La Madonna della Croce, L'Oratorio

Luoghi di devozione alla Madonna
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La Madonna della Croce, L'Oratorio

Messaggio da Redazione » dom mag 22, 2005 8:27 pm

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l’Oratorio di Santa Maria della Croce, posto ad appena due Km. a valle del centro abitato, l’Oratorio sorge sul pendio di un colle che sovrasta il versante nord dell’alta valle del Pescara. Dall’alto del muraglione che cinge lo spiazzo dov’è posto il complesso, adornato da pini ed abeti che adombrano e danno frescura alla località, si ammirare all’orizzonte il maestoso massiccio della Maiella. Il complesso è costituito da una Cappella che rivolge la facciata a sud (a cospetto della Maiella), e da un antistante edificio, ad essa connesso, destinato un tempo a convento. L’Oratorio, oltre ad essere il monumento più importante del paese è il centro di fede e di devozione mariana dei Pietranichesi e dell’intero circondario, oltre che una vera e propria oasi di pace, preghiera e raccoglimento. A seguito del recente restauro dell’ex edificio conventuale, attualmente dotato di servizi, sala cucina ed un ampia sala convegni, la località è oggi degna d’esser presa in considerazione anche come luogo ideale per congressi e/o adunanze conviviali. Se si considera poi il patrimonio architettonico, gli strucchi, gli affreschi e le tele in essa racchiusi, si può inoltre ben dire che Santa Maria della Croce è uno dei pochissimi esempi d’arte barocca seicentesca dell’intera Ragione. Un gioiello d’arte barocca, definito dall’illustre studioso e scrittore di arte abruzzese V. Balzono: un piccolo capolavoro del ‘600, che, insieme a S. Maria della Croce di Alanno racchiude < quanto di più perfetto ha il barocco italiano in fatto di architettura, pitture ed intagli>. Un giudizio lusinghiero, condiviso da altri illustri studiosi e professori come G. Stafforello – E. Abbate – Ghisetti Giavarina e Damiano Fucinese, che poi in seguito hanno ampiamente relazionato a riguardo. L’Oratorio di Santa Maria della Croce rappresenta inoltre, insieme alla vicina S. Maria delle Grazie un esempio altrettanto raro di Chiesa votiva, con una pianta a "T" rovesciata; con una navata e due cappelline laterali, tipica delle chiese rurali edificate a suo tempo lungo gli storici percorsi tratturali, utilizzate dagli allora pastori erranti come sospirati luoghi di culto e quindi ringraziamento, e non di rado, come ideali riposi. Nelle immediate adiacenze della Chiesa, transitava, infatti, uno dei tanti "bracci" del tratturo L’Aquila-Foggia, che, dopo aver lambito la chiesuola raggiungeva la dorsale sud est del Borgo pietranichese, per andarsi poi a ricongiungere allo stesso tratturo Magno in località S. Biagio di Pietranico. La Chiesa fu edificata il 25 marzo 1613, a ricordo dell’apparizione della Vergine ad un pastorello del luogo di nome Domenico Del Biondo. La data incisa sul portale ci dice che l’edificio fu costruito nel 1618, ma i tempi per il completamento dei lavori dell’interno furono lunghi e si protrassero per oltre mezzo secolo. Il primo intervento documentato è datato 1628, ne seguirono altri nel 1656 ed altri ancora nel 1670; tutti comunque ricadenti entro il secolo, quindi, nulla a che vedere con i grandi interventi tardobarocchi operati in Abruzzo dopo i catastrofici terremoti verificatisi in Abruzzo nel primo decennio del ‘700. Prima di passare ad una brevissima descrizione del patrimonio racchiuso all’interno della Chiesa, è d’obbligo sottolineare che il ‘600 fu un secolo decisamente buio per l’Abruzzo e le sue popolazioni, oppresse dall’esosità dei dominatori spagnoli e dalle violente repressioni da loro opposte ad ogni manifestazione di pensiero (praticate in nome di un credo religioso che oltre ad essere bigotto sfiorava la superstizione), oltre che, dalle letali pestilenze verificatesi intorno al 1656. Eventi che, oltre a generare miseria e desolazione, favorirono le famose insurrezioni antispagnole del 1647 e l’accrescersi in tutto il territorio abruzzese di compagnie organizzate di banditi (il brigantaggio). La Chiesa ha una facciata decisamente sobria, essenziale e senza ornamenti di rilievo, costituita da grossi blocchi di pietra scalpellinati ultimamente restaurati e dunque riportati allo stato originario. Al centro del frontone si apre una finestra di forma quadrata posta al di sopra dell’unico portale della Cappella primaria sorretto da appositi stipiti decorati da mensole a fioroni. L'interno della Chiesa, che ha una struttura a tre bracci, è costituito da una navata centrale e due cappelline laterali: quella posta a sinistra è dedicata all'Annunziata, mentre quella a destra a Santa Maria della Croce. Al visitatore che varca per la prima volta la soglia dell’Oratorio, si presenta un interno talmente ricco, che non avrebbe certo mai potuto immaginare si celasse dietro quella semplice ed austera facciata appena descritta. All’interno, infatti, dove la sontuosità del barocco ha trovato una sua felice espressione, si possono ammirare stucchi e dorature, fregi e decorazioni, finti marmi e tele, pitture al guazzo e tempera, che ornano tutte le pareti interne. La navata e le cappelle laterali sono infatti ornate da un trionfo di stucchi e decorazioni che contornano ben 55 scene e ritratti, suddivisi in tre cicli pittorici, dovuti alla mano di altrettanti diversi autori. La Navata è opera di Berardino Cardelli di S. Stafeno (Sessannio?), che, insieme alla tela della Crocifissione racchiusa nell’altare maggiore, ha dipinto nel 1670 tutti gli affreschi della volta con scene riferite all’Ultima Cena, Passione e Trasfigurazione di Gesù. Alla Cappella di sinistra, dedicata all’Annunziata, lavorò nel 1656 Antonello de Castellis da Tocco, che, oltre a dipingere la tela che rappresenta l’Annunciazione posta sull’altare, decorò anche le volte, le lunette e l’arco della Cappella che racchiudono scene dedicate alla Natività, alla Vergine Addolorata, all’Immacolata, all’Assunzione ed a San Michele Arcangelo (una delle figure di rilievo dell’universo culturale e devozionale dei pastori transumanti). A destra dell’ingresso, in luogo più augusto e più venerato dell’Oratorio, c’è infine la Cappella dedicata alla Madonna della Croce, dipinta nel 1628 dal pittore aquilano Tommaso di Berardino Aquilano. L’affresco dell’altare riproduce una gran Croce con ai piedi la Maddalena, ed ai lati la Madonna della Croce e S. Antonio di Padova, mentre sull’arco, sulle pareti e nella volta della Cappella l’autore ha dipinto una sequenza di affreschi che riproducono tutto il ciclo di vita della Vergine.
Annesso all'Oratorio vi è un Convento molto ampio, abbastanza conservato, che è stata riattata, ristrutturato a luogo di preghiera e di culto con sala convegno e camere pernottamento.

la fonte http://www.pietranico.com/oratorio/oratorio.htm[/url]

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