Preghiera di Lourdes

La Madonna di Lourdes: luoghi e storia
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Preghiera di Lourdes

Messaggio da Redazione » gio mag 19, 2005 5:15 pm

Immagine

Bernardetta Soubirous è diventata Suor Maria Bernarda, conversa delle Suore di Nevers, ha 35 anni ed è morente.

Colei che ha visto e parlato con la Madonna a Lourdes guarda al passato con occhio stupito diremmo incredulo di fronte alle cose operate dal Signore in Lei: la vita dura e miserevole condotta nella sua casa, la fame sofferta, le terribili ingiustizie subite, i dileggi, le incomprensioni anche da chi era più vicino. Guarda al passato e scrive quanto il cuore le annota; e ciò diventa preghiera vera e rara...


"Per l’indigenza di mamma e papà
per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza,
per le pecore rognose : grazie, mio Dio!
Bocca di troppo da sfamare che ero;
per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie!
Grazie o mio Dio, per il Procuratore,
per il Commissario, per i Gendarmi,
per le dure parole di Peyremale.
Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria,
per quelli in cui non siete venuta,
non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso.
Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi,
per coloro che mi hanno presa per pazza,
per coloro che mi hanno presa per bugiarda,
per coloro che mi hanno presa per interessata.
GRAZIE, MADONNA !
Per l’ortografia che non ho mai saputa,
per la memoria che non ho mai avuta,
per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie!
Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra
una bambina più stupida di me, avreste scelto quella!
Per la mia madre morta lontano,
per la pena che ebbi quando mio padre,
invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette,
mi chiamò Suor Maria Bernarde: grazie, Gesù!
Grazie per aver abbeverato di amarezza
Questo cuore troppo tenero che mi avete dato.
Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata:
"Buona a nulla".
GRAZIE!
Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura,
le sue ingiustizie, le sue ironie,
e per il pane della umiliazione, grazie!
Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa
Poteva dire :"Non me ne combinate mai abbastanza".
Grazie per essere stata quella privilegiata
dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano:
"Che fortuna non essere come Bernadette
Grazie di essere stata Bernadette,
minacciata di prigione perché vi avevo vista,
Vergine Santa !
Guardata dalla gente come bestia rara;
quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva:
"Non è che questa?!".
Per questo corpo miserando che mi avete dato,
per questa malattia di fuoco e di fumo,
per le mie carni in putrefazione,
per le mie ossa cariate, per i miei sudori,
per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti,
GRAZIE MIO DIO!
Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore,
per la vostra notte e per i vostri baleni,
per i vostri silenzi e i vostri fulmini;
per tutto,
per Voi assente e presente, grazie! Grazie o Gesù!."

(questo vuole essere il suo testamento spirituale)

liagiu_innamoratadigesù
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Iscritto il:gio mar 18, 2010 8:41 pm
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Messaggio da liagiu_innamoratadigesù » ven mar 26, 2010 9:47 pm

Quest'ultima preghiera di Bernadette è semplicemente MERAVIGLIOSA. Esprime la grande fede e il grande amore di questa piccola grande Santa...una Santa che ci ha lasciato una testimonianza di vita, di sofferenza, di amore profondo per la Madonna e per Dio...
Ringraziamo il buon Dio e la sua Santissima Madre, perchè attraverso Bernardette ancora una volta hanno illuminato il cammino degli uomini...Oggi, quella grotta benedetta dove la presenza di Maria è costante e si percepisce, è un piccolo paradiso dove Dio, attraverso l'intercessione di Maria, accoglie i suoi figli, li perdona, li ritrova, li ascolta e li esaudisce!!!
Ancora una volta, GRAZIE MAMMA!!!
Che bella che sei MAMMA...Ti voglio tanto bene

liagiu_innamoratadigesù
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Iscritto il:gio mar 18, 2010 8:41 pm
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IL CAMMINO DI BERNADETTA SOUBIROUS1

Messaggio da liagiu_innamoratadigesù » sab mar 27, 2010 3:39 pm

Ho trovato un articolo a dir poco stupendo, che sottolinea la grande fede e il grande amore di Bernadette:

Comitato Italiano Ospedalieri Notre Dame di Lourdes
Pompei 31 gennaio 2009
Nella preparazione di questa relazione, mi è parso opportuno strutturarla in tre
parti: la vita, la spiritualità e l’imitazione di Bernadetta.
I. LA VITA DI BERNADETTA
È a tutti noto che Bernadetta, primogenita di nove figli di François Soubirous e
Louise Castérot, nacque a Lourdes il 7 gennaio 1844. La sua famiglia era molto povera e
in seguito alle malsane condizioni abitative, Bernadetta fu colpita dall’asma, la malattia
che l’accompagnò fino alla morte.
La sua intelligenza non fu brillante: all’età di quattordici anni non aveva ancora
fatto la prima Comunione perché non riusciva ad imparare il catechismo; la ricevette il 3
giugno del 1858, durante il periodo delle apparizioni.
Della sua difficoltà di comprendonio, Bernadetta fu serenamente convinta; in una
lettera indirizzata ad Antonio Moralés (3 dicembre 1862), un fervente devoto che
raccoglieva offerte per la costruzione del santuario di Lourdes, scrisse: “essendo una
povera ragazza molto ignorante, per scrivere ho bisogno che mi si aiuti un poco”2.
Solamente dopo le apparizioni, infatti, Bernadetta imparò a leggere e a scrivere nel
collegio delle Suore di Nevers a Lourdes che l’accolsero nella loro casa il 15 luglio 1858,
per sottrarla alla continua pressione dei pellegrini e curiosi.
Da questa prima notizia biografica di Bernadetta, possiamo già ricavarne un
prezioso insegnamento: la consapevolezza umile dei primi limiti; il saper riconoscere i
propri difetti; la capacità di ringraziare il Signore, datore di ogni bene, di quello che
siamo.
1 Per la stesura del testo, ci siamo serviti di: BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di
Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo, Milano 2005; R. LAURENTIN & M. T. BOURGEADE, Logia de
Bernadette. Etude critique de ses paroles de 1866 à 1879, 3voll, P. Lethielleux, Paris; SOEURS DEL LA CHARITE
DE NEVERS, Sainte Bernadette d’apres ses lettres, P. Lethielleux, Paris 1993; COUVENT SAINT-GILDARD, Les
écrits de saint Bernadette et sa voie spirituelle, P. Lethielleux-OEuvrre de la Grotte, Paris-Lourdes 1980; A.
RAVIER s.j., Bernadette d’apres ses lettres, P. Lethielleux, Paris 1993; COUVENT SAINT-GILDARD, Bernadette
Soubirous. Carnet de notes intimes, Nevers 1991; R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo,
Cinisello Balsamo (MI), 1986; D. GUENZI ( a cura di), Bernadetta Soubirous. Diario di una passione, Interlinea
Edizioni, Novara 1996.
2 BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo,
Milano 2005, 23.
2
L’11 febbraio 1858 costituisce una data importante per Bernadetta, per il suo
paese, per la Chiesa intera e anche per l’umanità scettica o non credente in Dio. Fu il
giorno della prima apparizione della Bianca Signora alla grotta di Massabielle.
Bernadetta riferì che nella cavità della grotta le apparve una bellissima Signora,
rivestita di un lungo abito bianco, con un rosario sul braccio, le mani giunte palmo contro
palmo ed una rosa d’oro su ciascun piede.
A questa ne seguirono altre 17, per un totale di 18 apparizioni.
Durante la terza apparizione, 18 febbraio, per la prima volta la Signora parlo
(durante le altre due apparizioni era rimasta silenziosa).
Le prime parole furono: “Non è necessario” per rispondere a Bernadetta che,
offrendole carta e penna, le chiese di scrivere il proprio nome; poi la Signore le disse:
“Volete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni? Bernadetta acconsentì e
la Signora subito le disse: “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma
nell’altro”.
Nel raccontare l’apparizione, Bernadetta ha sempre riferito che la Vergine Santa le
sorrise; sarà stata un’esperienza forte tanto da rimanere impressa nella debole memoria
della ragazza.
La notizia delle apparizioni alla grotta di Massabielle si diffuse subito per Lourdes
e per i paesi vicini, ma quasi nessuno dava credito alla ragazza; alcuni la ritenevano pazza,
altri pensavano che tutto fosse stato orchestrato dalla famiglia per tirar su un po’ di soldi.
Con il passar dei giorni, però, alcune persone cominciarono a seguirla alla grotta e a darle
credito.
Durante le apparizioni, “Aquero”, non solo si mostrava alla ragazza, ma
conversava con Lei; le disse di pregare e fare penitenza per i peccatori baciando la terra
(ottava apparizione, 24 febbraio), di andare a bere e a lavarsi alla fontana e poi mangiare
dell’erba che c’era in quel luogo (nona apparizione, 25 febbraio); di dire al Curato di
costruire là una cappella e di recarsi in processione alla grotta (tredicesima apparizione, 2
marzo); inoltre, le confidò dei segreti (settima apparizione, 23 febbraio) che, per ordine
della Vergine Santa, Bernadetta non ha mai rivelato ad alcuna persona.
L’apparizione del 25 marzo (la sedicesima), festa dell’Annunciazione del Signore,
è quella che fece cambiare gli atteggiamenti di tanti, soprattutto delle autorità
ecclesiastiche. Bernadetta chiese più volte alla bianca Signore di dirle il proprio nome e la
Visione finalmente ripose dicendo: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Con quel nome, la Vergine Santa aveva in certo qual modo confermato
personalmente il dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria definito dal
Papa Pio IX l’8 dicembre 1854.
La stessa Bernadetta lo scrisse nella lettera indirizzata al medesimo Pontefice il 17
dicembre 1876: “Mi sembra che ogni volta che prego secondo le vostre intenzioni, in
cielo la Santissima Vergine getti spesso i suoi sguardi su di voi, Santo Padre, poiché
l’avete proclamata Immacolata, e che, quatto anni dopo questa buona Madre venne
sulla terra per dire “Sono l’Immacolata”. Non sapevo che cosa volesse dire; non avevo
3
mai inteso queste parole. Dopo, riflettendo, mi sono detta che la Madonna è buona: si
direbbe che è venuta per confermare la parola del nostro Santo Padre”3.
L’ultima apparizione ci fu il 16 luglio 1858, memoria della Beata Vergine del
Monte Carmelo; da quel giorno, come ella stessa ha detto più volte, Bernadetta non ha più
visto la Vergine Santa ed è vissuta con il desiderio di rivederla presto in Paradiso.
Nelle testimonianze rese durante il processo della Santa si legge che il giorno della
sua morte Bernadetta ha detto: “sono felice di rivedere la mia mamma del cielo” 4.
Dopo otto anni dalle apparizioni, il 4 luglio 1866, Bernadetta lasciò per sempre
Lourdes e l’amata Grotta per entrare a far parte della comunità delle Suore della Carità di
Nevers.
Il 29 luglio 1866 prese il velo e il 25 ottobre seguente, pronunciò, in articulo
mortis, i voti limitandosi a pronunciare solo l’ “amen” finale della formula essendo in
pericolo di vita a motivo della sua salute.
Il 30 ottobre 1867, avendo ricuperato la salute, rinnovò, secondo le disposizioni del
diritto canonico, i voti di piena consacrazione al Signore.
Da Nevers non si è mai allontanata e lì è vissuta, accompagnata sempre dalla
sofferenza fisica e da tante umiliazioni, fino alla morte avvenuta il 16 aprile 1879 a soli 35
anni e dopo 21 anni dalle apparizioni della Vergine Santa.
Bernadetta morì dicendo: “Santa Maria, madre di Dio, pregate per me, povera
peccatrice”.
Il 14 giugno 1925, a 46 anni dalla morte, Papa Pio IX la dichiarò beata e l’8
dicembre 1933, dopo appena 8 anni dalla beatificazione, venne proclamata santa da Papa
Pio XI.
La sua festa viene celebrata il 16 aprile, giorno della sua nascita alla gloria del
cielo.
Si è compiuta così la promessa della Vergine Santa: “non vi prometto di farvi felice
in questo mondo, ma nell’altro”.
E’ evidente che non conosciamo i motivi per i quali l’onnipotente Iddio e la
Vergine Santa hanno scelto proprio questa ragazza per tale prodigioso evento; ci basta
ricordare quanto il Signore dice per bocca del profeta Isaia: “le mie vie non sono le vostre
vie e i miei pensieri non sono i vostri pensieri” (55,8) e che nessuno può conoscere gli
imperscrutabili disegni di Dio (cfr. Rom 11, 33-36).
La stessa Bernadetta non ha mai capito il motivo di questo privilegio, ma era ben
cosciente che si era trattato di un dono immeritato.
3 BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo,
Milano 2005, 78.
4 R. LAURENTIN &M. T. BOURGEADE, Logia de Bernadetta. Etude critique de ses paroles de 1866 à 1879, 3voll,
P. Lethielleux, Paris.
4
Sempre nella lettera scritta ad Antonio Moralés, Bernadetta scrisse: “Ho grande
bisogno del soccorso delle preghiere delle sante anime per non abusare del favore che
ho ricevuto dal cielo, benché ne fossi indegna”5.
LE PAROLE DELLA VERGINE A BERNADETTA
Le parole che la Bianca Signore le rivolse, Bernardetta le trascrisse per il P. Cros
dietro un’immagine di S. Giovanni Berchmans; le scrisse in dialetto, come le aveva
sentite.
1. Non è necessario
2. Volete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?
3. Non vi prometto di farvi felice in questo mondo, ma nell'altro
4. Penitenza! Penitenza! Penitenza!
5. Pregherete Dio per i peccatori.
6. Andate a baciare la terra in penitenza per la conversione dei peccatori.
7. Andate a bere alla fontana e a lavarvi.
8. Mangerete di quell’erba che c’è là.
9. Andate a dire ai preti che si venga qui in processione e che si costruisca una
cappella.
10. Andate a dire ai preti di far costruire qui una cappella.
11. Vi proibisco di dirlo a chiunque (per raccomandare di non rivelare i segreti)
12. Io sono l’Immacolata Concezione.
Le lettere e gli Appunti intimi
Della Santa veggente di Lourdes si conservano 69 lettere, scritte tra il 1864 e il
1879, indirizzate soprattutto alla sorella Marie, duramente provata per la morte dei suoi
figli, ai fratelli Jean-Marie e Pierre, ad alcuni familiari, a Sacerdoti, a Suore e a diverse
altre persone che le scrivevano.
Da tutti questi scritti emerge con estrema chiarezza la personalità e la spiritualità di
Bernadetta e il lavorio che la Grazia divina ha compiuto in lei, giorno dopo giorno.
Alle lettere si devono aggiungere gli “Appunti intimi”.
Dal 1873 al 1874, suor Marie-Bernard annotò pensieri, preghiere e appunti presi
durante i ritiri spirituali e alcuni consigli ricevuti in confessione dal suo direttore
spirituale.
Spesso sono parti estrapolate da opere di spiritualità che Bernadetta aveva a
disposizione per le proprie letture o addirittura le semplici e popolari diciture delle
immagine sacre. Anche in questo si può riconoscere un segno di povertà radicale: quella
di chi non ha nemmeno parole per esprimere quanto avverte dentro di sé.
5 BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo,
Milano 2005, 23.
5
II. LA SPIRITUALITÀ
Indichiamo alcuni punti fermi della spiritualità di Bernadetta dai suoi scritti e dalle
testimonianze rese durante il processo di beatificazione.
1. Povertà materiale e spirituale. Bernadetta è vissuta povera ed ha amato i
poveri; “quando non si desidera nulla, abbiamo sempre quello che è necessario”, diceva
a Suor Vincent Garros nel 18716. Il denaro lo riteneva fuoco (cfr. Gc 5, 1-3). Riteneva i
poveri amici di Dio e li amava come membra sofferenti di Cristo. Ai suoi parenti chiedeva
di non arricchirsi7.
Per povertà dobbiamo intendere non miseria (che è deprecabile), ma sobrietà, il
sapersi accontentare di quello che si ha condividendolo con chi è meno fortunato.
2. Umiltà. Era pienamente convinta che tutto ciò che aveva ricevuto era per sola
grazia. A Suor Phillipine Molinéry disse: “io sono servita come un manico della scopa
per la Santa Vergine; quando lei non ha più avuto bisogno di me, mi ha rimessa al mio
posto, dietro la porta”, e ancora di sé ripeteva: “Sto qui come un essere inutile; non sono
capace che a raschiare la cenere. Non sono buona a niente, posso solo pregare”. E
sapendo a quanto vendevano le sue foto a Lourdes, disse: “Dieci centesimi, è tutto quello
che valgo”. Cercava di rimanere anonima e nascosta anche tra le consorelle. A chi le
mostrava venerazione diceva: “Io non sono una santa, non hanno nessun motivo per
canonizzarmi. (…) Mi si crede quello che non sono. (…) Io sola non sono buona a
niente. (…) Sto qui come un essere inutile”8.
All’umiltà praticata vanno aggiunte le umiliazioni subite soprattutto da parte di M.
Vauzou, maestra delle novizie prima e superiora generale dopo, che non le ha mai creduto
ritenendo Bernadetta rozza e incolta e che si è opposta con tutte le forze all’introduzione
della causa di beatificazione (“aspettate che io sia morta”9) ; proprio a lei un giorno
Bernadetta disse: “Le sono molto grata per il bene che fa all’anima mia”.
Questa Suora, però, dicendo: “Nostra Signora di Lourdes, assistete la mia
agonia”10.
3. Obbedienza. Non ha amai opposto resistenza ha ciò che le veniva chiesto o
imposto e di questa virtù un giorno disse: “la felicità su questa terra è l’obbedienza. (…)
Non ho mai mancato contro questa virtù”11. Obbedienza intesa anche come capacità di
ascolto (ob audire), come disponibilità che si fa accoglienza della volontà di Dio e anche
delle persone.
4. Preghiera e penitenza. Sono gli elementi caratteristici del messaggio della
Madonna a Lourdes e Bernadetta li ha vissuti in pienezza. Riconosceva di non essere
capace di pregare se non con il rosario. Ancora nella lettera indirizzata ad Antonio
6 R. LAURENTIN & M. T. BOURGEADE, Logia de Bernadetta. Etide critique de ses paroles de 1866 à 1879, 3voll,
P. Lethielleux, Paris.
7 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 490-493.
8 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 494-499.501.
9 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 527.
10 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 520-536.
11 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 499-501.
6
Moralès scrisse: “la corona è la mia preghiera prediletta; io del resto non sono capace di
poterne comporre una”12.
Negli scritti, inoltre, insiste sempre sulla necessità della preghiera fiduciosa.
Quando recitava il rosario calcava sempre la voce sulle parole “prega per noi peccatori”.
Circa i peccatori, diceva: “Offriamo le nostre sofferenze per i peccatori” e ancora “non
facciamo mai abbastanza sacrifici per i peccatori. Bisogna mortificarsi di più”. Quando
doveva ingerire una medicina disgustosa diceva. “Questa è per un grande peccatore”13.
Ha sempre praticato il comando della Madonna di baciare la terra in segno di
penitenza (ottava apparizione, 24 febbraio) tanto da poter dire: “Non so quali mattonella
del convento io non abbia baciato”.
La preghiera era, poi, l’unica cosa che chiedeva per se stessa, per la sua
conversione: “Chiedete la mia conversione al buon Dio e alla Santissima Vergine”14.
5. Eucaristia. Sia nelle lettere che negli altri scritti si comprende con quanta
devozione e raccoglimento si accostasse a Gesù Eucaristico.
Nella lettera a suo fratello Pierre (23 maggio 1872) che si apprestava a ricevere la
prima Comunione, Bernadetta scrisse: “Gli angeli invidiano la tua felicità; essi
possiedono questo Dio tre volte santo; essi cantano incessantemente le sue lodi, ma non
possono, come noi, riceverlo. Quale bontà da parte di Gesù di abbassarsi fino a darsi a
noi, a fare del nostro povero cuore la sua casa”15. Di conseguenza, accanto all’Eucaristia
nutriva un profondo rispetto per i sacerdoti; di loro diceva: “Il sacerdote sull’altare è
sempre Gesù sulla croce; se si incontrasse un sacerdote ed un angelo, bisognerebbe
salutare per primo il sacerdote”16.
6. Croce. E’ una realtà molto presente nella vita e nella spiritualità di Bernadetta.
Spesso nei suoi scritti c’è il richiamo a quello che è lo strumento della nostra salvezza.
Nei suoi Appunti Intimi si legge: “Croce del mio Salvatore, croce santa, croce adorabile,
in voi sola metto la mia forza, la mia speranza e la mia gioia. Voi siete l’albero della
vita, la scala misteriosa che unisce la terra al cielo e l’altare sul quale voglio
sacrificarmi morendo con Gesù”. Fino alla fine della sua vita ha guardato il Crocifisso e
lo ha stretto al suo petto baciandolo di continuo. Da questo, forse, scaturiva la
compostezza e il raccoglimento che metteva nel farsi il segno della croce.
Unita alla Croce, vi è la sofferenza. Nelle sue lettere, Bernadetta dava sempre
notizie della sua salute, nascondendone a volte la vera gravità per non generare
preoccupazione negli altri. Mentre moriva ad una suora che pregava per lei disse: “Niente
consolazione, solo forza e pazienza”17. A proposito della sofferenza diceva: “Soffrire è
12 BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo,
Milano 2005, 23.
13 LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 506.
14Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 502-503.506-508.
15BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo,
Milano 2005, 55.
16Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 504-505.
17 R. LAURENTIN &M. T. BOURGEADE, op. cit.
7
così bello, così dolce, e soprattutto così fruttuoso”. (…) “Sono più felice io sul letto che
una regina sul trono”18.
7. La Madonna. E’ evidente che il suo amore per la Madre di Gesù era infinito la
considerava “la mia buona madre; la mia madre del cielo”; chiedeva di amarla “Ama
molto la Santa Vergine” e di ricorrere a Lei soprattutto con la preghiera del rosario;
diceva: “non lo reciterete mai invano. Addormentatevi recitandolo … come i bambini
piccoli che si addormentano dicendo ‘mamma’ ”19. E ancora diceva: “Era così bella che
quando la si è vista una volta, si ha fretta di morire per rivederla”20. La Vergine Maria è
stata per Bernadetta la sua vera madre. A Suor Casimir Callery: “Anch’io ho perduto mia
madre l’8 dicembre. La Santa Vergine ha voluto così per farmi capire che Lei avrebbe
sostituito la madre che perdevo”21.
Si potrebbe continuare a lungo, perché la vita di Bernadetta è come un pozzo senza
fondo e pieno di cose preziose.
Veramente il Signore sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere i forti e
ciò che nel mondo è disprezzato per confondere i sapienti (cfr. 1Cor 1, 27-29).
III. LA DEVOZIONE COME IMITAZIONE.
La Chiesa venera i santi “come amici e modelli di vita” (cfr. Prefazio Solennità di
tutti i Santi).
A nulla servirebbe tesserne le lodi se non si accendesse in noi il desiderio di essere
come loro, di imitarli. La devozione vera, quindi, si deve trasformare in imitazione. Non
ci ha forse detto Gesù: “imparate da me” (Mt 11,29)
All’inizio della sua lettera “Il Cammino di Bernadetta. Tema pastorale 2009”,
Mons. J. Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes, ha giustamente scritto: “Fermare la vita di
Bernadetta al 1858 (l’anno delle apparizioni) sarebbe altrettanto assurdo come fermare
quella della Madonna al giorno dell’Annunciazione. Come Maria ha continuato il suo
messaggio di fede, come sottolineò Giovanni Paolo II, così Bernadetta ha continuato la
sua strada con coraggio. (…) Non si tratta semplicemente di rileggere in dettaglio una
biografia di Bernadetta, ma di estrarre quattro componenti della sua vita cristiana che, in
un modo o in altro, nel 21° secolo come nel 19°, tanto i laici come i religiosi, si ritrovano
nella propria vita cristiana”.
E per poter calcare le orme di Bernadetta, Mons. Perrier indica 4 temi:
I. Discernere la propria vocazione;
II. La vita come Chiesa;
III. L’Eucaristia;
IV. Il servizio.
18 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 536-538.
19R. LAURENTIN &M. T. BOURGEADE, op. cit.
20Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 508-514.
21R. LAURENTIN &M. T. BOURGEADE, Logia de Bernadetta. Etude critique de ses paroles de 1866 à 1879, 3voll,
P. Lethielleux, Paris.
8
È mia intenzione richiamare l’attenzione al primo e al terzo tema: Discernere la
propria vocazione (I) e l’Eucaristia (III).
Nella sua lettera, Mons. Perrier, parlando del discernimento della propria
vocazione, invita a chiedersi: “come discernere la volontà di Dio? cosa significa «sia fatta
la tua volontà»? come discernere una vocazione sacerdotale o religiosa? Come
promuoverla?
Sono degli interrogativi importanti che ogni uomo, ogni credente deve porsi: qual
è il mio ruolo nel mondo? Qual è il mio contributo al tempo storico in cui vivo? Qual è il
posto nella Chiesa.
L’apostolo Paolo ha definito la Chiesa, corpo mistico di Cristo e nella lettera ai
Corinzi ha scritto: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le
membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti
siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo. (…) Ora il corpo non
risulta di un membro solo, ma di molte membra. (…). Ora voi siete corpo di Cristo e sue
membra, ciascuno per la sua parte” (1Cor 12, 12-27).
È necessario chiedersi: quale membra io sono nella Chiesa, quale contributo io
offro per l’avvento del Regno di Dio. Usando il paragone dell’apostolo Pietro (cfr. 1Pt
2,5), ci dobbiamo chiedere: sono pietra viva o morta?
C’è, però, un’altra vocazione non menzionata dal Vescovo di Tarbes e Lourdes –
che forse la ritiene scontata –, ma tale non è e non può essere, a mio modesto avviso: la
vocazione alla santità.
È la principale vocazione, occupazione e preoccupazione del cristiano ed è stata la
principale vocazione, occupazione e preoccupazione di Bernadetta.
Un certo Padre Dominque Mariote si presentò, insieme ad un seminarista di nome
Paul de Lajudie, a casa di Bernadetta per porle alcune domande e, tra le altre cose, le
chiese:
“Che cosa vi ha detto la Santa Vergine? (…)
Che non sarò felice in questo mondo, ma che lo sarò nell’altro.
Allora siete sicura di andare in cielo?
O no!
Come la Santa Vergine ve lo ha promesso!
Se faccio il bene!”22.
Bernadetta non dava per scontata la santità né la considerava una conseguenza del
suo aver visto la Santa Vergine. La santità va conquistata sul campo della vita.
Un giorno disse: “Mi credono una santa … Quando sarò morta, mi faranno
toccare immagini, rosari, nel frattempo io starò arrostendo in purgatorio. … Bisogna
pur soffrire per meritarsi il cielo”23.
22 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 157.
23 R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 540.
9
La santità di Bernadetta era intrisa di carità; di lei è stato riferito: “Non l’ho mai
sentita dire una parola fuori posto, né mancare contro la carità. (…) Non ho mai udito
uscire dalla sue labbra una parola contro nessuno. (…) Mai una parola malevola”24.
Considerando la testimonianza di vita di Bernadetta, soprattutto durante quest’anno
a lei dedicato, noi dobbiamo far nascere dentro di noi il desiderio della santità.
L’anno di Bernadetta deve mettere dentro ciascuno di noi il desiderio della santità
perché questo vuole Dio; essa è la prima vocazione dell’uomo.
Già nell’Antico Testamento Dio ha detto a Mose: “Poiché io sono il Signore, che
vi ho fatti uscire dal paese d’Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché
io sono santo”. (…) “Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi,
perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo”. (…) “Santificatevi dunque e siate santi,
perché io sono il Signore, vostro Dio” (Lv 11,45; 19,2; 20, 7, 20, 26).
Gesù ci ha detto: “Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 48)
L’apostolo Paolo, di cui stiamo celebrando il bimillenario della nascita, ha insistito
sulla necessità della santità: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Ts
4,3);
Anche l’apostolo Pietro ha scritto: “ad immagine del santo che vi ha chiamati
diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta” (1Pt 1, 15).
Il Concilio vaticano II ha dedicato l’intero capitolo V alla “Universale vocazione
alla santità”.
Il Papa Giovanni Paolo II, il quale durante il suo lungo pontificato ha elevato agli
onori degli altari 461 persone, alla fine del Grande Giubileo del 2000, nella Lettera
Apostolica Novo Millennio ineunte, con la quale ha introdotto la Chiesa nel terzo
millennio dell’era cristiana, ha scritto con affermato con estrema chiarezza:
“E in primo luogo non esito a dire che la prospettiva in cui deve porsi tutto il
cammino pastorale è quella della santità. (…) Additare la santità resta più che mai
un’urgenza della pastorale. Occorre allora riscoprire, in tutto il suo valore
programmatico, il capitolo V della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium,
dedicato alla «vocazione universale alla santità » (30).
In realtà, porre la programmazione pastorale nel segno della santità è una scelta
gravida di conseguenze. Significa esprimere la convinzione che, se il Battesimo è un vero
ingresso nella santità di Dio. (…) Le vie della santità sono molteplici, e adatte alla
vocazione di ciascuno. (…) È ora di riproporre a tutti con convinzione questa «misura
alta» della vita cristiana ordinaria (31).
24R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 543.
10
Anche Papa Benedetto XVI insiste sulla santità: durante la preghiera dell’Angelus
del 1 novembre 2007 ha detto: “Agli inizi del cristianesimo, i membri della Chiesa
venivano chiamati «i santi». Il cristiano, infatti, è già santo, perché il battesimo lo unisce
a Gesù e al suo mistero pasquale, ma deve al tempo stesso diventarlo, conformandosi a
Lui sempre più intimamente. A volte si pensa che la santità sia una condizione di
privilegio riservata a pochi eletti. In realtà, diventare santo è il compito di ogni cristiano,
anzi, potremmo dire, di ogni uomo! Tutti gli esseri umani sono pertanto chiamati alla
santità che, in ultima analisi, consiste nel vivere da figli di Dio, in quella "somiglianza"
con Lui secondo la quale sono stati creati. Tutti gli esseri umani sono figli di Dio, e tutti
devono diventare ciò che sono”25.
Della santità come conformazione, come somiglianza a Cristo, la nostra Bernadetta
era convinta: infatti diceva: “una sposa per bene deve seguire il suo sposo ed entrare
sempre più nel suo cuore”26
Sempre nella Novo Millennio Ineunte, Papa Giovanni Paolo II, ha indicato anche
qual è la strada maestra della santità: “Per questa pedagogia della santità c'è bisogno di
un cristianesimo che si distingua innanzitutto nell’arte della preghiera. (…) È necessario
imparare a pregare, quasi apprendendo sempre nuovamente quest’arte dalle labbra
stesse del Maestro divino, come i primi discepoli: « Signore, insegnaci a pregare! » (Lc
11,1). Nella preghiera si sviluppa quel dialogo con Cristo che ci rende suoi intimi: «
Rimanete in me e io in voi » (Gv 15,4). (…) Sì, carissimi Fratelli e Sorelle, le nostre
comunità cristiane devono diventare autentiche «scuole» di preghiera, (…) fino ad un
vero «invaghimento» del cuore. Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia non distoglie
dall'impegno nella storia: aprendo il cuore all'amore di Dio, lo apre anche all'amore dei
fratelli, e rende capaci di costruire la storia secondo il disegno di Dio (32).
Occorre allora che l'educazione alla preghiera diventi in qualche modo un punto
qualificante di ogni programmazione pastorale. (…) Quanto gioverebbe che non solo
nelle comunità religiose, ma anche in quelle parrocchiali, ci si adoperasse maggiormente
perché tutto il clima fosse pervaso di preghiera (34)”.
È un’urgenza della Chiesa, a mio avviso, ridare importanza alla preghiera.
Si corre il rischio di diventare una Chiesa troppo o esclusivamente faccendiera;
tante nostre chiese somigliano più a centri sociali che a casa di preghiera e di incontro con
Dio per non dire che tante chiese si possono definire case chiuse considerati i minimi
tempi di apertura.
Affermare il valore della preghiera significa ribadire il primato di Dio consapevoli
delle parole di Gesù: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5).
Bernadetta è “la preghiera fatta persona”.
“Gli elementi più espliciti ed emblematici del messaggio di Lourdes sono la
preghiera la penitenza. Rappresentano il nucleo del messaggio: la Vergine ha chiesto a
Bernadetta di pregare e di fare penitenza per i peccatori (ottava apparizione, 24
25Cfr. BENEDETTO XVI, Insegnamenti, III, 2, 2007, 536-537.
26 Cfr. R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 494.
11
febbraio). Per lei, preghiera, penitenza e conversione dei peccatori sono tutt’uno, poiché
la preghiera è azione”27.
Quando fece la sua professione religiosa, al Vescovo che, secondo la Regola delle
Suore della Carità di Nevers, doveva affidarle un incarico nella comunità, la superiore
disse: “Cosa vuole che faccia costei: è una buona a nulla. Allora il Vescovo, le disse:
“Figlia mia, poiché siete una buona a nulla, vi affiderò l’incarico della preghiera”28. Forse,
il buon Vescovo Forcade non sapeva che la preghiera è come le fondamenta di una casa:
se non vi sono tutto crolla.
Del valore della preghiera, Bernadetta era così convinta che un giorno disse:
“L’arma della sacrificio cadrà, ma quella della preghiera mi seguirà in cielo, dove sarà
molto più potente”29.
Durante il suo pellegrinaggio a Lourdes, Papa Benedetto XVI ha detto: “… la
vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio
nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli. (…) Maria viene a ricordarci che la
preghiera, intensa e umile, confidente e perseverante, deve avere un posto centrale nella
nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo. “Chi
prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche
dell’emergenza e sembra spingere unicamente all’azione” (Enc. Deus caritas est, n. 36).
Lasciarsi assorbire dalle attività rischia di far perdere alla preghiera la sua specificità
cristiana e la sua vera efficacia”.
Consideriamo la preghiera di Bernadetta.
Anzitutto, Bernadetta amava il silenzio come necessario raccoglimento per
incontrare Dio. È questa una dimensione della vita che dovremmo recuperare: la
preziosità del silenzio, perché il silenzio è la casa dell’essere (M. Haidegger); il silenzio è
il linguaggio della SS. Trinità perché è il linguaggio dell’amore perfetto. In un contesto
storico come quello di oggi (tutti con gli auricolari), è necessario riscoprire ed insegnare
agli altri l’importanza del silenzio, inteso come sobrietà del parlare. Scrive San Benedetto
nella sua Regola: “nel molto parlare non manca la colpa” (Pr 10,19), e altrove “Morte e
vita sono in potere della lingua” (Pr 18,21). Parlare e insegnare spetta al Maestro;
tacere e ascoltare, invece, tocca al discepolo” (cap. VI, L’amore al silenzio).
Gesù stesso ci ha detto: “Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano
pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli
uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando
preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 5-6).
Anche Bernadetta, come tutti i Santi della storia della Chiesa, aveva due grandi
amori: la Madonna e Gesù.
27R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 502.
28 R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 325.
29R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 541.
12
L’amore alla Vergine Santa, infinito e filiale, lo manifestava soprattutto con la
recita del Rosario.
Non dobbiamo dimenticare che durante le apparizioni alla Grotta di Massabielle, la
Vergine si è sempre presentata con il rosario sul braccio.
Recitare il Rosario, come ha scritto Giovanni Paolo II nella lettera Rosarium
Virginis Mariae (16 ottobre 2002, che potremmo far conoscere durante quest’anno)
significa contemplare Cristo con gli occhi della Madre.
Durante l’anno dedicato a Santa Bernadetta dobbiamo diventare apostoli del
Rosario.
Esso è preghiera contemplativa che ci unisce a Dio (“dolce catena” come la
definiva il Beato Bartolo Longo), preghiera della famiglia e per la famiglia; preghiera che
dona serenità e pace (cfr. Rosarium Virginis Mariae).
È una consegna che riceviamo proprio nel Santuario della Regina del Rosario di
Pompei. Con il Rosario si può sconfiggere il male del mondo perché, come scriveva
Bartolo Longo nella Supplica alla Madonna di Pompei, al nome di Maria “si rallegrano i
cieli e tremano gli abissi”.
“La preghiera del Rosario, - ha detto Papa Benedetto XVI a Lourdes - così cara a
Bernadette e ai pellegrini di Lourdes, concentra in sé la profondità del messaggio
evangelico. Ci introduce alla contemplazione del volto di Cristo. In questa preghiera
degli umili noi possiamo attingere grazie abbondanti”.
Un altro punto importante della preghiera di Bernadetta era l’Eucaristia (III tema
indicato nella lettera pastorale di Mons. Terrier), celebrata e adorata.
Partecipava alla celebrazione eucaristica con fervore grande; soffriva molto quando
per lunghi periodi non poteva partecipare alla S. Messa. Ad una sua consorella confidava:
“nonostante sia così vicina alla cappella, non posso assistere alla Santa Messa. (…) in
Tutte le parti del mondo vengono celebrate senza interruzione delle Messe; io mi unisco
a tutte soprattutto durante le notti che non riesco a dormire”30.
Spesse volte durante la giornata, faceva la Comunione spirituale per poter rimanere
sempre unita la Signore.
Ai suoi parenti raccomandava di non tralasciare la Messa domenicale; nella lettera
alla cugina scrisse: “vi prego di osservare il santo giorno della domenica; non è il lavoro
della domenica che vi arricchirà”31.
L’amore all’Eucaristia è un punto forte della spiritualità di Bernadetta che
dobbiamo, a mio avviso, necessariamente imitare.
30 R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 435.
31BERNADETTA SOUBIROUS, Lettere e Appunti Intimi. Traduzione di Erasmo Napolitano, Edizione San Paolo,
Milano 2005, 76.
13
Scrive il Vescovo di Tarbes e Lourdes: “Bernadetta si è alimentata più
dell’Eucaristia che dei ricordi della Grotta. Per mezzo dell’Eucaristia le si sentiva in
unione con la Madonna”; lo stesso Vescovo ci invita a rileggere la Lettera Enciclica di
Giovanni Paolo II, al termine dell’anno dell’Eucaristia, “Ecclesia de Eucharistia” (17
aprile 2003).
Lourdes è una città eucaristica; quante messe vengono celebrate durante la
giornata? quante gente prega in adorazione davanti al SS. Sacramento? quante persone
accompagnano Gesù Eucaristico durante la processione pomeridiana?
“Nell’Eucaristia – come ci ricorda il Concilio Vaticano II – è racchiuso tutto il
bene spirituale della Chiesa “ (PO, 5).
Bernadetta ci insegna anche che non basta partecipare all’Eucarestia e adorarla
riconoscendo in Essa la presenza reale di Cristo Gesù, ma è necessario diventare
“Eucaristia”, cioè offrirsi a Dio e agli altri per amore di Dio. Gesù ha detto: “Questo è il
mio corpo che è dato per voi” (Lc 22, 19).
Bernadetta si è offerta a Dio ed è diventata come eucaristia tanto da dire: “Sono
macinata come un chicco di grano”32.
Ringraziamo la Divina provvidenza che ci permette di approfondire durante il 2009
la testimonianza di vita di Bernadetta e, grazia a lei, capire ed accogliere il messaggio
della Madonna a Lourdes; Bernadetta è la migliore interprete del messaggio della Vergine
Santa.
E proprio a lei, a Santa Bernadetta, chiediamo di intercedere per noi e sono
convinto che anche a noi dice quello che disse un giorno ad una sua consorella: “Non mi
dimenticherò di nessuno”33.
32R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 569.
33R. LAURENTIN, Bernadetta vi parla, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 1986, 541.
Che bella che sei MAMMA...Ti voglio tanto bene

Ospite
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Preghiera a Santa Bernadette

Messaggio da Ospite » ven apr 16, 2010 7:32 am

Oggi festa di Santa Bernardette
in condivisione....
  • Tra gli umili e i semplici
    tuoi figli prediletti, Signore,
    Tu hai scelto Santa Bernadette
    e le hai dato la grazia
    di vedere la Vergine lmmacolata,
    di conversare con Lei,
    di diventare testimone vivente
    del Suo amore per noi.

    Concedi, Signore,
    che per la sua preghiera
    e la sua intercessione
    noi possiamo seguire fedelmente
    le strade che Tu ci indichi,
    per giungere
    alla felicità promessa
    e alla vera gioia del cuore.
    Donaci un cuore semplice
    e povero come il suo,
    capace di un abbandono totale
    nella mani della Vergine Maria,
    l’ lmmacolata.

    Santa Bernadette,
    prega per noi!
Immagine

Ospite
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Messaggio da Ospite » mer apr 21, 2010 8:27 am

Lourdes 1926.

Un giovane infermo, ormai quasi agonizzante, trovò la forza di lanciare un grido,quando, essendo passato il Vescovo a benedire con l'Ostensorio dell'Eucaristia,non aveva avvertito nessun miglioramento:
"Gesù, figlio di Maria, lo dirò a tua madre che non mi hai guarito!"
Piangeva. Allora il Vescovo, intenerito per quella confidenza di bambino,
tornò indietro e lo benedisse nuovamente con il Santissimo.
Ed ecco il prodigio avvenne, perché il moribondo si alzò in piedi,
come folgorato da una forza superiore, potè camminare,
mentre sulle rive del Gave si levavano esclamazioni di entusiasmo.
Il giovane continuava a gridare: "Gesù, Figlio di Maria, mi hai guarito. Lo dirò a tua madre"

  • La Madonna è come un meraviglioso palazzo, diceva S. Massimiliano M. Kolbe. Nell’interno e al centro di questo palazzo regna sovrano Gesù. Per andare a Gesù, quindi, dobbiamo penetrare in questo palazzo. “Ave, Suo palazzo!”, esclamava S. Francesco d’Assisi.
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Iscritto il:gio mag 03, 2007 2:00 am
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Messaggio da niky70 » mar apr 27, 2010 6:13 pm

Illuminami non lasciarmi sola.

Tra gli umili e i semplici
tuoi figli prediletti, Signore,
Tu hai scelto Santa Bernadette
e le hai dato la grazia
di vedere la Vergine lmmacolata,
di conversare con Lei,
di diventare testimone vivente
del Suo amore per noi.

Concedi, Signore,
che per la sua preghiera
e la sua intercessione
noi possiamo seguire fedelmente
le strade che Tu ci indichi,
per giungere
alla felicità promessa
e alla vera gioia del cuore.
Donaci un cuore semplice
e povero come il suo,
capace di un abbandono totale
nella mani della Vergine Maria,
l’ lmmacolata.

Santa Bernadette,
prega per noi!

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