà mi­racolosa la Fonte e che quel luogo diverrà proprietà dei Padri Con­ventuali.

Il 15 maggio la Santa indica la data dell'apparizione, cioè dopo due mesi precisi dal giorno in cui Pierina sarebbe stata ricevuta dal Papa col Padre Confessore ed avrebbe portato al Papa il Messaggio. Da ciò si deduce che tutte queste predizioni sono condizionate. In realtà il Padre Confessore non vorrà mai eseguire questo compito e di conseguenza l'apparizione a Fontanelle sarà rimandata di 15 anni.

Così devono essere intese come condizionate le predizioni del 22 maggio 1951:

"Quel luogo verrà di loro proprietà, sorgerà una maestosa chiesa sopra la fonte, alla destra di essa un Convento dei Frati Conventuali, con un educandato di giovani aspiranti: alla sinistra un Ospedale".

Ma Pierina realisticamente osserva che se non avviene un mira­colo, il Padre Giustino non muoverà i Superiori e i Confratelli, e non se ne farà niente. La risposta di S. Maria Crocifissa conferma il carat­tere condizionato della magnifica descrizione:

"La Madonna non ritirerà mai ciò che ha promesso (cioè la venuta alle Fontanelle e la benedizione della Fonte), non sarà concessa la mer­cede delle grazie agli operai inoperosi e timorosi".

In realtà i Padri Conventuali rinunceranno alla proprietà che nel 1976 passerà all'Istituto di Don Orione.

Per la cronaca ricordiamo che dal 13 maggio al primo giugno 1953 Pierina fu di nuovo a Castelpocognano questa volta con l'amica Lucia; durante questo soggiorno in Toscana poté visitare il santuario francescano della Verna. Soffrì anche di partecipazione mistica ai dolori della passione, con piaghe e lividure che non riuscì a tener na­scoste alle amiche devote.

Nel diario da questo punto in avanti non furono più ricordate gra­vi malattie o infermità. Il 25 aprile 1955 fu pellegrina a Loreto. Altre notizie: nel luglio del 1954 il Padre Confessore incaricava il Padre Ila­rio Moratti (ancora vivente, 1994) di seguire la messa in iscritto ordi­nata del diario di Pierina che fino allora si trovava su fogli sparsi. Nel marzo 1960 al Padre Ilario fu affidato il Segreto in busta sigillata.

Notiamo che nonostante le contrarietà subite da Pierina, la causa di "Rosa Mistica" non era perduta e ciò per merito di Mons. France­sco Rossi, che dal luglio 1949 al 1971 fu Parroco Abate di Montichia­ri, Fu lui che eseguendo il volere della Madonna espresso nel 1947 fe­ce eseguire la statua di "Rosa Mistica”; la fece portare processional­mente per le vie del paese e la collocò per qualche tempo sulle quat­tro mattonelle nel centro del duomo di Montichiari, dove la Madonna aveva posato i piedi nell'apparizione dell'8 dicembre '47.

In seguito la statua fu trasferita in una cappella laterale. Si legga la lunga testimonianza di Mons. Rossi nella terza parte di questo libro.

Prima che finisse la residenza di Pierina a Brescia presso le Suo­re del Giglio, incominciò nel 1960 il secondo periodo delle appari­zioni della Madonna.



IL SECONDO PERIODO DELLE APPARIZIONI (1960 - 1966)



Erano 13 anni da quando Pierina aveva visto per l’ultima volta la Madonna. La mattina presto del 5 aprile 1960 stava pregando nella sua camera, quando improvvisamente le apparve la Madonna come l'ave­va vista nel 1947.

Per la sorpresa Pierina non sa parlare, ma nota nella mano della Madonna un foglio scritto in cui riconosce la propria calligrafia Pen­sa al "segreto" e incomincia a temere di aver sbagliato a consegnare lo scritto al Padre Ilario. Ma la Madonna la rassicura...

"Figlia, non temere; hai consegnato al religioso Padre Ilario Moratti il se­greto del mio amore. Sia lui come il religioso Padre Giustino Carpin so­no testimoni del mio Messaggio. Li accompagno con la grazia e la bene­dizione del mio Figlio Gesù".

Pierina allora chiede se si deve rivelare il Segreto.

Risponde la Madonna:

Non è ancora giunto il tempo. Verrò io ad avvisarti; ora prega, fa pre­gare, ripara e dammi tanti sacrifici affinché gli uomini si convertano".

Il dialogo poi continua con l'invocazione della benedizione privi­legiata per l'Ordine dei Conventuali e per le Suore Francescane del Giglio ed altre esortazioni spirituali.

La Madonna apparve ancora il 6 dicembre 1961 e il 27 aprile 1965, al principio e alla fine dei lavori del Concilio Vaticano Il, con una visione uguale ambedue le volte, che Pierina riesce a descrivere confusamente.

"Le vidi nella mano destra un pallone di luce rossa pallida, la punta era rivolta verso l'alto e dentro si vedevano come tante mani giunte, mentre nella sinistra aveva un altro pallone di luce bianca e dentro si vedeva come una Chiesa. il cui campanile formava la medesima punta e sopra spiccava la parola "Pace".

La spiegazione fu data solo la seconda volta: i due palloni sono il simbolo del Concilio Ecumenico che risponde alla preghiera di tut­to il mondo per la pace e l'unità di tutti.

In questa seconda apparizione la Madonna permette che Padre Giustino faccia conoscere il Segreto a Padre Ilario Moratti e a Mons. Luigi Novarese, il Fondatore dei Silenziosi Operai della Croce.

Mons. Novarese ha una sede nella Rocca di Maria, a Montichiari e l'apparizione esprime la sua approvazione per questo centro.

Una parte del Messaggio dovrà essere da loro rivelata, ma solo nell'apparizione del 27 febbraio 1966 saranno determinate le circo­stanze che, come vedremo, non si verificheranno.

Il 27 febbraio 1966 la Madonna, dopo intimo preavviso, appare nella stanza di Pierina, presenti Lucia e il Padre Carpin, il Confessore di sempre. La Madonna preannuncia la sua venuta alle Fontanelle la domenica in Albis, 17 aprile 1966, per rendere miracolosa l'acqua, e dà le disposizioni al riguardo: partecipazione del popolo, partendo processionalmente dal Duomo di Montichiari, presenza del Padre Giu­stino Carpin e di Padre Ilario, che avrebbero rivelato ai presenti par­te del Segreto. Poi da quella domenica si sarebbero portati gli amma­lati all'acqua miracolosa, il luogo sarebbe stato meta di guarigioni e di conversioni.

Pierina si preparò durante la Quaresima all'avvenimento, ma informati come si doveva il parroco e il vescovo, venne la proibizio­ne da parte della Curia alla mobilitazione del popolo. Quel giorno non vi doveva essere concorso di popolo alle Fontanelle.

Il 17 aprile Pierina con solo l'amica Lucia si portò da Brescia al­le Fontanelle, ed ebbe l'apparizione della Madonna, che discese ver­so l'acqua e la toccò in due punti per renderla miracolosa. Tutto l'av­venimento è descritto con le parole stesse di Pierina nella seconda parte di questo libro. Così pure per le tre altre apparizioni alle Fonta­nelle.

Infatti la Madonna apparve ancora il 13 maggio, chiedendo che fosse fatta una vasca per gli ammalati riservando l'altra fonte per be­re. La si doveva chiamare "La Fonte della Grazia".

Apparve ancora il 9 giugno, festa del Corpus Domini, chiedendo che il frumento del campo adiacente fosse mandato a Roma dal Papa e a Fatima, trasformato in particole per le Sante Comunioni.

Chiese che fosse fatta una pensilina con una sua statua, e che la statua vi fosse portata processionalmente il 13 ottobre. Ormai sul po­sto veniva gente, andava senza preavviso.

Nell'ultima apparizione alle Fontanelle, il 6 agosto, la Madonna chiese l'Unione Mondiale della Comunione Riparatrice il 13 ottobre di ogni anno. Notiamo che questi desideri della Madonna: la vasca, la pensilina, la statua, l'invio del frumento a Roma e a Fatima furo­no in realtà eseguiti per interessamento del Parroco Mons. Francesco Rossi.

Ma questa del 6 agosto fu l'ultima volta in vita sua che Pierina poté vedere le Fontanelle. Infatti pochi giorni dopo, il 24 agosto 1966, il Cancelliere della Curia, Don Agostino Gazzoli si recò nel convento ove stava Pierina col suo Segretario e, alla presenza della Superiora, le disse che per volontà del Vescovo le si proibiva di recarsi alle Fon­tanelle.

Di questo atto di ubbidienza fu scritto un verbale firmato da Pie­rina e dai tre presenti come testimoni.

Così fu concluso il secondo periodo delle apparizioni.

(La Madonna il 9 giugno 1966, disse che il grano di questo campo doveva essere trasformato in particole da inviare a Roma e a fatima)



LA MISSIONE DEFINITIVA DI PIERINA

IL TERZO PERIODO DELLE APPARIZIONI (1966 - 1991)

Nella prima apparizione alle Fontanelle la Madonna ebbe un messaggio speciale per Pierina fissandole la sua missione definitiva:

"Ora qui è la tua missione in mezzo agli ammalati e bisognosi".

La stessa cosa la Madonna ribadì nella successiva apparizione av­venuta nella camera a Brescia il 15 novembre 1966. Perciò Pierina si decise a chiedere udienza al Vescovo per avere il permesso di recar­si abitualmente o risiedere presso le Fontanelle. Fu ricevuta il 17 novembre. Scrive Pierina:

“Mi disse sempre con dolcezza paterna: 'A Montichiari vai pure, sia alla tua famiglia, in Chiesa, anche a trovare gli ammalati privatamente, ma alla Fonte per adesso atteniamoci alle disposizioni gia date". Allora io gli dissi: 'Monsignore, ubbidisco". Lui mi lasciò e mi benedisse con queste buone parole: "Sono contento della tua buona disposizione, la Madonna ci aiuterà". E così terminò l'udienza".

Questo mezzo permesso fece nascere in Pierina il pensiero che avrebbe potuto stabilirsi a Montichiari per essere meno lontana dalle Fontanelle. Una circostanza fece maturare questo progetto. Il 25 apri­le 1968 mentre a Montichiari alla Rocca di Maria Madre della Chiesa si inaugurava ufficialmente il complesso per i Sacerdoti anziani del­l'Opera "Volontari della Sofferenza" o "Silenziosi Operai della Croce", fondata da Mons. Luigi Novarese, Pierina si trovava nella casa della sorella, dalla quale si godeva una vista bellissima della Rocca, e si era messa a strappare l'erba nell'orto. Scrive:

“A un certo momento, sebbene io volessi essere generosa nella rinuncia... entrò nel mio animo un certo senso di nostalgia del luogo, il dolore di sentirmi abbandonata... Subito mi ripresi e chiesi perdono alla Madon­na. Alzando gli occhi verso l'ex castello vidi sopra di esso un arcobale­no. In mezzo ad esso si presentò tutta raggiante la Madonna. L'appari­zione espresse tutta la sua compiacenza per la realizzazione di Mons. Novarese proprio a Montichiari, oggetto delle sue predilezioni".

In quello stesso anno Pierina, con espressioni di gratitudine per la lunga ospitalità ricevuta, si accomiatò dalle Suore del Giglio e si sta­bilì a Montichiari, in una casa non lontana dal Duomo.

Non sappiamo dal diario il giorno preciso, ma già il 12 ottobre 1968 un'apparizione è datata da Montichiari, in casa.

Qui Pierina rimase circa due anni. Nel frattempo da parte di devoti benefattori si procedette alla costruzione di una casa con terreno adiacente che fu donata alla veggente. La casa si trova in località Bo­schetti, non vicino alla Fonte, ma neppure molto lontana, per il perdurare della proibizione.

Dal diario non risulta la data precisa.

Nell'apparizione del 27 luglio 1969 la Madonna esprime il suo de­siderio riguardo a questa casa, che chiama "Casa della Fonte"; vuole che intervenga Mons. Rossi, con l'approvazione del Padre Giustino e l'aiuto di ”cuori caritatevoli”.

Durante l'apparizione del 17 gennaio 1971 Pierina accenna alla casa in costruzione e la Madonna desidera che vi sia una Cappella pri­vata cioè un Oratorio dove Pierina potrà pregare e far pregare i visi­tatori e i pellegrini.

Finalmente il 25 luglio 1971 l'apparizione avviene proprio nella cappella della casa nuova. La Madonna presenta a Pierina un pro­gramma:

"Pierina, desidero che qui sia il cenacolo della preghiera comune e sia diffuso l'invito alla recita del Rosario... Di a tutti i figli che qui conven­gono, che amino il Signore e diffondano questo amore alle anime... Pie­rina la tua missione... Preghiera e carità, consolare è carità, l'amore nel perdono è squisita carità".

Dai particolari di questo colloquio risulta che il vecchio Confes­sore, il Padre Giustino Carpin, ha superato il suo lungo scetticismo, e la Madonna gli esprime riconoscenza per quello che ha fatto. Risulta anche il fatto che da poco, Mons. Rossi ha rinunciato alla parrocchia.

Rimarrà a Montichiari addetto alle confessioni, fino alla morte nel 1977, e sarà sempre un sostenitore della causa di Rosa Mistica.

Intorno a questo tempo appare un attivissimo propagatore della devozione a Rosa Mistica. È il Padre Taddeo Laux del Collegio Salva­toriano di Bad Wurzach. Incominciò a guidare pellegrinaggi tedeschi alle Fontanelle, e continuò fino al 1994 anno della sua morte. Si spe­cializzò nel far eseguire statue di Rosa Mistica, propagando la devo­zione della Madonna pellegrina con queste statue.

Il suo zelo fece arrivare le statue non solo a Roma, ma in Argen­tina e in Brasile e fino in Australia. Di conseguenza vi furono delle chiese dedicate a Rosa Mistica.

Tornando a Pierina ricordiamo che in tutto questo periodo, cioè finché visse, ebbe il dono inestimabile di frequenti apparizioni della Madonna. Il più delle volte si trattava di messaggi per situazioni par­ticolari. Spesso erano anche incoraggiamenti a proseguire l'opera, be­nedizioni per chi si dava da fare come il Padre Taddeo. Naturalmen­te tutti i messaggi costitutivi della devozione a Rosa Mistica erano già stati dati nel 1947 e nel 1966.

Non è possibile descrivere tutte queste numerose e nuove appa­rizioni. Alcune di maggiore utilità sono riferite nella terza parte di que­sto libro.

La casa di Pierina era un punto di riferimento per i pellegrini. La veggente era sempre pronta non solo a intercedere in favore di chi domandava preghiere, ma anche a consolare, a consigliare, a fare opera di conversione. In particolare assisteva gli ammalati, che poi an­davano o venivano portati alla Fonte. E ciò per anni e anni.

Nel frattempo il terreno in cui si trovavano le Fontanelle venne comperato in esclusiva proprietà dell'Opera nel 1975. Ma i Padri Fran­cescani Conventuali, che fin allora avevano guidato spiritualmente Pie­rina, non si sentirono di continuare l'Opera, e la proprietà passò nel­la mani dei Figli di Don Orione, (1976), i quali potrebbero erigere sul posto qualche cosa come un piccolo Cottolengo, una volta che ne ri­cevessero l'autorizzazione.

Tornando a Pierina, gli ultimi suoi anni furono afflitti da varie in­fermità finché fu costretta a passare le giornate sulla carrozzella. Alla fine del 1990 si aggravò; si spense serenamente il 12 gennaio 1991.


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GUARIGIONI MIRACOLOSE DURANTE L'APPARIZIONE DELL'8 DICEMBRE 1947

Pierina Gilli nel suo diario non narra gli avvenimenti che accom­pagnarono l'apparizione e i commenti che ne seguirono perché, ap­pena finita l'estasi, fu letteralmente sequestrata, per toglierla da ogni contatto col popolo e subito portata a Brescia. Naturalmente l'appari­zione rimase invisibile alla folla che gremiva la chiesa, ma nel grande silenzio si udivano le parole che la veggente rivolgeva alla Madonna. L'entusiasmo di gran parte della gente fu accresciuto da alcune guari­gioni miracolose, le quali furono subito conosciute, registrate in se­guito debitamente testimoniate. Si trovano pubblicate nel libro del sa­cerdote tedesco Alfons Maria Weigl, Maria "Rosa Mistica". Montichia­ri, Fontanelle, I Edizione Italiana aggiornata sulla V Edizione tedesca, Libreria Propaganda Mariana, Roma, 1977, pp. 20-27.

Di questo libro riproduciamo quanto segue:

Nel corso dell'apparizione avvennero due guarigioni miracolose: un bambino di circa 5-6 anni, il quale a causa della poliomelite non pote­va camminare e neppure reggersi in piedi, e una giovane di circa 26 anni, che da dodici anni soffriva di una grave forma di tubercolosi e da nove anni non riusciva a pronunciare una parola.

Ebbene, entrambi questi due poveri esseri umani guarirono istantanea­mente e completamente. La giovane, che da nove anni era muta, intonò all'istante, con voce chiara e forte, un canto di giubilo e da allora non ebbe alcuna difficoltà di parola. In quanto al bambino, che venne por­tato in chiesa sulle braccia dei genitori, lo si vide a un tratto reggersi in piedi e camminare da solo. Poco dopo venne mostrato alla folla da un balcone di un palazzo prospiciente la chiesa e tutti poterono costatare con grande commozione l'avvenuta guarigione.

Il bambino si muoveva sul balcone a suo agio, saltando di qua e di là. Egli stesso raccontò di aver veduto in chiesa la Madonna sorridente. I due miracolati poi sono sempre stati in buone condizioni di salute.

Il bambino, divenuto grande, si è sposato e la giovane si è fatta suora, offrendo la sua vita in espiazione per i consacrati.

Un terzo miracolo accadde ancora a Montichiari, non nel duomo ma in una casa privata. Mentre in chiesa avveniva l'apparizione, una povera donna di circa 36 anni acquistò la guarigione. Essa non era completa­mente minorata nel cervello, ma neppure del tutto normali non poteva parlare e - cosa ben peggiore - non riusciva a controllare i propri bisogni.

Suo padre, quel mattino, si era recato in chiesa per assistere alla Messa e pregare la Madonna. La poveretta in casa era vigilata dalla cognata, che si offriva talora di accudirla e tenerle compagnia.

Stava lei appunto recitando il Santo Rosario, mentre in duomo la gente era intenta alla preghiera, quando all'improvviso esclamo:

"Oh, Madonna cara, se tu veramente appari nel nostro duomo, fa' gua­rire questa povera infelice!".

In quello stesso momento, la donna completamente guarita e fuori di sé dalla gioia, si univa alla cognata nella recita del Rosario.

Impossibile descrivere la commozione del padre, allorché al suo ritorno in casa trovò la figlia guarita.

Questo fu il miracolo che destò il maggior stupore fra la popolazione, ri­conosciuto anche dai medici come il più importante e significativo, in quanto doveva escludersi del tutto qualsiasi suggestione di massa.

Dopo alcuni anni la miracolata morì ma vive tuttora un suo fratello, il quale è in grado di fornire ogni testimonianza al riguardo".

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MIRACOLI E SEGNI SOPRANNATURALI

Come abbiamo riferito in precedenza, durante l'apparizione dell'8 dicembre 1947 nel duomo di Montichiari, accaddero tre miracoli sorprendenti; un quarto ebbe luogo prima del collocamento della statua di Maria SS. nel duomo.

La statua, infatti, era stata portata in processione prima di essere collocata in chiesa. Il regolare procedimento necessario all'indagine sulle guarigioni miracolose, verrà preso in esame, speriamo, dalle competenti autorità ecclesiastiche.

Nel frattempo sono pervenute informazioni su altri numerosi mi­racoli, degni di una precisa e severa documentazione; si tratta di fat­ti, a cui non siamo in grado di dare una spiegazione naturale.

Ne riferiamo sommariamente alcuni.

ALCUNE GUARIGIONI MIRACOLOSE

Una signora di Firenze venne guarita dal cancro. In seguito la stessa signora consegnò a Pierina Gilli il certificato medico, che con­fermava la completa guarigione.

Un uomo di Dolzano aveva subito un grave infortunio e in con­seguenza non sarebbe stato in grado, per la durata di un anno, di la­vorare e avrebbe dovuto servirsi delle stampelle. Dopo essersi im­merso nella fonte di Fontanelle, guarì e poco dopo poté riprendere il suo lavoro normale. Si unì dopo al pellegrinaggio di ringraziamento, raggiante di commozione e di gioia.

Un tedesco arrivò un giorno a Fontanelle ammalato di polmoni­te; dopo aver bevuto l'acqua della fonte che la SS. Vergine aveva toc­cato con le sue stesse mani, guarì all'istante.

Una ragazza sedicenne, accompagnata dai genitori, si recò dalla Gilli, lamentandosi di forti dolori al petto. Si misero allora tutti in pre­ghiera davanti alla statua di "Rosa Mistica" nell'oratorio, poi si recaro­no alla fonte per bere. Quindi un medico, mediante una radiografia, constatò con terrore che un ago lungo 4 cm stava infitto nel polmo­ne della giovane, in prossimità del cuore.

Quell'ago stava già da 13 anni nel torace e precisamente in se­guito ad un intervento chirurgico. Per salvare la poveretta vi era solo una possibilità: estrarre l'ago. Mentre i medici stavano per estrarlo, l'a­go si spezzò in due parti, agevolando così l'opera dei chirurghi. L'o­perazione ebbe dunque pieno successo e la ragazza si ristabilì in sa­lute entro poco tempo.

I medici parlarono di un vero miracolo e si rallegrarono per l'ot­timo esito di quel rischioso intervento chirurgico. I due pezzetti del­l'ago, della lunghezza di 2 cm l'uno, vennero consegnati a Pierina co­me prova indiscutibile della grazia ricevuta.

Il 15 agosto 1973 i genitori con la figlia si recarono a Montichia­ri per un doveroso atto di ringraziamento a "Rosa Mistica".

Il 15 ottobre 1972, con un grande autobus di pellegrini, arrivò a Montichiari una signora sulla sessantina, che soffriva di una grave for­ma di artrite. Già da parecchi anni aveva mani e piedi storpiati e deformati dalla malattia. Le sue estremità erano come irrigidite con grossi nodi duri.

Scesi dall'autobus, quei pellegrini si affrettarono verso l'oratorio di "Rosa Mistica", trattenendosi a lungo in preghiera per ottenere la gua­rigione della povera signora. Ed ecco che, davanti agli occhi di tutti, la poveretta venne guarita istantaneamente e completamente; cessò l'intorpidimento degli arti, che tornarono normali e non furono più necessarie le scarpe ortopediche.

Raggiante di gioia e piangendo lacrime di riconoscenza, essa si avviò a piedi nudi e senza stampelle verso l'uscita dell'oratorio.

Un'indescrivibile commozione pervase tutti i presenti, che si profusero in ringraziamenti a "Rosa Mistica" per aver operato un miraco­lo subitaneo ed evidente.



MIRACOLOSA GUARIGIONE DELLA MADRE DI UN SACERDOTE

Il fatto è accaduto a Malavicina, in provincia di Mantova. Oliva Sudiro Zanotto, di 80 anni, venne miracolata e guarì da una gravissi­ma forma di eczema, che le aveva deturpato in 42 anni di malattia, braccia, gambe e viso, sfigurandola così da farla sembrare una leb­brosa.

Tutti i rimedi si erano rivelati inutili, nonostante le amorevoli cu­re del figlio medico e malgrado numerose degenze in cliniche e ospedali. Il miracolo della guarigione avvenne nottetempo: una sera, come al solito, l'ammalata si coricò e al mattino appresso, svegliandosi, si accorse, stupefatta, di essere guarita. Ciò avvenne nel settembre 1968. I familiari della miracolata vollero allora dare a quella guarigione lar­ga pubblicità. Prima però, attesero il verdetto dei medici, per avere l'assoluta certezza della scomparsa del male.

Professori, medici, infermiere, che ebbero in cura la signora Oli­va Sudiro, hanno riconosciuto unanimemente che solo un miracolo poté ridarle la salute.

Un giorno, noi desiderammo conoscere di persona la fortunata si­gnora e la trovammo nella sede parrocchiale di Malavicina, dove ella viveva con il figlio sacerdote, parroco del luogo.

"Tutta la mia vicenda - così ella ci disse con commovente semplicità -sta nel fatto che io da 42 anni ero molto ammalata e nessuno mi pote­va guarire. La Madonna vi è riuscita in una sola notte! Io stessa ne so­no ancora stupefatta. La mia malattia - così continua la Sudiro - ebbe inizio nel 1927 dopo la nascita di mio figlio, che è divenuto medico in che modo io me la sono buscata non lo so da principio si gonfiarono le mani, poi il viso e le gambe, la pelle si copri di pustole, provocando un insopportabile prurito il sangue non circolava più, si formava il pus e anche le gambe si coprirono di ferite purulente. Dovevo fasciarle conti­nuamente per evitare che insudiciassero la biancheria.

Siamo povera gente, non avevamo il denaro necessario per il medico e non potevo stare a lungo in ospedale.

Continuai a lavorare in casa, cercando rimedio nelle erbe medicinali, che invece di giovarmi mi recarono danno. il periodo peggiore era du­rante l'estate, avevo notti insonni e a stento reprimevo il lamento. Di giorno dovevo lavorare nei campi,. avevo un figlio in seminario e il più giovane studiava medicina, per cui il denaro era più che necessario, ed io d'altro canto non volevo intralciare le loro aspirazioni. Col lavoro nei campi, le ferite erano soggette alla polvere e al sole, perdevo le unghie dei piedi e anche quelle delle mani, il gonfiore del viso mi chiudeva talmente gli occhi da non poter vedere più nulla.

Soltanto la fede in Dio mi aiutò a sopportare tale croce. Se oggi penso a quello che ho passato, non riesco a comprendere come ho potuto so­pravvivere senza impazzire. Quando mio figlio si laureò in medicina, mi portò dagli specialisti, fui portata negli ospedali, senza ottenere il minimo giovamento. In seguito mi ammalai pure di diabete. Un giorno si scopri che dai miei piedi si staccavano brandelli di carne e così anche dalle mani, sembravo una lebbrosa e non avevo il coraggio di uscire di casa.

Nel settembre 1968 ebbi la visita di un frate che, nel vedermi, in quello stato tanto pietoso, mi offrì una bottiglietta d'acqua miracolosa della Madonna di Montichiari.

Io non conoscevo questa località né i fatti cola avvenuti, straziata dai continui dolori, decisi di tentare e mi lavai con l'acqua offertami le fe­rite alle gambe, al viso e alle mani.

Quella sera mi addormentai subito e mi svegliai all’Ave Maria; dopo tan­ti anni, era quella la prima notte che trascorrevo in un sonno profondo.

- Mi sento meglio, - dissi a mio marito. - Voglio alzarmi e andare a Messa.

- Tu non uscirai, - egli mi rispose, - sai bene che non riesci a reggerti sulle gambe

Ma io misi i piedi a terra e mi rizzai, mi sentivo bene e andai in chie­sa. Intuivo che qualcosa di strano era accaduto in me e, arrivata a ca­sa, mi tolsi le bende. Con immenso stupore vidi che le piaghe erano spa­rite e le ferite giù cicatrizzate, tutto il male era scomparso; anche le brac­cia e le mani erano guarite e anche il viso era tornato normale.

Mio figlio e mio marito mi guardavano stupefatti e quasi increduli. Io ri­petevo:

“È stata la Madonna! È un vero miracolo! Non potevo persuadermi che una tale grazia fosse toccata proprio a me".



La Signora Sudiro terminò così il suo racconto, mentre mi mo­strava le mani e le braccia del tutto normali.



ALTRE GUARIGIONI MIRACOLOSE

Nel luglio 1974 vennero alle Fontanelle due sacerdoti cecoslo­vacchi. Uno soffriva di sclerosi multipla, l'altro, da anni, di un grave male alla spina dorsale.

Tutti e due pregano prima nella cappella, poi davanti alla fonte. Il secondo scende con grande fatica nella vasca dove confluisce l'ac­qua della fonte, ed è istantaneamente guarito. Pieno di gioia, innalza

le mani, si getta in ginocchio, esegue senza fatica tutti i movimenti di ginnastica.

Due sacerdoti tedeschi, un parroco e il suo cappellano assieme ad altre persone, sono testimoni oculari di questa guarigione. Con im­mensa commozione e gioia, il sacerdote cecoslovacco confessa che da anni non soffriva soltanto di grandi dolori, ma che non si poteva nem­meno muovere. Ora non sente più niente e non sa più cosa fare dal­la contentezza. Continuamente fa tutti i movimenti immaginabili per convincersi che è realmente guarito.

Il sacerdote cecoslovacco, affetto da grave forma di sclerosi mul­tipla, scende pure nella vasca. Anche lui prega con tanta fiducia, ma non viene guarito. Al vedere il suo confratello guarito, è preso da amarezza, ma lentamente comprende che la sua sofferenza è volontà di Dio. Sempre di più gli viene la certezza che la Madonna gli donerà forza per portare la croce secondo la volontà di Dio, per la sua sal­vezza e quella degli altri.

Nell'eternità comprenderà ancora di più che a lui è stata donata nel Mysterium Crucis una grazia più grande che al suo confratello.

Un altro miracolo avviene ad una giovane zingara ventenne, che giunse a Fontanelle assieme al marito.

Dopo il parto di un figlio è sempre sofferente e cammina curva come una vecchia. I medici non l'hanno potuta aiutare, anzi è peg­giorata sempre più. Perciò qualcuno la consiglia ad andare a Fonta­nelle e chiedere la guarigione alla Madonna.

Pierina Gilli prega pure con lei e l'esorta ad andare alla fonte mi­racolosa e fare il bagno nella vasca. La donna obbedisce e con l'aiu­to del marito entra nell'acqua, prega con fiducia e viene quasi istan­taneamente guarita.

La Domenica in Albis 1974 viene a Montichiari un impiegato del­le Poste di Rovereto, di Òi anni. Egli racconta:

"Quattro anni fa fui portato all'ospedale di Rovereto. Mi sentivo male da morire. Dopo diverse visite mediche fu fatta la diagnosi: cancro linfatico in stato avanzato. Sentivo che stavo male. I miei congiunti mi porta­rono 1' acqua delle Fontanelle, che la Madonna ha toccato due volte con le sue mani e della quale Ella stessa nella sua apparizione aveva detto:

“Dono a questa sorgente le mie grazie".

Con grande fiducia presi l'acqua e pregai con i miei la Madonna "Rosa Mistica". La guarigione segui quasi istantaneamente e i medici erano fuori di sé quando non videro più nessun male. Contro la prassi medi­ca mi diedero più tardi anche l'attestato medico per iscritto, che qui ri­porto:



Ospedale Civile di Rovereto Divisione Chirurgica generale



Primario: prof dr. Mario Reich

Verona, 273.1970

Copia Referto istologico



L'esame istologico della linfoghiandola del sig. Gino Giori dimostra so­stituite le strutture della linfoghiandola da un tessuto tumorale formato da cellule di stirpe istiocitaria, di dimensioni superiori a quelle di un linfocita, irregolari, con discrete oscillazioni volumetriche e accompa­gnate ad una discreta quota di connettivo reticolare.

Sulla base dei reperti suddetti, ritengo si possa concludere con la diagnosi di reticolosarcoma.

Fto: prof. Natucci



Ero giacente in una grande sala dell'ospedale, nella quale c'era una fi­la di malati con la stessa mia malattia (cancro). Tutti sono morti. Io so­lamente sono stato guarito. Da quattro anni il mio stato di salute è sem­pre uguale e mi sento benissimo.

Vengo diverse volte all'anno a Montichiari, per ringraziare la Madonna per la meravigliosa guarigione concessami".



La signora Rina Di Puppo, di 32 anni, domiciliata a Bolzano, Via della Roggia 5, fu dai medici dichiarata affetta da Pemphigus e rico­verata nella clinica di S. Orsola a Bologna, nel settembre 1965.

Le furono praticate tutte le analisi e tutte le cure del caso per la durata di tre mesi.

Tornata a casa per un breve periodo, l'ammalata venne nuova­mente ricoverata in clinica a Bologna per altri due mesi. Tornò quin­di in famiglia, ma il suo male si aggravò, le piaghe si diffusero per tut­to il corpo ed ella dovette ritornare in clinica, per altri due mesi, dopo di che venne trasportata all'ospedale civile di Bolzano. Il suo sta­to fisico era assai grave e si temeva dovesse soccombere da un'ora al­l'altra.

L'ammalata rimase in quell'ospedale per ben sei mesi. Seguì in ef­fetti un leggero miglioramento e la povera Rina poté tornare final­mente in famiglia. Ai primi di marzo 1969, però, il male era ricom­parso e in forma talmente grave che la paziente non era più in grado di nutrirsi.

Il suo corpo era un'unica piaga e il suo caso venne alla fine di­chiarato inguaribile dai medici.

Passarono più di due anni, quando nell'agosto 1970, una rivista pubblicò un caso di guarigione miracolosa con l'acqua delle Fonta­nelle di Montichiari.

Allora una buona persona, fattane provvista, ne portò una por­zione alla signora Di Puppo.

Fu allora che avvenne l'impensabile e accadde il grande miraco­lo, che ridonò la gioia dell'esistenza alla povera ammalata.

La signora Rina lavò con quell'acqua il suo corpo, ne bevette, sor­seggiandola a stento, poiché non tollerava nessun alimento; quindi co­minciò ad alzarsi, a muoversi, e venne dimessa dall'ospedale di Bol­zano clinicamente guarita.

Essa è ora in ottimo stato di salute, convinta che la sua guarigio­ne è veramente completa e che le fu concessa per intercessione del­la SS. Vergine "Rosa Mistica". Perciò desidera rendere pubblica questa grande grazia.

Riportiamo alcuni attestati, procurati, garantiti e firmati dal sacer­dote Don Cornelio Bertagnolli di Bolzano.



1. Allegato

Conferenza di S. Vincenzo De' Paoli - Parrocchia S. Pio X - Bol­zano

Bolzano, 12.8.1972

Attesto di aver conosciuto questo caso ed averlo anche seguito.

La Presidente La guarita

Ft. Elvia Zago Fto Rina Di Puppo

2. Allegato

Ospedale Civile di Bolzano - Via Druso, 189 - Tel. 45.253 Dr. Franco Torregrossa - Medico Chirurgo, Specialista in Dermatologia, Assistente nel Rep. Dermatologia



Ospedale Civile di Bolzano

Rep. Dermatologia Primario: Prof. Dr. Francesco Galla



Oggetto: Ricovero della sig.ra Rina Di Puppo

Bolzano, 8.8.1)72



La signora Rina Di Puppo è stata ricoverata qui con la diagnosi di Pemphigus volgare ("Pemphigus vulgaris') e cioè nel reparto per Malattie veneree - Dermatologia di questo Ospedale civile di Bolzano, dal 5.7.1966 al 15.1.1967; dal 4.4.1967 al 2.5.1967 al 2.9.1967; dal 1.3.1968 al 30.11.1970.
Ultima modifica di cinzia1970 il sab mar 17, 2007 4:44 pm, modificato 2 volte in totale.
DIO TI AMA E TI CONOSCE PERSONALMENTE.SE NON LO HAI ANCORA INCONTRATO,CHIEDIGLI DI RIVELARSI A TE.

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Santuario di montichiari-continuazione

Messaggio da cinzia1970 » sab mar 17, 2007 4:41 pm

E siccome stiamo parlando di fatti straordinari e miracolosi, vo­gliamo anche segnalare che sui luoghi delle apparizioni molti visita­tori percepiscono talora, tutt'ad un tratto, un meraviglioso profumo di fiori.

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GUARIGIONI DI PERSONE INDEMONIATE

Una signora molto scossa nei nervi, incapace di lavorare, venne liberata da un fastidioso spirito maligno e muto. Nessuno aveva potu­to ridarle pace. Giunta, però, a Fontanelle, venne subito liberata mi­racolosamente da quella ossessione.

Anche un giovane aviatore milanese, in età di 40 anni, vessato dai demoni, venne graziato a Fontanelle.

Un altro caso serio capitò allorché una giovane signora, di 32 an­ni si recò un giorno da Pierina Gilli, accompagnata da suo marito. Non appena entrò nell'oratorio, la giovane cominciò a bestemmiare e la Gilli pensò si trattasse ancora di ossessione demoniaca. Senza per­dere la calma, recitò tre Ave Maria e poi comandò:

"Smettila di bestemmiare Dio e la Madonna. Questo è un luogo sa­cro, vattene via di qui!".

A questo punto, la giovane che aveva tanto strepitato crollò; si calmò senza più ricordarsi di nulla, e piena di stupore e di gioia disse:

"Ora tutto mi sembra più facile, così leggero, mi sento liberata da un peso tremendo".

In seguito Pierina venne a sapere che la giovane signora era da tempo angosciata dal timore di avere un bambino e questa angoscia la tormentava tanto da renderle la vita simile a un inferno. Un giorno senti parlare delle apparizioni di Montichiari. Con l'ultima speranza, prima di cadere nella più cupa disperazione, quella famiglia si recò con la povera ammalata a Montichiari. Giunta che fu nell'oratorio di Pierina, il demonio la lasciò libera e definitivamente se ne parti da quell'anima.

Pierina, dopo avvenuta l'evidente liberazione condusse i due gio­vani sposi davanti alla statua di "Rosa Mistica", dove essi promisero commossi fino alle lacrime, di vivere con l'aiuto di Dio una vita vera­mente cristiana.

Passato qualche mese, i due sposi vollero ritornare a Montichiari ed in quella occasione annunciarono con viva gioia di essere in tre­pida attesa di un bambino. Nacque, infatti, una bambina che,in se­gno di riconoscenza, venne chiamata Maria Grazia.



Il 13 luglio 1974, giorno di "Rosa Mistica", una signora ricevette la seguente grazia:

"Soffrivo terribilmente di una ossessione diabolica. Ad un tratto sentivo un fetore diabolico talmente insopportabile da farmi vomitare, credendo di soffocare e di morire. Mi prese una grande paura della morte che non posso nemmeno descrivere. Non solo sentivo io un tale fetore, ma anche mio marito ed i presenti, sebbene per essi non fosse così forte e terribile come per me. Non appena qualcuno aveva la forza di fare una croce, spariva tutto. E non era solo il fetore la cosa più terribile per me, ma an­cora di più quella che io non potevo sopportare nemmeno la luce. Potevo resistere solamente in una stanza tutta oscura. Poi vennero cose ancora più terribili: la tentazione del suicidio, la disperazione più nera, la pau­ra della dannazione. Non posso nemmeno descrivere cosa ho sofferto.

Anche i miei congiunti hanno sofferto un vero inferno con me. Ora so­no guarita e liberata e posso solo ringraziare, ringraziare...".



Così il racconto della donna.

L'autore di questo libro è a conoscenza di altri casi analoghi, per i quali finora non è avvenuta alcuna liberazione. Sembra che si tratti di una specie di "ossessione di riparazione” una delle più pesanti e difficili vocazioni alla riparazione che esista.

Santa Teresa la Grande chiama questi stati "notte oscura dell'ani­ma", o forse è la partecipazione al grido disperato del Signore sulla croce: 'Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?".

Questo grido disperato del Signore sulla croce non era soltanto uno sfogo, ma ancora più: riparazione e salvezza per tanti. Così de­vono essere vedute queste eccezionali vocazioni alla riparazione.


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Aiuti spirituali e conversioni insolite...



A Montichiari si recano anche molti seminaristi, studenti di teologia in gravi crisi di vocazione, parecchi dei quali decisi ormai ad abbandonare la chiamata al sacerdozio, a causa delle tristi condizioni in cui si dibatte la Chiesa di oggi.

Giunti, però, presso "Rosa Mistica" di Montichiari svaniscono i loro dubbi e ritrovano forza e coraggio per proseguire nella vocazione scelta.

Alcuni di essi sono già stati ordinati sacerdoti e confidano sempre nell'aiuto della SS. Vergine, perché continui la protezione divina su di loro e tenga sempre accesa in essi la luce e la gioia ditale vocazione.



SACERDOTI E RELIGIOSI RINNOVATI NELLA VOCAZIONE

Un giovane sacerdote, consacrato da appena un anno, cadde ben presto in una grave rilassatezza spirituale e morale, a causa di troppe insidie di donne senza coscienza.

Dopo aver commesso peccati gravi, egli pensò che fosse meglio abbandonare il suo ministero sacerdotale.

Ricorse allora a Pierina, la quale maternamente lo incoraggiò a non disperare, e assieme pregarono a lungo davanti. alla statua di "Ro­sa Mistica" Madre della misericordia e rifugio dei peccatori.

Poco dopo, il giovane sacerdote ricevette la grazia, cioè la forza della conversione. Con una santa confessione, la potenza del maligno venne stroncata e quel sacerdote si mantenne sempre fedele ai prin­cipi propri della sua alta vocazione.

Un religioso di circa 30 anni, già sacerdote da alcuni anni, dopo un serio dissenso con i suoi superiori, abbandonò con grande ama­rezza il suo ordine.

Da un paio di anni non celebrava più la Santa Messa, mentre dal lato economico era riuscito a farsi una buona e sicura posizione. Cio­nonostante, non gli riusciva mai di trovare la vera pace e tranquillità necessarie.

Un giorno, sentendosi più inquieto del solito, si recò da Pierina a Montichiari, dove trovò la forza di confidarsi con lei. Quel colloquio costò all'ex frate un sacrificio enorme; gocce di sudore gli bagnavano il volto ed infine non poté trattenersi da un pianto disperato.

Pierina cercò di confortarlo più che le fu possibile e gli disse:

"Padre, lei è rimasto sacerdote di Dio ora e sempre. Confidi nella misericordia e nell'aiuto della Madre della misericordia".

Il povero sacerdote, singhiozzando, rispose:

"Oh, che cosa ho mai fatto?!".

Pierina lo condusse davanti alla statua di "Rosa Mistica”; dove pregarono a lungo; egli fece in seguito una sincera confessione. Pri­ma di ripartire, Pierina gli chiese una benedizione sacerdotale, che egli le impartì con lacrime di riconoscenza.

Tre mesi dopo, superate molte e gravi difficoltà, egli poté rien­trare nel suo Ordine ed ora vive in grande umiltà e spirito di espia­zione.

Il 13 luglio 1974, giorno dedicato a "Rosa Mistica'; si trovano fra i pellegrini due chierici religiosi, ambedue decisi a lasciare la loro vo­cazione. Stanno tutto il giorno a Montichiari, vedono i numerosi pel­legrini coi loro pensieri e con le loro pene e vengono presi dall'at­mosfera di preghiera e fiducia che ivi regna. La sera dichiarano a Pie-

rina Gilli, prima di partire, che in quel giorno è avvenuto interna­mente in essi un cambiamento totale, che prima di venire non avreb­bero creduto possibile.

Quella giornata di preghiera a Montichiari ha donato ad essi ben chiara e rinnovata la vocazione per il sacerdozio e la vita religiosa.

Felicissimi lasciarono Pierina. Una vocazione salvata al sacerdozio di due giovani è forse un miracolo di grazia più grande che la guari­gione di una malattia.

Ma questi due religiosi non sono gli unici ad aver salvato la loro vocazione.



"ROSA MISTICA" SUSCITA NUOVE VOCAZIONI

Parlando delle apparizioni del 1947, abbiamo rilevato l'importan­za del messaggio di "Rosa Mistica”; che prometteva nuove vocazioni alla Chiesa, nelle diocesi e negli istituti religiosi. Alcuni fatti lo con­fermano.

Racconta, infatti, Pierina Gilli:

“Alcuni mesi fa venne da me una suora e si lamento:

"Io sono la maestra delle novizie nella nostra congregazione religio­sa, ma non ho più novizie e nemmeno aspiranti. Che cosa devo fa­re?".

Pierina la esortò a pregare con coraggio, impegno e fiducia as­sieme alle consorelle, Maria "Rosa Mistica", perché Ella ha veramente promesso nuove e buone vocazioni. Inoltre le promise anche la sua preghiera e il suo sacrificio. La maestra delle novizie partì assai confortata nella sua fiducia verso la Madonna. Non passò molto tem­po, infatti, che, raggiante di gioia tornò a Montichiari per ringraziare "Rosa Mistica" con tre giovani aspiranti, che inaspettatamente erano entrate nella sua congregazione. Tutte e tre hanno fatto poi la vesti­zione.

Un altro caso analogo: La superiora di un monastero di clausura racconta:

“Da tredici anni non entrava nessuna postulante nella nostra comunità.

Da quando abbiamo letto il libretto: 'Maria, Rosa Mistica'; abbiamo fat­to con grande fiducia una novena a "Rosa Mistica" per ottenere voca­zioni. All'ultimo giorno della novena si presentarono inaspettatamente due buone candidate, che sono gia entrate nella nostra congregazione.

Per noi tutte ciò è una meravigliosa ed evidente grazia di "Rosa Mistica" che ha ascoltato la nostra supplica".



UN PROFESSORE CONFERMA LA SUA CONVERSIONE

Un professore, certo A.L.P., si convertì davanti alla statua di "Ro­sa Mistica" a Fontanelle, il 27 settembre 1970. Poco dopo, egli tenne davanti ad un circolo di amici un'ampia e circostanziata descrizione di tanto suo improvviso cambiamento.

Riportiamo qui solo alcuni brani tra i più significativi:

"Vi promisi un giorno - egli disse - di raccontarvi com’è avvenuta la mia conversione. Premetto, pero, che ciò non deve servire ad influenza­re chicchessia.

Dio cerca continuamente di salvare le anime delle sue creature e più ancora quelle che si sono maggiormente smarrite, allontanandosi dal suo Cuore amoroso, fuggendo alla folgorazione della sua luce, perché es­se comprendano che solo nel raggio di quella luce riconosceranno tosto i loro peccati. In quanto a me non so dire precisamente per quanto tem­po siano durati la mia negazione di Dio, il mio scherno, il mio cinismo. fo lapidai il suo Divin Corpo, incoronai di spine il suo capo, lo flagellai crudelmente con il mio pessimo carattere e la mia vita peccaminosa. Feci, purtroppo, rivivere al Crocifisso la sua Passione pia orrenda, rimet­tendolo in croce infinite volte.

Ero un peccatore immerso nelle tenebre piu profonde, in procinto di precipitare nell'eterno abisso, se una mano pietosa non mi avesse risol­levato.

La Provvidenza mi aveva, però, messo accanto una sposa assai buona. Oh, quanto ella ha sofferto! Quante furono le sue umiliazioni! Ella fu vittima della mia esistenza peccaminosa. Dio soltanto e la Madonna sanno ciò che lei ha sofferto per causa mia. Con fede e fiducia inesau­ribili ella implorò la mia conversione, recitando il Santo Rosario. Spesso mi chiedeva di pregare, di ascoltare qualche Santa Messa, di accostarmi ai Santi Sacramenti, di accompagnarla ad un pellegrinaggio. Ma pia lei cercava di indurmi a queste pie pratiche, più io divenivo intrattabile.

Un giorno, per avere un po' di pace e poterle dimostrare che in qualche cosa l'accontentavo anch'io, l'accompagnai ad un piccolo santuario, ri­dendo dentro me stesso come cosa insensata e proponendomi di burlar­mi di lei sulla via del ritorno, tormentandola perciò sempre di più.

Il 27 settembre 1970, dunque, accompagnai mia moglie ad un piccolo santuario, dove, si diceva, era apparsa la Madonna e precisamente in località Fontanelle di Montichiari. Entrai nella cappella con aria sprez­zante ed arrogante e subito notai con interesse, davanti a me, la sta­tua di una Madonna alta circa due metri, rivestita di un bianco man­to. Meravigliato, mi soffermai un attimo presso quella statua, che, non esito a dichiarano, era di una bellezza e perfezione rare. Ero colpito dalla dolcezza di quegli occhi, che erano nel contempo anche molto tristi. Compresi tosto che qualcosa di inimmaginabile era avvenuto dentro il mio cuore, qualcosa di completamente nuovo. Pensai allora che nessun artista avrebbe potuto scolpire un simile capolavoro senza una mano divina che lo guidasse in continuazione. Ebbi perfino la sensazione che gli occhi di quella statua fossero vivi e mi seguissero nei miei passi.

Tutto ciò mi causava anche un certo timore perché, dopo tutto, mi rico­noscevo indegno di tanto favore. Ma quello sguardo mi seguiva inesora­bile ovunque io volgessi i miei passi. Poi tutt'ad un tratto, sentii che le mie gambe si piegavano e, senza volerlo, mi trovai in ginocchio sulla so­glia della cappelletta.

Tutta la mia arroganza, la mia superbia e ambizione erano scomparse ed io piangevo. Piangevo lacrime amare di pentimento.

Sentivo che dentro di me era accaduto qualcosa di straordinario, che non potevo né comprendere né spiegare. Seguì quindi un primo tempo, in cui dovetti sostenere una lotta tremenda fra il mio orgoglio e il continuo richiamo dell'amore materno di "Rosa Mistica" e in quei momenti mi parve persino di vedere delle lacrime su quel bellissimo viso. Ciò che provai in quel punto non lo posso descrivere. Rividi come in un baleno tutto il mio passato obbrobrioso e vergognoso, sentendo una indicibile amarezza e pentimento. Mai nella mia vita ebbi una commozione così profondamente sentita: avevo compreso di aver ottenuto una grazia. Gioivo dentro me stesso perché mi sentivo come invaso da una vera pa­ce e tranquillità, sommerso nell'infinito amore di "Rosa Mistica".

Lasciai quella cappella come un essere nuovo. In un primo tempo non dissi nulla a mia moglie. I giorni che seguirono furono per me una con­tinua riscoperta di Dio, della sua infinita misericordia e del suo amore.

Il sacramento della confessione valse ad accrescermi, la gioia interiore e mia moglie non tardò molto da accorgersi del mio cambiamento.

Da allora ci recammo ambedue, pia volte, in pellegrinaggio a "Rosa Mi­stica" di Montichiari con il cuore traboccante di riconoscenza.

Firmato: A.L.P."



UN PASTORE PROTESTANTE A MONTICHIARI

Nell'apparizione del 22 luglio 1973 la Madonna aveva detto:

'”l miracolo pia evidente sarà il ritorno dei figli alla vera fede, al vero amore verso il Signore, al quale seguirà l'unione dei figli e la pace per il mondo intero".

Non è questo forse l'adempimento ed ancor più la chiara spiega­zione della promessa fatta a Fatima dalla SS. Vergine, che già nel 1917 aveva promesso:

“Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà e ci sarà la pace?".

Un giorno viene da Pierina Gilli un uomo, che tiene nelle mani una edizione in lingua tedesca del libretto "Maria, Rosa Mistica". Sa qualche cosa d'italiano. Ad ogni modo Pierina comprende cosa egli vuol dire e domandare. Le fa capire che è un pastore protestante te­desco, e poi le rivolge la domanda decisiva:

"Cosa dice la Madonna del problema dell'unita della fede (e dell'unita delle chiese cristiane?)".

Pierina confessa:

"Prima ero sconcertata per questa domanda veramente inaspettata, ma dopo mi comportai come spesso mi capita quando mi viene rivolta una domanda imprevista, alla quale non posso rispondere sul momento. Ele­vo una breve preghiera al cielo:

“Madonna cara, dammi ora la risposta giusta". fo feci anche in questo caso e mi venne come un lampo d'ispirazione.

Dissi allora a questo pastore protestante:

"Lei è venuto da me attraverso un giardino e ha visto certamente la bel­la e bianca statua di marmo, che è nello stesso giardino. Sul piedestallo sono incise le meravigliose parole pronunciate dalla Madonna il 13 maggio 1966 a Fontanelle:

"L'amor mio materno vuole abbracciare l'umanità intera". Guardi, si­gnor pastore, che con questo la Madonna dice chiaro e bene che non è soltanto per noi, ma che Lei è Madre di tutta l'umanità, di tutti gli uo­mini, perché tutti sono creati dall'amore paterno del Signore e perché siamo stati redenti dal sangue di Cristo. Sulla croce il Redentore l'ha da­ta a tutti gli uomini come Madre ed Ella tuttora vuole esserlo. Purtroppo gli uomini ed anche i cristiani sono ora divisi tra di loro e litigano. Ogni madre terrena soffre per questo, soffre se i propri figli non vanno d'ac­cordo o se litigano.

Una buona madre ha sempre il desiderio di riunire nell'amore e nella pace tutti quelli che ama. Ciò vale soprattutto per questa Madre celeste.

Ella non è di ostacolo alla unione dei cristiani nell'unica vera fede ed ancor meno nell'amore, ma bensì un vero e valido aiuto:

"Il mio amore vuole abbracciare tutta l'umanità!'; vuoi dire che non si tratta solo di una pia formula o di un semplice desiderio. Dietro a que­sto c 'e molto di più: Ella interverrà con tutta la sua energia e potenza presso il Signore contro la forza dell'infimo e del diavolo, il più acca­nito nemico della pace e della concordia. Ella ha promesso qui a Mon­tichiari che l'unificazione dei cristiani nell'unica fede e poi la pace nel mondo intero, realmente verranno. Prima, però, debbono precedere non solo parole, ma preghiera e sacrificio. Preghiera e sacrificio otterranno il miracolo più evidente: il ritorno dei figli alla vera fede.

Il Pastore protestante diventò dapprima pensieroso, poi, conclu­de la veggente, mi disse:

"Pierina, lei ha risposto alle mie domande assai meglio di quanto aves­si aspettato ed immaginato".

Poi la pregò di recitare assieme il Pater Noster in latino e anche l'Ave Maria. Infine rimase ancora per un po' di tempo in silenziosa preghiera nella piccola cappella.

SEGNI NEL CIELO PER UN PELLEGRINAGGIO CROATO

Il 14 agosto 1974, vigilia della festa dell'Assunzione di Maria SS., arriva a Montichiari un pullman dalla Jugoslavia con pellegrini croati, guidati da un sacerdote. Pregano per molto tempo nella cappella di Pierina Gilli, poi la salutano cordialmente e vogliono ripartire. Poco dopo Pierina sente davanti alla sua casa gridare forte. Guarda fuori della porta e vede tutti i pellegrini prostrati per terra; sui loro visi si leggevano sentimenti di spavento e di angoscia. Tutti guardavano in direzione del duomo. Sono le ore 15 pomeridiane e gli sguardi di tut­ti sono rivolti al sole, che a quell'ora è ancora molto alto in un cielo limpidissimo.

Adesso guarda anche Pierina in direzione del sole e vede che es­so somiglia ad un disco argenteo luccicante, nel quale si può fissare lo sguardo senza sforzo alcuno.

Tale disco rotea pazzamente e getta raggi dappertutto. Vicino al sole v e una grande nuvola bianca, che prende la figura di una don­na bianca con un manto assai ampio. Dapprima ella sta ferma vicino al sole, ma dopo vola attraverso il sole in direzione del cielo.

Il cielo è azzurro senza nuvole. Piano piano e con maestà, que­sta nuvola ascende ancora attraverso il sole, verso l'alto e si disfà più tardi lentamente.

Intanto il disco del sole si tinge di colori dell'arcobaleno, colo­rando i dintorni con una bellissima luce variopinta.

I croati dapprima hanno creduto che il sole, che ballava nel cie­lo, stesse per cadere sulla terra e la fine del mondo fosse già venuta. Per lo spavento caddero in ginocchio e gridarono dal terrore e dalla disperazione. Ma quando videro la nuvola bianca, che aveva forma e figura di una Madonna col manto, che lentamente, attraversando il so­le e con maestà, saliva verso l'alto e il sole che si mostrava in un gio­co di colori variopinti, capirono che a loro fu concesso di vedere un segno prodigioso del sole come a Fatima.


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La veggente di Maria Rosa Mystica

Immagine

Pierina Gilli nacque il 3 agosto 1911 a Montichiari (Brescia), in località S. Giorgio e morì quasi ottantenne il 12 gennaio 1991 ancora a Montichiari in località Boschetti.

Il padre, Gilli Pancrazio, era contadino. La madre, Bartoli Rosa (morirà nel 1962) allevò nella povertà e nel timor di Dio nove figli avuti da un primo (tre figli) e da un secondo matrimonio dopo la morte del primo marito nel 1918 in conseguenza della prima guerra mondiale.

Scrive Pierina nel suo diario:

"Io fui la prima di nove figli, io la prima a godere la gioia, la felicità, le carezze dei miei genitori. Il giorno 3 agosto 1911 fu l'alba della mia venuta terrena, e battezzata il 5, festa della Madonna della Neve; in detto giorno la mamma mi consacrò alla vera Mamma del Cielo, affinché la sua materna protezione mi conservasse bianca e pura come la neve. Quante volte la mia cara mamma me lo ripeteva, per spronarmi ad essere buona e a non fare capricci, che io ero stata consacrata alla Madonna e perciò dovevo amarla tanto".

(Pierina Gilli prima di entrare nell’Istituto delle Ancelle della Carità)

Nulla di straordinario nella fanciullezza di Pierina. Tuttavia apparteneva alla categoria delle anime privilegiate dal carisma di rivelazioni private; anime caratterizzate dalla semplicità, dalla povertà e dal­la sofferenza.

Sofferenze che per Pierina furono dapprima connesse con la povertà e la salute cagionevole, e poi divennero laceranti, pagando in prima persona per il messaggio affidatole da Maria "Rosa Mistica": preghiera, sacrificio, sofferenza.

La prima grande sofferenza fu quando a sette anni vide tornare il padre stremato dalla prigionia alla fine della prima grande guerra. Era tornato non per essere la gioia della famiglia, ma per morire poco dopo all'ospedale.

Dal 1918 al 1922 visse nell'Orfanotrofio delle Ancelle della Carità dove a otto anni ricevette la prima S. Comunione. A undici anni, pur continuando a frequentare la quarta elementare, dovette tornare in famiglia: la madre per responsabilità verso i figli si era risposata ed un nido di bimbi aveva bisogno delle cure della sorella maggiore.

Quando Pierina aveva dodici anni la povertà costrinse la famiglia a traslocare in un altro cascinale in coabitazione con un'altra famiglia. Fu qui che la sua purezza fu esposta ad insidie che la fecero immen­samente soffrire, ma che superò per un intervento evidente della gra­zia divina.

Il padre dell'altra famiglia quando trovava sola la ragazza ormai dodicenne le usava attenzioni che ben presto rivelarono le sue vere intenzioni. Pierina non voleva dirlo alla mamma per non provocare di­scordie tra le due famiglie. Dall'altra parte la mamma con i bambini nei pomeriggi restava nella stalla a sferruzzare e a cucire come usa­vano i contadini, e mandava Pierina in cucina ad accendere il fuoco e a preparare la cena.

La povera figliola da una parte temeva d'incontrare da sola quel­l'uomo, e dall'altra parte non volendo obbedire si esponeva a rim­proveri e anche a busse, passando per disubbidiente e ostinata. Un giorno, credendo che l'uomo fosse lontano, si portò in cucina can­tando le litanie della Madonna, quando improvvisamente si sentì af­ferrata alle spalle e gettata a terra. Con uno sforzo sovrumano e in­vocando la Madonna riuscì a svincolarsi e a fuggire, mentre si sentiva minacciare: "Se parli ti uccido!"

Ancora terrorizzata disse tutto alla mamma che la baciò in fronte, come a riparazione per averla trattata da disubbidiente, e per l'avve­nire s'impegnò a vigilare, evitando a Pierina le incombenze in cui si sarebbe trovata sola. Fu in quell'occasione che a Pierina per la prima volta nacque il proposito di farsi suora. Ma l'adolescenza non è l'età delle decisioni definitive. Pierina nel suo diario descrive con sempli­cità la crisi che ebbe ad attraversare verso i diciassette anni, quando frequentava lo stabilimento. La preghiera non era più l'intima sua con­solazione; trascurava le pratiche di pietà. Specialmente era dominata dalla vanità, illudendosi di essere ammirata per il vestito e il portamento. Una collana di corallo bianco regalatale da una zia, dopo es­sere stata lo sfoggio di una giornata di festa, fu l'occasione di un profondo rimorso. Aiutata dai consigli severi del confessore, superò quella crisi. La collana trasformata in corona del rosario rimase per tut­ta la vita di Pierina il ricordo dell'impegno di essere tutta del Signore.

Ma un'altra prova l'aspettava. A diciotto anni fu impiegata all'Asi­lo Comunale come assistente dei bambini. Il lavoro era abbastanza sti­mato e dopo qualche tempo Pierina ebbe una proposta di matrimo­nio da parte di un giovane onesto e ben intenzionato. Il confessore volle mettere alla prova Pierina, affermando che quella era la sua strada. Per Pierina furono due mesi di intimo tormento, perché sentiva di non essere fatta per il matrimonio e che il Signore la voleva tutta per se. Finalmente il confessore le disse il suo vero pensiero, conferman­dola nella sua vocazione.

A vent'anni Pierina stava per coronare il proprio desiderio ed es­sere accettata tra le postulanti delle Ancelle della Carità, quando fu colpita da pleurite, seguita da lunghi mesi di convalescenza. Dopo di che non era in condizione di poter entrare fra le postulanti, alle quali era richiesto un lavoro impegnativo. Trovò invece un lavoro adatto alle sue forze a Carpenedolo come domestica del sacerdote, Don Giu­seppe Brochini che aveva la mamma ottantenne e cieca. Rimase in quel servizio fino all'età di 26 anni (dal 1931 al 1937). Furono per lei anni sereni, unita al sacerdote e all'anziana madre nella preghiera, nel­la meditazione, nella lettura spirituale.

Alla morte della madre del sacerdote, volle licenziarsi per segui­re la sua vocazione. Ma ancora non fu possibile per la malferma sa­lute.

In seguito rimase per due anni come inserviente a Brescia nella Casa di Cura "Villa Bianca" con le Suore della Carità di S. Antida Thouret.

A 29 anni, non sentendosi adatta al servizio nel reparto degli uo­mini, si licenzia ed ottiene di essere assunta all'Ospedale Civile di Desenzano del Garda, dove prestano servizio le Ancelle della Carità. Vi passa quattro anni, gli anni della guerra, in relativa serenità.




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Ricorrenze della Rosa Mystica

1. Ogni 13 del mese sia dedicato a speciali atti di devozione a Maria, con una preparazione di preghiera nei 12 giorni precedenti.

2. Il 13 luglio di ogni anno sia festeggiato in onore di Maria "Rosa Mistica".

3. Il 13 ottobre di ogni anno sia santificato con la Santa Co­munione Riparatrice. Il messaggio parla di "Unione Mondiale della santa Comunione Riparatrice". Sotto questa denominazione si pos­sono costituire Gruppi di Preghiera o Congregazioni.

4. Ogni anno l'8 dicembre, festa della Immacolata Concezione, a mezzogiorno si pratichi l'Ora di Grazia, attendendo le grazie parti­colari di conversione e di santificazione promesse per quell'Ora. La si pratichi nella propria Chiesa adorando il SS. Sacramento, se è possi­bile, altrimenti anche privatamente o in gruppi di preghiera.

5. Recarsi alla Fonte benedetta in processione, con preghiere penitenziali. Vi si portino gli ammalati e vi si rechino come pellegrini i bisognosi di aiuti spirituali per sé e per i propri cari.

6. Rimangano fondamentali e caratteristiche della Devozione a Maria Rosa Mistica le tre parole significate dalle tre rose: Preghiera, Sacrificio, Penitenza, cioè pregare con perseveranza e non sottrarsi alle sofferenze, e questo in favore delle anime consacrate.

In particolare: per la conversione delle anime consacrate infedeli alla propria vocazione; per la santificazione delle anime consacrate; per l'aumento del numero delle vocazioni religiose e sacerdotali. Questo scopo della devozione era stato proposto da Maria prima per gli Istituti Religiosi, ma rimane una proposta aperta a tutti.

7. Pure caratteristica in tutti questi messaggi è lo scopo di de­vozione riparatrice delle offese contro il sacramento dell'Eucaristia, contro il nome di Dio e di Gesù, contro i privilegi di Maria, contro la Chiesa e il Papa, contro l'innocenza dei piccoli e delle anime sempli­ci, contro la sacralità della vita umana e la santità della famiglia.

Naturalmente presupposto di queste pratiche devozionali è l'osservanza dei Comandamenti, la pratica delle virtù cristiane e in primo luogo della carità verso il prossimo.



Tratto da www.rosamistica.135.it
DIO TI AMA E TI CONOSCE PERSONALMENTE.SE NON LO HAI ANCORA INCONTRATO,CHIEDIGLI DI RIVELARSI A TE.

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cinzia1970
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Preghiera a Maria "Rosa Mistica"

Messaggio da cinzia1970 » sab mar 17, 2007 4:50 pm

ImmagineA MARIA "ROSA MISTICA"

Vergine Immacolata, Madre di grazia, Rosa Mistica, a onore del tuo Divin Figlio, ci prostriamo davanti a Te per implorare da Dio mi­sericordia; non per i nostri meriti, ma per la volontà del tuo Cuore ma­terno chiediamo aiuti e grazie, sicuri che ci esaudirai.

Ave Maria...

Madre di Gesù, Regina del S. Rosario e Madre della Chiesa, Cor­po Mistico di Cristo, impetriamo per il mondo riarso dalle discordie il dono dell'unità e della pace e tutte quelle grazie che possono con­vertire i cuori di tanti tuoi figli.

Ave Maria...

Rosa Mistica, regina degli apostoli, fa’ fiorire attorno agli altari eu­caristici numerose vocazioni sacerdotali e religiose, che con la santità della vita e lo zelo ardente per le anime possano estendere il regno del tuo Figlio Gesù in tutto il mondo. Ricolma pure noi dei tuoi fa­vori celesti.

Ave Maria...

Rosa Mistica, Madre della Chiesa, prega per noi!

DIO TI AMA E TI CONOSCE PERSONALMENTE.SE NON LO HAI ANCORA INCONTRATO,CHIEDIGLI DI RIVELARSI A TE.

alessandra
Messaggi:403
Iscritto il:ven feb 02, 2007 9:15 am
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13 DI OGNI MESE ROSARIO NEL CENACOLO

Messaggio da alessandra » dom apr 29, 2007 11:40 am

Nella speranza che possa tornare utile a qualche pellegrino, desidero riferire che il giorno 13 di ogni mese, alle ore 21, presso il Cenacolo si recita il santo Rosario ed ancora oggi avvengono fatti prodigiosi....
Il mio pellegrinaggio a Fontanelle è stato arricchito dall'inattesa possibilità
di recarmi presso il cenacolo per pregare. Tra quelle mura si respira energia pura....
La nipote di Pierina, che abita nella casa a fianco, è disponibile ad aprire il Cenacolo, voluto dalla Madonna, quale luogo di preghiera, a tutti i pellegrini e visitatori che lo desiderino. E' sufficiente rispettare l'orario dei pasti.
Altra tappa importante del pellegrinaggio è la tomba di Pierina, ben visibile per la statua delle Madonna, appena dopo l'ingresso, sulla sinistra.
Non è difficile arrivarvi, per eventuali indicazioni chiedere alla Signora che a Fontanelle cura la vendita degli oggetti religiosi.
Buon pellegrinaggio a te, caro amico/a che ti recherai ad immergere i tuoi piedi nella fonte benedetta dalla Madonna per sentire nel tuo cuore tutto il suo amore.

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TENIAMOCI PER MANO

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