Prima di leggere la Bibbia (don Dolindo Ruotolo)

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Don Armando Maria
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Prima di leggere la Bibbia (don Dolindo Ruotolo)

Messaggio da Don Armando Maria » mar apr 19, 2016 7:00 pm

Prima di leggere la Bibbia
(don Dolindo Ruotolo)

Le anime assetate di verità, la ricercano nella Parola di Dio; stanche di vane ed inutili discussioni che isteri-liscono il cuore, vanno cercando le antiche fonti di ac-qua pura sgorganti dalla Chiesa Cattolica, alle quali si dissetarono i primi cristiani e i santi.
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È anche lodevole analizzare le composizioni chimi-che di certe medicine e di certi cibi, e segnare con ac-curatezza le formule, ma quando si sta di fronte a chi è infermo e affamato, il meglio che possa farsi è som-ministrargli la medicina ed il cibo. Gli studi moderni analizzano senza nutrire, esaminano senza curare e perciò praticamente rendono vano per le anime il grande tesoro della Parola di Dio.
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Si ha troppa fiducia in ciò che è moderno, si crede infallibile tutto ciò che si dice oggi, e si crede errato o superficiale tutto ciò che è stato detto in passato. Inve-ce quello che è moderno, spesse volte è assai sospetto, perché è innegabile che noi siamo in un’epoca di de-cadenza e di superficialità impressionante, e soprattut-to in un’epoca nella quale l’atmosfera stessa è avvele-nata di miscredenza e presunzione.
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Il Santo Padre Pio XI disse queste gravi parole: «…che consiste nel trattare e maneggiare i Libri Divini come se non fossero divini, trattarli e discuterli come se fossero un libro qualunque… Si deve invece partire dal concetto che è realtà: si tratta di Libri Divini, ispirati, per tale scopo affidati ad un’autorità, con accanto la tradizione del magistero infallibile della Chiesa. Mettere da parte questo, è antiscientifico, è prendere una cosa per quello che non è, perché si di-mentica la parte essenziale».
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Nulla di vano può esserci nella Parola di Dio. È er-rato supporre che certe sue parti, come dicono alcuni moderni, sono solo un monumento, un rudere di un passato che non c’è più, e che mostra solo le vie per le quali ha camminato la Provvidenza.
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Non c’è parte della Scrittura che sia un frutto dis-seccato, tutto è fresco e nutritivo per l’anima, perché in tutto si scorge la luce di Dio, della sua Provvidenza e della sua bontà, la luce del Cristo e della sua Chiesa, la luce della verità sulla condizione umana, sulla nostra libertà, sul nostro ultimo fine, sui mezzi che ci conducono a raggiungerlo.
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Una cosa inesatta, errata, creduta in buone fede da-gli antichi, può rettificarsi senza bisogno di ingenerare nell’anima di chi legge lo stato di dubbio e di perples-sità.
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Gli errori sono sempre vischiosi, si attaccano all’anima, la disorientano, cooperano all’arte infernale di ottenebrarla.
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Esitammo molto tempo prima di decedersi, ma poi seguimmo quella che appariva la volontà di Dio.
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Per poter ridonare ad un’anima il gusto della Divina Parola bisogna rendergliela interessante, pratica, viva, dilettevole, applicabile alle necessità del cuore, alle aspirazione della mente che vuole la ragione di tutto per prestare a Dio un omaggio ragionevole.
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Se dai frutti si conosce l’albero e dalla florida salute di chi si nutre si conosce la bontà del cibo, bisogna confessare che non è stata fatica sprecata, con uno spi-rito di sana modernità la pianta che molti credevano già disseccata, o tutto al più ridotta come un cimelio fossile, testimonianza di epoche che furono e che più non sono.
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Le edizioni protestanti dei Sacri Libri sono senza commenti e senza note, in nome del libero esame che pretendono affidato a ciascuno.
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La Sacra Scrittura è un libro che deve occupare tut-ta la vita di un uomo, e l’abbondanza del nutrimento non nuoce a chi deve alimentarsene ogni giorno, fino alla morte.
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Il cammino sembra lungo a chi porta un peso, ma non sembra tale a chi passa di panorama in panorama, in mezzo al profumo dei boschi e alle meraviglie della creazione. Una musica soave non stanca mai, perché suscita sempre nuove emozioni; ora la Parola di Dio è armonia all’anima come una musica soavissima; l’anima non si contenta di pochi accordi, desidera a-scoltare lo sviluppo e poterne gustare la bellezza.
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L’anima non può andare a Dio con vero amore se non è pienamente illuminata; le penombre a volte sono più pericolose delle medesime tenebre e possono pro-vocare un disastro nel movimento affannoso di tutte le nostre energie spirituali.
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Dove parla Dio la scienza è una di quelle treme-bonde voci che ne cantano la gloria e che ne adorano la maestà.
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Se la scienza viene a collisione con la fede, certis-simamente non è più scienza, è un misero asteroide che uscito dall’orbita della sua gravitazione, precipita, splende per un momento di luce falsa che non quella del sole ma quella del suo attrito e della sua consun-zione e cade sulla terra fangosa, monumento triste di una gloria celeste che fu e che non è più.
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L’uomo non ama Dio perché non lo conosce. La divina rivelazione contenuta nella Sacra Scrittura è la luce più bella nella quale si può conoscere Dio. Questo libro è il più adatto a darci l’idea precisa di Dio, del suo modo di agire, della sua sapienza, della sua bontà. Far conoscere Dio, farlo amare, farlo servire, mostran-done tutta la sapienza, l’amore e la bontà, eliminando una gran parte che la nostra piccolezza frappone fra noi e lui, risolvendo le difficoltà che ci sono di ostacolo al suo amore, è lo scopo principale di quest’opera.
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S’intende per Soave Scrittura l’insieme di quei libri ispirati, riconosciuti come tali dall’autorità della Chiesa Cattolica e da essa proposti ai fedeli come parola rivelata da Dio. Essa si chiama anche Bibbia da un plurale greco che significa libri.
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I libri della Sacra Scrittura sono stati scritti sotto l’impulso dello Spirito Santo, da uomini, di molti dei quali sappiamo il nome e la storia.
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L’ispirazione divina non è una semplice assistenza dello Spirito Santo simile a quella che ha il Papa quando parla di Fede o di costumi alla Chiesa univer-sale, non è l’approvazione che Dio dà a un libro già scritto, ma è un dono gratuito e divino col quale l’Autore Sacro viene illuminato e mosso a scrivere ciò che vuole Dio, senza errori relativi al pensiero di Dio o allo scopo altissimo che ha la sua Provvidenza nel consacrare nello scritto certi fatti.
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Il medium è uno strumento materiale di uno spirito perfido, il quale possiede i centri nervosi del paziente, e ne muove violentemente la mano, perché scriva. L’intelletto del medium non viene rischiarato ma viene confuso; la volontà non viene mossa ma forzata dal movimento meccanico, di modo che il medium quando scrive soffre uno spasimo che lo debilita.
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Dio ispirando un Sacro Autore non gli toglie la na-tura e le abitudini che ha; si serve di lui come uno strumento libero e ragionevole, e più che sforzarlo, lo guida soavemente nelle sue vie con ammirabile delica-tezza. Per conseguenza il Sacro Autore conserva il suo stile particolare, come si è detto, benché sotto la divina ispirazione esso s’illumini maggiormente; conserva la sua cultura letteraria, benché nella luce divina diventi più equilibrata e più profonda. Lo stile, la perfezione della lingua, l’ornamento delle parole rappresentano il canale per il quale Dio passa con il suo pensiero, ed è chiaro che appartengano all’uomo.
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Satana ha voluto scimmiottare la divina ispirazione per accalappiare i gonzi e per togliere loro la fede. Questo potrebbe sembrare un paradosso a quelli che sentono dire dagli spiriti che esiste l’inferno, che il Papa è veramente il capo della Chiesa, ed altre verità. Ma Satana dice spesso anche la verità per indurre gli uomini a crederla non perché Dio l’ha rivelata, ma perché l’afferma lui. Con sottile inganno allora Satana si sostituisce all’autorità divina che rivela, e tenta di fondare le nostre credenze sulla parola vana e perversa che emana da lui, raccogliendo egli l’omaggio della nostra ragione. Senza dire poi ch’egli mescola alla ve-rità gli errori, tentando di renderli credibili proprio per la verità che afferma.
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La Scrittura comprende l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento. Si chiama testamento o fatto, per-ché è il complesso delle comunicazioni fatte da Dio all’uomo, ed è la solenne promessa della Redenzione dell’uomo, del premio che Dio dà ai buoni, e del casti-go che dà ai cattivi.
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I libri dell’Antico Testamento, secondo l’elenco approvato dalla Chiesa sono: il Pentateuco, ossia i cinque libri di Mosè: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.
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I libri storici, ossia: Giosuè, Giudici, Ruth, i quattro libri dei Re, i due libri dei Paralipomeni, i due libri di Esdra, Tobia, Giuditta, Ester, i Maccabei.
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I libri sapenziali o didattici: Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantici, Sapienza, Ecclesiastico.
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I libri profetici: quattro profeti maggiori: Isaia, Geremia (con le Lamentazioni, Baruc e la Lettera), Ezechiele e Daniele; dodici profeti minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia.
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I libri del Nuovo Testamento comprendono i quat-tro Evangeli, secondo S. Matteo, S. Marco, S. Luca, S. Giovanni; gli Atti degli Apostoli; quattordici lettere di S. Paolo: una ai Romani, due ai Corinti, una ai Galati, una agli Efesini, una ai Filippesi, una ai Colossesi, due ai Tessalonicesi, due a Timoteo, una a Tito, una a Fi-lemone, una agli Ebrei; sette lettere varie: una di S. Giacomo, due di S. Pietro, tre di S. Giovanni, una di S. Giuda; un libro profetico: l’Apocalisse di S. Giovanni.
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I libri della Sacra Scrittura accettati dagli Ebrei, so-no scritti in ebraico. Gli altri non sono giunti a noi che nella versione greca. I libri del Nuovo Testamento sono scritti tutti in greco, ad eccezione del Vangelo di S. Matteo, che fu prima scritto in aramaico.
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La versione latina della Scrittura, fatta sugli origi-nali da S. Girolamo verso il 390, è chiamata la Volgata, e fu dichiarata autentica dal Concilio di Trento nel 154La Volgata fu tradotta per la prima volta in Italiano da Mons. Antonio Maria Martini, nel 1778.
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Dio ha parlato all’umanità, è vero, ma non perché si è degnato discendere fino a noi la sua parola si è fatta meschina. Dio parla a noi, ma ha innanzi alla sua mente i suoi piani, i suoi disegni, il suo Eterno Verbo. Egli dunque, sotto il velo delle parole umane, intende dire tante cose sublimi che a prima vista sfuggono. È per questa profondità di questa divina parola che ha biso-gno assoluto dell’autorità della Chiesa per interpretar-la, come c’è bisogno di un dantista per interpretare Dante.
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I principali sensi della Scrittura sono: il senso lette-rale che risulta direttamente dalle parole del Sacro Te-sto, ed il senso tipico, detto anche mistico o spirituale, che risulta direttamente dalle cose o dalle persone in-dicate nelle parole.
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Il senso letterale può essere proprio quando risulta dal-le parole prese nel loro senso comune, e metaforico, quando risulta da una metafora, da un’allegoria, da una parabola o da qualunque altra figura retorica con la quale si esprime il Sacro Testo.
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Il senso tipico si chiama allegorico quando si riferi-sce a quelle cose che debbono credersi del Cristo e dalla Chiesa, tropologico o morale, quando figura quello che noi dobbiamo operare, analogico, quando figura il Cielo o la vita eterna.
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Quando dal Sacro Testo, con un ragionamento rigo-rosamente logico e rispondente al senso letterale o ti-pico certamente inteso dalla Spirito Santo, si deduce una verità, si può dire che essa sia inclusa nella rivela-zione, e perciò che faccia parte indirettamente del sen-so scritturale. In questo caso i Dottori chiamano senso conseguente della Scrittura la verità dedotta rigorosa-mente dalle parole divine.
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La meditazione accurata dei Sacri Testi, anche nelle parti che sembrano più sterili, ci farà vedere lumino-samente che cosa mirabile è la parola di Dio, e quanto è diversa dalle povere cicalate umane.
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Dio ci parla principalmente del Redentore, della sua Chiesa, di quello che ci conduce al Redentore e alla sua Chiesa, e quindi alla vita eterna. Tutto il Vecchio Testamento può guardarsi come un annunzio, una fi-gura e una figura del Nuovo.
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Non può chiamarsi accomandazione l’applicare le parole della Scrittura a cose profane, ridicole, vane o il farle proprie per adulare, per imprecare o peggio per esprimere qualche cosa tristemente cattiva. Quest’uso irriverente e stolto delle parole sacre fu condannato dal Concilio di Trento, ed è condannato anche dal buon senso s dal rispetto dovuto a Dio, giacché spessa equivale ad un parlare blasfemo.
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Dovremmo prostrarci ad adorare Dio aprendo que-sto Libro Divino. È una cosa tanto santa che il solo vederlo deve raccoglierci innanzi a Dio.
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La Sacra Scrittura è come una lettera, dice S. Gre-gorio, che Dio onnipotente ha mandato dal cielo alla sua creatura. Sotto il velo delle umane parole c’è il mistero della parola di Dio.
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Dio manifesta la sua gloria nell’umanità: la storia, le leggi, le guerre stesse, la sapienza, la vita sopranna-turale, le profezie, la liturgia, la preghiera, tutto è ma-nifestazione di Dio. Egli raccoglie in un libro ispirato da lui la storia, gli avvenimenti e tutto quello che ma-nifestò la sua gloria, affinché ogni anima viva di lui e lo ami.
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Non c’è un libro più vivo della Sacra Scrittura, è sempre fresco, non è mai lettera morta per l’anima che lo legge guidata dal lume della Chiesa Cattolica. Senza la Chiesa Cattolica non si può vedere nulla nella Sacra Scrittura, come non si può vedere un quadro senza luce; i colori sono vividi alla luce del sole, e nelle tenebre diventano ombre oscure.
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La Sacra Scrittura si potrebbe considerare come l’Eucarestia della Divina Parola. Nell’Eucarestia Gesù viene sotto gli accidenti del pane, e nella Scrittura il pensiero di Dio sta sotto le specie della parola umana.
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Il pane si forma dal grano che nasce nei campi ed è nostro nutrimento materiale; Gesù Cristo lo transu-stanzia in sé e lo rende nostro nutrimento spirituale.
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La parola è l’espressione del nostro pensiero; Dio si serve di questa parola per esprimere e comunicare a noi il suo pensiero divino. La verità eterna che egli ci rivela così entra nella nostra mente e la nutre, penetra nella nostra ragione e la eleva, rifulge nella nostra libertà e la indirizza a lui. Come è mirabile questo nutrimento spirituale!
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Quando fai girare un disco in un grammofono, se tu vuoi ascoltare la voce che vi è impressa, devi mettere il disco nelle stesse condizioni di velocità nelle quali fu impresso. Se rallenti la velocità il suono si fa rauco e diventa un gracidare; se l’accresci, il suono si fa acuto fino a diventare un sibilo. Non basta leggere la Sacra Scrittura per ascoltare la parola divina, bisogna armonizzare il movimento dell’anima nostra con Dio, bisogna leggerla nello Spirito Santo, come nello Spirito Santo è stata scritta. Allora soltanto la voce del Si-gnore risuona nelle nostre menti e nel nostro cuore.
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I protestanti s’illudono di avere la Bibbia. Il loro li-bro non è illuminato dalla Chiesa, è un quadro che sta nelle tenebre; sono parole umane quelle, perché non hanno più la divina risonanza; sono espressioni morte nelle quali non vive più la parola di Dio, ma vive la parola umana, il pensiero individuale, la propria opi-nione che è come sostanza guasta ed alterata incapace di esprimere il pensiero di Dio!
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Se le parole della Sacra Scrittura si adoperano per manifestare più nobilmente il proprio pensiero, allora si accomodano, ossia si adattano ad un significato che Dio non ha inteso nel Sacro Testo; questo adattamento impropriamente si chiama senso accomodatizio della Scrittura.
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S. Marco scrisse il suo Vangelo per conservare ai fedeli di Roma una sintesi della predicazione di S. Pie-tro.
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Quando le specie eucaristiche si corrompono non vi rimane più Gesù, ma solo una sostanza corrotta; nello stesso modo quando la parola della Scrittura è guastata dal libero esame, non è più parola di Dio, e non è più una parola di umana sapienza, è sostanza corrotta dove non nasce la vita, ma brulicano i vermi.
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I brillanti di Brera hanno le stesse facce di un bril-lante vero, ma non riflettono la stessa luce perché sono falsi. Così sono le Bibbie protestanti.
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Satana, che tenta in tutti i modi di screditare Dio nella nostra terra, ha messo in circolazione una Bibbia tenebrosa per mezzo dei protestanti. Essa è come una lampada spenta, è come un lucignolo fumigante, è come uno strumento senza fiato.
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Con la libera interpretazione non si esprime il pen-siero di Dio, ma il proprio pensiero, deformato dai pregiudizi e dagli errori che si hanno nella mente.
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Come si legge la Sacra Scrittura

Raccogliamoci innanzi a Dio con grande umiltà, aprendo questo Libro Divino. Tocchiamolo anche con rispetto profondo, come si tocca una Pisside piena di particole consacrate. È Dio, è Dio che ci parla qui!
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La Sacra Scrittura è come un vasto campo, con al-beri colossali, con fiori soavissimi, con sterpi inariditi, con erbe selvatiche. È il campo di Dio dove sono tra-piantate tutte le umane attività, buone e cattive. I suoi racconti sono belli e freschi, così pieni di fascino e di insegnamenti, così ricchi di misteri e di riflessi eterni, sono come boschetti ricchi di ogni sorta di vegetazione e di profumo.
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Che cosa mirabile è la Sacra Scrittura! È come un mare pieno di vita nascosta dalle sue onde! V’è lo ze-firo e la tempesta, il forte riflesso del sole e il pallido candore della luna e delle stelle, la nave magnifica che solca le acque, la Chiesa Cattolica, figurata in tanti modi nel Libro Divino.
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Nessuno può leggere la Sacra Scrittura senza farsi guidare, poiché oggi specialmente, le anime sono così povere di spirito e di soprannaturale, che certe cose potrebbero leggerle a modo umano, con fini e preoc-cupazioni umane.
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Se Dio ha conservato la memoria di certi delitti, lo ha fatto per uno scopo altissimo. Gli episodi raccontati nella Scrittura ci danno il santo odio e l’avversione al male. Essi sono come il siero che si ricava dalle mede-sime infezioni e immunizza contro i malanni. Certe medicine sono salutari per uso esterno, e sono mortali per uso interno. Alcuni racconti della Sacra Scrittura sono per uso esterno; l’anima se ne serve come disin-fettante; non li beve, non li assorbe, ma uccide con quel veleno l’attrattiva al male. Quando il Sacerdote termina la lettura dell’Evangelo nella S. Messa, bacia il messale, ed esclama: «Per le parole evangeliche siano cancellati i nostri peccati». Questa bella espressione non è oziosa, ma indica uno dei frutti principali che si ricavano leggendo la parola di Dio. La lettura della Sacra Scrittura è un Sacramentale e come tale cancella i peccati veniali, come li cancellano il segno di Croce fatto con l’acqua benedetta e gli altri Sacramentali. La lettura del Libro Divino è uno dei più potenti Sacra-mentali, perché direttamente eccita l’anima ad amare Dio, focendoglielo conoscere nella sua infinita Poten-za, nella sua Sapienza e nella sua Bontà.
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Nessuno ama di più il Signore di colui che vuole solo ciò che egli vuole; ora che legge abitualmente la Sacra Scrittura, a poco a poco si eleva talmente in Dio, da pensare ciò che egli pensa, da desiderare ciò che e-gli desidera, da amare ciò che egli ama.
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Chi tratta col mondo diventa gradatamente frivolo, stupido, impuro, sconvolto e pieno di desideri perversi, così chi tratta con Dio diventa a poco a poco sapiente, ponderato, puro, ordinato nelle sue potenze interiori e pieno di desideri soprannaturali.
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Chi legge la Sacra Scrittura si mette nella condizio-ne di ricevere moltissime grazie, perché questa santa lettura è una preghiera efficacissima, essendo l’elevazione più bella dell’anima in Dio e la conversa-zione più familiare con lui.
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Di quante invisibili tenerezze il Signore colma quelle anime che leggono la sua parole! Come le chiama a sé, come le scuote, come le alletta perché siano sue!
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Il demonio fa tutti gli sforzi per allontanare le anime da questa fonte di santificazione e di grazia e le suggestiona con un senso di oziosità e di noia perché non leggano.
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La lettura della Sacra Scrittura irrobustisce l’anima, le da un grande equilibrio di sapienza e di pratica e-sperienza, le mostra i modi di operare della Divina Provvidenza, le fa conoscere il mondo per quello che è, le fa conoscere il cuore umano, la vita, la natura del terreno pellegrinaggio, e per conseguenza la tutela contro le tentazioni diaboliche.
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Satana difficilmente può vincere un’anima illumi-nata in tal modo da Dio, difficilmente può illuderla con i suoi falsi miraggi.
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Chi legge la Sacra Scrittura educa già l’anima sua alle cose celesti, non è più idiota nelle vie di Dio, non è più incapace di apprezzare la magnifica gloria, e perciò, passando all’altra vita, risparmia certamente una gran parte della penosa purificazione che dovrebbe avere in Purgatorio.
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I frutti meravigliosi spirituali ed umani che si rac-colgono dalla Sacra Scrittura non maturano in un mo-mento, ma gradatamente. È necessaria però una grande costanza in questo santo esercizio. Chi legge a sbalzi non raccoglie che ben poco, perché mentre in lui si forma un piccolo germe di vita, l’oziosità lo essicca, e lo isterilisce. La meditazione continua, ordinata e semplice, fatta con vero spirito di fede, purifica l’anima e la prepara a novelle altezze, a patto però che essa non si stanchi e non si arresti nel suo cammino.
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Se si considera attentamente quest’opera semplice e meravigliosa, si trova in essa il fiore di tutte le scienze; la teologia, la filosofia, la poesia, l’arte, la logica più rigorosa, la storia, l’archeologia e tutte le altre scienze che ne aiutano l’interpretazione rifulgono attorno a questo Sacro Libro. Dalla cognizione del cuore umano s’impara a saper vivere, , dalla cognizione delle umane miserie s’impara a saperle fuggire, e l’anima dalle letture del Libro di Dio rimane più illuminata anche in un campo naturale.
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Può dirsi che tutto quello di veramente grande è stato scritto dagli uomini sulla terra si trovi in propor-zione gigantesche nel Sacro Libro, e per conseguenza chi conosce questo solo conosce tutto, conosce quello che più gli giova nella vita, conosce particolarmente quello che gli giova per essere un uomo perfetto e per conseguire il fine per il quale è stato creato.
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«Chi è da Dio ascolta la parola di Dio, per questo voi non ascoltate, perché non siete da Dio» (Gv 8, 47).
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I falsi sapienti, le anime superficiali, le anime orgo-gliose e presuntuose, non leggono la parola di Dio, perché non sono da Dio!
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La casa nella quale questo Libro Divino è tenuto al posto d’onore, è letto e meditato, è una casa dove ri-suona la voce di Dio, è una casa esorcizzata continua-mente dalla stessa voce di Dio, è una casa benedetta che sfugge a tante sventure e raccoglie mille sorrisi d’amore del Padre Celeste.
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Gesù e la Mamma Celeste vi amano assai e vi benedicono; e anche io, nel loro Santissimo Amore vi voglio bene e vi benedico per intercessione del Cuore Immacolato di Maria: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Don Armando Maria

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