IL RAZIONALISMO (dagli scritti di Maria Valtorta)

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IL RAZIONALISMO (dagli scritti di Maria Valtorta)

Messaggio da Don Armando Maria » gio mag 19, 2016 8:00 am

Ave Maria!

IL RAZIONALISMO (dagli scritti di Maria Valtorta)

- Dai quaderni del 1943 -

22 agosto 1943

Gesù dice:
“ …Quanti si perdono per la superbia della mente che fa spregiare la fede e uccidere l’anima con l’orgoglio che separa da Dio!… Una, una sola scienza è necessaria. Lo ripeterò mille volte: conoscere Dio e servirLo, conoscerlo nelle cose, vederLo negli avvenimenti e sapere distinguere Lui dal suo antagonista per non cadere in perdizione. Invece vi preoccupate di aumentare il sapere umano a detrimento del sapere sovrumano. Io non condanno la scienza. Ho anzi piacere che l’uomo approfondisce col sapere le cognizioni che è andato accumulando, per poter sempre più comprendere ed ammirare Me nelle mie opere. Vi ho dato l’intelligenza per questo. Ma dovete usarla per vedere Dio nella legge dell’astro, nella formazione del fiore, nel concepimento dell’essere, e non usare l’intelligenza per violentare la vita o negare il Creatore.
Razionalismo, umanismo, filosofismo, teosofismo, naturismo, classicismo, darwinismo, avete scuole e dottrine di tutti i generi e di tutte ve ne preoccupate, per quanto la Verità sia molto snaturata o soppressa in esse. Solo la scuola del Cristianesimo non volete seguire ed approfondire. Naturale resistenza, del resto. Approfondendo la cultura religiosa sareste obbligati o a seguire la Legge, e non lo volete fare, o a confessare apertamente che volete calpestare la Legge. E anche questo non lo volete fare. Perciò non volete divenire dotti nella Scienza soprannaturale.
Ma, poveri stolti! E che ve ne farete delle vostre suolette, delle vostre parolette quando dovrete sostenere il mio esame? Avete spento in voi la luce infinita della Scienza vera e avete creduto di illuminare le vostre anime con dei surrogati di luce, così come dei poveri pazzi che pretendevano di spegnere il sole, facendo di tanti fanalini un nuovo sole. Ma se anche le nebbie nascondono il sole, il sole c’è sempre nel mio firmamento. Ma se anche con le vostre dottrine create nebbie, che velano il Sapere e la Verità, Verità e Sapere ci sono sempre perché vengono da Me, che sono eterno.
Cercate la vera Sapienza e comprenderete la Scienza come va compresa. Sgombrate le vostre anime da tutte le artificiose soprastrutture e innalzatevi la vera Fede. Come guglie di una cattedrale spirituale fioriranno su di esse Scienza, Sapienza, Intelletto e Fortezza e Umiltà e Continenza, perché il vero sapiente sa non solo lo scibile umano, ma sa la più difficile delle cose: dominare se stesso nelle passioni della carne e fare della sua parte inferiore il piedistallo per innalzare l’anima sua e lanciare lo spirito verso i Cieli, incontro a Me che vengo, e sono in ogni cosa, e che amo essere il Maestro vero e santo dei fratelli miei.

16 luglio:
…Uno dei maggiori dolori che Io abbia è quello di vedere come il razionalismo sia infiltrato nei cuori, anche nei cuori che si dicono miei. Sarebbe inutile mettere a parte di tanto dono i sacerdoti. Proprio fra questi si trovano quelli che, predicando Me e i miei passati miracoli, negano la Potenza mia, quasi Io non fossi più il Cristo capace di parlare ancora alle anime che languono per mancanza della mia Parola, quasi ammettendo la mia incapacità attuale al miracolo e la potenza della grazia in un cuore.
Credere è segno di purezza, oltre che di fede.Credere è intelligenza, oltre che fede. Chi crede in purezza e in intelligenza distingue la mia Voce e la raccoglie.
Gli altri sofisticano, discutono, criticano, negano. E perché? Perché vivono della pesantezza e non dello spirito. Sono ancorati alle cose che hanno trovato e non pensano che sono cose venute da uomini, i quali non sempre hanno visto giusto; e se anche hanno visto giusto e scritto giusto hanno scritto per il loro tempo e sono stati male capiti dai futuri. Non pensano che Io posso avere altro da dire, atto ai bisogni dei tempi, e che sono Padrone di dirlo come e a chi mi piace, poiché Io sono il Dio e il Verbo eterno che mai non cessa d’essere Parola del Padre.
Tento le ultime prove per infiammare le anime che non sono più anime vive, ma automi dotati di moto, ma non di intelligenza e carità.

2 agosto:
… Dì al padre, che chiede un segno per persuadere i confratelli a certe verità, che non si possono negare, che gli do la stessa risposta data al ricco Epulone: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non ascolteranno neppure un morto risuscitato”. Se non ascoltano la voce della loro coscienza, ispirata da me, che grida i suoi avvertimenti inoppugnabili e veritieri, che soffocano sotto l’incredulità anche quel resto di sensibilità che permane in loro, come vuoi che facciano a sentire altre cose? Se non chinano la fronte davanti alla realtà che li colpisce e non si ricordano, non capiscono, non ammettono nulla, come vuoi che credano a un segno?
Negano anche Me, anche se dicono di non negarMi; loro sono i “dotti”, ed hanno soffocato la bella, santa, semplice, pura capacità di credere, sotto le pietre e i mattoni della loro scienza, troppo imbevuta di terra per potere capire ciò che non è terra. Ah! Maria! Quanto dolore ha il tuo Gesù! Vedo morire quello che Io ho seminato a costo del mio morire. Ma neanche se Io apparissi mi crederebbero. Metterebbero in moto tutti gli arnesi della scienza per pesare, elencare, analizzare la meraviglia della mia apparizione, sciorinerebbero tutti i ragionamenti della loro cultura, disturbando i profeti e i santi per citare, a rovescio e nel modo che più torna loro comodo, le ragioni per cui Io, Re e Signore del creato, non posso apparire.
Anche ora, come venti secoli or sono, dei semplici, dei bimbi mi seguirebbero e crederebbero in Me. I semplici, perché hanno lo stesso cuore, vergine di razionalismo e di diffidenza e di superbia della mente, dei pargoli. No, non troverei nella mia Chiesa i capaci di credere. Ossia nel grande esercito dei miei ministri troverei qualche anima che ha saputo conservare la verginità più alta: “Quella dello spirito”.
O santa verginità dello spirito! Come sei preziosa, cara, diletta al mio Cuore, che ti benedice e predilige! O santa verginità dello spirito, che conservi candore di Battesimo alle anime che ti possiedono, che conservi ardore di Confermazione alle anime che ti conservano, che mantieni nutrimento di Comunione alle anime che ti si abbandonano, che sei Matrimonio dell’anima col suo Gesù Maestro e Amico, che sei Sacerdozio, che consacri alla Verità, che sei Olio, che mondo nell’ora estrema per preparare all’ingresso nella dimora che vi ho preparato!
Santa Verginità dello spirito, che sei luce per vedere, suono per intendere, come pochi ti sanno conservare!
Vedi, anima mia. Poche sono le cose che Io condanno severamente come questa del razionalismo, che svergina e sconsacra e uccide la Fede, dico Fede con la maiuscola per dire Fede vera, assoluta, regale. Io lo condanno come mio sicario. E’ desso che uccide Me nei cuori e che ha preparato e prepara tempi ben tristi alla Chiesa e al mondo.
Ho maledetto altre cose. Ma nessuna maledirò come questa. E’ stato il seme da cui sono venute altre, altre, altre venefiche dottrine. E’ stato il perfido che apre le porte al nemico. Ha infatti aperto le porte a satana che mai, come da quando il razionalismo regna, ha regnato tanto.
Ma è detto: “Quando il Figlio dell’uomo verrà non troverà fede nei cuori”. Perciò il razionalismo fa la sua opera. Io farò la mia.
Beati coloro che, come chiudono le porte al peccato e alle passioni, sanno chiudere le porte del tempio segreto in faccia alla scienza che nega, e vivono, soli col Solo, che è Tutto, sino all’ultimo.
In verità ti dico che stringerò al cuore il disgraziato, che ha commesso un delitto umano e se ne è pentito, purché abbia sempre ammesso che Io posso tutto.
Ma avrò volto di Giudice per coloro che, in base ad una dottrinaria scienza umana, negano il sopranaturale nelle manifestazioni che il Padre vorrebbe che Io dessi.

10 novembre
..la Parola di Dio è seme di vita eterna. Ma la Parola è molto insidiata e da molte cose. Lascio queste molte cose e parlo unicamente di una cosa, direi micidiale quanto, forse più, del peccato stesso. E non si scandalizzi nessuno spirito pusillo se dico che è forse più micidiale del peccato. E’ verità.
Il peccatore, la cui mente non è corrosa dall’acido del razionalismo, ha novanta probabilità di saper accogliere la Parola e ritrovare la Vita. Il razionalista ha solo dieci probabilità, e anche meno, di conservarsi capace di salvezza attraverso la Parola. Peggio della gramigna è il razionalismo. Quando si vedrà la sua opera, nel momento in cui tutto della terra e degli uomini sarà cognito, si vedrà che questa eresia è stata la più perniciosa perché la più sottile e la più penetrante. E’ come un gas. Lo assorbite e vi uccide, ma non lo vedete, talora neppure se sentite l’odore, oppure, esso odore essendo gradevole, viene da voi aspirato con piacere. Ugualmente è il razionalismo.
Le grandi eresie hanno avuto in sé due cose buone: prima di tutto furono originate d una fede. Errata quanto vi pare, degna di condanna quanto vi pare. Ma sempre una fede. Hanno avuto perciò i loro martiri, le loro lacrime, le loro lotte per affermarsi, e degli animi retti le hanno nei secoli abbellite di luci di santità che non hanno a loro svantaggio che di essere fiorite su un albero malvagio non innestato a Cristo. La seconda cosa buona delle eresie è il grande rumore prodotto da esse, per cui chi non voleva appartenere sapeva come fare per non appartenervi. Le stesse lotte con la Chiesa e con gli Stati erano un segnalazione per i cattolici, costituivano un confine oltre il quale uno non andava che scientemente.
Nel razionalismo ciò manca, ed esso penetra inavvertito anche là dove si crede non possa entrare. Entra per mille forami, come una serpe. Si veste di vesti lecite, anzi ammirevoli, e agisce sotto di esse ma contro di esse. E’ un virus. Quando uno se ne accorge lo ha già diffuso nel sangue e difficilmente se ne libera.
La reazione del peccato è violenta sotto il raggio della mia Misericordia. Ma quella del razionalismo è nulla. Come uno specchio ustorio, esso rende la via impraticabile alla Grazia e la respinge. Anzi se ne fa un ardore nocivo per finire di darsi la propria condanna.
Il razionalismo fa servire le cosa di Dio al suo fine; non se stesso al fine di Dio. Piega, spiega, usa la Parola al lume, povero lume, della sua mente turbata, come un pazzo, che non conosce più il valore delle cosa e delle parole, dà ad esse significati quali solo possono uscire da uno che l’opera astutissima di satana ha sterilito.

- Vi sono razionalisti e razionalisti.
Inizierò dai più grandi: I “superuomini”. I negatori di Dio. Vogliono spiegare la creazione, il miracolo, la divinità, secondo i loro concetti pieni di orgoglio umano.
Dove è orgoglio non è Dio. Siatene certi. Dove è superbia non è fede. Là vi è satana, e satana è il più abile giocoliere per sedurre l’uomo a fargli apparire oro schietto la foglia di stagnola raccattata nel fango. Questi negatori di Dio, che credono avvilirsi, accettando umilmente ciò che per sola loro capacità mentale non sanno spiegare, ed hanno ucciso in sé la capacità di amare, sono i giganti del razionalismo. Non faccio una conferenza agli uomini e perciò non cito nomi. I nomi li potete mettere da voi. Per Me sono astri morti, precipitati in briciole nel fango, Non hanno più nome, o ne hanno uno solo che sarà inciso a fuoco nel Giorno della Giustizia sulla loro fronte proterva e sul loro cuore più arido del selce. Passano la vita devastando. Sono peggio di una valanga e di un uragano, peggio di una demenza, peggio di una febbre. Dove giungono uccidono. In questi la Parola non entra affatto. Troppe cose stanno su di loro a fare da ostacolo alla Parola. Sono una delle categorie dei “morti dello spirito”. Ribelli e scandalosi.
La seconda categoria sono gli umanamente colti. Questi non negano Dio. Ma sulla semplicità divina, che si è fatta tale perché anche i più umili la possano capire dalla luce dell’amore, mettono tutta una boscaglia di erudizione umana. Se ne vestono come pavoni orgogliosi della loro coda dai cento occhi, e come pavoni sono belli solo all’aspetto: non sanno camminare, non sanno cantare nella via e nelle lodi del Signore. Manca ad essi l’amore che è nervo all’ala per volare verso Iddio e che è corda alla cetra per benedire Iddio. La Parola scende su loro e mette radice. Ma poi muore perché essi la infrondano e soffocano sotto le foglie inutili delle loro cognizioni umane. Sai come sentono la Parola? Come uno che oda un altro parlare in altro idioma a lui sconosciuto. Ode la voce e vede il moto delle labbra, ma non capisce niente. Assomigliano anche ad uno che, duro d’orecchi, urli mentre l’altro parla piano. Per troppa erudizione fanno la babele in sé. Per troppo sapere non accettano le luci, così semplici e pure, che Dio ha messo perché l’uomo veda la via che porta al Padre. E fanno Babele e tenebre anche agli altri.
Terza categoria: coloro che hanno selciato con le pietre dell’altrui razionalismo il proprio cuore per renderlo meno ignorante. Sono gli adoratori degli idoli umani. Non sanno adorare Dio con tutti loro stessi, ma sanno rimanere estatici davanti ad un povero uomo che si atteggia a superuomo. Chiudono con la diffidenza la porta al Verbo divino, ma accettano la spiegazioni di un simile a loro che abbia fama di dotto.
Basterebbe che chiedessero umilmente alla Grazia di illuminarli ed istruirli sul valore di quelle note, e la grazia farebbe loro vedere come quelle spiegazioni, quelle dottrine, si reggono su puntelli corrosi alla base da tarli e da muffe, e come quelle voci sono stonate e dissidenti da quelle di Dio. Vogliono essere colti e superuomini, e prendono il primo cibo che vedono. E gli idoli hanno veste pomposa e promettono deità a tutti. E’ la voce del serpente: “Mangiate di questo frutto e sarete simili a Dio!”. Ed essi nella loro ignoranza mangiano. Uno è il frutto che vi fa déi, o uomini. Quello che pende dalla mia Croce! Uno è Colui che dice alle vostre menti: “Effeta!!”: Il Cristo. Uno è ciò che feconda il mistico suolo del vostro cuore perché il seme nasca. I mio Sangue. Uno è il sole che scalda e fa crescere in voi la spiga di vita eterna: l’Amore. Una è la scienza che, come vomere, apre e dissoda la vostra gleba e la rende atta a ricevere il seme: la Scienza mia. Uno è il Maestro: Io, il Cristo. Venite a Me se volete essere istruiti nella Verità.
Quarta categoria: è quella degli imprudenti. Sono vie aperte su cui tutto passa. Non si circondano di una santa difesa di fede e di fedeltà al loro Dio. Accolgono la Parola con molta gioia, si aprono a riceverla, ma si aprono anche a ricevere qualsiasi dottrina con lo specioso pretesto che bisogna essere condiscendenti. Sì. Tanto condiscendenti verso i fratelli. Non prezzare nessuno. Ma severi per le cose di Dio. Pregare per i fratelli, istruire i fratelli, perdonare i fratelli, difenderli contro loro stessi con un vero amore soprannaturale. Ma non rendersi complici dei loro errori. Rimanere granito contro lo sgretolamento delle dottrine umane. Nulla passa senza lasciare una traccia. Ed è imprudenza grande porre una punta contro il cuore. Potrebbe levarvi la vita o segnarvi ferite che a fatica guariscono e sempre lasciano una cicatrice.
Beati quelli che sono unicamente terreno di Dio e tali restano con vigilanza assidua. Beati quelli che, morbidi come zolla testé smossa, non hanno pietre per i fratelli né sassi per la Parola.
L’amore li fa anime adoranti la Parola e anime pietose verso gli sviati lungi dalla Parola. Ma l’amore è la loro più bella difesa e nessuna opera di male può ledere il loro spirito in cui cresce come spiga opulenta la Parola della Vita. Tanto più vi cresce, dando frutto dove di trenta, dove di cinquanta, dove il cento, quanto più in essi l’amore è vasto. A chi lo possiede in modo assoluto, la Parola diviene loro stessa parola, poiché essi più non sono, ma sono uni con Dio loro amore”.

4 11 - “…Hai detto bene: è masticare la paglia, ed Io voglio che tu ti nutra di grano schietto. La paglia non nutre, empie senza nutrire. E così è di molta scienza. Quello che è sempre un pericolo in ogni scienza, è addirittura pernicioso quando è scienza delle cose di Dio. Ma è così ormai. I dottori della scienza sacra dimenticano troppo di che trattano, a servizio di chi sono e di quali potenze parlano. Dimenticano anche a chi parlano e le conseguenze del loro insegnamento che, come onde, si ripercuotono al largo dopo aver colpito direttamente, i primi che li leggono. Potrebbero esser “luci”. Sono fumo che vela la luce anche dov’è!
Amano fare sfoggio di erudizione umana. In verità ti dico che, se è più facile che passi un cammello per la cruna che un ricco si salvi, ancor più difficile sarà che un ecclesiastico umanamente dotto, o chiunque tratta di cose di religione con scienza umana, si salvino. Non solo avranno a rispondere per essersi satollati, empiti fino a traboccarne, di umana erudizione, negando il posto ed espellendo da sé quanto è scienza santa, ma dovranno rispondere dell’incalcolabile male che hanno fatto agli altri, cominciando dai loro confratelli per scendere ai semplici fedeli e ai semplici uomini.
In verità ti dico che la luce che inebrierà la fronte di un umile credente, che sa dire unicamente le sue orazioni senza altre vertigini di coltura, farà arrossire di vergogna costoro, che come Epulone hanno voluto tutti i cibi sulla loro mensa dimenticandone uno solo: quello della Carità. E la Carità sarà chiusa per loro, sarà molto avara con loro. Come loro furono chiusi ed avari con Essa.
Non è capito dai dotti il Cantico che adombra gli amorosi rapporti fra Dio e la Chiesa e fra Dio e le anime. Non lo può essere. Solo gli amorosi di Dio sentono il suono della ottava corda, quel suono che è dato dal tocco del dito di Dio mosso dall’Amore. Gli altri hanno le orecchie chiuse a quella voce celeste che è la vera voce regina fra le voci, che come coro la contornano e che sono voci per i sensi umani. Non è capito dai dotti che fanno una nuova Babele là dove si alza, come stelo di mistico cero, la Parola che non ha bisogno di erudizione umana per essere compresa, ma di purezza d’animo e di amore. E non sono capiti da coloro per i quali l’Amore si fa Pane, si fa Voce, si fa Luce.
Levatevi le frange e le filatterie nelle quali vi pavoneggiate, e vestitevi di una semplice tunica di puro lino cinta di purpurea fascia. E’ stata la veste del Cristo Maestro e sia la vostra. Purezza, o portatori della religione.Purezza sia la vostra veste. Purezza di carne, doppia purezza di cuore, tripla purezza di pensiero.
Non distribuite, a chi vi chiede il pensiero di Dio, un pensiero contaminato dal vostro pensiero separato da Dio e saturo di erudizione umana. Amore, amore, amore intorno e dentro di voi. Intorno perché le folle lo vedano, e dentro perché è da quanto è nell’interno che si irraggia essenza all’esterno. E non potete infondere ciò che non possedete, non potete Parlare, con giusta voce, di ciò che non comprendete.
Le anime non hanno bisogno di scienza, ma di luce. Per la scienza ci sono fin troppi volumi e troppi dotti. Date le parole della Sapienza alle folle. E datele con parole di sapienza attinte da Me.
Venite a Me per salvarvi! Piangete non solo di rimpianto per il benessere materiale che avete perduto, ma per il rimorso di aver demeritato Dio. Piangete, ma piangete battendovi il petto, piangete sulle mie mani che, se vi hanno colpito, lo hanno fatto per amore, per svegliarvi dal sonno morboso in cui eravate caduti e dove perirete se resterete.
Cessate di adorare chi non è Dio. Non vi siete ancora persuasi che ciò che adorate contro la Legge vi diventa punizione? Non dite che non credevate, che non sapevate. Da un secolo vado aumentando le “voci” e le apparizioni, miracoli le une e le altre di Bontà per richiamarvi alla mia Via. Da un secolo aumento il peso dei castighi per richiamarvi alla mia Legge. Non fate conto di nulla. … No, non potete accusarmi di nulla. Non sono Io che vi distruggo. Siete voi che avete chiuso le porte all’Amore che vi vegliava come padre curvo sulle cune dei figli, e avete aperto a satana.

- Dice ancora Gesù: “Uno dei punti in cui la vostra superbia naufraga nell’errore, che oltre tutto avvilisce proprio la vostra superbia, dandovi un’origine che se foste meno traviati di orgoglio ripudiereste come avvilente, è quello della teoria darviniana.
Per non ammettere Dio, il quale nella sua potenza può aver creato l’universo dal nulla e l’uomo dal fango già creato, prendete per vostra paternità quella di una bestia. Non vi accorgete di sminuirvi perché, pensatelo, una bestia per quanto sia perfetta, selezionata, migliorata, perfezionata nella forma e nell’istinto, e se volete anche nella formazione mentale, sarà sempre una bestia. Non ve ne accorgete?
Questo depone sfavorevolmente rispetto al vostro orgoglio di pseudo superuomini. Ma se non ve ne accorgete, non sarò Io quello che spreca parole e rendervene accorti e convertiti dell’errore. Vi chiedo soltanto una cosa che, in tanti quali siete, non vi siete mai chiesta. E se mi potrete rispondere coi fatti non combatterò più questa vostra avvilente teoria. Se l’uomo è derivato dalla scimmia, la quale per evoluzione progressiva è divenuta uomo, come mai in tanti mai anni che sostenete questa teoria non siete mai riusciti, neppure coi perfezionati strumenti e metodi di ora, a fare di una scimmia un uomo?…
Un’altra domanda. Se l’uomo è venuto dalla scimmia, come mai allora l’uomo, anche con innesti e ripugnanti incroci, non torna scimmia? Sareste capaci anche di tentare questi orrori se sapeste che ciò potesse dare sanzione approvativa alla vostra teoria. Ma non lo fate perché sapete che non riuscireste a fare di un uomo una scimmia. Ne fareste un brutto figlio d’uomo, un degenerato, un delinquente forse. Ma mai una vera scimmia. Non lo tentate perché sapete in anticipo che fareste una pessima riuscita e la vostra reputazione ne uscirebbe rovinata. Per questo non lo fate. Non per altro. Perché per avvilire, per sostenere una vostra tesi, un uomo al livello di bruto, non sentite nessun rimorso né orrore. Siete capaci di questo e di ben altro. Siete già voi dei bruti poiché negate Dio e uccidete lo spirito che vi differenzia dai bruti. La vostra scienza mi fa orrore. Avvilite l’intelletto, e come dei folli, neppure vi accorgete di avvilirlo. In verità vi dico che molti primitivi sono più uomini di voi”.
(Maria Valtorta - Dai quaderni del 1943)
Gesù e la Mamma Celeste vi amano assai e vi benedicono; e anche io, nel loro Santissimo Amore vi voglio bene e vi benedico per intercessione del Cuore Immacolato di Maria: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Don Armando Maria

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