Riflessi di lago, specchio di un'anima ... 2013

Riflessi di lago, specchio di un’anima…

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Riflessi di lago, specchio di un'anima ... 2013

Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 30, 2013 8:05 am

  • ImmagineLe piaghe del povero, carne di Cristo
C'era una volta un ricco... La parabola del ricco senza nome e del povero Lazzaro inizia con il tono di una favola e si svolge con il sapore di un apologo morale: c'è uno che si gode la vita, un superficiale spensierato, al quale ben presto la vita stessa presenta il conto. Il cuore della parabola non sta però in una sorta di capovolgimento nell'aldilà: chi patisce in terra godrà nel cielo e chi gode in questa vita soffrirà nell'altra. Il messaggio è racchiuso in una parola posta sulla bocca di Abramo, la parola "abisso", un grande abisso è stabilito tra noi e voi. Questo baratro separava i due personaggi già in terra: uno affamato e l'altro sazio, uno in salute e l'altro coperto di piaghe, uno che vive in strada l'altro al sicuro in una bella casa. Il ricco poteva colmare il baratro che lo separava dal povero e invece l'ha ratificato e reso eterno.

L'eternità inizia quaggiù, l'inferno non sarà la sentenza improvvisa di un despota, ma la lenta maturazione delle nostre scelte senza cuore. Che cosa ha fatto il ricco di male? La parabola non è moralistica, non si leva contro la cultura della bella casa, del ben vestire, non condanna la buona tavola. Il ricco non ha neppure infierito sul povero, non lo ha umiliato, forse era perfino uno che osservava tutti i dieci comandamenti. Lo sbaglio della sua vita è di non essersi neppure accorto dell'esistenza di Lazzaro. Non lo vede, non gli parla, non lo tocca: Lazzaro non esiste, non c'è, non lo riguarda. Questo è il comportamento che san Giovanni chiama, senza giri di parole, omicidio: chi non ama è omicida (1 Gv 3,15).

Tocchiamo qui uno dei cuori del Vangelo, il cui battito arriva fino al giorno del giudizio finale: Avevo fame, avevo freddo, ero solo, abbandonato, l'ultimo, e tu hai spezzato il pane, hai asciugato una lacrima, mi hai regalato un sorso di vita. Il male è l'indifferenza, lasciare intatto l'abisso fra le persone. Invece «il primo miracolo è accorgersi che l'altro, il povero esiste» (S. Weil), e cercare di colmare l'abisso di ingiustizia che ci separa. Nella parabola Dio non è mai nominato, eppure intuiamo che era lì presente, pronto a contare ad una ad una tutte le briciole date al povero Lazzaro e a ricordarle per sempre, tutte le parole, ogni singolo gesto di cura, tutto ciò che poteva regalare a quel naufrago della vita dignità e rispetto, riportare uomo fra gli uomini colui che era solo un'ombra fra i cani. Perché il cammino della fede inizia dalle piaghe del povero, carne di Cristo, corpo di Dio. «Se stai pregando e un povero ha bisogno di te, lascia la preghiera e vai da lui. Il Dio che trovi è più sicuro del Dio che lasci» (san Vincenzo de Paoli).
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 30, 2013 8:05 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: domenica 29 settembre 2013, settimo giorno

Angelo, mio custode, zelante avvocato che con incessanti preghiere rivolte al cielo,
intercedi per la mia eterna salvezza e allontani dal mio capo i meritati castighi,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro dei Troni eletti
a sostenere il soglio dell'Altissimo e a stabilire gli uomini nel bene.
Ti prego, nella tua carità, di concedermi il dono inestimabile della finale perseveranza,
affinché nella morte trapassi felicemente dalle miserie dell'esilio terreno alla gioia eterna della Patria Celeste.
  • Angelo di Dio
    che sei il mio Custode:
    illumina, custodisci,
    reggi e governa me,
    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 30, 2013 8:06 am

Immagine

domenica 29 settembre 2013, giorno di festa e gioia in onore dei Santi Arcangeli

Michele, Gabriele e Raffaele...

  • Glorioso Arcangelo Michele, principe delle milizie celesti,
    difendici contro tutti i nostri nemici visibili e invisibili
    e non permettere mai che cadiamo sotto la loro crudele tirannia.

    San Gabriele Arcangelo, tu che giustamente sei chiamato la forza di Dio poiché sei stato scelto per annunciare a Maria
    il mistero in cui l'Onnipotente doveva manifestare meravigliosamente la forza del suo braccio,
    facci conoscere i tesori racchiusi nella persona del Figlio di Dio e sii nostro messaggero presso la sua santa Madre.

    San Raffaele Arcangelo, guida caritatevole dei viaggiatori, tu che, con la potenza divina, operi miracolose guarigioni,
    degnati di guidarci nel corso dei nostro pellegrinaggio terreno
    e suggeriscici i veri rimedi che possono guarire le nostre anime e i nostri corpi.
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 30, 2013 8:06 am

  • Immagine
Novena alla Beata Vergine del Rosario: domenica 29 settembre 2013, secondo giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Prostrata ai piedi del tuo trono, o grande e gloriosa Signora, l'anima mia Ti venera tra gemiti ed affanni ond’è oppressa oltre misura. In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, io alzo confidente gli occhi a Te, che Ti sei degnata di eleggere per tua dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. E là, di fronte alla città ed all’anfiteatro ove regna silenzio e rovina, Tu come Regina delle Vittorie, levasti la tua voce potente per chiamare d'ogni parte d'Italia e del mondo cattolico i devoti tuoi figli ad erigerti un Tempio. Ti muovi alfine a pietà di quest’anima mia che giace avvilita nel fango. Pietà di me, o Signora, pietà di me che sono oltremodo ripieno di miseria e di umiliazioni. Tu che sei lo sterminio dei demoni difendimi da questi nemici che mi assediano. Tu che sei l’Aiuto dei cristiani, traimi da queste tribolazioni in cui verso miserevolmente. Tu che sei la Vita nostra, trionfa della morte che minaccia l'anima mia in questi pericoli in cui trovasi esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l'amore, la salute. Amen.
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 30, 2013 8:07 am

ImmagineNovena all’Angelo Custode: lunedì 30 settembre 2013, ottavo giorno

Angelo, mio custode, consolatore benigno che con soavi ispirazioni mi conforti in tutti i travagli della vita presente e in tutti i timori della futura,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Cherubini che, pieni della scienza di Dio, sono eletti ad illuminare la nostra ignoranza. Ti prego di assistermi, con particolare sollecitudine e di consolarmi sia nelle difficoltà presenti sia nei tormenti futuri; affinché rapito dalla tua dolcezza, riflesso di quella divina, distolga il cuore dalle fallaci lusinghe terrene per riposare nella speranza della futura felicità.
  • Angelo di Dio
    che sei il mio Custode:
    illumina, custodisci,
    reggi e governa me,
    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun set 30, 2013 8:07 am

  • Immagine
Novena alla Beata Vergine del Rosario: lunedì 30 settembre 2013, terzo giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Il sentire che tanti sono stati da Te beneficati solo perché ricorsi a Te con fede, m’infonde novella lena e coraggio d'invocarti in mio soccorso. Tu già promettesti a san Domenico che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene: io col tuo Rosario in mano oso ricordarti , o Madre, le tue sante promesse. Anzi Tu stessa ai dì nostri operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli a onorarti nel Tempio di Pompei. Tu dunque vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Ed io col cuore sulle labbra, con viva fede Ti chiamo e T'invoco: Madre mia, Madre cara, Madre bella, Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non più tardare a stendermi la mano tua potente per salvarmi: chè il ritardo, come vedi, mi porterebbe alla rovina.
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar ott 01, 2013 2:09 pm

Immagine
      • Alto potente e glorioso Iddio,
        illumina le tenebre del cuore mio:
        dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta.

        Dammi umiltà profonda...

        Dammi senno e conoscimento:
        che io possa servire, sempre e con gioia,
        ogni tuo santo comandamento...
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar ott 01, 2013 2:09 pm

ImmagineNovena all’Angelo Custode: martedì 1 ottobre 2013, nono giorno

Angelo, mio custode, infaticabile collaboratore della mia salvezza eterna
che mi elargisci in ogni momento innumerevoli benefici,
Ti saluto e Ti ringrazio, insieme a tutto il Coro dei Serafini che,
accesi della divina carità, sono eletti ad infiammare i nostri cuori.
Ti prego di accendere nell'anima mia una scintilla di quello stesso angelico amore affinché,
distrutto in me tutto quello che é del mondo e secondo la carne,
possa, senza ostacolo, contemplare le cose celesti.
Dopo aver corrisposto, sempre fedelmente la tua amorevole premura su questa terra,
possa lodarti, ringraziarti e amarti nel Regno dei Cieli. Amen
  • Angelo di Dio
    che sei il mio Custode:
    illumina, custodisci,
    reggi e governa me,
    che Ti fui affidata dalla Pietà Celeste. Amen
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar ott 01, 2013 2:11 pm

  • Immagine
Novena alla Beata Vergine del Rosario: martedì 1 ottobre 2013, quarto giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
E a chi altri mai ho dovrò ricorrere, se non a Te che sei il Sollievo dei miserabili, Conforto degli abbandonati, la Consolazione degli afflitti? Io te lo confesso, l’anima mia è miserabile, gravata da enormi colpe, meritevole di ardere nell’inferno, indegna di ricevere grazie! Ma non sei Tu la Speranza di chi dispera, la Madre di Gesù, unico mediatore tra l’uomo e Dio, la potente nostra Avvocata presso il trono dell'Altissimo, il Rifugio dei peccatori? Solo che tu dì una parola in mio favore al tuo Figlio, ed Egli mi esaudirà. Chiedigli, dunque, o Madre, questa grazia di cui tanto io ho bisogno. Tu sola puoi ottenermela: Tu che sei l’unica speranza mia, la mia consolazione, la mia dolcezza, la vita mia. Così spero. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar ott 01, 2013 2:14 pm

ImmagineMio grande Cuore, in qs mese la mia preghiera di intercessione è per i missionari di tutto il mondo: concedi a tutti di essere portatori del Tuo Regno, qui ed ora...

...con tutto il mio piccolo cuore ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer ott 02, 2013 7:49 am

ImmagineMercoledì 2 ottobre 2013, giorno di festa e gioia in onore degli Angeli Custodi...
  • Chi abita al riparo dell’Altissimo
    passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
    Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
    mio Dio in cui confido».

    Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
    dalla peste che distrugge.
    Ti coprirà con le sue penne,
    sotto le sue ali troverai rifugio;
    la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

    Non temerai il terrore della notte
    né la freccia che vola di giorno,
    la peste che vaga nelle tenebre,
    lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

    Non ti potrà colpire la sventura,
    nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
    Egli per te darà ordine ai suoi angeli
    di custodirti in tutte le tue vie.

    • Salmo 90
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » mer ott 02, 2013 7:50 am

  • Immagine
Novena alla Beata Vergine del Rosario: mercoledì 2 ottobre 2013, quinto giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
O Vergine e Regina del santo Rosario, Tu che sei la Figlia del Padre Celeste, la Madre dei Figliuol divino, la Sposa dello Spirito Santo; Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, devi impetrarmi questa grazia tanto a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna.. Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, per i tuoi gaudi, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi. Te la domando per il Cuore del tuo amoroso Gesù, per quei nove mesi che lo portasti nel seno, per gli stenti della sua vita, per l’acerba sua Passione, per la sua morte in Croce, per il Nome suo santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, che sei Stella del mare, Signora potente, Madre di dolore, Porta del Paradiso e Madre di ogni grazia. In Te confido, da Te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio ott 03, 2013 10:16 am

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Novena alla Beata Vergine del Rosario: giovedì 3 ottobre 2013, sesto giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
O Santo sacerdote di Dio e glorioso Patriarca San Domenico, che fosti l’amico, il figliuolo prediletto e il confidente della celeste Regina, e tanti prodigi operasti per virtù del Santo Rosario; e tu, Santa Caterina da Siena, figliuola primaria di quest’ordine del Rosario e potente mediatrice presso il trono di Maria e presso il Cuore di Gesù, da cui avesti cambiato il cuore: voi, Santi miei cari, guardate le mie necessità e abbiate pietà dello stato in cui mi trovo. Voi aveste in terra il cuore aperto ad ogni altrui miseria e la mano potente a sovvenirla, ora in Cielo non è venuta meno né la vostra carità, né la vostra potenza. Pregate per me la madre del Rosario ed il Figliuolo Divino, giacchè ho gran fiducia che per mezzo vostro ho da conseguire la grazia che tanto desidero. Amen
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ott 04, 2013 7:36 am

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Novena alla Beata Vergine del Rosario: venerdì 4 ottobre 2013, settimo giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Regina del Santo Rosario, prega per noi affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven ott 04, 2013 7:43 am

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Novena alla Beata Vergine del Rosario: sabato 6 ottobre 2013, ottavo giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Regina del Santo Rosario, prega per noi affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 07, 2013 10:16 am

  • ImmagineLa fede, un «niente» che può «tutto»
Gesù ha appena avanzato la sua proposta "unica misura del perdono è perdonare senza misura", che agli Apostoli appare un obiettivo inarrivabile, al di là delle loro forze, e sgorga spontanea la richiesta: accresci in noi la fede. Da soli non ce la faremo mai. Gesù però non esaudisce la richiesta, perché non tocca a Dio aggiungere, accrescere, aumentare la fede, non può farlo: essa è la libera risposta dell'uomo al corteggiamento di Dio. Gesù cambia la prospettiva da cui guardare la fede, introducendo come unità di misura il granello di senape, proverbialmente il più piccolo di tutti i semi: non si tratta di quantità, ma di qualità della fede.

Fede come granello, come briciola; non quella sicura e spavalda ma quella che, nella sua fragilità, ha ancora più bisogno di Lui, che per la propria piccolezza ha ancora più fiducia nella sua forza. Allora ne basta un granello, poca, anzi meno di poca, per ottenere risultati impensabili. La fede è un niente che è tutto. Leggera e forte. Ha la forza di sradicare alberi e la leggerezza di farli volare sul mare: se aveste fede come un granello di senape, potrete dire a questo gelso sradicati. Io ho visto alberi volare, ho visto il mare riempirsi di gelsi. Ho visto, fuori metafora, discepoli del Vangelo riempire l'orizzonte di imprese al di sopra delle forze umane. Segue poi poi una piccola parabola sul rapporto tra padrone e servo, che inizia come una fotografia della realtà: Chi di voi, se ha un servo ad arare, gli dirà, quando rientra: Vieni e mettiti a tavola? E che termina con una proposta spiazzante, nello stile tipico del Signore: Quando avete fatto tutto dite: siamo servi inutili.

Capiamo bene: servo inutile significa non determinante, non decisivo; indica che la forza che fa crescere il seme non appartiene al seminatore; che la forza che converte non sta nel predicatore, ma nella Parola. «Noi siamo i flauti, ma il soffio è tuo, Signore» (Rumi). Allora capisco che chiedere «accresci la mia fede» significa domandare che questa forza vivificante entri come linfa nelle vene del cuore. Servo inutile è colui che, in una società che pensa solo all'utile, scommette sulla gratuità, senza cercare il proprio vantaggio, senza vantare meriti. La sua gioia è servire la vita, custodendo con tenerezza coloro che gli sono affidati. Mai nel Vangelo è detto inutile il servizio, anzi esso è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà. È il nome dell'opera compiuta da Gesù, venuto per servire, non per essere servito. Come lui anch'io sarò servo, perché questo è l'unico modo per creare una storia diversa, che umanizza, che libera, che pianta alberi di vita nel deserto e nel mare. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 07, 2013 10:17 am

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Novena alla Beata Vergine del Rosario: domenica 7 ottobre 2013, nono giorno
  • Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
    Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Regina del Santo Rosario, prega per noi affinché siamo resi degni delle promesse di Cristo
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 14, 2013 9:09 am

  • ImmagineLa fede è libera risposta all'amore di Dio
Dieci lebbrosi all'ingresso di un villaggio, nove giudei e un samaritano insieme. La sofferenza li ha uniti, la guarigione li separerà. Insieme pregano Gesù ed egli: appena li vede... Notiamo il dettaglio: subito, senza aspettare un secondo di più, appena li vede, con un'ansia di guarirli. La sua fretta mi ricorda un verso bellissimo di Twardowski: affrettiamoci ad amare, le persone se ne vanno così presto! Affrettiamoci ad amare...

Gesù disse loro: Andate a presentarvi ai sacerdoti. E mentre andavano, furono purificati. Sono purificati non quando arrivano dai sacerdoti, ma mentre camminano, sui passi della fede. Nove dei guariti non tornano: scompaiono nel vortice della loro felicità, dentro gli abbracci ritrovati, ritornati persone piene, libere. Unico, un eretico straniero torna indietro e lo fa perché ascolta il suo cuore, perché intuisce che la salute non viene dai sacerdoti, ma da Gesù; non dall'osservanza di leggi e riti, ma dal rapporto vivo con lui. Per Gesù conta il cuore e il cuore non ha frontiere politiche o religiose. Il centro del brano è l'ultima parola: la tua fede ti ha salvato. Nove sono guariti, ma uno solo è salvato. Per fede.

Nel racconto possiamo distinguere i tre passi fondamentali del cammino del credere: ho bisogno / mi fido / ringrazio e mi affido. La fede nasce dal bisogno, dal grido universale della carne che soffre, dalla nostra fame di vita, di senso, di amore, di salute, quando non ce la fai e tendi le mani. Poi «mi fido». Il grido del bisogno è ricco di fiducia: qualcuno ascolterà, qualcuno verrà, già viene in aiuto. I dieci si fidano di Gesù e sono guariti. Ma a questa fede manca qualcosa, una dimensione fondamentale: la gioia di un abbraccio, una relazione, una reciprocità, una risposta. Il terzo passo: ti ringrazio è compiuto dallo straniero. Il filosofo Hegel dice: denken ist danken, pensare è ringraziare, perché siamo debitori, di tutto. E il poeta Turoldo: io vorrei dare una cosa al mio Signore, ma non so che cosa... ecco, la vita che mi hai ridato, te la rendo nel canto. Allora corro da lui, mi stringo a lui, come un bambino alla madre, come l'amato all'amata, quando ciascuno mette la propria vita, e i sogni e il futuro, nella mani dell'altro.

Tutti hanno ricevuto il dono, uno solo ha risposto. La fede è la libera risposta dell'uomo al corteggiamento di Dio. Ed entrare in contatto con la madre di tutte le parole religiose: «grazie». Voglio fare come quello straniero: domani inizierò la mia giornata tornando a Dio con il cuore, non recitando preghiere, ma donandogli una cosa, una parola: «grazie». E lo stesso farò poi con quelli di casa. Lo farò in silenzio e con un sorriso. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 14, 2013 9:14 am

Immagine13 ottobre 2013, giorno di consacrazione alla Beata Vergine di Fatima,

Madre dolcissima di Dio e Madre nostra...


...ad una voce...
  • Beata Maria Vergine di Fatima,
    con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna
    uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni
    che ti dicono beata.

    Celebriamo in te le grandi opere di Dio,
    che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità,
    afflitta dal male e ferita dal peccato,
    per guarirla e per salvarla.

    Accogli con benevolenza di Madre
    l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,
    dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.

    Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi
    e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.

    Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo
    e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.

    Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:
    benedici e rafforza ogni desiderio di bene;
    ravviva e alimenta la fede;
    sostieni e illumina la speranza;
    suscita e anima la carità;
    guida tutti noi nel cammino della santità.

    Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione
    per i piccoli e i poveri,
    per gli esclusi e i sofferenti,
    per i peccatori e gli smarriti di cuore:
    raduna tutti sotto la tua protezione
    e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 21, 2013 8:54 am

  • ImmagineLa preghiera è il respiro della vita
Disse una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi mai. Il pericolo che minaccia la preghiera è quello della stanchezza: qualche volta, spesso pregare stanca, anche Dio può stancare. È la stanchezza di scommettere sempre sull'invisibile, del grido che non ha risposta, quella che avrebbe potuto fiaccare la vedova della parabola, alla quale lei non cede. Gesù ha una predilezione particolare per le donne sole che rappresentano l'intera categoria biblica dei senza difesa, vedove orfani poveri, i suoi prediletti, che egli prende in carico e ne fa il collaudo, il laboratorio di un mondo nuovo.

Così di questa donna sola: c'era un giudice corrotto in una città, una vedova si recava ogni giorno da lui e gli chiedeva: fammi giustizia contro il mio avversario! Che bella figura, forte e dignitosa, che nessuna sconfitta abbatte, fragile e indomita, maestra di preghiera: ogni giorno bussa a quella porta chiusa. Come lei, anche noi: quante preghiere sono volate via senza portare una risposta! Ma allora, Dio esaudisce o no le nostre preghiere? «Dio esaudisce sempre: non le nostre richieste, le sue promesse» (Bonhoeffer). E il Vangelo ne trabocca: sono venuto perché abbiate la vita in pienezza, non vi lascerò orfani, sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo, il Padre sa di cosa avete bisogno.

Con l'immagine della vedova mai arresa Gesù vuole sostenere la nostra fiducia: Se un giudice, che è in tutto all'opposto di Dio, alla fine ascolta, Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano a lui, prontamente? Li farà a lungo aspettare? Ci perdoni il Signore, ma a volte la sensazione è proprio questa, che Dio non risponda così prontamente e che ci faccia a lungo aspettare. Ma quel prontamente di Gesù non si riferisce a una questione temporale, non vuol dire «subito», ma «sicuramente». Il primo miracolo della preghiera è rinsaldare la fede, farla poggiare sulla prima certezza che la parabola trasmette: Dio è presente nella nostra storia, non siamo abbandonati. Dio interviene, ma non come io vorrei, come lui vorrà. Seconda certezza: un granello di senape di fede, una piccola vedova che non si lascia fiaccare, abbattono le mura.

La preghiera è un «no» gridato al «così vanno le cose». È il primo vagito di una storia nuova che Dio genera con noi. La preghiera è il respiro della fede (papa Francesco): pregare è una necessità, perché se smetto di respirare smetto di vivere. Questo respiro, questo canale aperto in cui scorre l'ossigeno di Dio, viene prima di tutto, prima di chiedere un dono particolare, un aiuto, una grazia. È il respiro della vita, come per due che si amano, il respiro del loro amore. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » mar ott 22, 2013 7:44 am

22 ottobre 2013, giorno di festa e gioia in onore del beato giovanni paolo ii...

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun ott 28, 2013 9:26 am

  • ImmagineIl pubblicano e quel «tu» che salva
Gesù, rivolgendosi a chi si sente a posto e disprezza gli altri, mostra che non si può pregare e disprezzare, adorare Dio e umiliare i suoi figli, come fa il fariseo. Pregare può diventare in questo caso perfino pericoloso: puoi tornare a casa tua con un peccato in più. Eppure il fariseo inizia la preghiera con le parole giuste: O Dio, ti ringrazio. Ma tutto ciò che segue è sbagliato: ti ringrazio di non essere come gli altri, ladri, ingiusti, adulteri. La sua preghiera non è un cuore a cuore con Dio, è un confronto e un giudizio sugli altri, tutti disonesti e immorali. L'unico che si salva è lui stesso. Come deve stare male il fariseo in un mondo così malato, dove è il male che trionfa dappertutto! Il fariseo: un buon esecutore di precetti, onesto ma infelice. Io digiuno, io pago le decime, io non sono... Il fariseo è irretito da una parola che non cessa di ripetere: io, io, io. È un Narciso allo specchio, per il quale Dio non serve a niente se non a registrare le sue performances, è solo una muta superficie su cui far rimbalzare la sua soddisfazione. Il fariseo non ha più nulla da ricevere, nulla da imparare: conosce il bene e il male e il male sono gli altri. Ha dimenticato la parola più importante del mondo: tu.

Il pubblicano invece dal fondo del tempio non osava neppure alzare gli occhi, si batteva il petto e diceva: Abbi pietà di me peccatore. Due parole cambiano tutto nella sua preghiera, rendendola autentica. La prima parola è tu: Tu abbi pietà. Mentre il fariseo costruisce la sua religione attorno a quello che lui fa, il pubblicano la fonda su quello che Dio fa. L'insegnamento della parabola è chiaro: la relazione con Dio non segue logiche diverse dalle relazioni umane. Le regole sono semplici e valgono per tutti. Se metti al centro l'io, nessuna relazione funziona. Non nella coppia, non con gli amici, non con Dio. Vita e preghiera percorrono la stessa strada: la ricerca mai arresa di un tu, uomo o Dio, in cui riconoscersi, amati e amabili, capaci di incontro vero, quello che fa fiorire il nostro essere. La seconda parola è: peccatore. In essa è riassunto un intero discorso: “sono un poco di buono, è vero, ma così non sto bene, non sono contento; vorrei tanto essere diverso, ci provo, ma ancora non ce la faccio; e allora tu perdona e aiuta”.

Il pubblicano tornò a casa sua giustificato, non perché più umile del fariseo (Dio non si merita, neppure con l'umiltà), ma perché si apre – come una porta che si socchiude al sole, come una vela che si inarca al vento – a un Altro più grande del suo peccato, che viene e trasforma. Si apre alla misericordia, a questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua sola onnipotenza. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 04, 2013 9:26 am

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      • Alto potente e glorioso Iddio,
        illumina le tenebre del cuore mio:
        dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta.

        Dammi umiltà profonda...

        Dammi senno e conoscimento:
        che io possa servire, sempre e con gioia,
        ogni tuo santo comandamento...
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 04, 2013 9:32 am

  • Sabato 2 novembre 2013, giorno di speciale preghiera

    per le anime delle nostre sorelle e dei nostri fratelli defunti...
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  • Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo,
    Misericordia infinita,
    Vi adoro profondamente e Vi contemplo
    nel Corpo, Sangue, Anima e Divinità
    di Nostro Signore Gesù Cristo,
    nel quale Ti sei donata a noi
    e sei presente su tutti gli altari della terra.
    Per questo vengo a Voi e Vi chiedo perdono
    per i peccati miei e di tutti gli uomini.
    Vi chiedo, abbandonato al Cuore Santissimo del Figlio
    e per intercessione del Cuore Immacolato di Maria,
    il dono della pace, la benedizione delle famiglie
    e di portare in Paradiso le anime di tutti i miei fratelli;
    in particolare Vi prego
    per quelle persone per cui nessuno prega più.

    • Eterno riposo dona a loro, o Signore,
      e possa splendere ad essi la Tua Luce perpetua
      e riposare nella Tua Pace. Amen


    Dal profondo a te grido, o Signore;
    Signore, ascolta la mia voce.
    Siano i tuoi orecchi attenti
    alla voce della mia preghiera.
    Se consideri le colpe, Signore,
    Signore, chi potrà sussistere?
    Ma presso di te è il perdono:
    e avremo il tuo timore.
    Io spero nel Signore,
    l'anima mia spera nella sua parola.
    L'anima mia attende il Signore
    più che le sentinelle l'aurora.
    Israele attenda il Signore,
    perché presso il Signore è la misericordia,
    e grande presso di lui la redenzione.
    Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
...con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 04, 2013 9:32 am

  • ImmagineLo sguardo di Gesù libera l'uomo
Zaccheo ha un handicap (la bassa statura) e un desiderio (vedere Gesù) e, a questo conflitto tra due forze che potrebbero annullarsi, risponde con creatività e coraggio, diventando figura di tutti coloro che, anziché chiudersi nei loro limiti e arrendersi, cercano soluzioni, inventano alternative senza timore di apparire diversi. Nella vita avanza solo chi agisce mosso dal desiderio e non dalla paura.

Allora corse avanti e salì su di un albero. Correre, sotto l'urgenza del richiamo di cose lontane, seguendo il vento del desiderio che gonfia le vele. Avanti, verso il proprio oggetto d'amore, verso un Dio che viene non dal passato, ma dall'avvenire. Sull'albero, in alto, come per leggere se stesso e tutto ciò che accade da un punto di vista più alto. Perché il quotidiano è abitato da un oltre.

Gesù passando alzò lo sguardo. Lo sguardo di Gesù è il solo che non si posa mai per prima cosa sui peccati di una persona, ma sempre sulla sua povertà, su ciò che ancora manca ad una vita piena. La sua parola è la sola che non porta ingiunzioni, ma interpella la parte migliore di ciascuno, che nessun peccato arriverà mai a cancellare. Zaccheo cerca di vedere Gesù e scopre che Gesù cerca di vedere lui. Il cercatore si accorge di essere cercato, l'amante scopre di essere amato, ed è subito festa: Zaccheo, scendi, oggi devo fermarmi a casa tua.

«Devo» dice Gesù, devo fare casa con te per un intimo bisogno: a Dio manca qualcosa, manca Zaccheo, manca l'ultima pecora, manco io. Se Gesù avesse detto: «Zaccheo, ti conosco bene, se restituisci ciò che hai rubato verrò a casa tua», Zaccheo sarebbe rimasto sull'albero. Se gli avesse detto: «Zaccheo scendi e andiamo insieme in sinagoga», non sarebbe successo nulla. Il pubblicano di Gerico prima incontra, poi si converte: incontrare uno come Gesù fa credere nell'uomo; incontrare un uomo così rende liberi; incontrare questo sguardo che ti rivela a te stesso fa nascere.

Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Sono poche parole: fretta, accogliere, gioia, ma che dicono sulla conversione più di tanti trattati. Apro la casa del cuore a Dio e la gioia e la vita si rimettono in moto. Infatti la casa di Zaccheo si riempie di amici, lui si libera dalle cose: «Metà di tutto è per i poveri e se ho rubato...». Ora può abbracciare tutta intera la sua vita, difetti e generosità, e coprire il male di bene...

Oggi mi fermo a casa tua. Dio viene ancora alla mia tavola, intimo come una persona cara, un Dio alla portata di tutti. Ognuno ha una dimora da offrire a Dio. E il passaggio del Signore lascerà un segno inconfondibile: un senso di pienezza e poi il superamento di sé, uno sconfinare nella gioia e nella condivisione. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven nov 08, 2013 9:57 am

Immagine Mio grande Cuore, leggo "la santità: piccoli gesti pieni di cuore...", ascolto "chiediti non cosa fai di male, ma quanto puoi esagerare nel bene...", medito nella mia miseria la Tua grandezza e la parole di gregorio nazianzeno...
  • «Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi?» (Sal 8, 5).
    Qual nuovo e grande mistero avvolge la mia esistenza?
    Perché sono piccolo e insieme grande, umile eppure eccelso, mortale e immortale, terreno ma insieme celeste?
    La prima condizione viene dal mondo inferiore, l’altra da Dio; quella dalla sfera materiale, questa dallo spirito....
...Tu sei il Bene, ogni Bene, il sommo Bene: ed io Ti ringrazio, con tutto il mio piccolo ♥
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 11, 2013 10:51 am

  • ImmagineÈ l'amore che vince la morte
La storiella paradossale di una donna, sette volte vedova e mai madre, è adoperata dai sadducei come caricatura della fede nella risurrezione dei morti: di quale dei sette fratelli che l'hanno sposata sarà moglie quella donna nella vita eterna? Per loro la sola eternità possibile sta nella generazione di figli, nella discendenza. Gesù, come è solito fare quando lo si vuole imprigionare in questioni di corto respiro, rompe l'accerchiamento, dilata l'orizzonte e «rivela che non una modesta eternità biologica è inscritta nell'uomo ma l'eternità stessa di Dio» (M. Marcolini).

Quelli che risorgono non prendono moglie né marito. Facciamo attenzione: Gesù non dichiara la fine degli affetti. Quelli che risorgono non si sposano, ma danno e ricevono amore ancora, finalmente capaci di amare bene, per sempre. Perché amare è la pienezza dell'uomo e di Dio. Perché ciò che nel mondo è valore non sarà mai distrutto. Ogni amore vero si aggiungerà agli altri nostri amori, senza gelosie e senza esclusioni, portando non limiti o rimpianti, ma una impensata capacità di intensità e di profondità.

Saranno come angeli. Gesù adopera l'immagine degli angeli per indicare l'accesso ad una realtà di faccia a faccia con Dio, non per asserire che gli uomini diventeranno angeli, creature incorporee e asessuate. No, perché la risurrezione della carne rimane un tema cruciale della nostra fede, il Risorto dirà: non sono uno spirito, un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho (Lc 24,36). La risurrezione non cancella il corpo, non cancella l'umanità, non cancella gli affetti. Dio non fa morire nulla dell'uomo. Lo trasforma. L'eternità non è durata, ma intensità; non è pallida ripetizione infinita, ma scoperta «di ciò che occhio non vide mai, né orecchio udì mai, né mai era entrato in cuore d'uomo...» (1Cor 2,9).

Il Signore è Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è Dio di morti, ma di vivi. In questo «di» ripetuto 5 volte è racchiuso il motivo ultimo della risurrezione, il segreto dell'eternità. Una sillaba breve come un respiro, ma che contiene la forza di un legame, indissolubile e reciproco, e che significa: Dio appartiene a loro, loro appartengono di Dio. Così totale è il legame, che il Signore fa sì che il nome di quanti ama diventi parte del suo stesso nome. Il Dio più forte della morte è così umile da ritenere i suoi amici parte integrante di sé. Legando la sua eternità alla nostra, mostra che ciò che vince la morte non è la vita, ma l'amore. Il Dio di Isacco, di Abramo, di Giacobbe, il Dio che è mio e tuo, vive solo se Isacco e Abramo sono vivi, solo se tu e io vivremo. La nostra risurrezione soltanto farà di Dio il Padre per sempre. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » ven nov 15, 2013 10:44 am

11 novembre 2013, giorno di festa e gioia in onore di san martino di tour, e non solo...
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Messaggio da miriam bolfissimo » lun nov 18, 2013 9:10 am

  • ImmagineVincere il male con la perseveranza
Con il suo linguaggio apocalittico il brano non racconta la fine del mondo, ma il significato, il mistero del mondo. Vangelo dell'oggi ma anche del domani, del domani che si prepara nell'oggi. Se lo leggiamo attentamente notiamo che ad ogni descrizione di dolore, segue un punto di rottura dove tutto cambia, un tornante che apre l'orizzonte, la breccia della speranza: non è la fine, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. Al di là di profeti ingannatori, anche se l'odio sarà dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; ribadita da Matteo 10,30: i vostri capelli sono tutti contati, non abbiate paura. Nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento.

Il vangelo ci conduce sul crinale della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro il versante della tenerezza che salva. In questa lotta contro il male, contro la potenza mortifera e omicida presente nella storia e nella natura, “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. La vita – l'umano in noi e negli altri – si salva con la perseveranza. Non nel disimpegno, nel chiamarsi fuori, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite, degli uomini e delle loro lacrime. Scegliendo sempre l'umano contro il disumano (Turoldo).

Perseveranza vuol dire: non mi arrendo; nel mondo sembrano vincere i più violenti, i più crudeli, ma io non mi arrendo. Anche quando tutto il lottare contro il male sembra senza esito, io non mi arrendo. Perché so che il filo rosso della storia è saldo nelle mani di Dio. Perché il mondo quale lo conosciamo, col suo ordine fondato sulla forza e sulla violenza, già comincia a essere rovesciato dalle sue stesse logiche. La violenza si autodistruggerà (M. Marcolini).

Il Vangelo si chiude con un'ultima riga profezia di speranza: risollevatevi, alzate il capo, la vostra liberazione è vicina. In piedi, a testa alta, liberi: così vede i discepoli il vangelo. Sollevate il capo, guardate lontano e oltre, perché la realtà non è solo questo che si vede: viene un Liberatore, un Dio esperto di vita. Sulla terra intera e sul piccolo campo dove io vivo si scaricano ogni giorno rovesci di violenza, cadono piogge corrosive di menzogna e corruzione. Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio della vita che nasce. [/color]
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Messaggio da miriam bolfissimo » gio nov 21, 2013 4:26 pm

Giovedì 21 novembre 2013, giorno di festa e gioia

in memoria della presentazione al tempio della Beata Vergine Maria,

Madre dolcissima di Dio e Madre nostra...

  • Immagine
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