LE MIE RIFLESSIONI SUL MESSAGGIO DEL 02 MARZO 2010...

Ogni 2 del mese, a cura di Silvia da Medjugorje
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LE MIE RIFLESSIONI SUL MESSAGGIO DEL 02 MARZO 2010...

Messaggio da Info da Medjugorje » lun mar 08, 2010 3:51 pm

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LE MIE RIFLESSIONI SUL MESSAGGIO DELLA GOSPA DEL 02 MARZO 2010
" Cari figli, in questo tempo particolare del vostro tentativo di essere più vicino possibile a mio Figlio, alla Sua sofferenza, ma anche all'amore con cui l'ha portata, desidero dirvi che sono con voi. Vi aiuterò a vincere gli abbagli e le prove con la mia grazia. Vi insegnerò l'amore, l'amore che cancella tutti i peccati e vi rende perfetti. L'amore che vi dà la pace di mio Figlio ora e per sempre. La pace sia con voi, perché io sono la Regina della Pace. Vi ringrazio."


La Madonna parla del nostro tentativo di essere più vicini a Suo Figlio e alla Sua sofferenza...
Penso che la Madonna dice con ragione "tentativo". Quante volte siamo tentanti di non abbracciare, accettare la sofferenza, la croce, o addirittura non l'accettiamo, ignorando la grazia che contiene. Nei casi più gravi attribuiamo la colpa di tutto a Dio e Gli voltiamo le spalle.
Ci sono momenti nella nostra vita, nei quali dobbiamo affrontare delle prove che ci sembrano più grandi della nostra forza, e troppo pesanti per poterle sopportare. Ci sentiamo come paralizzati e continuiamo a non capire. Ci sembra assurdo che Dio possa permettere delle sofferenze tali, vedendoci deboli e schiacciati a terra incapaci di poterci rialzare. Non riusciamo più a vedere n’è a sentire niente e nessuno. Il buio attorno a noi si fa sempre più fitto e non lascia trapassare un po’ di luce. Non percepiamo il calore dell’Amore che desidera aiutarci. Il cuore è chiuso, stretto da una catena che non si riesce a spezzare, che si stringe sempre di più attorno al nostro cuore. L’amore non riesce più a circolare. Il crollo totale del nostro essere è pericolosamente vicino. Ci rifugiamo in quello che ci fa dimenticare per un po’ la nostra sofferenza, almeno così sembra fino al risveglio. Non ci rendiamo conto che questo è l’inizio della nostra morte spirituale che ci porta sempre più lontano da Colui, che vorrebbe essere la nostra Ancora di salvezza. Non riusciamo a dire con fede: “Signore, sia fatta la Tua Volontà, solo Tu sai quello che è giusto!”.
Non riusciamo più a vedere l’Amore che prima di tutti noi ha sopportato i dolori più assurdi, gratuitamente, per puro amore e per la nostra salvezza. Nessun essere umano non ha mai dovuto sopportare tali sofferenze e umiliazioni, e non sarebbe nemmeno capace di sopportarli. Non riusciamo a vedere Colui che è inchiodato sulla croce, n’è il Suo sguardo pieno di amore e di misericordia che ci dice:
"Ecco tua Madre"!
Intorno a noi il buio ha coperto tutto il nostro essere e sopprime ogni speranza. La solitudine ci soffoca come l’aria pesante di un temporale che si avvicina.
Come possiamo capire e sentire con quanto amore Gesù ha abbracciato portato la croce per noi, se già alla nostra prima caduta stentiamo di rialzarci, perché ci manca la forza di credere in Colui che ci ama veramente. Noi, che a quanto può sembrare, siamo costretti a ragionare e a agire come comanda il mondo, o forse no?...


Convertiti…
Immagina da oggi la tua vita nelle mani del tuo Padre Celeste. Lui è il tuo Padre vero. “Lui è vostro Padre, che è nel Cielo,” dice Gesù. Inizia a pensare, a parlare ad operare, a sentire con le coordinate del tuo Padre Celeste. Tu sei in Gesù e Lui è in te. Il Padre ti ama come ama il Suo Figlio. Rimani in questo amore. Racchiudilo nel profondo del tuo cuore interiorizza questa verità. Tutta la tua vita è custodita bene vicino a Dio. Dio è il traguardo del tuo operare. Tutta la tua forza viene da Dio. Tutto il tuo amore, il tuo desiderio e ogni pensiero sono custoditi dal tuo Padre Celeste. Da questo amore e unione potrai capire ogni dettaglio della natura, ogni legge della natura, l’uomo e tutta la sua storia. La Creazione può essere capita solo dal punto di vista del Creatore. Dio Padre è l’autore di tutto l’esistenza. Se l’uomo riposa nel cuore del Padre, tutto questa diventa riconoscibile. Il filo di Gesù a Suo Padre possa cablare anche tutto il tuo essere.
(dal libro di Prof. Dr. Tomislav Ivancic “Bello che esisti”.)


Prendi la tua croce e cammina acconto a Gesù. Accetta che Lui ti ami, che Lui veda la tua sofferenza, i tuoi limiti. Lui desidera farti resuscitare a vita nuova insieme a Lui. Ma lo può fare solo se tu sei disposto a morire insieme a Lui.

Gesù rispose: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!". La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: "Un angelo gli ha parlato". Rispose Gesù: "Questa voce non è venuta per me, ma per voi. (Gv 12, 23-30)

Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno". (Gv 6, 35-40)

Il pane condiviso insegna l'umiltà, insegna a raccogliere i pezzi avanzati, a non scartare nessuno, perché ognuno è sempre parte di un unico corpo. E l'Eucaristia insegna l'obbedienza della fede, a fidarsi di un Dio che si fida di me e mi fa capace di distribuire il pane a una grande folla, che nemmeno posso contare. A cominciare dalla preghiera, che ci suggerisce le parole credibili: "Se desidero medicare le mie ferite, tu sei medico. Se brucio di febbre, tu sei la sorgente ristoratrice. Se sono oppresso dalla colpa, tu sei il perdono. Se ho bisogno di aiuto, tu sei la forza. Se temo la morte, tu sei la vita eterna. Se desidero il cielo, tu sei la vita. Se fuggo le tenebre, tu sei la luce. Se cerco il cibo, tu sei il nutrimento" (S.Ambrogio).

Gesù allora disse loro: "Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce". (Gv, 12, 35-36)

E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora:
Ha reso ciechi i loro occhi
e ha indurito il loro cuore,
perché non vedano con gli occhi
e non comprendano con il cuore, e si convertano
e io li guarisca!
Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui. (Gv, 12, 39-41)

Maria ai piedi della croce
Nel momento della crocifissione l'"ora" è venuta e di nuovo la "donna" è lì presente, in piedi presso la croce (Gv 19,25-27) ed è presente anche il discepolo che Gesù amava.
Di nuovo troviamo accanto a Gesù la figura della madre e del discepolo, nessuno dei due chiamato per nome, ma indicati con un termine di funzione. La "madre" precede e dà l'origine; il "discepolo" impara, segue e continua. La madre rappresenta il passato, il discepolo il futuro; la madre è l'Israele fedele, il discepolo è il nuovo popolo fedele che Gesù ama. Sono realmente Maria e Giovanni; ma sono anche simbolicamente queste due grandi realtà della storia della salvezza.
Nell'ora decisiva, Gesù chiama la madre "donna" e le affida il discepolo: è il momento del passaggio, del cambiamento dell'alleanza e dell'accoglienza del nuovo figlio. Al discepolo Gesù affida la madre e da quel momento egli la prese "con sé": è il fondamento della maternità spirituale di Maria per ogni discepolo del Cristo e dell'eredità spirituale dell'antica rivelazione affidata alla Chiesa.
Alla madre e al discepolo, misticamente uniti, il Messia consegna il suo Spirito, la sua vita, la vita stessa di Dio.
(Portale di Mariologia - Maria nel Nuovo Testamento)

Siete presenti nel mio cuore e nelle mie preghiere. Un forte abbraccio da Medjugorje. Silvia :D

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