Genesi I - Creazione del sole, della luna e delle stelle.

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Don Armando Maria
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Genesi I - Creazione del sole, della luna e delle stelle.

Messaggio da Don Armando Maria » mar mag 10, 2016 11:02 am

Commento alla Sacra Scritura: Genesi capitolo I . Don Dolido Ruotolo, Servo di Dio
Creazione del sole, della luna e delle stelle.

Il mistero dei cieli e l’abitabilità degli astri.

« 14 Dio poi disse: “Siano fatti i luminari nella distesa del cielo, per distinguere il giorno dalla notte e per segnare le stagioni, i giorni, gli anni, 15 e risplendano nella distesa del cielo per far luce sopra la terra”. E così fu fatto. 16 Dio fece dunque due grandi luminari: il luminare maggiore per dominare il giorno, e il luminare minore per dominare la notte, e le stelle. 17 Li collocò nella distesa dei cieli perché facessero luce sopra la terra, 18 e perché dominassero il giorno e la notte, e separassero la luce dalle tenebre. E Dio vide che ciò stava bene. 19 E della sera e della mattina si compì il quarto giorno ».

La terra non era sola nell’universo; intorno ad essa vi erano numerosissimi corpi in formazione, che costituivano il cielo sidereo creato in principio da Dio. La terra, come si disse, fu il primo astro che si sviluppò dalla nebulosa primitiva, mentre altre nebulose seguivano lentamente il suo medesimo cammino. Il tempo dei cieli non si computa con le piccole unità delle nostre ore, dei nostri giorni e dei nostri anni; sono periodi sterminati di milioni e di miliardi di secoli. Ora, nel campo sidereo dove la terra si sviluppava, c’era una nebulosa in via di condensamento, che già la illuminava con luce diffusa, capace di aiutare la germinazione delle sue crittogame primitive. Al comando di Dio, per le leggi da Lui poste in tutto il creato, questa nebulosa si condensò e passò allo stato stellare, nel quale prima era stata la terra. In questo stato fu tutta incandescente nei suoi gas, e produsse una vivissima luce, che si diffuse sulla terra e la illuminò. Fu questo il sole uscito dalle mani di Dio, ordinato alla terra nell’ordine della Divina Provvidenza, benché avente anche un proprio ordine di vita. Passando dallo stato nebuloso a quello stellare, il sole illuminò anche il satellite staccato dalla terra e che girava intorno ad essa tutto oscuro, e quindi, logicamente, si formò per la terra un altro luminare più scialbo e più piccolo, che nella divina Provvidenza servì ad illuminare le sue notti. Si determinò una rivoluzione nel firmamento, poiché il sole condensato allo stato stellare, enormemente più grande della terra, l’attrasse nella sua orbita per la legge mirabile della gravitazione universale; esso inoltre, carico di elettricità positiva, attrasse la terra che è carica di elettricità negativa. Cominciò allora quel moto di rotazione e di rivoluzione della terra, che servì e serve veramente a segnare le stagioni e gli anni e a distinguere il giorno dalla notte, proprio come dice il Sacro Testo. Contemporaneamente a questo grandioso fenomeno, Dio fece condensare allo stato stellare moltissime altre nebulose lontane, e il cielo apparve tutto trapunto di stelle.
Le parole di Dio trovano esatto riscontro nelle cognizioni della scienza, e trovano la conferma nel cielo stesso, dove il grandioso fenomeno di sviluppo non è terminato, e dove in altri campi ed in altre numerosissime zone si ripetono le medesime meraviglie.
Il sole è infatti nella fase stellare, i pianeti Nettuno, Urano e Saturno sono nella fase gassosa oscura, Giove si trova nella fase gassosa-liquida, con massimo sviluppo dell’atmosfera, e con principio di sostanze liquide; Venere si trova nella fase gassosa-liquida-solida, con predominio di sostanze gassose, ma con inizio di sostanze solide in mezzo alle acque; Marte si trova nella fase gassosa-liquida-solida, con predominio di materie solide. Questi pianeti sono illuminati dal sole e gli girano intorno in varie orbite, attratti anche essi dalla massa solare quando passò allo stato di stella; la Scrittura non ne parla perché essi formano con la terra un unico sistema planetario. Fuori del nostro sistema solare abbiamo nel cielo ancora oggi le nebulose, le stelle di ogni dimensione, e forse tanti altri sistemi planetari ancora invisibili a noi. Non è inverosimile che molte stelle scoperte attraverso i secoli dagli scienziati, o siano di recente formazione, o siano di quelle che dopo lunghi secoli ci hanno tramandato la loro luce.
Alcuni si stupiscono che Dio abbia potuto creare tanti innumerevoli corpi celesti per la terra che è uno dei più piccoli pianeti, e si stupiscono ancora che abbia chiamato il sole, luminare maggiore, quando certamente vi sono stelle più grandi del sole. Ma è chiaro che Dio parla degli astri in ordine alla terra e per quello che sono per la terra; ora il sole e la luna sono veramente per la terra gli astri più grandi, e le stelle sono veramente per la terra l’ornato del suo cielo. Veramente il sole domina il giorno e la luna le notti. Del resto non potrebbe stupire che Dio avesse creato tanti corpi immensi per la terra, perché Egli non lavora di più a formare gli elettroni di un atomo di quello che lavori a formare gli astri, che ne sono come l’immenso ingrandimento. Un atomo con i suoi elettroni ed i suoi ioni che girano intorno al protone, è come un infinitesimale sistema planetario; innanzi a Dio è immensamente piccolo il cielo con i suoi corpi colossali, come è ugualmente importante l’atomo con le sue particelle imponderabili. Dio solo è grande, e innanzi a Lui tutte le cose sono un nulla. Se Egli ha dato alla terra miriadi sterminate di atomi che sono veri sistemi planetari infinitesimali, perché meravigliarsi che le abbia dato per ornamento, e soprattutto per mostrare agli uomini la sua grandezza, miriadi di stelle? Una sola lode cantata a Dio da un’anima, è mille volte più bella e più preziosa dei cieli stellati; un solo atto della ragione e della libertà umana orientata a Dio, è mille volte più armonica dei cieli; qual meraviglia dunque che Dio abbia voluto dare all’uomo un’idea della sua Potenza, della sua Sapienza e del suo Amore distendendo sul suo capo i cieli stellati? Non fa anche l’uomo a volte dei complicati apparecchi per trarne una scintilla elettrica o un atomo di radio? Si potrebbe dire sproporzionato al fine l’apparecchio, sol perché la scintilla e l’atomo sono piccolissimi?
Il Signore può avere un fine grandioso nella creazione dei corpi celesti, certamente ce l’ha, ma questo non esclude che Egli abbia voluto darci, nell’armonia dei cieli, l’idea più accessibile a noi della sua onnipotenza, della sua sapienza e del suo amore. Tu non fabbrichi un organo pneumatico, complicatissimo nei suoi congegni e grandissimo nella sua mole, per trarre dal piccolo tasto il suono melodioso? I cieli sono come l’organo ammirabile che danno a noi, piccole creature intelligenti, il suono melodioso della lode di Dio; l’armonia meravigliosa di questo suono giustificherebbe, per sé, la creazione dei cieli, non diciamo per la terra, ma per una sola creatura.
Un’altra difficoltà che molti fanno di fronte all’immensità dei cieli, è questa: “Come mai – essi dicono – solo la terra è abitata, mentre è uno dei corpi più piccoli?”. La difficoltà è poco logica, perché l’abitabilità degli astri non è in ragione diretta della loro grandezza, ma in ragione diretta delle condizioni atte alla vita organica. Si può dire certamente che sugli astri allo stato di nebulosa o allo stato stellare, non vi possono abitare esseri organici o uomini, perché essi mancano di atmosfera o sono allo stato incandescente. L’ipotesi potrebbe farsi per i pianeti nella loro ultima fase, come è Marte, ma il Signore non ci ha detto nulla in proposito, e la scienza non sa ancora rispondere. Si è creduto di poter scoprire in Marte addirittura dei lavori artificiali di canalizzazione, dovuti ad esseri intelligenti, ma in realtà non si sono potuti individuare che i suoi continenti. Qualcuno credé persino di ricevere dei radiogrammi da Marte, scambiando forse i segnali delle perturbazioni atmosferiche con segnali di una lingua sconosciuta. In quanto alla luna, per lo stato nel quale si trova, deve dirsi che è impossibile che in essa vi siano abitanti umani. Se poi sugli astri ci siano, come abitanti, spiriti o esseri diversi da noi, non lo sappiamo né al nostro ultimo fine importa il saperlo.

14. Uno sguardo alla magnificenza di Dio nel firmamento. Un cielo più bello.
Il Signore ci ha dato nei cieli quasi una misura per formarci una certa idea della sua magnificenza; perciò è necessario dare uno sguardo alla sua opera e valutarne la grandezza almeno con pochi dati scientifici. Bisogna premettere che la scienza è ancora tanto lontana dall’approfondire il mistero del cielo e che ogni giorno di più vi scopre nuove meraviglie. Prima di tutto il nostro cielo, di proporzioni così grandi quali noi lo vediamo, con gli astri che lo riempiono, gira tutto insieme verso altri spazi incommensurabili; vi è dunque uno spazio sconfinato oltre lo spazio sidereo. Le nebulose finora scoperte, pur avendo un diametro tale che la luce per attraversarle impiegherebbe 10 milioni di anni, sorpassano i due milioni, e distano dalla terra dai sei mila ai diecimila anni-luce. Le distanze dei cieli, essendo immense, non possono misurarsi a chilometri; l’unità è l’anno luce, cioè il percorso della luce in un anno. Siccome la luce percorre 300 mila chilometri al minuto secondo, un anno luce corrisponde a 9.460.800.000.000 chilometri, e quindi le nebulose distano dalla terra da chilometri 5.680.800.000.000.000 a 9.468.000.000.000.000 chilometri. Sono cifre che danno le vertigini.
Gli ammassi stellari sono gruppi di stelle numerosissime; una solo di questi ammassi chiamato Nube maggiore di Magellano, risulta di più di 300 mila stelle, e dista da noi 60 mila anni-luce. Il più lontano ammasso stellare, oggi conosciuto, dista da noi 180 mila anni-luce. La Via Lattea, che nelle limpide serate senza luna, appare nel cielo come una fascia biancastra, contiene più di un miliardo di stelle. Tutte le stelle del cielo, con un calcolo approssimativo, sono oltre 150 bilioni.
Le stelle non hanno tutte la stessa grandezza, lo stesso splendore e lo stesso colore. Ci sono stelle bianche, azzurre, gialle, rosse e oscure, a seconda del loro grado di temperatura, del loro volume e dei corpi che vi sono allo stato incandescente; è una fantasmagoria di bellezza, nella sublime danza dei cieli!
Tutte queste innumerevoli stelle si muovono con un ordine ammirabile ed infallibile, e sono collegate a gruppi dalla forza di gravitazione, in modo che, nella stupenda danza, la loro formazione è costante mille volte più di un ordinatissimo esercito che si muove sotto gli ordini del suo capo.
Eppure il cielo della grazia è immensamente più bello, più ricco, più fecondo! Due grandi luminari lo rischiarano: Gesù e Maria, il Sole divino e la Luna Immacolata che da Lui ebbe lo splendore dell’illibata purezza e l’immensa pienezza di grazie. Gesù Cristo domina il giorno della grazia dandoci la vita, Maria Santissima domina la notte delle anime peccatrici, essendo il loro rifugio, e domina la notte oscura delle nostre tribolazioni consolandoci con il suo materno amore.
La terra è figura della Chiesa che emerge dalle sue penose prove, ed ha sempre il suo Sole luminoso, Gesù Cristo, la sua luna perfetta, la Vergine Immacolata, e le sue stelle fulgenti, i santi, paragonati da san Paolo alle stelle del firmamento (cf 1Cor 15,41).
Che cosa sono i fenomeni del firmamento e di tutta la creazione di fronte alle meraviglie del Verbo Incarnato, fatto carne nel seno di Maria, custodito da san Giuseppe, corteggiato dai santi, vivente nel Sacerdozio, operante la nostra santificazione nei Sacramenti, dato a noi nell’Eucaristia? Queste sono le opere più belle di Dio, questa è la gloria che cantano i Cieli, i quali anche nella loro mole gigantesca, sono piccola cosa di fronte al Verbo di Dio che è venuto da Redentore sulla terra, e che vi dimora ancora nel suo trono d’amore. Noi vedremo nel giorno del giudizio scompaginarsi questi cieli grandiosi innanzi alla gloria del Giudice eterno, vedremo il Signore centro luminoso dell’universo, e innanzi a Lui piegati i cieli, la terra e gli abissi. Vedremo che la gloria che il Verbo Incarnato dà al Padre, è infinitamente più grande di tutta la gloria che gli canta l’universo; vedremo che la creazione è tutta ordinata a Lui, e che Egli vivifica ogni sua forza e ravviva ogni sua bellezza. Vedremo intorno a Lui la Chiesa trionfante, sgorgata dal suo Cuore divino, tutta rifulgente di splendori, molto più del cielo.
Non ci lasciamo affascinare dalle cose caduche della terra, guardiamo al Cielo eterno e sospiriamo a Dio con tutte le nostre forze. Non ci facciamo turbare da satana che ci mostra la vita in una disperante foschia di disordini. Se il cielo è così ordinato, la nostra vita e la Provvidenza che la regge non lo è di meno. Noi vediamo tutto storto perché lo vediamo riflesso nella nostra miseria; ora anche il bastone più rettilineo immerso nell’acqua sembra storto e ricurvo. Vediamo tutto nella divina Volontà, e ogni cosa ci apparirà ordinata, vediamo le nostre pene come scalini per salire al Cielo, e ci sembreranno preziose. Passiamo come pellegrini su questa terra, e guardando il cielo azzurro o costellato di stelle, pensiamo alla patria che ci attende, per conquistar la quale non sono “condegne” le pene che soffriamo nel brevissimo percorso della vita presente. 


Don Dolindo Ruotolo - Commento alla Sacra Scrittura
Gesù e la Mamma Celeste vi amano assai e vi benedicono; e anche io, nel loro Santissimo Amore vi voglio bene e vi benedico per intercessione del Cuore Immacolato di Maria: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Don Armando Maria

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