XXIV Domenica C: Questo mio figlio era morto ed è tornato...

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Don Armando Maria
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XXIV Domenica C: Questo mio figlio era morto ed è tornato...

Messaggio da Don Armando Maria » sab set 14, 2013 8:25 am

“Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita”

Siano lodati Gesù e Maria!
Carissimi/e, vi porto tutti nel cuore e nella preghiera, vi benedico in nome di Gesù e di Maria e invoco sopra di voi lo Spirito Santo perché illumini sempre più le vostre menti e infiammi i vostri cuori con l’amore di Dio e dei fratelli. Vieni, Spirito Santo, vieni per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, tua Sposa amatissima!



Oggi che è festa della Madonna Addolorata. Ella che ha accompagnato e consolato Gesù che portava la Croce al Calvario, accompagna e consola anche ognuno di noi che portiamo la nostra croce di ogni giorno, e mai ci abbandona perché siamo figli suoi, ed Ella è davvero Mamma dolce e assai misericordiosa. Il Vangelo di oggi ci parla della Misericordia.
Con il sì di Maria la Misericordia di Dio è discesa sulla terra: si chiama Gesù Misericordioso! Egli è il Pastore Buono delle nostre anime, perché Egli lo sa che noi siamo deboli e fragili assai: “A Lui si avvicinavano tutti i pubblicani e peccatori per ascoltarlo”… Essi non hanno paura di Gesù, e non vedono come un Giudice severo ma come un Papà buono, mite ed umile di Cuore. I superbi farisei e gli scribi invece, che erano osservanti orgogliosi e falsi, mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro. E Gesù risponde con il racconto delle tre meravigliose parabole della misericordia, e dice: “Chi di voi , se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro:”Rallegratevi con Me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel Cielo per un solo peccatore che si converte più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine e dice: “Rallegratevi con me perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così Io vi dico: vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.
E disse ancora: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta... Partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno... Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci, ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse:” Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati (questo è il più bello atto di dolore!)”.
Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano suo padre lo vide, (lo stava aspettando…!) ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anelo al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa”.
La festa, con musica e danze, la sentì anche il figlio maggiore che tornava dal lavoro dei campi… e si indignò: ”Ecco io ti servo da tanti anni e non ho mai disubbidito ad un tuo comando… ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “ Figlio, tu sei sempre con Me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” .
Come sono belle queste tre parabole di Gesù !... Si resta come sbalorditi, e senza parole, e non ci si stancherebbe mai di leggerle e meditarle. E non c’è nemmeno bisogno di spiegarle, perché si spiegano da sole; vanno solo lette, amate, meditate e ti scendono subito giù: entrano nel cuore come olio profumato, olio di consolazione … E vengono proprio le lagrime agli occhi leggendo queste parole d’Amore, parole di santa consolazione e di speranza che danno pace dentro. Esse sono uscite dal Cuore di Dio Amore, dal Cuore Misericordioso di Gesù, che ci dice quanto Egli ami i peccatori, tutti noi, e ognuno di noi in particolare. Egli è davvero il Pastore buono, il Pastore bello, il Pastore misericordioso. E Maria, l’Addolorata, è la Madre bella della Misericordia.
Fratelli, sorelle mie, sì, Dio è Padre ricco mi Misericordia, ed ha davvero un Cuore grande, immenso, un Cuore tutto Amore e tenerezza per ogni suo figlio fragile e peccatore. Egli però ci ammonisce, ricordandoci, come ha fatto con il figlio maggiore, quello che si sentiva …perfettino, che chi pecca è anche “tuo fratello”: è mio fratello! Chi sbaglia è fratello nostro perché noi siamo tutti figli dell’Unico Padre, che sta nei Cieli. E davanti alla porta di Casa Egli sta sempre aspettando soprattutto i suoi figli più lontani, quelli che ancora non hanno assaporato la dolcezza del suo amore di Padre, quelli che hanno più bisogno della sua misericordia. Egli aspetta sempre, giorno e notte, a braccia aperte, che tutti i suoi figlie figlie ritornino presto a Casa, tra le sue braccia aperte.
E per gustare la dolcezza della misericordia del Padre siamo invitati ad avere i sentimenti di San Paolo, che è stato grande peccatore: egli confessa il suo peccato in tutta sincerità, e lo fa pubblicamente in umiltà e senza vergognarsi, ed è davvero pentito. Egli ci fa una confessione pubblica oggi nella seconda lettura, dicendo: “rendo grazie a Colui che mi ha reso forte, Gesù Cristo, Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia, mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia perché agivo per ignoranza lontano dalla fede”. E’ stato anche lui un “figlio prodigo” amato da Dio, e proprio come succede noi oggi!
E ricordiamoci sempre di essere misericordiosi verso che sbaglia come il Padre è Misericordioso verso di noi; non giudichiamoli, ma inginocchiamoci e preghiamo, imploriamo la Misericordi di Dio sopra di loro, come fece Mosè, e come leggiamo oggi nella prima lettura. Imitiamolo, intercedendo per i nostri fratelli che non hanno ancora assaporato l’amore di Dio, come ci invita, con insistenza, la Regina della Pace che è anche Madre assai Misericordiosa verso ognuno dei suoi figli e figlie. Pace e gioia!

Ed è per questo che ora vi voglio invitare a rinnovare assieme con me, imitando il Papa, la consacrazione personale al Cuore Immacolato di Maria, dicendo con il cuore: “Maria, io mi consacro per sempre al tuo Cuore Immacolato e Addolorato. Coprimi con il tuo santo Manto. Sii la Regina della mia casa e della mia vita. Stammi sempre vicino! Consacrami al Cuore di Gesù e pregalo sempre per me e per tutti i miei cari, sia vivi che defunti. Amen”. Ave Maria…


-Ed ecco qui la Santa Parola di Dio di oggi con il bel commento sapienziale del caro don Carlo De Ambrogio, fondatore del Gam (gioventù ardente mariana), che è stato un vero uomo di Dio e santo sacerdote. Ho avuto la grazia di conoscerlo e di seguirlo assieme ai miei ragazzi della scuola negli anni ’70 a Roma nei bei Cenacoli Gam:

Prima Lettura
Dal libro dell'Esodo (32,7-11.13-14)
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione». Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre».
Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.

* Dio denuncia a Mosè la prevaricazione di un popolo di dura cervice e decide di farla finita con gli Ebrei, a costo di rifare l'Alleanza con un altro popolo di cui Mosè sarebbe nuovamente il patriarca. Mosè resiste: la promessa di Dio, data una volta per sempre non può essere ritirata, qualunque sia lo stato del popolo che ne è beneficiato. Mosè preferisce far tacere le sue speranze personali e farsi l'intercessore del popolo presso Dio, sottomettendo tutto, con una fiducia irremovibile, all'esecuzione della promessa divina per il servizio del popolo. Questa preghiera così disinteressata di Mosè gli otterrà la riconoscenza del popolo, che vedrà nella sua persona l'ideale del mediatore e dell'intercessore, ruolo già svolto al tempo delle piaghe d'Egitto (Es 32,22-23) e compiuto lungo tutto il soggiorno movimentato del popolo nel deserto (Es 32,11-32; Nm 14,13-19).
Salmo Responsoriale (dal Salmo 50)
Donaci, Padre, la gioia del perdono.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi.

Seconda Lettura
Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo (1,12-17)
Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di tutti il primo sono io.
Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua longanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

* All'atto della sua conversione, Paolo sperimentò in se stesso lo scopo dell'Incarnazione di Gesù Cristo: la salvezza dei peccatori. La sua conversione, la sua vocazione ed elezione costituiscono un esempio dell'opera redentiva di Gesù Cristo. Egli apparteneva al numero dei perduti, di coloro cioè che giustamente erano incorsi nell'ira di Dio; anzi eccelleva fra questi: primo era lui. Certamente il suo debito è ora estinto, ma rimane in lui motivo costante di umiltà e di riconoscenza. Quanto più penetra in questo incomprensibile amore e in questa ineffabile benevolenza, tanto più cresce in umiltà davanti a Dio e in riconoscenza.

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia, alleluia.
Noi abbiamo riconosciuto e creduto
all'amore che Dio ha per noi:
se il nostro cuore ci condanna,
Dio è più grande del nostro cuore
e conosce ogni cosa.
Alleluia.

Vangelo
† Dal vangelo secondo Luca (15,1-32) 6
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano : «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: "Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta". Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta". Cosi, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta". E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni". Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".
Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: "È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo".
Egli si indignò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i suoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"».

* In questa parabola che potrebbe anche essere chiamata la parabola del Padre misericordioso Gesù rivela le profondità della misericordia divina. Il figlio prodigo diventa il figlio pentito e di colpo entra di slancio nell'amore del Padre. Diceva Tertulliano: «Nessuno è padre come Dio».
* La parabola del figlio prodigo è un capolavoro. L'accento della parabola va messo non sul figlio prodigo, ma sul padre.
Nella parabola, il figlio prodigo precipita sempre più in basso: spende e spande, sciala e sperpera con le donne; ridotto alla miseria più nera, prova le atroci torture della fame, mentre bada ai porci. Per misurare il fondo dell'abisso in cui è caduto, Gesù cita un animale immondo per gli Ebrei: il maiale.

SPUNTI DI RIFLESSIONE
Intercessori dei fratelli
La concezione del mediatore nasce spontaneamente da un contesto in cui il popolo di Israele (cfr 1a Lettura) si scopre fatalmente peccatore e debole di fronte a Dio. Il popolo delega volentieri, per parlare a Dio, colui che appare come il più giusto, Mosè. E Dio riconosce come intercessore, dinanzi a sé, solo colui che sposa l'umanità e che solidalizza totalmente con essa, qualunque sia il suo peccato.
Motivo di festa
Paolo è la testimonianza irrefutabile che nessuno è tanto lontano da Dio, al punto che non possano raggiungerlo l'incomprensibile misericordia e l'inconcepibile amore di Cristo, che venne «a cercare e salvare ciò che era perduto».
Dio giorno e notte aspetta pazientemente che il pesciolino caschi nella rete della Grazia o che, una volta abboccato all'amo, finisca di dibattersi, per poterlo tirar su dallo stagno. Solo in Paradiso l'uomo si renderà conto, con stupore, che Dio gli era continuamente ai fianchi e lo tallonava, lo inseguiva; l'amore di questo grande Ricercatore escogita mezzi e metodi sempre nuovi, per riportare a casa chi si era perduto; noi tutti viviamo in un'atmosfera di Amore divino.
In una maniera per noi incomprensibile, rappresentiamo per Dio un' immensa ricchezza. Ecco perché si fa festa in Cielo, quando chi era perduto viene ritrovato.

LA PAROLA PER ME OGGI
«Non basta perdonare gli altri, dobbiamo perdonare loro con umiltà e compassione. Se perdoniamo senza umiltà, il nostro perdono è una beffa: presuppone che noi siamo migliori di loro» (Thomas Merton)

LA PAROLA SI FA PREGHIERA
O Dio, che per la preghiera del tuo servo Mosè non abbandonasti il popolo ostinato nel rifiuto del tuo amore, concedi alla tua Chiesa per i meriti del tuo Figlio, che intercede sempre per noi, di far festa insieme agli angeli anche per un solo peccatore che si converte. (dalla Colletta)

GOCCE DILUCE - 15 settembre 2011 http://www.goccediluce.org/gocce2011_settembre.php
"La Madonna piange su questa Chiesa in cui non ne vede riflessa una vita di santità"

"Mia piccola Maria, stasera voi ricordate i dolori della Madre mia. I dolori inenarrabili conosciuti solo dal Padre. Sotto la Croce voi La ricordate, ma di tutti i dolori con cui la Madre ha partecipato della mia sofferenza è in ogni giorno della mia vita. Ora voi dite: "La Madonna non soffre più, gioisce in Paradiso". Sì, la Madonna è gioiosa con i Beati, ma ancora è la Madre Addolorata: ancor la Madre soffre e piange per i suoi figli di cui una moltitudine vede andare perduti. Ella geme e piange su questa umanità decaduta nel peccato che si perde poiché non riconosce più Dio per Padre e Lei per Madre.

La Madonna piange su questa Chiesa in cui non ne vede riflessa una vita di santità, sui sacerdoti e le anime religiose che non hanno più in sé stampato l'immagine di suo Figlio; la Madre piange per le famiglie che non la pregano, per i malati e i peccatori che non l'invocano come loro Avvocata. In questo mondo non La ricordano più, non la si ama più come Madre, e per questo non riconoscono più il vero amore di Cristo, di un Figlio da Lei partorito. Quando si riconosce la Madre si riconosce anche suo Figlio. La Madre piange dinanzi al trono dell'Altissimo e chiede e intercede per i meriti dei suoi dolori e per i meriti di coloro che ancora La amano e La seguono per condurre le anime alla salvezza.

Se per una madre terrena perdere un figlio è una piaga che difficilmente si richiude: è un ricordo che si riapre al dolore, quanto più per la Madonna che ne vede perdere tanti e che ama da vera Madre? Nei suoi innumerevoli dolori, vedendomi morire e partecipando, passo dopo passo, gemito dopo gemito, al mio seguito, le sue lacrime fecondavano e si univano sulla traccia delle mie orme, sapendo però che questo Figlio Santissimo è il Salvatore del mondo nel quale rimarrà sempre unita e innestata in eterno, di cui già ne attendeva la risurrezione. Ora invece quanti figli vanno persi e la Madonna li rincorre per le vie del calvario di questo mondo e grida: "…dove sono i miei figli?". E quanti sono coloro che l'aiutano nella sua ricerca e che si uniscono al suo dolore e alla sua partecipazione? Quanti sono i sacerdoti che L'amano veramente e quanti ancora tra di loro dicono il Rosario che invece hanno abbandonato, considerandolo una devozione inferiore alle loro orazioni? Quanti l'hanno presa nel cuore di sé stessi come invitai a fare a Giovanni? Non si è ancora compresa la grazia e il valore di Maria che è innestata nella pienezza di Dio in un'unica realtà non più separata. Chi l'ama, ama ancora più il Signore Dio. Ed Io benedico questi figli che così La onorano.

Accogliete la Madre Santa, amatela! Ella farà scaturire da voi le perle preziose della vostra santità. Chi l'ama è un prescelto, è un sanato. La Madonna vi conduce, passo dopo passo, sino alla salvezza. Amate i suoi dolori: sono gemme preziose che vi rivestono di santità e vi conducono alla profondità del suo amore. Dove sono coloro che hanno compassione della Madre mia? Chi ne raccoglie le lacrime…? Ti benedico".

http://www.cenacologam.it/chi-siamo/con ... tmCenacolo Gam | Chi Siamo | La "Comunità Consacrati del Gam"
www.cenacologam.it Sito ufficiale del Cenacolo GAM

”Gocce di luce - Gesù parla ad un’anima” Presentazione: http://www.goccediluce.org/forum/viewto ... 99d4c661ad


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Gocce di luce di aprile 2013 http://www.goccediluce.org/gocce2013_aprile.php
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-GOCCE DI LUCE – Oggi Gesù parla ad un'anima: INDICE GENERALE http://innamoratidellamadonna.it/forum/ ... hp?t=11450


Ave Maria! Gocce di luce – Oggi Gesù parla ad un'anima - E' uscito anche il V° volume. Ecco come fare per acquistarlo, anche assieme agli altri: http://innamoratidellamadonna.it/forum/ ... hp?t=11197

-Gocce di luce – Oggi Gesù parla ad un’anima:
7 dicembre 2011
"Tuffatevi nelle acque di Maria!"
8 dicembre 2011
"Maria è: "la Tutta Incarnata in Dio ed è l'Incarnante dei suoi figli"
http://www.goccediluce.org/gocce2011_dicembre.php

-GOCCE DI LUCE – Gesù parla ad un’anima: Presentazione -
Ave Maria! Questi insegnamenti spirituali li ricopio, mese per mese, letteralmente, così come sono stati scritti nel quaderno di una mamma di famiglia, che è casalinga. Ella vive nel totale nascondimento. Si tratta di locuzioni interiori, di cui ella viene privilegiata, da anni. Gesù le parla al cuore durante il ringraziamento alla Santa Comunione Eucaristica, e la chiama:”mia piccola Maria”. Le parole di Gesù le giungono come Gocce di luce, e in una grande pace, nel cuore. Poi ella scrive tutto sul suo quaderno, e in fretta, perché a casa deve preparare la cena per la sua famiglia.
Questo dono non è soltanto per suo beneficio spirituale, ma è per la Chiesa, è per tutti, e specialmente per noi sacerdoti. E’ per questo che mi sono deciso, dopo aver pregato, riflettuto e dopo essermi consigliato, a farlo conoscere.
Quest’anima la seguo spiritualmente da più di 10 anni, e posso garantire, davanti a Dio e alla mia coscienza, sulla sua sincerità, sulla sua vita cristiana. Le Gocce di luce, volta per volta, vengono sempre consegnate regolarmente all'autorità della Santa Madre Chiesa. http://www.goccediluce.org/gocce2013_maggio.php

GOCCE DI LUCE – Gesù parla ad un’anima - giugno 2013 http://www.goccediluce.org/gocce2013_giugno.php
“Venite al tabernacolo! Sono l'Innamorato che arde di nostalgiaed attende con trepidazione l'arrivo dell'amato!”

GOCCE DI LUCE – Gesù parla ad un’anima - luglio 2013 http://www.goccediluce.org/gocce2013_luglio.php
“San Benedetto ha dato dei fondamenti semplici, basilari, acquisibili da tutti
nel vivere questa chiamata che non appartiene solo ai monaci”


GOCCE DI LUCE E IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.goccediluce.org/gocce_cuoreimmacolato.php
Ave Maria! Carissimi/e, sappiamo che la Santa Chiesa, dopo le grandi prove, è destinata a trionfare e ciò avverrà tramite il Cuore Immacolato di Maria. Lo ha detto la Madonna a Fatima: “Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà e ci sarà la pace!”. E le Gocce di luce che dicono al riguardo?... Ecco qui una bella raccolta di Gocce di luce mariane che ci illuminano sul mistero di Maria e del suo Cuore di Mamma al quale vi affido e vi consacro per sempre. E vi benedico nel Cuore Eucaristico di Gesù e nel Cuore Immacolato di Maria. Pace e gioia sempre! don Armando Maria.

31 maggio 2009 http://www.goccediluce.org/gocce_cuoreimmacolato.php
"Cosa è il trionfo del Cuore Immacolato di Maria
se non la vita nuova che si vivrà sulla terra nello Spirito Santo?”


FATIMA: i canti bellissimi del Santuario http://www.servizioapostolatofatimasabina.it/


https://www.facebook.com/don.maria.5
Gesù e la Mamma Celeste vi amano assai e vi benedicono; e anche io, nel loro Santissimo Amore vi voglio bene e vi benedico per intercessione del Cuore Immacolato di Maria: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Don Armando Maria

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miriam bolfissimo
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 16, 2013 7:59 am

Mio carissimo don armando, pace e bene! leggo, e medito nel mio piccolo cuore...
  • ...ricordiamoci sempre di essere misericordiosi verso chi sbaglia
    come il Padre è Misericordioso verso di noi;
    non giudichiamoli, ma inginocchiamoci e preghiamo,
    imploriamo la Misericordia di Dio sopra di loro...
...e così prego...
  • Alto potente e glorioso Iddio,
    illumina le tenebre del cuore mio:
    dammi fede retta,
    speranza certa,
    carità perfetta.

    Dammi umiltà profonda...

    Dammi senno e conoscimento:
    che io possa servire
    sempre con gioia
    ogni tuo santo comandamento...
Un abbraccissimo, miriam bolfissimo ;)
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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