Con mio Padre

Giammarco... perchè credo in Dio, le mie poesie e un po' della mia vita

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Giammarco De Vincentis
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Messaggio da Giammarco De Vincentis » mer gen 05, 2011 6:10 pm

PERCHE’ PER ME ….ERA MOLTO MIO PADRE

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Non credo che nessuna parola sia in grado di poter esprimere quanto io oggi provo leggendo quello che avete scritto su questo forum, in decine di e-mail che mi sono arrivate, telegrammi e telefonate, che mi hanno dimostrato quanti sono gli amici che ho conosciuto attraverso questa scatoletta.
In questi giorni mi sono reso conto di quanto sono fortunato ad avere amici come voi e tutto il mio paese stretto intorno alla mia famiglia e per come mio padre è stato e sarà ancora importante per me che credevo lo stavo perdendo per sempre.
Mio padre che è stato per me il migliore tra i genitori del mondo, come lo è per voi di certo il vostro papà.
Mio padre è stato per me il mio migliore amico colui che fino a ieri era il mio compagno di battaglia verso lo stesso nemico, quel male che lo ha consegnato alla morte.
Con lui ho vissuto gran parte del mio tempo trascorso su questa terra, giorni e notti, come figlio e compagno di lavoro ci siamo divisi tutto gioie e dolori.
Di certo un padre ed un figlio come tanti al mondo che si vogliono bene, ma con qualcosa in più la forza di non arrendersi mai con chi da un momento all’altro potrebbe colpirti alle spalle e portarti via dalle persone a te più care.
Undici anni fa mio padre a 59 anni fu colpito da cancro per la prima volta, fu un dramma per tutta la famiglia e per me che ho dovuto fare capire a lui, un omone di 110 kg alto 185 cm che bisognava rimboccarsi le maniche per non farci fregare.
I medici dell’ospedale più vicino al mio paese mi dissero che poteva vivere al massimo 12 mesi nonostante doveva sottoporsi ad un intervento per asportargli la parte dell’esofago dal male colpito.
Non mi fermai li in pochi giorni misi sotto sopra l’Italia intera e riuscii a trovare un giovane medico che si era specializzato in America in chirurgia oncologica, specializzazione scelta in seguito alla morte del suo papà per cancro.
20 febbraio del 1990 quell’intervento durò 12 ore e mio padre ne usci vivo con cicatrici che gli avevano solcato tutto il corpo e che gli hanno provocato quei dolori di cui lui non ne ha fatto di un solo lamento ma che gli rendevano la vita sempre più difficile
Per due anni siamo andati su e giù per gli ospedali e quando sembrava tutto finito, lo stesso male si è presentato ad un polmone.
Per la seconda volta mio padre si sottopose ad un altro intervento chirurgico che superò brillantemente ma ai vecchi dolori se ne aggiunsero altri.
Ogni tre mesi bisognava fare dei controlli ed ogni volta la paura era sempre più forte, sentivamo che prima o poi avremmo avuto un'altra sorpresa.
Dicembre 1998 eccolo di nuovo….
Questa volta fui io a 44 anni ad essere colpito da cancro e devo dire che grazie all’esperienza che avevo avuto con mio padre, per me fu tutto più semplice sapevo ormai la strada da proseguire.
Non dissi nulla a nessuno dei miei familiari, non volevo che soffrissero anche per me e con un intervento chirurgico eseguito dallo stesso chirurgo che aveva operato il mio papà mi asportarono un rene.
Fu quello un dramma nel dramma, provate voi ad immaginare una madre che doveva sopportarsi una croce del genere, un figlio e marito a cui stare vicino che aveva paura di perdere.
Anche io come mio padre seppi reagire e a riprendermi e senza perdere colpi, ormai tra me e mio padre era diventata quasi una sfida e dimostrare a chi era più bravo, ci facevamo coraggio a vicenda.
Passò un anno per rimettermi in sesto e tra un controllo ed un altro a febbraio 2000 eccolo ancora per la seconda volta anche per me.
Subii anche io il secondo intervento chirurgico anche sta volta cancro anche se non era dei più cattivi, cosi la partita si giocava alla pari 2 a 2.
Ormai era come leggere pagine di un libro già letto tutto mi sembrava talmente normale eravamo riusciti a convivere con lo stesso nemico e contro di esso avevamo fatto un patto di alleanza.
Gennaio 2001 è toccato di nuovo a mio padre, avevano scoperto che sul punto del primo intervento si stava annidando lo stesso vecchio male, ma questa volta nessun intervento chirurgico poteva essere eseguito su quel posto l’unico sistema per bloccare il tumore di turno erano le radioterapie.
Per circa 4 mesi tra controlli e terapie ci recavamo in ospedale compiendo circa 200 km al giorno e ancora una volta sembrava quasi avessimo vinto noi, ma una lesione ai polmoni dovuti alle radioterapie lo ha portato alla morte e mentre lui dava il suo ultimo respiro io ero sotto ai ferri in una sala operatoria a subire l’ennesimo martirio per cercare di scovare chi prima o poi temo mi colpirà ancora una volta alle spalle.

Era questo il motivo che mi legava a mio padre al di la di essere suo figlio, quel padre che quando si è arreso alla morte mi ha chiesto quasi perdono, perché sapeva che con lui si portava dietro un pò della mia speranza.
Per me lui è quello che mi ha dato la forza per non arrendermi mai colui che mi insieme a mia madre mi ha dato al vita insegnandomi a viverla con le sue gioie e i suoi dolori e che oggi mi ha insegnato che la morte è solo il passaggio verso quella vita che non finirà mai.
La notte che ci ha visti insieme per l’ultima volta mi ha fatto capire quanto la fede non ha saputo rispondermi a tante domande..
L’ultima sua notte mi diceva di quella porta che vedeva con una ciotola ed un lume che faceva tanta luce ed una donnina piccina che era venuto a prenderlo.
Gli ridevano gli occhi quando mi sussurava… è lei la mia mamma e stringendomi la mano mi diceva che non aveva più paura e che era pronto ad andare ed insieme per un po ci siamo messi a dormire.
La mattina alle ore 6.00 del 29 ottobre del 2001 mi ha lasciato con le sue ultime parole…
Pensa a te figlio mio e ora vai.
Sono tornato a casa lasciando al suo capezzale mia madre ho preso la mia roba sono passato di nuovo a trovarlo perché ero certo di vederlo vivo per l’ultima volta e sono andato poi in un altro ospedale distante 100 km dove mentre ero sotto i ferri per l’ennesima volta una sensazione che non so raccontarvi mi ha fatto capire che lui non c’era più, il pomeriggio sono tornato da lui aveva ancora le mani calde sembrava che volesse per l’ultima volta stringermi a se.
Ieri si sono svolti i funerali di quell’uomo che in paese è stato un esempio, sembrava una processione, una sfilata con ogni gruppo o associazione esistente tantissima gente con in prima linea i suoi amici alpini con in testa il cappello con la piuma nera.
Anche questo di lui racconterò con queste ultime foto che chiuderà la sua storia dentro questa scatoletta che racconterà nel tempo anche di lui.
Mio padre non mi ha lasciato solo, oggi lo sento molto vicino e ovunque io vada sono certo che mi seguirà e da buon alpino saprà speronarmi in quei giorni di bufera che il percorso della vita mi riserverà.

Davanti al mondo intero voglio gridare:
GRAZIE PAPA’
A TE CHE SEI ANDATO VIA…
COME LE MONTAGNE SI INCHINANO AL PASSAGGIO DELLA VITA LASCIANDO CADERE A VALLE LE SUE ROCCE SGRETOLATOSI NEL TEMPO.

Ecco mio padre l'alpino che era ieri e lo sguardo che aveva oggi come quello di un bambino ma con il coraggio di chi avrebbe dato la sua vita per farmi vivere la mia un po di più.

Vi abbraccio ragazzi e auguro a tutti di avere un papà come quello che ho avuto io.
Vi voglio bene
C'è piu' gioia nel dare :-) che nel ricevere
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Ospite
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Messaggio da Ospite » gio gen 06, 2011 12:08 pm

Vedi Giamm , ci sono stelle, che anche se ora non sono più accanto a noi, continuano a brillare e ad indicarci il cammino che ci dà la forza per andare avanti.
Il tuo papà per te è stato quella stella , che attraverso un cammino di sofferenza e speranza, attraverso quella lucina di una fiamma accesa ti ha affidato a Gesù e Maria.
Ci sono stelle, come quella che guidò i Re Magi a Gesù, che ci accompagnano lungo la strada , percorsi di soffrenza, di fede e speranza , stelle che a volte non fanno rumore , si servono della preghiera per sostenerci e che loro siano in Cielo o in terra , poco importa perchè noi le sentiremo sempre nel cuore .
Siamo tutti "stelle" preziose, ad ognuno Dio ha affidato il suo compito, alcuni lo espletano accanto alla famiglia, altri nella società, basta ascoltare la Sua voce e lasciarsi guidare . Soffermati a riflettere un istante e ti vedrai stella tra le stelle , sulla strada che porta a Gesù.

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