NATALE & gli ANGELI

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NATALE & gli ANGELI

Messaggio da Beldanubioblu » mer mar 07, 2007 2:49 pm

I QUATTRO ANGELI DEL NATALEImmagine

Gli angeli sono quattro,
come quattro sono le settimane che preparano al Natale
ed ognuno di essi indossa un vestito di un colore
che rappresenta una particolare qualità.
Il blu significa il silenzio ed il raccoglimento;
il rosso rappresenta l'amore;
il bianco é il simbolo della luce che brilla nel cuore di chi crede ed il viola, che é formato dall'unione del blu e del rosso,
indica l'amore vero,
quello profondo,
che nasce quando si sta in silenzio
e si ascolta la voce del Signore dentro di noi.


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Durante la prima settimana,
un grande angelo discende dal cielo per invitare gli uomini a prepararsi per il Natale.
E' vestito con un grande mantello blu,
intessuto di silenzio e di pace.
La maggior parte della gente non sente il suo arrivo
perché é troppo indaffarata nelle faccende quotidiane.
L'angelo blu canta con voce profonda
e soltanto quelli che hanno un cuore attento possono sentirlo.
Egli canta: " Il cielo scende sulla terra.
Dio viene ad abitare nel cuore degli uomini.
Prestate attenzione! Apritegli la porta".
E quelli che lo sentono incominciano a prepararsi per il Natale;
cantano lodi al Signore, pregano,
si impegnano a diventare più buoni per essere degni di colui la cui bontà é infinita...
Durante la seconda settimana,
un angelo col mantello rosso scende dal cielo e porta un cesto vuoto con la mano sinistra.
Questo cesto é intessuto di raggi di sole e può contenere soltanto
ciò che é leggero e delicato.
L'angelo rosso passa su tutte le case e cerca;
guarda nel cuore di tutti gli uomini per vedere se trova un po' di amore....
Se lo trova, lo prende lo mette nel cesto e lo porta in alto, in cielo.
E lassù le anime di tutti quelli che sono sepolti in terra
e tutti gli angeli prendono questo amore e ne fanno della luce per le stelle.
Nella terza settimana,
un angelo bianco e luminoso discende sulla terra.
Tiene sulla mano destra un raggio di sole.
Va verso gli uomini che conservano in cuore l'amore e li tocca col suo raggio di luce.
Essi si sentono felici perché nell'inverno freddo e buio sono rischiarati ed illuminati.
Il sole brilla nei loro occhi, avvolge le loro mani,
i loro piedi e tutto il corpo.
Anche i più poveri e gli umili sono così trasformati
ed assomigliano agli angeli, perché hanno l'amore nel cuore.
Soltanto coloro che hanno l'amore nel cuore possono vedere l'angelo bianco...
Nella quarta settimana e ultima settimana di Avvento,
appare in cielo un angelo dal mantello viola.
L'angelo color viola passa su tutta la terra tenendo col braccio sinistro una cetra d'oro.


Immagine


Suona una musica dolcissima e canta soavemente.
Ma per poterlo udire occorre avere un cuore silenzioso ed attento.
Egli canta il canto della pace.
Molti piccoli angeli lo accompagnano e cantano con lui.
" Pace in terra agli uomini di buona volontà" canta,
dopo di cui tutti i semi che dormono sulla terra
si svegliano perché essa ha ascoltato questo canto ed ha tremato di gioia.




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Messaggio da Beldanubioblu » mer mar 07, 2007 3:16 pm

Gli Angeli nel PresepeImmagine


Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia.
Il presepe attraverso i secoli

Sono gli evangelisti Luca e Matteo i primi a descrivere la Natività. Nei loro brani c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Si narra infatti della umile nascita di Gesù, come riporta Luca, "in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo" (Ev., 2,7); dell'annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già re. Questo avvenimento così familiare e umano se da un lato colpisce la fantasia dei paleocristiani rendendo loro meno oscuro il mistero di un Dio che si fa uomo, dall'altro li sollecita a rimarcare gli aspetti trascendenti quali la divinità dell'infante e la verginità di Maria. Così si spiegano le effigi parietali del III secolo nel cimitero di S. Agnese e nelle catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla in Roma che ci mostrano una Natività e l'adorazione dei Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno assegna i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma soprattutto si caricano di significati allegorici i personaggi dei quali si va arricchendo l'originale iconografia: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell'infante. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re. A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico a cinque parti in avorio e pietre preziose del V secolo che si ammira nel Duomo di Milano e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato. Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri. Il presepio come lo vediamo realizzare ancor oggi ha origine, secondo la tradizione, dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223; episodio poi magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Primo esempio di presepe inanimato, a noi pervenuto, è invece quello che Arnolfo di Cambio scolpirà nel legno nel 1280 e del quale oggi si conservano le statue residue nella cripta della Cappella Sistina di S. Maria Maggiore in Roma. Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel '600 e '700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un'impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l'impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell'epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. Questo per dare verosimiglianza alla scena delimitata da costruzioni riproducenti luoghi tipici del paesaggio cittadino o campestre: mercati, taverne, abitazioni, casali, rovine di antichi templi pagani. A tali fastose composizioni davano il loro contributo artigiani vari e lavoranti delle stesse corti regie o la nobiltà, come attestano gli splendidi abiti ricamati che indossano i Re Magi o altri personaggi di spicco, spesso tessuti negli opifici reali di S. Leucio. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l'uso della cera a Palermo e Siracusa o le terracotte dipinte a freddo di Savona e Albisola. Sempre nel '700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento che ha un illustre predecessore in quello costruito da Hans Schlottheim nel 1588 per Cristiano I di Sassonia. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel '800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l'arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l'uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti per censo e ricchezza gareggiavano tra loro nel farsi costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Famosi quello della famiglia Forti posto sulla sommità della Torre degli Anguillara, o della famiglia Buttarelli in via De' Genovesi riproducente Greccio e il presepe di S. Francesco o quello di Padre Bonelli nel Portico della Chiesa dei Santi XII Apostoli, parzialmente meccanico con la ricostruzione del lago di Tiberiade solcato dalle barche e delle città di Gerusalemme e Betlemme. Oggi dopo l'affievolirsi della tradizione negli anni '60 e '70, causata anche dall'introduzione dell'albero di Natale, il presepe è tornato a fiorire grazie all'impegno di religiosi e privati che con associazioni come quelle degli Amici del Presepe, Musei tipo il Brembo di Dalmine di Bergamo, Mostre, tipica quella dei 100 Presepi nelle Sale del Bramante di Roma; dell'Arena di Verona, rappresentazioni dal vivo come quelle della rievocazione del primo presepio di S. Francesco a Greccio e i presepi viventi di Rivisondoli in Abruzzo o Revine nel Veneto e soprattutto la produzione di artigiani presepisti, napoletani e siciliani in special modo, eredi delle scuole presepiali del passato, hanno ricondotto nelle case e nelle piazze d'Italia la Natività e tutti i personaggi della simbologia cristiana del presepe.

(A cura di Marycle http ://guide.dada.net)

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Messaggio da Beldanubioblu » mer mar 07, 2007 3:30 pm

L'annuncio ai pastoriImmagine


La forza dell'angelo cristiano sta nella sua attenzione agli umili, a coloro che non hanno potenza nel mondo: i pastori, cui l'angelo appare per condurli alla grotta del Bambino, sono il simbolo e l'immagine di tutti coloro che, nle mondo, lavorano nel silenzio di giorno e di notte. La prima manifestazione dell'incarnazione di Dio è per loro.

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».


Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.



Chiunque lavora può fare propria la preghiera e il canto degli angeli sopra la grotta.

La gloria celeste e la pace sulla terra sono il dono più grande per il quale si possono pregare gli angeli.

Come pregarlo

Angeli operosi,

volgete il vostro sguardo benigno sul mondo del lavoro.

Su quanti compiono un lavoro intellettuale, morale o materiale.

Voi che avete consolato i pastori

che lavoravano nella notte

fate che il lavoro non manchi mai

a noi e a tutte le donne e gli uomini del mondo.


(A cura di Marycle http ://guide.dada.net)
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Messaggio da Beldanubioblu » mer mar 07, 2007 3:37 pm

Gloria a Dio nell'alto dei celiImmagine


Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia". E subito apparve con l`angelo una moltitudine dell`esercito celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama".

Nell'estate del 1992 Papa Giovanni Paolo II ha ribadito con forza l'esistenza degli Angeli e che vengono mandati dalla Divina Provvidenza affinchè ci aiutino a raggiungere la santità della vita.


La loro presenza è comune alla religione ebraica, cristiana e mussulmana. Quasi ogni pagina della Bibbia attesta l'esistenza di queste creature spirituali (sono nominati in più di 300 passi e la loro attività a favore degli uomini e nei Vangeli essi sono continuamente presenti, a cominciare da quello che annuncia a Zaccaria la nascita del Precursore del Cristo:

"Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. [12]Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. [13]Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni..."

Nella vita della Santa Famiglia la loro opera è di annuncio, di protezione, di consiglio:

- l'Angelo Gabriele annuncia a Maria il concepimento di Gesù
- un angelo informa Giuseppe della divina Maternità di Maria e più tardi lo avviserà di mettere in salvo il Bambino e sua Madre dalla furia di Erode, come pure l'informerà del cessato pericolo e lo inciterà a rientrare in Israele.

Nella notte della Natività, i pastori saranno avvisati da un angelo:


" Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l`angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".
E subito apparve con l`angelo una moltitudine dell`esercito celeste che lodava Dio e diceva:


"Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama".


Nella vita di Gesù queste creature sono sempre presenti nei momenti di più alta tensione, per consolarlo e servirlo:
- nel deserto, quando il diavolo se ne va, dopo averlo tentato con i suoi allettamenti "ecco angeli gli si accostarono e lo servivano".
- nell'orto degli Ulivi, quando angosciato per la fine ormai prossima "gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo".
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